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Colonialismo tedesco

Il Forte Tedesco Alte Feste a Windhoek, Namibia

La Germania imperiale è stata la prima potenza coloniale ad occupare il territorio dell’attuale Namibia. Nella capitale della Namibia, Windhoek, si trovano diversi edifici che riportano al passato coloniale della città. Uno di questi è il forte tedesco di Alte Feste. Questo forte fu fondato nel 1890 dal comandante tedesco Kurt von François, che il 18 ottobre di quell’anno posò la prima pietra di costruzione del forte. Questo edificio è perciò uno dei più vecchi edifici della città di Windhoek.

RESTI DI UN PASSATO COLONIALE

Il forte si trova alto su una collina che domina la zona centrale di Windhoek. Il forte – che ha una pianta rettangolare – misura 62 metri di lunghezza e 35 metri di larghezza. Agli angoli furono costruite quattro torri, le due torri sul muro orientale sono alte 9 metri, mentre le due torri sul muro occidentale misurano 6 metri d’altezza.

Il forte di Alte Feste durante l’epoca coloniale tedesca fu utilizzato come quartiere generale delle truppe coloniali tedesche (Schutztruppe). Ciò accadde fino al 1915, a partire da quell’anno, con la conquista della colonia tedesca da parte delle truppe sudafricane il forte divenne la base delle truppe sudafricane. Successivamente nel 1935 divenne un ostello per la Windhoek High School. L’edificio nel 1957 fu dichiarato monumento nazionale.

A partire dal 1962 l’edificio dell’antico forte tedesco ospita il museo statale storico. Questo è un museo polivalente, che racchiude informazioni sulla storia della Namibia dalle origini (arte dei san (boscimani)) fino al periodo coloniale e all’indipendenza. All’interno del museo sono esposti mobili, graffiti rupestri, strumenti musicali, ceramica, oggetti dell’epoca coloniale, cimeli e fotografie della lotta per l’indipendenza della Namibia.

Accanto al forte si trovava il monumento equestre chiamato Reiterdenkmal, eretto nel 1912, per commemorare i soldati tedeschi e i civili uccisi durante la rivolta delle popolazioni Nama e Herero. Queste rivolte sono avvenute a più riprese negli anni 1903-1907 e 1908. Oggi il monumento è stato smontato e si trova nel cortile del Forte tedesco di Alte Feste.

La Germania imperiale è stata la prima potenza coloniale ad occupare il territorio dell’attuale Namibia. Nella capitale della Namibia, Windhoek, si trovano diversi edifici che riportano al passato coloniale della città. Uno di questi è il forte tedesco di Alte Feste. Questo forte fu fondato nel 1890 dal comandante tedesco Kurt Von François, che il 18 ottobre di quell’anno posò la prima pietra di costruzione del forte. Questo edificio è perciò uno dei più vecchi edifici della città di Windhoek.

RESTI DI UN PASSATO COLONIALE

Il forte si trova alto su una collina che domina la zona centrale di Windhoek. Il forte – che ha una pianta rettangolare – misura 62 metri di lunghezza e 35 metri di larghezza. Agli angoli furono costruite quattro torri, le due torri sul muro orientale sono alte 9 metri, mentre le due torri sul muro occidentale misurano 6 metri d’altezza.

Il forte di Alte Feste durante l’epoca coloniale tedesca fu utilizzato come quartiere generale delle truppe coloniali tedesche (Schutztruppe). Ciò accadde fino al 1915, a partire da quell’anno, con la conquista della colonia tedesca da parte delle truppe sudafricane il forte divenne la base delle truppe sudafricane. Successivamente nel 1935 divenne un ostello per la Windhoek High School. L’edificio nel 1957 fu dichiarato monumento nazionale.

A partire dal 1962 l’edificio dell’antico forte tedesco ospita il museo statale storico. Questo è un museo polivalente, che racchiude informazioni sulla storia della Namibia dalle origini (arte dei san (boscimani)) fino al periodo coloniale e all’indipendenza. All’interno del museo sono esposti mobili, graffiti rupestri, strumenti musicali, ceramica, oggetti dell’epoca coloniale, cimeli e fotografie della lotta per l’indipendenza della Namibia.

Accanto al forte si trovava il monumento equestre chiamato Reiterdenkmal, eretto nel 1912, per commemorare i soldati tedeschi e i civili uccisi durante la rivolta delle popolazioni Nama e Herero. Queste rivolte sono avvenute a più riprese negli anni 1903-1907 e 1908. Oggi il monumento è stato smontato e si trova nel cortile del Forte tedesco di Alte Feste.

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Colonialismo spagnolo Indonesia Libri Molucche

Gli spagnoli nelle Molucche. La storia della presenza spagnola nelle Isole delle Spezie

Per chi desidera l’edizione cartacea delle mie ricerche: https://www.etabeta-ps.com/scheda-libro/marco-ramerini/gli-spagnoli-nelle-isole-molucche-979-12-5585-586-6-4439.html

Ho appena pubblicato il primo di due volumi sulla storia degli spagnoli nelle Isole Molucche. I libri contengono molto di ciò che ho scritto (e pubblicato su colonialvoyage) sull’argomento negli ultimi 25 anni.

Il libro è disponibile anche su Amazon.

Gli spagnoli nelle isole Molucche. Storia delle isole delle spezie.

Indice generale

GLI SPAGNOLI NELLE ISOLE MOLUCCHE 1

CAPITOLO PRIMO: I PRIMI CONTATTI DEGLI SPAGNOLI CON LE ISOLE MOLUCCHE 13

I CHIODI DI GAROFANO 13

ISOLE VULCANICHE 15

LA SITUAZIONE ALL’ARRIVO DEI PORTOGHESI 16

LA SPEDIZIONE DI MAGELLANO 19

LA SPEDIZIONE DI LOAISA 20

LA SPEDIZIONE DI VILLALOBOS 29

LE SPEDIZIONI SPAGNOLE DURANTE L’UNIONE DELLE CORONE DI SPAGNA E PORTOGALLO 31

CAPITOLO SECONDO: LA CONQUISTA DI TERNATE (1606) 35

LA PREPARAZIONE DELLA SPEDIZIONE DI D. PEDRO DE ACUÑA 35

LA CONQUISTA OLANDESE DI AMBON E TIDORE 40

LA COMPOSIZIONE DELLA FLOTTA DI D. PEDRO DE ACUÑA 42

LA TRAVERSATA E L’ARRIVO NELLE MOLUCCHE 46

ALCUNI OLANDESI SONO CATTURATI A TIDORE 47

L’ATTACCO SPAGNOLO A TERNATE 50

LO SBARCO A TERNATE 52

LA CONQUISTA DI TERNATE 53

LA FUGA DEL SULTANO DI TERNATE 58

LA RESA DEL SULTANO DI TERNATE 60

CAPITOLO TERZO: IL GOVERNO DI JUAN DE ESQUIVEL (Maggio 1606-Marzo 1609) 67

UNA CONQUISTA PRECARIA 67

NUOVE FORTIFICAZIONI A TERNATE E TIDORE 68

PROBLEMI CON I TERNATESI 71

IL RITORNO DEGLI OLANDESI 72

GLI ATTACCHI SPAGNOLI NELL’ISOLA DI HALMAHERA 73

SOTTOMISSIONE DEI RAPPRESENTATI DEL SULTANO DI TERNATE 77

LUIS VAEZ DE TORRES ARRIVA A TERNATE 78

IL PRIMO “SOCCORRO” DA MANILA 80

LE MOTIVAZIONI DEI RIBELLI SECONDO ESQUIVEL 82

IL BILANCIO DEL PRIMO ANNO DI CONTROLLO SPAGNOLO A TERNATE 84

IL RITORNO DEGLI OLANDESI E LA COSTRUZIONE DI UN FORTE A MALAYO 86

UNA DESCRIZIONE OLANDESE DELLA CITTÀ DI TIDORE 88

DAI DOCUMENTI SEMBRA CHE DA MANILA ARRIVINO ALTRI AIUTI 89

ARRIVANO GLI INGLESI 90

LA SITUAZIONE DELLE MISSIONI CRISTIANE NELLE MOLUCCHE 91

IL “SOCCORRO” DEL 1608 E LA FLOTTA OLANDESE DI VAN CAERDEN 94

L’ABORTITO ATTACCO OLANDESE A TIDORE 95

L’ATTACCO OLANDESE ALL’ISOLA DI MAQUIEN 97

L’ATTACCO SPAGNOLO A JAILOLO 99

I PIANI DI CONQUISTA DEGLI OLANDESI 100

CRITICHE AD ESQUIVEL 103

GLI ATTACCHI OLANDESI NELLA ZONA DI MORO E LA PRIMA CATTURA DI VAN CAERDEN 105

LE FORTEZZE OLANDESI NELLE MOLUCCHE 108

LA MORTE DI ESQUIVEL 110

CAPITOLO QUARTO: IL GOVERNO DI LUCAS VERGARA GABIRIA (che fa le funzioni) (Marzo 1609-Febbraio 1610) 111

I FATTI ACCADUTI NELL’ANNO DI GOVERNO DI VERGARA 113

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DI SAN PEDRO Y SAN PABLO DE DON GIL 114

FORTIFICAZIONI SPAGNOLE NELLE ALTRE ISOLE 116

UNA NUOVA FLOTTA OLANDESE 116

LA PRESA DI BACHAN DA PARTE DEGLI OLANDESI 117

LA SITUAZIONE ALLE MOLUCCHE NEL 1610 118

CAPITOLO QUINTO: IL GOVERNO DI CRISTÓBAL DE AZCUETA MENCHACA (che fa le funzioni) (Febbraio 1610-Marzo 1612) 122

L’ARRIVO DI CRISTÓBAL DE AZCUETA MENCHACA A TERNATE 122

LA LIBERAZIONE DI VAN CAERDEN 124

LA NUOVA CATTURA DI VAN CAERDEN 126

I FRANCESCANI NELLE MOLUCCHE 129

I GESUITI NELLE MOLUCCHE 130

LE FORTIFICAZIONI SPAGNOLE A TERNATE E TIDORE NEL 1610 132

LA SPEDIZIONE DI JUAN DE SILVA 133

IL VECCHIO SULTANO DI TERNATE PARTECIPA ALLA SPEDIZIONE 136

LA COSTRUZIONE DI UN FORTE SPAGNOLO A TOLOCO 139

L’ATTACCO A JAILOLO E SABUGO 142

I RISULTATI DELLA SPEDIZIONE DI DE SILVA 144

LA FLOTTA OLANDESE DI PIETER BOTH 146

UNA FATTORIA PER IL COMMERCIO DELLE SPEZIE 148

LA RIVALITÀ TRA SPAGNA E PORTOGALLO 148

CAPITOLO SESTO: IL GOVERNO DI D. JERÓNIMO DE SILVA (Marzo 1612-Aprile 1617) 151

L’ARRIVO DI D. JERÓNIMO DE SILVA A TERNATE 151

UNA BATTAGLIA NAVALE 154

GLI OLANDESI MANTENGONO IL CONTROLLO NAVALE 155

GLI INDIGENI CRISTIANI I “MERDICAS” 156

LA PRODUZIONE DEL CHIODO DI GAROFANO E GLI SPAGNOLI 157

LA SITUAZIONE ALLE MOLUCCHE NEL 1613 160

L’ATTACCO OLANDESE A MARIECO 163

UN NUOVO ATTACCO OLANDESE A TIDORE 168

L’ATTACCO AL FORTE DEI PORTOGHESI 169

LE ACCUSE A DE SILVA 170

L’ATTACCO OLANDESE ALLA CITTÀ DI TIDORE 172

GLI SPAGNOLI ABBANDONANO LE LORO FORTIFICAZIONI AD HALMAHERA 174

I SOCCORSI DEL 1613 , 1614 E 1615 176

LE FORZE IN CAMPO 183

LA SPEDIZIONE DI DON JUAN DE SILVA 184

DEFEZIONI NELLE FILE OLANDESI 188

LE ACCUSE A DE SILVA 191

CAPITOLO SETTIMO: IL GOVERNO DI LUCAS VERGARA GABIRIA, (Aprile 1617-Febbraio 1620) 196

L’ARRIVO DI LUCAS VERGARA GABIRIA A TERNATE 196

SPEDIZIONE SPAGNOLA A CELEBES (SULAWESI) 198

GLI OLANDESI IN DIFFICOLTÀ, MA GLI SPAGNOLI NON NE APPROFITTANO 198

LA SITUAZIONE DEGLI OLANDESI ALLE MOLUCCHE 199

SCARAMUCCE TRA SPAGNOLI E OLANDESI 203

VERGARA MIGLIORA LE FORTIFICAZIONI SPAGNOLE 204

I SOCCORSI DEL 1618 207

AGLI SPAGNOLI MANCANO LE GALEE, I VESTITI E IL CIBO, MA ANCHE GLI OLANDESI HANNO PROBLEMI 208

VERGARA CHIEDE DI RITIRARE PARTE DELLE GUARNIGIONI DA HALMAHERA 210

I FORTI SPAGNOLI ALLE MOLUCCHE NEL 1618 211

LE FORTEZZE OLANDESI ALLE MOLUCCHE 215

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DEL RUME A TIDORE 216

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DI SANTA LUCIA A TERNATE 217

LA DESCRIZIONE DI FR. GREGORIO DE S. ESTEBAN 218

LAMENTELE SUI GOVERNATORI SPAGNOLI DELLE MOLUCCHE 219

LETTERA DI VERGARA GAVIRIA SUI PRESIDI SPAGNOLI 222

CAPITOLO OTTAVO: IL GOVERNO DI D. LUIS DE BRACAMONTE, (Febbraio 1620-1623) 226

L’ARRIVO DI D. LUIS DE BRACAMONTE A TERNATE 226

IL COMMERCIO DELLE SPEZIE 227

LE TRUPPE SPAGNOLE NELLE ISOLE 229

INIZIALMENTE GLI OLANDESI NON SONO TROPPO INTERESSATI AD ELIMINARE LA PRESENZA SPAGNOLA DALLE ISOLE 231

SUCCESSIVAMENTE, A CAUSA DEL RIAVVICINAMENTO TRA TERNATE E GLI SPAGNOLI, GLI OLANDESI CAMBIANO ATTEGGIAMENTO 232

I FORTI DI JAILOLO E MANADOS SONO ABBANDONATI DAGLI SPAGNOLI 233

GLI OLANDESI ABBANDONANO IL FORTE DI MARIEKO A TIDORE 234

CAPITOLO NONO: IL GOVERNO DI PEDRO DE HEREDIA (Febbraio 1623-1636) 237

L’ARRIVO DI PEDRO DE HEREDIA A TERNATE 237

ARRIVA UNA GRANDE FLOTTA OLANDESE 239

GLI OLANDESI ABBANDONANO IL FORTE DI CALOMATA 241

LA SITUAZIONE DEI RELIGIOSI A TERNATE 243

IL “SOCCORRO” DEL 1627 244

IL “SOCCORRO” DEL 1629 246

LA SITUAZIONE TRA IL 1630 E IL 1632 247

RISCHIO DI AMMUTINAMENTO 250

L’ORGANIZZAZIONE DELLE TRUPPE SPAGNOLE ALLE MOLUCCHE 253

CAPITOLO DECIMO: IL GOVERNO DI PEDRO MUÑOZ DE CARMONA Y MENDIOLA (Marzo 1636-Gennaio 1640) 256

L’ARRIVO DI PEDRO MUÑOZ DE CARMONA Y MENDIOLA A TERNATE 256

IL COSTO DELLE GUARNIGIONI DELLE MOLUCCHE 256

UNO SCONTRO NAVALE CON GLI OLANDESI 258

ALLEANZA TRA TERNATE E TIDORE 262

CAPITOLO UNDICESIMO: GLI ULTIMI GOVERNATORI SPAGNOLI DI TERNATE (1640-1663) 264

D. FRANCISCO SUÁREZ DE FIGUEROA Y ACEVEDO, GENNAIO 1640-1642 264

D. PEDRO FERNÁDEZ DEL RIO (CHE FA LE FUNZIONI), 1642-1643 267

D. LORENZO DE OLASO ACHOTEGUI, 1643-1649(?) 270

D. PEDRO FERNÁDEZ DEL RIO (SECONDO TERMINE), 1649 (?) 273

D. FRANCISCO DE ESTEYBAR (CHE FA LE FUNZIONI), 1650 o 1652-1656 275

LE MISSIONI DEI GESUITI 280

DIEGO SARRIA LASCANO, 1656-1658 281

D. FRANCISCO DE ESTEYBAR (SECONDO TERMINE), 1658-1659 282

GLI ULTIMI GOVERNATORI SPAGNOLI 282

L’ABBANDONO DELLE MOLUCCHE 283

GLI SPAGNOLI NELL’ISOLA DI SIAU 290

I MARDICAS 292

ESTEBAN DE ALCÁZAR, UN SOLDATO AL SERVIZIO DEL RE DI SPAGNA IN EUROPA, ALLE FILIPPINE E ALLE MOLUCCHE 296

IN GIRO PER L’EUROPA 297

ARAGONA, ITALIA, FRANCIA 297

FIANDRE, FRISIA, GHELDRIA… 299

IL RITORNO IN SPAGNA 302

NELLE FILIPPINE E NELLE MOLUCCHE 304

LA PRESA DI TERNATE 304

LA PRIMA BATTAGLIA DI PLAYA HONDA 305

PERMANENZA A TERNATE 306

LE NOZZE E L’ENCOMIENDA NELLE FILIPPINE 312

IL “SOCORRO” A TERNATE 314

CONTRASTI CON DON JUAN DE SILVA 318

LA SECONDA BATTAGLIA DI PLAYA HONDA 321

GLI ULTIMI ANNI NELLE FILIPPINE 325

IN MESSICO 327

LA NOMINA A GOVERNATORE DI TERNATE 331

LA MOGLIE DI ESTEBAN DE ALCÁZAR: ISABEL DE ALVARADO BRACAMONTE 338

DON FERNANDO CENTENO MALDONADO: DA ALGERI, ALLE MOLUCCHE, ALLO YUCATAN 344

LE FALLITE SPEDIZIONI AD ALGERI 345

PRIMA SPEDIZIONE AD ALGERI 347

SECONDA SPEDIZIONE AD ALGERI 356

LE MOLUCCHE 358

LA PRESA DI TERNATE E LE MOLUCCHE 358

LA SPEDIZIONE A MALACCA 368

LE FILIPPINE 372

LO YUCATAN 377

PRIMO MANDATO DI GOVERNATORE 377

SECONDO MANDATO DI GOVERNATORE 382

LA VEDOVA DI MALDONADO: ISABEL DE CARABEO 384

LE TRE COMETE DEL 1618: UNA TESTIMONIANZA DALLE ISOLE DELLE SPEZIE, LE MOLUCCHE 391

LE COMETE VISTE DALLE ISOLE DELLE SPEZIE: LE MOLUCCHE 395

LA PRIMA COMETA 397

LA SECONDA COMETA 399

LA TERZA COMETA 400

BIBLIOGRAFIA 402

DOCUMENTI NON PUBBLICATI CONSULTATI 402

FONTI CONTEMPORANEE PUBBLICATE CONSULTATE: 426

RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE E MAPPE CONTEMPORANEE O QUASI CONTEMPORANEE 435

LIBRI E ARTICOLI CONSULTATI 439

RIVISTE 447

MAPPE 447

BIBLIOGRAFIE 448

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Colonialismo spagnolo Indonesia Libri Molucche

I forti spagnoli nelle Molucche. Ternate e Tidore: Le Isole delle Spezie

Per chi desidera l’edizione cartacea delle mie ricerche: https://www.etabeta-ps.com/scheda-libro/marco-ramerini/i-forti-spagnoli-nelle-isole-molucche-979-12-5585-552-1-4438.html

Ho appena pubblicato il secondo volume di due volumi sulla storia degli spagnoli nelle Isole Molucche. I libri contengono molto di ciò che ho scritto (e pubblicato su colonialvoyage) sull’argomento negli ultimi 25 anni.

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I forti spagnoli nelle isole Molucche. Ternate e Tidore: Le isole delle spezie.
I forti spagnoli nelle isole Molucche. Ternate e Tidore: Le isole delle spezie.

INDICE GENERALE
I FORTI SPAGNOLI A TIDORE…………………………………………..……5
I PRIMI CONTATTI DEGLI SPAGNOLI CON L’ISOLA DI TIDORE E IL PRIMO FORTE SPAGNOLO…………………………………………………………………………….…..8
GLI AVVENIMENTI SUCCESSIVI………………………………………..….22
I FORTI SPAGNOLI DELL’ISOLA DI TIDORE, 1606-1663……….32
DIFESE DELLA CITTA’ DEL RE…………………………………………….….57
Lugar Grande de el Rey (Soa Siu)………………………………………..58
Fuerte de los Portuguéses (Fortaleza dos Reis Magos)……….70
Tohula, Santiago de los Caballeros, Sanctiago de los Caualleros, Tahula, Taula, Thaula Olandese: Tahoela,
Tahoelo, Tahoele………………………………………………………….89
Sokanora, Socanora, Sokanosa, Saconora, Zoconora……….111
COSTA OCCIDENTALE E COSTA NORD DELL’ISOLA……………119
Marieco, Marieko, Marisco, Mariaco, Maxico el Grande……120
Marieco el Chico………………………………………………………………..137
Tomanira, Tomanyira, Tomañira, Tomarina, Tamarina, Tomanera , Tamañira…………………………………………………………………….………….139
Cubo, Sobo, Chobo, Chovo, Cobo, Tjobo, San(t) Joseph de Chouo………………………………………………………………………………….153
Rume, Rum, Rumen, El Rume, San Lucas de el Rume, San Lucas del Rumen……………………………………………………………………..……………..161
2
Puli Caballo: Sant Miguel de la isla de Puri Cauallo (Puli Cauallo) ………………………………………………………..………………………………………181
CAPITANI DI TIDORE (Fortezza di Santiago de los Caballeros) ………..…………………………………………………………………………………….187
LE FORTIFICAZIONI DI TERNATE……………………………………………213
GLI SPAGNOLI A TERNATE………………………………..…………………..217
LA CITTÀ SPAGNOLA DI TERNATE: CIUDAD DEL ROSARIO O GAMMALAMMA…………………………………………………..………………..221
TERNATE: IL FORTE SPAGNOLO SAN PEDRO………………………233
I FORTI PERIFERICI DEGLI SPAGNOLI ALLE ISOLE MOLUCCHE (1606-1677)……………………238
ISOLA DI HALMAHERA (Batachina)…………………………….241
San Juan de Tolo, Toló, Tollo………………………………………241
Sagugo, Sabugu, Sabugo, San Juan de Sabugo……………….246
Jailolo, Gilolo, Xilolo, Tirolo, Hilolo…………………………….250
Tafongo, Taffongo, Tanfongo………………………………………258
Payage, Payahi, Payay, Panai……………………………………….259
Aquilamo, Aquilamme, Aquilamma………………………………260
ISOLA DI MOROTAI…………………………………………………….262
Cawo, Chawo, Chava, Chavo, Sao………………………………..262
Mira………………………………………………………………………….263
ISOLA DI MARE (POTTEBAKER) ……………………………….265
3
ISOLA DI MOTEL (Moti, Motir)…………………………………….270
ISOLA DI MACHIAN (Maquién)…………………………………….271
Tafsó, Tafasoho, Taffaso……………………………………………..272
ISOLA DI BACAN………………………………………………………..274
Labuha, Labua……………………………………………………………274
ISOLA DI SANGI, SANGUIL…………………………………………276
Taruna………………………………………………………………………276
ISOLA DI SIAU…………………………………………………………….277
Kauhise, Caiuhice, Santa Rosa……………………………………..277
ISOLA DI SULAWESI (CELEBES)………………………………..279
Manados……………………………………………………………………279
Tomohon, Tomun……………………………………………………….280
Bohol, Bool……………………………………………………………….280

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Colonialismo olandese Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Esteban de Alcázar, un soldato al servizio del re di Spagna in Europa, alle Filippine e alle Molucche

Scritto da Marco Ramerini, 2021

La figura di Esteban de Alcázar, è quella di un classico soldato di Spagna degli anni a cavallo tra la fine del cinquecento e l’inizio del seicento. Nelle mie ricerche l’ho trovato nelle Molucche fin dalla conquista di Ternate nel 1606. In questo studio ho cercato di ricostruire i fatti salienti della sua vita. Negli archivi spagnoli ci sono alcuni documenti che lo riguardano, qui mi sono basato su quelli che sono disponibili online tramite l’ottimo servizio PARES – Portal de Archivos Españoles. In uno di questi, datato 1622 (AGI: “Méritos y servicios: Fernando de Ayala: Filipinas”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1622-07-23. Signatura: PATRONATO,53,R.25, foglio 31), viene indicato che ha 44 anni “y es de hedad de quarente y quatro anos poco mas o menos”, quindi presumibilmente Esteban de Alcázar è nato nel 1578. Questo porterebbe l’età dell’inizio della sua carriera militare, avvenuta nel 1592, a soli 14 anni.

IN GIRO PER L’EUROPA

ARAGONA, ITALIA, FRANCIA

Secondo il suo memoriale presentato nel 16171, Esteban de Alcázar iniziò a servire il re di Spagna nel 1592. In quest’anno cominciò il suo servizio nell’esercito del re di Spagna nella compagnia di Juan Pardo de Rivadeneira nella “jornada de Aragon”. Sono le cosiddette “Alteraciones de Aragón” che si ebbero tra il 1591 e il 1592. Sono questi gli eventi accaduti in Aragona durante il regno di Filippo II di Castiglia e I d’Aragona: Una serie di conflitti che sconvolsero il regno e culminarono nel confronto diretto tra le istituzioni aragonesi e il re.

Negli anni successivi inizia il peregrinare per l’Europa di Esteban de Alcázar. Inizialmente si era trasferito in Italia dove prestò servizio nel sito di “Vicaras”2 in Piemonte. Da qui era passato in Savoia e in Borgogna, dove si trovò nel sito di Besu3 e nello scontro con il re di Francia a “Fontana Francesa (1595) y Desguaso de Guy”4 e in tutte le altre occasioni che venivano offerte in quella guerra fino a che non fu fatta la pace tra la Francia e la Borgogna.5 La battaglia di Fontaine-Française, una cittadina della Borgogna situata a 35 km a nord-est di Digione, avvenne il 5 giugno 1595 tra le forze del re Enrico IV di Francia e le truppe del re di Spagna e della Lega cattolica comandata da Juan Fernández de Velasco e Carlo di Lorena, duca di Mayenne, durante l’ottava e ultima guerra (1585-1598) delle guerre di religione francesi. La battaglia si concluse con una vittoria del re di Francia che segnò la fine della Lega cattolica.

FIANDRE, FRISIA, GHELDRIA…

Passò quindi nelle Fiandre dove servì nella compagnia di Ynigo de Otaola. Poi fu riformato e partecipò all’assedio di Calais (1596) dove nella presa di uno dei quartieri in una scaramuccia fu ferito ad una coscia da un colpo di moschetto.6 L’assedio di Calais del 1596, ebbe luogo tra l’8 e il 24 aprile 1596, durante la guerra franco-spagnola (1595-1598). L’assedio terminò con la conquista della città, dopo un breve assedio da parte dell’esercito spagnolo delle Fiandre comandato dall’arciduca Alberto d’Austria, governatore generale dei Paesi Bassi spagnoli. Le truppe francesi asserragliate nella cittadella di Calais resistettero ancora per qualche giorno, ma il 24 aprile, le truppe spagnole guidate da Don Luis de Velasco y Velasco, conte di Salazar, assalirono e conquistarono la fortezza, ottenendo una vittoria completa.

In un altro assedio vincente da parte degli spagnoli, la presa di Huedenen o Huelt7 (la cittadina di Hulst), Esteban de Alcázar, mentre cercava di bloccare le truppe inviate in soccorso della città assediata fu ferito a un braccio.8 L’assedio di Hulst, una città della Zelandia situata a 25 km a ovest di Anversa, avvenne tra la metà di luglio e il 18 agosto 1596. Le truppe spagnole guidate dall’arciduca Alberto VII de Austria (1559 – 1621) dopo un breve assedio, conquistarono la città il 18 agosto 1596.

Nell’impresa di Amiens, Esteban de Alcázar fu uno dei primi che arrivarono alla porta della città e che entrarono all’interno delle mura. Per questo il re gli concesse “tres escudos de bentaja”. In questo caso ci si riferisce all’impresa fatta l’11 marzo 1597, quando gli spagnoli attaccarono di sorpresa la città sotto assedio: I soldati del conte Pedro Henriquez de Acevedo y Alvarez de Toledo conte di Fuentes, travestiti da contadini, si presentarono davanti alle porte delle mura con noci e mele. La gente affamata di Amiens aprì le porte e gli spagnoli entrarono e presero il controllo della città. Esteban de Alcázar servì in questa città durante tutto il successivo assedio posto alla città dal re di Francia, Enrico IV con l’assistenza delle truppe inglesi, un assedio che durò circa sei mesi. Esteban de Alcázar rimase a difendere la città fino alla definitiva resa al re di Francia. Il governatore spagnolo di Amiens si arrese il 25 settembre 1597.

Dopo questo evento si spostò in “Frisia” dove prese parte nella conquista di Rimberge (Rheinberg) e Dutcomen (Doetinchem) oltre ad altre battaglie nell’isola di Bombol (Bommelerwaard), dove partecipò alla costruzione del “Fuerte de San Andres”. 9

Quella che nei documenti viene indicata come la conquista di Rheinberg, che è una città nel Nord Reno-Westfalia, in Germania, probabilmente è la riconquista10 della città avvenuta nel 1598 ad opera delle truppe di Francisco Hurtado de Mendoza. Questo assedio si svolse dal 9 al 14 ottobre 1598, durante la Guerra degli Ottant’anni, e si concluse con la resa della città alle truppe spagnole. La presa di Doetinchem, una città olandese della Gheldria, avvenne l’8 novembre 1598.

Nell’aprile del 1599, l’esercito spagnolo, comandato da Francisco Hurtado de Mendoza, che occupava parte della Gheldria, ricevette l’ordine di organizzare un’offensiva contro Bommelerwaard, un distretto della Gheldria a nord di Den Bosch. Nel maggio 1599 gli spagnoli invasero l’isola di Bommelerwaard e misero sotto assedio la città di Zaltbommel. Il 13 giugno dopo che le truppe di Maurizio d’Orange cannoneggiarono intensamente il campo spagnolo, gli spagnoli furono costretti ad abbandonare l’assedio della città. L’esercito spagnolo però si spostò nella parte orientale dell’isola di Bommelerwaard dove iniziò la costruzione di una formidabile fortezza all’estremità orientale, di fronte all’isola di Voorn a ovest di Heerewaarden. Questo forte fu chiamato San Andres, ed è ai lavori per la costruzione di questo forte che prese parte anche il nostro Esteban de Alcázar.11

Cerchiato di rosso il forte spagnolo di San Andres. In giallo il più recente forte del 1810 (Nieuw Fort St. Andries). Da Google Maps.
Cerchiato di rosso il forte spagnolo di San Andres. In giallo il più recente forte del 1810 (Nieuw Fort St. Andries). Da Google Maps.

Il forte edificato nel 1599 dagli spagnoli aveva la forma di un pentagono, ed era strategicamente situato per controllare il fiume Waal, che scorreva a nord del forte, e il fiume Mosa (Maas), che scorreva a sud del forte. I cinque bastioni della fortezza furono chiamati dagli spagnoli: Austria, Burgau, Sassonia, Aragona e Velasco. All’interno del forte fu costruita anche una cappella. Il forte rimase in mano spagnola fino al maggio 1600. I pochi resti del forte (da non confondere con i resti del vicino e più recente (1810) Nieuw Fort St. Andries che si trova a 600 metri di distanza ed è molto più piccolo) sono ancora oggi visibili. Dalle immagini satellitari si apprezza chiaramente la forma dell’antico forte.

L'assedio del Forte San Andres nel 1600. In una stampa di Baudartius del 1651
L’assedio del Forte San Andres nel 1600. In una stampa di Baudartius del 1651

IL RITORNO IN SPAGNA

Dopo aver combattuto in lungo e in largo per l’Europa, Esteban de Alcázar ebbe licenza di ritornare in Spagna. Fu sergente maggiore e alfiere del capitano Juan de Peña Garay fino a che per ordine del re di Spagna la sua compagnia fu riformata. In altre occasioni fu al servizio di Don Juan de Beamonte y Navarra e “… por reformacion dejó La Gineta de sargento”.12 In una altro documento si chiarisce che servì come sergente del capitano Don Juan de Beamonte y Navarra nell’”Armada Real del mar Oceano”. Poi con i galeoni della “Armada Real della Guardia della Carrera de las Indias” fu alle Indie come sergente e alfiere del capitano Juan de Peña Garay, da qui poi passò alla Nuova Spagna. Nella Nuova Spagna, nel 1605, il viceré, il marchese de Montesclaros,13 lo nominò capitano di una delle compagnie che andavano alle isole Filippine per la “rrecuperacion de las fuerzas de Terrenate”.14 Servì con la sua compagnia fino alla Villa de Arevalo15 quando il governatore delle Filippine Don Pedro de Acuña lo riformò.

I luoghi in Europa dove Esteban de Alcázar ha servito il re di Spagna tra il 1592 e il 1599. Da Google Mymaps.
I luoghi in Europa dove Esteban de Alcázar ha servito il re di Spagna tra il 1592 e il 1599. Da Google Mymaps.

NELLE FILIPPINE E NELLE MOLUCCHE

Secondo quanto riferiscono alcuni documenti, probabilmente poco dopo essere arrivato nelle Filippine, Esteban de Alcázar deve aver avuto qualche problema con i suoi superiori perché viene imprigionato per ordine di Jhoan (Juan) de Esquivel, maestro di campo di fanteria spagnola dell’esercito che doveva aiutare Acuña nell’impresa di Ternate. Egli in un documento datato 26 novembre 1605, ci informa che il capitano Esteuan de Alcázar, uno dei capitani del tercio di Esquivel “esta preso por mi hordem y por esto y estar la dicha compania sin alferez (conuiene?) que aya persona que en el inter la gouerni” perciò nomina per il governo di questa compagnia ad interim l’alfiere Gregorio de Vidaña. Testimonia la stessa cosa anche Pedro de Acuña, governatore e capitano generale delle Filippine: “…estando presso el Capitan Esteuan de Alcázar sobre cierta caussa que contra el se hizo..” secondo la testimonianza di Acuña, Vidaña restò al governo della compagnia di Alcázar per più di tre mesi e mezzo.16

LA PRESA DI TERNATE

Alcázar nel 1606 partecipò alla conquista di Ternate senza incarico e a suo costo. Poi a causa della morte di Christoual de Leon, che era capitano dell’artiglieria, Esteban de Alcázar fu nominato al suo posto “por la mucha esperiencia que tenia dela guerra”, con questa carica servì “sin soldo” durante la conquista di Ternate, nella quale servì “con cuidado y diligencia” e “con entera satisfacion”. Poi tornò a Manila con il governatore Acuña.17

Dopo la morte di Acuña, durante il governo dell’Audiencia18, nel 1607, in seguito alla notizia che otto navi olandesi erano arrivate a Ternate, Alcázar fu inviato alle Molucche come capo della nave “almiranta” del “socorro” e capitano di fanteria. In questo caso nonostante il tentativo di due navi olandesi di catturare il “socorro”, gli spagnoli riuscirono a giungere a Ternate.19

LA PRIMA BATTAGLIA DI PLAYA HONDA

Alcázar ritornò poi a Manila dove partecipò, nel 1609, con la carica di sergente maggiore dell’armata del nuovo governatore Don Juan de Silva20 che combattè contro gli olandesi a Manila. Una flotta olandese comandata dal vice-ammiraglio François Wittert assediò Manila per cinque mesi, a partire dal 1609. Alcázar combatté con la flotta olandese anche nello scontro, conosciuto come Prima Battaglia di Playa Honda, che portò alla cattura di tre navi della flotta olandese. Furono catturate la nave “Capitana” e la nave “Almiranta”, mentre un altra nave fu bruciata.21 La prima battaglia navale di Playa Honda si svolse il 25 aprile 1610.22 e in due ore di combattimento gli spagnoli sbaragliarono la flotta olandese formata da 4 imbarcazioni, catturando le navi Amsterdam (700 tonnellate) e Valk (uno jacht di 140 tonnellate), mentre fu catturato e dato alle fiamme un altro jacht l’Arand anch’esso di 140 tonnellate.23 La quarta nave olandese fuggì al termine della battaglia. Gli spagnoli ebbero 153 morti e 70 feriti, mentre gli olandesi ebbero almeno 85 morti e 120 di loro furono fatti prigionieri dagli spagnoli. Oltre alle due navi gli spagnoli catturarono 70 cannoni, munizioni e mercanzia per un ricco valore. Nello scontro fu ucciso anche il comandante della flotta olandese l’ammiraglio François Wittert.

PERMANENZA A TERNATE

Nel 1611 ritornò a Ternate, a suo costo, assieme alla spedizione comandata da Juan de Silva. Riuscì ad entrare nel forte di Malayo con uno stratagemma in modo da avere l’occasione di poter vedere e studiare da vicino le difese approntate nel forte dagli olandesi. Fu infatti incaricato da Juan de Silva di consegnare una lettera agli olandesi nel forte di Malayo, dove veniva trattato il riscatto dei prigionieri catturati dagli spagnoli a Manila.24

Su decisione di Juan de Silva, fu ordinato ad Alcázar e a Pedro de Heredia, di portare a Jilolo il principe di Ternate, Cachil Siran. In questa occasione il villaggio di Xilolo si sottomise agli spagnoli soprattutto grazie alla presenza del principe di Ternate. Una volta occupato il posto di Jilolo, gli spagnoli vennero a sapere dagli abitanti di Jilolo che gli abitanti di Sabugo spesso facevano scorribande a Jilolo. In previsione di un assalto a questo villaggio, Alcázar assieme a Luca de Vergara Gabiria e Pedro Zapata, fu tra coloro che andarono a riconoscere la “boca del rio de Sagugo (Sabugo)”.25 Fu così deciso di assaltare Sabugo. A rinforzo delle forze spagnole giunse a Jilolo anche Fernado de Ayala con 50 uomini, l’assalto al villaggio fu fatto per via terra.26

In questo periodo rimase a Ternate dove servì il re di Spagna per tre anni a suo costo,27 fino al 1614. In queste isole, assieme al Principe di Tidore soccorse la nave “Santana” probabilmente la nave Santa Ana nave “almiranta” del “socorro” che arrivò a Ternate nei primi mesi del 1612. Questa nave era stata attaccata da un imbarcazione olandese, ma il pronto intervento degli spagnoli riuscì a salvarla dal nemico.28

Nel marzo 1612, si distinse nella cattura di una galera olandese (in realtà era una galera che gli olandesi avevano preso agli spagnoli: “hauiendo tomado el enemigo una galera nuestra y viniendo con ella a tomar otra frigata”)29 che aveva tentato di catturare una fregata spagnola ancorata sotto le mura della città di Ternate. Lo scontro fu contro il capitano ‘Escoto’ che era giunto con una galera ad attaccare una fregata e una nave nel porto di Ternate, e prima che 6 navi nemiche e 6 lance nemiche potessero soccorrere gli olandesi, Alcázar attaccò con una scialuppa la galera nemica, mentre un altro capitano (Juan Gutierrez Paramo) la attaccava con una “caracoa”, l’azione congiunta costrinse alla resa la nave olandese, nello scontro furono catturati 40 olandesi mentre più di 50 olandesi morirono. Con questa galera presa agli olandesi, successivamente gli spagnoli riuscirono a catturare la nave ‘Gouda’.30

Di questo episodio ci parla anche Gerónimo de Silva nella sua lettera a Don Juan de Silva del 2 maggio 1612: utilizzando una “caracoa y una chalupa” il capitano Juan Gutierrez Paramo e il sergente maggiore Esteban de Alcázar con alcuni soldati spagnoli attaccarono la galera olandese e davanti al porto della Ciudad de Rosario31 dopo più di due ore di combattimento riuscirono ad avere la meglio sui nemici uccidendo molti olandesi e catturandone 43.32

In un’altra sua lettera scritta a Don Juan de Silva il 14 ottobre 1612, Gerónimo de Silva accenna di nuovo a Esteban de Alcázar, questa volta nelle sue parole filtra un nota polemica sul carattere di Alcázar: “El capitan Alcázar está ahi muy bien, aunque estuviera mejor mas léjos, porque su modo é inquietud natural es muy dañoso, y asi no ahy que tratar de su venida aqui, dondesus cartas y relaciones no perdona á nadie de allá ni de acá que es lástima ver con el desenfrenamiento que sin Dios ni verdad se atreve á hablar”.33 Dalle sue parole è chiaro il caratteraccio di Alcázar che Gerónimo de Silva, tra le righe, rimanderebbe volentieri a Manila.

Dopo la presa di Marieco34 da parte degli olandesi, Alcázar ricevette l’ordine da Gerónimo de Silva (“conffiando en el valor y esperiencia del ssargento mayor”)35 di assistere il re di Tidore per consigliarlo nella difesa della sua terra. Per cui si recò a Tidore, dove i nemici (olandesi e ternatesi) stavano assediando l’isola con 14 navi e 60 (in altri documenti si indica 45) caracoras, e grazie ai suoi consigli gli olandesi non riuscirono nei loro intenti. Qui si fa riferimento agli avvenimenti accaduti a Tidore nel luglio 1613, nei quali gli olandesi con una grande armata attaccarono la città del re di Tidore riuscendo a conquistare il vecchio forte dei Portoghesi, ma fallendo nella conquista della città.36 Dopo un’aspra lotta il forte fu conquistato dagli olandesi, nello scontro morirono 46 soldati spagnoli.37

Vediamo riguardo a questo episodio e al ruolo di Esteban de Alcázar cos’altro ho trovato. Il 30 giugno 1613 Alcázar viene inviato dal re di Tidore a Ternate con una lettera per Gerónimo de Silva nella quale il re consiglia di smantellare il vecchio forte dei Portoghesi per essere “tan flaco por ser piedra sobre piedra”. Alcázar e anche il “contador” Gerónimo de Almansa nell’occasione sono inviati dal re di Tidore a Ternate per informare de Silva del brutto stato in cui si trova il vecchio forte dei Portoghesi.38 La risposta di de Silva arriva il giorno dopo, 1 luglio 1613, in questa corrispondenza, de Silva esprime il suo disappunto per la proposta di smantellare il vecchio forte dei Portoghesi, anzi ordina che tale forte sia rinforzato e fortificato da Don Fernando Becerra.39

Esteban de Alcázar rimase tre anni a proprio costo a Ternate, poi passò a Manila a dare notizia della situazione delle Molucche. Rimase a Ternate fino al 1614, quando su richiesta del governatore delle Filippine, Don Juan de Silva, ritornò a Manila. Don Juan de Silva richiamò a Manila Esteban de Alcázar per sincerarsi della reale situazione dei presidi spagnoli nelle Molucche.40 Il governatore delle Filippine Don Juan de Silva, che stava preparando una grande spedizione contro gli olandesi, nomina anche Alcázar nei suoi ordini a Gerónimo de Silva del 13 ottobre 1613. In questa lettera si ordina che Esteban de Alcázar dovrà partire con una galera il 15 marzo 1614 da Ternate assieme al capitano Tufiño e dirigersi all’isola di Siao, e li attendere gli ordini del governatore.41 In una successiva lettera scritta il 30 novembre 1613 si accenna ancora ad Alcázar, qui chiamato “Valcazar” in questi nuovi ordini viene cambiata la data di partenza. Alcázar dovrà partire da Ternate con una “fregatilla” il 1 febbraio 1614 seguendo la rotta Siao, Punta de Naso, Manila.42

Un’altra corrispondenza di Don Juan de Silva a Gerónimo de Silva, datata 30 aprile 1614, ci conferma che Esteban de Alcázar era arrivato a Manila dove aveva informato il governatore della situazione delle Molucche e delle forze olandesi li presenti.43

LE NOZZE E L’ENCOMIENDA NELLE FILIPPINE

Nel 1614, dopo aver fatto ritorno a Manila, Alcázar si sposò con Dona Isabel de Alvarado Bracamonte, sorella del “licenciado” don Juan de Albarado Bracamonte, “fiscal” dell’ “Audiencia” di Manila. A seguito di queste imprese, e in occasione del suo matrimonio, il sergente maggiore Esteban de Alcázar ricevette, da Don Juan de Silva, il 2 agosto 1614, un “encomienda” della metà dei tributi dei villaggi di Hagonoy e Calompit. L’altra metà dell’encomienda venne assegnata a Don Fernando Centeno Maldonado44, che lo stesso giorno si era sposato con doña Maria de Alvarado, sorella della moglie di Esteban de Alcázar. Di entrambi i matrimoni fu padrino Don Juan de Silva, che ci spiega che dette ad entrambi questa encomienda di 2000 indios, che è situata a 4 leghe da Manila, di modo che i due siano premiati per le loro imprese e che si sentano obbligati a fare il loro dovere. Al termine dello stesso documento Juan de Silva propone per Alcázar la posizione di capo della galere di Ternate “…y el tiempo que ahí estuviere el sargento mayor Alcázar podrá ser cabo de las galeras, ó el capitan don Diego de Quiñones, entre tanto que se viene; y entónces pondrà Vmd. en ella la persona que le pareciere segun lo que en esta parte tengo dicho”.45

Come abbiamo visto, nell’agosto del 161446 Alcázar ricevette dal governatore delle Filippine Juan de Silva l’encomienda dei villaggi di Hagonoy e Calompit. Tale encomienda fu confermata dal re di Spagna con la Real Cedula del 25 ottobre 1616.47 Questa encomienda era stata del capitano e sergente maggiore Juan de Morones e poi alla sua morte era passata a sua moglie dona Ana de Monterrey (che in seguito si era risposata), ma adesso essendo morta anche lei, l’encomienda era rimasta libera.48 I due villaggi di Hagonoy e Calompit si trovano a circa 40 km a nord-ovest in linea d’aria da Manila nella cosiddetta provincia de La Pampanga, a est del fiume omonimo. L’encomienda viene concessa da Don Juan de Silva anche perché “…esperamos continuareis al dicho Real servicio metiendo el socorro que de pressente se esta aprestando para las diches furcas de Terrenate que os hémos encargado de que su Magestad se dara por muy servido”.49

IL “SOCORRO” A TERNATE

Infatti sempre nello stesso anno (1614), su incarico di Don Juan de Silva,50 Alcázar ritornò a Ternate a capo della flotta di soccorso, che era composta da “dos galeras, tres pataches y una fregata” e tre compagnie di fanteria (un altro documento parla di due navi, una ‘urca’, una fregata, due galere e 3 compagnie di fanteria),51 riuscendo a giungere a Ternate nonostante gli olandesi avessero tentato di bloccare il soccorso con 13 navi da guerra. Questo soccorso fu molto importante per Ternate, infatti gli spagnoli precedentemente avevano perso un soccorso e la metà di un altro.52 I due soccorsi andati dispersi erano quelli comandati da Don Fernando de Ayala e da Don Pedro Tellez.53

Questo “socorro” partì dalla provincia di Oton nell’ottobre 161454, infatti in una lettera scritta a Gerónimo de Silva del 20 settembre 1614, Don Juan de Silva, ci informa che il “socorro que sale á el presente, me pareció encargarlo á el capitan y sargento mayor Esteban de Alcázar, ansi por ser soldado y tener pràtica en navegaciones, y de buena resolucion, come por estar obligado por muchos caminos á hacer el deber”55 Don Gerónimo de Silva nella sua lettera a Don Juan de Silva del 12 dicembre 1614, ci informa che il “socorro” giunse a Ternate “…á los 9 del pasado” e fu così grande la contentezza e il sollievo che portò agli spagnoli asserragliati nei presidi delle Molucche. Il “socorro” guidato da Alcázar riuscì a passare dalla Punta de Iloilo otto giorni prima che arrivasse lì l’armata olandese, e questo fu grazie alla “…buena solicitud que puso en el viaje”.56 Esteban de Alcázar dichiara che questo incarico gli fu dato dal governatore dopo soli 40 giorni che si era sposato “casado” con Dona Isabel de Alvarado Bracamonte seconda sorella del licenciado Don Juan de Alvarado Bracamonte.57 Egli nonostante questo accettò il rischio della missione che gli aveva ordinato Don Juan de Silva, cioè di portare il soccorso a Ternate che era in grave pericolo. Se non fosse riuscito nella sua impresa certamente Ternate e gli altri presidi delle Molucche sarebbero state perse per la Spagna. Inoltre il tutto lo fece a suo costo, senza una paga, non accettando l’incarico di capo del “soccorro”, questo come vedremo qui sotto viene confermato anche da Juan de Silva.58

La spedizione salpò nell’ottobre 1614 (secondo le istruzioni il giorno della partenza doveva essere il 4 di ottobre), raggiunse Cebu, dove il padre Colin ci narra di un curioso episodio: Qui mancando un cappellano per l’armata e avendolo chiesto al rettore del collegio che rispose negativamente, il comandante della spedizione Esteban de Alcazar, indicato come “soldado antiguo”, praticamente “rapì” il padre gesuita Pedro Martinez, che era salito a bordo di una galera per confessare i soldati, facendo improvvisamente salpare l’imbarcazione con il gesuita a bordo. Nel viaggio di andata per Ternate impiegarono solo 14 giorni, mentre nel viaggio di ritorno impiegarono 64 giorni, in totale il viaggio durò 5 mesi.59

Riguardo Esteban de Alcázar in una lettera del 14 novembre 1614, Don Juan de Silva scrive che nel 1611 si era offerto di partecipare a suo costo alla spedizione organizzata da de Silva a Ternate, il governatore conferma che successivamente, Alcázar era rimasto a servire a Ternate per tre anni senza paga. Inoltre nell’ultimo “socorro” de Silva lo aveva nominato a capo del “socorro” con lo stipendio di 60 pesos al mese, ma Alcázar volle andare senza stipendio e a suo costo “… considerando las necesidades de la real caxa de que yo hice particular estimacion”.60

Alle fine del 1614 (14 novembre 1614) Juan de Silva esprime un ottimo parere su Esteban de Alcázar: “y por ser …. de talento, capacidad, platica y esperiencia en las cossas de la guerra”. In relazione all’ultimo soccorso a Ternate, Juan de Silva in questo documento ci indica che il soccorso era partito nell’ottobre 1614 dalla provincia di Oton. Per tale compito il governatore aveva nominato Alcázar perché era necessaria l’esperienza e la “buena resolucion de su persona”. Il governatore fu anche impressionato dal fatto che Alcázar volle partire senza nessuno stipendio, nonostante il governatore gli avesse prospettato l’incarico di capo a 60 pesos al mese. Al termine dello stesso documento de Silva scrive che Alcázar merita “la onrra y mrd que fuere servido hacerle ocupandole en officios y puestos de guerra de que me prometo dare toda buena quenta”.61

CONTRASTI CON DON JUAN DE SILVA

Il 3 luglio 1615 Esteban de Alcázar presenta una “peticon” all’Audiencia di Manila in cui costatando la morte di Juan Xuarez Gallinato, maestro di campo di Manila, richiede come premio per i suoi servizi tale incarico.62 L’Audiencia di Manila esprime parere favorevole in particolare Andrés de Alcaraz e Juan Manuel de la Vega raccomandano Esteban de Alcázar, come maestro di campo con 3.000 pesos di tributi. Questa raccomandazione però non viene firmata dal presidente dell’Audiencia, il licenciado Luis Ortiz de Padilla, perché aveva già raccomandato qualcun altro per quella posizione. Inoltre il governatore delle Filippine Juan de Silva, invia una lettera (datata 5 agosto 1615) contro la raccomandazione formulata dall’Audiencia per Esteban de Alcázar per mancanza di merito. Secondo Juan de Silva, infatti, la concessione dell’encomienda è già abbastanza in relazione ai meriti e servizi che ha svolto. Concedergli anche la carica di maestro di campo “seria cossa monstruossa y que aqui caussaria grande espanto y novedad”…”porque no tiene subjeto ni parte para tan grande puesto ni para otros muy menores”. Per questo incarico il governatore propone Don Gerónimo de Silva (parente del governatore governatore delle Filippine), attuale governatore di Ternate.63 Considerando il carattere di Alcázar, che traspare dai documenti consultati, una lettera del genere da parte del governatore delle Filippine deve aver provocato in lui grande risentimento. Questo spiega ampiamente gli avvenimenti successivi.

