Ternate e Tidore, Molucche (1760), Indonesia. Author Bellin. No Copyright
Ternate e Tidore, Molucche (1760), Indonesia. Author Bellin

Tidore 4 – Le Fortezze spagnole dell’isola di Tidore, 1606-1663

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Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I FORTI SPAGNOLI DELL’ISOLA DI TIDORE, 1606-1663

Come abbiamo già accennato, a partire dall’aprile 1606, dopo la conquista, da parte delle truppe di Acuña, della città di Ternate, gli spagnoli ebbero, nelle Molucche, come loro principale, e spesso, unico alleato il Re di Tidore. Essi tentarono, per diversi decenni, di contrastare lo strapotere delle armate olandesi occupando con presidi fortificati alcune isole, e tra queste ebbe un ruolo fondamentale l’isola di Tidore. Il Re di Tidore, dopo la conquista spagnola di Ternate, aveva offerto a Pedro de Acuña la sottomissione del suo regno alla Spagna ed aveva anche promesso di far costruire una fortezza spagnola nella sua isola. Acuña, in effetti, al momento della sua partenza aveva ordinato, tra le opere da eseguire con urgenza, la costruzione di un forte spagnolo nell’isola di Tidore, e secondo i suoi ordini li doveva risiedere un capitano con alcuni soldati spagnoli.1 Questo ordine come vedremo, però, non verrà, eseguito da Juan de Esquivel, il governatore di Ternate nominato da Acuña. L’alleanza con il re di Tidore fu per molti anni fondamentale per il mantenimento della presenza spagnola nelle Molucche. Addirittura, in un primo momento, Acuña pensò di insediare il re di Tidore a capo del regno di Ternate.2 L’importanza per gli spagnoli dell’isola di Tidore ci viene chiaramente descritta dalle parole di Pedro de Heredia ‘…se si desmantelara la fuerça de Tidore no tuuiera el Rey nuestro señor en muy breue tiempo palmo de tierra que fuera suyo por ser plaça tan importante…’ ‘…pues sin aquella plaça no se podia conseruar un mes la de Terrenate…’ 3 In effetti anche Gerónimo de Silva considera Tidore di importanza fondamentale per il sostentamento di Ternate spagnola, perché, oltre a essere il re il principale alleato degli spagnoli, l’isola riforniva Ternate di ‘… viandas de pescado y gallinas, y otras vituallas que de allá se traen.’ 4
Ancora Gerónimo de Silva giudica in un altra sua lettera l’isola di Tidore, la più importante delle Molucche e quella da cui giungono i rifornimenti necassari per il sostentamento della città di Ternate.5 Per quello che riguarda invece la produzione dei chiodi di garofano, l’isola ne produceva in piccola quantità, poca cosa in confronto alla quantità prodotta nelle isole di Maquien e Motiel completamente controllate dagli olandesi, ‘Y es muy poco en comparacion del que tienen los Olandeses en las islas de Maquien, y Motiel que estan tambien de uaxo ala equinoxial, y muy cercanas, y vecinas a Terrenate, y Tidore.’6

Comunque tra i loro possedimenti era solo dall’isola di Tidore che gli spagnoli ottenevano una certa quantità di chiodi di garofano ‘… Tidore da un año con otro cuatrocientos bases’ cioè 2400 quintali, a fronte di una produzione totale nelle isole Molucche, stimata da Gerónimo de Silva a 9000 quintali “mil y quinientos bases de clavo que son nueve mil quintales”.7 A partire dal 1613, con la perdita del forte di Marieko, la produzione di chiodi di garofano controllata dagli spagnoli sarà ancora più irrisoria, Marieko, infatti, era situato nella zona più produttiva dell’isola. Critica è anche la gestione del mercato dei chiodi di garofano fatta dagli spagnoli, Gerónimo de Silva infatti è chiaro anche su questo punto, la quantità in mano agli spagnoli, seppur minima, potrebbe, se commerciata, come fanno gli olandesi, tramite una fattoria controllata dal Re, rendere 30.000 ducati se commerciata in India, mentre renderebbe ancora di più se commerciata direttamente in Europa, mentre con il sistema in atto gestito da privati, alla corona spagnola non giungeva nessuna rendita. Se gli spagnoli potessero avere interamente nelle loro mani la produzione di chiodi di garofano di queste isole che è di circa 1500 “bases de clavo” cioè novemila quintali all’anno, essi potrebbero ricavare se venduti direttamente sul mercato europeo 150.000 ducati all’anno.8

