Ternate e Tidore, Molucche (1760), Indonesia. Author Bellin. No Copyright
Ternate e Tidore, Molucche (1760), Indonesia. Author Bellin

Tidore 5 – Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu) e il forte di Gomafo. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

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Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0 DIFESE DELLA CITTA’ DEL RE

Fulcro delle difese di Tidore erano le fortificazioni della città principale dell’isola, che gli spagnoli chiamavano Lugar Grande del Rey. Essa era situata sulla costa sud orientale dell’isola, dove oggi è la città principale di Tidore, Soa Siu. Attorno ad essa vennero costruiti, negli anni, una serie di forti e postazioni difensive. Durante il periodo spagnolo fecero parte delle sue fortificazioni i seguenti forti e apparati difensivi: il forte portoghese, il forte del Re, il bastione del Principe e il forte di Tahula. Più a sud era situata la piccola fortificazione di Socanora.

5.1 LUGAR GRANDE DE EL REY (SOA SIU) E IL FORTE DI GOMAFO:

La città principale di tutta l’isola di Tidore:

Nome Spagnolo: Lugar Grande de Tidore, Lugar Grande del Rey, Pueblo Grande de Tidore:

Nome attuale: Soa Siu

Nell’interno a breve distanza dalla città di Tidore si trovava anche il Forte del Re di Tidore:

Nome Spagnolo: Fuerte de el Rey de Tidore, Gomafo1, Samafo2

Nome Olandese: Gomaffa3, Gamaffa4, Comaffa5

Nome attuale: ?

LUGAR GRANDE DE EL REY (SOA SIU):

Era questa la città principale di tutta l’isola di Tidore, dove il sultano aveva la sua residenza, essa era situata sulla costa sud est dell’isola sul luogo dell’attuale città di Soa Siu. Fu in questa città che nel 1521, giunsero le navi della spedizione di Magellano. Gli spagnoli furono ben accolti e un’alleanza venne stabilita con il sultano di Tidore. Fu proprio a causa di questa alleanza con gli spagnoli, oltre al continuo stato di guerra con Ternate, che era stretta alleata dei portoghesi, che Tidore venne spesso attaccata e saccheggiata dai portoghesi: già sul finire del 1526, poco prima dell’arrivo della spedizione di Loaisa, la città del re di Tidore era stata distrutta e bruciata dalle truppe portoghesi guidate da Garcia Anrriquez (Garcia Henriques), nella città i portoghesi catturarono sette pezzi d’artiglieria, probabilmente alcuni erano quelli lasciati dagli spagnoli della spedizione di Magellano.6

Fu qui, come abbiamo visto, che gli spagnoli, nel 1527, costruirono la loro prima fortezza. La città viene descritta da Castanheda come una grande città situata a poca distanza dal mare e circondata da una palizzata al posto del muro ‘…cercada de hũa tranqueyra de duas faces…’. La prima fortezza degli spagnoli era situata all’interno della città ‘…a fortaleza dos Castelhanos que astauã dentro’.7

Successivamente, durante il governo del capitano portoghese Vincente da Fonseca, la città di Tidore fu nuovamente attaccata e saccheggiata dai portoghesi, il re di Tidore e i suoi sudditi si rifugiarono su una montagna che era situata sopra la città, probabilmente fu su questa montagna dove in seguito fu costruita la fortezza del re di Tidore. 8 Tale fortezza dovette essere stata costruita subito dopo il ritiro dei soldati spagnoli delle spedizioni di Loaisa e Saavedra Ceron, infatti le fonti cominciano a parlarne a partire dall’epoca del governatore Antonio Galvão.