C’è un interessante documento che riguarda una causa tra Alcázar e il governatore delle Filippine Don Juan de Silva. Secondo quanto ho potuto ricostruire riguarda il mancato servizio militare di Alcázar durante la spedizione organizzata da de Silva a Malacca. A causa di ciò Alcázar fu imprigionato. Nella causa si trovarono da una parte Esteban de Alcázar, “encomendero de esta ciudad” e dall’altra “el licenciado Don R.o Goncelz de la Barra.da abogado de la dicha Real Audiencia”. Alcázar aveva presentato alla Audiencia una richiesta davanti a (Gaspar Aluarado?) che aveva l’incarico di rappresentare il governatore delle Filippine Don Juan de Silva. Alcázar afferma che non era un “soldado de soldo del presidio” della Filippine, ma era un abitante e encomendero di Manila ed era sposato con dona Ysabel de Albarado Bracamonte e perciò non poteva il governatore imprigionarlo come capitano generale perché non ne aveva la giurisdizione per poterlo fare, non essendo “soldado de soldo” in conformità alla Real Cédula del 17 novembre 1607. Il governatore non poteva giuridicamente fare quello che aveva fatto, non avendo motivo contro di lui, cioè metterlo in prigione. Alcázar chiede giustizia.64

Il (23?) gennaio 1616 Don Juan de Silva risponde alla causa fatta da Alcázar, sembra che Alcázar secondo la sua versione sia fuggito alla chiamata nel porto di Cavite, de Silva infatti stava partendo per la sua spedizione a Malacca e aveva chiamato a raccolta tutti i soldati disponibili. Evidentemente il governatore considerava Alcázar un soldato, ma lui non si considerava più un soldato, ma un cittadino di Manila, sposato e con encomienda. Il 21 dicembre 1615 fu pubblicato un bando in cui il 31 dicembre tutti “los apersebitos” dovevano presentarsi nel porto di Cavite, “pena de caer […] en malasso” e uno “de los apersebitos” fu il sergente maggiore Esteban de Alcázar. Egli fu perseguito come trasgressore del bando, con la sua fuga fu da mal esempio anche ad altri. Con l’abbandono del servizio per il re da parte di Alcázar, de Silva aveva dichiarato libera la metà dell’encomienda di Hagonoy e Calompit che possedeva Alcázar. Secondo de Silva, Alcázar è incorso nella pena di “malcasso y perdimento” viene anche reso pubblico il bando della sua pena. In data 11 maggio 1616 si presentano da una parte Esteban de Alcázar “vizino de esta ciudad”, e dall’altra il “fiscal” di Manila “el licenciado Don R.o Goncalez de la Barrera”, in questa data la causa viene dichiarata nulla e a Alcázar viene restituita la sua encomienda della metà di Hagonoy e Calompit con tutti i beni e i frutti che teneva prima del suo imprigionamento. Viene anche ordinato di ripristinare la buona fama che teneva Alcázar rendendo pubblica la sua assoluzione. Il governatore Don Juan de Silva era infatti morto a Malacca il 19 aprile 1616 e aveva lasciato un testamento con una clausola nella quale indica che le cause che aveva aperto contro “diferentes personas” siano perdonate tutte perché Dio mi perdoni dei miei peccati. La causa in questione viene chiusa definitivamente il 12 agosto 1620.65

LA SECONDA BATTAGLIA DI PLAYA HONDA

Successivamente, essendo “Alcalde ordinario”,66 combatté nelle Filippine contro gli olandesi a suo costo, in quest’occasione partecipò portando una barca (champan) di provviste per lui e i suoi compagni. Nel primo giorno di battaglia, nello scontro, si bruciò il viso, le mani e le gambe. Il secondo giorno di battaglia ebbe a suo carico la “proa” fino a che gli spagnoli riuscirono ad affondare la nave “capitana” nemica. Nello scontro gli spagnoli bruciarono altre due navi olandesi, mentre le altre navi nemiche fuggirono.67 Questa battaglia navale è con tutta probabilità la cosiddetta seconda battaglia di Playa Honda. Lo scontro avvenne il 14 e il 15 aprile 1617 tra la squadra navale spagnola comandata da Don Juan Ronquillo e composta da 7 “galeones” e 3 galee. La nave “capitana”, dove era imbarcato Don Juan Ronquillo, era la “San Salvador” ed aveva a bordo 46 pezzi d’artiglieria e 250 soldati. Il galeone “San Marcos” comandato da Don Juan de la Vega con 42 pezzi d’artiglieria e 164 soldati. Il galeone “San Juan Baptista” comandato da Pedro de Heredia con 32 pezzi d’artiglieria e 146 soldati. Il galeone “San Miguel” comandato da Rodrigo Agillestigi con 31 pezzi d’artiglieria e 138 soldati. Il galeone “San Felipe” comandato da Sebastian de Madrid, con 27 pezzi d’artiglieria e 111 soldati. Il galeone “Nuestra Señora de Guadalupe” comandato da Juán Baptista de Molina, con 24 pezzi d’artiglieria e 146 soldati. Il galeone “San Lorenço” comandato da Juán de Azeuvdo con 22 pezzi d’artiglieria e 44 soldati. Il generale delle 3 galee era Alonso Enriquez, le altre due galee erano comandate dal capitano Don Diego de Quiñones e dal sergente maggiore Don Pedro Tellez. Infine c’era un “pataque” del capitano portoghese Andres Coello.68

Secondo la “Relacion…” di Manuel de Madrid la flotta olandese era formata da 14 “galeones gruessos” (mentre secondo altri testi le navi olandesi erano 10)69 e varie altre navi, lance e imbarcazioni più piccole, al comando della flotta era l’ammiraglio olandese Joris van Spilbergen.

Il primo giorno ci fu solo una piccola scaramuccia tra le navi olandesi e la nave capitana spagnola. Il giorno successivo si svolse il vero e proprio scontro navale, nel quale gli olandesi furono nettamente battuti: nello scontro persero la loro nave ammiraglia la “Grote Zon”70 chiamata nei testi spagnoli “Sol de Holanda” una nave da 600 tonnellate. La “Grote Aeolus”71 un’imbarcazione da 320 tonnellate scoppiò e affondò durante la battaglia. Una terza nave olandese, la “Ter Veere”72 di 700 tonnellate fu bruciata. Le altre navi olandesi si diedero alla fuga. Gli spagnoli nello scontro persero solo il galeone “San Marcos”, probabilmente per imperizia del proprio comandante. Nonostante la vittoria buona parte della flotta spagnola subì gravi danni.73

Nell’ottobre 1617 Alcázar presentò una petizione con la quale richiede una rendita di 4.000 pesos e un governo nella Nuova Spagna. In questo documento si trova il suo Memoriale che elenca i suoi servizi, in particolare quelli eseguiti a Ternate. Tale documentazione è accompagnata da una “Lettera di Juan de Silva che raccomanda Esteban de Alcázar”, datata Manila, 14 novembre 1614. Ci sono poi le informazioni ufficiali sui meriti e sui servizi di Esteban de Alcázar (3 agosto 1615) e infine il “Riepilogo dei servizi di Esteban de Alcázar”.74 In questo documento ai testimoni vengono poste 15 domande. Tra i testimoni troviamo il capitano Pedro de Hermua, il capitano Francisco de Romanico, il capitano Don Juan de Salaçar (Salazar), il capitano Don P. Manuel (de Bracamonte), (l’alfiere Juan de Conbria?), l’alfiere Juan Montero Criado. Una certificazione del Generale Gallinato, una certificazione di Don Pedro de Acuna. L’audizione nell’Audiencia di Manila del capitano. Tra le altre testimonianze ci sono anche quelle del principe di Tidore, Cachil Mayo, del re di Tidore, Cachil Mole, di Geronimo de Silva e Geronimo de Almansa.

GLI ULTIMI ANNI NELLE FILIPPINE

Successivamente l’Audiencia incaricò Esteban de Alcázar di costruire il galeone “San Andres”, egli riuscì a costruirlo in soli quattro mesi. Gli fu dato l’incarico di capo di sei provincie. Venne nominato, da don Alonso Fajardo de Tenza, “alcayde del parian de los Sangleys” “dio residencia del dicho oficio, y fue declarado por buen juez, y merecedor de mayores mercedes.”.75 I Sangleyes erano gli abitanti di discendenza mista cinese e filippina delle Filippine. Nel 1581 il governatore Gonzalo Ronquillo de Peñalosa (1580-1583) formò a Manila un quartiere (Alcaicería) in cui vivevano e commerciavano i cinesi. Questo quartiere cinese, fin dall’inizio fu conosciuto con il nome di Parián, cioè il mercato della seta, e in esso i Sangley avevano le loro case e botteghe, per le quali pagavano un affitto al “cabildo” di Manila.76

Nel 1620 Esteban de Alcázar fu incaricato di fare il viaggio dalle Filippine alla Nuova Spagna come “almirante” delle navi, con il titolo che al ritorno fosse nominato generale. Durante il viaggio di andata ebbe molte tormente e uragani “En el viage tuuo muchas tormentas de huracanes continuos, y sin arbol mayor, y mesana, y medio trinquete, auiendo estado çoçobrado, y con diez palmos de agua sobre la carlinga, bolbiò la nao a salvamiento a Manila, y dio residencia, y no resultò cargo contra el” ma, nonostante tutto, riuscì a riportare la nave sana e salva a Manila.77

Nel 1623 erano 33 anni che Esteban de Alcázar serviva il Re e gli fu dato licenza di venire in Spagna. Infatti il 19 luglio 1623 ebbe, dal governatore delle Filippine, la licenza di quattro anni per tornare in Spagna. Nel testo manoscritto viene aggiunto che l’Audiencia di Manila ha dato parere che gli si faccia la misericordia del titolo di Maestro di Campo del quelle isole o di “tresmiles tributos en indios”.78 Lo scopo della sua licenza era il perorare un premio per i suoi anni di servizio per il re, la licenza gli fu data per 4 anni con la “retención” della metà dei tributi che godeva dall’encomienda dei villaggi di Hagonoy e Calompit.79

IN MESSICO

Nell’aprile 1626 da Barcellona una Real Cédula prorogò di un anno il tempo per rimanere in questi regni (Nuova Spagna) concesso dal governatore delle Filippine.80

Nel 1627, nella sua “Petición”, Esteban de Alcázar richiede una licenza per altri due anni per disporre dei beni che ha in Messico con una dichiarazione di continuare a godere dell’encomienda nelle isole Filippine e una licenza per portare con sé tutte le persone che ha portato. In questo documento dichiara che la licenza l’aveva ricevuta dal governatore delle Filippine Don Alonso Fajardo de Tenza, la prima licenza aveva quattro anni di durata. Nel 1626 aveva ricevuto una proroga di un anno. Alcázar si lamenta che non ha avuto risposta alle sue numerose richieste di benefici per i servizi che ha reso al re. Perciò chiede altri due anni di licenza.81

L’anno successivo nel maggio 1627 da Aranjuez un’altra Real Cédula prorogò questa volta di due anni il tempo per rimanere in Nuova Spagna.82 Nel giugno 1627 il sergente maggiore Esteban de Alcázar richiede una carta di raccomandazione in modo che il viceré della Nuova Spagna e il governatore delle Filippine gli facciano misericordia secondo i suoi servizi.83

Le tante richieste presentate al re portano infine i loro frutti, nel giugno 1627 il re invia infatti una Real Cédula al marchese de Cerralbo, vicerè della Nuova Spagna, nella quale raccomanda Esteban de Alcázar.84 La stessa raccomandazione viene fatta con un’altra Real Cédula a Don Juan Niño de Távora, governatore delle Filippine.85

A fine giugno 1627 c’è un fascicolo informativo “Expediente de información y licencia de pasajero” dove Esteban de Alcázar chiede la licenza di passeggero per tornare alle Filippine, assieme al il suo servitore Esteban Lento (Lonto).86

Nel luglio 1629 con una Real Cédula fu esteso il permesso di Esteban de Alcázar di assentarsi dalle Filippine per occuparsi dei suoi affari.87 Ma la sua permanenza in Messico si deve essere protratta oltre i termini stabiliti dal re. Già nel novembre 1629 viene emessa da Madrid un’altra Real Cédula indirizzata proprio a Esteban de Alcázar, residente in Messico. In tale cedula viene indicato che al termine della licenza che ha per vivere fuori dalle Filippine, se non torna a vivere in quelle isole, siano rispettate le leggi che riguardano gli encomenderos che non risiedono nelle loro encomiendas, considerandole come vacanti.88 Perciò il re minaccia di togliergli l’encomienda.

Alla fine di settembre 1629, Esteban de Alcázar richiede un certificato di spiegazioni e presenta un “Memorial” nel quale richiede l’invio di una nuova “cédula” in cui è inserita quella già consegnata, chiedendo quali “cédulas” devono essere eseguite se dopo otto anni non ritornasse a risiedere più nelle Filippine. In questo documento Alcázar dichiara di trovarsi “en poca salud no sabe si podra bolver a resider”. Sembra che la richiesta non abbia successo, infatti al termine del documento è aggiunto: “Que se declara que se executan las cedulas de su Mag.d. Que hablan contra los encomenderos que no residen ni hazen vezindad en sus encomiendas…”.89

Una nuova “Real cédula” viene emessa nel maggio 1630, in questo documento si proroga di un altro anno la licenza per stare lontano dalle Filippine, nel documento Esteban de Alcázar viene autorizzato a riscuotere ciò che la sua encomienda avrebbe reso.90

Ricapitolando: Alcázar prima ottenne 4 anni di licenza, poi un prolungamento della licenza per altri 3 anni. Ma nonostante tutti questi anni non ricevette nessuna misericordia “…y hallandose muy alcanzado y gastado, y qui no tenia con que sustentarse mas en esta corte se bolbio a embarcar para Filipinas, y en ellas sirvir a V. Mag.d. Y esperar que le hiciesse merced equivalente a sus servicios, y viendo que se le acabava la prorrogacion que V. Mag.d. le auia mandado dar, pidio el ano passado a V. Mag.d. Le hiciesse merced de mandarle prorrogar la licencia que tenia por un ano mas para poder residir en Mexico, y recoger la hazienda que tiene en aquella ciudad, la qual licencia, y prorrogacion le se concedio en 20 de Julio del ano passado la qual no se le ha podido remitir ni otros papeles que espera para el despacho de sus negocios en Mexico, por no hauer hauido flota ni navios de auiso”. In quest’occasione chiede un altro anno di estensione della licenza per risiedere ancora nella Città del Messico “dentro el qual tiempo podrò concluir sus negocios”.91

Nel giugno 1634 un ulteriore “Real Cédula” viene inviata a Sebastián Hurtado de Corcuera, governatore delle Filippine, informandolo della licenza concessa a Esteban de Alcázar, che prolunga di due anni quella che aveva per risiedere a Città del Messico, nonostante fosse un encomendero nelle Filippine.92

In vista di un mancato ritorno di Alcázar nelle Filippine e della successiva perdita dell’encomienda cominciano ad arrivare richieste da più parti di sostituirlo in quell’encomienda. A fine agosto 1634 il capitano Luis Alonso de Roa, residente a Manila, figlio di Pelayo Hernández, sposato con María Arias Girón, figlia del capitano Rodrigo Arias, chiede l’”alcaldía mayor” di Tondo e l’encomienda che rimarrà vuota quando il generale Esteban de Alcázar partirà per la Spagna.93

LA NOMINA A GOVERNATORE DI TERNATE

Nell’archivio delle Indie di Siviglia c’è il documento, una Real Provisión, di nomina a governatore di Ternate di Esteban de Alcázar, si tratta del “Provvedimento reale che nomina il capitano e sergente maggiore Esteban de Alcázar “alcaide” di Ternate e governatore di quel presidio, per un periodo di otto anni e in sostituzione di Pedro de Heredia. Il documento è fatto in Madrid ed è datato 20 giugno 1634. A quell’epoca Esteban de Alcázar si trovava in Nuova Spagna (Messico).94

Da quello che succede dopo sembra che Esteban de Alcázar non sia così convinto di passare altri otto anni della sua vita nelle isole Molucche. Infatti dopo la sua nomina datata giugno 1634, ci sono altri due documenti che affrontano la questione: si tratta di due “Real Cédula”, scritte a Madrid il 3 ottobre del 1634. Il primo documento è indirizzato al maestro di campo Pedro de Heredia, alcaide della fortezza di Ternate e governatore di detto presidio. Nel documento Heredia viene informato che Francisco Suárez de Figueroa y Acevedo è stato nominato per ricoprire la posizione di governatore ad interim nel caso che Esteban de Alcázar, che era stato nominato per questo posto, non lo accetti.95 Il secondo documento è indirizzato al governatore delle Filippine, Sebastián Hurtado de Corcuera. In questo caso il Re ordina, che, nel caso in cui Esteban de Alcázar non voglia accettare la posizione di alcaide e di governatore della fortezza di Ternate, per la quale è stato nominato, sia al suo posto nominato ad interim Francisco Suárez de Figueroa y Acevedo.96

Un anno e quattro mesi dopo la questione non sembra ancora definita. Infatti ci sono altri due documenti, scritti entrambi a Madrid e datati 22 gennaio 1636, che autorizzano Esteban de Alcázar a tornare in Spagna nel caso in cui rinunci al governo di Ternate. Il primo documento che è indirizzato al Marchese di Cadereyta, viceré della Nuova Spagna, ci informa che Esteban de Alcázar è residente in Messico, ma è titolare di un “encomienda” nelle Filippine. Il Re accorda ad Alcázar la licenza di venire in Spagna, nel caso in cui non accetti la carica di alcaide e governatore della fortezza di Ternate. Mentre se la accetta deve trasferirsi immediatamente a Ternate.97 Il secondo documento è la Real Cédula che concede licenza a Esteban de Alcázar, residente in Messico ed encomendero nelle Filippine, affinché possa venire in Spagna per un periodo di due anni, prolungando così i quattro anni precedentemente concessi. Anche qui viene ribadito che se decide di andare in Spagna, deve lasciare dapprima il suo incarico di alcalde e governatore della fortezza Ternate.98

Da questi documenti traspare una grande indecisione da parte di Esteban de Alcázar sul da farsi. Il destino, come vedremo qui sotto, però sceglierà per lui, e non sarà nessuna delle due cose prospettate.

Nell’Archivo Histórico Nacional c’è un ultimo interessante documento, datato 14 gennaio 1636, si tratta di una lettera del generale Esteban de Alcázar che racconta la sua permanenza a San Cristóbal, una località situata a circa 20 km in linea d’aria da Città del Messico, perché ferito alla mano. “Y lunes 14 del corriente, saluendo de la Venta de Carpio99 Camino de Otumba100 se parò frontero del coche un conejo e me aper para tirarle y me revento el cañón y llevo el dedo [pulgrorro (?)] y me a lastimado la mano en tal manera que me fue forçoso bolber atras, y en este pueblo de San Christóbal101. E alle un cirujano que me curo y dixo que para reparar mayor daño conuenia no pasar de aqui donde estoy aguardando a Villa Viciosa para que me bea y [sicomucene (?)] boluer a la ciudad o si estando aqui tres o quatro dias podre yr enprosegucion de mi viaje doy aviso a […] para que siendo servido mande lo que pare acerca [….] que se Haga [….] S. Xristoual 14 de Enero de 1636.”.102 Purtroppo dal documento non si riesce a capire se il viaggio intrapreso fosse un semplice viaggio nei dintorni di Città del Messico oppure avesse deciso di recarsi al porto di Veracruz per imbarcarsi per la Spagna.

Questa ferita, causata dallo scoppio dell’arma usata per sparare ad un coniglio, sarà con tutta probabilità la causa della sua morte avvenuta, solo due settimane dopo questo banale incidente. Esteban de Alcázar sopravvissuto a decenni di battaglie in ogni angolo dell’impero spagnolo morirà probabilmente a causa di un’infezione causata da questo banale incidente. Infatti Esteban de Alcázar muore, secondo il certificato di morte indicato nel “Boletim da Filmoteca Ultramarina Portuguesa”, il 28 gennaio 1636.103 Se, come abbiamo visto all’inizio di questo studio, il 1578 è veramente l’anno della sua nascita, Esteban de Alcázar muore all’età di 58 anni.

Nell’Archivio delle Indie di Siviglia esiste anche un documento che riguarda l’attestazione della morte del generale Esteban de Alcázar (“Certificación del fallecimiento del general Esteban de Alcázar”. In: AGI: “Petición de Juan Grau sobre nuevo gobernador para Terrenate”. Signatura: FILIPINAS,27,N.222. Fecha creación: 1637-03-16. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,27,N.222.). In questo documento si viene a sapere che Alcázar è morto il 28 gennaio 1636 nel villaggio di “San Xptoual de Ecatepeque”. Il documento in questione ci informa che il generale è morto mentre “estando en el pueblo de San Xptoual de Ecatepeque en las cassas de la comunidad del dicho pueblo, vide muerto naturalmente aloque parecio ael general Esteban de Alcázar que conoci en vida”. Il suo corpo fu sepolto “en el convento e yglesia del dicho pueblo de la horden de señor San Francisco”. Nel documento si aggiunge che”y para que dello conste die el presente en el pueblo de San Xptoual de Ecatepeque (destanuz ?) va España a veinte y ocho dias del mes de henero de mill y seicientos y trienta y seis anos”.

Dopo la notizia della sua morte, nel settembre 1636, il generale Diego de Ascueta y Menchaca, figlio del generale e maestro di campo Cristóbal de Azcueta y Menchaca, chiede che gli sia concessa la grazia di concedergli il governo di Terrenate, che è vacante a causa della morte del generale Esteban de Alcázar.104 L’anno successivo alla morte di Alcázar, nel marzo 1637, il procuratore generale delle Filippine, Juan Grau y Monfalcón, scrive un memoriale in cui chiede che a causa della morte del generale Esteban de Alcázar, sia nominata un’altra persona per l’incarico di governatore di Ternate. Il procuratore chiede che sia nominato un governatore esperto in questioni militari, come lo era il maestro di campo Pedro de Heredia, che ha governato quelle forze fino ad ora e grazie a lui sono state mantenute. Questo documento è accompagnato anche dalla “Certificación del fallecimiento del general Esteban de Alcázar”, documento di cui ho parlato poco sopra.105

Dopo la sua morte tra i documenti che lo riguardano c’è anche una richiesta da parte di Gaspar del Hierro, marito di Juana de Alcázar Tello, entrambi residenti nella città di Murcia, eredi del generale Esteban de Alcázar, che chiedono l’invio “de la ordinaria de difuntos” affinché i beni di detto generale siano inviati in Spagna. Juana de Alcázar Tello è l’unica sorella legittima di Esteban de Alcázar. Questo è il testo del documento da come l’ho potuto leggere: “Gaspar del Hierro marido y conjunta [person (?)] de dona Juana de Alcázar Tello de la ciudad de Murcia herederos con beneficio de [vivente (?)] de Esteban de Alcázar hermano [legítimo (?)] de la dicha Dona Juana sin hauer otro que lo sea. Dicen que dicho [General] Esteban de Alcázar viniendo de Filipinas para estos reynos murio en la Nueva Espana en un lugar tres o quatros [legoes (?)] de la Ciudad de Mexico [dexando por sus albauas(?)] a Pedro de Soto [……?] ya Dona Isabel de Alvarado Bracamonte su mujer del dicho Esteban de Alcázar, el qual no dexo otros hjos ni erederos [mas forçosos (?)] que la dicha Dona Juana y para [recoxer (?)] su hazier [lastando (?)] hazer que se traiga a estos reinos. Suppl.a V. Mg. se sirua demandar se le de la ordinaria de difuntos para el [inz (?)] dellos remita la [haz.da (?)] y bienes del dicho general Esteban de Alcázar [aestos reynois (?)] enello reciuerà merced”.106

LA MOGLIE DI ESTEBAN DE ALCÁZAR: ISABEL DE ALVARADO BRACAMONTE

I successivi documenti presenti nell’Archivio delle Indie di Siviglia riguardano sua moglie vedova, Isabel de Alvarado, che richiede di mantenere i diritti sull’encomienda nelle Filippine.

Come abbiamo visto Dona Isabel de Alvarado Bracamonte, è la sorella del “licenciado” don Juan de Alvarado Bracamonte, “fiscal” dell’ “Audiencia” di Manila, che successivamente diventerà “oidor” di Panamá. La sua famiglia era originaria di Jerez de la Frontera (Cadice). I suoi genitori erano Luis Sáez de Alvarado Bracamonte y de Inés de Salazar, che nell’aprile 1607 erano già morti.107 Isabel de Alvarado giunse a Manila nel 1609 assieme alla sorella Maria de Alvarado e al fratello Juan de Alvarado Bracamonte che era stato nominato “fiscal de la Audiencia de Manila”, assieme a loro arrivò anche una lunga pletora di servi “criados”.108 Juan de Alvarado Bracamonte fu rimosso dal suo posto di “fiscal” nelle Filippine e inviato come “ouidor” a Panamà per aver proceduto nel suo ufficio con scandalo, passione e avidità. Anche le sue due sorelle sembrano coinvolte in queste accuse. Una “Real Cédula” del febbraio 1619 cita le due sorelle indicando che Juan de Alvarado Bracamonte, ha sposato le sue sorelle e si è relazionato con persone che avevano interessi nelle Filippine e si era relazionato con persone interessate a cause di giustizia.109

Ma torniamo agli avvenimenti successivi alla morte di Esteban de Alcázar. Nel memoriale del maggio 1637 Isabel de Alvarado richiese l’estensione della licenza per l’encomienda nelle Filippine dal momento che lei si trova in Nuova Spagna, dove è anche morto suo marito. Il valore dell’encomienda è di 600 tributi, ed Isabel è disposta a pagare 500 pesos per prorogare la licenza. Nel documento si dichiara “vidua e pobre” e impossibilitata di tornare nelle Filippine. Il re concede la grazia a Isabel sulla base dei 500 pesos proposti, ma Juan Grau y Monfalcón nell’aprile 1637 informa che l’encomienda aveva un valore maggiore per cui al termine del procedimento Isabel de Alvarado deve pagare 800 pesos.110

Nel luglio 1637 il “Consejo de Indias” propone che Isabel de Alvarado, vedova di Esteban del Alcázar, riceva i diritti per godere della sua encomienda nelle Filippine mentre viveva in Messico, mettendo al suo posto uno scudiero e pagando 800 pesos. La proposta viene accettata.111

Il re, nel dicembre 1637, con “Real Cédula” concede ad Isabel de Alvarado, vedova di Esteban de Alcázar, di poter godere per la sua vita dell’encomienda, in cui è succeduta al marito nelle Filippine, situata nei villaggi di Calumpit e Hagonoy. La concessione le viene data anche se è residente fuori dalle isole, purché in tale incarico metta uno scudiero “…que cumpla con las obligaciones de vecindad”.112

L’encomienda di Esteban de Alcázar succede in “segunda vida” alla sua vedova Isabel de Alvarado, nel febbraio 1638 Antonio Sánchez e Juan de Salinas, della “Contaduría del Consejo”, mandano un avviso a Juan Bautista Uberoga in modo che il dispaccio (per godersi l’encomienda mettendo uno scudiero) che deve essere dato a Isabel de Alvarado, vedova di Esteban de Alcázar, non si fermi.113

La moglie, Isabel de Alvarado, successivamente si risposerà con Bernabé Domínguez Abarca.114 Non ho trovato la data del matrimonio tra i documenti scannerizzati disponibili su PARES. Ma ci sono documenti dell’ottobre 1639 in cui risultano già sposati, quindi è certo che la donna si sia risposata prima di questa data.

Il secondo marito di Isabel de Alvarado, Bernabé Domínguez Abarca (che in alcuni documenti è erroneamente chiamato Bartolomé) era nipote di uno dei “conquistadores” della Nuova Spagna. Aveva servito in vari incarichi il re. Ma non aveva “otra cossa con que se sustentar” per cui chiedeva misericordia al re che confermasse anche a lui, alle stesse condizioni della moglie, in caso lei fosse morta prima di lui, l’encomienda nelle Filippine pagando 500 pesos. La richiesta fu accolta, nell’ottobre 1639, accettando il pagamento dei 500 pesos proposti.115

Don Bernabé Domínguez era figlio legittimo di Alonso Domínguez “regidor” di Città del Messico e di Dona Geronima Osorio sua legittima moglie, e nipote per via paterna di Alonso Domínguez, uno dei primi coloni di Città del Messico e pronipote (“biznieto”) di Bartolomé Gonzales e quarto nipote (“quarto nieto”) di Juan (Imli?) uno dei primi conquistadores che vennero in Nuova Spagna con il “Marqués del Valle” Don Fernando Cortes e servirono il re di Spagna nella compagnia di Panfilio de Narvaez, andarono con le loro armi, servi e cavalli tutto a loro costo.116 Bernabé Domínguez Abarca risulta essere stato “correxidor” del pueblo di Yaguelica. Fu poi “alcaide mayor del pueblo y parrido degua y Acocotla”117

Dalla richiesta della coppia scaturisce una “Real Cédula” del luglio 1641 in cui il re concede a Bernabé Domínguez Abarca, residente nella Nuova Spagna, l’encomienda nelle Filippine nel caso la moglie muoia prima di lui.118

Sempre sullo stesso argomento c’è una petizione, datata maggio 1642, di Domínguez Abarca sulle encomiendas di Isabel de Alvarado. Da quanto si può leggere Bernabé Domínguez Abarca chiede che l’encomienda, che era stata posta nella Corona Reale, gli sia restituita e che possa godersela nel caso in cui sua moglie muoia anche se risiede fuori dalle Filippine, poiché ha pagato per questa misericordia. Sembra infatti che “La persona que tenia su poder da las dichas encomiendas, no lo quiso obedecer y por no cumplir la dicha mer.d. Que V. Mag.d. le hauia hecho respondio por su decreto de veinte y uno de Abril de seicentos y quarenta ala peticion que se le presento que dichas encomiendas estauan ya metidas en la Corona Real”. In questo documento si viene anche a sapere che il re ha concesso a Bernabé Domínguez Abarca, secondo marito di Isabel de Alvarado, la grazia di godersi l’encomienda di sua moglie quando lei morirà, nonostante viva fuori dalle Filippine.119

Nel 1642, una “Real Cédula” viene inviata al presidente e agli “oidores” dell’Audiencia di Manila, affinché rispettino le “cédulas” in cui il re ha concesso a Isabel de Alvarado di godere per la vita dell’encomienda che ha nelle Filippine mentre risiede fuori dalle isole. Nello stesso documento viene concesso a Bartolomé Domínguez, secondo marito di Isabel de Alvarado, che se lei muore prima di lui, può godere allo stesso modo di questa encomienda per la sua vita, mettendo uno scudiero.120

Riguardo al passaggio dell’encomienda al secondo marito di Isabel de Alvarado ci sono altri tre documenti tutti datati 1 febbraio 1653. Il primo è una Real Cédula indirizzata a Juan de Bolívar y Cruz, procuratore (fiscal) del tribunale di Manila, sulla riscossione dei proventi degli effetti di Bartolomé Domínguez Abarca.121 Il secondo documento è una registrazione (asiento) dell’invio della stessa Real Cédula descritta sopra al “presidente y oidores de la Audiencia de Manila”122 e il terzo documento è la registrazione (asiento) della stessa Real Cédula agli “oficiales de la Real Hacienda de Filipinas”.123

NOTE

1 Memorial del capitán y sargento mayor Esteban de Alcázar, haciendo relación de sus servicios, especialmente los desempeñados en Terrenate. Pide que se le haga merced de 4.000 pesos de renta y un gobierno en Nueva España. AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

2 Potrebbe essere la località di Vicara accanto a Rosignano Monferrato, quest’ultimo viene chiamato la “sentinella di Casale” per la sua posizione strategica. Indicato anche come “bicaras” e poi stampato come “Vicaras” in: AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81. Mentre viene indicato come “Vicarral” in: AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

3 Località della Contea di Borgogna, potrebbe essere la cittadina, situata lungo il Reno, di Breisach oggi in Germania. Indicato come “Besu” in: AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81. Mentre viene indicato come “Bisri” o “Bisu” in: AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

4 Di questa località non ho, al momento, trovato il nome attuale, però potrebbe essere la cittadina di Arc-lès-Gray oppure la stessa Gray, entrambe località a meno di 20 km a sud-est di Fontaine-Française. Indicato come “Desguaso de Guy” o “Disguaso de Grey” in: AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

5 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

6 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

7 Indicato anche come “Huelt” e “Hulst” in: AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

8 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

9 Quest’isola nei documenti viene chiamata anche “Vonvol”. AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

10 Rheinberg era stata presa agli spagnoli da Maurizio di Nassau il 20 agosto 1597.

11 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

12 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

13 Juan de Mendoza y Luna, terzo marchese di Montesclaros (gennaio 1571 – 9 ottobre 1628), decimo viceré della Nuova Spagna. Governò la Nuova Spagna dal 27 ottobre 1603 al 2 luglio 1607. Successivamente fu viceré del Perù, dal 21 dicembre 1607 al 18 dicembre 1615.

14 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81. Vedi anche AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

15 Arévalo de Iloílo, una città filippina situata sull’isola di Panay.

16 AGI: “Confirmación de encomienda de Albay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Albay y Canaman en Camarines y Catanduanes, a Gregorio de Vidaña. Resuelto, [f] 1620-10-21” FILIPINAS,47,N.38. Blocco 2, Foglio 12, 13.

17 AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1615-08-07. Signatura: FILIPINAS,20,R.9,N.57. Vedi anche la “Certificaccion del General Gallinato” fogli 42-43 e quella di “Don Pedro de Acuña” fogli 43-45. in AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50. Per la conquista spagnola di Ternate vedi: Marco Ramerini “Gli spagnoli nelle isole Molucche, 1606-1663/1671-1677” pag. 20-34.

18 Cioè durante il governo di Cristóbal Téllez de Almanza, fu il primo governatore generale delle Filippine della Real Audiencia di Manila. Téllez fu governatore ad interim delle Filippine tra il giugno 1606 e il giugno 1608.

19 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

20 Juan de Silva fu il 14° Governatore Generale delle Filippine, rimase in carica tra l’aprile 1609 e il 19 aprile 1616, data della sua morte a Malacca.

21 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

22 La data dello scontro in alcuni testi è indicata essere il 24 aprile in altri il 25 aprile, in alcuni testi olandesi il 23 aprile.

23 J.R. Bruijn, F.S. Gaastra, I. Schöffer “Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries” Vol. 2 pag. 24-25.

24 Probabilmente gli olandesi catturati nella prima battaglia di Playa Honda.

25 AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1615-08-07. Signatura: FILIPINAS,20,R.9,N.57

26 AGI: “Méritos y servicios:Fernando de Ayala: Filipinas. Información de los méritos y servicios del general don Fernando de Ayala. Pasó a las islas Filipinas en 1620 con un navío que se envió desde Nueva España; también obtuvo y desempeñó muchos cargos y comisiones, se halló en la conquista de Terrenate e Ilolo. Manila, 23 de julio de 1622. [c] 1622-07-23” PATRONATO,53,R.25 fogli 27-28. Il parere di: Esteuan de Alcazar si trova nei fogli 26-31.

27 AGI: “Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1630. Signatura: INDIFERENTE,2077,N.212

28 AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1615-08-07. Signatura: FILIPINAS,20,R.9,N.57

29 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

30 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

31 La Ciudad del Rosario era la cittadina che gli spagnoli avevano costruito nella parte meridionale dell’isola di Ternate. Per una descrizione di questa città vedi: Marco Ramerini “The Spanish town of Ternate: Ciudad del Rosario or Gammalamma” https://www.colonialvoyage.com/spanish-town-ternate-ciudad-del-rosario-gammalamma/

32 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 19-20

33 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 68

34 Marieco nell’isola di Tidore fu conquistata dagli olandesi nel febbraio 1613. Vedi: Marco Ramerini “Gli spagnoli nelle isole Molucche, 1606-1663/1671-1677” pag. 91-92

35 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

36 Per una descrizione dettagliata di questi episodi vedi Marco Ramerini “Gli spagnoli nelle isole Molucche, 1606-1663/1671-1677” pag. 94-97

37 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

38 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 134

39 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 135

40 Colin – Pastells “Labor evangélica: Ministerios apostolicos de los obreros de la Compañía de Jesús en las Islas Filipinas” 1902, pag. 289

41 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 172

42 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 182

43 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 201

44 Per quanto riguarda la storia della vita di Fernando Centeno Maldonado vedi: Marco Ramerini “Don Fernando Centeno Maldonado: da Algeri, alle Molucche, allo Yucatan” 2021 pubblicato anche in www.colonialvoyage.com

45 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 255-264

46 Il documento riporta la data del 2 agosto 1614 con la firma di Juan de Silva. Poi nell’aggiunta viene indicata la data del 24 luglio 1615. All’inizio viene riportato il 7 giugno 1616 come data della conferma dell’encomienda. AGI: “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1616-10-21. Signatura: FILIPINAS,47,N.5.

47 AGI: “Confirmación de encomienda a Esteban de Alcázar” Signatura: INDIFERENTE,450,L.A4,F.222-222V. Fecha creación: 1616-10-25 , Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//INDIFERENTE,450,L.A4,F.222-222V

48 AGI: “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1616-10-21. Signatura: FILIPINAS,47,N.5.

49 AGI: “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1616-10-21. Signatura: FILIPINAS,47,N.5.

50 Riceve l’incarico il 16 settembre 1614 vedi foglio 55 di: AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

51 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

52 Colin – Pastells “Labor evangélica: Ministerios apostolicos de los obreros de la Compañía de Jesús en las Islas Filipinas” 1902, pag. 289

53 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

54 In questo documento è chiaramente scritto che il “socorro” era partito nel mese di ottobre 1614: “Carta de Juan de Silva recomendando a Esteban de Alcázar. Manila, 14 de noviembre de 1614”. (Cat. 9264) in: AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

55 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 254

56 “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 274-275

57 AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1615-08-07. Signatura: FILIPINAS,20,R.9,N.57. AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

58 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

59 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 328-329

60 Colin – Pastells “Labor evangélica: Ministerios apostolicos de los obreros de la Compañía de Jesús en las Islas Filipinas” 1902, pag. 289-290

61 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

62 Colin – Pastells “Labor evangélica: Ministerios apostolicos de los obreros de la Compañía de Jesús en las Islas Filipinas” 1902, pag. 291

63 AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1615-08-07. Signatura: FILIPINAS,20,R.9,N.57

64 “Testimonio de la causa que trató en la Audiencia el sargento mayor Esteban de Alcazar, contra el fiscal para que se declarase nulo lo actuado contra su persona y bienes por el gobernador Juan de Silva, por no haber ido a servir a su majestad y ser restituido en su encomienda. Manila, 12 de agosto 1620”. AGI: “Testimonios de autos que se envían”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1619-06-12. Signatura: FILIPINAS,7,R.5,N.59. La causa di Esteban de Alcázar è nel blocco 5.

65 “Testimonio de la causa que trató en la Audiencia el sargento mayor Esteban de Alcazar, contra el fiscal para que se declarase nulo lo actuado contra su persona y bienes por el gobernador Juan de Silva, por no haber ido a servir a su majestad y ser restituido en su encomienda. Manila, 12 de agosto 1620”. AGI: “Testimonios de autos que se envían”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1619-06-12. Signatura: FILIPINAS,7,R.5,N.59. La causa di Esteban de Alcázar è nel blocco 5.

66 Probabilmente è in questo periodo che fu nominato “alcayde del parian de los Sangleys”, riguardo a questo vedi più avanti nel testo. AGI: “Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1630. Signatura: INDIFERENTE,2077,N.212

67 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

68 Manuel de Madrid “Relacion verdadera de la gran vitoria que el Armada Española de la China tuuo contra los olandeses piratas, que andauan en aquellos mares, y de como le tomaron y echaron a fondo doze galeones gruessos, y mataron gran numero de gente: dase cuenta de las naos, y numero de gente que lleuaua cada armada, y nombres de los capitanes della / todo sacado de vna carta que de el Puerto de Acapulco” 1618. Questo documento è scritto dal fratello di Sebastian de Madrid, comandante del galeone “San Felipe”, che fu ucciso nella battaglia. Manuel de Madrid era “ouidor” cioè giudice di Manila.

69 Cesáreo Fernández Duro “Historia de la Armada Española desde la unión de los reinos de Catilla y de Aragón” Tomo 3 (1556-1621), pag. 409-410

70 J.R. Bruijn, F.S. Gaastra, I. Schöffer “Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries” Vol. 2 pag. 34-35.

71 J.R. Bruijn, F.S. Gaastra, I. Schöffer “Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries” Vol. 2 pag. 34-35.

72 J.R. Bruijn, F.S. Gaastra, I. Schöffer “Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries” Vol. 2 pag. 36-37.

73 Manuel de Madrid “Relacion verdadera de la gran vitoria que el Armada Española de la China tuuo contra los olandeses piratas, que andauan en aquellos mares, y de como le tomaron y echaron a fondo doze galeones gruessos, y mataron gran numero de gente: dase cuenta de las naos, y numero de gente que lleuaua cada armada, y nombres de los capitanes della / todo sacado de vna carta que de el Puerto de Acapulco” 1618.