L’importanza di Tidore e dell’alleanza che gli spagnoli avevano con il re dell’isola era ben chiara anche agli olandesi che infatti ripetutamente tentarono specialmente nei primi anni di scacciare gli spagnoli dall’isola: già nel maggio 1607, la flotta di Cornelis Matelief 9 progettò di attaccare Tidore, allo scopo venne inviata un imbarcazione a chiedere rinforzi ai ribelli ternatesi. Gli olandesi, nonostante gli scarsi rinforzi giunti, un imbarcazione con circa 200 guerrieri, che arrivarono con i giovani sultani di Ternate e Jailolo, decisero comunque di attaccare l’isola, che era difesa inizialmente solo da trenta soldati spagnoli oltre ai tidoresi. Lo sbarco venne tentato su alcune lancie e ‘caracoras’, su cui erano stati imbarcati circa 300 soldati, ma l’accoglienza degli spagnoli e dei tidoresi fu calda e gli attaccanti furono costretti a ritirarsi con diverse perdite. Il tentativo finì miseramente sia per l’imperizia e la scarsa conoscenza dei fondali da parte degli olandesi, infatti le imbarcazioni rischiarono di arenarsi nella barriera, sia perché il governatore Juan de Esquivel soccorse prontamente l’isola con alcuni soldati spagnoli ‘… con cierto golpe de spañoles, …’. Dopo questo episodio, Matelief ripiegò su Ternate, dove venne fondato il forte di Malayo. 10

Il 16 giugno 1608, una nuova flotta olandese (secondo Esquivel parteciparono all’attacco 7 navi, un patacco e una galeotta) comandata da van Caerden, e aiutata da un contingente di 26 imbarcazioni e molti soldati ternatesi, ancorò di fronte al vecchio forte portoghese di Tidore con l’intenzione di attaccare e conquistare la città, ma le difese approntate dai tidoresi e dagli spagnoli, fecero desistere gli attaccanti, che dopo essere rimasti circa venti giorni all’ancora davanti alla vecchia fortezza portoghese, cambiarono obiettivo attaccando l’isola di Makian.11

Dopo il tentativo di attacco a Tidore portato in giugno dagli olandesi, gli spagnoli furono costretti a rafforzare le guarnigioni dell’isola, nell’agosto 1608 gli effettivi spagnoli presenti a Tidore erano composti da 140 soldati e da una galera con a bordo altri 40 soldati per un totale di 180 uomini.12

Durante il governo di Lucas de Vergara Gaviria, tra la fine del 1609 e il gennaio 1610, un altro abortito tentativo di assediare Tidore venne fatto dalla flotta guidata da Simon Jansz Hoen, che si limitò ad eseguire un blocco navale dell’isola e ad attaccare e conquistare il forte spagnolo nell’isola di Bachan.13

Il padre gesuita Jorge da Fonseca, destinato alle cure spirituali della guarnigione spagnola di Tidore, 14 descrive l’isola di Tidore nella sua lettera dell’8 aprile 1612: ‘… que hé huma ilha quatro legoas de Ternate, de mouros amigos nossos, onde há alguns christãos da terra, portuguezes casados e hum presidio de soldados hespanhoes, que todo este tempo atrás avia estado sem padre por falta de sarcedotes’.15 La missione gesuita di Tidore rimase infatti fino alla fine del 1610 senza padre, nel prosieguo della sua lettera Fonseca, nuovamente descrive Tidore, questa volta facendo menzione di due presidi spagnoli presenti sull’isola.16

L’esistenza di due presidi ci viene confermata anche dalla “Correspondencia” di Gerónimo de Silva, secondo la quale, nel 1612, gli spagnoli occupavano con proprie guarnigioni due forti nell’isola di Tidore17, i due presidi erano il vecchio forte portoghese, vicino a Soa Siu e il forte di Marieko sulla costa occidentale, essi erano stati rinforzati e migliorati dal governatore Vergara nel 1609. Negli anni successivi a causa dell’aumentare della pressione olandese su Tidore, gli spagnoli si videro costretti ad aumentare i presidi e le truppe a guarnigione dell’isola e ad abbandonare alcune piazzaforti nelle isole periferiche di Morotai e Halmahera (nella fattispecie, a metà del 1613 furono abbandonati i forti di Sabugo (maggio-luglio 1613) e di San Juan de Tolo (agosto 1613)).

Il 1613, è l’anno in cui gli olandesi tentarono a più riprese di scacciare definitivamente gli spagnoli dall’isola, con attacchi a Marieco e alle fortificazioni della città principale di Tidore. Nel febbraio del 1613, gli olandesi conquistarono il forte di Marieco, lo ricostruirono e vi posero una forte guarnigione, questo forte rimase una spina nel fianco degli spagnoli fino al suo abbandono da parte degli olandesi avvenuto nel 1621/1622. Dopo la perdita di Marieco, gli spagnoli corsero ai ripari, inviando due compagnie di 100 soldati ciascuna a Tidore, esse erano comandate dal capitano don Diego de Quiñones e dall’alfiere don Fernando Becerra, che comandava la compagnia del capitano Pedro Zapata.18

Parte dei soldati destinati a Becerra vennero però dirottati in altri presidi, perché secondo la testimonianza del sergente maggiore Fernando de Ayala, Becerra aveva ai suoi ordini venti soldati con l’alfiere Arrequibar e il totale delle truppe spagnole presenti a Tidore, contando anche i soldati di don Diego de Quiñones era di 119 soldati esclusi gli ufficiali.19 Un nuovo forte chiamato ‘Marieco el Chico’, situato nelle vicinanze del forte di Marieco occupato dagli olandesi, venne presidiato da truppe spagnole. Anche il forte di Socanora, situato a sud della capitale di Tidore venne presidiato da una piccola guarigione spagnola.