Dopo le distruzioni apportate dagli attacchi dei portoghesi, il re di Tidore non perse tempo e approntò attorno alla sua città importanti lavori di difesa. Attorno al 1536, la città di Tidore viene definita come ben fortificata con mura, bastioni, fossati e palizzate. Essa era situata lungo la spiaggia, dove erano alcuni bastioni ben guarniti di uomini e artiglieria.9 Nelle vicinanze della città, verso l’interno, era la fortezza del re situata sopra una roccia tagliata, a cui si poteva giungere lungo un sentiero stretto e ripido dopo una salita di più di una lega.10 La fortezza del re, viene descritta da Diogo do Couto come un ‘castello roqueiro arrezoado’ situato sulla cima di una montagna ad una certa distanza dalla città, ma che la dominava dall’alto.11 La fortezza, che secondo alcune testimonianze era giudicata inespugnabile, non era però così fortificata come poteva sembrare ad una prima superficiale osservazione, aveva pochi uomini a sua difesa e nessuna artiglieria. Antonio Galvão, il governatore portoghese di Ternate, che si apprestava a condurre una nuova spedizione punitiva contro il re di Tidore, decise infatti di attaccare per prima la fortezza pensando che una volta catturata, sarebbe stata facilmente presa anche la città. Galvão, dopo che alcune truppe portoghesi con una manovra diversiva avevano finto un tentativo di sbarco di fronte alla città, sbarcò alla testa di 120 soldati portoghesi nelle vicinanze della roccia dove era la fortezza e salì verso di essa per un sentiero lontano dalla città, ma l’effetto sorpresa non ebbe successo, infatti a circa mezza lega dalla fortezza i portoghesi ebbero un duro scontro contro un contingente di truppe nemiche guidate dal Cachil Dayalo, fortunatamente per i portoghesi, la battaglia terminò con la morte del Cachil Dayalo e con la vittoria dei portoghesi che inseguirono i nemici in fuga e entrarono nella fortezza. Il forte fu catturato e dato alle fiamme il 21 dicembre 1536, esso bruciò rapidamente essendo le case al suo interno tutte di legno e canne. Poi anche la città del Re fu completamente bruciata, le sue opere di difesa, bastioni e mura, furono smantellate, cosa che fu fatta con estrema perizia, richiedendo alcuni giorni di lavoro.12 Curioso da notare è l’accenno fatto da Galvão al fatto che i capi dell’isola di Tidore sapevano parlare bene portoghese, castigliano e basco.13 La conferma di questo ci viene anche da Castanheda che ci spiega come il re di Tidore allora diciassettenne, essendo cresciuto con gli spagnoli, conosceva bene il castigliano, il basco e il portoghese.14

Altre notizie sul forte del Re di Tidore si hanno con la spedizione di Villalobos, il re di Tidore nell’agosto 1545, per meglio difendersi dai nemici, fece costruire sulla cima di una collina una fortezza di pietra secca ‘… hizo fortalezer un peñol y ençima del hizo una fortaleza de piedra seca, para se recojer alli si neçessario fuese, …’.15 Come Diogo do Couto afferma, questa fortezza fu costruita nello stesso luogo dove era la precedente distrutta da Antonio Galvão, alla costruzione di questo forte parteciparono secondo Couto anche gli spagnoli della spedizione di Villalobos, il forte era ‘huma fortaleza de pedra ençosso’ situata su di un ‘padrasto, que ficava sobre as costas da cidade’. 16 L’esistenza di questa roccaforte nell’isola di Tidore evidentemente disturbava notevolmente i portoghesi che pretesero che venisse immediatamente smantellata. Nel 1551, dopo lunghe trattative fra il re di Tidore e Bernaldim de Sousa, la fortezza di Tidore fu finalmente fatta smantellare ‘acabou de por tudo por tera’.17 Negli anni succesivi, comunque i tidoresi ricostruirono la loro fortezza, perché all’epoca dell’attacco olandese a Tidore, nel 1605, le donne e i bambini della comunità portoghese residente a Tidore si rifugiarono nel forte del re di Tidore.