74 AGI: “Petición de merced de Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1617-10-16. Signatura: FILIPINAS,37,N.50

75 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

76 Gomà, Daniel. “Pairán de Manila”. Atlas Digital de los Espacios de Control, nº 12, 2017.

77 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

78 AGI: MERITOS: Esteban de Alcázar. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1623-07-19. Signatura: INDIFERENTE,161,N.81

79 AGI: “Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1630. Signatura: INDIFERENTE,2077,N.212

80 AGI: “Prórroga de licencia a Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1626-04-09. Signatura: INDIFERENTE,451,L.A9,F.144-144V

81 AGI: “Petición de Esteban de Alcázar de prórroga de licencia”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-04-23. Signatura: FILIPINAS,5,N.343

82 AGI: “Prórroga de licencia a Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-05-07. Signatura: INDIFERENTE,451,L.A10,F.116-116V

83 AGI: “Petición de Esteban de Alcázar de recomendaciones”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-06-05. Signatura: FILIPINAS,5,N.346

84 AGI: “Recomendación al marqués de Cerralbo de Esteban de Alcázar”.

Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-06-11. Signatura: INDIFERENTE,451,L.A10,F.156V-158

85 AGI: ”Recomendación a Niño de Távora de Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-06-11. Signatura: INDIFERENTE,451,L.A10,F.155-156V

86 AGI: “ESTEBAN DE ALCAZAR”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1627-06-28. Signatura: CONTRATACION,5399,N.35

87 AGI: “Prórroga de licencia a Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1629-07-20. Signatura: INDIFERENTE,452,L.A12,F.56V-57V

88 AGI: “Orden a Esteban de Alcázar sobre residencia en encomienda”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1629-11-04. Signatura: INDIFERENTE,452,L.A12,F.142V-143

89 AGI: “Petición de Esteban de Alcázar de cédula aclaratoria”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1629-09-24. Signatura: FILIPINAS,5,N.379

90 AGI: “Petición de Fernando Centeno Maldonado de prórroga de licencia. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1632-07-23. Signatura: FILIPINAS,40,N.33

91 AGI: “Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1630. Signatura: INDIFERENTE,2077,N.212

92 AGI: “Licencia para ir a México a Esteban de Alcázar”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1634-06-20. Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.70V-71V

93 AGI: “Petición de Luis Alonso de Roa de alcaldía y encomienda”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1634-08-30. Signatura: FILIPINAS,40,N.57

94 Real Provisión nombrando al capitán y sargento mayor Esteban de Alcázar alcaide de la fuerza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de aquel presidio, por tiempo de ocho años y en sustitución de Pedro de Heredia. (Cat. 15518). AGI: “Nombramiento de gobernador de Terrenate a Esteban de Alcázar” Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.66R-69R. Fecha creación: 1634-06-20, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.1,F.66R-69R

95 Real Cédula al maestre de campo Pedro de Heredia, alcaide de la fuerza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de dicho presidio, avisándole de que se ha nombrado a Francisco Suárez de Figueroa y Acevedo para que sirva esa plaza interinamente en caso de que Esteban de Alcázar, que ha sido provisto para ella, no la acepte. (Cat. 15609). AGI: “Aviso de nombramiento de gobernador interino de Terrenate” Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.77R-78R. Fecha creación: 1634-10-03, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.1,F.77R-78R

96 Real Cédula ordenando al gobernador de Filipinas, Sebastián Hurtado de Corcuera que, en caso de que Esteban de Alcázar no quiera aceptar la plaza de alcaide de la fuerza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de ese presidio, de que se le ha hecho merced, nombre por tal a Francisco Suárez de Figueroa y Acevedo para que sirva en ínterin que se nombra a otro en propiedad. (Cat. 15608). AGI: “Nombramiento de sustituto de gobernador de Terrenate” Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.74V-77R. Fecha creación: 1634-10-03, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.1,F.74V-77R

97 Real Cédula al marqués de Cadereyta, virrey de Nueva España, remitiéndole la licencia para venir a España que se concede a Esteban de Alcázar, residente en México y encomendero en Filipinas, en caso de que no acepte la plaza de alcaide de la fuerza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de aquel presidio de que se le ha hecho merced, y a donde debe trasladarse inmediatamente si acepta servirla. (Cat. 16018). AGI: “Orden sobre licencia al gobernador de Terrenate” Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.161V-162V. Fecha creación: 1636-01-22, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.1,F.161V-162V

98 Real Cédula dando licencia a Esteban de Alcázar, residente en México y encomendero en Filipinas, para que pueda venir a España por tiempo de dos años, prorrogando así los cuatro que se le concedieron anteriormente, haciendo primero dejación de su plaza de alcaide de la fuerza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de aquel presidio. (Cat. 16017). AGI: “Licencia para venir a España a Esteban de Alcázar” Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.159V-161V. Fecha creación: 1636-01-22, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.1,F.159V-161V

99 Venta de Carpio è oggi un settore urbano (situato alle pendici della collina Chiconautla), con la categoria di quartiere, che si trova nel nord del comune di Ecatepec de Morelos.

100 Otumba è un comune della regione di Ecatepec vicino a Citta del Messico.

101 San Cristóbal Ecatepec è una città, sede municipale di Ecatepec de Morelos nelle vicinanze di Città del Messico.

102 Carta del general Esteban Alcázar dando cuenta de su permanencia en S. Cristóbal por hallarse herido en una mano. Archivo Histórico Nacional: “Permanencia del general Esteban Alcázar en S. Cristóbal” Signatura: DIVERSOS-COLECCIONES,32,N.3. Fecha creación: 1636-01-14, San Cristóbal. Código de referencia: ES.28079.AHN//DIVERSOS-COLECCIONES,32,N.3

103 Boletim da Filmoteca Ultramarina Portuguesa n° 44-46, pag. 88: Doc. 16024. Fe de muerte del general Don Esteban de Alcázar, gobernador de Terrenate. 28 de Enero 1636. 67-6-27

104 AGI: “Petición de Diego de Azcueta de gobierno de Terrenate” Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1636-09-22. Signatura: FILIPINAS,41,N.26

105 AGI: “Petición de Juan Grau sobre nuevo gobernador para Terrenate”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1637-03-16. Signatura: FILIPINAS,27,N.222

106 Memorial de Gaspar del Hierro, marido de Juana de Alcázar Tello, vecinos de la ciudad de Murcia, herederos del general Esteban de Alcázar, pidiendo que se de la ordinaria de difuntos para que se remitan los bienes de dicho general a estos reinos.. AGI: “Petición de herederos de Esteban de Alcázar de traer bienes”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1636-11-03. Signatura: FILIPINAS,5,N.461.

107 AGI: “Peticiones del fiscal Alvarado sobre mercedes”. Signatura: FILIPINAS,20,R.1,N.1. Fecha formación: 1607-04-04. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,20,R.1,N.1

108 AGI: “JUAN DE ALVARADO DE BRACAMONTE”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1608-03-01. Signatura: CONTRATACION,5308,N.1,R.31

109 AGI: “Traslado del fiscal de Manila a Panamá por cargos”. Signatura: FILIPINAS,329,L.2,F.280R-280V. Fecha creación: 1619-02-19, Madrid. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,329,L.2,F.280R-280V

110 AGI: “Petición de Isabel de Alvarado sobre encomienda que heredó”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1637-05-22. Signatura: FILIPINAS,41,N.32

111 AGI: “Consulta sobre merced a Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1637-07-23. Signatura: FILIPINAS,2,N.3

112 AGI: “Concesión a Isabel de Alvarado sobre su encomienda”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1637-12-16. Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.34R-36V

113 AGI: “Aviso de la Contaduría sobre despacho de Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1638-02-20. Signatura: FILIPINAS,5,N.472

114 Che in alcuni documenti è erroneamente chiamato Bartolomé. “Petición de Domínguez Abarca sobre las encomiendas de Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1642-05-03. Signatura: FILIPINAS,41,N.75

115 AGI: “Consulta sobre merced a Bartolomé Domínguez Abarca”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1639-10-31. Signatura: FILIPINAS,2,N.28

116 AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1639-10-10. Signatura: FILIPINAS,49,N.40

117 Potrebbe essere San Miguel Acocotla in Atlixco, Puebla.

118 AGI: “Orden sobre encomienda de Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1640-03-11. Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.146V-150R

119 AGI: “Petición de Domínguez Abarca sobre las encomiendas de Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1642-05-03. Signatura: FILIPINAS,41,N.75

120 AGI: “Concesión de merced a Isabel de Alvarado”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1642-07-19. Signatura: FILIPINAS,347,L.3,F.7V-12V

121 AGI: “Orden de cobrar a Domínguez, Castillo y Erbite”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1653-02-01. Signatura: FILIPINAS,348,L.4,F.68R-70R. Real Cédula a Juan de Bolívar y Cruz, fiscal de la Audiencia de Manila, sobre la cobranza de lo procedido de los efectos de Bartolomé Domínguez Abarca, Hernando del Castillo y Sebastián Erbite. (Cat. 19336)

122 AGI: “Orden de cobrar a Domínguez, Castillo y Erbite”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1653-02-01. Signatura: FILIPINAS,348,L.4,F.70R. Asiento del despacho de una Real Cédula al presidente y oidores de la Audiencia de Manila sobre la cobranza de lo procedido de los efectos de Bartolomé Domínguez Abarca, Hernando del Castillo y Sebastián Erbite. (Cat. 19336)

123 AGI: “Orden de cobrar a Domínguez, Castillo y Erbite”. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1653-02-01. Signatura: FILIPINAS,348,L.4,F.70R. Asiento del despacho de una Real Cédula a los oficiales de la Real Hacienda de Filipinas sobre la cobranza de lo procedido de los efectos de Bartolomé Domínguez Abarca, Hernando del Castillo y Sebastián Erbite.

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Don Fernando Centeno Maldonado: da Algeri, alle Molucche, allo Yucatan

Scritto da Marco Ramerini, 2005-2021

Indice generale

  • LE FALLITE SPEDIZIONI AD ALGERI
  • PRIMA SPEDIZIONE AD ALGERI
  • SECONDA SPEDIZIONE AD ALGERI
  • LE MOLUCCHE
  • LA PRESA DI TERNATE E LE MOLUCCHE
  • LA SPEDIZIONE A MALACCA
  • LE FILIPPINE
  • LO YUCATAN
  • PRIMO MANDATO DI GOVERNATORE
  • SECONDO MANDATO DI GOVERNATORE
  • LA VEDOVA DI MALDONADO: ISABEL DE CARABEO
  • BIBLIOGRAFIA
  • DOCUMENTI

Nelle mie ricerche sulle Molucche mi è capitato spesso di imbattermi in personaggi che al servizio della Spagna hanno girato il mondo affrontando pericoli e rischi per servire il re, la propria fede e per arricchirsi. Uno di questi è senza dubbio Fernando Centeno Maldonado, che servì la corona spagnola per oltre quaranta anni. Egli infatti iniziò la sua carriera nel 1601 partecipando alla fallita spedizione per la conquista di Algeri, l’anno successivo, ancora senza esito ritentò la stessa avventura.

Poi, nel 1604, si imbarcò dalla Spagna (da Siviglia) assieme alla compagnia di Juan de Esquivel diretto prima in Messico, poi alle Filippine e infine alle isole Molucche. Ed è qui che l’ho incontrato per la prima volta nelle mie ricerche, quando nel 1606 partecipò alla conquista di Ternate. Maldonado negli anni successivi servì il re di Spagna nelle Molucche e nelle Filippine. Nel 1616 partecipò anche alla spedizione di Juan de Silva a Malacca.

Passato in Messico, Maldonado fu nominato, dal Viceré della Nuova Spagna, per due volte (1631-1633 e 1635-1636), Governatore e Capitano Generale della Provincia dello Yucatán. Don Fernando Centeno Maldonado morì nel 1636, al termine del suo secondo incarico di governatore della Provincia dello Yucatán.

LE FALLITE SPEDIZIONI AD ALGERI

Fernando Centeno Maldonado partecipò in veste di avventuriero alle “jornadas” di “Arzel” (Algeri) che furono a carico del principe Andrea Doria e di Don Juan de Cardona.1 Si tratta di due spedizioni, o meglio tentativi di spedizioni che avevano come obiettivo la conquista della città di Algeri in Nord Africa. All’epoca Algeri era un covo di pirati che attaccavano le navi delle marine dei paesi europei che solcavano le acque del Mediterraneo. Questi attacchi da parte dei pirati causavano gravissimi danni al commercio mercantile del Mediterraneo. Le principali basi di questi pirati si trovavano lungo la costa mediterranea dell’Africa settentrionale, ed erano le città di Algeri, Tunisi e Tripoli.

Le imbarcazioni del re di Spagna erano tra i principali obiettivi di queste scorrerie. Per cui la Spagna ripetutamente tentò di liberarsi di questo problema organizzando delle spedizioni che miravano alla conquista delle loro piazzeforti. A due di queste spedizioni, come abbiamo scritto, secondo alcuni documenti, sembra che abbia preso parte anche Fernando Centeno Maldonado. Sulla prima spedizione citata da Fernando Centeno Maldonado esiste un interessante fonte storica.2 Si tratta di un documento di uno storico genovese (Gerolamo De Franchi Conestagio, o Gerolamo Franci Conestaggio 1530-1617) di 26 pagine, uno dei pochi che sembra trattare di questa spedizione. Il titolo originale è “Relatione dell’apparecchio per sorprendere Algieri” e fu pubblicato a Genova il 5 novembre 1601, quindi solo pochi mesi dopo i fatti.

PRIMA SPEDIZIONE AD ALGERI

Secondo il documento, nel 1601, il re di Spagna Filippo III inviò una flotta formata da 70 galee e da e un esercito di oltre diecimila uomini, al comando del principe Gian Andrea Doria, conosciuto anche come Andrettino Doria e nei documenti spagnoli come Juan Andrea Doria (1539-1606). Gian Andrea Doria era un ammiraglio genovese, pronipote del celebre Andrea Doria (1466-1560). Durante la sua vita Gian Andrea Doria partecipò, al servizio della Spagna, a diverse campagne contro i turchi e berberi nel Mediterraneo, tra queste, la più famosa fu quella di Lepanto nel 1571. Tra i suoi titoli quelli di comandante dell’Ordine di Santiago, marchese de Tursi e “Príncipe de Melfi”.

Secondo il racconto tutto ebbe inizio due anni prima (quindi nel 1599), quando un francese, chiamato “il capitano Roux”, si presentò al principe Doria che allora era capitano generale degli eserciti del re di Spagna. Questo francese era stato colui che, negli ultimi anni, aveva comandato le galere del Granduca nell’Arcipelago. Essendo molto informato sugli affari dei Corsari Barbareschi, cercò di convincere il principe che sarebbe stato molto facile prendere la città di Algeri ai turchi. Le motivazioni che il capitano francese riporta a Gian Andrea Doria per fortificare la sua idea che la presa della città sarebbe stata cosa facile sono le seguenti: 1) la guardia cittadina era trascurata, perché, i difensori si affidavano alla potenza delle loro fortificazioni, lasciando sguarnite di uomini le difese. A metà giugno, i giannizzeri a difesa della città, che di solito è composta da sette a otto migliaia di turchi, iniziano a lasciare Algeri per andare a ritirare il tributo nei vari villaggi dell’interno del paese. A difesa della città restano, in questo periodo, solo circa duemila soldati. Secondo il capitano francese i soldati turchi hanno l’obbligo di essere di ritorno a settembre, perciò giudica agosto il mese migliore per un attacco, egli è certo di trovare in agosto la città quasi priva di difensori.3

Oltre a ciò, durante questo mese, la maggior parte dei cittadini si trovano nelle loro proprietà, impegnati a fare i raccolti e i corsari in questo periodo partono per razziare le coste con le loro galee. Secondo “il capitano Roux per entrare nel piccolo porto sarebbero bastate quattro navi cariche di armi e soldati, travestite da navi mercantili. A questo punto gli attaccanti avrebbero chiamato alla ribellione gli schiavi cristiani, che ad Algeri erano ancora in gran numero: tale era la sostanza del suo ragionamento.4

Gian Andrea Doria, che non conosceva molto bene l’uomo con cui aveva a che fare, dubitava dell’esattezza delle sue affermazioni, ma tuttavia, gli sembrava che ci fosse qualcosa di buono in questo progetto. Infatti riteneva che con poco rischio sarebbe stato possibile avere un grande risultato. Iniziò quindi a imbastire i primi preparativi. Inviò il francese in Spagna a spiegare il suo piano al re. Per chiarire i suoi dubbi inviò anche un emissario ad Algeri (che però fu tenuto all’oscuro delle motivazioni delle sua missione) per raccogliere informazioni e per capire se fosse vero quello che aveva detto il francese.5

Dopo essere stato ascoltato in Spagna, il capitano Roux fu rimandato da Gian Andrea Doria. Il re di Spagna ordinò a Gian Andrea di prepararsi all’impresa contro Algeri. L’impresa doveva essere segreta e anche i primi ministri stessi non dovevano essere informati. La prima mossa di Gian Andrea Doria, poiché il francese era molto loquace e non lo considerava capace di mantenere un segreto, fu quella di congedare il capitano francese pochi giorni dopo aver ricevuto l’ordine di preparare la spedizione, dicendogli che il suo progetto era attraente, ma che il re non poteva rischiare le sue truppe in un’impresa così incerta, il francese se ne andò, dopo aver ricevuto una ricompensa.6

Quindi Gian Andrea Doria cercò un soldato spagnolo, con esperienza di guerra, per inviarlo ad Algeri per fare ulteriori ricerche e per avere informazioni più affidabili. A tal fine, scelse Antonio de Rojas, alfiere di Inigo Borgia, maestro di campo in Lombardia. Antonio de Rojas fu inviato ad Algeri dove osservò la situazione in città. Dopo la visita ad Algeri lo spagnolo aveva l’ordine di andare da lì in Spagna, e di riferire al re tutto ciò che aveva visto. Quest’uomo, avendo adempiuto alla sua missione, fece una relazione al suo ritorno che accrebbe notevolmente il desiderio del re di tentare la cattura di Algeri. Infatti Antonio de Rojas nel suo resoconto confermava che in agosto la città era difesa malamente.7

A questo punto Gian Andrea Doria cominciò i preparativi della spedizione, come vedremo non fu un compito facile coordinare il tutto. Mettere insieme un proprio esercito, rifornirlo, gestire assieme soldati e avventurieri e riuscire a fare tutto questo in gran segreto, fu molto difficile. Le galee del re di Spagna erano poche e alcune erano mal ridotte. Gian Andrea fu costretto a chiedere ai Principi dei vari stati italiani di prestare le loro flotte, fu poi ordinato ai viceré di Napoli e di Sicilia di preparare, non solo le galee e le truppe da imbarcare, ma anche le provviste e le munizioni necessarie.8

Il punto d’incontro avrebbe dovuto essere l’isola di Maiorca, ma Gian Andrea non volle andare da Genova direttamente a Maiorca, ma progettò un itinerario più lungo per non fare insospettire i Turchi. Fu deciso di andare da Genova a Napoli e poi in Sicilia. Dalla Sicilia la flotta sarebbe andata a Maiorca. Fu deciso che parte delle truppe spagnole si dovevano imbarcare a Napoli e in Sicilia, insieme ad alcuni soldati italiani. Il re di Spagna, all’inizio del 1601, aveva radunato un grande esercito vicino a Milano, per venire in aiuto del Duca di Savoia, allora in guerra con il re di Francia. Ma successivamente la Francia e la Savoia si erano accordate e quindi l’esercito spagnolo a Milano non serviva più. Gian Andrea Doria ne approfittò per chiedere e ottenere alcuni reggimenti da aggregare alla spedizione che stava preparando.9

La flotta imbarcò una parte dei soldati il 27 giugno da Genova. Inizialmente era composta dai soldati spagnoli e italiani venuti da Milano che erano imbarcati sulle galee comandate da Carlo Doria, figlio di Gian Andrea. Gian Andrea partì il 4 luglio con la Reale, cinque galee del Papa, sei della Repubblica di Genova, quattro del Granduca di Toscana, e il resto delle truppe. La flotta giunse a Napoli il 15 luglio, e qui si fermò fino al 17. Le imbarcazioni proseguirono per Messina dove arrivarono il 19 luglio. Sia a Napoli che a Messina si dovevano unire altre imbarcazioni, ma ciò non accadde. Infatti gli ordini del Re di Spagna e quelli di Gian Andrea erano stati disobbediti. I napoletani avevano inviato le galere della loro flotta nel Levante da dove fecero ritorno bisognose di molte riparazioni. Si scoprì che il numero delle galee della Sicilia che si dovevano unire alla spedizione era diminuito invece che aumentato. Mentre le imbarcazioni che dovevano giungere dalla Spagna arrivarono così tardi che non sarebbero arrivate in tempo per partire, se gli altri avessero obbedito agli ordini impartiti. La spedizione subì perciò numerosi ritardi, il documento ci dettaglia delle problematiche affrontate nell’organizzazione e nel coordinamento per riuscire a raccogliere in uno stesso punto tante imbarcazioni provenienti da luoghi diversi.10

Il 19 luglio comunque gran parte della flotta raggiunse Maiorca. La flotta era composta da settanta galere: La Reale con sedici imbarcazioni della squadriglia di Genova e due del Duca di Savoia al soldo del Re, tutti erano comandati da Carlo Doria, Duca di Tursi, loro generale. Altre sedici galee erano quelle provenienti da Napoli comandate da Pietro da Toledo. Dodici galee arrivavano dalla Sicilia, di cui nove del Re e tre del Duca di Macheda, guidate da Pietro de Leïva. C’erano poi undici galee provenienti dalla Spagna, comandate dal conte di Buendia. Cinque galee erano state fornite dal Papa ed erano agli ordini del Comandante Magnolotto, suo luogotenente. Sei galee erano fornite della Repubblica di Genova, agli ordini del conte Gio, con generale Tomaso Doria. Infine quattro galee erano fornite dalla Toscana comandate da Marco Antonio Calafatto, ammiraglio delle galere dell’Ordine di Santo Stefano. Di tutta questa flotta le galee provenienti da Napoli, dalla Sicilia e dalla Spagna erano malmesse, mancavano di vogatori, e a Maiorca fu necessario prendere la ciurma dei vogatori da uno degli squadroni in modo che fossero adeguatamente forniti.11

I soldati erano più di diecimila. L’esercito era composto da soldati spagnoli, di cui 600 provenienti dalla Lombardia, comandati da Jnigo Borgia; 1000 soldati arrivavano dalla Bretagna, comandati da Pedro de Toledo de Anaya; 2000 soldati arrivavano da Napoli, comandati da Pietro Vivero; 200 soldati arrivavano dalla Sicilia comandati da Salazar Castellano da Palermo; 500 soldati erano quelli dell’esercito del governatore Antonio Quinones. C’erano poi 2500 soldati italiani, agli ordini di Barnaba Barbo; e 1500 soldati del battaglione del regno di Napoli, al comando del Maestro di Campo Annibale Macedonico. Inoltre le galere del Papa avevano imbarcato 350 buoni soldati e quelle della Toscana circa 400 soldati. Inoltre, molti Cavalieri di Santo Stefano si unirono alla spedizione. Andrettino Doria aveva dato il comando generale al suo maestro di campo Manuel de Veda Capo di Vacca, un capitano esperto e coraggioso.12

Nell’esercito c’erano anche degli avventurieri, tra questi, probabilmente c’era anche il nostro giovane Fernando Centeno Maldonado. Il documento cita tra gli avventurieri: il Duca di Parma, che, con duecento cavalieri, vecchi soldati delle Fiandre, si imbarcò sulla galea Capitana di Carlo Doria. Tra i personaggi più in vista sono citati: Virginio Orsino, Duca di Bracciano, che era imbarcato sulla galea Capitana di Firenze. Mentre sulla galea Reale, si erano imbarcati il marchese di Elche, primogenito del duca di Macheda; Alo Idiaqués, generale della cavalleria leggera dello Stato di Milano, scelto da Gian Andrea Doria come suo luogotenente; Diego Pimentel, Manuel Mantiques, Gran Comandante d’Aragona, il Conte di Celano, il Marchese de Garesfi, Ercole Gonzaga, Gio Geromino Doria, Aurelio Tagliacarne e pochi altri capitani e personaggi di pregio, tra cui sette o otto gentiluomini romani.13

Il documento di Jeronimo Conestaggio ci informa anche dei piani preparati per l’attacco. La flotta avrebbe dovuto navigare unita fino ad Algeri, fermandosi però a una distanza sufficiente per non essere visti da terra. A questo punto un gruppo di trecento archibugieri avrebbero dovuto sbarcare con piccole imbarcazioni sulla costa e avanzare fino alla porta della città che è nella Marina. Una volta presa la porta il resto dell’esercito avrebbe dovuto sbarcare. Nel caso in cui gli archibugieri non fossero riusciti a prendere la porta, la galea Reale, insieme ad altre quindici delle migliori galee, furono incaricate di andare in loro aiuto.14

Il 30 agosto 1601 l’armata giunse in vista della costa africana, ma la flotta non rimase unita, si dovettero perdere più di tre ore per assemblare la flotta. La flotta sbarcò a trenta miglia dalla città. Gian Andrea Doria ritenne opportuno far perlustrare la costa con piccole imbarcazioni, in modo da trovare un punto più vicino alla città dove ci fosse un ancoraggio per grandi navi. I piloti incaricati della ricognizione della costa non tornarono che a sera, con grande rabbia di Gian Andrea che non sapeva cosa pensare del motivo di un tale ritardo. Eppure questo ritardo, accaduto in quel momento, oltre che strano si dimostrò fatale e decisivo. Quando giunsero i piloti dissero che le correnti avevano spinto le imbarcazioni verso oriente ad oltre 50 miglia da Algeri, e non erano stati in grado di avvicinarsi a terra.15

Il giorno successivo, che doveva essere il giorno dell’attacco, furono fatti tutti i preparativi. Tutto era pronto per lo sbarco: le truppe che dovevano sferrare il primo colpo, cioè 300 spagnoli, erano state imbarcate nelle fregate e nelle feluche. Prima dell’alba la flotta si trovava a venti miglia dalla terra, fu allora che il vento greco cominciò a soffiare dal Levante. Iniziò a soffiare con tale violenza, che non fu possibile sbarcare né restare in mare aperto. Le imbarcazioni si dispersero. La flotta si riunì a Maiorca il 3 settembre. Ma il vento contrario continuò per diversi giorni, Gian Andrea Doria ponderò il da farsi. Tra i soldati c’era chi avrebbe voluto tornare a qualunque rischio e malgrado il vento; mentre i marinai e i soldati più esperti, vista la situazione, erano più giudiziosi, ben sapendo che non era possibile né navigare né sbarcare con vento contrario. Considerato che l’effetto sorpresa era svanito, che era già settembre e probabilmente le milizie turche erano già ritornate in gran numero in città e che i viveri cominciavano a scarseggiare, Gian Andrea Doria, suo malgrado decise di annullare l’impresa.16

Jeronimo Conestaggio indica nella disobbedienza e nella perdita di tempo causato dalle galere di Napoli e della Sicilia la vera causa che impedì il buon esito della spedizione. Forse furono i dissidi tra i viceré e i ministri reali a ritardare la spedizione. L’unica certezza è che l’impresa fu un fallimento e Gian Andrea Doria, profondamente disgustato dagli intrighi e dalle ingiuste accuse a cui era stato sottoposto fu sostituito da Don Juan de Cardona.17

SECONDA SPEDIZIONE AD ALGERI

Nel 1602 si sparse la voce che Don Juan de Cardona y Requesens sarebbe stato messo al comando di una spedizione contro la tana dei pirati ad Algeri, ma tale spedizione non si avverò mai.18 Forse anche questa spedizione fu invece tentata, ma a differenza di quella narrata sopra non sono rimaste tracce storiche? Nelle “Informaciones” di Fernando Centeno Maldonado si cita chiaramente questa spedizione: Egli partecipò come avventuriero nella spedizione di Algeri del 1602 (“en la jornada de Argel por abenturero”) che fu a carico di Don Juan de Cardona.19

Riguardo a questa seconda spedizione ho trovato alcune informazioni. Sembra che gli spagnoli avessero concentrato una considerevole forza navale a Cadice allo scopo di compiere una delle tre imprese qui elencate: l’invasione dell’Inghilterra, una spedizione di soccorso in aiuto ai ribelli in Irlanda e la presa di Algeri. “Su magestad anda con muy gan desseo de hazer una empresa en servicio a Dios y donde se gane reputacion conforme a la grandeza y valor de su Real animo, offrescensele agora tres, que son, la de Inglaterra, Irlanda y Arzel…” in un primo momento l’Adelantado Mayor, Martín Padilla y Manrique, scelse l’invasione dell’Inghilterra.

Però nel maggio 1602, nel Puerto de Santa María a Cadice, morì l’Adelantado, Martín Padilla y Manrique, l’impresa fu così presa in carico da Juan de Cardona, che a causa dei ritardi nella riunione delle imbarcazioni nel Puerto de Santa María fu costretto a rinunciare all’invasione dell’Inghilterra e anche al “socorro” all’Irlanda. Fu quindi deciso di utilizzare questa grande flotta di circa 40 galee per un attacco di sorpresa a Algeri.

Tale attacco era stato proposto a Filippo III di Spagna da quello che i documenti spagnoli indicano come Benalcadi, Rey del Cuco, cioè Amar ben Amar, re di un’area della Cabilia Algerina vicino ad Algeri. Il re di Spagna però in una sua carta detta condizioni stringenti per realizzare il piano. La flotta non deve assolutamente essere rischiata in sbarchi o battaglie, ma si deve limitare solo a dare appoggio al re del Cuco che deve fare gran parte dell’impresa. Poi, una volta presa la città, gli spagnoli dovevano aiutare il re del Cuco nel controllarla. A causa dei ritardi dei preparativi nel porto di Cartagena fu poi deciso di cambiare obiettivo, non più Algeri, ma Bugia (Béjaïa), un’altra città costiera dell’Algeria che gli spagnoli avevano già occupato tra il 1510 e il 1555. La flotta si trasferì quindi a Maiorca dove furono nuovamente prese in considerazione le due opzioni. Ma mancando le garanzie per un esito favorevole fu deciso di disperdere la flotta e di abbandonare la spedizione.20

LE MOLUCCHE

Nel 1604, Maldonado si imbarcò dalla Spagna, dal porto di Siviglia, assieme alla compagnia di Juan de Esquivel con lo scopo di partecipare alla riconquista di Ternate la cosiddetta “Jornada de Terrenate”. Giunto alla Città del Messico, Maldonado ricevette un “entretenimiento” dal viceré della Nuova Spagna, marchese de Monteclaros. Giunse come “entretenido” nelle Filippine assieme alla compagnia di Juan de Esquivel (la paga di “entratenido” era di 20 pesos al mese).21

LA PRESA DI TERNATE E LE MOLUCCHE

Nella presa di Ternate del 1606 si distinse nell’avanguardia delle truppe e venne posto di sentinella a meno di un tiro di archibugio dalla muraglia nemica (cioè dal forte di Nuestra Señora), la sua opera di vedetta fu di grande importanza nello svolgersi della battaglia perché permise alle truppe spagnole di replicare efficacemente alle contromosse dei ternatesi. Fu uno dei primi ad entrare nella città conquistata. Nelle sue “Informaciones” riguardo a questi fatti sono riportate le certificazioni di Acuña, Gallinato, Vergara e altri.22

Dopo la conquista di Ternate venne nominato, il 18 aprile 1606, alfiere (la paga di alfiere era di 25 ducati di 11 real al mese) della compagnia di Francisco de Salçeda, nella quale servì per più di un anno, fino al primo maggio 1607. Durante questo anno di servizio si distinse diverse volte negli scontri contro gli olandesi e partecipò attivamente nei lavori di fortificazione dei vari presidi spagnoli.

Nel maggio 1607, dopo che erano giunte a Ternate 8 navi olandesi, comandate da Cornelio de Matalief, fece “dejacion de la bandera” (probabilmente abbandonò la carica di alfiere) servendo nella compagnia del capitano Juan Texo. Nel 1608, partecipò come capo delle truppe di una galera, sotto il comando di Pedro de Heredia, ad un attacco contro il forte olandese di Malayo. A causa della reazione olandese gli spagnoli furono costretti a ritirarsi perdendo 13 soldati oltre a molti feriti, dei 60 soldati che presero parte allo scontro. Sempre nel 1608 essendo giunti altri 10 galeoni olandesi, partecipò, sempre sotto il comando di Heredia a bordo di una galera, a un’altra spedizione contro il nemico, durante la quale vennero catturati e bruciati il villaggio di “Bocanora” (Gamocanora) e la fortezza di Jilolo.23

Ancora nel 1608 Maldonado guidò diverse spedizioni spagnole contro il forte olandese di Malayo, in una di queste, il 4 di agosto 1608, venne inviato con 50 soldati spagnoli e 50 indios ad esaminare la fortificazioni nemiche a Malayo e con il compito di catturare qualche nemico in modo da avere informazioni fresche su quello che tramavano gli olandesi. Riuscì a ordire un imboscata, nelle vicinanze di Malayo (“a tiro de arcabuz”), ai danni di una piccola imbarcazione nemica con a bordo sei olandesi, uccidendone uno e catturandone un altro. Ebbe poi altri scontri con i nemici dove catturò il sangage di Toloco e vennero uccisi altri due olandesi e diversi ternatesi.

Il 10 marzo 1609, venne nominato da Juan de Esquivel, capitano di fanteria (la paga di capitano era di 60 ducati e 11 real al mese) della compagnia appartenuta al capitano Pedro Seuil de Guarga24, che era da poco tempo morto. Pochi giorni dopo aver firmato questa promozione morì anche il maestro di campo Juan de Equivel. La data della morte di Esquivel è da collocarsi dopo il 10 marzo e prima del 20 marzo 1609.25 A conferma del fatto sono anche le dichiarazioni di Vergara in cui afferma che a causa della morte di Esquivel, fu lui Vergara, che avendo assunto il governo, mise la compagnia sotto gli ordini di Maldonado. La promozione venne confermata per carta del 13 ottobre 1609 da Don Juan de Silva.

Maldonado rimase a Ternate per nove anni, e per quasi sei anni (dal 10 marzo 1609 al 12 novembre 1614) fu capitano di fanteria spagnola, qui partecipò con la sua compagnia a diversi scontri contro gli olandesi nelle vicinanze della fortezza nemica di Malayo, riuscendo a catturare diversi prigionieri.

Durante i lavori per la costruzione del forte di San Pedro y San Pablo ai quali partecipavano il capitano Zapata e il capitano Gregorio de Vidaña assieme ad alcune truppe di fanteria, ci narra l’alfiere Alonsso de Ortega, gli olandesi con due o tre imbarcazioni iniziarono a bombardare il forte in costruzione per impedire agli spagnoli di portare a termine i lavori, fecero questo per circa 5 o 6 giorni impedendo agli spagnoli di poter lavorare alle fortificazioni. Una notte su ordine del maestro di campo Lucas de Vergara, venne inviato Maldonado con la sua compagnia con lo scopo di portare dell’artiglieria nel forte, che evidentemente ne era sprovvisto, per poter controbattere ai colpi degli olandesi.

Maldonado riuscì brillantemente con la sua compagnia a sbaragliare le imbarcazioni olandesi che avevano assediato il forte di San Pedro y San Pablo (“que esta çerca dela fuerça de Terrenate”) riuscendo a portare rinforzi e artiglieria nel forte assediato, l’artiglieria venne trasportata per mezzo di un imbarcazione, mentre Maldonado con le sue truppe passarono per via terra. Il testimone che ci narra questo fatto, è Alonsso de Ortega, egli era alfiere della compagnia di Vidaña e partecipò nella scorta dell’imbarcazione con l’artiglieria, imbarcazione che costeggiando la costa giunse nella vicinanza del forte passando vicino alle navi nemiche. Con l’artiglieria a disposizione degli spagnoli, gli olandesi furono costretti a ritirarsi, permettendo agli spagnoli la costruzione del forte di San Pedro y San Pablo. L’avvenimento è da datarsi nel 1609.

Essendo giunta una grossa flotta olandese, Maldonado venne poi inviato, dal governatore delle Molucche, Lucas de Vergara Gabiria, a Manila in cerca di soccorsi, compito che svolse con grande diligenza, tornando a Ternate, nel febbraio 1610, con un importante e “muy copiosso socorro” assieme al nuovo governatore delle Molucche, Cristobal de Azcueta.

Secondo quanto riferito nella testimonianza di Azcueta (“auiendo acordado el Señor D. Juan de Silva …….. tomar y fortificar al puesto de Toloco serca de Malayo”)26, nel 1611, il governatore delle Filippine D. Juan de Silva, decise di occupare e fortificare il posto di Toloco vicino a Malayo (“serca de Malayo”), per questo ordinò che tre compagnie fossero ad aiutare a fortificare il luogo. A capo delle tre compagnie venne nominato Fernando Centeno Maldonado che con la sua compagnia e assieme a quelle comandate da Andres Hinete e Pedro Çapata aiutarono a fortificare il posto.

Dopo la conquista della piazzaforte di Jilolo (Gilolo) nell’isola di Halmahera, il governatore delle Molucche Cristobal de Azcueta, lo nominò, il 24 marzo 1611, capo di quel presidio (“cauo superior dela fuerça de Jilolo e su distrito”), con l’ordine di fortificarlo e di mantenerlo sotto il controllo spagnolo. Poco dopo la conquista di Jilolo, gli olandesi e i ternatesi attaccarono gli spagnoli, ma grazie alla buona condotta di Maldonado ogni tentativo nemico venne respinto. A Jilolo, Maldonado costruì due fortezze (“hiço dos fuerças con mucho cuidado y trabajo”), una in alto, probabilmente il vecchio forte di Jilolo e un nuovo forte in basso, situato sulla riva. Questo secondo forte venne costruito su ordine di Azcueta, esso venne chiamato “Fuerte de San Xpuoal”, ed era situato “abajo en la marina en el agua caliente”, il forte era molto importante strategicamente per la conservazione della piazzaforte di Jilolo. Entrambi i forti erano di “cal y canto” ed erano tra i migliori forti che gli spagnoli avevano nelle isole Molucche (“le pareze conforme a su gusto ser delas mejores que su Mag.d tiene en aquellas yslas” secondo la dichiarazione dell’alfiere Diego de Leon). Azcueta teneva in buona considerazione Maldonado, secondo quello che dichiara Juan Gutierrez Paramo. Un mese e mezzo dopo la partenza per Manila di Juan de Silva, Azcueta visitò il presidio di Jilolo dove era capo Maldonado, ci informa di questo Francisco de Romanico, che accompagnò Azcueta.

Per tre anni governò Jilolo dove grazie alla sua buona condotta portò dalla parte della Spagna molti indigeni, durante il suo governo, ebbe diversi scontri con gli abitanti di Sabugo, che sconfisse ripetutamente distruggendo diversi villaggi nemici e catturando diverse imbarcazioni, in uno di questi scontri venne attaccata una “caracoa” dove vennero uccise e catturati 40 nemici, tra i morti era anche uno zio del sultano di Ternate. Sventò un tentativo di tradimento degli abitanti di Jilolo, che avevano preso accordi con gli olandesi e i ternatesi per cedere la piazzaforte e far uccidere gli spagnoli. Gli abitanti ribelli di Sabugo furono costretti a ritirarsi a la Bocanora. Con carta datata 5 gennaio 1614, Geronimo de Silva ordinava a Maldonado di cedere il comando di Jilolo al capitano Pedro de Hermua e di tornare a Ternate con lo stesso “parao” con cui era arrivato Hermua.

In una carta del 18 gennaio 1614, Geronimo de Almança (“condador, factor juez oficial dela Real hacienda desta Ciudad del Rosario y fuerça de Terrenate”), ci informa che Maldonado era in partenza per Manila. Nel 1614 venne infatti richiamato, su ordine del governatore delle Filippine, Juan de Silva, a Manila, per informarlo sullo stato dei presidi, essendo persona pratica delle necessità che avevano le forze spagnole delle Molucche. Con una carta del 18 gennaio 1614, Geronimo de Silva, ordina a Maldonado di imbarcarsi sul patacco San Jhosep per Manila. Sembra che la data della sua partenza per Manila sia da collocarsi tra fine gennaio e marzo 1614 (Juan Gutierrez Paramo ci dice “por principio del año de seis cientos catorze”).

Maldonado si sposò, nel 1614 a Manila,27 con doña Maria de Albarado Bracamonte, sorella del licenziado Don Juan de Albarado Bracamonte, fiscale dell’Audiencia delle Filippine. A seguito di queste imprese, e in occasione del suo matrimonio, Maldonado ricevette, da Don Juan de Silva, il 2 agosto 1614, un “encomienda” della metà dei tributi dei villaggi di Sagonay e Calompit (Hagonoy y Calumpit), che tolte le spese rappresentano una misera rendita di circa 400 pesos all’anno. L’altra metà dell’encomienda venne assegnata al sergente maggiore Esteban de Alcázar28, che lo stesso giorno si era sposato con doña Isabela de Alvarado, sorella della moglie di Maldonado. Questa encomienda, che era stata del capitano e sergente maggiore Juan de Morones e poi della sua vedova Ana de Monterey, dopo la morte di entrambi viene confermata a Don Fernando Centeno Maldonado nel 1616.29

Con carta del 20 settembre 1614, dallo stesso governatore delle Filippine, Maldonado venne nominato sergente maggiore delle forze di Ternate, oltre a questo venne incaricato di comandare la fortezza di Ternate in assenza del governatore Geronimo de Silva, che doveva passare a Tidore per acquietare gli animi del Re e del Principe. Gli ordini per Geronimo de Silva erano chiari, doveva trasferirsi a Tidore con il maggior numero di soldati possibile, lasciando comunque una buona guarnigione a Ternate “en essas fuerzas de la Ciudad del Rrosario y fuerza de Sanjil y Donjil”. Lo scopo era quello di conservare l’isola e in modo particolare la fedeltà del Re e di suo figlio il Principe di Tidore.

A Maldonado, con carta di Juan de Silva del 31 ottobre 1614, venne affidato inoltre il comando di una compagnia di archibugeri, la compagnia era quella di Pedro de Hermua, al quale venne concessa la licenza richiesta per andare a Manila.

Le imbarcazioni del “socorro”, due caravelle, un patacco e una galeotta (Romanico parla di una galeotta e due caravelle; Juan Moreno Criado e Diego de Leon dicono che erano due caravelle e una galera), affidato a Maldonado erano pronte alla partenza, come da carta di Juan de Silva del 31 ottobre 1614, per i primi giorni di novembre. Ma la partenza fu ritardata, infatti gli ordini per Maldonado, sono datati 23 gennaio 1615. In questi ordini è indicato che la spedizione doveva sostare nella provincia di Oton, e qui doveva caricare riso e altri generi alimentari, dopo una sosta al porto della Caldera per rifornirsi d’acqua, la spedizione doveva puntare direttamente verso Ternate. La spedizione giunse a Ternate senza perdita di tempo e di imbarcazioni, nonostante che gli olandesi stessero in guardia con 7 grosse navi.

Il 10 aprile 1615, Geronimo de Silva, nella città di Ternate, alla presenza dei capitani Don Fernando Beçerra e Francisco de Bera y Aragon, degli ufficiali e dei soldati, nominò solennemente Fernando Centeno Maldonado governatore della città e delle fortezze dell’isola di Ternate. Vennero consegnate a Maldonado “la ynfanteria banderas de su Mag.d, caxa Real, almazenes, artilleria, muniçiones y pertrechos della, y la demas desta ysla y la ygleçia parrochal y conuentos desta ciudad”. Inoltre, questa carta, ci informa che era sempre presente a Ternate, prigioniero degli spagnoli, il Sultano dell’isola. Geronimo de Silva ritornò a Tidore.

Poche sono le informazioni del breve periodo di governo come sergente maggiore a Ternate, Pedro de Hermua, nella sua testimonianza ci informa che poco dopo aver preso possesso del suo incarico, Maldonado, visitò alcune fortezze spagnole portando soccorsi e il necessario per mantenere le guarnigioni. Su ordine di Geronimo de Silva, fu poi a Jilolo, dove era sempre capo Pedro de Hermua e a cui vennero impartiti gli ordini per cedere la sua compagnia a Maldonado e la licenza per andare a Manila. A Jilolo rimase come capo del presidio il capitano Francisco Vera. La permanenza di Maldonado a Ternate fu comunque breve, infatti con carta del 15 maggio 1615,30 il governatore delle Molucche Geronimo de Silva gli ordinò di ritornare a Manila a bordo delle due caravelle che aveva portato nel passato soccorso, il comando di Ternate venne ceduto ad un altro capitano (Becerra ?). Con le stesse imbarcazioni con cui fece ritorno Maldonado a Manila, sembra si imbarcasse anche Pedro de Hermua, mentre faceva certamente parte della scorta di guardia Diego de Leon.

Maldonado ritornò infatti a Manila dove riportò il vecchio sultano di Ternate, che era rimasto dopo la spedizione di de Silva del 1611 a Ternate. Il ritorno a Manila del vecchio sultano deve essere avvenuto nel mese di giugno o a inizio luglio del 1615, perché nella dichiarazione del 31 di luglio del 1615 dell’ alfiere Juan Moreno Criado viene chiaramente indicato che Maldonado era “un mes poco mas o menos que llegò a esta ciudad da las fuerzas de Terrenate” … “y trajo preso al Rey de Terrenate”. Questa decisione repentina di de Silva di rimandare il sultano di Ternate a Manila, e con lui anche Maldonado lascia diversi sospetti, forse che de Silva volesse liberarsi della presenza di Maldonado ?

Nel 1615, Maldonado, aveva fatto domanda di 4000 ducati di rendita di encomienda di indios nelle Filippine o in Messico o Perù, inoltre chiedeva un abito di Santiago, Alcantara o Calatrava e della carica di maestro di campo delle Filippine o di un incarico governativo nella Nuova Spagna o nel Perù. Secondo il parere dell’Audiencia poteva essergli dato l’ufficio di maestro di campo delle Filippine, oppure 3000 tributi di encomienda e uno degli abiti che chiedeva.31

Per Real Cedula del 9 giugno 1617, gli vennero riconosciuti 1000 pesos di rendita all’anno per due vite e inoltre gli venne affidata un encomienda di 2000 pesos per due vite, nella cedola non è specificata quale encomienda, ma viene definita la prima encomienda che sarà libera nelle Filippine.32

LA SPEDIZIONE A MALACCA

Nel 1616 Maldonado prese parte alla spedizione di Juan de Silva a Malacca imbarcandosi assieme al governatore de Silva sulla nave capitana. Nelle intenzioni del governatore delle Filippine Don Juan de Silva, questa grossa spedizione congiunta tra spagnoli e portoghesi doveva riuscire a sbaragliare una volta per tutte le forze olandesi presenti nelle isole indonesiane. Anche gli olandesi si mostrarono timorosi della riuscita di una tale spedizione.33 Nel 1612 allo scopo di accordarsi con il viceré dell’India portoghese, de Silva aveva inviato in India l’ex governatore di Ternate Cristobal de Azcueta ma l’intera spedizione guidata da Azcueta scomparse in un naufragio avvenuto tra Manila e Macao.

Il governatore delle Filippine non si perse d’animo e questa volta affidò l’incarico di raggiungere Goa a due gesuiti, essi erano il padre Pedro Gomes, rettore della compagnia a Ternate e il padre Juan de Ribera capo del collegio di Manila. I due gesuiti partirono sul finire del 1614 (Ribera partì il 21 novembre 1514 dal porto di Cavite) in due flotte diverse alla volta di Goa, dove giunsero senza problemi nel 1615. L’accordo che i due padri raggiunsero con il viceré portò i portoghesi a contribuire con 4 grossi galeoni che vennero inviati alla volta di Malacca. Il padre Pedro Gomez, ritornò a Manila nel luglio 1615 per avvertire il governatore dei risultati della spedizione e per far presente che i 4 galeoni sarebbero presto partiti per le Filippine. De Silva, stava preparando una grande flotta. Egli per procurare artiglieria per questa spedizione indebolì le difese della città di Manila con gravi rischi in caso di attacco alla città da parte degli olandesi.