Nel luglio del 1613, gli olandesi e i ternatesi portarono il loro più importante attacco direttamente alla città di Tidore, dove riuscirono a catturare il vecchio forte dei portoghesi, mentre diversi successivi attacchi contro Socanora e la città di Tidore, si risolsero in altrettanti fallimenti per gli olandesi, che successivamente si videro costretti ad abbandonare anche l’unica conquista fatta: il forte dei portoghesi.

In un interessante lettera scritta dal re di Tidore, Cachil (Kaicil) Mole, il 9 luglio 1613, il giorno stesso della conquista da parte olandese del forte dei portoghesi, il Re faceva presente al governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, tutta la sua preoccupazione per la situazione disperata delle truppe spagnole e tidoresi a Tidore a causa anche della scarsezza di cibo e di rifornimenti, il re richiedeva l’immediato invio di altre truppe spagnole di rinforzo, nella sua lettera, giungeva anche a prospettare l’abbandono dell’isola e il ritiro di tutta la popolazione a Ternate “ó inviar aquí mas españoles, ó que nos vamos todos á Terrenate”. 20

Il continuo stato di guerra tra olandesi e spagnoli e tra i loro alleati ternatesi e tidoresi portò ad un impoverimento della terra e della popolazione, che venne notato anche da dei visitatori occasionali come l’inglese John Saris, che sostò per pochi giorni a Tidore nel 1613, il quale espresse il proprio rammarico sul lamentevole stato di distruzione portato nelle isole dalle continue guerre.21

Ad indicare l’importanza che gli spagnoli davano a Tidore è anche il fatto che su preciso ordine di Juan de Silva anche il governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, negli ultimi mesi del 1614 si trasferì a Tidore, egli risiederà nell’isola, nella nuova fortezza costruita dagli spagnoli, per lunghi periodi negli anni 1615 e 1616.22 Nella “Correspondencia” di Geronimo de Silva, risultano scritte da Tidore le lettere datate: 5 maggio 1612, 12 dicembre 1614, 12 maggio 1615, 13 luglio 1615, 19 agosto 1615, 8 marzo 1616, 1 aprile 1616, 17 aprile 1616, 17 giugno 1616, 25 giugno 1616, 8 agosto 1616, 20 agosto 1616 e 12 marzo 1617.

Negli anni successivi continuerà lo stato di guerra tra i due poteri rivali europei, ma salvo alcune scaramucce, gli olandesi non tenteranno più attacchi così in grande scala come quelli portati nel 1613, essi infatti cambieranno tattica cercando di interferire nei rapporti tra spagnoli e tidoresi e di minare l’alleanza tra i due. In particolar modo avvicineranno il Principe di Tidore, che era perdutamente innamorato della regina di Jailolo, tentando di portarlo dalla loro parte.

Comunque anche dopo il 1613, gli spagnoli furono costretti a mantenere costantemente una forte guarnigione nell’isola.

Alla metà del 1616 erano oltre 200 i soldati spagnoli a presidio dei forti di Tidore e cioè nei forti di Santiago, del Príncipe, di Tomanira e di Socanora.23 “…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora.24

Nel maggio 1619, il governatore di Ternate, Lucas de Vergara Gaviria ci informa che gli spagnoli hanno nell’isola di Tidore quattro forti: Tohula, Tomanira, Sokanora e il nuovo forte di San Lucas de el Rume. Le fortezze in mano spagnola, ci informa Vergara, hanno un terzo della guarnigione che normalmente dovrebbero avere.25 Questa scarsità di truppe sarà una costante di tutto il periodo di controllo spagnolo dell’isola.

Gli olandesi che dal 1613 occupavano il forte di Marieco, tra il 1621 e il 1622 lo smantellarono e lo abbandonarono. L’intera isola a partire da questa data e fino quasi al definitivo abbandono delle truppe spagnole nel 1663, rimase sotto il controllo degli spagnoli e dei loro alleati tidoresi.