Una buona visione d’insieme della città di Tidore ci viene data dalla tavola XVIII pubblicata in “India Orientalis” pars VIII, Francofurti 1607. Questa veduta d’insieme della città di Tidore, ci è di grande aiuto per localizzare le difese della città anche durante il successivo periodo spagnolo. In essa è raffigurato l’attacco e la cattura del forte portoghese di Tidore da parte degli olandesi nel maggio 1605. All’estrema destra della tavola (cioè sul lato nord) è raffigurato il forte portoghese con la torre della polveriera in fiamme. Il forte ha una torre circolare sul lato sud della muraglia rivolta verso terra, mentre un altra torre circolare, quella della polveriera in fiamme, si trova lungo la muraglia nord, fu qui che i portoghesi tentarono la loro ultima disperata resistenza. Sul lato della muraglia rivolto verso il mare era una postazione d’artiglieria e una specie di bastione dove si concentrarono gli attacchi degli olandesi e dove la loro artiglieria era riuscita ad aprire una breccia. A sud accanto al forte è la chiesa dei gesuiti e poi il villaggio dei casados portoghesi. Al centro dell’immagine è la città del re con la moschea (il ‘Lugar Grande de el Rey’, come lo chiameranno poi gli spagnoli) e il palazzo reale, sullo sfondo della città è una collina con un villaggio fortificato, è questo il luogo dove il re ha il suo forte e dove le donne e i bambini dei portoghesi si rifugiarono al momento dell’attacco olandese.18 Una collina rotonda situata sul mare e che domina da sud la città del re è il luogo dove poi gli spagnoli costruiranno la loro più importante fortezza dell’isola: Tahula. Nell’immagine sulla punta ai piedi di questa collina sono montati alcuni pezzi d’artiglieria così come lungo la costa di fronte alla città del re, una di queste due postazioni di artiglieria potrebbe essere il luogo dove poi verrà eretto il cosiddetto baluardo del Principe. Oltre la collina, più a sinistra (cioè a sud della città) è un altro villaggio in fiamme, potrebbe essere Socanora.

Il rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matalief (1607), contiene un interessante descrizione delle fortificazioni spagnole della città di Tidore: la flotta olandese è ancorata davanti alla città di Tidore, sulla costa est dell’isola. Lungo la spiaggia gli spagnoli hanno un bastione di pietra le cui mura sono alte quanto un uomo, e lunghe alcuni colpi di moschetto (un colpo di moschetto corrisponde a circa 250 m.) nella direzione da nord a sud (questo bastione potrebbe essere il baluardo del Principe). Nella parte sud c’è una montagna di forma rotonda e di difficile accesso, in cima alla quale ci sono dei soldati spagnoli e tre cannoni (questa collina è quella dove negli anni successivi gli spagnoli erigeranno la fortezza di Tahula). Anche sul lato nord la città è protetta, infatti alla distanza di un grosso tiro di cannone (un tiro di cannone è approssimativamente tra 600 m. e 1000 m.) c’è il vecchio forte portoghese. Davanti alla città nel mare c’è una barriera corallina che può essere attraversata solo con l’alta marea, essa inizia da sud della città ed arriva fino al forte portoghese.19

Nel giugno 1608 gli olandesi, in previsione di un attacco da portarsi alla città di Tidore, effettuarono un sopralluogo a Tidore con una caracora e descrissero tra gli altri anche il forte del re di Tidore, esso viene descritto come un forte difficile da assediare con le loro armi, il re poteva disporre secondo il rapporto di circa 3000 uomini in armi.20 La difficoltà d’assedio molto probabilmente era dovuta al fatto che il forte del Re era situato internamente rispetto al mare per cui gli olandesi in caso d’assedio non potevano fare affidamento sulla superirità della potenza di fuoco delle loro navi. Altri successivi documenti fanno ancora accenni al forte del re di Tidore: la fortezza del re di Tidore, risulta essere molto fortificata, grazie alla sua posizione, ma possiede poca artiglieria: ‘…tres pesas de escolher e dez ou doze falcões…’. La fortezza era situata in un luogo molto alto e si trovava di fronte alla fortezza spagnola di Tahula. Le truppe a disposizione del re di Tidore erano composte da 4.000 uomini, di cui 2.000 moschettieri e 2.000 ‘…campilão carrasca…’.21 A conferma della mancanza di artiglieria nel forte, è la richiesta che il re di Tidore fece a Geronimo de Silva nel marzo 1613, nel momento più critico per Tidore durante l’anno dei grandi assalti olandesi, il re richiese infatti l’invio, di un pezzo d’artiglieria anche di piccolo calibro per il suo forte.22