Non vedendo arrivare i galeoni portoghesi che gli erano stati promessi, pensò di andare loro incontro. Nonostante il parere negativo di molti suoi subordinati egli decise di partire nel febbraio 1616 alla volta di Malacca, invece di dirigersi subito verso le Molucche dove sembra che Gerónimo de Silva, avesse già concluso accordi con gli indigeni delle isole di Maquien e Motiel che in caso di arrivo di questa grande spedizione essi si sarebbero ribellati agli olandesi e avrebbero aiutato gli spagnoli.34

Il governatore godeva di cattiva salute sembra che la malattia si fosse già manifestata prima della partenza da Manila. Ci sono testimonianze della malferma salute del governatore fin dalla prima spedizione alle Molucche del 1611. Egli già diverse volte aveva inviato petizioni al Re per essere sostituito nel suo incarico e per poter tornare in patria.

Il 9 febbraio 1616, comunque, il governatore delle Filippine, partì da Manila alla testa di una grande spedizione composta da 10 grossi galeoni, 4 galee, un patacco e altre imbarcazioni minori. I galeoni erano la capitania “Salvadora” di 2000 tonnellate di stazza, la almiranta “San Marcos” di 1700 tonnellate, i due galeoni “San Juan Bautista” e “Espiritu Santo” ognuno di 1300 tonnellate, e poi più piccoli i galeoni “San Miguel” (800 tonnellate), “San Felipe” (800 t.) , “Nuestra Señora de Guadalupe” (700 t.), “Santiago” (700 t.), “San Andres” (500 t.), “San Lorenço” (400 t.). Su tale flotta erano imbarcati 5000 uomini tra soldati e marinai, dei quali poco meno di 2000 spagnoli, era presente anche un unità di fanteria di soldati giapponesi, per finire erano circa trecento i pezzi di artiglieria imbarcati sulle navi. Presero parte alla spedizione anche 6 gesuiti.

La flotta era la maggior armata vista nelle isole ci dice il padre Colin, che si meraviglia che “en tierra tan recien conquistada, y poblada de Españoles, y la mas remota, y distante de toda su monarchia, pudiesse llegar a quaxarse una tal maquina”. Egli si diresse verso lo stretto di Malacca, dove nelle sue intenzioni doveva unire le sue forze con un armata portoghese e insieme attaccare prima la fattoria olandese di Giava e poi le basi olandesi nelle isole Molucche. Ma la flotta portoghese inviata dal vicerè da Goa, era già stata completamente distrutta nelle vicinanze di Malacca, essa venne attaccata da navi olandesi e i portoghesi per impedire la cattura da parte degli olandesi dei grossi galeoni furono costretti a bruciarli.

L’armata spagnola entrò nello stretto di Singapore il 25 febbraio 1616. Dallo stretto di Singapore, de Silva inviò con un “socorro” a Ternate Juan Gutierrez Paramo, con nuovamente l’incarico di sergente maggiore.35 Probabilmente assieme a Paramo venne inviato a Ternate anche Juan de la Umbria.36 Le condizioni di salute di de Silva peggiorarono e il 19 aprile 1616 dopo undici giorni di sofferenza spirò nella città di Malacca. Tutta l’impresa si concluse in un colossale fiasco, niente fu fatto contro gli olandesi e la morte di de Silva a Malacca, avvenuta poco dopo il suo arrivo, causò la fine ingloriosa di questa spedizione.

L’armata ritornò a Manila agli inizi del giugno del 1616.37 Inoltre a causa delle febbri e delle malattie che colpirono la flotta durante la permanenza a Malacca e nello stretto di Singapore, gran parte degli uomini della flotta morirono, le navi fecero ritorno a Manila “sin jente”. La decisione di de Silva di passare prima da Malacca invece che di puntare direttamente sulle Molucche è alquanto strana, anche considerando che i galeoni portoghesi dovevano secondo gli accordi raggiungere le Filippine per unirsi alla flotta spagnola. All’epoca della partenza da Manila di de Silva essi dovevano essere arrivati da tempo se non fossero stati intercettati dagli olandesi. Stranamente de Silva volle comunque tentare di unire le proprie forze con quelle portoghesi nonostante questa volta avesse ai suoi comandi una grossa e importante forza navale e la posizione degli olandesi nelle Molucche fosse molto precaria come ci informano diversi testimoni, “el enemigo estua flaco en aquella saçon”. Vergara era certo che se la flotta spagnola si fosse recata senza indugio direttamente alle Molucche senza passare da Malacca, gran parte delle isole sarebbe stata conquistata dagli spagnoli.38

LE FILIPPINE

Dopo il fallimento della spedizione Maldonado ritornò a Manila, dove l’audiencia lo nominò governatore della gente di guerra della città di Manila, prese parte alla battaglia di Playa Honda del 1617 sotto i comandi del generale Don Juan Ronquillo, imbarcandosi nella galera capitana.

Sotto il governo di Geronimo de Silva nelle Filippine, venne nominato generale delle galee reali. Nel 1620 venne inviato su ordine di Fajardo de Tença all’imbarcadero di Capul ad attendere e scortare le navi provenienti dalla Nuova Spagna. Nel 1621, venne promosso generale delle navi che andavano alla Nuova Spagna, ma il viaggio non venne effettuato per cui fu reintegrato nella sua precedente carica di generale delle galee reali, incarico che Maldonado ricopriva ancora nell’agosto del 1623.39

Nel marzo 1621 a Madrid era stata emessa una Real Cedula nella quale viene concessa licenza, a Don Fernando Centeno Maldonado residente nelle Filippine, di venire in Spagna per un periodo di quattro anni. 40

Nella Real Cedula del 1622 il re di Spagna, in caso di morte del governatore delle Filippine, “…en caso que muriesse el Gouernador dellas subsediessem en el cargo de capitanes fuistis uno de los nombrados…” viene nominato anche Fernando Centeno Maldonado.41

Il 15 agosto 1623 con carta di Alonso Fajardo de Tença, in esecuzione della cedola reale vengono encomiendati 472 tributi interi, cioè la metà dell’encomienda di Mambusao nell’isola di Panay. I documenti del 1623 attestano che Fernando Centeno Maldonado aveva servito nelle Molucche per circa 9 anni, 6 dei quali aveva servito in una compagnia con la quale, come abbiamo visto, aveva partecipato a numerosi episodi delle lotte tra gli spagnoli e gli olandesi in quelle isole. Sempre nel 1623 Fernando Centeno Maldonado risulta ancora “casado con Dona Maria de Alvarado Bracamonte”, sorella di Don Juan de Alvarado Bracamonte, “fiscal de la Audiencia” della Filippine e di Don Luis de Alvarado Bracamonte, che da molti anni serviva il re nelle Filippine.42

Nel 1625 Don Jerónimo de Silva intentò causa di processo contro i generali Fernando Centeno Maldonado e Juan Bautista de Molina, comandanti dei galeoni San Raimundo e San Ildefonso per eccessi. Il fatto è relativo alle cosiddetta terza battaglia navale di Playa Honda, battaglia nella quale de Silva accusò Fernando Centeno Maldonado e Juan Bautista de Molina, comandanti dei galeoni San Raimundo e San Ildefonso, di non aver rispettato gli ordini da lui dati. De Silva a bordo del galeone Nuestra Señora de la Concepción, la nave capitana dell’armata spagnola, il 12 aprile 1625 scoprì una flotta di navi olandesi davanti alla Punta di Volinao (Bolínao). Gli spagnoli inseguirono per tutto il giorno e fino al giorno successivo le navi olandesi in attesa di essere raggiunti dal grosso della flotta per dare battaglia ai nemici. Il 13 aprile 1625 giunsero alcune navi spagnole tra cui i galeoni San Ildefonso, comandato dal generale Juan Bautista de Molina, e San Raimundo, comandato dal generale Fernando Centeno Maldonado. Don Jerónimo de Silva aveva ordinato di attaccare i nemici, ma, secondo lui, a causa del fatto che i due comandanti non obbedirono agli ordini di de Silva, gli spagnoli persero una buona occasione per dare un duro colpo agli olandesi.43

Altre informazioni sul periodo di servizio di Maldonado alle isole Molucche e nelle Filippine si possono ricavare da un documento del 1632. Si tratta di un Memoriale del generale Fernando Centeno Maldonado nel quale Maldonado chiede la proroga per dieci anni della licenza, che aveva ricevuto nel 1621 per 4 anni, di tornare in Spagna per saldare l’eredità dei suoi genitori. Maldonado afferma che sono circa 30 anni che serve il re di Spagna e di questi circa 27 gli ha passati servendo la Spagna nelle Molucche e nelle Filippine, negli ultimi tre anni invece aveva servito come governatore dello Yucatan.44 La risposta alla richiesta di Maldonado giunge una prima volta con Real Cedula nel 1633, in questo documento la licenza gli viene estesa di due anni.45 Poi, l’anno successivo, nel 1634, c’è un’altra Real Cedula nella quale viene concessa una proroga di altri quattro anni alla licenza che gli era stata data per venire in Spagna.46

LO YUCATAN

Alcuni anni dopo Maldonado si trova in Messico. Dopo essere arrivato in Messico dalle Filippine, nel 1631, fu incaricato dal viceré della Nuova Spagna del governo dello Yucatán.47 Il Viceré, Rodrigo Pacheco y Osorio, III Marqués de Cerralbo, conoscendo la sua esperienza lo inviò come governatore nella provincia dello Yucatán, al posto di Don Juan de Vargas, che era stato imprigionato a Città del Messico.48

Fernando Centeno Maldonado fu governatore dello Yucatán in due occasioni: la prima tra il novembre 1631 e l’agosto 1633, la seconda tra il giugno 1635 e il marzo 1636.49

PRIMO MANDATO DI GOVERNATORE

Don Fernando prese possesso della sua carica di governatore ad interim dello Yucatán il 28 ottobre 1631, quando giunse a Campeche.50 Il 10 novembre il nuovo governatore raggiunse la capitale della provincia, la città di Merida.51 Egli fu nominato ad interim per succedere a D. Juan de Vargas Machuca che era stato incarcerato per gravi abusi nell’esercizio del suo ufficio e in particolare per il fatto di nominare “jueces de grana” nella regione che saccheggiavano arbitrariamente la popolazione Maya.

Quando Fernando Centeno Maldonado prese possesso del suo incarico, la regione aveva sofferto una prolungata serie di calamità. I villaggi indios risultavano spopolati, la popolazione si era rifugiata nella selva in cerca di cibo e di beni di prima necessità. Tale situazione però non poteva essere tollerata dal governo spagnolo, c’era infatti il rischio che gli indigeni tornassero alle loro vecchie pratiche di culto, e cosa ancor peggiore, che si affrancassero dal controllo del governo spagnolo e da quello dei propri “encomenderos”. Per risolvere la questione Maldonado riunì in assemblea le persone più in vista di Merida e in questa assemblea fu deciso di persuadere gli indigeni senza l’uso della forza, ma di persuaderli con le buone maniere. Allo scopo furono scelti due frati francescani che conoscevano bene la lingua Maya, i due erano Pbro. D. Eugenio de Alcántara e Frate Lorenzo de Loayza. A loro fu dato l’incarico di raggiungere gli indigeni nelle località dove si erano rifugiati e persuaderli a tornare ai loro villaggi. Allo scopo gli spagnoli fornirono a coloro che rientravano nei propri villaggi cibo e sostentamento. Nella loro opera i due frati furono accompagnati anche dal nuovo governatore, che utilizzò la missione anche per visitare i villaggi e conoscere la provincia dove doveva governare. La missione durò ben quattro mesi. Agli indigeni furono donati, oltre al cibo, anche “solares” e case dove poter abitare. La tattica ebbe un grande successo, solo lungo la costa si stabilirono oltre 16.000 indios (escludendo dal conteggio bambini e ragazzi).52 In un altro documento Maldonado indica che gli indios fuggiti dai villaggi e che si erano nascosti nelle montagne erano più di quarantamila.53

Fernando Centeno Maldonado si rese però conto che alcuni capi indigeni tendevano a nascondere alcuni indigeni per poterli utilizzare nelle loro proprietà. Per impedire ciò decise di agire duramente: appena giungeva in un villaggio faceva erigere una forca e con solennità faceva proclamare in lingua Maya da un banditore cittadino il divieto di tale pratica pena la forca. Il risultato fu che oltre a ciò non fu necessario fare altro, perché nessuno dei capi indigeni si arrischiò di subire una tale condanna. Il governatore, per evitare ulteriori tentazioni, inviò i soldati spagnoli a bruciare le fattorie disabitate che gli indigeni avevano impiantato nella foresta.54

Questi fatti sono narrati anche in un altro documento di Maldonado del novembre 1632 dove il governatore ci informa dello stato della regione dove una grande quantità di indiani avevano lasciato la provincia e si erano rifugiati nelle montagne.55

In un altro documento, sempre del novembre 1632, Maldonado fa presente dell’importanza di fondare nella provincia un presidio di 50 soldati per limitare le numerose rivolte e ribellioni degli indigeni. Questo sarebbe utile anche per salvaguardare l’incolumità dei religiosi che vivono in questa provincia. Negli ultimi tempi, infatti, erano stati uccisi due frati e un cappellano oltre ad alcuni soldati che cercavano di sedare le frequenti ribellioni.56 Gli unici che amministravano la dottrina cristiana nella provincia erano i francescani, secondo quanto afferma Fernando Centeno Maldonado, governatore dello Yucatán, in una sua missiva al re, del novembre 1632. In tutta la provincia ci sono 104 frati che mantengono 35 conventi.57

Nel luglio 1632 il governatore si trasferì a Campeche assieme a parte delle truppe per fronteggiare la minaccia dei corsari, ma tale minaccia non si materializzò. Nel mese di ottobre del 1632, Maldonado, governatore della provincia, scrisse al Viceré informandolo della necessità di fortificare il porto di Campeche.58 Ma sembra che poco fu fatto, perché l’anno successivo, nel mese di agosto 1633, dieci imbarcazioni corsare con a bordo oltre 500 uomini attaccarono la città di Campeche conquistandola, dopo un breve combattimento, e la saccheggiarono.59 I corsari erano comandati da Pie de Palo, cioè l’olandese Cornelis Jol60, e Diego il Mulatto.

Nei giorni in cui si svolsero questi fatti, nell’agosto 1633, arrivò il nuovo governatore della provincia, Jerónimo de Quero.61 Dopo l’arrivo del nuovo governatore Don Fernando Centeno Maldonado si ritirò a vivere nella città di Campeche con la sua famiglia.62 Maldonado rimase a vivere a Campeche fino alla notizia della morte del governatore de Quero avvenuta l’11 marzo 1635. Avuto la notizia della morte si imbarcò per Goazalcoalcos (Coatzacoalcos) e da qui raggiunse Città del Messico, dove richiese la nomina di governatore ad interim.63

SECONDO MANDATO DI GOVERNATORE

La richiesta di Maldonado fu accolta e il 23 giugno 163564 giunse a Campeche prendendo il governo della provincia. Nominò suo tenente e assessore D. Cristobal de Aragon y Acedo. In un suo scritto dell’agosto 1635 Maldonado rimarca l’importanza per la difesa di Campeche di costruire un forte. Questo nuovo forte dovrebbe essere munito di sei cannoni di bronzo che sarebbero stati di beneficio per la difesa delle navi. Maldonado informa che il luogo che stava considerando per l’erezione di questo forte era molto buono con facile reperimento di materiali da costruzione e con molti indios disponibili per i lavori di fortificazione. Maldonado considerava che con circa trentamila ducati si sarebbe potuto edificare la fortificazione.65

In questo suo secondo mandato sembra che Don Fernando Centeno Maldonado si interessase più al lucro personale che al rispetto degli ordini del Re. Infatti nell’agosto 1633 il Re aveva ordinato di abolire i “jueces de grana, vinos y repartimientos”, favorendo i nativi, ma lui appena al governo nominò i propri giudici e iniziò la propria speculazione di accordi e contratti con gli indigeni. Questo fece si che l’”Ayuntamiento y Alcades de Mérida” lo accusassero davanti al “Consejo de Indias”. Tale mossa non fu però fatta con lo scopo di favorire gli indigeni, ma bensì solo per timore di alcuni che un nuovo governo di Maldonado gli avesse sfavoriti nei loro interessi. Infatti dopo la fine del suo primo periodo di governo, sembra, che molti finti amici di quando era potente, lo avessero ora abbandonato. Gli stessi, adesso che Maldonado era di nuovo governatore, temevano di essere penalizzati.66

Un altro errore che Maldonado fece in questo suo secondo mandato fu quello di intromettersi negli affari religiosi che non erano di sua diretta competenza. Infatti cercò di intromettersi negli affari dei francescani dopo l’elezione del padre provinciale appoggiando il gruppo di minoranza dei frati. Ciò provocò la reazione e la lamentela al Viceré della Nuova Spagna da parte del Padre Provinciale eletto, Frate Bernabé Pobre. Saputo della lamentela Maldonado riunì, il 14 gennaio 1636, l’Ayuntamiento di Mérida e inviò una carta al Viceré firmata dai membri dell’Ayuntamiento che difendeva l’operato di Maldonado. L’atto però arrivò troppo tardi, infatti, il Viceré, Lope Díez de Aux y Armendáriz, Marchese de Cadreita, lo destituì con ordine firmato il 19 gennaio 1636.67 Il suo posto fu preso dal generale D. Andrés Pérez Franco che prese possesso del governo dello Yucatán il 14 marzo 1636 a Mérida. Dopo questa delusione Fernando Centeno Maldonado partì immediatamente con la sua famiglia per Campeche da dove aveva intenzione di imbarcarsi per Veracruz. Ma Fernando Centeno Maldonado non arrivò mai a Campeche, ma mori a circa 50 chilometri di distanza, nella cittadina di Hecelchakán. Fu sepolto nel convento di questa cittadina.68 Da quanto risulta da un documento del 1637, Maldonado lasciò la moglie vedova e due bambine piccole, che all’epoca della sua morte dovevano avere 2 e 3 anni.69 Maldonado doveva essere rimasto vedovo della prima moglie e durante il suo soggiorno in Messico si doveva essere risposato in secondo nozze.

LA VEDOVA DI MALDONADO: ISABEL DE CARABEO

Le disavventure per la famiglia di Maldonado non terminarono, perché la vedova, Isabel de Carabeo dopo la sepoltura del marito si imbarcò per Veracruz sulla prima nave disponibile. Ma la sua imbarcazione fu assaltata dal corsaro Diego El Mulato che catturò la nave e tutti i passeggeri. Per fortuna di Isabel il corsaro la conosceva e la trattò bene. Infatti la famiglia di Maldonado composta dalla vedova e da due bambine piccole, fu rilasciata dopo pochi giorni.

Un documento datato 1662, dov’è riportata una testimonianza fatta nell’agosto del 1658, ci informa che dal matrimonio tra Fernando Centeno Maldonado e Isabel de Carabeo (y Silva) nacquero tre figlie. La figlia maggiore (che come abbiamo visto si chiamava Teresa) è defunta mentre delle altre due figlie viene citato il nome: Dona Maria (Senteno) e Dona Elena (de Silva y Guzman). Da queste informazioni possiamo dedurre che al momento della morte di Fernando Centeno Maldonado, sua moglie Isabel era in attesa di un’altra bambina.70

La vedova di Ferdinando Centeno Maldonado, Isabel de Carabeo inviò nell’ottobre 1637, una richiesta per un encomienda per sua figlia Teresa per poter godere dell’encomienda che aveva ereditato da suo padre nelle Filippine nonostante che la bambina risiedesse in Messico. Nella richiesta la vedova di Maldonado chiese anche che in caso di morte della figlia maggiore, gli stessi diritti possano essere ereditati dalla sua seconda figlia. Nello stesso documento sono presenti il memoriale dei servizi resi da suo marito e la lettera ufficiale di Gabriel de Ocaña y Alarcón a Juan Pardo per informarlo della misericordia concessa a Isabel de Carabeo, datata Madrid, 22 dicembre 1637.71

Nel dicembre 1637, il Consiglio delle Indie concede a Isabel de Carabeo (nel febbraio 1638 Juan Grau chiede la correzione dell’errore che si è verificato a nome della vedova di Fernando Centeno Maldonado per aver messo nel documento il nome errato di Isabel de Carvajal al posto di Isabel de Carabeo), vedova di Fernando Centeno Maldonado che sua figlia maggiore, Teresa (Theresa), che ha un età di 4 anni, abbia il diritto dei frutti dell’encomienda che suo padre aveva nelle Filippine. Tale diritto le fu concesso anche se la bambina all’epoca risiedeva in Messico a condizione che tenesse uno scudiero “y sirviendo per esta gracia con mill pesos en reales de plata dople pagados en la caxa real de la Ciudad de Mexico de la Nueva España”, e se muore tale diritto passerà a sua sorella che ha 3 anni di età. Questo viene accordato perché una cosa simile era già stata fatta con la moglie di Esteuan de Alcazar che anche lei aveva una encomienda nelle Filippine.72

Nell’archivio delle Indie di Siviglia si trovano altri documenti che trattano la concessione dell’encomienda alla figlia di Fernando Centeno Maldonado. Il primo documento è datato 27 febbraio 1638 ed è la “Real Cédula” cioè il decreto reale che concede a Teresa, figlia maggiore di Fernando Centeno Maldonado, l’”encomienda” del suo defunto padre, anche se non risiede nelle Filippine, purché ci metta uno scudiero e che una sua sorella possa succederle in caso di morte.73 Ha la stessa data anche l’ordine di addebito a Isabel de Carabeo per l’encomienda. Si tratta del Regio Decreto per i funzionari del Tesoro Reale del Messico, per riscuotere da Isabel de Carabeo, vedova di Fernando Centeno Maldonado, una certa somma di denaro per la misericordia che è stata fatta a una sua figlia che può godere dell’encomienda del padre.74

L’ultimo documento è datato 6 maggio 1638 ed è il Regio decreto (“Real Cédula”) al presidente e ai membri (“oidores”) dell’Audiencia del Messico, affinché siano raccolti i 1.000 pesos che deve Isabel de Carabeo, vedova di Fernando Centeno Maldonado, per la misericordia che è stata fatta alla figlia Teresa affinché possa godere dell’encomienda del padre nelle Filippine che le è stata affidata, pur risiedendo fuori da quelle isole, tali denari siano prelevati a chi li deve pagare, e siano inviati in Spagna.75

Successivamente Isabel de Carabeo si sposò in seconde nozze con Diego Orejón Osorio, di questo ci informa un documento del 1650, una “Real Cedula”, nella quale si viene anche a sapere che Isabel ha ottemperato all’obbligo di pagare i 1000 pesos per la dispensa concessa a sua figlia Teresa, in modo che possa godere dell’encomienda che ha nelle Filippine, mettendo uno scudiero per servirla.76

Nell’Archivo Histórico Nacional c’è un altro documento “Consultas y pareceres dados a S.M. en asuntos de gobierno de Indias, Vol. I” dove si trova un ultimo riferimento a Isabel de Carabeo. Leggiamo al numero 741: “D.a Ysabel Carabeo 14 Diz.re (1657) pide 20_ Duc.os de Encomienda en consideracion de los servicios de sus dos maridos, y en conformidad de la ordenanza, se manda traza informe por el Virrey, y Audiencia, y per donde conte los servicios”.77

Un ultimo documento riporta la data del febbraio 1662, è un documento di 76 pagine dove sono riportati i meriti di Fernando Centeno Maldonado e di Diego Orejon Osorio i due mariti di Isabel de Carabeo. Nel documento si capisce che Isabel è di nuovo vedova “…Don Fernando Zenteno y Don Diego de Orejon Osorio maridos que fueron de Doña Isabel de Carabeo vidua…”. Isabel richiedeva 2000 ducati all’anno per l’encomienda di cui godeva in Nuova Spagna Doña Josepha Bazan. Secondo gli ufficiali reali però sembra abbastanza “en la finca mencionada” la cifra di 1000 pesos “per su vida” all’anno .78

Il secondo marito di Isabel de Carabeo, Diego Orejón Osorio, fu insignito dell’abito di Cavaliere dell’ordine di Santiago e nella sua vita tenne numerosi posti militari e uffici politici e di giustizia. Arrivò in Messico dal regno di Castiglia. Fu capitano di fanteria spagnola nel presidio de la Nueva Ciudad de la Veracruz. Fu Alcalde mayor de la Villa Alta de San Idephonso (?). Fu Regidor della Città del Messico. Fu Alcalde Mayor de las Minas de Pachuca. Alcalde Mayor e teniente de capitanos de la Provincia de Xicayan. Fu Alcalde ordinario e corregidor della Città del Messico. Fu Alcalde mayor y teniente de capitanos de la Cidad de la Puebla de los Angeles dove morì nell’esercizio del suo incarico.79

BIBLIOGRAFIA

Colin-Pastells “Labor Evangelica: Ministerios Apostolicos De Los Obreros De La Compañia de Iesvs,” vol. III

Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868

Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

Monumenta historica Societatis Iesu. Vol. 126: Documenta Malucensia III (1606-1682), 1984

Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910

DOCUMENTI

Informaciones: Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1615
Signatura: FILIPINAS,60,N.18

Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1616-10-14
Signatura: FILIPINAS,47,N.4

Confirmación de encomienda a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1616-11-02
Signatura: INDIFERENTE,450,L.A4,F.227-227V

Asociado Consulta sobre merced a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1617-02-18
Signatura: FILIPINAS,1,N.175

Aumento de encomienda a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1617-06-09
Signatura: INDIFERENTE,450,L.A5,F.26-27

Carta del Cabildo secular de Manila y franciscanos recomendando a Alvarado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1619-08-06
Signatura: FILIPINAS,20,R.13,N.91

Carta del Cabildo secular de Manila sobre Alvarado Bracamonte
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1619-08-06
Signatura: FILIPINAS,27,N.113

Respuesta a Fajardo de Tenza sobre varios asuntos
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1620-12-13
Signatura: FILIPINAS,329,L.2,F.379R-386V

Petición de Fernando Centeno de licencia para venir a España
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1621-03-06
Signatura: FILIPINAS,38,N.64

Licencia para venir a España a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1621-03-29
Signatura: INDIFERENTE,450,L.A6,F.157V-158

MERITOS: Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1623-08-15
Signatura: INDIFERENTE,111,N.43

Carta del Cabildo secular de Manila pidiendo más agustinos
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1624-08-10
Signatura: FILIPINAS,80,N.99

Carta de Marcos Zapata sobre J. Legazpi, holandeses
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1625-07-30
Signatura: FILIPINAS,20,R.19,N.129

Carta de Jerónimo de Silva sobre asuntos de gobierno
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1625-08-04
Signatura: FILIPINAS,7,R.6,N.84

Confirmación de encomienda de Mambusao
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1626-07-02
Signatura: FILIPINAS,48,N.11

Confirmación de encomienda a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1626-08-01
Signatura: INDIFERENTE,451,L.A9,F.233-234

Orden a oficiales de Filipinas de cobrar a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1626-09-10
Signatura: INDIFERENTE,451,L.A9,F.262-262V

Petición del dominico Mateo de la Villa de limosna de vino y aceite
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1627-03-06
Signatura: FILIPINAS,80,N.120

Petición de Francisco de Rebolledo de encomienda de su mujer
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1631-08-11
Signatura: FILIPINAS,40,N.27

CARTAS DE GOBERNADORES
Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1631-12-02
Signatura: MEXICO,360,R.1,N.1

Petición de Fernando Centeno Maldonado de prórroga de licencia
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-07-23
Signatura: FILIPINAS,40,N.33

Carta del virrey Rodrigo Pacheco Osorio, marqués de Cerralbo.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-10-07
Signatura: MEXICO,31,N.9

Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-11-08
Signatura: MEXICO,31,N.50

Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-11-08
Signatura: MEXICO,31,N.52

Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-11-08
Signatura: MEXICO,31,N.53

CARTAS DE GOBERNADORES
Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-11-08
Signatura: MEXICO,360,R.1,N.2

CARTAS DE GOBERNADORES
Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1632-11-08
Signatura: MEXICO,360,R.1,N.3

Prórroga de licencia a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1633-01-30
Signatura: INDIFERENTE,452,L.A15,F.86-88

Real Cédula
Real Cédula a Baltasar Sanli Casanova, confirmándole los indios que Don Fernando Centeno Maldonado, gobernador interino de Yucatán, le encomendó.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1633-08-01
Signatura: INDIFERENTE,453,L.A16,F.12-13V

Prórroga de licencia a Fernando Centeno Maldonado
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1634-06-07
Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.48R-50V

CARTAS DE GOBERNADORES
Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1635-08-12
Signatura: MEXICO,360,R.1,N.4

CARTAS DE GOBERNADORES
Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1635-08-12
Signatura: MEXICO,360,R.1,N.5

Real Cédula
Real Cédula a Martín de Vargas confirmándole los 300 pesos de minas, 150 fanegas de mais y 300 aves que D. Fernando Centeno Maldonado, gobernador interino de Yucatán le situó como ayuda de costa por dos vidas
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1637-06-20
Signatura: INDIFERENTE,454,L.A20,F.140-142V

Petición de Isabel de Carvajal de encomienda para su hija
Memorial de Isabel de Carvajal (sic por Carabeo), viuda del general Fernando Centeno Maldonado, dando cuenta de los servicios prestados por su marido, y suplicando que la hija de ambos, Teresa, pueda gozar de la encomienda que heredó de su padre en Filipinas a pesar de residir en México, que dicha encomienda pueda heredarla su segunda hija en caso de fallecer la mayor, y que la composición se haga atendiendo a los méritos de su difunto marido.
Acompaña: Oficio de Gabriel de Ocaña y Alarcón a Juan Pardo avisándole de la merced concedida a Isabel de Carabeo. Madrid, 22 de diciembre de 1637.
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1637-10-02
Signatura: FILIPINAS,41,N.39

Consulta sobre merced a Isabel de Carabeo
Consulta del Consejo de Indias proponiendo que se haga merced a Isabel de Carvajal (sic), viuda de Fernando Centeno Maldonado, de que su hija Teresa pueda gozar de los frutos de la encomienda de su padre en Filipinas residiendo en Mexico a condición de que ponga escudero y sirva con 1000 pesos, y si muriese la goce su hermana.
R.: Acepta la propuesta.
Cat. 16522 Memorial de Juan Grau pidiendo que se subsane el error que ha habido en el nombre de la viuda de Fernando Centeno Maldonado por haberse puesto en el memorial Isabel de Carvaja en lugar de Isabel de Carabeo. 26 de febrero de 1638.
Cat. 16605
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1637-12-01
Signatura: FILIPINAS,2,N.6

Concesión sobre la encomienda de Fernando Centeno Maldonado
Real Cédula concediendo a Teresa, hija mayor de Fernando Centeno Maldonado, que pueda gozar la encomienda de su difunto padre, aunque no resida en Filipinas, siempre que ponga un escudero en ella, y que una hermana suya pueda sucederla a ella en caso de muerte. Hizo la petición su madre Isabel de Carabeo. (Cat. 16607)
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1638-02-27
Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.37V-41R

Orden de cobrar a Isabel de Carabeo por encomienda
Real Cédula a los oficiales de la real Hacienda de México, para que cobren a Isabel de Carabeo, viuda de Fernando Centeno Maldonado, cierta cantidad de dinero por la merced que se ha hecho a una hija suya de que pueda gozar la encomienda de su padre. (Cat. 16608)
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1638-02-27
Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.41R-42R

Orden sobre cobro por una merced de encomienda
Real Cédula al presidente y oidores de la Audiencia de México, para que los 1.000 pesos con que sirve Isabel de Carabeo, viuda de Fernando Centeno Maldonado, por la merced que se le ha hecho a su hija Teresa de que pueda gozar la encomienda que su padre tenía en Filipinas, aún estando fuera de aquellas islas, se cobren de las personas que los deban pagar, y que siendo parte legítima sus curadores se cobren de ellos y se envíen a España. (Cat. 16642)
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1638-05-06
Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.52V-53R

Cumplimiento de la obligación contraida por Isabel Carabeo
Real Cédula a declarando haber cumplido Isabel Carabeo, mujer de Diego Orejón Osorio, los mil pesos que quedó obligada a pagar por la dispensa que se concedió a su hija Teresa, para que pueda gozar la encomienda que tiene en Filipinas, poniendo escudero que la sirva.
(Cat. 81920)
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1650-03-11
Signatura: FILIPINAS,347,L.3,F.305V-306V

Consultas y pareceres dados a S.M. en asuntos de gobierno de Indias , Vol. I
741: “D.a Ysabel Carabeo 14 Diz.re (1657) pide 20_ Duc.os de Encomienda en consideracion de los servicios de sus dos maridos, y en conformidad de la ordenanza, se manda traza informe por el Virrey, y Audiencia, y per donde conte los servicios”.
Archivo: Archivo Histórico Nacional
Fechas: 1586 / 1678
Signatura: CODICES,L.752

FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO
Archivo: Archivo General de Indias
Fechas: 1662-02-11
Signatura: MEXICO,244,N.25

NOTE

1 AGI: “Petición de Isabel de Carvajal de encomienda para su hija” Signatura: FILIPINAS,41,N.39 Fecha creación: 1637-10-02 Código de referencia ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,41,N.39. Vedi anche: AGI: “Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán”. CARTAS DE GOBERNADORES. Signatura: MEXICO,360,R.1,N.5Fecha creación: 1635-08-12 , Mérida de Yucatán. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//MEXICO,360,R.1,N.5. Vedi anche: AGI: “Informaciones: Fernando Centeno Maldonado”. Signatura: FILIPINAS,60,N.18. Fecha formación: 1615. Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,60,N.18

2 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

3 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

4 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

5 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

6 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

7 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

8 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

9 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

10 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

11 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

12 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

13 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

14 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

15 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

16 Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

17 Vedi nota 1 del traduttore H.-D. de Grammont in: Jeronimo Conestaggio “Relation des préparatifs faits pour surprendre Alger” 1882

18 Voce: Juan de Cardona y Requesens nella “Real Academia de la Historia” http://dbe.rah.es/biografias/29085/juan-de-cardona-y-requesens

19 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18

20 Bernardo José García “La pax hispánica: política exterior del Duque de Lerma” 1996, Leida, pag. 42-45 dove è indicato un documento: “Consulta del consejo de estado sobre lo que escribio Juan de Cardona en carta de 10 de septiembre de 1602 sobre las empresas de Argel, Bugia, y hazer alguna correria con la Armada” (Valladolid 17 septiembre 1602: AGS.e. Expediciones a Levante leg. 1948. f. 94)

21 Il termine “entretenido”, che oggi non viene più utilizzato, era molto usato nei secoli XVI e XVII. In senso civile e amministrativo si intendeva una persona che ha avuto dei meriti per ottenere una posizione. In ambito militare aveva un significato complesso: di solito si trattava di soldati esperti, vecchi capitani, e sergenti riformati, che avevano fatto molte guerre, ma che non potevano più servire come militari ordinari. Questi soldati dovevano seguire il loro generale o comandante ed erano una sorta di corpo di guardia del generale.

22AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18

23 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18 dove c’è anche la testimonianza di Pedro de Heredia su alcuni di questi fatti.

24Secondo me la sposa di Vergara, era la figlia di questo capitano vedi Monumenta historica Societatis Iesu. Vol. 126: Documenta Malucensia III (1606-1682) Doc. 38: “Masonio a Acquaviva, Ternate, 20 marzo 1609” pp. 151-152

25Monumenta historica Societatis Iesu. Vol. 126: Documenta Malucensia III (1606-1682) Doc. 38: “Masonio a Acquaviva, Ternate, 20 marzo 1609” pp. 151-152

26 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18, foglio C36

27 Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, p. 255

28 Su Esteban de Alcázar vedi: Marco Ramerini ”Esteban de Alcázar, un soldato al servizio del re di Spagna in Europa, alle Filippine e alle Molucche” 2021, https://www.colonialvoyage.com/esteban-de-alcazar-un-soldato-al-servizio-del-re-di-spagna-in-europa-alle-filippine-e-alle-molucche/

29AGI: “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc” 1616-10-14 FILIPINAS,47,N.4

30 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18, fogli a56-a57

31 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18, Bloque 4, foglio 5 (240). AGI: “Asociado Consulta sobre merced a Fernando Centeno Maldonado” 1617-02-18 Signatura: FILIPINAS,1,N.175

32AGI: “Aumento de encomienda a Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1617-06-09. Signatura: INDIFERENTE,450,L.A5,F.26-27

33 “Generale Missiven” vol. I pp. 37-38

34 Correspondencia de Don Gerónimo de Silva” in “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España” Vol. 52, 1868, pp. 284-285

35 AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625”, Filipinas,48,N.1

36 AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623”, Filipinas,47,N.60

37 Per ulteriori informazioni su questa spedizione vedi l’estesa relazione data in: Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 581-646

38 AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37

39AGI: “MERITOS: Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1623-08-15 Signatura: INDIFERENTE,111,N.43

40AGI: “Licencia para venir a España a Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1621-03-29 Signatura: INDIFERENTE,450,L.A6,F.157V-158

41 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2, Recto 10

42AGI: “MERITOS: Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1623-08-15 Signatura: INDIFERENTE,111,N.43

43AGI: “Carta de Jerónimo de Silva sobre asuntos de gobierno” Fechas: 1625-08-04 FILIPINAS,7,R.6,N.84

44AGI: “Petición de Fernando Centeno Maldonado de prórroga de licencia” Fechas: 1632-07-23 Signatura: FILIPINAS,40,N.33

45AGI: “Prórroga de licencia a Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1633-01-30 Signatura: INDIFERENTE,452,L.A15,F.86-88

46AGI: “Prórroga de licencia a Fernando Centeno Maldonado” Fechas: 1634-06-07 Signatura: FILIPINAS,347,L.1,F.48R-50V

47 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2, Verso 12. AGI: CARTAS DE GOBERNADORES “Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán” Fechas: 1635-08-12 Signatura: MEXICO,360,R.1,N.5

48AGI: CARTAS DE GOBERNADORES “Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán” Fechas: 1631-12-02 Signatura: MEXICO,360,R.1,N.1

49 Sergio Quezada, Tsubasa Okoshi Harada “Papeles de los Xiu de Yaxá, Yucatán” Mexico 2001: “Mandamiento de don Fernando Centeno Maldonado al cabildo de Yaxá (Oxkutzcab a 19 de marzo de 1632)” nota n°10 di pag. 71

50 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2 Verso 10

51 In questo documento c’è la nomina a governatore dello Yucatan: AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2 Recto 9, Verso 9

52 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 92-95

53AGI: CARTAS DE GOBERNADORES “Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán” Fechas: 1635-08-12 Signatura: MEXICO,360,R.1,N.5

54 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 95-96

55AGI: “Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán” Fechas: 1632-11-08 Signatura: MEXICO,31,N.50

56AGI: “Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán” Fechas: 1632-11-08 Signatura: MEXICO,31,N.52

57AGI: “Carta de Fernando Centeno Maldonado, gobernador de Yucatán” Fechas: 1632-11-08 Signatura: MEXICO,31,N.53

58AGI: “Carta del virrey Rodrigo Pacheco Osorio, marqués de Cerralbo” Fechas: 1632-10-07 Signatura: MEXICO,31,N.9. El Gobernador de Campeche Don Fernando Centeno Maldonado al Virrey, sobre la fortificación de aquellos puertos. Campeche, 7-X-1632.

59 Nella “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 103-105 viene riportato anche il resoconto di una lettera inviata al Re da Fernando Centeno Maldonado, il 19 settembre 1633, poco dopo aver lasciato l’incarico di governatore a Jerónimo de Quero. Nella lettera si parla anche della conquista di Campeche da parte dei corsari, ma Centeno minimizza al massimo i danni e i saccheggi fatti alla città dai pirati “sin haber hecho daño ninguno en las casas ni iglesias”.

60 Cornelis Jol era un corsaro olandese e ammiraglio della Compagnia olandese delle Indie occidentali. Jol partecipò a numerose battaglie contro gli spagnoli. Oltre al saccheggio di Campeche la sua impresa più famosa fu la spedizione del 1641 in Africa che portò alla conquista della città di Luanda in Angola e dell’isola di São Tomé, nel golfo di Guinea. Mentre si trovava a São Tomé, fu colpito dalla malaria e morì il 31 ottobre 1641.

61 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 99-103

62 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 103

63 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 110-111

64 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2, Verso 13

65AGI: CARTAS DE GOBERNADORES “Carta de Fernando Centeno Maldonado, Gobernador de Yucatán” Fechas: 1635-08-12 Signatura: MEXICO,360,R.1,N.4

66 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 113-114

67 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 116-117

68 Juan Francisco Molinas Solis “Historia de Yucatán durante la dominacion Española”. TOMO II, 1910, pag. 117-118

69 AGI: “Petición de Isabel de Carvajal de encomienda para su hija” Signatura: FILIPINAS,41,N.39 Fecha creación: 1637-10-02 Código de referencia ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,41,N.39

70 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2 Recto 4, Recto 5

71 AGI: “Petición de Isabel de Carvajal de encomienda para su hija” Signatura: FILIPINAS,41,N.39 Fecha creación: 1637-10-02 Código de referencia ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,41,N.39

72 AGI: “Consulta sobre merced a Isabel de Carabeo” Signatura: FILIPINAS,2,N.6Fecha creación: 1637-12-01, Madrid Otras fechas: 1638 Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,2,N.6

73 AGI: “Concesión sobre la encomienda de Fernando Centeno Maldonado” Signatura:FILIPINAS,347,L.2,F.37V-41R Fecha creación: 1638-02-27 , Madrid Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.2,F.37V-41R

74 AGI: “Orden de cobrar a Isabel de Carabeo por encomienda” Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.41R-42R Fecha creación: 1638-02-27, Madrid Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.2,F.41R-42R

75 AGI: “Orden sobre cobro por una merced de encomienda” Signatura: FILIPINAS,347,L.2,F.52V-53RFecha creación: 1638-05-06, Madrid Código de referencia: ES.41091.AGI/25//FILIPINAS,347,L.2,F.52V-53R

76 AGI: Cumplimiento de la obligación contraida por Isabel Carabeo. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1650-03-11. Signatura: FILIPINAS,347,L.3,F.305V-306V

77 Archivo Histórico Nacional: Consultas y pareceres dados a S.M. en asuntos de gobierno de Indias , Vol. I.

Archivo: Archivo Histórico Nacional. Fechas: 1586 / 1678. Signatura: CODICES,L.752

78 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Bloque 1, 1 Recto

79 AGI: FERNANDO CENTENO Y DIEGO OREJON OSORIO. Archivo: Archivo General de Indias. Fechas: 1662-02-11. Signatura: MEXICO,244,N.25. Fogli: Bloque 2 Verso 7, Verso 8

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Colonialismo olandese Colonialismo portoghese Colonialismo spagnolo Indonesia Molucche

I forti periferici degli spagnoli alle isole Molucche (1606-1677)

Scritto da Marco Ramerini, 2005 (edizione 2021)

In questo testo descrivo le informazioni che, negli anni, ho raccolto riguardo agli avamposti spagnoli nelle isole periferiche delle Molucche, quindi escludendo le isole di Ternate e Tidore. Il controllo spagnolo, infatti, non si limitò soltanto alle due isole principali di Tidore e Ternate, che sono trattate in dettaglio in altri miei studi.1 Gli spagnoli ebbero presidi anche in numerose altre isole dell’arcipelago delle Molucche. Di questi presidi si riscontrano informazioni in vari documenti dell’epoca custoditi principalmente nell’Archivio delle Indie di Siviglia.

L’occupazione per alcuni anni di alcuni punti chiave in altre isole fu un tentativo da parte degli spagnoli di tamponare lo strapotere di mezzi e soldati con cui gli olandesi reagirono dopo la conquista spagnola di Ternate.2 Gli olandesi puntarono a controllare il commercio dei chiodi di garofano e della noce moscata. Gli spagnoli perdenti nel controllo commerciale di questi beni tentarono perlomeno, senza però un successo duraturo, di poter controllare i beni di prima necessità quali principalmente il sago e il riso che venivano importati da Halmahera e Bacan. Inoltre tentarono di estendere il loro controllo tramite la conversione al cristianesimo degli indigeni. Ciò si tradusse spesso in richieste di protezione agli spagnoli da parte dei villaggi cristiani delle isole.

Oltre a una moltitudine di posti fortificati a Ternate e Tidore, gli spagnoli mantennero a volte per pochi anni alcune postazioni fortificate anche nelle isole periferiche di Halmahera, Morotai e Sulawesi, posti importanti per il mantenimento dei presidi principali perché permettevano l’approvvigionamento di sago e altro cibo indispensabile per le guarnigioni maggiori e per il sostentamento della popolazione delle isole di Ternate e Tidore, isole dove a causa della conformazione del terreno e del continuo stato di guerra in cui versavano non permettevano la coltivazione di tali prodotti.3

1-ISOLA DI HALMAHERA (Batachina):

L’isola di Halmahera è l’isola più grande delle Molucche. In quest’isola gli spagnoli mantennero per alcuni anni diversi avamposti fortificati, Quest’isola era particolarmente importante per l’approvvigionamento di cibo per le guarnigioni spagnole di Ternate e Tidore. Secondo quanto scrive Rios Coronel nel 1621, gli spagnoli avevano 2 forti nell’isola di Halmahera.4 Nelle mie ricerche ho trovato i seguenti presidi spagnoli: San Juan de Tolo. Sabugo, Tafongo, Aquilamo, Payage e Jailolo.5

San Juan de Tolo, Toló6, Tollo

(Nome attuale: ?) (24 giugno 1606 – agosto 1613)

CAPITANI DI TOLO:

Juan Cortes: giugno 1606-agosto 1606

Juan de la Torre: agosto 1606-(il 14 aprile 1610 Juan de la Torre è a Tolo come capo del presidio.7

Juan de Espinosa: 1609

Francisco Bera (Vera) y Aragón (alfiere):

Francisco Bera (Vera) y Aragón (alfiere): -agosto 1613

Francisco Ribera y Aragón governò Tolo per due volte per un periodo complessivo di oltre tre anni.

La città di Tolo si trova lungo la costa orientale della penisola più settentrionale dell’isola di Halmahera. Questa parte dell’isola di Halmahera fronteggia la costa meridionale dell’isola di Morotai. Questa area era già stata in parte cristianizzata dai portoghesi nel sedicesimo secolo.