Gli spagnoli mantennero nell’isola di Tidore, fino agli ultimi anni della loro presenza, i seguenti tre presidi: Rume, Taula (Tahula) e Sobo (Cobo, Chobo). 26

Negli anni successivi oltre che con gli olandesi, gli spagnoli ebbero alcuni problemi e diverse gravi crisi anche nei rapporti con il loro più stretto alleato il re di Tidore, in modo particolare tra il 1636-1640 e più gravemente negli anni attorno al 1655-1660 quando l’isola di Tidore rimase in stato di costante ribellione. Il primo periodo di crisi coincise con l’usurpazione del regno a cachil Naro, e l’ascesa al trono di Tidore di cachil Borotalo, avallata dal governatore spagnolo Pedro de Heredia. La situazione fu risolta grazie alla risolutezza del nuovo governatore Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, chiamato a sostiutire Pedro de Heredia e che giunse a Ternate con specifici ordini per rimettere sul trono di Tidore il legittimo re, il cachil Naro, che era stato ingiustamente privato della corona da Pedro de Heredia, che aveva insediato al suo posto il cachil Borotalo (cugino del re cachil Naro). Sembra che Heredia avesse avuto degli attriti con cachil Naro in ragione della compravendita dei chiodi di garofano, a causa di questo Pedro de Heredia fece in modo che i tidoresi lo abbandonassero e giurassero obbedienza a cachil Borontalo suo cugino. Cachil Naro fu costretto allora a rifugiarsi presso gli olandesi nel loro forte di Malayo. Per questo e altri motivi fu, successivamente, deciso di aprire un procedimento legale contro l’operato di Pedro de Heredia. Il cachil Naro viene descritto come un uomo leale e coraggioso e sempre fedele agli spagnoli. Il nuovo governatore Pedro de Mendiola aveva l’ordine di rimettere al suo posto cachil Naro, cosa che per il momento non potè fare perché Naro si era rifugiato presso gli olandesi a Malayo. Questa fu la situazione che trovò Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola quando giunse a governare a Ternate. Egli aveva ricevuto preciso ordine da parte del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera di ristabilire la legalità contattando segretamente, tramite una lettera, cachil Naro, che era esiliato a Malayo, perché fosse a Ternate per essere rimesso al suo posto di re di Tidore, dal momento che Pedro de Heredia non aveva nessuna autorità di spossessarlo del regno.

Per quanto riguarda quello che dovevano essere le mosse spagnole per riallacciare i rapporti con cachil Naro e rimetterlo sul suo trono, esiste un interessante documento firmato dal governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera: “Orden e instrucción que los generales Pedro de Mendiola, gobernador de Terrenate y Jerónimo Somonte, capitán general de la armada real an de guardar en razón de la restitución del rey Cachil Naro a su reino, Cavite 8 gennaio 1636”. Nel documento dove sono esposti i piani spagnoli, risulta che, una volta giunto a Ternate, Mendiola doveva segretamente contattare cachil Naro e invitarlo o sui galeoni spagnoli o nella città di Ternate, garantendogli la sicurezza tramite carte del governatore, una volta venuto a colloquio con Mendiola, gli doveva essere fatto presente il rincrescimento che il governatore aveva per l’operato di Pedro de Heredia che non aveva aiutato con le armi spagnole il cachil Naro a difendersi dai suoi oppositori e aveva permesso che lo dispossessassoro del suo regno. Gli spagnoli adesso volevano porre rimedio a questo mettendo a disposizione le loro truppe per reinsediare a Tidore il cachil Naro, a patto che riconoscesse l’aiuto spagnolo e l’alleanza con gli spagnoli. La proposta spagnola era di unire i tidoresi rimasti fedeli a cachil Naro assieme alle truppe spagnole e riprendere possesso del regno. L’accordo doveva essere sugellato da un patto ufficiale tra i due generali spagnoli (Pedro de Mendiola e Jerónimo Somonte) e il cachil Naro. Dopo aver raggiunto l’accordo con cachil Naro, il documento descrive le mosse da compiere nei confronti dell’usurpatore. Come prima mossa doveva essere liberato cachil de Reues in modo che potesse dare al suo re cachil Bontalo (Borontalo) una carta che lo invitava al castello spagnolo, dove doveva essere intrattenuto con buone parole e regali, fino a che il cachil Naro non fosse venuto a prendere il potere e ad occupare Tidore. Nello svolgersi di queste operazioni era importantissimo mantenere il segreto, nessuno degli spagnoli ad eccezione del sergente maggiore Juan Gonçales de Caceres Melon, e dei capitani don Pedro de Almonte, Sebastian Bauptista e Pedro de la Mata dovevano essere messi al corrente o anche solo sospettare qualcosa di quello che si stava preparando. Nel caso le cose prendessero il corso sperato e cachil Naro fosse stato rimesso sul suo trono, il generale Geronimo de Somonte doveva portare a Manila il re deposto cachil Borontalo, dove poteva chiedere giustizia davanti all’Audiencia e al governatore e se dimostrava le proprie ragioni forse essere reintegrato nel regno, anche se doveva essergli fatto capire che Pedro de Heredia non aveva il diritto di deporre cachil Naro e non era possibile per un ufficiale spagnolo deporre a piacimento un re alleato, anzi se questo fosse stato provato Heredia rischiava con la vita per le sue azioni. Una volta risolta la questione e insediato cachil Naro sul trono di Tidore, doveva essere richiesto al nuovo re di fornire agli spagnoli le usuali 4 o 6 ‘caracoras’ con 400 tidoresi che, se il re lo avesse richiesto dovevano ricevere la stessa paga dei soldati pampangas del presidio. Le istruzioni comprendevano anche la possibilità che fosse rimasto al potere cachil Borotalo, se così fosse avvenuto la stessa richiesta di caracoras e uomini doveva essere fatta a lui.27 Fino a qui i piani degli spagnoli, ma l’assoluta segretezza, cosa basilare di tutta l’operazione, non fu rispettata, perché, cachil Borontalo dovette essere venuto a sapere delle intenzioni degli spagnoli e su sua richiesta i ternatesi e gli olandesi uccisero a tradimento cachil Naro, sembra che cachil Borotalo avesse promesso agli olandesi la costruzione di una fortezza nell’isola. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola riuscì però a far fuggire (dicono i documenti con grosse difficoltà) da Malayo il figlio del cachil Naro e suo legittimo erede, cachil Sayde. Gli spagnoli decisero allora di deporre cachil Borotalo e insediare come re il figlio del defunto cachil Naro, il cachil Sayde. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola agì con cautela e riuscì ad impedire i disegni del re usurpatore, riuscendo a sorprenderlo nelle sua stessa isola e casa e a castigarlo come traditore, cioè ad ucciderlo a pugnalate. Così che potè dar luogo agli ordini che aveva ricevuto di catturare o uccidere cachil Borontalo. Tutto ciò fu fatto dal sergente maggiore Francisco Hernandez e dell’alfiere Bernaue de la Plaza, a cui come premio fu data una compagnia. Grazie a questo l’intera isola di Tidore fu pacificata e fu insediato il legittimo re cachil Zayde, figlio di cachil Naro, tutti i capi tidoresi fecero nuovamente atto di sottomissione alla corona spagnola. Riguardo a questo episodio interessante notare che non tutti gli spagnoli approvarono l’accaduto, infatti, nel 1640 furono sollevate alcune accuse ‘me tomò residencia de dhos cargos’ dal sergente maggiore Pedro Arias de Mora, contro Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, sulla sua condotta di governo a Ternate. Delle 5 accuse riportate da Arias de Mora, la quinta accusa era quella di non aver conservato la buona amicizia con il re di Tidore cachil Borotalo, che invece aveva ordinato di uccidere e era stato poi ucciso a pugnalate, senza averlo processato e senza aver provato i delitti di tradimento di cui lo si accusava. Tutte le accuse furono, ovviamente, respinte da Sebastian Hurtado de Corcuera (era lui il mandante di tutta l’operazione), che assolse Carmona y Mendiola da ogni accusa.28