Alcuni documenti ci indicano anche quello che era il nome del forte del re: nel novembre 1615 il re di Tidore richiese a D. Gerónimo de Silva un tagliapietre per rinnovare il baluardo del forte di Gomafo, perché si era inclinato per un lato.23 Che Gomafo fosse il nome con cui veniva chiamato il forte del re di Tidore è più chiaramente indicato in una lettera del governatore di Ternate Gerónimo de Silva in cui si narra di un episodio avvenuto nel 1616: il tradimento del principe di Tidore. Egli, per amore per la principessa di Jailolo, era fuggito dagli olandesi a Malayo, e sembra si fosse accordato con gli olandesi per consegnare loro il forte di Gomafo. Il principe poi tornato a Tidore tentò un colpo di mano occupando con una propria guarnigione il forte di suo padre di Gomafo, nel tentativo ruppe anche una cisterna d’acqua del forte. Dopo questo episodio gli spagnoli chiesero il permesso di poter mettere una guarnigione di soldati nel forte di Gomafo, ma la richiesta, nonostante il re fosse favorevole, portò ad una dura reazione dei tidoresi. Sembra che nessuna guarnigione spagnola venne posta nel forte. In quest’occasione, vista l’estrema insicurezza della situazione, venne offerta al vecchio re di Tidore, Cachil Mole, la possibilità di risiedere nel forte spagnolo di Tohula negli appartamenti del governatore.24 Nell’aprile 1616, un sergente olandese, Arnaut de Capeu, che era fuggito dalla fortezza di Malayo e si era rifugiato presso gli spagnoli, dichiarò fra l’altro che a Malayo correva voce che non appena altri rinforzi fossero giunti agli olandesi essi sarebbero stati spediti a Tidore a prendere quello che il principe aveva promesso al governatore Lorenzo Real, e cioè la sottomissione del regno di Tidore agli olandesi e le cessione della fortezza di Samafo (Gomafo), tutto questo in cambio della mano della regina di Jailolo di cui era perdutamente innamorato.25 Nonostante questi precedenti, il re di Tidore riuscì a mantenere il controllo sul forte e i tentativi olandesi vennero resi vani. Successivamente, nel 1618, a seguito degli intensi lavori di fortificazione portati avanti sia a Ternate che a Tidore da Lucas de Vergara Gaviria, tutta la città di Tidore fu cinta da solide mura.26 Nel 1634, il re di Tidore Cachil Varo (Naro), aveva come propria principale residenza il suo forte di Tidore, che, secondo Don Juan Cerazo de Salamanca, era di gran lunga il forte più importante dell’isola, più importante anche dei forti posseduti nell’isola dagli spagnoli, esso aveva sotto i suoi ordini una grande massa di soldati con oltre 2000 uomini che obbedivano al Re.27

Nel 1657, durante la ribellione dei tidoresi, il forte di Gomafo ricompare in alcuni documenti spagnoli, infatti il forte fu assediato dai ribelli per diversi mesi, come risulta chiaramente dal memoriale di Juan de Origuey: i nemici si trincerarono a un tiro di moschetto dalla fortezza di ‘Domafo’ (Gomafo) che era situata in una posizione molto strategica ‘por ser eminente alas de mas’ ed essendo la fortezza in questione in grave pericolo, gli spagnoli inviarono alcuni soldati fra cui Juan de Origuey a rinforzo dei difensori del forte, Origuey rimase a difesa del forte combattendo di giorno e di notte. Fece durante quest’assedio diverse sortite contro i nemici per procurasi cibo e difese anche il villaggio di ‘mori’ fedeli agli spagnoli ‘defendio el pueblo de los moros de nuestra parcialidad’ situato sotto il forte, dove gli spagnoli inviarono una truppa di fanteria come guarnigione del villaggio.28 Nel 1658, avendo il nemico abbandonato le trincee con cui assediava il forte, una truppa di soldati attaccò i nemici mettendoli in fuga. L’assedio durò quasi un anno e Origuey ci dice che gli spagnoli patirono la fame, dovendosi cibare di alberi e erbe silvestri, a causa di queste privazioni oltre 100 soldati passarono al nemico.29