Nel 1569, in epoca portoghese, la città di Tolo, viene descritta da Rebelo, come non solo la più grande città della zona di Moro, ma anche come la più grande di tutte le Molucche. Sotto il governo di Bernaldim de Sousa (1549-1552), Tolo venne fortificata con la costruzione di “tranqueiras” e con artiglieria.8

Nel 1606, poco dopo la partenza di Acuña, gli spagnoli, comandati da Lucas de Vergara Gabiria, organizzarono una spedizione punitiva contro i ribelli che si erano rifugiati nell’isola di Halmahera, oltre alla distruzione di alcuni villaggi dei ribelli, il risultato più duraturo di questa spedizione fu la sottomissione e la promessa di conversione al cattolicesimo della città di Tolo, capoluogo della provincia di Moro e dei villaggi di Chiava (Cawa o Tjawa) e Samafo (Camafo).9

La città di Tolo, venne nominata San Juan de Tolo (São João do Tolo), perché gli spagnoli vi arrivarono il 24 giugno 1606, il giorno di San Giovanni Battista. In questo luogo, su richiesta dei cristiani del villaggio, venne subito eretta una croce.10

Tutta la zona di Moro, aveva già dato buoni frutti di conversione al cattolicesimo durante la presenza portoghese. A presidio della fortezza di Tolo, rimasero una ventina di soldati spagnoli comandati da Juan Cortes, nominato capitano di Tolo. Nell’agosto 1606, Juan Cortes, venne rimpiazzato come comandante del presidio di Tolo da Juan de la Torre, insieme al nuovo capitano arrivò a Tolo anche il padre gesuita Gabriel Rengifo da Cruz.

A Tolo fu costruita una chiesa e una residenza per il padre “…San Juan de Tolo donde huvo guarnicion de Españoles, Iglesia, y doctrina…”11 e furono presto battezzate 500 persone, visto i promettenti esordi di questa missione, il superiore dei gesuiti di Ternate, padre Luís Fernandes, inviò a Tolo anche un secondo frate, Jorge de Fonseca, nei primi nove mesi di missione vennero battezzate 1.400 persone.12 La missione di S. João do Tollo (o San Juan de Tolo) è quella che sembra dare più soddisfazione ai gesuiti.

Nel 1608, gli spagnoli rinforzarono le difese del presidio di Tolo e sventarono un tentativo di tradimento del sangaje di Tollo, aiutato da quello di Gamoconora.13 Nel 1609, il presidio di San Juan (Joan) de Tolo era sotto il comando di Juan (Joan) de Espinosa, esso comandava una truppa di 40 soldati spagnoli.14

Nel 1610, Caerden informa gli amministratori della VOC che gli spagnoli avevano un piccolo posto fortificato a Solo (=Tolo) nell’isola di Halmahera.15 Questo forte fu fatto smantellare da Gerónimo de Silva nel luglio 1613.16 L’effettivo abbandono di San Juan de Tolo venne portato a compimento nel mese di agosto del 1613. L’alfiere Francisco Ribera y Aragón, che governò le forze di Tolo e Morotay per due volte e per un periodo totale di oltre tre anni, con una sua lettera scritta proprio da San Juan de Tolo il 1 agosto 1613 ci prova senza ombra di dubbio che fino a quella data Tolo era ancora occupata dagli spagnoli.17

L’abbandono del presidio di San Juan de Tolo fu causa di grave danno per la reputazione degli spagnoli nelle isole. Con il presidio di San Juan de Tolo gli spagnoli controllavano tutta la provincia di Moro, che comprendeva la costa nord dell’isola di Halmahera e l’intera isola di Morotai, la zona, dove fin dall’epoca dei portoghesi avevano lavorato i missionari, era ricca di cristiani (Vidaña stima in 3.000 il loro numero, mentre Francisco Ribera y Aragon ci dice che sono quasi 2.000) e il loro abbandono fu un grave smacco per gli spagnoli, tanto più considerando il fatto che per presidiarla bastavano soltanto 20 soldati spagnoli. L’abbandono di un così gran numero di cristiani provocò scarsa fiducia negli altri indigeni nei confronti delle promesse degli spagnoli e certo non favorì altre conversioni. 18

All’abbandono di Tolo i gesuiti trasferirono con loro a Ternate 16 ragazzi, figli dei capi della zona, per istruirli alla fede cattolica, allo scopo gli alloggiarono nella loro casa dove aprirono un piccolo seminario.19

Sagugo20, Sabugu, Sabugo21, San Juan de Sabugo22:

(Nome attuale: ?) (1611- 1613)

CAPITANI DI SABUGO:

Juan de Espinosa y Sayas (capitano): 1611-

Juan de Azebedo:

Questo villaggio era situato sempre nella penisola settentrionale di Halmahera, ma lungo la costa sud-occidentale di questa penisola, poco a nord dell’isola di Ternate. Il villaggio di Sabugo venne conquistato dagli spagnoli durante la spedizione di Juan de Silva alle Molucche. Esso era situato poco a nord di Jailolo “una legua poco mas y menos de Jilolo”23

Sabugo viene definito dagli spagnoli come fortezza e villaggio importantissimo principalmente perché la zona è ricca di sago, importante fonte di cibo per le guarnigioni spagnole e per tutte le isole Molucche. Il capitano D. Antonio de Arceo definisce Sabugo “fuerza y tierra importantissima para las demas de Terrenate por ser fuerte de naturaleza y mas abundante de comida que ay en todas aquellas yslas que por su excelencia la llamaban la Pampanga de Terrenate”.24 Sabugo, era importante perchè vi si produceva il sago, “que es el pan de aquella tierra”25, alimento molto importante per il sostentamento delle guarnigioni di Tidore e Ternate e della popolazione locale.

Dopo la conquista di Sabugo, il 9 aprile 1611, Azcueta nominò Juan de Espinosa y Zayas “cauo superior” della “fuerza de Sabugo y su districto”, il suo compito è quello di fortificare il villaggio e instaurare buoni rapporti con la popolazione locale che volesse sottomettersi agli spagnoli.26

Anche i “Meritos y servicios” di Zayas, ci confermano che nel 1611 era comandante del forte di Sabugo don Juan de Espinosa y Sayas.27 A guarnigione di Sabugo e per procedere speditamente al miglioramento delle sue fortificazioni vennero lasciate sotto il comando di Juan de Espinosa y Zayas tre compagnie di fanteria spagnola e due compagnie di fanteria pampangas. Gli spagnoli oltre a rinforzare le fortificazioni esistenti, costruirono a Sabugo un nuovo forte situato alla “boca del rio”.28

A Sabugo gli spagnoli avevano 2 fortezze “dos fuerças que su magestad tenia en el rio de Sabugo una en la boca del y otra arriba en el puerto”29 Juan de Azebedo (Azevedo), fu comandante di questo forte.30 Questi due forti vennero fatti smantellare da Jeronimo de Silva nel luglio 1613.31

Secondo quanto ho trovato sembra che in un primo momento sia stato smantellato uno solo dei due forti “lo alto de Sabugo”, che venne giudicato come forte inutile “que ni servia ni ofendia”. L’intenzione di abbandonare solo quel forte viene espressa da de Silva in una lettera senza data ma che può essere stata scritta tra aprile e maggio 1613: “convino desmantelar lo de arriba de Sabugo dejando lo de abajo bien reparado de gente y de artilleria”. L’abbandono del forte venne portato a termine da Don Fernando de Ayala, probabilmente tra maggio e giugno del 1613. L’altro forte invece venne smantellato poco dopo, nel luglio 1613, dopo l’attacco sferrato dagli olandesi all’isola di Tidore, che provocò grande panico in de Silva. Il panico che aveva preso gli spagnoli è riscontrabile anche nel fatto che essi lasciarono nel forte tutta l’artiglieria e tutti i viveri che erano nei suoi magazzini. Il forte fu bruciato e l’artiglieria interrata. Per capire il panico e l’improvvisa decisione presa dagli spagnoli di abbandonare questo forte basti dire che il forte di Sabugo era stato rifornito poche settimane prima di viveri per un anno e di munizioni.32

L’abbandono delle due fortezze di Sabugo (“dos fuerças que su magestad tenia en el Rio de Sabugo una en la boca del y otra arriba en el puerto”) fu causa di grave danno per la reputazione degli spagnoli nelle isole. Con Sabugo venne perso un importante centro per l’approvvigionamento di viveri per le guarnigioni, inoltre a causa del precipitoso abbandono dei forti venne abbandonata tutta l’artiglieria, le munizioni e i viveri “… que se auian metido para un año”. Secondo Don Fernando de Becerra sarebbe stato possibile trasferire in poco tempo la gran parte dell’artiglieria e dei viveri alla vicina fortezza di Jailolo. Inoltre secondo l’opinione del capitano Gregorio de Vidaña, per poter controllare Sabugo e il suo vitale commercio poteva bastare aver mantenuto occupato il solo forte alla foce del fiume. 33

Jailolo, Gilolo34, Xilolo35, Tirolo36, Hilolo:

(Nome attuale: ?) (1611-1620)

CAPITANI DI XILOLO:

Fernando Centeno Maldonado (capitano): marzo 1611-gennaio 1614

Pedro de Hermua (capitano): gennaio 1614-aprile/maggio 1615

Francisco de Vera y Aragon (capitano): aprile/maggio 1615-

Matias de la Cruz (alfiere): 1616

Juan de la Umbria: ?

Il regno di Jailolo era uno dei quattro regni in cui erano divise anticamente le isole Molucche. Il regno di Jailolo era stato, un tempo, il più importante della regione ma già nel 1500 era in declino e controllava solo la parte nord occidentale di Halmahera, questo regno verrà praticamente annesso da Ternate e dai portoghesi nel 1551.

Le spedizioni di Loaisa (1527) e Villalobos (1544-1545) mantennero cordiali rapporti con il re di Jailolo e alcuni soldati spagnoli rimasero a guarnigione di Jailolo durante quei periodi. Per questo motivo i portoghesi attaccarono e distrussero più volte sia Tidore che Jailolo dopo la ritirata delle truppe spagnole.

Un interessante descrizione del forte di Jailolo prima della sua distruzione operata dai portoghesi nel 1551 ci viene riportata da Diogo do Couto che ci descrive la fortezza di “Geilolo” come una grande fortezza di pietra con forma triangolare e con due grossi baluardi, da un angolo della fortezza partiva poi una “cortina” che raggiungeva un grande “castello roqueiro” (probabilmente un castello costruito su di una roccia), questo castello aveva due baluarti. Sul lato rivolto verso il mare, che era anche il lato più basso, era situato su di un “esteiro” staccato dalla muraglia principale un altro bastione. La fortezza conteneva 2200 uomini scelti, 100 “espingarderos”, mentre l’artiglieria consisteva di 18 “berços” di metallo e ferro. Dopo la vittoria portoghese avvenuta nel marzo 1551 i successivi accordi di pace decretarono la distruzione della fortezza “e que a fortaleza se havia logo de derribar por terra, e que nunca mais faria outra”. La fortezza venne prima bruciata e poi demolita.37

Da una testimonianza successiva sembra però che i portoghesi mantennero a Jailolo una qualche fortificazione, infatti un documento del 1571 ci informa che i portoghesi avevano avuto qui un posto fortificato, il documento che ci informa di questo è una lettera del gesuita Jeronimo de Olmedo scritta da Ambon il 12 maggio 1571, egli ci informa che nel 1570 la fortezza portoghese di Gilolo era sotto assedio, i soldati portoghesi dopo essersi battuti con coraggio furono costretti alla resa, la guarnigione portoghese era allora ridotta a solo 12 uomini malati e senza munizioni.38

Dopo la conquista di Ternate da parte di Acuña, Jailolo risulta essere tra le piazzeforti cedute agli spagnoli dai ternatesi nelle capitolazioni, firmate il 10 aprile 1606 nella fortezza di Ternate, dal sultano di Ternate39 con cui il sultano consegnava agli spagnoli le fortezze che egli possedeva: Xilolo (Jilolo), Sabubú, Gamocanora, Tacome, i forti di Maquién, i forti di Sula “e las demás”, i forti citati dovevano essere consegnati agli spagnoli con tutte le armi e le munizioni. Gli spagnoli presero formalmente possesso della fortezza di Xilolo, il 14 aprile 1606.

Nonostante questa presa di possesso Jailolo rimase senza guarnigione spagnola e anzi, divenne il centro dove si andavano rifugiando i ribelli ternatesi. Infatti al loro arrivo nelle Molucche due navi olandesi si rifugiarono nel porto di Xilolo (Geilolo) dove era riunita la gran parte dei ribelli.40

Nel 1608, per disturbare gli olandesi che erano impegnati a fortificarsi a Makian, gli spagnoli attaccarono la fortezza di Gilolo, la fortezza venne conquistata e saccheggiata, ma gli spagnoli non vi stabilirono nessuna guarnigione. Gilolo allora venne nuovamente fortificata dai ternatesi con l’aiuto di alcuni olandesi.41

Jailolo venne conquistata assieme a Sabubo nel 1611 nel corso della spedizione di Juan de Silva. La spedizione di D. Juan de Silva che aveva suscitato grandi speranze tra gli spagnoli presenti a Ternate, si limitò soltanto a sottomettere il regno di Jailolo (Xilolo) sulla costa occidentale di Halmahera e a conquistare (agli inizi del 1611) la città di Sabugo (Sabubo) situata a nord di Jailolo.42 In queste battaglie gli spagnoli pérsero 300 uomini.43 La spedizione si concluse in un colossale fiasco che costò alle magre casse dello stato oltre 200.000 pesos.44 Dal punto di vista pratico comunque la conquista delle due piazzeforti fu di grande importanza, perché il possesso di Sabugo e Jilolo assicurava agli spagnoli un importante fonte di cibo per le guarnigioni e al tempo stesso gli olandesi venivano privati di tale fonte di cibo.45

Poco mesi dopo la partenza del governatore per Manila, alla fine di settembre 1611, una flotta di navi olandesi (5 navi secondo G. de Silva46) arrivò nelle acque delle Molucche, essa era la flotta di Pieter Both. Queste imbarcazioni si diressero nell’isola di Halmahera dove tentarono di portare dalla loro parte gli abitanti di Jailolo (Tirolo) e Sabugo. La popolazione di Jailolo (Geillollo) rimase fedele agli spagnoli, ma quella di Sabugu si accordò con gli olandesi, nonostante ciò, gli spagnoli non abbandonarono il “posto e forte de Sabugo”.47

Gli spagnoli avevano due forti, oltre al forte principale essi costruirono un altro forte, chiamato Fuerte San Xpobal o San Xpoual (San Cristobal) che era situato “abajo en la marina enel agua caliente” cioè “a la boca dela barra de Xilolo”. Questo forte venne fatto edificare nei primi mesi del 1611 da Fernando Centeno Maldonado su ordine di Azcueta.48 Probabilmente il nome completo di questo forte era San Xptoual de Gofaza. Qui servì come capo Juan de Medina Bermudez.49

L’importanza data a Gilolo dagli spagnoli è indicata al termine di una lettera di Juan de Silva in cui ordina perentoriamente di non abbandonare il forte di Gilolo “no desampare por ningun modo los fuertes de Gilolo y Don Gil”.50

Nell’isola di Gilolo (Halmahera), gli spagnoli hanno forti a Sabougo, a Gilolo e a Aquilamo. In tutti questi forti gli spagnoli hanno piccole guarnigioni.

Nel 1613 è a capo della fortezza di Gilolo il capitano Fernando Centeno Maldonado.51 Il 5 gennaio 1614, con una lettera inviata a Fernando Centeno Maldonado Geronimo de Silva solleva Maldonado dall’incarico di capo di Jilolo e al suo posto viene nominato “cauo superior en la dha fuerza de Xilolo y Cufaza (Bufaza? o Gofaza ?)” Pedro de Hermua. Egli rimarra in carica a Jilolo per 17 mesi.52 Durante questo tempo si occuperà di fortificare “de piedra aquel puesto”.53

Nel maggio 1614 è comandante dei presidi di Gilolo il capitano Pedro de Hermua.54 Nell’aprile 1615, su ordine di Geronimo de Silva, Maldonado fu a Jilolo, dove era capo Pedro de Hermua, a cui vennero impartiti gli ordini per cedere la sua compagnia a Maldonado e la licenza per andare a Manila. A Jilolo rimase come capo del presidio il capitano Francisco de Bera (Francisco Vera y Aragon). A Hermua viene concessa licenza per andare a Manila. Quando Maldonado ritornò da Manila con la carica di sergente maggiore e con il comando di una compagnia di archibugeri, la compagnia era quella di Pedro de Hermua, per cui il governo di Hermua a Jilolo finisce all’incirca nell’aprile/maggio 1615.55 A conferma di questo è la lettera di Geronimo de Silva del 12 aprile 1615 lettera in cui Fernando Centeno Maldonado va a Jilolo per sostituire, come capo di Xilolo, Hermua con il capitano Francisco de Vera y Aragon. Hermua riceve l’ordine di imbarcarsi con tutta la sua compagnia.56

Alcuni documenti ci permettono di conoscere chi svolgeva la funzione di capo del presidio: Nell’ottobre 1615 era a capo delle fortezze di Gilolo il capitano Francisco de Vera.57 Nel giugno 1616 è a capo di Gilolo l’alfiere Matias de la Cruz.58

In una sua lettera, Lucas de Vergara Gabiria, governatore spagnolo delle Molucche, chiede che venga presa una decisione riguardante il presidio di Gilolo a suo parere inutile: “Las dos fortalezas q.e su Mag.d tiene en Jilolo como Vs.A sabe no sieruen sino de tener alli ocupados ochenta soldados los sesenta españoles y cada dia ttraen muertos y enfermos …” Gaviria chiede già nel 1618, una decisione su questa questione al governatore delle Filippine,Alonso Fajardo de Tenza.59
La decisione di abbandonare i due forti di Gilolo, verrà presa pochi anni dopo, infatti poco dopo il mese di marzo 1620, gli spagnoli ritirarono la guarnigione dalle due fortezze, questo venne fatto per rinforzare le guarnigioni di Ternate e Tidore. Il controllo dei due forti venne ceduto dagli spagnoli alle truppe del re di Tidore, loro fedele alleato, ma nell’agosto del 1620, dopo aver respinto un primo attacco portato da 30 korakoras ternatesi, contro il forte basso (avvenuto il 3 agosto), le truppe di Tidore, si arresero ad una nave olandese giunta in aiuto degli assedianti, il primo forte ad arrendersi fu il forte basso e poco dopo anche il forte più in alto capitolò. I due forti vennero presi in consegna da una guarnigione di truppe ternatesi.60

Tafongo, Taffongo, Tanfongo61:

(1608- ?) (Nome attuale: Kusu62)

CAPITANI DI TAFONGO:

Martin de Montero: ? – 1611

Fernando [Hernando] Suárez: 1611

“… Tafongo que hé hun lugar do mesmo Tidore, o qual hé escala de muitos mantimentos que lhe vem da Battachina.”63

Villaggio di Halmahera soggetto al controllo del regno di Tidore. Nel 1608 per paura di un attacco olandese venne posta una guarnigione spagnola in questo forte. 64

Caerden, nel 1610, informa gli amministratori della VOC che gli spagnoli avevano un piccolo posto fortificato a Taffongo nell’isola di Halmahera.65

Martin de Montero è capo del forte di Tafongo, ma chiede licenza e gli viene accordata e con documento datato 4 gennaio 1611 viene sostituito dall’alfiere Fernando [Hernando] Suárez.66

Payage, Payahi, Payay67, Panai68:

(1608- ?) (Nome attuale: ?)

Un villaggio situato sulla costa occidentale di Halmahera ad est dell’isola di Makian, all’inizio della penisola meridionale dell’isola. In questo presidio chiamato Fuerça de Sant Juan de (Tosco o Toseo ?) de Payaje,69 per un certo periodo di tempo vi fu mantenuta una guarnigione spagnola.

Payage era un villaggio di Halmahera soggetto al controllo del regno di Tidore. “… o lugar de Payai, que hé d’el rey de Tidore, que está na Battachina defronte de Maquien a leste”70 Anche qui, nel 1608, per paura di un attacco olandese venne posta una guarnigione spagnola in questo forte. 71

Caerden informa gli amministratori della VOC che gli spagnoli avevano un piccolo posto fortificato a Payjay nell’isola di Halmahera.72

Aquilamo, Aquilamme73, Aquilamma74:

(Nome attuale: ?)

Anche questo villaggio era situato sulla costa occidentale di Halmahera ad est dell’isola di Makian. La sua importanza era dovuta alla produzione di sago, l’alimento base delle isole.75 Solo in Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” viene indicata la presenza di un forte spagnolo con piccola guarnigione.76

2-ISOLA DI MOROTAI:

(Nome attuale: Pulau Morotai)

Morotai è una grande isola situata a nord di Halmahera. L’isola è selvaggia e ricca di foreste. Anche oggi i villaggi sono situati lungo la costa. L’influenza spagnola nell’isola di Morotai si ebbe a partire dal 1606 come conseguenza della progressiva conversione portata avanti dai gesuiti che dalla zona di Tolo si estese rapidamente a tutta l’isola di Morotai. Per alcuni anni gli spagnoli ebbero un presidio nell’isola.

Cawo, Chawo, Chava, Chavo, Sao:

(Nome attuale: ?) (? – 1608?)

Cawo (Chavo) è un villaggio situato nella parte sud della costa occidentale dell’isola di Morotai, alla foce del fiume Cawo, qui i gesuiti fondarono una missione e gli spagnoli stabilirono un piccolo presidio.

Nel 1608, gli olandesi, inviarono una spedizione nella zona di Moro, al comando della quale è l’ammiraglio van Caerden, essi attaccarono e saccheggiarono i villaggi di Saquita e Mira tutti sulla costa occidentale dell’isola di Morotai. Venne poi attaccato il presidio spagnolo di Chavo (Chao) sempre a Morotai, dove da poco era stata costruita una nuova chiesa77, la guarnigione spagnola combattè per due giorni e poi si arrese, vennero catturati 8 (7) spagnoli e circa 400 indigeni cristiani tra cui il sangage del villaggio, che vennero deportati a Ternate.78

Presidio spagnolo, si arrese agli olandesi nel 1608.79 La popolazione venne deportata nella fortezza olandese di Ternate, da dove in larga parte riuscirà a fuggire, fra essi era anche il sangage di Chauo (Chavo, Chao), che si rifugiò nel forte spagnolo di Ternate.80

Mira:

(Nome attuale: Mira) (1608?-1613?)

Villaggio situato nella parte sud della costa orientale di Morotai, gli spagnoli, dopo la perdita del presidio di Chavo, stabiliscono qui un presidio in un “sitio muy bom”.81

Molto probabilmente questo presidio venne mantenuto fino all’abbandono della provincia disposto da Gerónimo de Silva, infatti un passo di una dichiarazione di Don Fernando de Becerra parla che al tempo del suo governo de Silva “…desmantelo el presidio que se tenia en nombre de su Magestad en la provincia de San Joan de Tolo y ysla de Morotai poblada toda de gente xpiana amigos nuestros y de á donde se socorrian las fuerzas de Terrenate de muchos bastimentos y que con bien poca guarnicion de menos de quarenta hombres se sustentaua la una fuerza y la otra…” molto probabilmente “la una fuerza y la otra” citate sono il presidio di San Juan de Tolo sulla costa nord di Halmahera e quello di Mira nell’isola di Morotai.82

3-ISOLA DI MARE (POTTEBAKER)

(Puli Cauallo, Policaballo, Puli Caballo: Sant Miguel de la isla de Puri Cauallo). (Nome olandese: Pottebackers Eyland). (Nome attuale: Pulau Mare). (c.1650 ?-1662 ?)

CAPITANI DI PULI CABALLO:

Diego de (Vluiarri?)83 ? – aprile/maggio 1662

L’isola in questione è una piccola isola situata a sud di Tidore, tra Tidore e Motir, abitata da popolazione tidorese. Secondo quanto ci dice de Clercq, il nome Mare significava ‘pietra’ sia in tidorese che in ternatese, l’isola era rinomata per la sua produzione di vasi (da cui deriva il nome olandese di Pottebacker Eyland), che venivano fatti con argilla estratta da una collina situata nella parte sud occidentale dell’isola. L’unico villaggio dell’isola, chiamato Mare, era situato sulla costa est.84 Sull’isola di Puli Caballo, gli spagnoli mantennero un forte durante gli ultimi anni della loro presenza. In alcuni documenti viene riportato anche il nome del forte, che era quello di ‘Sant Miguel de la isla de Puli Cauallo’.85

Attorno al 1650, il governatore Pedro Fernandez del Rio, impossibilitato ad intervenire direttamente in aiuto del re di Tidore (era impegnato nella fortificazione di Ternate) inviò Martin Sanchez de la Cuesta a Tidore come capo dell’isola e con a carico la fortezza principale di Tidore chiamata Sanctiago de los Caualleros, del “fuerte Principal” (del Principe (?)) e di quello di Puli Cauallo.86

Per quanto riguarda questo forte non è sicura la sua data di fondazione, comunque, è certo che negli anni 1653 e 1654 Francisco de Estaybar, lo ricostruì.87Nel 1654 erano a guarnigione del forte, 8 soldati spagnoli con un capo nominato dal governatore di Ternate e 24 soldati ‘pampangos’.88

Questo forte durante il periodo delle ribellione dei tidoresi (1657-1658) dovette sopportare diversi assedi. Nel 1657 la fortezza, sotto assedio, per mare e per terra dai nemici olandesi, ternatesi e tidoresi ribelli, fu soccorsa con la galera capitana da Sebastian de Villa Real. Una volta che la galera spagnola fu giunta nelle vicinanze dell’isola di Puli Cauallo, fu attaccata da 18 imbarcazioni dei ‘mori’ ribelli e 2 ‘charruas’ degli olandesi, gli spagnoli riuscirono comunque a portare i soccorsi al forte, sbarcando una truppa di fanteria che venne attaccata dai nemici che però furono sbaragliati e batterono in ritirata, gli spagnoli riuscirono così a liberare il forte dall’assedio.89

Sebastian de Villa Real con la galera ‘capitana’ portò per 4 volte il soccorso ai presidi di Tidore e Puli Cauallo, durante il periodo in cui i ‘mori’ si erano ribellati e avevano negato l’obbedienza al re ‘cachil Mole’, egli soccorse con la galera con viveri e munizioni i presidi di ‘Rrumen, Chouo, Tidore y Puri Cauallo’.

Notizie di un altro assedio a Puli Cauallo, si hanno nell’agosto 1658, quando ad una riunione della ‘Junta’ (avvenuta il 12 agosto 1658) presieduta dal governatore Francisco de Esteybar, fu deciso (con ordine del 13 agosto) di inviare urgentemente la galera ‘capitana’, che era stata tirata in secca dentro la barriera per carenarla, e quante più imbarcazioni possibili cariche di soldati, munizioni e artiglieria in soccorso del forte di Puli Cauallo, perché era giunta notizia che la domenica 11 agosto erano partite da Malayo 10 ‘caracoas’ e 2 ‘charruas’ nemiche con l’obiettivo di conquistare il forte di Puli Cauallo. Gli ordini per gli Villareal erano di attaccare i nemici e distruggerli, facendo tutto il possibile per soccorrere il forte. In questa occasione la flotta spagnola era composta dalla galera ‘capitana’ e due ‘caracoras’ ed era guidata dal sergente maggiore Felipe de Ugalde, mentre al comando della galera ‘capitana’ era Sebastian de Villa Real. Gli spagnoli giunsero in vista del forte il 15 agosto 165890, quando il nemico stava assaltando il porto con 2 ‘charraul’ di 8 pezzi ognuna e 12 grosse ‘caracoas’, gli spagnoli riuscirono a sbaragliare le navi e a far fuggire i nemici che erano sbarcati liberando dall’assedio il forte.

Interessante notare che in questo documento, si fa un accenno al forte spagnolo di ‘Santa Isauel’ (probabilmente errore del copista per: San Miguel ?) dell’isola di Puli Cauallo e alla sua ‘rretirada’ e ‘nuestra fuerza Santa Isauel y su rretirada en la ysla de Puli Cauallo’. Quindi questo passo fa supporre l’esistenza di due fortezze (come del resto a Rume e a Chobo): i cui nomi erano forse ‘Santa Isabel’ e ‘San Miguel’. In un altra occasione Villareal si scontrò al largo di Tidore con 12 ‘caracoas’ scortate da una nave olandese, che ‘salieron sobre Tomaloa a estoruarle’ per impedire l’arrivo dei soccorsi al forte di ‘Puri Cauallo’, nonostante l’attacco anche questa volta gli spagnoli riuscirono a soccorrere il forte.91

Nel 1662, quando gran parte dei forti spagnoli dell’isola di Tidore furono abbandonati, anche il presidio del forte di Puli Cauallo fu ritirato. Secondo la testimonianza di Diego de Salazar, capitano delle reali galere di Ternate, le fortezze che gli spagnoli dovettero demolire e le guarnigioni che ritirarono, nel 1662, furono quelle di Tidore Chouo e Puli Cauallo ‘… me ordeno retirara las de Tidore Chouo, y Puli Cauallo …’.92

Secondo quanto riportato nel Dagh-Register 1663, sembra che gli spagnoli avessero nell’isola un “baricado” (probabilmente una piccola postazione fortificata), infatti parlando dell’abbondono dei forti da parte degli spagnoli, viene tra l’altro detto che gli spagnoli distrussero la barricata nell’isola Pottebaker (“de baricado op het eyland Pottebaker gedemolieert”).93

4-ISOLA DI MOTEL (Moti, Motir):

(Nome attuale: Moti)

Pulau Moti (o Motir) è una piccola isola vulcanica che si trova a sud di Tidore e che fronteggia la parte occidentale dell’isola di Halmahera. L’isola che è larga circa 5 km è dominata da un vulcano che si eleva fino a 950 metri d’altezza.

Sembra che quest’isola (isola di “Mutiel”) sia stata conquistata dagli spagnoli durante la spedizione di Don Gonzalo Ronquillo, che partì da Manila nel settembre 1582, e ritornò da Tidore nelle Filippine nell’aprile 1583.94 Ma tale conquista, ammesso che sia veramente avvenuta, non ebbe conseguenze durature.

Successivamente, nel 1609, gli olandesi, comandati dal vice ammiraglio François Wittert, costruirono un forte (fort Nassau) nell’isola di Moti, situata tra Tidore e Maquiem (Machian). Ciò fu fatto perché l’isola era ricca di chiodi di garofano.95

Secondo quello che scrive Pedro de Heredia, questo forte venne smantellato dagli olandesi nel marzo 1625. Sembra però che gli spagnoli non occupassero il luogo con una propria guarnigione.96

5-ISOLA DI MACHIAN (Maquién):

Makian è un isola vulcanica che si trova vicino alla costa occidentale dell’isola di Halmahera, tra le isole di Tidore a nord e Kayoa e il Gruppo delle Bacan a sud. L’isola è dominata dal vulcano Kiebesi (o Kie Besi) la cui cima raggiunge i 1.357 metri.

Tra tutte le Molucche, l’isola di Makian era quella che produceva di gran lunga più chiodi di garofano di tutte le altre. La causa di questa maggiore produzione il governatore D. Gerónimo de Silva l’attribuisce alla migliore propensione degli abitanti di Makian nella coltivazione della terra, a differenza dei nativi di Ternate e Tidore i quali erano più portati a fare la guerra che a coltivare i campi. Makian era anche l’isola più densamente popolata.97 L’isola era definita “la mas rica y prospera de clauo de toda aquela comarca”.98

Sembra che già nel 1513 (?) il portoghese Antonio Miranda costruì nell’isola di Maquien un “fuerte o casa de madera”99

Tafsó, Tafasoho, Taffaso:

(Nome attuale: ?) (1606 – 21 giugno 1608)

Situata al centro della costa occidentale dell’isola era una vecchia fortezza del re di Tidore (“que os portugueses sempre procurarão de defenderem entanto que estiverão en Tidore”100 “que os portugueses sempre procuraram de defender”.101

Secondo la testimonianza di Middleton che visitò Taffaso nell’aprile 1605, i portoghesi avevano una piccola casa fortificata: “The 26 (26 aprile 1605), we weighed, with very little wind, and plied it for Taffasoa, which standeth on the west-north-west part of the iland.” “The Portingalls have a small blockhouse, with 3 peeces of ordinance, in this towne, wherein were five Portingalls.”102

La spedizione di Quiros, fece sosta a Machian durante il viaggio di ritorno, Prado nella sua descrizione del viaggio fa un accenno al forte portoghese dell’isola dicendoci che dal lato del forte portoghese si trovava una “olla” o porto nascosto con un apertura attraverso la quale una nave può entrare, ma in caso di venti da nord tale porto diventava pericoloso e inutilizzabile.103

Dopo il 1606, tutta l’isola di Makian venne assegnata al re di Tidore, ci furono propositi di inviare una guarnigione spagnola nell’isola dal momento che Makian era l’isola dove veniva prodotta la più grande quantità di chiodi di garofano di tutte le Molucche.

Nell’aprile 1607, l’isola di Maquién (Makian), era ancora sprovvista di presidio spagnolo104 sembra comunque che siano stati presenti soldati del re di Tidore a presidio dell’isola. La fortezza era situata sulla costa ovest dell’isola. Venne conquistata dagli olandesi il 21 giugno 1608. La spedizione olandese era composta da due “naos”, una “galiotta”, un “pataxo” e alcuni “caracolas” con l’aiuto di un contingente di ternatesi. L’isola era stata praticamente lasciata sguarnita105 dagli spagnoli106, certamente la sua difesa era affidata alle truppe del re di Tidore.

6-ISOLA DI BACAN:

Le Isole Bacan sono un gruppo di isole montuose e ricche di foreste che si trovano a sud di Ternate e a sud-ovest di Halmahera. La più grande è l’isola di Bacan e in quest’isola gli spagnoli, per breve tempo, ebbero una piccola fortificazione.

Labuha, Labua:

(Nome attuale: Labuha) (1608 – 30 novembre 1609)

Il villaggio di Labuha si trova in una baia al centro della costa occidentale dell’isola.

Nel 1608, a Labua, nell’isola di Bacan, muore il sangage107, vista la minore età del figlio suo successore, viene inviato Paulo de Lima, un casado portoghese, con il titolo di sangage e giudice del villaggio, con lui arriva anche una guarnigione di spagnoli a presidio del villaggio.108

Il forte spagnolo fu catturato dagli olandesi capitanati dal vice ammiraglio Simon Jansz Hoen il 30 novembre 1609.109 Il 30 novembre 1609, gli olandesi comandati dal capitano Simon Jansz Hoen occupano l’isola di Bacan, conquistando il piccolo forte spagnolo di Labuha.110 Nel combattimento vengono uccisi 16 soldati spagnoli “sin otros naturales”.111

Secondo quello che scrive Pedro de Heredia, nel mese di aprile 1625, gli olandesi probabilmente smantellarono anche la fortezza di Bachian “Y al presente an ydo a rretirarla del Reyno de Ba(?)jan”.112

7-ISOLA DI SANGI, SANGUIL:

(Nome attuale: Sangihe o Sangir Besar)

Questa è l’isola più grande della catena di isole che dalla punta settentrionale di Sulawesi si protende a nord verso le Filippine. L’isola è formata da vari vulcani tra cui il monte Awu, un vulcano attivo alto oltre 1.300 metri.

L’isola di Sanguil era nel diciassettesimo secolo divisa tra quattro regni: Maganitos, Tabucan, Calonga e Siao. Il re dell’isola di Siao controllava i villaggi di Tabacos, mentre il regno di Calonga controllava i due villaggi di Calonga e Tarruma, in quest’ultimo villaggio per un certo periodo gli spagnoli mantennero un presidio di 10-12 soldati spagnoli. Il presidio era mantenuto per difendere i due villaggi che erano abitati da cristiani. Dopo l’abbandono di Ternate da parte degli spagnoli il villaggio di Tarruma si mise sotto la protezione olandese, e sembra che qui risiedesse un predicatore con alcuni olandesi, l’altro villaggio, Calonga, invece rimase fedele agli spagnoli.

Taruna:

(Nome attuale: Tahuna)

Presidio spagnolo con 10-12 soldati, “donde estava una fuerzecilla nuestra”113

8-ISOLA DI SIAU:

(Nome attuale: Pulau Siau)

L’isola di Siau si trova nell’arcipelago Sangir a circa 130 km a nord dell’estrema propaggine dell’isola di Sulawesi (Celebes). L’isola è caratterizzata dalla presenza, nella sua parte settentrionale di un grande vulcano,
il Karangetang (Api Siau), alto 1.827 metri, ed uno dei vulcani più attivi dell’Indonesia.

In quest’isola grazie al lavoro svolto, a partire dal 1604, da padre Antonio Pereira, si ebbero molte conversioni al cristianesimo.

Kauhise, Caiuhice, Santa Rosa:

(Forte Santa Rosa) (Nome attuale: ?) (1671- novembre 1677)

L’isola era una delle più cristianizzate della zona e fu per questo motivo che la presenza spagnola in questa isola si mantenne per alcuni anni in più rispetto al resto delle Molucche. Nel 1671, una piccola guarnigione spagnola (un capo con 14 soldati) fu inviata nell’isola di Siau, per la protezione del re dell’isola, Francisco Xavier Batahi. Essi costruirono il forte denominato Santa Rosa. Nel 1677 quando gli olandesi conquistarono l’isola, la guarnigione spagnola venne fatta prigioniera e con essa vennero catturati tre gesuiti, i frati Cebreros, Esapañol e Turcotti, sia i soldati che i frati furono prima trasportati a Ternate e poi a Manila.114

9-ISOLA DI SULAWESI (CELEBES):

Manados:

(Nome attuale: Manado) (1617-1621 ?/1624 ?- ?)

Gli spagnoli ebbero contatti con la regione settentrionale delle grande isola di Sulawesi (Celebes) fin dalla conquista di Ternate del 1606. Negli anni successivi i missionari gesuiti e francescani115 ebbero un certo successo nel convertire al cristianesimo parte della popolazione.

Nel 1617, una piccola fortificazione venne costruita su ordine di Lucas Vergara Gabiria, egli inviò 10 soldati sotto il comando di Francisco Melendez.116 Allo scopo di rendere più sicuro l’afflusso di provviste dall’isola di Celebes, gli spagnoli decisero di costruire una fortezza a Manados, a questo fine venne inviata probabilmente nel maggio 1617 da Vergara Gaviria una spedizione composta da 10 soldati sotto gli ordini di Francisco Melendez e da due gesuiti (i due gesuiti erano Gianbattista Scalamonti e Cosme Pinto). Gli spagnoli costruirono un piccolo posto fortificato.117

Il presidio di Manados venne evacuato durante il governo di D. Luis de Bracamonte (probabilmente nel 1621). Sembra che la guarnigione spagnola sia stata reinsediata dal governatore Pedro de Heredia (1624 ?).118

Tomohon, Tomun:

(Nome attuale: ?) (Villaggio situato nell’interno di Sulawesi a circa 20/25 km da Manando)

Qui sembra che ci fosse un piccolo presidio spagnolo.119

Bohol, Bool:

Probabilmente l’odierno villaggio di Buol, situato sulla costa nord di Sulawesi, nella vicinanze del capo Kandi nella baia di Bilang, tra Tolitoli e Kuandang. Un primo contatto tra gli spagnoli e il regno di Bool si ebbe già nel 1606 quando Juan de Esquivel, inviò, all’isola di Mateo (Celebes) una spedizione formata da una “galeota”, un brigantino e alcune altre piccole barche al comando della quale nomina il portabandiera Cristobal Suárez. Lo scopo di questa spedizione era quello di ricevere atti di vassallaggio verso il re di Spagna da parte dei popoli prima soggetti al dominio di Ternate. I re di Bool, Totoli e la regina di Cauripa fecero atto di sottomissione alla Spagna.120

Negli ultimi giorni del luglio 1614, su espressa richiesta del re di Bohol, Gerónimo de Silva da Ternate inviò a Bohol un contingente di soldati composto da 3 soldati e 3 alfieri capitanati dall’alfiere Juan Fernandez, facevano parte della spedizione anche due religiosi francescani “uno sacerdote y otro lego”.121

NOTE

1 Ramerini Marco “Gli Spagnoli nelle Isole Molucche (The Spaniards in the Moluccas), 1606-1663/1671-1677” colonialvoyage, 2005-2020. Ramerini Marco “I forti spagnoli a Tidore (Molucche) 1521-1663 – The Spanish Forts in Tidore (Moluccas) (1521-1663) – Los fuertes españoles en Tidore (Molucas) 1521-1663” colonialvoyage, 2005. Ramerini Marco “The Spanish presence in the Moluccas: The fortifications of Ternate” colonialvoyage, 2005. Infine l’ultimo pubblicato: Ramerini Marco “Fortificaciones españolas en Ternate y Tidore” in “En el Archipielago de la Especieria Espana y Molucas en los siglos XVI y XVII”, Madrid 2021, Desperta Ferro.

Nota dell’aggiornamento: Molto interessanti sull’argomento sono i recenti studi di Antonio Campos Lopez (che cito più sotto) e il nuovo libro di Simon Pratt “Spice Islands Forts“.

2 Campo Lopez Antonio “Enclaves españoles en Halmahera y Sulawesi” in “En el Archipielago de la Especieria Espana y Molucas en los siglos XVI y XVII”, Madrid 2021, Desperta Ferro.

3 Ramerini Marco “I forti spagnoli a Tidore (Molucche) 1521-1663 – The Spanish Forts in Tidore (Moluccas) (1521-1663) – Los fuertes españoles en Tidore (Molucas) 1521-1663” colonialvoyage, 2005.

4 Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 288

5 Nota dell’aggiornamento: Per quanto riguarda i forti spagnoli nell’isola di Halmahera uno studio molto interessante e dettagliato è stato fatto negli ultimi anni da Antonio Campo Lopez “Los fuertes españoles en la isla de Halmahera: los fuertes de la banda del sur” e “Los fuertes españoles en la isla de Halmahera: los fuertes de la banda del norte“.

6 Correspondencia p. 316, 317

7 AGI: “Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 1623-08-11” FILIPINAS,47,N.58 Blocco 2 foglio 6-7

8 Rebelo, Gabriel “Informaçam das cousas de Maluco” in: “Documentação…..” vol. VI p. 208

9 Sull’attacco spagnolo nell’isola di Halmahera vedi: Ramerini Marco “Gli Spagnoli nelle Isole Molucche (The Spaniards in the Moluccas), 1606-1663/1671-1677” colonialvoyage, 2005-2020, pag. 38-40. (Doc.Mal. III pp. 61-69 Doc. n°16)

10 (Doc.Mal. III pp. 118 Doc. n°35)

11 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 570 nota n°1)

12 (Doc.Mal. III pp. 61-69 Doc. n°16) (Doc.Mal. III pp. 118 nota 11) e (Doc.Mal. III pp. 122-125 Doc. n°35)

13 (Doc. Mal. III p. 153 Doc. n°38)

14 AGI: Mexico 28, N.2 “El sargento mayor Cristobal de Azcueta al gobernador de las Filipinas Don Juan de Silva, sobre el estado de las fuerzas a su cargo, Terrenate 23 aprile 1610”

15 de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II p. 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610”

16 Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” p. 51

17 (Doc.Mal. III p. 255 Doc. n° 66 & p.297 Doc. n° 78) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 569 nota n°1; pp. 571-572 nota n°1)

18 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3; p. 315 nota n°1; p. 571 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

19 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 570 nota n°1)

20 Correspondencia p. 321, 322

21 “Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 8, 10

22 AGI: “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 1623-11-22” FILIPINAS,47,N.65 blocco 2 foglio 13

23 AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18

24 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 264 nota n°1

25 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 264 nota n°1; Dichiarazione di Pedro de Heredia, AGI Filipinas: 67-6-37

26 AGI: “Carta di Azcueta, Sabugo, 9 aprile 1611” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11

27 AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25

28 “Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11

29 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3

30 AGI “Meritos: Juan de Azevedo, 1625” Indiferente, 111, N.56

31 Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” p. 51 e Appendix B “Early years of the Dutch in the East Indies” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 15 p. 325

32 Correspondencia p. 103, 135, 148, 150, 156

33 Sull’abbandono di alcuni forti spagnoli nell’isola di Halmahera vedi: Ramerini Marco “Gli Spagnoli nelle Isole Molucche (The Spaniards in the Moluccas), 1606-1663/1671-1677” colonialvoyage, 2005-2020, pag. 97-99.(Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3; p. 315 nota n°1; p. 571 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

34 Correspondencia p. 174, 319, 323, 324

35 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 10)

36 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 8)

37 (Couto, Diogo “Da Asia” decada VI parte II pp. 299-324)

38 (Doc. Mal. I p. 626 e nota 31) (su questo episodio vedi anche Couto “Da Asia”)

39 (Vedi: Doc. 7027dell’Archivio de Indias di Siviglia “Capitulaciones que por disposición del general de esta armada Don Pedro de Acuña hicieron con el rey de Terrenate el General Juan Juárez Gallinato y el capitán Cristóbal de Villagra. Fortaleza de Terrenate, 10 de abril [1606]” . 1-2-1/14, r.o 5 (fs. 109))

40 (Argensola p. 347)(Malucas y Celebes p. 685)

41 Sull’attacco spagnolo a Jailolo vedi: Ramerini Marco “Gli Spagnoli nelle Isole Molucche (The Spaniards in the Moluccas), 1606-1663/1671-1677” colonialvoyage, 2005-2020, pag. 54. (Doc. Mal. III p. 135 Doc. n°38)

42 (Doc. Mal. III p. 197-198 Doc. n°55)

43 (Montero y Vidal p. 159)

44 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 262-263 nota n°1)

45 Sull’attacco spagnolo del 1611 ad Halmahera vedi: Ramerini Marco “Gli Spagnoli nelle Isole Molucche (The Spaniards in the Moluccas), 1606-1663/1671-1677” colonialvoyage, 2005-2020, pag. 78-79.

46 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 7)

47 (Doc. Mal. III p. 213 Doc. n°59)

48 (AGI: “Informaciones: Fernando Centeno Maldonando, 1616. Certificacion del maestro de campo Xpoual de Axqueta Menhaca” Filipinas, 60, N. 18) (AGI: “Expediente de confirmacion … Pedro de la Fuente Uriez” Filipinas, 48, N. 39)

49 (AGI: “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 1633-08-12” FILIPINAS,48,N.67 blocco 1 foglio 21)

50 (Correspondencia p. 174)

51 (Correspondencia p. 124, 132, 176)

52 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 5 gennaio 1614 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

53 (“Titolo de almirante de las naos de Nueva España” in AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

54 (Corrispondencia pp. 216-217)

55 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)

56 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 12 aprile 1615 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

57 (Correspondencia p. 325)

58 (Correspondencia p. 376)

59 (AGI; Filipinas,7,R.5,N.53 In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno” “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo.” Tídore 30 de junio 1618.)