Il secondo periodo di crisi, fu ben più grave, e si protrasse dalla fine del regno di cachil Sayde fino al 1659. Tutto cominciò delle controversie che si ebbero tra cachil Sayde re di Tidore e gli olandesi quando cachil Calomata fu eletto sultano di Ternate da alcuni ternatesi che ripudirono il legittimo sultano cachil Mandaraja. Il cachil Sayde, re di Tidore, sembra che aiutasse sottobanco i ribelli, cosa che non poteva fare, perché, essendo suddito del re di Spagna, doveva sottostare ai termini della pace stipulata fra Spagna e Olanda. Gli olandesi protestarono duramente contro cachil Sayde che fu per un certo periodo di tempo messo sotto arresto dagli spagnoli e la ribellione fu quindi sedata. Successivamente Cachil Sayde morì e alcuni tidoresi ribelli, elessero al suo posto cachil Golofino, che era generale del mare di cachil Mandaraja, e alleato degli olandesi, deponendo così il legittimo erede al regno di Tidore che era cachil Mole, figlio di cachil Sayde, e che era appoggiato dagli spagnoli, i ribelli venivano invece aiutati con armi e viveri dagli olandesi in aperta violazione degli articoli delle paci stipulate.29 Il momento più grave, coincise con la cosidetta ribellione dei ‘mori’ di Toloa che ebbe il suo apice negli anni 1657-1658, quando i tidoresi ribelli misero sotto assedio la guarnigione spagnola di Tidore per quasi un anno. Alcuni documenti descrivono interessanti fatti di questo periodo: un ordine, firmato dal governatore Diego Sarria Lascano e datato Tidore, 12 marzo 1657, ci fornisce interessanti informazioni sulla ribellione dei tidoresi nel 1657, che è definita in un altro documento ‘alsamiento de los moros de los pueblos de Toloa’. Il documento tratta dell’organizzazione di una spedizione punitiva contro i ribelli, a causa della gravità della situazione, il governatore Diego Sarria Lascano, era giunto di persona a Tidore per pianificare la spedizione. Nel documento viene ordinato al capitano Alonso Lossano, capo del forte di ‘Santiago de los Caualleros’, di partire al comando di truppe di fanteria spagnola e pampanga e di andare al seguito delle truppe del re di Tidore, amico e confederato degli spagnoli, per castigare alcuni vassalli del re dei villaggi di Toluca e Tongoiza che si erano ribellati. Una volta giunti al luogo che era stato individuato e scelto nella riunione (riunione del consiglio di guerra che evidentemente aveva preceduto la spedizione), gli spagnoli avrebbero dovuto occuparlo e fortificarsi il meglio possibile perché questo luogo doveva essere la base principale delle forze spagnole durante le operazioni, nelle fortificazione dovevano essere posizionati almeno due pezzi d’artigieria e una buona guarnigione. Poi, completata la fortificazione dell’avamposto, il capitano assieme ad una truppa di soldati doveva occupare un altro luogo che era strategicamente situato sopra il villaggio dei ribelli, nel quale si doveva fortificare e mettere un presidio di soldati. Per presidiare questi due avamposti il capitano poteva prendere quanti soldati volesse dal forte che era situato a Tomanira, dove era capo l’aiutante Francisco Peres, quest’ultimo forte doveva comunque rimanere ben difeso. L’obiettivo della spedizione era ridurre all’obbedienza i ribelli con la forza oppure portarli a chiedere la pace e a fare sottomissione.30 La spedizione, guidata dal capitano Alonso Losano, non si risolse in breve tempo, infatti la campagna per la sottomisione dei due villagi durò oltre due mesi, durante i quali gli spagnoli bruciarono e distrussero due villaggi nemici e poi attaccarono e conquistarono una fortezza nemica, dopo questa vittoria gli spagnoli si ritirarono nella loro fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’.31 La suddetta spedizione del marzo 1657 non risolse però la questione, infatti successivamente si ebbero altri scontri con i ribelli, che addirittura posero sotto assedio la fortezza spagnola di ‘Santiago de los Caballeros’.