Continua: Le difese della città del Re: Fuerte de los Portuguéses (Fortaleza dos Reis Magos)

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 AA. VV. “Correspondencia” 330, 374-375, 378

2 Pastells “Historia…” tomo VI, p. ccclxxxiv

3 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” (s’Gravenhage, 1886-1890-1895) vol. II, 382

4 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen…” vol. III, 382

5 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen…” vol. III, 400

6 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 39, p. 438; Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, 173; Diogo do Couto “Da Asia” (Lisbona, 1973) Decada IV, parte 1, 176-178

7 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 4, 567

8 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 57, p. 660 Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, 492

9 Antonio Galvão “História das Molucas” (Roma, 1971) 239, 247

Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147

10 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 157, 824

11 Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147

12 Galvão “História das Molucas” 245, 247-255; Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 158, 825-828; Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, pp. 803-805; Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147-153

13 Galvão “História das Molucas” 259

14 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 37, 625

15 “Relacion de Garcia de Escalante Alvarado” AGI: Patronato,23,R.10 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) 143-144

Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxvi

16 Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 2, 409

17Fr. Juan de Beira to Fr. Simão Rodrigues, Cochin 7 de Fevereiro de 1553” in: Jacobs, “Documenta Malucensia I, 1542-1577” 120

Gabriel Rebelo “Informaçam das cousas de Maluco” in: Artur Basilio de Sá “Documentação para a historia das missões do padroado português do Oriente. Insulindia” Vol. 6, 272-276

Couto “Da Asia” Decada VI, parte 2, 366-379

18 Sicuramente è la stessa collina dove il re di Tidore nell’agosto 1545, aveva fatto costruire una fortezza di pietra a secco.

19Rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matelief, 1607” In: Commelin “Begin ende voortgangh …” Vol. II, 63

Questo rapporto doveva essere sconosciuto all’ammiraglio Paulus van Caerden dal momento che in una lettera agli amministratori della VOC si lamenta delle scarse conoscenze che gli olandesi avevano dell’isola di Tidore, in modo particolare non avevano nessuna informazione delle difese della capitale dell’isola. Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610” In: de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II, 239

20Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: Opstall, M. E. “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” (‘s-Gravenhage, 1972) vol. II, 304

21Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…, Malaca, 28 novembre 1619” In: AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, 168

Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion… 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 288

22Carta que escribió el rey de Tidore á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore, 30 de marzo de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 93

23Tanto de carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore en 18 de noviembre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 330

24Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva de comun acuerdo y consejo de los capitanes, desde Tidore en 25 de junio de 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 374-375, 378

25 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III, 628-631 nota n°1 e 328-329

Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) ccclxxix-ccclxxxiv

Traslado de las declareciones de Arnaut Lapen, holandés huído de los corsarios ante el capitán Alonso Martín Quirante el 28 de abril de 1616: que los navíos holandeses llegados al Malayo eran seis, y que vinieron por el estrecho de Magallanes al mando del general Jorge de Espelbergue (sic). Manila, 10 de noviembre de 1616” in: “Informaciones sobre los corsarios holandeses, 1616[Probable]” AGI: Filipinas,37,N.19

26Carta de Manuel Ribeiro a Fajardo de Tenza sobre Terrenate, 10-08-1618” AGI: Filipinas,7,R.5,N.54

Pubblicata anche in: Jacobs, H.“Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n° 106, 375-378 e in Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 18, 137-140.

Traslado de una carta del rey de Tidore, al gobernador de Filipinas, comunicando lo que supone para estas islas la pérdida de la armada y pidiendo le envíen algunas galeras para no interrumpir la comunicación entre las islas del Maluco, Tidore 17 de mayo de 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” AGI: Filipinas,7,R.5,N.53

27Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 24, 330-334

28Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey” (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

29Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

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Marco Ramerini

I am passionate about history, especially the history of geographical explorations and colonialism.