60 (Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” pp. 272-273)

61 Doc. Mal. III pp. 275-276

62 Campo Lopez Antonio “Enclaves españoles en Halmahera y Sulawesi” in “En el Archipielago de la Especieria Espana y Molucas en los siglos XVI y XVII”, Madrid 2021, Desperta Ferro

63 Doc. Mal. III p. 147

64 (Doc. Mal. III p. 147 Doc. n°38)

65 de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II p. 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610”

66 AGI: “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 1623-11-22” FILIPINAS,47,N.65 blocco 2 fogli 8-9

67 Doc. Mal. III p. 135

68 Doc. Mal. III p. 136

69 AGI: “Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 1638-09-19” FILIPINAS,49,N.25 blocco 2 fogli 5-7 Dichiarazione di Juan de la Umbria (Terrenate, 14 giugno 1614)

70 Doc. Mal. III p. 147

71 (Doc. Mal. III p. 147 Doc. n°38)

72 de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II p. 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610”

73 (“Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II p. 320)

74 (“Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II p. 320)

75 “Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II p. 320

76 Appendix B “Early years of the Dutch in the East Indies” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 15 p. 325

77 (Doc. Mal. III pp. 145 Doc. n°38 & Doc. Mal. III p. 171 Doc. n°44)

78 (Doc. Mal. III pp. 139-140 & 145-146 Doc. n°38)

79 (Doc. Mal. III p. 140 Doc. n°38)

80 (Doc. Mal. III pp. 146 Doc. n°38)

81 (Doc. Mal. III p. 141, 154 Doc. n°38)

82 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 315 nota n°1)

83 Nel 1662, era a capo del forte di ‘San Miguel’ di ‘Puli Cauallo’, nell’aprile/maggio 1662 fu nominato capo del forte del Rume. “Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

84 De Clercq F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate, 1890” (Leiden, 1890) 76-78

85 “Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

“Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Diego Cortés. Resuelto. [f] 12-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.9 foglio 93

86 (In: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI FILIPINAS,51,N.1 fogli 56-60, 64-68)

87 “Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Francisco de Esteybar. Resuelto. [f] 17-12-1661” AGI: Filipinas,51,N.14

88 “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Pedro Lozano. Resuelto. [f] 02-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.6

89 “Certificazione del sergente maggiore don Sebastian de Villa Real” (Manila, 20 settembre 1673)(fogli 18-21) in: “Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 1695-06-08” AGI: Filipinas,58,N.3

90 Nel documento è scritto 1659, ma è probabilmente un errore del copista per 1658, dal momento che tutte le altre testimonianze indicano sempre il fatto come avvenuto nel 1658.

91 “Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.11

92 “Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

93 (Dagh-Register 1663 p. 240) Vedi: foglio 88 e 118 di (“Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14)

94 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. cxix-cxx)

95 (Doc. Mal. III p. 161 Doc. n°41)

96 (AGI: Filipinas,20,R.19,N.122 “Pedro de Heredia sobre situación de Terrenate 4-04-1625”) (Generale Missiven I p. 217)

97 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 7)

98 (AGI: “Carta de Rodrigo de Vivero al Rey conquista de Maquén, 25-08-1608” Patronato,47,R.27)

99 (Argensola p. 23)

100 (Doc. Mal. III p. 148 Doc. n°38)

101 (Doc. Mal. III, p. 135 Doc. n°38)

102 (Middleton p. 40)

103 (Prado p. 22)

104 (Doc.Mal. III pp. 70-75 Doc. n°17)

105 “que estava sem presido de espanhoes” (Doc. Mal. III pp. 135 Doc. n°38)

106 (Doc.Mal. III pp. 98-107 Doc. n°30) e (Doc. Mal. III pp. 135 Doc. n°38).

107 Capo dell’isola o del villaggio.

108 (Doc. Mal. III p. 138 Doc. n°38) e (Doc. Mal. III p. 152 Doc. n°38)

109 (Doc. Mal. III p. 176 Doc. n°48, nota 7)

110 (Doc. Mal. III p. 8*) e (Doc. Mal. III p. 176 Doc. n°48, nota 7)

111 (Doc. Mal. III p. 180 Doc. n°48A)

112 (AGI: Filipinas,20,R.19,N.122 “Pedro de Heredia sobre situación de Terrenate 4-04-1625”)

113 (Doc. Mal. III p. 662 e nota 14)

114 (Doc.Mal. III p. 2* & 18*-19*)(Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 813 nota n°1)

115 Vedi: Campo Lopez Antonio “Enclaves españoles en Halmahera y Sulawesi” in “En el Archipielago de la Especieria Espana y Molucas en los siglos XVI y XVII”, Madrid 2021, Desperta Ferro pag. 112 e anche: Sanchez Fuertes Cayetano “Los franciscanos en las Molucas y Célebes” in “En el Archipielago de la Especieria Espana y Molucas en los siglos XVI y XVII”, Madrid 2021, Desperta Ferro.

116 (Doc.Mal. III p. 412 nota 3) (Perez “Malucas y Celebes” p. 428)

117 (Perez “Malucas Y Celebes” p. 428) (Doc. Mal III p. 412 nota 3) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 572 nota n°1)

118 (Pérez pp. 623, 627-628) (AGI: Filipinas,7,R.5,N.65 “Carta de Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-12-1621”)

119 (Doc. Mal. III p. 661 doc. n° 215 e nota n° 10)

120 (Argensola p. 349-350)

121 (Correspondencia pp. 227-228, 234-235, 283-284)

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Le tre comete del 1618: una testimonianza dalle isole delle spezie, le Molucche

Scritto da Marco Ramerini – 2021

Nel 1618 in Europa furono visibili tre comete molto luminose nello spazio di pochi mesi. Un evento rarissimo, al quale ci siamo avvicinati nel 1996-1997 con le due spettacolari comete di fine secolo: la Hyakutake e la ancor più spettacolare Hale-Bopp, che fu visibile a occhio nudo per ben 18 mesi. Anche le tre comete del 1618 furono tutte e tre facilmente visibili ad occhio nudo. Queste comete hanno avuto anche la particolarità di essere state le prime comete ad essere osservate usando anche il telescopio astronomico.

La prima cometa, catalogata oggi con il nome di C/1618 Q1 fu vista nei cieli europei alla fine di agosto del 1618. Fu infatti osservata per la prima volta in Ungheria il 25 agosto 1618. Anche l’astronomo Keplero riuscì ad osservarla tra il 1 e il 25 settembre 1618. La seconda cometa, catalogata come C/1618 V1 fu vista all’inizio di novembre 1618. Questa cometa fu scoperta il 10 novembre in Sicilia, e vista lo stesso giorno anche a Roma.

La terza cometa fu la più spettacolare e di gran lunga la più brillante delle tre. Questa cometa è stata catalogata come cometa C/1618 W1. In Europa la terza cometa fu scoperta la mattina del 29 novembre dal famoso astronomo tedesco Giovanni Keplero (Johannes Kepler), che osservava il cielo dalla città di Linz in Austria. La cometa aveva, come spesso accade per le comete molto luminose, una doppia coda. La cometa per un certo periodo fu visibile anche in pieno giorno. La sua coda si estendeva su 100° di cielo. La cometa raggiunse una magnitudine tra 0 e 1 il 29 novembre. Fu osservata per circa tre mesi, tra la fine di novembre 1618 e il gennaio 1619.

Tra gli astronomi che fecero osservazioni di questa cometa troviamo il gesuita Orazio Grassi a Roma, Pierre Gassendi ad Aix-en-Provence, Wilhelm Schickard nel Württemberg, Il danese Longomontano, osservò una coda di oltre 100° a Copenaghen il 10 dicembre. L’olandese Snellius (Willebrord van Roijen Snell) a Leida. Il gesuita svizzero Johann Baptist Cysat osservò la cometa da Ingolstadt.

Stranamente sembra che nessuna di queste comete fu osservata da Galileo Galilei che in quel periodo era a letto sofferente di artrite e che sembra non abbia visto neanche la cometa più luminosa. Per questo fatto ho una mia spiegazione: Galileo non credeva che le comete fossero oggetti celesti e per questo motivo forse non le osservò, ma voglio credere che un’occhiata certamente gliela avrà data. Galileo non ha mai dichiarato esplicitamente che le comete fossero un’illusione, ma si è semplicemente chiesto se fossero reali o un’illusione ottica. Sull’argomento ebbe anche uno scambio di vedute con il gesuita Orazio Grassi che invece affermava che le comete erano corpi celesti. Dai due astronomi furono pubblicati dei piccoli trattati sull’argomento, in alcuni casi utilizzando degli pseudonimi. Orazio Grassi nel 1619 pubblicò il “De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio astronomica”1, spiegando le sue idee al riguardo. Galileo rispose tramite un suo amico, Mario Guiducci, scrivendo il “Discorso delle comete”2. Seguirono altre due pubblicazioni: Orazio Grassi scrisse con lo pseudonimo di Lotario Sarsi il trattato la “Libra astronomica ac philosophica”3 e Galileo scrisse il “Saggiatore”4.

Riguardo questa cometa ci sono testimonianze di osservazioni anche da altre parti del mondo. Due testi cinesi riportano che una cometa fu vista la mattina del 26 novembre. La sua coda era lunga più di 10 gradi e diretta a sud-est. L’ambasciatore spagnolo presso la corte persiana, García de Silva Figueroa, testimonia di averla vista a Isfahan nell’attuale Iran. Altri avvistamenti furono segnalati anche in Corea e nelle Filippine.

LE COMETE VISTE DALLE ISOLE DELLE SPEZIE: LE MOLUCCHE

Le isole anticamente conosciute come Molucche o isole delle spezie erano cinque isole di origine vulcanica (Ternate, Tidore, Moti, Makian e Bacan) situate a ovest della costa dell’isola di Halmahera, nell’arcipelago indonesiano, proprio a cavallo dell’Equatore. Queste isole erano le uniche al mondo dove nel cinquecento e nel seicento cresceva, in modo naturale, la pianta del chiodo di garofano, una pianta della famiglia delle Myrtaceae, il cui nome botanico è Caryophyllus Aromaticus (Eugenia Caryophyllus, Syzygium Aromaticum). Prima i portoghesi, nel cinquecento, e poi gli spagnoli e gli olandesi, nel seicento, controllarono militarmente queste isole. Gli spagnoli mantennero tra il 1606 e il 1663 dei presidi nelle isole di Ternate e Tidore e in alcune altre isole periferiche. Assieme alle truppe iberiche erano giunti anche membri dei vari ordini religiosi.5

Studiando un documento6 manoscritto di un frate francescano spagnolo residente nelle isole delle spezie, le Molucche, allora in parte sotto il controllo spagnolo, ho trovato alcuni accenni a queste tre comete.

Il frate è il padre Gregorio de San Esteban e il documento a cui mi riferisco è la sua “Memoria y Relación e historia verdadera de lo sucedido en las Islas Molucas 1609 – 1619” una copia della quale è conservata nell’Archivo Franciscano Ibero Oriental in Spagna. Di questo interessante documento ho potuto visionare due copie manoscritte “moderne”. In entrambe sono riportate le descrizioni delle tre comete.

Nella sua “Memoria y Relación…” Padre Gregorio de San Esteban dedica alle tre comete un piccolo capitoletto di tre pagine intitolato “De las señales que en el fin de este año se bieron que fueron grandes y de los demas que succedio hasta el fin de el”. Il sottotitolo recita:”Cometas y tomas de sitios”.

Secondo la descrizione che ne dà il padre Gregorio de San Esteban le due prime comete le ha viste in prima persona, mentre per quanto riguarda la “supposta” e dubbia terza cometa dal testo è chiaro che lui non la vide, ma riporta le testimonianze di altri.

Dalle date di osservazione è chiaro che quella che padre Gregorio de San Esteban indica come prima cometa è la seconda cometa osservata in Europa, catalogata come C/1618 V1 e che fu vista agli inizi di novembre 1618. Mentre la seconda cometa è certamente la grande cometa del 1618, cioè quella che le cronache europee descrivono come la terza cometa, e che è stata catalogata come cometa C/1618 W1.

LA PRIMA COMETA:

Il 9 novembre 1618, un venerdì, alle quattro della mattina, apparve una cometa ad oriente, sopra le isole Molucche. Questa la descrizione che ne fa padre Gregorio de San Esteban: “En nueve dia del mes de Noviembre de este año de 1618. Dia viernes a las quatro de la madrugada aparecio una cometa al Oriente sobre esta Islas Molucas a la quarta la suerte la qual era de hechura de una palma muy grande cuyo remate se der un baua al nordeste era el color blanque sino sin ninguna mescla de otro color, su nascimiento era una pequeña estrella que apena se deuisaua, su grandeza seria a nuestro parecer como ocho o dies picas de largo = duro por espacio de mes y medio tres dias mas o menos: su curso fue apartandose hacia el sur por el tiempo que duro”.

Come scritto sopra, secondo le testimonianze che ho trovato questa cometa sembra che sia stata osservata in Europa a partire dal 10 o 11 novembre. Quindi la testimonianza di padre Gregorio de San Esteban che riferisce di aver visto la cometa il 9 novembre 1618 potrebbe essere la prima osservazione di questa cometa. Se ciò fosse vero (ma non ho trovato se e quando sia stata osservata in Cina e da altre parti del mondo), con i canoni odierni sarebbe ritenuto lo scopritore della cometa e gli si sarebbe attribuito il nome della cometa.

Nel suo testo poi padre Gregorio de San Esteban si perde in disquisizioni astrologiche sul significato del passaggio di questa cometa. Qui traspare tutta la superstizione dei suoi tempi. Ma nel testo oltre a ridicole credenze astrologiche ci informa in un paio di passaggi della posizione nella volta celeste della cometa, come il fatto che la cometa fu vista nascere quando si trovava nella costellazione dello Scorpione, inoltre ci informa che la cometa si dirigeva nel suo moto verso oriente.

Per la spiegazione astrologica padre Gregorio cita un matematico e astrologo afghano “Al Bomafsar”, che fu latinizzato in Albumasar, ma il cui nome per esteso era: Abū Maʻšar Gaʻfar ben Muḥammad ben ʻUmar al-Balẖi. Fu uno dei più conosciuti astrologi della corte Abbaside a Baghdad, nacque a Balkh nell’odierno Afghanistan nel 787, poco più di 130 anni dopo la conquista araba della Persia e la caduta dell’Impero Sasanide. Il libro a cui fa riferimento padre Greogorio è il “De magnis coniunctionibus annorum reuolutionibus ac eorum profectionibus octo continens tractatus” pubblicato anche in Europa in varie edizioni.7

Padre Gregorio riporta: “Segun un astrologo arabigo llamado Al Bomafsar en el libro quinto (de magnis conjuncionibus) en la ultima diferencia [dicon] este color grandeza y hachura que significa aflicion en los hombres y es de naturaleza de Jupiter y asi en los hombres jubenales hara su efecto en emfermedades naturales y el salir al oriente significa que [comencuaram] presto sus efectos en angustia de los hombres y poca obediencia a los Reyes: Abra salud el oriente = el ser en el inbierno significa muchas nouedades, nascio el signo del escorpion enrracon de esto segnifica pelea entre Reyes y potentados = abra muchas aguas nosibas y destruyadoras de los frutos = abra mucha turbacion de vientos = y por ser de la naturaleza de Jupiter amenara de los Reys, gouernadores, principes y poderosos y finalmente amenara a todos los sanguineos = Dios sobre todo”.

LA SECONDA COMETA:

Questa seconda cometa fu vista da padre Gregorio de San Esteban il 26 novembre 1618, lunedì. La coda all’inizio era piccola ma poi crebbe notevolmente. Rimase visibile per circa un mese “poco mas o menos” la sua direzione era verso il nord “mas de los que el de la otra”. Anche di questa cometa, in base a quanto ho trovato, il padre Gregorio può essere ritenuto lo scopritore (secondo i canoni moderni) o almeno il co-scopritore, infatti la data più antica di avvistamento citata è quella di due testi cinesi che riportano che una cometa fu vista la mattina del 26 novembre, lo stesso giorno in cui la vide frate Gregorio de San Esteban. C’è da dire che le Molucche si trovano più ad oriente della Cina e per cui è molto probabile che padre Gregorio abbia visto effettivamente la cometa qualche ora prima dei cinesi.

“Biose una cometa en la parte del Oriente tambien al Leste su principio era una estrella grandes su cola a los principios era pequena pero despues se hizo grande su color era algo rojo el fin de la cola mirava al sueste pero el cuerpo mirava al Norte su hechura por la estrella era rrosa = nacio en veinte y seis de Noviembre dias lunes duro por espacio de un mes poco mas o menos su curso era hacia el norte y mas de los que el de la otra”.

Come evidenziato all’inizio di questo scritto, questa è certamente quella che le cronache europee indicano come la terza cometa del 1618. Questa fu la più spettacolare e di gran lunga la più brillante delle tre comete. Questa cometa è stata oggi catalogata come cometa C/1618 W1.

Anche su questa cometa padre Gregorio si sbizzarrisce nell’elencare gli effetti creduti in base al libro dell’astrologo afghano. Ma anche qui ci informa che la cometa fu vista all’inizio nella costellazione del Sagittario.

Sotto il titolo”Significaccion de la segunda cometa” si legge: “Segun el astrologo alegado su significacciones esta en que al color y hechura significante este de poderosa = y el salir al Oriente comenrara muy prestos sus efectos en gente [moza] y en las plantas y frutos = salio en el signo sagitario y ansi significa muerte de Reyes: y fuerça de Reyes sobre el pueblo en pedir dinero: significa oprecion en los hombres? grandes calores, poco fructos en las palmas: fortaleça en las enfermedades por tres meses, nuevas de guerras, terremotos, rrobos prosperidad en las ererades = es de la naturaleza de el sol y assi significa mucho calor y sequedad y este [relidad] muerte de Rey y acontecimentos de muchas cossas y muchas mudanças”

LA TERZA COMETA:

“El dia que salio esta segunda cometa en Tidore pario una otra, tres perros el uno con tres manos y sus dos pies y otro siego y el otro [bierro?] dice si por cossa mostruosa”.

Riguardo alla terza cometa traspare chiaramente dalle righe che padre Gregorio de San Esteban non l’ha vista, ma ci informa che alcuni, nella vicina isola di Tidore, videro una notte una (croce? o luce?) bianca a oriente sopra le Molucche, mentre altri dicono che videro un’altra cometa. “Algonos dicen vieron una [crus? lus?] una noche, blanca a oriente sobre estas Islas y otros dicen vieron otra cometa. Dios nuestro señor aya missericordia…”

Questa testimonianza impedisce per mancanza di informazioni di chiarire cosa fosse stato visto dai testimoni. Ma credo che certamente non è riferita ad una nuova cometa. Il fatto che la cometa sia stata vista solo per un giorno, dopo che l’altra era scomparsa, che padre Gregorio non l’abbia vista e che anche lui citi questa terza cometa con parole dubbiose mi fa propendere per un falso avvistamento oppure per la solita cometa (la seconda citata da padre Gregorio) avvistata un’ultima volta.

Il documento continua “Las cometas sobre dichas començaron en breve a hacer efectos en estas islas porque sin pensar en guerra sea entendido tan cruel como la quemas entre tidores y terrenates…” poi il frate continua descrivendo i fatti di guerra accaduti in quegli anni nelle isole.

NOTE

1Orazio Grassi “De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio astronomica publice habita in Collegio Romano Societatis Iesu”, 1619

2Mario Guiducci “Discorso delle comete”, 1619

3Lotario Sarsi “Libra astronomica ac philosophica”, 1619

4Galileo Galilei “Il Saggiatore, nel quale con bilancia esquisita e giusta si ponderano le cose contenute nella Libra astronomica e filosofica di Lotario Sarsi Sigensano”, 1623

5Per un quadro più dettagliato sulla storia delle isole Molucche tra il cinquecento e il seicento vedi: Marco Ramerini “Gli spagnoli nelle isole Molucche, 1606-1663/1671-1677” Pubblicato in: https://www.colonialvoyage.com/i-primi-contatti-degli-spagnoli-con-le-isole-molucche/

6 Gregorio de San Esteban “Memoria y Relación e historia verdadera de lo sucedido en las Islas Molucas 1609 – 1619” manoscritto presente all’Archivo Franciscano Ibero Oriental. Devo ringraziare il Prof. Florentino Rodao per avermi spedito i files di questo prezioso documento.

7L’opera fu scritta probabilmente attorno all’848. Fu tradotta per la prima volta in latino da Giovanni di Siviglia nel 1133, come “Introductorium in Astronomiam”, e poi, come “De magnis coniunctionibus”, da Herman di Carinzia nel 1140. La traduzione di Herman di Carinzia, “De magnis coniunctionibus”, fu stampata per la prima volta da Erhard Ratdolt di Augusta nel 1488/9. Fu nuovamente stampato a Venezia, nel 1506 e nel 1515.

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Molucche 1 – I primi contatti degli spagnoli con le Isole Molucche, 1521-1602

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

INTRODUZIONE

All’inizio degli anni 2000 avevo iniziato a fare ricerche nei documenti dell’Archivio delle Indie di Siviglia sulla presenza spagnola nelle isole delle Spezie. Alcune delle mie ricerche sono state pubblicate in quegli anni. La più vasta invece è rimasta incompiuta nei files del mio computer. Adesso dopo 15 anni l’ho ripresa in mano e la pubblico qui sul mio sito www.colonialvoyage.com.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

CAPITOLO PRIMO: I PRIMI CONTATTI DEGLI SPAGNOLI CON LE ISOLE MOLUCCHE

I CHIODI DI GAROFANO

Le isole anticamente conosciute come Molucche o isole delle spezie erano cinque isole di origine vulcanica (Ternate, Tidore, Moti, Makian e Bacan) situate a ovest della costa dell’isola di Halmahera, nell’arcipelago indonesiano.

Queste isole erano le uniche al mondo dove all’epoca dell’arrivo dei portoghesi cresceva, in modo naturale, la pianta del chiodo di garofano, una pianta della famiglia delle Myrtaceae, il cui nome botanico è Caryophyllus Aromaticus (Eugenia Caryophyllus, Syzygium Aromaticum). Questa pianta è un albero che raggiunge mediamente un altezza di 10-15 metri. Vengono chiamati chiodi di garofano i bocci dei fiori non aperti e seccati di questa pianta.

La pianta del chiodo di garofano produce frutti dal quinto-sesto anno di crescita e può vivere ben oltre i 70 anni.Mediamente un albero produce annualmente 3 Kg. di fiori secchi pari a 6 Kg. di fiori freschi, in anni particolarmente produttivi, cosa che si ripete mediamente ogni 4 anni, una pianta può arrivare a produrre fino a oltre 30 Kg. all’anno di chiodi di garofano. Nelle Molucche la stagione della fioritura cade due volte all’anno nei mesi di settembre e dicembre. Per prosperare la pianta ha bisogno di un clima umido, ma anche di un suolo ben drenato, condizioni che si incontrano appunto nelle isole Molucche. Le piante crescono lungo le pendici delle montagne, a mezza altezza.

Questa peculiarità rese famose e mitiche le Molucche fin dai tempi antichi. Il chiodo di garofano era un importantissimo prodotto commerciale, esso veniva nel passato commerciato sia nei mercati asiatici (Cina, India e paesi arabi) sia in quelli europei; esso veniva utilizzato sotto forma di olio per il trattamento degli alimenti, come profumo, come essenza per profumare l’alito, come anestetico per il mal di denti e come ingrediente per diversi tipi di cibo (nei ricettari medievali inglesi circa il 20% delle ricette contenevano come ingrediente il chiodo di garofano).

Le isole Molucche avevano questa grande ricchezza, il chiodo di garofano, ma dovevano importare dalle altre isole, i beni di prima necessità quali principalmente sago e riso che venivano importati da Halmahera, Ambon e Bacan; le spezie venivano invece scambiate con commercianti provenienti da tutta l’Asia con vestiti, seta, porcellana, oro, argento, coltelli, vetro ecc. 1

ISOLE VULCANICHE

Gran parte delle isole dell’arcipelago delle Molucche sono dominate da alti vulcani alcuni dei quali tuttora attivi. Nell’isola di Ternate si trova il vulcano Gamalama che è alto 1715 metri. Questo vulcano dal 1538 ad oggi ha avuto oltre 70 eruzioni conosciute. Nel periodo 1538-1700 ebbe eruzioni nel: 1538, 1561, 1605, 1608, 1635, 1618 (?), 1643 (?), 1648, 1653, 1659, 1676, 1686, 1687). Anche la vicina isola di Tidore è dominata da un imponente vulcano, il Kiematubu uno strato vulcano con un altezza di 1730 metri. Questo vulcano non ha avuto eruzioni storiche documentate, ma ebbe eruzioni nell’olocene. Un altro vulcano attivo è invece presente nell’isola di Makian, alto 1357 metri, è un vulcano distruttivo. Nel periodo 1550-1700 ebbe eruzioni nel 1550 e nel 1646 quando ebbe un eruzione esplosiva che devastò diversi villaggi sui fianchi del vulcano.

Oltre alle 5 isole principali (Ternate, Tidore, Moti, Makian e Bacan) ci sono le tre piccole isole vulcaniche di Hiri (630 mt., che ha avuto eruzioni nell’olocene) situata a nord di Ternate. Maitara (357 mt.) nel braccio di mare che separa Ternate e Tidore. Mentre a sud, tra Tidore e Moti, si trova l’isola di Mare (308 mt., con eruzioni nell’olocene).

Tra tutte le Molucche, l’isola di Makian era quella che nel seicento produceva di gran lunga più chiodi di garofano di tutte le altre. La causa di questa maggiore produzione il governatore D. Gerónimo de Silva l’attribuisce alla migliore propensione degli abitanti di Makian nella coltivazione della terra, a differenza dei nativi di Ternate e Tidore i quali erano più portati a fare la guerra che a coltivare i campi.2 Makian era anche la più densamente popolata. 3

A causa dei continui contatti commerciali tra le Molucche e i mercanti di fede musulmana provenienti dall’Arabia e da altre zone dell’Asia, a partire dal 1430-1460 la fede maomettana fece il suo ingresso nelle isole. In quegli anni diversi re delle isole si convertirono all’islam e all’arrivo dei portoghesi nonostante che la maggioranza della popolazione fosse ancora animista, l’islam rappresentava un importante e elitario elemento nelle isole. 4

LA SITUAZIONE ALL’ARRIVO DEI PORTOGHESI

All’arrivo dei portoghesi nel 1512, due regni principali si contendevano il controllo delle isole essi erano il sultanato di Ternate e il regno di Tidore. Il sultanato di Ternate controllava oltre all’isola di Ternate anche metà dell’isola di Moti, la parte nord dell’isola di Halmahera chiamata Moro, l’isola di Ambon, la parte est di Ceram e la zona nord-est di Sulawesi. Mentre il regno di Tidore, controllava oltre all’isola di Tidore l’altra metà dell’isola di Moti, l’isola di Makian, la gran parte dell’isola di Halmahera e la parte occidentale della Nuova Guinea. Il controllo su queste isole era esercitato direttamente oppure tramite vassallaggio.

Esistevano poi altri due regni minori: quello di Bacan e quello di Jailolo. Il regno di Bacan, la cui capitale era sull’isola di Kasiruta, estendeva la sua influenza sull’arcipelago di Bacan e sulla parte nord di Ceram. Bacan era un grande produttore di sago, alimento basilare delle popolazioni delle isole, ma era scarsamente popolato. Il regno di Jailolo invece era stato un tempo il più importante della regione ma nel 1500 era in declino e controllava solo la parte nord occidentale di Halmahera, questo regno verrà praticamente annesso da Ternate e dai portoghesi nel 1551.

Il sultano di Ternate riuscì ad assicurarsi l’alleanza dei portoghesi e nel 1522 chiese ed ottenne la costruzione di una fortezza portoghese nella sua isola. La prima pietra della fortezza venne posata per la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno 1522, e per questo venne denominata “São João Baptista de Ternate”. L’alleanza con i portoghesi sbilanciò ancora di più a favore di Ternate i rapporti di potere con Tidore, per contro Tidore all’arrivo delle navi della spedizione Magellano prontamente richiese l’assistenza degli spagnoli. 5

Gli spagnoli ebbero i primi contatti con le isole Molucche durante la spedizione di Magellano. Nel 1521 le navi della spedizione di Magellano giunsero alle isole Molucche, dove restarono per circa sei settimane nell’isola di Tidore. Essi fondarono anche una fattoria, che però venne prontamente distrutta dai portoghesi.

Gli spagnoli tentarono a più riprese di impadronirsi delle isole delle spezie a discapito dei portoghesi, con i quali si ebbero aspre divergenze, gli spagnoli stabilirono alleanze con i re di Tidore e di Jailolo e truppe spagnole furono presenti nelle isole durante gli anni 1527-1534 e 1544-1545. Ma la mancata scoperta di una rotta di ritorno attraverso il Pacifico impedì agli spagnoli di poter competere con la potenza navale portoghese. Nel 1529 si giunse anche alla firma di un trattato tra Spagna e Portogallo, riguardante le Molucche, il trattato di Zaragoza, con questo trattato il re di Spagna abbandonò ogni pretesa sulle isole in cambio di 350.000 ducati.

Il primo periodo d’interesse degli spagnoli nelle Molucche, fu caratterizzato delle lotte contro i portoghesi per il controllo delle isole, esso iniziò con l’arrivo della spedizione di Magellano nel 1521 e termino nel 1545 con la resa ai portoghesi degli uomini dell’armata di Villalobos, tra queste due spedizioni gli spagnoli inviarono altre flotte, quelle di Loaisa (1527) e Saavedra (1528) oltre alla sventurata avventura della spedizione di Grijalva (1538). La spedizione di Villalobos fu allestita dopo il trattato di Saragozza e per questo motivo la spedizione era diretta a non meglio specificate isole delle spezie non ancora occupate dal Portogallo. Il centro di tutta quest’attività degli spagnoli rimase per tutto questo periodo l’isola di Tidore.

LA SPEDIZIONE DI MAGELLANO

Gli spagnoli ebbero i primi contatti con l’isola di Tidore, durante la spedizione di Magellano. Nel 1521 le due navi superstiti della spedizione, la ‘Trinidad’ e la ‘Victoria’, giunsero nelle isole Molucche. Le imbarcazioni spagnole entrarono nel porto di Tidore l’8 novembre 1521, dove furono bene accolte dal re dell’isola. La nave ‘Victoria’ rimase a Tidore fino al 21 dicembre 1521, da dove ripartì lungo la rotta dell’oceano Indiano per l’Europa, che raggiunse con successo il 6 settembre 1522. La ‘Trinidad’, invece, che aveva bisogno di essere riparata, salpo da Tidore il 6 aprile 1522 tentando senza successo la traversata dell’oceano Pacifico, essa fu costretta a ritornare nelle Molucche nell’ottobre 1522, dove l’equipaggio fu catturato dai portoghesi, che nel frattempo si erano stabiliti a Ternate dove avevano costruito una fortezza. 6

Il primo contatto con i tidoresi fu prettamente commerciale, anche se gli spagnoli, in seguito alla richiesta del re di Gilolo, alleato di Tidore, fornirono due pezzi d’artiglieria e alcuni soldati per partecipare ad una spedizione punitiva contro un nemico del re. Il re di Gilolo e quello di Tidore si dichiararono sudditi del re di Spagna, sperando cosi facendo di bilanciare con l’aiuto spagnolo lo strapotere del loro acerrimo nemico, il sultano di Ternate. Questo atto di sottomissione fece notevolmente arrabbiare i portoghesi, che gia da alcuni anni intrattenevano rapporti commerciali con Ternate e che consideravano tutto l’arcipelago delle Molucche come proprio possesso.

Gli spagnoli, alla loro partenza, promisero al re di Tidore, che con la successiva spedizione avrebbero costruito una fortezza a Tidore, e allo scopo, lasciarono nella loro fattoria oltre alla mercanzia e a 5 uomini 7 anche 40 ‘bombardadas’, molte ‘beftas’ e ‘espigardas’ e diverse altre armi. 8

LA SPEDIZIONE DI LOAISA

La promessa della costruzione di un forte a Tidore venne, in effetti, mantenuta. Infatti la successiva spedizione, al comando della quale era originariamente Loaisa, costruì a Tidore una fortezza di pietra, sabbia e pietrisco. Il piccolo forte fu costruito nel gennaio 1527 nella città principale dell’isola.

Vediamo più dettagliatamente gli avvenimenti che portarono alla costruzione del primo forte spagnolo a Tidore. Dopo la traversata dell’oceano Pacifico, l’unica nave superstite della spedizione di Loaisa, la nave ‘Victoria’, comandata dal capitano Martin Iniguez de Carquizano, giunse in vista delle Molucche e fece sosta per alcuni giorni a Zamafo un villaggio controllato da Tidore nell’isola di Halmahera. In seguito alla richiesta del re di Tidore, gli spagnoli si trasferirono a Tidore, che avvistarono il 31 dicembre 1526 alle prime luci dell’alba, essi quindi portarono l’imbarcazione nella parte Nord-Est dell’isola di Tidore dove passarono la notte. 9

La mattina seguente, il 1 gennaio 1527, gli spagnoli si diressero al luogo dove era la città principale dell’isola, chiamata ‘Tidori’. La citta era situata nella parte est dell’isola ‘…el pueblo principal que se llama Tidori està por la parte de leste…’ 10, essa era stata completamente distrutta e bruciata dai portoghesi sul finire del 1526 durante la guerra precedente. 11 Qui gli spagnoli giunsero alle 10 di mattina e subito incontrarono a bordo della nave il giovane re di Tidore (Raja-Mirr), egli confermò la fedeltà al re di Spagna e chiese l’aiuto degli spagnoli per contrastare i portoghesi e i loro alleati ternatesi. Gli spagnoli aiutati dai tidoresi, il giorno stesso del loro arrivo, iniziarono la costruzione di tre baluardi ‘…en este mismo dia comenzamos hacer tres baluartes en tierra para poner artilleria…’ 12 di pietra, terra e legno per potersi difendere da un certo prossimo attacco dei portoghesi.

Su quello che dovevano essere le opere di fortificazione costruite dagli spagnoli le fonti non sono concordi. A secondo delle testimonianze, viene riferita la costruzione di un baluardo tutto di pietra ‘…fizemos un baluarte a maneira de fortaleza de pedra soomente…’ dove fu collocata l’artiglieria, mentre su di una punta gli spagnoli avevano posto due grossi pezzi d’artiglieria. 13 Altre fonti parlano di due baluardi ‘onde chegado & metida a nao dentro no arrecife, mandou fazer naentrada dele dous baluartes de pedra ensosa q artilhou muyto bé com algúa artelharia da nao’ 14 e ancora ‘…e fez de pedra sequa dous baluartes sobre o arrecife em defensão da nao, e n’elles pôs artelharia, …’ 15

Altre ancora parlano di ‘…torre dos castelhanos, a que elles chamauão fortaleza, que tinha huma caua d’agoa derrador; …’. 16 ‘…torre dos Castelhanos, a que chamauão fortaleza, que como disse era cercada de caua’. 17 Diogo do Couto ci indica che gli spagnoli iniziarono a costruire con grande velocità due ‘baluartes de pedra ençossa’ ai limiti della città, mentre un altro bastione venne costruito a difesa del porto. 18 Altre testimonianze ci informano che il baluardo non era solo di pietra, ma anche di terra e legno ‘…y luego en la hora hecimos en tierra un reparo de piedra, y tierra, y madera para poner alguna artilleria para nos defender…’ 19 ‘se fortificó com fortes tramqueiras y artilleria con nombre de fortaleza’. 20

Dalle descrizioni è chiaro in ogni modo che le opere di fortificazione che gli spagnoli costruirono al momento dello sbarco a Tidore furono due baluardi uno probabilmente il principale, quello che era chiamato fortezza, fu costruito dentro la città del Re nelle vicinanze del mare, l’altro nelle sue vicinanze, su di una punta. Inoltre, più tardi, nel giugno 1528, Hernando de la Torre fece costruire probabilmente sul lato nord della città un altro baluardo difensivo. Quello che è certo, di questa prima fortificazione spagnola a Tidore, è che doveva essere un’opera di poco conto, visto la fretta con cui era stata costruita. La piccola fortificazione fu utilizzata anche come ricovero per la merce trasportata dalle navi ‘… e ally desembarcaron el artillería, y sus mercaderías y comenzaron á hacer un baluarte para su defensa: y metiéronse en él con todas sus mercaderías y artillería, …’. 21

Il giorno seguente all’arrivo degli spagnoli, fu sbarcata l’artiglieria e le merci che erano a bordo della nave. Circa metà degli occupanti della nave sbarcò, mentre l’altra metà rimase a bordo perché gli spagnoli temevano che i portoghesi tentassero di affondare la nave. Erano poco più di 100 22 gli spagnoli arrivati a Tidore, e la nave ‘Victoria’ rappresentava l’unico mezzo a loro disposizione per poter tentare il ritorno in Spagna.

Gli spagnoli dovettero respingere quasi subito un attacco portato dai portoghesi, i quali anche nei mesi successivi attaccarono più volte Tidore. I portoghesi tentarono con ogni mezzo di danneggiare gli spagnoli, il capitano spagnolo Martin Iñiguez de Carquizano fu da loro avvelenato e morì l’11 luglio 1627 23, a lui succedette come capo degli spagnoli Hernando de la Torre. Gli spagnoli presero parte attivamente alle lotte tra loro, Tidore e Jailolo da una parte e Ternate e i portoghesi dall’altro.

Nel frattempo nella Nuova Spagna era in preparazione una nuova spedizione diretta alle Molucche, questa flotta, composta da tre navi (‘Florida’, ‘Santiago’ e ‘Espiritu Santo’) con 30 cannoni e 110 uomini, era partita il 31 ottobre 1527 dal porto messicano di Zihuatanejo, il comandante della spedizione era Alvaro de Saavedra Ceron. Di questa spedizione solamente la nave ‘Florida’ comandata da Alvaro de Saavedra Ceron giunse a Tidore il 30 marzo 1528, a bordo erano 45 uomini che rimpinguarono le fila delle scarse truppe spagnole presenti a Tidore e a Jailolo e rafforzarono il morale degli spagnoli. 24 Ma la mancata scoperta di una rotta di ritorno attraverso il Pacifico nonostante i numerosi e disperati tentativi fatti, impedì agli spagnoli di ricevere altri aiuti e di comunicare con le proprie basi, mentre d’altro canto i portoghesi ricevevano costantemente rinforzi da Malacca e Goa.

All’arrivo della nuova nave spagnola a Tidore, la fortezza dei castigliani si presentava come una fortezza di pietra, sabbia e pietrisco (‘piedra, arena y cascajo’) alta due braccia e spessa sei piedi, essa era armata con un cannone, una ‘culebrina’, due ‘sacres’ e molti altri pezzi d’artiglieria di ferro, una buona quantità di ‘escopetas’ e ‘ballestas’, essa appariva abbastanza ben fornita di artiglieria e le truppe erano ben armate. 25

Inoltre altre opere difensive furono approntate dagli spagnoli: In una relazione al re di Spagna scritta da Tidore l’11 giugno 1528, Hernando de la Torre, indicava che per meglio difendere la città era necessario costruire un baluardo ad un’entrata della città di Tidore, egli allo scopo, aveva posto in quel punto 20 soldati capitanati da Diego de Ayala e con 5 o 6 pezzi d’artiglieria. 26

Nonostante la costruzione di queste successive opere di difesa, il forte spagnolo fu preso dai portoghesi nell’ottobre 1529. I portoghesi non potevano scegliere un miglior momento per l’attacco, infatti, gli spagnoli avevano diviso le loro forze inviando 18 soldati assieme alle truppe di Tidore per una spedizione punitiva nella parte nord di Halmahera. A difesa della città di Tidore era rimasta una piccola guarnigione di 37 spagnoli dei quali solo 25 erano in grado di prendere le armi, ridotto era anche il numero delle truppe di Tidore rimaste a difesa della città.

La città di Tidore fu attaccata il 28 ottobre 1529 dai portoghesi e dai loro alleati di Ternate, qui gli spagnoli inizialmente tentarono la resistenza lungo il muro della città e lungo il baluardo che era stato costruito all’ingresso della città, ma poi visto il superiore numero dei portoghesi e dei loro alleati, furono costretti a ritirarsi dentro le mura della loro fortezza. I portoghesi bruciarono tutta la città di Tidore e posero l’assedio alla fortezza spagnola. Fu chiesta da parte dei portoghesi la resa, pena l’uccisione di tutti i difensori della fortezza.

Gli spagnoli comandati da Hernando de la Torre dopo diverse discussioni acconsentirono ad abbandonare la fortezza alla condizione di essere trasferiti nel villaggio di Zamafo nell’isola di Halmahera. I portoghesi imposero loro anche il divieto di ritornare nelle isole Molucche ‘…no fuese en ninguna de las cinco islas de clavo’. Partirono da Tidore alla volta di Zamafo il capitano Hernando de la Torre assieme a 23 soldati spagnoli, mentre altri 12 rimasero con i portoghesi passando al loro servizio. 27 Nella fortezza e nella fattoria che era all’interno della fortezza spagnola, i portoghesi oltre a varia mercanzia confiscarono molte armi tra cui 6 grossi pezzi d’artiglieria di metallo, 25 pezzi d’artiglieria di ferro (‘…versos y falcones…’), 4 pezzi di grosse dimensioni, 4 ‘pasamuros’, 8 ‘falcones’ e altri ‘tiros pequeños’. 28

Dopo la conquista portoghese del forte spagnolo di Tidore, sembra che alcuni soldati portoghesi siano rimasti a guarnigione dell’isola ‘… habia quedado gente de portugueses en Tidori…’ 29 Anche Castanheda accenna al fatto che alcuni portoghesi rimasero a Tidore per insegnare ai tidoresi ‘os nossos costumes’ e per impedire che in futuro si ripetesse un’alleanza tra tidoresi e spagnoli. 30

Come abbiamo visto questa prima fortezza costruita dagli spagnoli a Tidore era una costruzione molto semplice di muro a secco, probabilmente solo un piccolo bastione difensivo: ‘Los portugueses nos echaron por armas de Tidori, donde teniamos una fortaleza de piedra seca y toda l’artillería y hacienda que teniamos para nuestro mantenimientos, y dos fustas…’ 31 ‘…la fortaleza que tenian hecha los castellanos á manera de baluarte’ 32 Gli spagnoli mantennero il forte di Tidore per quasi tre anni dal 1 gennaio 1527 al 28 ottobre 1529. I pochi spagnoli rimasti con Hernando de la Torre rimasero ancora per alcuni anni a Jailolo, da dove furono poi imbarcati tra il 1534 e il 1535 verso l’India e poi verso la Spagna. 33

Nelle Molucche giunsero alcuni anni più tardi, nel 1537, i superstiti della spedizione di Grijalva, ma essi si consegnarono immediatamente ai portoghesi e non ebbero nessuna influenza sui rapporti di potere nelle Molucche. 34

LA SPEDIZIONE DI VILLALOBOS

L’ultimo contatto spagnolo con le isole delle spezie prima dell’unione con il Portogallo, avvenne con la spedizione guidata da Ruy López de Villalobos. La méta della spedizione, in virtù dell’accordo del 1529, erano non meglio precisate isole delle spezie non ancora occupate dei portoghesi. Villalobos partì dal Messico il 1 novembre 1542 con 4 navi, una galeotta e un brigantino. Dopo un fallimentare tentativo di colonizzazione dell’isola di Sarragan, i resti della spedizione giunsero a Gilolo dove furono ben accolti dal re, che offrì loro il permesso di costruire una fortezza. Successivamente anche il re di Tidore si recò a Gilolo 35 dove fece visita agli spagnoli e fu nuovamente stipulato un contratto di alleanza tra la Spagna, Tidore e Gilolo. Un gruppo di 60 soldati spagnoli comandati da don Alonso Manrique fu inviato a Tidore. Più tardi anche le altre truppe spagnole si trasferirono nell’isola. 36

Gli spagnoli di Villalobos, aiutarono i propri alleati contro i loro nemici in diverse battaglie, ma evitarono sempre di combattere contro i portoghesi, intrattenendo con loro rapporti amichevoli, e scambiandosi visite, che insospettirono il re di Tidore che nell’agosto 1545, per difendersi e tutelarsi, fece costruire sulla cima di una collina una fortezza di pietra secca ‘… hizo fortalezer un peñol y ençima del hizo una fortaleza de piedra seca, para se recojer alli si neçessario fuese, …’. 37

Gli spagnoli tentarono ripetutamente di stabilire contatti con la Nuova Spagna, ma tutte le navi inviate furono costrette a rientrare nelle Molucche senza aver trovato una rotta di ritorno verso l’America, ciò provocò profondo scoramento negli spagnoli, che cominciarono a disertare e a passare dalla parte dei portoghesi, gli spagnoli furono costretti a negoziare una resa con i portoghesi e ad abbandonare Tidore, essi erano stati a Tidore dal marzo 1544 al novembre 1545. 38

Nel febbraio 1546 i superstiti della spedizione di Villalobos lasciarono le Molucche a bordo di navi portoghesi. Villalobos morirà ad Ambon durante il viaggio di ritorno in Spagna. 39

LE SPEDIZIONI SPAGNOLE DURANTE L’UNIONE DELLE CORONE DI SPAGNA E PORTOGALLO

Il primo periodo di interesse degli spagnoli nelle Molucche, cioè quello che riguarda gli anni 1521-1606, può essere suddiviso in due distinte parti: la prima parte fu quella, a cui abbiamo già accennato, delle lotte contro i portoghesi per il controllo delle isole, essa iniziò con l’arrivo della spedizione di Magellano nel 1521 e terminò nel 1545 con la resa ai portoghesi degli uomini della spedizione di Villalobos.

La seconda parte di questo primo periodo, fu invece quella dell’unione tra le corone di Spagna e Portogallo, durante questo tempo le spedizioni spagnole in partenza dalla base di Manila nelle Filippine, vennero inviate con lo scopo di aiutare le truppe portoghesi contro i nemici ternatesi, che si erano ribellati ai portoghesi e che gli avevano espulsi dall’isola di Ternate nel 1575. 40

Il principale intento di queste ultime spedizioni era la riconquista della fortezza portoghese di Ternate. Nessuna delle sei successive spedizioni tentate dagli spagnoli raggiunse lo scopo prefissato. Esse iniziarono nel 1582 con quella di Francisco Dueñas, questa prima spedizione ebbe carattere prettamente informativo sulla situazione militare delle isole, Francisco Dueñas rimase nelle Molucche per circa due mesi tra marzo e aprile del 1582. La spedizione successiva fu quella comandata da D. Juan Ronquillo essa ebbe luogo a cavallo tra il 1582 e il 1583, gli spagnoli collaborarono con i portoghesi aiutandoli in alcune spedizioni punitive contro le isole vicine.

Nel 1584 fu la volta di Pedro Sarmiento e poi nel 1585 di Juan de Morón anche queste due spedizioni non ebbero il successo sperato, venne attaccata la fortezza di Ternate, ma senza risultato. Una più grande e meglio assemblata armata partì alla volta delle Molucche nel 1593 al comando dello stesso governatore delle Filippine Gómez Pérez Dasmariñas, ma una ribellione e l’assassinio dello stesso governatore prima di raggiungere le Molucche portò all’annullamento di tutta l’operazione. L’ultima spedizione spagnola di questo periodo fu quella inviata da Manila in soccorso della flotta dell’ammiraglio portoghese André Furtado de Mendonça, essa era capitanata da Juan Juárez Gallinato, e partì da Manila alla fine del 1602, un assalto congiunto spagnolo-portoghese alla fortezza di Ternate non ebbe successo.