Un altro documento ci narra di alcuni dei fatti che accaddero durante l’assedio: durante questo lungo periodo di guerra, i soldati spagnoli a presidio della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ patirono la fame per la scarsità di viveri causati dalle continue guerre contro gli olandesi, i ternatesi e i tidoresi ribelli. Essendo la guarnigione della fortezza senza viveri e senza la possibilità di riceverli da Ternate, a causa dell’assedio a cui la stavano sottoponendo i nemici, Joseph de Garces (che era a capo del forte) decise di attaccare con una truppa di fanteria un villaggio nemico per poter razziare dei viveri. Allo scopo, Juan Rodríguez de Origuey fu inviato con altri due soldati in avanscoperta, essi riuscirono a spiare i nemici e a catturarne uno riuscendo ad avere informazioni che poi portarono alla conquista e cattura del villaggio nemico, con i viveri trovati nel villaggio gli spagnoli poterono sostentarsi per due giorni, ben poca cosa, ma per fortuna, quattro giorni dopo giunse da Manila il soccorso che permise agli spagnoli di poter continuare a resistere all’assedio. Pochi giorni dopo questo avvenimento gli olandesi e i ternatesi ribelli si trincerarono e assediarono con dell’artiglieria una fortezza ‘nuestra’32, in soccorso alla guarnigione di questo forte furono inviati alcuni soldati tra cui Juan de Origuey, essi durante tutto il tempo che durò la ribellione restarono a difesa di detta fortezza, facendo ogni tanto sortite per potersi cibare di piante o altro cibo selvatico. Il forte di Gomafo, infatti essendo situato su un alta collina dominante la città del re di Tidore, non era facilmente rifornibile di viveri durante un prolungato assedio. Ci infoma Garzes che durante questo periodo molti soldati spagnoli del forte passarono al nemico per non poter più tollerare la fame. Inoltre tutte le notti i nemici assediavano un villaggio di tidoresi amici degli spagnoli,33 situato vicino alla fortezza spagnola, per bruciarlo e devastarlo e così gli spagnoli inviarono a guarnigione del villaggio una truppa di fanteria. Nel 1658, avendo il nemico abbandonato le trincee con cui assediava il forte spagnolo, una truppa di soldati attaccò i nemici mettendoli in fuga. L’assedio durò quasi un anno e Origuey ci dice che gli spagnoli patirono la fame, dovendosi cibare di alberi e erbe silvestri, a causa di queste privazioni oltre 100 soldati passarono al nemico.34 Dopo questi avvenimenti gli spagnoli rimasero a Tidore per pochi anni ancora, e come vedremo smantellarono alcune guarnigioni dell’isola già a cominciare dal 1661-1662.

Vediamo adesso in dettaglio quali forti gli spagnoli occuparono o costruirono nell’isola di Tidore nel periodo che va dal 1606 al 1663. Nei documenti spagnoli da me consultati vengono nominati circa una decina di nomi di forti35 o presidi nell’isola di Tidore, dei quali però non sempre è semplice stabilire dove effettivamente erano situati e durante quale periodo furono effettivamente occupati dalle truppe spagnole. A volte lo stesso forte viene chiamato in tempi diversi con nomi diversi. L’effettiva posizione dei forti è molto difficile da definire, secondo i dati che ho potuto raccogliere questa è la più probabile localizzazione dei forti spagnoli nell’isola di Tidore:

Chobo: (Cobo, estrema punta nord dell’isola)

Rume: (Rum, nord ovest dell’isola)

Marieco: (Marieko, ovest dell’isola, direttamente a livello della spiaggia)

Tomañira (probabilmente anche Marieco el Chico): (poco a sud di Marieko, era costruito su di un luogo alto, nelle vicinanze di Marieco (a circa mezza lega da Marieco (2960 m)).

Marieco el Chico (probabilmente Tomañira): a ‘media legua’ (2960 m) da Marieko.

Sokanora: (poco a sud di Soa Siu, a mezza lega (2960 m) a sud dal Lugar Grande, su di una collina vicino al mare)

Tahula, Santiago de los Caballeros: (Soa Siu, situato su di un altura sopra al mare dominante il Lugar Grande, a sud di esso)

Baluarte del Principe: (Soa Siu, ‘fuerte de abajo’ situato sulla spiaggia sotto Tahula)

Gomafo: (Soa Siu, forte del re di Tidore, situato su di una collina nell’interno rispetto al mare)

Forte de los Portugueses: (poco a nord di Soa Siu, situato a nord del Lugar grande 3 tiri d’espingarda 750 m), o un quarto di lega (1.480 m) o un grosso tiro di cannone (1.000m))

Mappa di Tidore che mostra i probabili siti dei forti spagnoli. Author Marco Ramerini

Mappa di Tidore che mostra i probabili siti dei forti spagnoli. Author Marco Ramerini

LEGENDA:

Gomafo: Forte del Re di Tidore

Marieco: (1614 e 1619) Forte olandese
Tutti gli altri forti: Forti spagnoli

Continua: Le difese della città del Re: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 “Instrucción a Juan de Esquivel para conservación Terrenate, 02-11-1606” AGI: Patronato,47,R.17

Con tutta probabilità, la data 2 novembre 1606, è sbagliata, essendo Acuña morto nel giugno 1606, essendo una copia può essere stato un errore del copista, la data plausibile sembra essere il 2 maggio 1606.

2 Argensola, Bartolomé Leonardo de “Conquista de las islas Malucas” (Madrid, 1609) (Madrid, 1992) 343

3 Colin-Pastells “Labor Evangelica de los obreros de la compañia de Jesus en las isla Filipinas” (Barcelona, 1902) vol. III 317 nota n°1

4 “Carta di Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco, Terrenate, 13 de april de 1612” in: AA. VV. “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva con Felipe III, D. Juan de Silva, el Rey de Tidore y otros personajes desde abril de 1612 hasta febrero (abril) de 1617, sobre el estado de las islas Molucas” In: “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España, tomo 52” (Madrid, 1868) 6

5 “Tanto de carta que el gobernador Gerónimo de Silva escribió al arzobispo de Manila, Terrenate, 28 de jullio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 158-160

6 “Descripción de las islas de Terrenate,Tidore,y otras” AGI: Patronato,34,R.29

7 “Carta di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 abril 1612” In: AA. VV. “Correspondencia” 13

8Carta de don Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco. Terrenate, 13-04-1612” In AA. VV. “Correspondencia” 5-15

9 Matelief era giunto a Ternate con una flotta di otto navi (sei navi e due ‘yacht’: Oranje, Mauritius, Erasmus, Kleine Zon, Pichon (?), uno yacht (Witte Leeuw ?), Enchuisa (Enkhuizen) (incontrato ad Ambon), Delft (che era giunto da Banda)) con a bordo 531 uomini.

10 Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 70-72

Fr. Luís Fernandes, superior to King Philip II of Portugal. Ternate, 27 de abril 1608” Documento n° 29 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 96

Prevost, Abate Antonio Francisco “Historia General de los viajes, ó nueva colección de todas las relaciones de los que se han hecho por Mar y Tierra… Tomo XIII: Viajes de los Holandeses a las Indias Orientales” (Madrid, 1773) 66-67

Fr. Jerónimo Gomes to Fr. Jerónimo Gomes. Cochin, 25 de novembro de 1608” Documento n° 35 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 119

de Jonge “De opkmost van het Nederlandsch gezag in Oost- Indien, 1595-1610” (‘s-Gravenhage, 1862-1909) vol. III, 55

11 Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II, 303-304

de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. I, 63-64

Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvi-xxxvii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30

Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 135, 144.