Successo ebbero invece i due attacchi che a distanza di pochi mesi, nel 1605, i nemici giurati degli spagnoli, gli olandesi, portarono agli ultimi forti ancora in mano portoghese nelle Molucche: Ambon e Tidore.

Ambon cadde senza combattere il 23 febbraio 1605, questo, sembra a causa della condotta codarda del capitano della fortezza Gaspar de Melo e all’interesse personale di alcuni casados portoghesi, che miravano alla salvaguardia dei loro beni. Gli olandesi ricostruirono il forte portoghese e lasciarono come guarnigione 130 soldati. Le navi olandesi fecero poi rotta verso Tidore.

I portoghesi della fortezza di Tidore, comandati da Pedro Álvares de Abreu, non si arresero alla vista delle navi, ma costrinsero gli olandesi a combattere, ma come vedremo più avanti, nonostante il loro coraggio, il forte venne preso dagli olandesi. L’episodio chiave fu lo scoppio della polveriera del forte, che provocò la morte di molti difensori e un enorme squarcio nelle mura. 41 Tidore venne conquistata dagli olandesi il 19 maggio 1605. Gli olandesi, non avendo abbastanza uomini per presidiare una fortezza, lasciarono a Tidore solo alcuni uomini in una fattoria. Giunti alle Molucche gli olandesi si allearono con la più grande potenza della zona il sultanato di Ternate.

L’estensione del territorio controllato dal sultanato di Ternate dopo la ribellione contro i portoghesi e la cattura del forte portoghese di Ternate (26 dicembre 1575), ci viene descritta in un interessante documento molto probabilmente scritto da Pedro Sarmiento nel 1584 e intitolato “Relación de la fuerza, poder y artilleria que tiene el Rey de Terrenate”.

Il dominio di Ternate si estendeva oltre che sull’isola di Ternate anche alle piazzeforti di Jilolo, Çabubo (Sabugo), Ganconora (Gamkonora), Loloda tutte situate lungo la costa occidentale dell’isola di Halmahera, dove erano altri villaggi tributari di Ternate. All’estremità nord dell’isola di Halmahera, le isole di Doi e di Morata (Morotai) erano anch’esse tributarie così come molti villaggi della costa nord di Halmahera, che anni prima erano stati cristianizzati dai portoghesi. A sud di Ternate erano sotto il controllo dei ternatesi Motel (Moti), Maquian, Cawa (Kayoa), Caxossa (?) ecc. l’influenza di Ternate si estendeva verso sud fino alle isole circostanti Ambon e Buru, mentre verso occidente l’influenza di Ternate giungeva fino alle coste dell’isola di Celebes. 42

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (De Silva De Silva, C. R. “The Portuguese and the trade in cloves in Asia during the sixteenth century” In: An expanding world vol. 11, pp. 259-260) (“Lettera di Acuña a Felipe III, Manila 1 luglio 1605” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14, pp. 58-59 nota n°5. Grande Dizionario Enciclopedico UTET, 1967, vol. 4, p. 625) (Doc. Mal. I p. 5*) (Trinidade “Conquista espiritual do Oriente” vol. I p. 45)

2 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 7)

3 L’isola di Tidore viene descritta da Prado come densamente popolata. (Prado p. 23)

4 (Doc. Mal. I p. 6*) (Trinidade “Conquista espiritual do Oriente” vol. I p. 45)

5 (Doc. Mal I pp. 3*-4*)(De Silva, C. R. “The Portuguese and the trade in cloves in Asia during the sixteenth century” In: An expanding world vol. 11, p. 261)

6 Il forte portoghese era stato fondato da Antonio de Brito nel giugno 1522, la prima pietra della fortezza venne posata per la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno 1522, la fortezza venne denominata “Sao Joao Bautista de Ternate”. La fortezza venne eretta dai portoghesi, dove era la principale citta del sultanato di Ternate (Sud dell’isola), a una lega dal porto principale dell’isola, chiamato Talangame, dove stavano ancorate la navi.

7 Essi erano: Juan de Campos de Escribano, Luis del Molino, Alonso de Cota Ginoves, Diego Arias e Maestre Pedro Lombardero. Vedi: (Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” p. 98) e anche (“Declaraciones que dieron en Valladolid Gonzalo Gomez de Espinosa, Ginés de Mafra, y Leon Pancaldo, sobro los acontecimientos de la nao Trinidad en las Malucas” Documento n°40 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” (Madrid, 1837) p. 381). Secondo Castanheda gli uomini che rimasero a Tidore erano 10-12 uomini vedi: (Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 5, p. 160) Mentre secondo Antonio Galvao furono 4 uomini vedi: (Galvao “História das Molucas” p. 205)

8 (Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 10, 169; Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” p. 98)

9 (“Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n° 14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 285)

10 (“Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Martin Fernanadez deNavarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 5” (Madrid, 1837) p. 286)

11Secondo quanto dichiarato da una schiavo dei portoghesi che era fuggito a Zamafo, la distruzione era avvenuta pochi giorni prima dell’arrivo delle navi spagnole. Per questo episodio vedi: (Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 39, p. 438)

12 (“Relacion escrita y presentada al el Emperador por Andres de Urdaneta …” Documento n°26 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 412)

13 (“Carta de Pedro de Montemayor escrita desde Cochin al Rey de Re del Portugal…, Cochin 14 Janeiro 1533” Documento n°19 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 343)

14 (Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 42, p. 441)

15(Gaspar Correa “Lendas da India” vol. III, p. 175)

16(Gaspar Correa “Lendas da India” vol. III, p. 360)

17 (Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 6, p 569)

18(Diogo do Couto “Da Asia” Decada IV, parte 1, p. 190)

19 (“Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 286)

20(“Al Rey de Portugal, Alfonso Mexia, Cochin 30 diciembre 1528” Documento n°13 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 240)

21(“Declaracion de Juan de Mazuecos” Documento n°21 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 363)

22Erano 105, 115, 116, 117 (Galvao “Historia das Molucas” p. 215), 123, 133 a seconda delle testimonianze.

23Egli venne sepolto nella chiesa di ‘Nossa Senhora do Rozairo’ evidentemente il nome della cappella eretta dagli spagnoli a Tidore. (“Carta de Pedro de Montemayor escrita desde Cochin al Rey de Re del Portugal…, Cochin 14 Janeiro 1533” Documento n°19 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 345)

24(Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” pp. 94-113)

25(“Relacion que presentó en Madrid el Año 1534 Vicente de Nápoles sobre los sucesos de la armada de Saavedra …” Documento n°37 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 486) (Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 113)

26 (“Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 308)

27(“Relacion de Hernando de la Torre de lo ocurrido en las Molucas contra los portugueses de la isla de Terrenate, desde su ingreso en aquellas islas hasta fin del año 1533” Documento n°20 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” pp. 353-360) (Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, p. 359)

28 (“Declaracion de Francisco de Paris, marinero de la nao Victoria …, 25 otubre 1536” Documento n°23 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 375.) (Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 133)

29(Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 356)

30 (Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 7, p. 571)

31 (“Carta de Hernando de la Torre a D. Alvaro de Zuñiga, Gilolo, marzo 1532” Documento n°18 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” p. 337)

32 “Declaracion de Juan de Mazuecos” Documento n°21 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 364

33(Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” pp. 150-155)

34 Sulle vicende di questa spedizione vedi: (Galvão “História das Molucas” pp. 307-317)

35 Secondo quanto riportato da Couto, furono gli spagnoli a chiedere al re di Tidore il permesso di poter passare a Tidore. (Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 2, pp. 406-407)

36 (P. Pablo Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxi In: D. Pedro Torres y Lanzas “Catalogo de los documentos relativos a las islas Filipinas existentes en el archivo de Indias de Sevilla. Procedido de una História General de Filipinas, por el P. Pablo Pastells, S. J.” (Barcellona, 1925-1936)

37 (“Relacion de Garcia de Escalante Alvarado” AGI: Patronato,23,R.10 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) pp. 143-144) (Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxvi)

38 L’accordo tra spagnoli e portoghesi verrà firmato il 4 novembre 1545. (“Carta de fray Geronimo de Santisteban a don Antonio de Mendoza, de Cochin, en la India de Portugal a 22 de enero de 1547” AGI: Patronato,20,R.12 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) p. 30)

39(Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxxvi, cxciii Ciríaco Pérez-Bustamante “La expedición de Ruy López de Villalobos a las Islas de Pacífico” In: AA. VV. “A viagem de Fernão de Magalhães e a questão das Molucas. Actas do II colóquio Luso-Espanhol de História Ultramarina” (Lisbona, 1975) pp. 611-626)

40I portoghesi, nel 1578, in sostituzione della loro fortezza a Ternate avevano costruito un forte a Tidore.

41 (“Fr. Gaspar Fernandes, provincial of Goa, to Fr. Claudio Acquaviva, general. Goa, 6 de novembro de 1606” Documento n° 10 in: Hubert Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” (Roma, 1984) p. 49) (Francisco Colin, “Labor Evangelica, ministerios apostolicos de los obreros de la Compania de Jesus, fundacion, y progresos de su provincia en las Islas Filipinas” Vol. 3 (Barcellona, 1900-1903 (prima edizione 1663)) pp. 20-22)

42 (Arch. Gen. de Indias, patronato 46, R 18 “Relación de la fuerza, poder y artilleria que tiene el Rey de Terrenate”)

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Molucche 2 – La conquista di Ternate, 1606

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO SECONDO: LA CONQUISTA DI TERNATE

LA PREPARAZIONE DELLA SPEDIZIONE DI D. PEDRO DE ACUÑA

La risposta spagnola, questa volta, non tardò ad arrivare. Il governatore delle Filippine, D. Pedro de Acuña, in un documento1, senza data, presente nell’archivio “General da Indias” di Siviglia, elenca i motivi e i benefici per cui gli spagnoli dovrebbero organizzare una spedizione per recuperare la fortezza di Ternate:

  1. Il rinnovo della fede cristiana, sia nell’isola di Ternate come nelle isole vicine.
  2. Il recupero dell’antica reputazione, persa dopo che i portoghesi furono scacciati da Ternate.
  3. La possibilità di poter controllare il commercio dei chiodi di garofano, che crescono solamente in queste isole.2
  4. Il beneficio di poter ricevere le rendite dell’isola.
  5. Ternate può essere un ottima base per poter occupare le isole di Mindanao e Solo, che si trovano lungo il cammino tra Manila e Ternate.

Acuña inoltre indica che essenziale per la buona riuscita dell’impresa, è il segreto e le brevità dell’operazione, in modo da cogliere il nemico di sorpresa. Egli consiglia di usare come base per la preparazione dell’impresa Manila, essendo Ternate più vicina e più facilmente raggiungibile dai possedimenti spagnoli che dall’India portoghese. La proposta di Acuña venne favorevolmente accolta dal Re di Spagna. 3

Il 19 giugno 1604 salpò da San Lucar de Barrameda alla volta della Nuova Spagna la spedizione guidata da Juan de Esquivel inviata dal Re appositamente per la spedizione di Ternate. 4

Il 25 febbraio 1605, giunse nel porto di Cavite nelle Filippine una nave dalla Nuova Spagna. Questa nave era portatrice degli ordini reali favorevoli alla spedizione da intraprendere nelle Molucche, il patacco portò inoltre informazioni al governatore del prossimo arrivo di truppe dalla Nuova Spagna per effettuare l’impresa. Nella stessa nave arrivarono anche due compagnie di soldati, circa 200 fanti destinati a partecipare alla spedizione e inviati dal Vice Re della Nuova Spagna.

Il grosso della spedizione guidato da Juan de Esquivel, era stato inviato direttamente dalla Spagna ed era partito dal porto di San Lucas de Barrameda, da li era giunto nella Nuova Spagna, passando per Città del Messico. I soldati a bordo di due navi, partirono dal porto di Acapulco nella Nuova Spagna il 22 di marzo del 1605, e giunsero nelle Filippine il 9 giugno 1605. La traversata fu fortunata, nonostante che le navi fossero partite con po’ di ritardo rispetto alle previsioni e avessero trovato anche brutto tempo, nella traversata morì un solo soldato. A bordo erano 650 uomini inquadrati in 8 compagnie, 7 delle quali, su ordine di Acuña, erano state fatte sbarcare nel porto di Ybalon e poi il giorno dopo da lì trasportate nell’isola di Panay alla Villa di Arevalo (Oton) dove erano stati preparati i viveri per il loro sostentamento.

Il 18 giugno, il maestro di campo Juan de Esquivel, giunse a Manila per incontrare Acuña. Durante i sette mesi che Esquivel passò a Manila assieme ad Acuña, il comando delle sette compagnie di soldati che con lui erano giunte dalla Spagna e che erano state inviate nell’isola di Panay, venne affidato a Lucas de Vergara. 5

Poco dopo l’arrivo delle truppe arrivarono a bordo di una nave anche 4 pezzi d’artiglieria fusi nella Nuova Spagna. Nonostante che il numero dei soldati inviati (in totale giunsero circa 850 soldati) era di molto inferiore ai 1.500 soldati che Acuña aveva richiesto, egli rimase favorevolmente impressionato dall’alta qualità delle truppe inviate. Tali truppe vennero poi integrate da alcune compagnie di soldati della guarnigione6 e da soldati pampangos, Acuña riferendosi ai soldati pampangos, li descrive come ottimi soldati (archibugieri e moschettieri) specilmente se affiancati a soldati spagnoli. Egli inoltre esprime la sua volontà di partecipare con la sua personale presenza all’impresa.

Per quello che riguarda il materiale da guerra, dei 500 quintali di polvere richiesti da Acuña vennero inviati soltanto 235 quintali di polvere e 100 quintali di salnitro, di questo Acuña si lamenta dicendo che sarà costretto ad usare quello immagazzinato nei magazzini di Manila. Le lamentele non finiscono qui, infatti anche il denaro inviato (60.000 pesos) è una misera cosa rispetto alle spese da sostenere, infatti erano stati promessi 120.000 pesos.

Conosciuto il favorevole parere del re riguardo alle spedizione da lui proposta nelle Molucche, Acuña, immediatamente si dedicò a organizzarne i preparativi, fece costruire nei cantieri delle Filippine delle galee (secondo lui la forma più efficace di difesa di queste isole), e agli inizi di luglio già 5 galee erano pronte: le galea ammiraglia aveva 22 sedili, la galea “patrona” cioè le seconda in comando ed un altra galea avevano 19 sedili ognuna e le altre due erano dotate di 17 posti.

Le galee che vennero costruite non erano molto larghe e questo fu fatto principalmente per due motivi, uno era quello della presenza di numerosi banchi corallini e di scogli affioranti nei mari delle isole che rendeva di difficile utilizzo navi di grandi dimensioni, l’altro motivo e forse il più importante era quello di mantenere bassa la spesa di gestione di queste navi e quindi per far ciò fu deciso di limitare il numero dei rematori. Il governatore si mostrò molto soddisfatto di queste galee, costruite grazie all’aiuto di un abile ed esperto caposquadra, sostituito alla sua morte da un altro esperto costruttore originario di Genova (egli aveva già costruito una galea a Cartagena).

A Manila, la capitale dei possedimenti spagnoli delle Filippine, c’èrano anche persone che volevano intromettersi nell’organizzazione della spedizione. Acuña infatti critica l’atteggiamento tenuto dall’arcivescovo e da Don Antonio de Rivera Maldonado, revisore dell’Audiencia, la critica che il governatore porta loro è quella di volersi immischiare di temi, come quelli di guerra, di cui non hanno competenza e che sono fuori dai loro compiti.

Secondo le intenzioni del governatore alla spedizione dovevano prendere parte: 4 delle galee costruite; un grosso vascello (di 700 tonnellate) per il trasporto delle truppe e delle provviste; un vascello di medie dimensioni (di 250 tonnellate); 3 navi leggere (di 150 o 130 tonnellate); 7 brigantini; 5 “lorchas”; 5 giunchi (vascelli costruiti come fanno in Cina e Giappone) utilizzati per il trasporto di provviste. Tutte queste imbarcazioni erano quelle che Acuña pensava di equipaggiare per conto del re, oltre a queste si dovevano aggiungere altre 7 o 8 barche equipaggiate da privati cittadini. Tutta questa flotta venne raccolta nel porto di Oton nell’isola di Panay.

Acuña decise di partire alla testa della spedizione alla fine di gennaio o all’inizio di febbraio del 1606, che sono i mesi più propizi per navigare dalle Filippine alle Molucche. La priorità della spedizione doveva essere la conquista dell’isola di Ternate, l’intenzione è quella di fare di Ternate la base per la conquista di tutte le Molucche e delle isole Banda, in modo da tagliare alle fonte la base del commercio olandese. 7

LA CONQUISTA OLANDESE DI AMBON E TIDORE

Nel frattempo, come abbiamo già narrato nel primo capitolo, mentre si svolgevano i preparativi della spedizione, le due fortezze che i portoghesi avevano a Tidore e Ambon, vennero catturate dagli olandesi. Ambon cadde senza combattere il 23 febbraio 1605 (il mercoledi delle ceneri), questo sembra dovuto principalmente a causa della condotta codarda del capitano della fortezza Gaspar de Melo e all’interesse personale di alcuni casados portoghesi, che miravano alla salvaguardia dei loro beni. Gli olandesi ricostruirono il forte portoghese e lasciarono come guarnigione 130 soldati.

Dopo la conquista di Ambon, da parte degli olandesi, essi permisero ai due gesuiti lì residenti (Lourenço Masonio e Gabriel da Cruz) di restare nell’isola per continuare la loro missione di evangelizzazione. Ma dopo poco più di due mesi (“a mediado el mes de Mayo”), cambiarono idea e costrinsero i due gesuiti con altre 280 persone ad imbarcarsi su di una “pequeña y mala embarcacion” per le Filippine dove dopo trentanove giorni di navigazione sbarcarono nell’isola di Cebu. Il padre Antonio Pereira, invece continuò a risiedere a Siao e il padre Jorge de Fonseca a Bachão. 8

Cinque delle navi olandesi che avevano catturato Ambon, fecero poi rotta verso Tidore dove giunsero il 5 maggio. I portoghesi della fortezza di Tidore, comandati da Pedro Álvares de Abreu, non si arresero alla vista delle navi, ma costrinsero gli olandesi a combattere, la fortezza venne bombardata per due giorni, il terzo giorno gli olandesi tentarono di entrare nel forte, ma vennero respinti dopo una dura lotta, ma a questo punto la sfortuna si accanì contro i portoghesi. L’episodio chiave fu lo scoppio della polveriera del forte, che provocò la morte di molti difensori e un enorme squarcio nelle mura del forte. I pochi portoghesi superstiti si rifugiarono nella città del re di Tidore, dove con l’aiuto del Re di Tidore trattarono la resa. Gli olandesi dettero ai superstiti (tra loro anche il gesuita Luis Fernandes, superiore della missione gesuitica delle Molucche) alcune imbarcazioni con le quali si trasferirono a Oton nell’isola di Panay. 9 Tidore venne conquistata dagli olandesi il 19 maggio 1605.

I frati portoghesi che si erano rifugiati a Manila, ritornarono alle Molucche nel 1606, con l’armata spagnola guidata dal governatore D. Pedro de Acuña. 10

Per seguire meglio i preparativi dell’armata, il 29 ottobre 1605, Acuña giunse alla Villa de Arévalo.

LA COMPOSIZIONE DELLA FLOTTA DI D. PEDRO DE ACUÑA

La flotta di Acuña, salpò il 15 febbraio 160611 dal porto di Iloilo (Oton, Arévalo) nell’isola filippina di Panay. La flotta spagnola era composta secondo alcuni documenti da 37 imbarcazioni12, erano a bordo delle navi 1015 (mil e quinze) soldati spagnoli e portoghesi, 353 soldati indigeni oltre a 450 tra ufficiali, marinai e frati (domenicani13, gesuiti, quattro francescani e tre agostiniani14). C’erano poi 1330 forzati per le 4 “galés” 15. Della flotta facevano parte anche 3 “galiotas” portoghesi due delle quali provenienti da Malacca, con a bordo 100 portoghesi.16

Mentre Esquivel in una sua lettera indica che parteciparono alla spedizione le seguenti 32 imbarcazioni: 5 “naos” o “nauios”, 4 “galés”, 12 “fragatas”, 2 “champanes”, 2 brigantini, 4 “lorchas”, 2 “lanchas”, un battello per sbarcare l’artiglieria. 17

Secondo la “Relación de la Contaduría de la dicha armada, fecha en Ilo-Ilo a 12 de enero de 1606”, più precisa e dettagliata degli altri documenti, il totale degli uomini che parteciparono alla spedizione era di 3095, di questi 1423 erano soldati e marinai spagnoli, 344 erano soldati pampangos e tagalos, 679 erano indios, 649 erano rematori. 18

I soldati spagnoli erano inquadrati in 14 compagnie, 4 compagnie erano state reclutate in Andalusia, 8 compagnie erano della Nuova Spagna e 2 erano state reclutate a Manila. I nomi dei capitani di queste compagnie erano: Juan Tejo (capitano della compagnia del maestro di campo), Pascual de Alarçon, Pablo Garrucho de la Vega, Lucas de Guevara, Pedro Sevil de Grigua, Esteban de Alcazar, Martin de Esquivel, don Rodrigo de Mendoza, Pedro Delgado, Bernardino Alfonso, Cristobal de Villagra, Juan Guerra de Cervantes. I pampangos erano inquadrati in 4 compagnie con capitani: don Guillermo, don Francisco Palaut, don Agustin Lonot e don Luis. Mentre i tagalos avevano una compagnia di 36 uomini capitanata da don Juan Lit. Sempre secondo la stessa “Relación” le imbarcazioni partecipanti alla spedizione erano in totale 33. 19

Erano presenti 5 navi (naos): Tra questa la nave “capitana” era la Jesús Maria di 800 tonnellate, capitanata da Juan de Urbina. C’era poi la nave “almiranta”, che era la Nuestra Señora de la O. da 160 tonnellate, capitanata da D. Gil de Carranza. Le altre navi erano la Nuestra Señora de la Concepción di 160 tonnellate capitanata da Nicolas de la Cueva e dove Vergara aveva il titolo di capo della gente di mare e guerra 20. La San Idelfonso di 150 tonnellate capitanata da Antonio Carreño de Valdés. La Santa Ana di 100 tonnellate capitanata da Pedro de Irala.

Le galere e le galeotte partecipanti alla spedizione erano 7: La “capitana” dove era imbarcato il governatore Acuña, la “Patrona”, la “Purificación”, la “San Ramón”, la “Napolitana”, la galeota “San Luis” e il brigantino “San Agustín”.

C’erano poi 6 imbarcazioni di privati: Quelle dell’alfiere Coronilla, di Miguel de Gandia, del maestro di campo dei pampangos, del capitano degli indios pampangos don Luis Conti, di don Pedro Mendez e del capitano Juan de Gara. Su queste imbarcazioni erano stati caricati molti viveri. Altre navi cariche di viveri erano le 5 fregate. Presero parte alla spedizione anche le 2 lance inglesi con le quali erano arrivati a Cebú i portoghesi fuggiti da Tidore. C’erano 4 “funcas” (probabilmente giunchi): cariche di gente e viveri. Poi 3 galeotte portoghesi: Una era quella utilizzata dal comandante della fortezza di Tidore, Pedro Alvarez de Abreu, per raggiungere le Filippine, le altre due erano quelle capitanate dal capitan maggiore João Rodrigues Camelo che erano state inviate dal generale André Furtado de Mendonça per soccorrere la fortezza di Tidore. C’era infine una grande chiatta che doveva essere utilizzata per sbarcare l’artiglieria. L’intera flotta era armata con 75 pezzi d’artiglieria.

Gli incarichi principali erano i seguenti:

Il generale Juan Xuarez Gallinato era “del Consejo”.

Il sergente maggiore Cristoval de Azcueta era ammiraglio della flotta.

L’ ingegnere maggiore Cristobal de Leon era capitano della guardia di onore di Acuña (Leon era anche capitano dell’artiglieria, alla sua morte venne nominato al suo posto come capitano d’artiglieria, Esteuan de Alcasar, che con questa carica servì durante la conquista di Ternate 21.

Juan Ortiz era “contador” dell’armata.

Antonio de Ordaz era tesoriere dell’armata.

Fr. Juan de Tapia era cappellano maggiore dell’armata.

Antonio de Oliveira era pilota maggiore dell’armata.

José Naveda era scrivano dell’armata.

Miguel de Estrada era medico e chirugo maggiore. 22

LA TRAVERSATA E L’ARRIVO NELLE MOLUCCHE

Il 18 febbraio 1606, la flotta giunse nel porto della Caldera nell’isola di Mindanao, dove venne fatta scorta di acqua e dove si tentò di riparare la grossa nave capitana, la Jesús Maria, dove era imbarcato anche il maestro di campo Juan de Esquivel, che imbarcava acqua. Ma il 21 febbraio, nonostante i tentativi dei marinai le falle nello scafo ne provocarono l’affondamento. Venne comunque salvata tutta l’artiglieria e le munizioni che trasportava oltre a tutto l’equipaggio, la nave venne bruciata e vennero perfino recuperati i chiodi e i bulloni dello scafo. Esquivel allora si imbarcò sulla nave Nuestra Señora de la Concepción, che per questo motivo divenne la nave “capitana”. Il 26 febbraio la flotta riprese il largo verso le Molucche, con l’ordine di raccogliersi nel porto di Talangame a Ternate. 23

A causa delle tempeste, le navi si dispersero durante la traversata e arrivarono scaglionate a Tidore, solo una sbarcò per sbaglio nell’isola di Mayu, un’isola appartenente a Ternate, e li, gli spagnoli vennero quasi tutti uccisi. Alla metà di marzo le prime imbarcazioni della flotta iniziarono ad arrivare a Tidore.

ALCUNI OLANDESI SONO CATTURATI A TIDORE

Nell’isola di Tidore, gli olandesi avevano fondato una fattoria e vi avevano lasciato soltanto un fattore e tre marinai. Essi vennero catturati dagli spagnoli senza offrire resistenza. Nella fattoria olandese gli spagnoli trovarono 2.000 ducati, della mercanzia e molte armi.24

Il 16 marzo 1606, gli spagnoli interrogarono uno degli olandesi che erano stati catturati nella fattoria olandese di Tidore. L’interrogatorio venne condotto da Christoval Azcueta Minchaca, sergente maggiore del reggimento del maestro di campo Juan de Esquivel, che era comandante reale della flotta. L’olandese era un marinaio di nome Joan ed era un nativo della città di Amberes (Anversa), il fattore della fattoria si chiamava invece Jacome Joan 25 ed era nativo della città di Absterdaem (Amsterdam). Gli altri due olandesi presenti erano marinai, uno di nome Pitri (Pedro Yanson, mozzo della nave “San Idelfonso”26) era originario di Yncussa (Enkhuizen), l’altro di nome (soprannome) Costre 27 (Cornieles Endrique, anch’egli della nave “San Idelfonso”28) era nativo di Campem (Campen).

L’interrogato, Joan, era arrivato nelle Molucche con la spedizione che aveva catturato i forti portoghesi di Amboina e Tidore. Egli dichiara che da 8 mesi risiedeva a Tidore. Il fattore di Tidore, Jacome Joan, invece aveva risieduto a Ternate da 5 anni. Secondo queste dichiarazioni, il re di Tidore all’indomani della presa del forte portoghese aveva giurato fedeltà agli olandesi e aveva richiesto la loro protezione, offrendo loro la costruzione di un forte dove poter far stazionare le truppe per la difesa dell’isola, ma dal momento che il comandante29 della flotta olandese, che aveva conquistato il forte portoghese non aveva abbastanza uomini da lasciare a guarnigione dell’isola, su specifica richiesta del re venne deciso di lasciare alcuni olandesi in una fattoria per commerciare.

Il re di Tidore, in quell’occasione, si impegnò anche a difendere gli olandesi rimasti sull’isola ed a commerciare i chiodi di garofano esclusivamente con gli olandesi. L’olandese informò poi gli spagnoli dello stato di guerra in atto tra Tidore e Ternate. Egli infine descrisse agli spagnoli lo stato delle difese della città di Ternate: L’altezza delle mura della città era di 4 “estados”, mentre l’artiglieria non era all’interno del forte ma era stata immagazzinata in una casa per preservarla dalla pioggia, inoltre a difesa della città c’erano 2.000 guerrieri armati con archibugi, moschetti, “campilanes”, “petos” e “morriones”. 30

A Tidore gli spagnoli furono testimoni di un eclisse di Luna. 31 C’è un riferimento a questo eclisse nel manoscritto di Don Diego de Prado “…il 22 di marzo la Luna fu eclissata di colore rosso tendente al nero, l’eclisse iniziò alle 8 della sera e terminò alle tre del mattino. Parlando in seguito a Ternate di questo eclisse con il maestro di campo Juan de Esquivel egli disse che la nostra armata era in rotta verso Ternate, quando essi videro l’eclisse e dopo la conquista dell’isola il Sultano di Ternate disse che l’eclisse denotava e annunciava la perdita della sua nazione e che egli era un uomo di grande reputazione in questioni di Luna.” 32

Il governatore D. Pedro de Acuña, con le “galés”, fu l’ultimo ad arrivare, le sue navi per un errore del pilota avevano perso la rotta ed erano arrivate nell’isola di Celebes, da qui dovettero lottare contro le correnti e a forza di remi, giunsero a Ternate nel giorno di Pasqua: il 26 marzo 1606. Le galee sostarono a Talangame (il porto di Ternate), dove pensavano di trovare il resto della flotta, e dove invece trovarono una nave olandese di 900 tonnellate, la West-Vriesland (il capitano della nave era un certo Gertiolfos 33, armata di 30 pezzi d’artiglieria, che si trovava ancorata in quel porto e con la quale ebbero un breve scontro. Acuña venne informato da alcuni indigeni che la flotta spagnola era ancorata nel porto di Tidore, che dice Acuña “el Maese de Campo estava en el puerto de Tidore que está como dos leguas y media”.

Il 27 marzo anche Acuña ancorò a Tidore, dove trovò il resto della flotta, e dove però il re dell’isola era assente.

L’ATTACCO SPAGNOLO A TERNATE

Acuña a questo punto decise, saggiamente, dopo un consiglio di guerra con i suoi capitani, che era inutile perdere tempo e forze con la nave olandese, ed era meglio sferrare l’attacco diretto alla fortezza. Gli spagnoli attesero per alcuni giorni l’arrivo del re di Tidore, ma poi non vedendolo arrivare decisero di attaccare la fortezza di Ternate senza attendere oltre.

Acuña aveva deciso di sbarcare le sue truppe tra il forte di Nuestra Señora e un altro che i ternatesi avevano, ma l’avviso di un rinnegato di non sbarcare in quel punto fece si che l’alfiere Pedro de Heredia venisse inviato da Acuña a studiare il luogo dove gli spagnoli pensavano di effettuare lo sbarco ed a spiare i forti che il nemico aveva sull’isola, in modo da poter conoscere meglio la situazione e imbastire un piano accurato per evitare meno danni possibili alle truppe durante lo sbarco. 34

Il 31 marzo mentre le navi spagnole si dirigevano verso Ternate, incontrarono le imbarcazioni con il re di Tidore35, egli, eterno nemico di Ternate, si alleò prontamente con gli spagnoli. Alle truppe spagnole si unirono il giorno seguente anche diversi soldati del re di Tidore. 36 Il 31 marzo 1606, Acuña, portò l’intera flotta nelle vicinanze della fortezza di Ternate, ad un tiro di cannone dal forte chiamato di Nuestra Señora. 37

LO SBARCO A TERNATE

Il giorno seguente, 1 aprile 1606, mezzora dopo l’alba, gli spagnoli iniziarono a sbarcare, allo sbarco ebbe parte attiva anche il frate agostiniano Fra Antonio Flores, che con una galea aiutò le truppe durante lo sbarco, cannoneggiando i nemici. La galera capitana, su cui era imbarcato Pedro de Heredia, doveva nei piani essere utilizzata durante lo sbarco delle truppe per tenere a bada la nave olandese con artifici di fuoco, ma non ci fu bisogno di questo. 38 Heredia non svolse un ruolo attivo nella seguente battaglia, essendo a bordo della galea capitana.

A causa della conformazione del terreno lungo la costa, che presentava solo una stretta striscia di terra che permetteva la marcia di solo 5 soldati per volta, Acuña, decise intelligentemente di far sbarcare le truppe cercando di evitare lo scontro diretto con i nemici, al tempo stesso inviò alcuni indios ad aprire un sentiero nell’interno “por un monte muy espesso” con lo scopo di obbligare i ternatesi a dividere le proprie truppe, che stavano trincerate in un passo lungo la costa, essi furono quindi costretti per paura di venir accerchiati a ritirarsi nel forte senza poter combattere, lasciando libero il passo, la cui conquista era invece costata molto alle truppe di Furtado de Mendoça che nel 1603 avevano tentato la conquista di Ternate.

Gli spagnoli, a meno di un ora dopo lo sbarco, alle 9 della mattina, giunsero con le loro truppe di avanguardia, guidate dal capitano Juan Juárez (Xuárez) Gallinato, e composte da 439 compagnie di fanteria (uno dei 4 capitani dell’avanguardia era Vergara), a un tiro di moschetto (o archibugio, secondo Esquivel) dalle mura del forte di Ternate. Il capitano Lucas de Vergara assieme ad alcuni soldati, si occupò del delicato compito di riconoscere le fortificazioni nemiche, che secondo la sue osservazioni erano molto basse e di pietra senza calce, per cui poco robuste e facilmente conquistabili secondo il suo parere. 40 Tra coloro che presero parte a questo riconoscimento delle fortificazioni nemiche c’era anche Pedro de Hermua, che si occupò di esplorare le difese nemiche sul lato del mare in particolare quelle posizionate sul baluarte di Nuestra Señora. 41 Il re di Tidore seguiva al fianco di Acuña lo svolgersi della battaglia.

LA CONQUISTA DI TERNATE

Decisivo per lo sviluppo della battaglia sembra sia stata la conquista da parte degli spagnoli di quattro alberi dove i ternatesi avevano posizionato delle sentinelle, infatti una volta sloggiate le sentinelle nemiche e posizionati a loro volta soldati spagnoli sugli alberi, le sentinelle furono utilissime per far muovere rapidamente le truppe durante le battaglia. I soldati sugli alberi con la buona visuale che avevano potevano agevolmente avvertire le truppe a terra, impegnate nella battaglia, di eventuali punti deboli dello schieramento nemico.

Visto che i ternatesi stavano fortificandosi sul baluarte “Cachil Tulo”, gli spagnoli decisero di disturbarli con cariche di moschetteria e per meglio far ciò decisero di prendere una posizione elevata (“lugar elevado” o “sitio eminente” o “eminencia”) che era situata nelle immediate vicinanze del baluarte, a destra dalla muraglia di fronte al baluardo “Cachil Tulo”, a tale scopo fu inviato il capitano Juan de Cubas con 30 moschettieri egli con grande difficoltà riuscì a raggiungere il luogo. Nel frattempo un gruppo di ternatesi che era uscito dal forte e sul lato del mare aveva attaccato le truppe spagnole, si accorse della manovra spagnola. Allora le truppe ternatesi attaccarono con impeto il piccolo distaccamento comandato da Cubas. A causa della difficoltà in cui si trovava il piccolo distaccamento di moschettieri, alcune truppe spagnole (50 “picas”, probabilmente comandate da Vergara) accorsero in aiuto del disperato capitano, a questo punto una nuova sortita in direzione del mare fu effettuata dai difensori del forte, ma prontamente le sentinelle sugli alberi avvertirono di questa mossa e le truppe spagnole, che probabilmente erano guidate dal capitano Cervantes, riuscirono a bloccare la loro avanzata e addirittura a metterli in rotta.

Altri rinforzi comandati da Cristoval de Azcueta, tra cui diversi achibugeri e 50 alabardieri, vennero allora inviati come rinforzo al capitano Juan de Cubas che continuava con i suoi uomini a difendere disperatamente la posizione conquistata. Dopo poco i ternatesi erano in rotta verso la muraglia della città, allora Acuña ordinò alle sue truppe di attaccare le truppe in ritirata e assalire le mura, cosa che gli spagnoli fecero con grande impeto, le mura furono scalate e i primi a raggiungerle furono i capitani Juan de Cubas e Cervantes42, in quest’occasione, Cervantes fu colpito da una lancia e morirà 5 giorni dopo, anche Cubas durante la scalata delle mura venne ferito per due volte, una al petto e l’altra al piede. 43

I ternatesi per fortuna degli spagnoli non ebbero neanche il tempo di rifugiarsi nel vecchio forte portoghese, cosa che avrebbe creato non poche difficoltà agli assalitori, anche se per i canoni del tempo il vecchio forte portoghese costruito nel 1521 era già superato. Esso viene descritto da Argensola come “fuerza pequeña y edificada en tiempos menos maliciosos”, mentre Acuña la definisce “pequeña y vieja”.44 Probabilmente la mancata resistenza dei ternatesi all’interno del forte fu dovuta all’impeto con cui gli spagnoli si scagliarono all’interno delle mura della città dopo la conquista del bastione di Cachil Tulo, in modo particolare Lucas de Vergara fu il primo spagnolo ad entrare nella fortezza principale, che era la casa del Re (cioè il vecchio forte portoghese), facendo fuggire i nemici dalle finestre, e a porvi la bandiera spagnola.

All’interno della fortezza vennero trovate dagli spagnoli munizioni e armi. Grazie alla coraggiosa condotta di Vergara anche le ultime possibilità di resistenza dei ternatesi vennero spazzate via. Vergara grazie al suo coraggio e alla sua condotta venne nominato sergente maggiore del campo di Ternate, sembra che quest’incarico fosse inizialmente per il sergente maggiore Azcueta, ma per scelta di Acuña venne affidato a Vergara. 45

La battaglia finale, sopra descritta, durò circa mezzora, ed un ora e mezzo dopo mezzogiorno46 la fortezza e la città di Ternate caddero in mano spagnola. La conquista della fortezza, ritenuta molto difficile visto i risultati delle precedenti spedizioni spagnole, causò la perdita di solo una quindicina di soldati mentre 20 furono i feriti. Gli spagnoli per prendere Ternate non sbarcarono nemmeno l’artiglieria. 47

Per quanto riguarda la conduzione finale dell’assalto della fortezza di Ternate, esistono due contrastanti versioni. La prima è quella fornita dagli spagnoli e sopra descritta.

La seconda versione, è la versione portoghese. Secondo i portoghesi, fu il capitano portoghese João Rodrigues Camelo a guidare l’avanguardia, lui e i soldati portoghesi al suo seguito conquistarono da soli la fortezza.48 Qualcosa di vero potrebbe esserci, Argensola ci dice che Acuña donò ai capitani portoghesi delle catene d’oro per il valore da loro mostrato nella presa della città.49 Ciò indica che l’apporto dei portoghesi nella conquista della città fu comunque importante.

La piccola compagnia di portoghesi guidata da Camelo, dopo la conquista di Ternate, ritornò a Malacca dove giunse nel luglio 1606, essi trovarono però la città assediata dalle imbarcazioni olandesi, si videro quindi costretti a tentare uno sbarco nella boscaglia vicino alla città, qui però gran parte degli uomini vennero uccisi o catturati dagli olandesi, dei 52 tornati da Ternate solo 25 riuscirono a raggiungere Malacca. 50

Molto probabilmente furono Camelo e i suoi portoghesi a portare a Malacca la lettera scritta da Acuña al Re e datata Ternate, 8 aprile 1606: “y ofreciéndose unas galeotas para Malaca no he querido dexar de escrivir en ellas estos renglones, para que Vuestra Magestad sepa este buen suceso”.

Gli spagnoli trovarono nella fortezza di Ternate, 43 “piezas grandes de bronce”51 “peças de colher”, più di 20 “falcões” e un grande numero di “berços”. Gran parte dell’artiglieria trovata era di origine portoghese, molto probabilmente quella catturata dai ternatesi nel 1575, ma era presente anche artiglieria di origine olandese e danese. Le condizioni della fortezza non erano delle migliori a questo proposito gli spagnoli progettarono di migliorarne subito le difese.52

Gli spagnoli a causa della rapida conquista della fortezza e dei pochi morti tra i loro soldati gridarono al miracolo sostenendo la mano della Madonna in questi eventi. 53

Anche a Ternate gli olandesi avevano stabilito una fattoria che venne occupata dagli spagnoli. In questo caso vennero catturati due olandesi.54

La città venne saccheggiata dagli spagnoli.

LA FUGA DEL SULTANO DI TERNATE

Il sultano di Ternate, Said Berkat (il suo nome per esteso era il seguente: Paduka Sri Sultan Said ud-din Barakat Shah), che era nato nel 1563, ed era diventato sultano di Ternate alla morte di suo padre (Paduka Sri Sultan Babu’llah ibni al-Marhum Sultan Hairun) il 25 Maggio 158355, riuscì a fuggire, a bordo di una “caracoa”, nel forte di Sabubú a Geilolo, nell’isola di Halmahera (Batachina). Anche alcuni olandesi (sembra 13 o 14) che avevano partecipato allo scontro fuggirono mettendosi in salvo. Dopo laconquista spagnola anche la nave olandese fuggì.

Fra Antonio Flores, che con la sua galea aveva ricevuto l’incarico di vigilare sulle caracoas che i ternatesi avevano protette dal banco corallino davanti alla città non riuscì a fermare la fuga delle 4 caracoas dove si era rifugiato il re, che riuscì a fuggire grazie alla maggiore velocità delle imbarcazioni, e anche a causa del sopraggiungere della notte. 56

I resti delle truppe di Ternate si rifugiarono nel forte di Tacome (Takome o Takomi) sulla costa NO di Ternate, dove vennero raggiunti, il 3 aprile, dalle truppe spagnole guidate dal capitano Cristobal de Villagrá e da alcune “caracoras” del re di Tidore, Kaicil Mole, alleato degli spagnoli. Qui il Kaicil Hamja e altri dignitari della corte di Ternate insieme ad alcuni olandesi si sottomisero agli spagnoli.

Il 2 aprile, venne innalzato un altare e con una solenne manifestazione religiosa il governatore Acuña battezzò la città di Ternate come Ciudad del Rosario (Nuestra Señora del Rrosario de Terrenate) e il forte principale come forte del Rosario, inoltre venne istituita in quell’occasione la confraternita del Rosario (Confradía de Nuestra Señora del Rosario). Venne così mantenuta la promessa fatta da Acuña, prima della partenza della spedizione da Otón, di chiamare la prima città catturata al nemico “ciudad del Rosario”. 57

LA RESA DEL SULTANO DI TERNATE

Acuña, inviò quindi il capitano Cristobal de Villagrá con il Kaicil Hamja (Amuja) accompagnato da Paulo de Lima, un portoghese “natural destas islas” (nativo di Ternate), a Geilolo per trattare con il sultano. Essi riuscirono a convincere Said Berkat (chiamato dagli spagnoli Sultán Zaide) a sottomettersi agli spagnoli e a presentarsi al castello di Ternate, cosa che egli fece il 9 aprile 1606, accompagnato dal figlio e suo erede, e da molti suoi dignitari.

Il 10 aprile nella fortezza di Ternate, il sultano di Ternate firmò le capitolazioni58 con cui consegnava agli spagnoli le fortezze che egli possedeva: Xilolo (Jilolo), Sabubú, Gamocanora, Tacome, i forti di Maquién, i forti di Sula “e las demás”, i forti citati dovevano essere consegnati agli spagnoli con tutte le armi e le munizioni. Passavano alla Spagna anche tutti i villaggi della Batachina del Moro (Halmahera) come anche le isole di Morotai (Marotay) e Herrao. Il sultano faceva atto di vassallaggio al Re di Spagna. Per mettere in pratica queste capitolazioni, il sultano si impegnava ad inviare nei luoghi su indicati assieme alle truppe spagnole anche suo cugino, il cachil Amuja. Le capitolazioni vennero firmate dal sultano Zaide, dai capitani Juan Xuárez Gallinato e Cristóbal de Villagra e dal portoghese “natural destas yslas” Paulo de Lima che svolse il ruolo d’interprete.

In esecuzione di tali accordi partirono da Ternate due galere con a bordo il capitano Cristóbal de Villagrá e i soldati della sua compagnia oltre a una parte della compagnia del defunto Cervantes insieme al principe di Ternate cachil Amuja. Le due galere si diressero prima alle fortezze di Tacome (Tacame) e Sula nell’isola di Ternate e ne presero formalmente possesso, il 13 aprile 160659. Poi si diressero all’isola di Halmahera dove, il 14 aprile fu preso possesso della fortezza di Xilolo, il 17 aprile fu preso possesso di Sabubú e infine il il 19 aprile di Gamocanora.60

Dopo la caduta in mano spagnola del forte di Ternate, i re di Tidore, Bacan e il sangace di Alabua (Labuha, vassallo del re di Bachan) stipularono con gli spagnoli dei trattati di vassallaggio, in questi trattati vennero riconosciute condizioni di favore alla religione cristiana.61

Gli spagnoli restituirono a coloro che avevano dimostrato fedeltà nei loro confronti e cioè ai re di Tidore, Bachan e Siao e anche a Paulo de Lima (che li aveva aiutati nelle trattative con il sultano di Ternate), i loro possedimenti nelle isole vicine.62 Al re di Tidore vennero concessi oltre agli otto villaggi di Makian che erano appartenuti a Tidore, anche i 9 villaggi dell’isola di Maquién che appartenevano Ternate. Mentre al re di Bachán vennero concesse le isole di Cayoa, Adoba e Bailora e dei posti nelle vicinanze di Amboino (Lucobata, Palomata e altri). Al sangage cristiano di Labua, Ruy Pereira, venne riconosciuto il possesso dell’isola e villaggio di Gane, situata nelle vicinanze di Labua e luogo di nascita dello stesso sangage. 63 Il sultano di Tidore, offrì sottomissione alla Spagna e promise anche di far costruire una fortezza spagnola a Tidore. A guarnigione dell’isola di Tidore vennero lasciati 100 uomini al comando del capitano Alarcón.64

La chiesa che i gesuiti portoghesi avevano avuto a Ternate, venne loro restituita, essa era di pietra e calce e in buone condizioni (anche se era senza tetto e piena di terra e immondizie65). Era questa chiesa la vecchia chiesa portoghese di São Paulo (San Pablo), che era stata dotata di terrapieno dai ternatesi per meglio difendersi dagli spagnoli.66 Mentre la casa dei gesuiti, è in pessime condizioni e secondo la lettera di frate Lorenzo Masonio, dovrà essere “rinnovata dai cementi”.67 La chiesa viene descritta come grande e capace, essa verrà dotata, negli anni successivi, di un coro spazioso ornato di un grande e bel sacrario dorato con una custodia di argento. 68

Dopo la conquista restarono a Ternate un frate domenicano, Andrés de Santo Domingo; due frati francescani, frate Alonso Guerrero e il fratello laico Diego de Santa Maria69; quattro gesuiti e un frate laico (Luis Fernades, Gabriel Rengifo da Cruz, Jorge de Fonseca, Lorenzo Masonio e il laico Giampaolo Mafrida), mentre un quinto gesuita, frate Antonio Pereira risiede a Siau.70 Anche due agostiniani rimasero a Ternate, essi erano frate Juan de Tapia e il frate laico Antonio Flores.71 Tra gli agostiniani dovrebbe essere rimasto a Ternate anche frate Roque de Barrionuevo, che ricoprirà la carica di priore di Ternate fino al 1608, egli scrisse anche un dizionario del dialetto dei Mardicas. 72

Ai due frati francescani, uno dei quali, il frate Alonso Guerrero è chirurgo, venne affidato l’ospedale di Ternate che viene installato nella moschea principale della città dove anche viene fondato il convento dei frati francescani. Mentre per il convento degli agostiniani viene utilizzata una casa di una sorella del re, infine i domenicani si stabiliscono in una casa di un cachil ricco.73

La presenza a Ternate, dei gesuiti portoghesi, che si erano rifugiati a Manila, dopo la caduta, nelle mani degli olandesi, delle ultime fortezze portoghesi di Tidore e Ambon, rappresenta l’unico legame ufficiale rimasto con il Portogallo, infatti essi erano ancora soggetti al Padroado della corona portoghese.