12 Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvii-xxxviii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30

13 Journael ende verhael” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. I, 276-281

Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” AGI: Filipinas,60,N.12

Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 102-103

14 “Fr. João Baptista to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 2 de abril 1611” Documento n° 53 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 192

Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 24*

15 “Fr. Jorge da Fonseca to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 8 abril 1612” Documento n° 59 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 217-218

16 “Fr. Jorge da Fonseca to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 8 abril 1612” Documento n° 59 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 224

17Carta di Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco, Terrenate, 13 de april de 1612” In: AA. VV. “Correspondencia” 6

18Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el rey de Tidore, sobre la pérdida del puerto de Marieco, Terrenate, febrero 10 de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 85

19Carta que escribió el sargento mayor don Fernando de Ayala […] á el señor don Gerónimo de Silva, Tidore, 16 de febrero de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 90-91

20Lettera del Re di Tidore a D. Gerónimo de Silva, Tidore, 9 luglio 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 138

21 Kerr, Robert “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII.” Sec. XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in 1611, by Captain John Saris” Sec.5. “Further Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan

22 Gli ordini per Geronimo de Silva erano chiari, doveva trasferirsi a Tidore con il maggior numero di soldati possibile, lasciando comunque una buona guarnigione a Ternate. “Tanto de carta quel señor don Juan de Silva escribió á el señor don Geronimo de Silva en 20 de setiembre de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 255

23 Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 214 dove è riportato un estratto della lettera di Gerónimo de Silva al governatore D. Juan de Silva, 29 luglio 1616.

24Lettera di Gerónimo de Silva a D. Juan de Silva, Tidore, 8 agosto 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 387-388

25Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” AGI: Patronato, 47, R. 37

Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxvii-clxviii, qui vengono riportati alcuni brani della stessa lettera di Vergara

26 “Catalogue of the Philippine Jesuits for the Holy Congregation de Propaganda Fide. Manila, 20 Iunii 1662” Documento n° 196 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 615.

Catalogue of the Jesuit missionaries in the Philippines for the Holy Congregation de Propaganda Fide. Manila, 31 Julii 1663” Documento n° 201 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 624.

27Carta de Corcuera sobre socorro de Terrenate y Cachil Naro. Carta de Sebastián Hurtado de Corcuera, gobernador de Filipinas, dando cuenta del envío del socorro a Terrenate; encuentro que tuvieron con un galeón enemigo y regreso del gobernador de Terrenate, Pedro de Heredia. Por triplicado. (Cat. 16196)

Acompaña: Orden e instrucción que los generales Pedro [Muñoz de Carmona y] Mendiola, gobernador de Terrenate y Jerónimo Somonte, capitán general de la armada real deben de guardar en razón de la restitución del rey Cachil Naro a su reino. Manila, 5 de julio de 1636. Con duplicado. (Cat. 16199). [c] 02-07-1636. Manila” AGI: Filipinas,8,R.3,N.72

28Confirmación de encomienda de Bacnotan, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Bacnotan y Binmaley en Pangasinan a Pedro Muñoz de [Carmona y] Mendiola. Resuelto. [f] 23-05-1647” AGI: Filipinas,49,N.66 blocco 1 fogli 2-7

Informaciones: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola. Informaciones de oficio y parte: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, general, vecino de Manila, casado con María de Valmaseda, única descendiente de Martín de Esquivel, sargento, Juan de Esquivel, maestre de Campo y Juan Ezquerra, general. Información con parecer. Duplicado. Tres minutas de pareceres. [f] 1649” AGI: Filipinas,61,N.26 blocco 1 fogli 3, 5, 11-13, 28-29, 38, 40, 50-52, 64-66, 76-79, 152-153, 161-191, 213-215; blocco 2 foglio 3; blocco 4 fogli 2-3; blocco 5 fogli 2-3; blocco 6 foglio 2; blocco 8 fogli 9-11

29Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.11

30Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

31Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

32 Era questo il forte di Gomafo, come risulta chiaramente da un documento successivo, il memoriale di Juan de Origuey: poco dopo i nemici si trincerarono a un tiro di moschetto dalla fortezza di ‘Domafo’ (Gomafo) che era situata in una posizione molto strategica ‘por ser eminente alas de mas’ ed essendo la fortezza in questione in grave pericolo, gli spagnoli inviarono alcuni soldati fra cui Juan de Origuey a rinforzo dei difensori del forte, Origuey rimase a difesa del forte combattendo di giorno e di notte. Fece durante quest’assedio diverse sortite contro i nemici per procurasi cibo e difese anche il villaggio di ‘mori’ fedeli agli spagnoli ‘defendio el pueblo de los moros de nuestra parcialidad’ situato sotto il forte fino a che i nemici furono costretti a ritirarsi. “Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey” (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

33 Era questa la città del re di Tidore, situata sul luogo dell’attuale Soa Siu.

34Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

35 Per esempio van de Wall elenca solo 4 forti nell’isola di Tidore: Vesting Tahoela (Soa-Sioe), Vesting Tsjobbe (Soa-Sioe), Fort Roemi (Roem), Fort Marieko (Marieko).

Van de Wall, V. I. “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” (‘s-Gravenhage, 1928) 267-269, 291-292.

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Marco Ramerini

I am passionate about history, especially the history of geographical explorations and colonialism.