Alcuni dei gesuiti, si dedicarono alla conversione degli abitanti ed alla cura dei cristiani delle isole vicine a Ternate. Il frate Antonio Pereira si occupa dell’isola di Siau dove risiede; mentre frate Jorge de Fonseca risiede a Labuha (Bachan). All’isola di Moro si reca in visita frate Lorenzo Masonio, mentre frate Gabriel da Cruz fa naufragio quando è diretto ad Ambon. A Ternate resta soltanto il superiore Luis Fernandes con il fratello laico Giampaolo Mafrida.74

Dopo la conquista Acuña decise, per maggior sicurezza, di deportare a Manila il sultano con il principe, suo figlio, e tutti i suoi dignitari, in totale una trentina di persone.75 La decisione del governatore venne comunicata al sultano (che era sulla galera la “Purificación”) il 1 maggio 1606 dal gesuita Luis Fernándes. 76 Il governo del sultanato venne affidato, dal sultano in esilio, a due suoi zii (cachil Sugui e cachil Quipat) che vennero nominati governatori.77

Il sultano Said Berkat di Ternate, che, dopo la vittoria spagnola (1606) venne deportato a Manila, ritornò a Ternate nel 1611 insieme al governatore Juan de Silva, che sperava con la sua presenza di convincere i ternatesi ad allearsi con la Spagna e così eliminare gli olandesi dalle Molucche. Ciò non avvenne e il sultano venne di nuovo riportato, come vedremo, a Manila nel 1615, dove resterà fino alla sua morte, avvenuta nel 1628.78

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (Audiencia das Filipinas, Secular Legajo n°1, Doc. 43 “Pontos que D. Pedro de Acuña assinala para que Sua Majestade mande fazer a jornada das ilhas Molucas e as causas que há para assim se fazer, como também o que é necessário para a execução delas, e a utilidade e beneficios que dela se obteriam.”)

2 Cento anni dopo l’arrivo dei portoghesi, la produzione dei chiodi di garofano si era estesa anche ad altre isole, in particolar modo ad Ambon, nella parte occidentale di Ceram e nell’isola di Halmahera, quindi le 5 isole originarie non godevano più dell’esclusiva di questa spezia. (Prakash, Om “Restrictive trading regimes: VOC and the Asian spice trade in the seventeenth century” In: “An expanding world” vol. 11, p. 320)(De Silva, C. R. “The Portuguese and the trade in cloves in Asia during the sixteenth century” In: An expanding world vol. 11, p. 265)

3 Vedi: “Carta del Re ad Acuña, Valladolid, 20 giugno 1604” nella quale viene ordinato ad Acuña di fare la spedizione a Ternate. Citata nella lettera di Esquivel: (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

4 (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2)

5 (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey,llegada a Filipinas, 06-07-1605” Patronato,47,R.1) (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)).

6 Saranno 250 i soldati del presidio di Manila che prenderanno parte alla spedizione (Lettera di Don Agustín de Arceo al Re, 10 luglio 1606 pubblicata in Pastells “Historia general de Filipinas” tomo V, p. ccxvi)

7 (“Lettera di Acuña a Felipe III, Manila 1 luglio 1605” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14, pp. 53-63)

(AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey,llegada a Filipinas, 06-07-1605” Patronato,47,R.1)

8 (Doc.Mal. III p. 51 Doc. n°11) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 17-19)

9 (Doc.Mal. III p. 49 Doc. n°10) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 20-22) (AGI: “Carta de Acuña sobre toma de Tidore por los holandeses, 06-01-1606” Filipinas,7,R.1,N.29)

10 (Doc.Mal. III p. 53 Doc. n°12)

11 (Doc.Mal III p. 2 Doc. n°1), (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxvii-ccxix), (“Lettera di Juan de Esquivel al Re, 9 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxvii) (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2). Mentre erroneamente, la data di partenza è il 15 gennaio secondo: (Argensola p. 322) e (Pérez p.682)

12 36 imbarcazioni secondo: (Doc.Mal. III p. 15 Doc. n°3)

13 Secondo quanto riferito da frate Diego Aduarte nella sua “Historia…” i domenicani che presero parte alla spedizione erano frate Andres de Santo Domingo e un religoso laico. (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, p. 247)

14 Gli agostiniani erano: frate Roque de Barrionuevo, frate Juan de Tapia e il frate laico Antonio Flores. A frate Roque de Barrionuevo, venne affidato il compito di fondare un monastero agostiniano a Ternate, egli fu anche nominato priore di Ternate, carica che ricoprì fino al 1608. (Wessels “De Augustijnen in de Molukken” pp. 55-56)

15 (Francisco de Romanico era “general” di una di queste galere (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18))

16 (Doc.Mal III pp. 2-3 Doc. n°1)

17 (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2)

18 (“Relación de la Contaduría de la dicha armada, fecha en Ilo-Ilo a 12 de enero de 1606”)

19 (“Relación de la Contaduría de la dicha armada, fecha en Ilo-Ilo a 12 de enero de 1606”)

20 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

21 Vedi: (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc. Esteban de Alcazar. Manila, 21-10-1616” Filipinas,47,N.5 ) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81))

22 (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxliii-ccxlv “Relación de la Contaduría de la dicha armada, fecha en Ilo-Ilo a 12 de enero de 1606”)

23 (“Lettera di Juan de Esquivel al Re, 9 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxvii) (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxvii-ccxix) (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12 in modo particolare la testimonianza del frate agostiniano Antono Flores) (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2).

24 (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxvii-ccxix), (Montero y Vidal p. 151) e anche (Turbolent times p. 132), secondo Diego Aduarte erano due gli olandesi trovati nella fattoria di Tidore (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, p. 249).

25 (Jácome Jolián nella versione dello stesso interrogatorio data da Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxx)

26 (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxix)

27 (o Postre nella versione dello stesso interrogatorio data da Pastells (“Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxx)

28 (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxix)

29 Il nome del comandante della flotta olandese è Cornieles Bastian

30 (“The Dutch factory at Tidore” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14, pp. 112-118) (Vedi anche la versione dello stesso documento data da Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxx-ccxxi))

31 (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, p. 249)

32 (Prado “The discovery of Australia” p. 7)

33 (“The Dutch factory at Tidore” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14, p. 114)

34 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50) (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

35 (Pérez p. 683)

36 (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxvii-ccxix)

37 (“Lettera di Juan de Esquivel al Re, 9 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxvii) (AGI: “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2)

38 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50)

39 5 compagnie componevano l’avanguardia secondo le testimonianze di Esquivel e Azqueta in: (AGI “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28”)

40 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

41 (AGI “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28”)

42 Questo secondo Argensola, mentre secondo la testimonianza del governatore Acuña, i primi spagnoli che entrarono nelle fortezza furono i capitani spagnoli Juan Guerra de Cervantes e Cristóbal de Villagra. (Colin-Pastells III, pp. 46-47 citato in: Doc.Mal. III p. 88)

43 (“Relación de méritos y servicios del Capitán Juan de Cubas” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxv)

44 Per la narrazione della battaglia sono fonti utili: (Argensola pp. 326-329) (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxi-ccxxiv) (“Lettera di Esquivel al Re” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxiv-ccxxv) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 320 nota n°1)

45 Vedi la testimonianza dell’agostiniano Fra Rroque de Barrio Nuebo in: (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12))

46 (Doc.Mal. III p. 11 Doc. n°2)

47 (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxiii) (“Lettera di Esquivel al Re” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxiv-ccxxv)

48 (Doc.Mal. III p. 88-89 Doc. n°24)

49 (Argensola pp. 332)

50 (Boxer-Vasconcelos “André Furtado de Mendonça” p. 66)

51 (Argensola p. 329) e anche (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxiii) mentre in Doc.Mal. III p. 8 Doc. n°1: “40 peças de colher”, più di 20 “falcões” e un grande numero di “berços”.

52 (Doc.Mal. III p. 8 Doc. n°1) (Per una lista dettagliata dell’artiglieria trovata a Ternate vedi: Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxvii-ccxxviii)

53 (Per i miracoli attribuiti alla Madonna in questa battaglia vedi: Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, pp. 251-252)

54 (Montero y Vidal p. 151) (“Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxix) (Doc.Mal. III pp. 7-10 Doc. n°1)

55 Fonte Christopher Buyers “Royal Arch”

56 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

57 (Doc.Mal. III p. 338 Doc. n°91 & nota 1) (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, p. 251) (“Información de Azcueta, 1609” in: Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxx-ccxxxi)

58 Vedi: Doc. 7027dell’Archivio de Indias di Siviglia “Capitulaciones que por disposición del general de esta armada Don Pedro de Acuña hicieron con el rey de Terrenate el General Juan Juárez Gallinato y el capitán Cristóbal de Villagra. Fortaleza de Terrenate, 10 de abril [1606]” . 1-2-1/14, r.o 5 (fs. 109)

59 Vedi: Doc. 7028 dell’Archivio de Indias di Siviglia “Posesión que en nombre de S. M. tomó el general Juan Juárez Gallinato de Terrenate, su fortaleza y otros pueblos sus anexos, cuya posesión tomó con todas las solemnidades en el pueblo de Tacame, por disposición del general de esta armada Don Pedro de Acuña. 13 de abril [1606]” . 1-2-1/14, r.o 7. (fs. 109)

60 (Argensola pp. 337-342) (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxvii)

61 (Doc.Mal. III pp. 117 Doc. n°35) (AGI: “Carta de Ruy Pereira Sangage al Rey de España, 2-05-1606” Patronato,47,R.16)

62 (Argensola pp. 342-343)

63 (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxviii) (AGI: “Carta de Ruy Pereira Sangage al Rey de España, 2-05-1606” Patronato,47,R.16. In questo documento è presente anche la carta firmata da Acuña che concede al Sangage il possesso dell’isola di Gane, datata: “Parecer de don Pedro de Acuña sobre la conducta y persona de Ruy Pereira Sangage, Terrenate, 2-05-1606”)

64 (Montero y Vidal p. 151) e anche (Turbolent times p. 132)

65 (Doc. Mal. III p. 218 Doc. n°59) (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxviii)

66 (Argensola p. 329)

67 (Doc.Mal. III p. 12 Doc. n°2)

68 (Doc. Mal. III p. 218-219 Doc. n°59)

69 (Doc.Mal. III p. 23 Doc. n°3)

70 (Doc.Mal. III pp. 8-9 Doc. n°1)

71 (Doc.Mal. III p. 23 Doc. n°3) (Per quanto riguarda Juan de Tapia vedi anche: Fr. Juan de Medina “History of the Agustinian order in the Filipinas Islands” 1630 (pubblicato: 1893, Manila) In: Blair vol. 24, p. 109; dove il frate viene descritto come essere non solo un ottimo frate ma anche un valoroso soldato) (Per il fratello laico Antonio Flores, vedi Argensola pp. 299-300 e Wessels “De augustijnen in de Molukken” p. 56)

72 I Mardicas (in portoghese, mardicas; in olandese, Mardijker) erano una comunità formata da nativi e sanguemisti portoghesi. Parlavano una lingua creola di origine portoghese. (Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 24 p. 41 nota 10)

73 (Argensola p. 343)

74 (Doc.Mal. III p. 23 Doc. n°3 & p. 27 Doc. n°4)

75 (Doc.Mal. III pp. 2-7 Doc. n°1) Furono deportati a Manila i seguenti dignitari: il Sultano di ternate, Cachil Sultan Zaide Burey; il figlio del sultano e suo erede, Cachil Sulamp; Cachil Tulo; il figlio del Cachil Tulo, Cachil Cidase (?); Cachil Amura cugino del sultano; Cachil Ale; Cachil Naya; Cachil Colanbaboa; Cachil de Rebas; Cachil Pamuia; Cachil Babada; Cachil Barcat; Cachil Suguir; Cachil Gugugu; Cachil Bulefe; il Sangage di Bachan, Bulila; Cachil Maleyto; il Sangage di Maquien; il Sangage di Lacomaconora; oltre ad altri due Cachis che erano considerati come sacerdoti e a tre servi. (AGI: “Capitulaciones con el rey de Terrenate, 1606” Patronato,47,R.11)

76 (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxviii)

77 (Argensola p. 344)

78 (Doc.Mal. III p. 5*)

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 3 – Il governo di Juan de Esquivel a Ternate, 1606-1609

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO TERZO: IL GOVERNO DI JUAN DE ESQUIVEL, Maggio 1606-Marzo 1609

Il governatore Acuña, dopo aver conquistato Ternate, ripartì per Manila il 3 maggio 1606, dove giunse il 2 giugno 1606. Prima di partire da Ternate, nominò come comandante della fortezza di Ternate il maestro di campo Juan de Esquivel.1 Al suo ritorno, Acuña avrà vita breve, infatti morirà il 24 giugno 1606, forse avvelenato, pochi giorni dopo il suo arrivo a Manila.

UNA CONQUISTA PRECARIA

La fretta di Acuña di ritornare a Manila, e la deportazione del sultano a Manila saranno le principali cause che impediranno il consolidamento del potere spagnolo nelle isole e quindi di conseguenza permetteranno agli olandesi di trovare terreno fertile tra i dissidenti ternatesi. Anche Esquivel riconosce che Acuña lasciò Ternate in una situazione confusa, senza aver assoggettato completamente la popolazione e in modo particolare i capi che erano rimasti e che si erano ritirati sulla costa di Halmahera nei villaggi di Sabubo e Gilolo. 2

NUOVE FORTIFICAZIONI A TERNATE E TIDORE

A Ternate, dove la vecchia fortezza è piccola e poco difendibile, viene decisa la costruzione di una nuova fortezza in una “parte eminente, mayor y más fuerte”. A differenza di quello che ci dice Argensola3 cioè che la nuova fortezza prima della partenza di Acuña per Manila era già finita e dotata di terrapieni e che il vecchio forte era stato ridotto a “un breve sitio”, sembra che il nuovo forte fosse ancora tutto da costruire e che il vecchio fosse in cattivo stato, le sue mura secondo il giudizio di Esquivel non avrebbero resistito ad alcun tiro d’artiglieria e inoltre la sua posizione era sovrastata da un altura che rendeva praticamente indifendibile il forte “con un gran padrastro a la parte del volcán, de suerte que no servía al enemigo de más que de casa en que bivir”, le uniche opere difensive della città degne di nota sembrano essere state le due muraglie che difendevano i due fianchi dell’insediamanto, esse avevano ognuna due baluardi rotondi a difesa dell’ingresso alla città.

Essendo la città distesa lungo il mare, le due muraglie distavano tra loro più di 2.000 passi, il terreno lungo il mare tra le due muraglie viene definito da Esquivel come pestilenziale. Il posto dove doveva essere costruito il nuovo forte si trovava alle spalle della vecchia fortezza, proprio sul “padrastro” (collina pietrosa ?, eminenza rocciosa ?) che dominava la città, qui la conformazione del terreno e la posizione dominante venne giudicata perfetta per la costruzione della nuova fortezza. Secondo gli ordini di Acuña il forte da costruire doveva essere di forma quadrata, “que tenga de centro 600 pies”, e avere tre baluardi.

Acuña aveva ordinato prima della sua partenza anche la costruzione di un forte spagnolo nell’isola di Tidore, secondo i suoi ordini li doveva risiedere un capitano con 50 soldati spagnoli. Il sito scelto per la costruzione di questa nuova fortezza era posto molto vicino alla città del re (“lugar del Rey”) e a circa un quarto di lega da dove stava il forte che venne bruciato “cosa de un quarto de legua de donde antes estaba, la que se boló y en la misma parte que dicen que Hurtado de Mendoça quizo hacerla quando estuvo aquí”4. Il nuovo forte doveva essere edificato su di un altura sopra al mare, esso era situato in una posizione altamente difendibile, perchè aveva due precipizi su i due lati, mentre alle spalle aveva il vulcano, sotto il tiro dell’artiglieria del forte potevano riparare 2 o 3 galeoni. 5

A guarnigione del forte di Ternate e della nuova fortezza da fare a Tidore, vennero lasciati 6006 soldati spagnoli, 100 soldati delle Filippine, due “galeotas”7 di 19 e 20 “bancos” e altre due o tre piccole imbarcazioni con alcuni marinai. I soldati erano divisi in sei compagnie, ognuna composta da 100 uomini, al comando di ogni compagnia venne nominato un capitano. Erano poi presenti 12 artiglieri. Per il miglioramento e la costruzione delle fortificazioni di Ternate e Tidore vennero lasciati anche 100 “gastadores herreros y carpinteros” delle Filippine, di cui 65 guastatori e 35 tagliapietre.8

Oltre alla carica di comandante della fortezza di Ternate affidata, come abbiamo visto, al maestro di campo Juan de Esquivel. Altre cariche importanti furono affidate a Pedro de Heredia, che venne nominato capitano di fanteria della fortezza di Ternate e in assenza del governatore Juan de Esquivel si doveva anche occupare delle cose di Tidore. 9 Mentre Lucas de Vergara fu nominato capitano e sergente maggiore di Ternate. 10

Juan de Esquivel con la forza a sua disposizione, aveva l’ordine di combattere contro i resti delle forze di Ternate chi si erano rifugiate ad Halmahera (chiamata anche Batachina del Moro) e di procedere al miglioramento delle fortificazioni della fortezza di Ternate. Ma la vita nelle isole non è semplice: Già ai primi di maggio 1606, Esquivel si lamenta del clima insalubre delle isole (circa la metà degli spagnoli è febbricitante), della sterilità del suolo e della mancanza di carne e cibo. 11

PROBLEMI CON I TERNATESI

Subito dopo la partenza di Acuña, il 4 maggio 1606, Juan de Esquivel, dette ordine ai capitani Martín de Esquivel e Pascual de Alarcón insieme ad alcuni spagnoli e al re di Tidore di partire per Sabubú, dove si erano rifugiati gli zii del sultano, Kaicili Suki e Kaicili Kafati. Questi dignitari erano stati designati dal sultano come governatori in sua vece. Lo scopo della spedizione spagnola era quello di convincerli rapidamente convincerli a rispettare le volontà del sultano e a recarsi a Ternate dove avrebbero dovuto occuparsi del governo dello stato. Ma i due si rifiutarono di seguire gli spagnoli e rimasero a Sabubú dove erano rintanati gli ultimi ribelli e seguaci del sultano. Anzi i due governatori raccolsero attorno a loro diversi altri ternatesi che inizialmente erano rimasti sotto la protezione spagnola. Praticamente la gran parte della popolazione dell’isola di Ternate si trasferì ad Halmahera, lasciando spopolata Ternate. I ternatesi, secondo Esquivel, elessero anche un nuovo sultano, figlio del sultano esiliato a Manila. 12

Nel 1606, gli spagnoli progettarono di inviare guarnigioni a presidio delle isole di Tidore e Makian, i gesuiti si dovranno occupare della cura spirituale di questi soldati.13 Infatti un armata spagnola venne inviata, nell’aprile 1606, a Makian con lo scopo di sottomettere l’isola al dominio di Tidore. Inoltre Esquivel inviò soldati spagnoli a Tacome e Malayo per proteggere la popolazione da eventuali rappresaglie dei Tidoresi.14

IL RITORNO DEGLI OLANDESI

Nel frattempo giunsero nelle acque delle Molucche due navi olandesi, di cui una era quella che era fuggita da Ternate all’arrivo dell’armata di Acuña. Esse ancorarono nel porto di Talangame e poi si rifugiarono nel porto di Xilolo (Geilolo) dove era riunita la gran parte dei ribelli.15

Gli spagnoli trovarono diverse difficoltà anche nel soggiogare completamente l’isola di Ternate, solo due villaggi (Takome e Wakayu) prossimi alla fortezza, giurarono fedeltà al re di Spagna, e chiesero la presenza di un presidio spagnolo per difesa, ma anche gli abitanti di questi due villaggi, saputo dell’arrivo di navi olandesi, ruppero il giuramento e si rifugiarono con altri ribelli a Geilolo, nell’isola di Halmahera (Batachina) dove si fortificarono.16

L’arrivo delle due navi olandesi rinvigorì le speranze dei ternatesi e per contrastare ciò, gli spagnoli organizzarono diverse spedizioni punitive.

GLI ATTACCHI SPAGNOLI NELL’ISOLA DI HALMAHERA

Su ordine di Esquivel, un armata di galere, a capo delle quali era Fra Antonio Flores, e caracoras, con 120 soldati spagnoli e truppe di Tidore,17 comandata da Vergara, e con il re e il principe di Tidore venne inviata contro i ternatesi ribelli e i villaggi a loro rimasti fedeli nell’isola di Halmahera. Non potendo attaccare la loro piazzaforte di Geilolo a causa della presenza di navi olandesi18, gli spagnoli sferrarono una serie di attacchi ad altri villaggi di Halmahera.

Il primo attacco fu portato contro Gamocanora o Gran Bocanora o Ngamoconora (Gamkonorah, nell’isola di Halmahera) dove dopo un aspra battaglia riuscirono a distruggere la città, catturando anche una buona caracoa e a disperdere le truppe nemiche. Il villaggio di Gamocanora, viene descritto non inferiore a Ternate per grandezza e popolazione. 19 Fu poi la volta del villaggio di Loloda, che venne però abbandonato dai suoi abitanti e occupato e distrutto dagli spagnoli. Nel villaggio di Bisoa20 gli abitanti resistettero duramente all’attacco spagnolo, ma poi furono costretti a cedere il passo, la battaglia si concluse senza perdite di parte spagnola anche se vi furono molti feriti. Anche nell’isola di Doy gli spagnoli conquistarono e distrussero la fortezza nemica, dopo un accanita resistenza.

La spedizione fu un grande successo, i villaggi vennero conquistati e distrutti senza perdere neanche un solo soldato, questo grazie al temperamento aggressivo e coraggioso che Vergara infondeva nei soldati, che con lui dicevano potevano anche andare a “conquestar el infierno”. La spedizione continuò giungendo a San Juan de Tolo e a Morotay questi luoghi si sottomisero agli spagnoli senza combattere. Gli spagnoli ottennero anche la sottomissione e la promessa di conversione al cattolicesimo della città di Tolo, capoluogo della provincia di Moro e dei villaggi di Chiava (Cawa o Tjawa) e Samafo (Camafo).21 Durante la sosta a Tolo venne inviato un messaggero indigeno alla popolazione dei Tabelos, che viveva nelle montagne sei leghe nell’interno, il messaggero richiedeva la sottomissione al Re di Spagna, questa popolazione conosciuta come barbara e bellicosa, riconobbe obbedienza al Re di Spagna e si dichiarò vassalla degli spagnoli, in segno di sottomissione e di obbedienza venne inviata della terra. 22

Vennero poi attaccati, grazie anche alle indicazioni degli abitanti di Tolo, che con una caracoa indicarono la strada agli spagnoli, i villaggi della Laguna di Galela, qui in tre giorni vennero attaccate e conquistate due fortezze, e ciò nonostante il valore con cui si batterono i difensori. Fu poi la volta del villaggio di Mamuya, situato a metà strada tra San Juan de Tolo e Galela, anche questo venne distrutto. Gli spagnoli ritornarono a Tolo dove venne posto un piccolo presidio con 25 soldati spagnoli e dell’artiglieria, sotto il comando di Juan Cortes, nominato capitano di Tolo. Più tardi, nell’agosto 1606, Juan Cortes, venne rimpiazzato come comandante del presidio di Tolo, da Juan de la Torre, insieme al nuovo capitano arrivò a Tolo anche il padre gesuita Gabriel Rengifo da Cruz. Il controllo di questa zona era molto importante per il sostentamento delle truppe spagnole a Ternate perché era una zona che produceva molti alimenti, quali sago, riso, galline, maiali e capre.

La città di Tolo, venne nominata San Juan de Tolo (São João do Tolo in portoghese), perché gli spagnoli arrivarono all’alba del 24 giugno 1606, il giorno di San Giovanni Battista, su richiesta dei cristiani del villaggio, venne subito eretta una croce. Della spedizione faceva parte anche il gesuita frate Lorenzo Masonio. La spedizione fece ritorno a Ternate dove venne ricevuta con grande giubilo. Tutta la zona di Moro aveva già dato buoni frutti di conversione al cattolicesimo durante la presenza portoghese.

A Tolo fu costruita una chiesa e una residenza per il padre e furono presto battezzate 500 persone, visto i promettenti esordi di questa missione, il superiore dei gesuiti di Ternate, padre Luís Fernandes, inviò a Tolo anche un secondo frate, Jorge de Fonseca, nei primi nove mesi di missione vennero battezzate 1.400 persone. Nel frattempo anche l’isola di Morotai, che contava oltre venti villaggi, si sottomise agli spagnoli. 23 Le conversioni furono numerose soprattutto nei villaggi di Tolo, Samafo e Chiava (Cawa), tutti situati nella zona NE di Halmahera. Anche a Morotai i gesuiti ottennero molte conversioni.24

Juan de Esquivel, inviò, sempre nel 1606, all’isola di Mateo (Celebes) una spedizione formata da una “galeota”, un brigantino e alcune altre piccole barche al comando della quale nomina il portabandiera Cristobal Suárez. Lo scopo di questa spedizione è quello di ricevere atti di vassallaggio verso il re di Spagna da parte dei popoli prima soggetti al dominio di Ternate. I re di Bool, Totoli e la regina di Cauripa fecero atto di sottomissione alla Spagna.25

Nel mese di agosto del 1606, Esquivel inviò a Manila una disperata richiesta di aiuto, chiedendo urgentemente “comida, rropa, dineros y gente”. 26

SOTTOMISSIONE DEI RAPPRESENTATI DEL SULTANO DI TERNATE

In seguito con un’altra spedizione (a cui prese parte anche l’agostiniano Fra Antonio Flores), Vergara assieme al re di Tidore e al principe, giunse alla fortezza di Sabugo, dove si erano ritirati i ribelli, qui gli venne incontro sulla spiaggia dove erano sbarcati, il cachil Quipart (secondo quello che riferisce Baltasar (Delgas?), assieme a questo cachil era anche il cachil Suguil), zio del Sultano di Ternate e uno dei governatori che il sultano aveva nominato per governare in sua assenza. Il cachil seguì a Ternate Vergara, dove con Esquivel firmò le capitolazioni, poi se ne ritornò a Sabugo. Fu così che il 27 novembre 1606, come conseguenza delle vittorie riportate dagli spagnoli ad Halmahera, vennero firmate le capitolazioni con i capi ribelli di Ternate. In esse i ternatesi riconoscevano come loro signore il re di Spagna, e si impegnavano in 15 punti a sottomettersi alle richieste spagnole.

Più tardi, Vergara con una altra grossa armata composta da caracoas, galee e galeotte, si diresse a Jilolo, dove assediò la fortezza cannoneggiandola per tre giorni sia dal mare che dal lato di terra, non riuscendo però a conquistarla. I ribelli comunque, provati dall’assedio, fecero promessa di vassallaggio al Re di Spagna e promisero di eliminare tutta l’artiglieria che avevano. Vergara, vista la forza dei nemici e anche a causa delle forti perdite che aveva subito (nello scontro erano morti 25 o 26 spagnoli) accettò la promessa, che però non venne mantenuta. 27

LUIS VAEZ DE TORRES ARRIVA A TERNATE

Fu in questo periodo che una spedizione spagnola giunse a Ternate. Si trattava della spedizione di Pedro Fernandez de Queiros. Una nave della spedizione di Pedro Fernandez de Queiros, quella capitanata da Luis Vaez de Torres, raccolse le prime notizie della cattura di Ternate da parte di Acuña da un emissario del capo di Biliato. Questo emissario che conversa con gli spagnoli in portoghese, viene incontrato dagli spagnoli quando la spedizione spagnola giunse nella terra dei bassi Papua, situata a cinque giorni di viaggio dal regno di Bachan, dove secondo questo emissario era presente un padre gesuita.

Il giorno successivo a questo incontro gli spagnoli ebbero la visita del capo villaggio di Biliato e di un moro che parlava molto bene l’italiano. Alcuni giorni dopo gli spagnoli giunsero a Bachan, dove vennero ben accolti e dove ancorarono nel porto di Labua il 16 dicembre 1606. Da qui gli spagnoli inviarono un messaggio a Ternate al maestro di campo Juan de Esquivel, che rispose con una lettera portata dal padre gesuita Fonseca, che giunse a Labua alla vigilia di Natale. Esquivel chiese di andare immediatamente a Ternate per aiutarlo dal momento che quasi tutta la zona era in aperta ribellione contro gli spagnoli.

Prima, però, su richiesta del re di Bachan fu deciso di intraprendere una spedizione punitiva contro un villaggio, Cayoa (Kayoa), che si era ribellato alla sua autorità, e che si trovava a metà strada lungo il tragitto verso Ternate. Il re di Bachan partecipò alla spedizione punitiva con una forza composta da 4 caracchi e 500 uomini. Anche il sangace di Labua, che era cristiano e parlava molto bene il portoghese, partecipò all’impresa. Il forte nemico, di pietra e di forma quadrata era circondato da un fossato pieno d’acqua, e poteva tranquillamente resistere all’attacco, ma venne rapidamente conquistato grazie anche alla fuga disordinata dei difensori. Il villaggio venne saccheggiato e bruciato. Prado ci dice che così grande fu l’impressione suscitata da questa vittoria nella regione che alcuni re dell’isola di Gilolo (Halmahera) che erano sul punto di allearsi con i ternatesi ribelli passarono dalla parte spagnola. 28

Terminata la conquista di Cayoa, gli spagnoli sostarono prima a Maquien e poi a Tidore, infine giunsero a Ternate (circa 8 mesi dopo la conquista spagnola, “el armada fue a dar a las yslas Malucas que auia ocho meses que se auian ganado las dihas fuerzas”)29, dove a causa della poca profondità del porto furono costretti, su consiglio di Esquivel, ad ancorare nel porto di Rume nell’isola di Tidore.

Su espressa richiesta fatta del maestro di campo Juan de Equivel direttamente a Luis Vaez de Torres, rimase a Ternate don Juan de Espinosa y Zayas, egli fu nominato aiutante del sergente maggiore. 30 Probabilmente la spedizione di Torres giunse a Ternate nel gennaio 1607, infatti Esquivel ci dice, in data 31 marzo 1607, che “abra dos meses llego a estas yslas Luis Baez de Torres”. 31 La licenza data da Luis Vaez de Torres a Juan de Espinosa y Zayas di rimanere a Ternate è datata Terrenate, 19 marzo 1607. La sua nomina (datata 20 marzo 1607) è necessaria dal momento che la carica di aiutante del sergente maggiore era vagante a causa della morte del vecchio aiutante, l’alfiere Luis Suazo y Serain. 32

IL PRIMO “SOCCORRO” DA MANILA

Dopo la conquista di Ternate, gli spagnoli non ricevono nessun aiuto da Manila per molti mesi. Questo ritardo nell’invio dei soccorsi è sicuramente dovuto all’improvvisa morte di Acuña. A causa della morte improvvisa di Acuña, infatti le prime navi del primo “soccorro”, inviato dall’Audiencia, arrivarono solo nel 1607. La relazione di Prado ci informa che i primi rinforzi inviati da Manila a Esquivel, giunsero il 28 aprile 1607, oltre un anno dopo la presa di Ternate. 33

Altri documenti ci informano che Esquivel aveva inviato su un piccolo champan a Manila il frate francescano Alonso Guerrero per chiedere urgentemente rinforzi. Egli riuscì nella sua missione e ritornò, il 28 aprile 1607, a Ternate con 8 piccoli battelli capitanati da Juan Iñiguez, con viveri e munizioni, questi erano i primi soccorsi giunti alle Molucche dopo la conquista della città da parte degli spagnoli. 34 Di questo socorro, gli olandesi non riuscirono a catturare neanche un imbarcazione, ma gli spagnoli persero ugualmente a causa del cattivo tempo tre fregate e una barca con materiale e cibo. 35

Con questo “soccorro” giunsero a Ternate aiuti insufficienti: 5.700 cesti di riso (quantità nemmeno necessaria per un anno riducendo molto la razione normale), un certo quantitativo di vino (meno della metà di quello necessario per un anno, dando una misera razione giornaliera di “medio quartillo”), giunse poi carne (anche questa sufficiente per soli sei mesi a misere razioni di 4 once per giorno), inoltre anche i vestiari e le scarpe inviati erano insufficienti per i bisogni delle truppe. Esquivel richiese all’Audiencia di inviare nuovi soccorsi per il mese di ottobre, che è il mese in cui i venti permettono l’inizio delle comunicazioni tre le Filippine e le Molucche. Nelle lettera di Esquivel traspare chiaramente il senso di disagio, di abbandono e isolamento in cui si trovano i presidi spagnoli di Ternate che egli definisce “esta pobre gente en la parte mas rremota del mundo”. 36

Per cercare di dirimere la questione con i ternatesi ribelli Esquivel si era appellato a Manila richiedendo che il sultano, prigioniero a Manila, inviasse un proprio erede con lettere e ordini precisi di sottomissione alla Spagna per i suoi zii e per gli altri capi ribelli. Nonostante che Esquivel avesse richiesto che questa persona non fosse né un cachil né un sangaje, l’audiencia inviò due importanti sangajes a Ternate con ordini del sultano.

All’arrivo della flotta di soccorso con a bordo i due sangajes, Esquivel dovette obbedire agli ordini dell’audiencia e nonostante volesse con i rinforzi avuti attaccare i ribelli, dovette piegarsi ai voleri dell’Audiencia e inviare uno dei due sangajes dai ribelli. L’azione del sangaje fù però di tutt’altra natura rispetto a quello che gli spagnoli avevano sperato, infatti egli rinfocolò la voglia di lottare dei ribelli e ordinò di assolutamente non cedere le armi agli spagnoli, confidando nell’aiuto degli olandesi.

LE MOTIVAZIONI DEI RIBELLI SECONDO ESQUIVEL

Le due motivazioni che Esquivel porta come cause principali di questo atteggiamento da parte di ternatesi è che una volta cedute le armi agli spagnoli, questi ultimi gli avrebbero resi tributari e gli avrebbero costretti a diventare cristiani, prendendo come esempio quello che gli stessi spagnoli avevano fatto nel Perù, in Nuova Spagna e nelle Filippine. Probabilmente informazioni, queste, fatte giungere agli orecchi dei ternatesi dai racconti interessati degli olandesi, anche se secondo Esquivel erano voci messe in giro da portoghesi e mestiços residenti nelle Molucche. I ribelli inoltre aspettavano a breve l’arrivo di una grossa flotta olandese, che nei loro propositi permetterà loro di scacciare gli spagnoli da Ternate. Esquivel comunque si mostra fiducioso che se gli verranno inviati altri soccorsi potrà far fronte anche agli olandesi. 37

Per tentare di risolvere una volta per tutte il problema dello spopolamento dell’isola di Ternate dopo la fuga ad Halmahera dei suoi abitanti, Esquivel, propose di eleggere re dell’isola il re di Tidore e di far stabilire nuclei di popolazione di Tidore nell’isola di Ternate oltre a reinsediare alcuni ternatesi che alla conquista spagnola di Ternate si erano rifugiati e stabiliti nell’isola di Tidore. Lo scopo di Esquivel era quello di dividere i ternatesi ribelli di modo che la gran parte della gente comune che era fuggita ad Halmahera (nei villaggi di Gilolo e Sabubo) ritornasse a Ternate abbandonando i loro capi e giurando fedeltà al re di Tidore.

L’idea venne discussa da Esquivel con il gesuita Luis Fernandes e con i capitani spagnoli e fu deciso di proporre al re il piano in modo da metterlo in attuazione. Probabilmente se questo fosse stato effettivamente fatto per tempo, gli olandesi non avrebbero avuto l’occasione di stabilirsi a Malayo, come vedremo più avanti. Un altra idea, proposta, dal maestro di campo fu quella di popolare le isole (anche Tidore) con gente cristiana delle Filippine, egli pensava che con circa 1.000 indios cristiani per ogni isola le possibilità degli olandesi e dei ribelli di riconquistare Ternate sarebbero state nulle. 38

IL BILANCIO DEL PRIMO ANNO DI CONTROLLO SPAGNOLO A TERNATE

A circa un anno dalla conquista di Ternate, il bilancio di vite umane richieste dal clima insalubre, dalla scarsità di cibo e dai mancati aiuti non ricevuti dalle Filippine è pesante per gli spagnoli, infatti al 31 marzo 1607, erano morti 220 soldati e più di 70 schiavi e forzati oltre a molti altri uomini malati e infermi. 39 In una sua lettera di questo periodo Esquivel richiese licenza per poter tornare in Spagna. 40

I lavori di costruzione delle fortificazioni andavano a rilento a causa della mancanza di denaro e di uomini, restavano infatti atti ai lavori non più di 100 “gastadores” fra carpentieri, scalpellini e fabbri. Esquivel ci informa che aveva costruito e quasi completato una muraglia di “tierra y fagina” di 20 piedi di base con cui era stata racchiusa la città di Ternate. Egli richiede urgentemente l’invio di “gastadores” per poter completare le opere di fortificazione. Delle fortifcazioni della città di Ternate, Esquivel inviò anche una pianta al Re di Spagna “de esta tengo casi ya çerrado el lugar en la forma que V. M.d. mandara ver por una planta que va con esta” 41

Esquivel da notizia anche che tramite un imbarcazione portoghese giunta da Malacca, otto giorni prima, erano arrivate informazioni che la progettata spedizione portoghese del Viceré per recuperare Ambon non era stata portata a termine a causa della presenza a Malacca di undici navi olandesi e altre imbarcazioni che avevano posto sotto assedio la città. Allo scopo di conoscere quello che gli olandesi stavano facendo, Esquivel inviò ad Ambon, alla fine di marzo del 1607, un caracoa con due spagnoli, il loro compito era quello di spiare le opere di fortificazione ed informarsi sulla quantità delle truppe e del rapporto tra gli olandesi e gli indigeni. 42

La fortezza di Ternate venne circondata, su ordine di Juan de Esquivel, da un muro di terra e fascine con baluardi ben distribuiti. Interessante è l’informazione che ci fornisce Esquivel in una sua lettera del 1608 sulle abitazioni presenti nella città di Ternate, esse sono tutte ricoperte di “nipa” (probabilmente paglia) per cui a grande rischio di fuoco, egli esprime la sua preoccupazione particolarmente per i magazzini reali e per la polveriera e richiede l’invio di tegole per poter perlomeno coprire con un solido tetto questi due importanti edifici. 43 Nell’aprile 1607, l’isola di Maquién (Makian), era ancora sprovvista di presidio spagnolo44 sembra comunque che siano presenti soldati del re di Tidore a presidio dell’isola.

IL RITORNO DEGLI OLANDESI E LA COSTRUZIONE DI UN FORTE A MALAYO

Il 13 maggio 1607, arrivò a Ternate una flotta di otto navi olandesi (Orange, Mauricio, Erasmo, Enchuisa, Delft, Pequeño Sol, Pichon e uno yacht, con a bordo 531 uomini), comandate da Cornelis Matelief il giovane. Questa flotta progettò di attaccare Tidore. Gli olandesi nonostante gli scarsi rinforzi che giunsero con i giovani sultani di Ternate e Jailolo, in tutto un imbarcazione con circa 200 guerrieri, decisero comunque di attaccare l’isola, che era difesa da solo trenta soldati spagnoli oltre ai tidoresi. Il tentativo finì miseramente sia per l’imperizia e la scarsa conoscenza dei fondali degli olandesi, le imbarcazioni rischiarono di arenarsi nella barriera, sia perché il governatore Juan de Esquivel soccorse l’isola con alcuni soldati spagnoli ‘… con cierto golpe de spañoles, …’. Così Matelief ripiegò allora su Ternate, dove venne fondato il forte di Malayo. 45

L’intera flotta olandese allora si diresse a Ternate e sbarcò sulla costa orientale dell’isola, a due leghe e mezzo46 dalla fortezza spagnola; qui gli olandesi aiutati dai locali, e protetti dai cannoni delle loro navi, iniziarono la costruzione di una fortezza. Il luogo scelto era la sede di un piccolo villaggio, chiamato Malaio47, e che diventerà l’attuale città di Ternate. Essi chiamarono la nuova fortezza Fort Malayu (Maleye). 48

Dopo la costruzione del forte gli olandesi lasciarono a Ternate una guarnigione di 50 soldati. 49

Dopo poco la costruzione del forte olandese, su ordine di Esquivel, una truppa di 100 soldati spagnoli, guidati da Vergara, si avventurò ad osservare il forte che gli olandesi avevano fatto a Malayo. Durante questa operazione gli spagnoli ebbero un duro scontro con gli olandesi, che durò più di un ora e mezza, in questo scontro sembra che venne ucciso il capitano del forte di Malayo, mentre il capitano spagnolo Vergara rimase ferito sulla fronte da un colpo di picca, che per pura fortuna non lo uccise. 50

Probabilmente questa è la motivazione per cui a partire dal 1607 e fino al 1609, quando governerà Ternate, Vergara sparirà di scena e al suo posto verranno nominati altri capitani e sergenti maggiori. A questa battaglia prese probabilmente parte anche Juan de la Umbria, la battaglia durò secondo un altro documento più di due ore. 51

UNA DESCRIZIONE OLANDESE DELLA CITTÀ DI TIDORE

Il rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matalief (1607), contiene un interessante descrizione delle fortificazioni spagnole della città di Tidore: La flotta olandese è ancorata davanti alla città di Tidore, sulla costa est dell’isola. Lungo la spiaggia gli spagnoli hanno un bastione di pietra le cui mura sono alte quanto un uomo, e lunghe alcuni colpi di moschetto nella direzione da nord a sud. Nella parte sud c’è una montagna di forma rotonda e di difficile accesso, in cima alla quale ci sono dei soldati spagnoli e tre cannoni. Anche sul lato nord la città è protetta, infatti alla distanza di un grosso tiro di cannone c’è il vecchio forte portoghese. Davanti alla città nel mare c’è una barriera corallina che può essere attraversata solo con l’alta marea, essa inizia da sud della città ed arriva fino al forte portoghese. 52

Fortunatamente per gli spagnoli, all’arrivo della flotta olandese, i re di Tidore, Bachan e Siao rimasero loro fedeli, questa fedeltà sembra dovuta essenzialmente ai buoni rapporti mantenuti con essi da Juan de Esquivel.53

DAI DOCUMENTI SEMBRA CHE DA MANILA ARRIVINO ALTRI AIUTI

Altri documenti sembrano indicare che altre navi spagnole raggiunsero Ternate da Manila portando truppe e aiuti. Durante il governo dell’Audiencia, dopo che erano giunte notizie che otto navi olandesi erano giunte a Ternate, Esteuan de Alcasar venne inviato a Ternate come capo della nave “almiranta” del “socorro” e capitano di fanteria, nonostante il tentativo di due navi olandesi di catturare il “socorro”, gli spagnoli riuscirono a giungere a Ternate. 54 Un piccolo “champan” di proprietà di Alonso de Cisneros, giunse a Ternate il 3 novembre 1607. Ancora nel 1607 altri soldati di soccorso giunsero a Ternate con il capitano Juan (Joan) Baptista de Molina. 55

Un decreto reale datato 29 ottobre 1607, ordina che le Molucche devono rimanere sotto la giurisdizione del governatore delle Filippine e non devono ritornare a far parte dei possedimenti Portoghesi. 56 Un altro decreto reale del 17 novembre 1607, stabilisce che il commercio dei chiodi di garofano venga fatto tramite l’India portoghese, i portoghesi devono acquistare i chiodi delle Molucche a Manila e da là trasportarli a Malacca. 57

ARRIVANO GLI INGLESI

Nel gennaio 1608, giunse nel porto di Tidore un imbarcazione inglese. Gli spagnoli, a causa delle ristrettezze in cui versavano le guarigioni, decisero, dopo una consulta tenutasi alla fine del mese di febbraio, di commerciare con gli inglesi e in cambio di chiodi di garofano vennero acquistate artiglieria e munizioni. L’imbarcazione inglese era il “Consent”, un “pinnace” di 115 tonnellate, comandato da David Middleton. David era il fratello minore di Henry Middleton, che nel 1605 are stato al comando della prima nave inglese a raggiungere le Molucche. David, aveva già visitato le Molucche assieme al fratello maggiore nel 1605.

Per l’occasione venne incaricato del controllo dello scambio di merci Francisco de Uribe, “contador” di Ternate, che per questo motivo passò a Tidore e che poi con due galere scortò, il 18 marzo, l’imbarcazione inglese fuori dalle acque delle Molucche. Gli spagnoli furono attenti che nessuno potesse commerciare con gli inglesi. Gli inglesi che sembra visitassero anche il nuovo forte olandese di Malayo, portarono notizie del prossimo arrivo di una grossa armata olandese e anche del possibile arrivo da Malacca di un armata iberica. A causa del pericolo di incappare nell’armata olandese, Esquivel emise un bando in cui vietava l’imbarco di chiodi di garofano per Manila. 58

La supremazia olandese sui mari è evidente, grande è l’apprensione degli spagnoli e dei gesuiti di presidio a Ternate.59

LA SITUAZIONE DELLE MISSIONI CRISTIANE NELLE MOLUCCHE

Per quanto riguarda la situazione dei religiosi a Ternate, abbiamo alcuni documenti che ci informano che i gesuiti, nel marzo 1607, hanno solo cinque padri e un “hermano” per la missione delle Molucche: Antonio Pereira a Siau, Gabriel Rengifo da Cruz e Jorge de Fonseca a Moro e Luís Fernandes, Lorenzo Masonio e il laico Giampaolo Mafrida a Ternate.60 Nel 1607, Esquivel donò ai francescani una casa nelle immediate vicinanze della moschea (dove si erano stabiliti l’anno prima i francescani), questa donazione permise l’uso della moschea come chiesa (consacrata a San José) e il trasferimento del convento e dell’ospedale nella nuova casa.61 Il vescovo di Malacca nominò ed inviò un vicario a Ternate. 62

Secondo il rapporto annuale dei gesuiti, nel 1608 i missionari hanno stabilito cinque chiese nelle isole Molucche. La sede principale della missione è a Ternate, dove risiedono due padri (tra cui padre Masonio) e un fratello (Mafrida), un altro missionario risiede a Tolo, mentre le altre tre chiese di Labuha, Siau e Morotai risultano sprovviste di missionari, perché i tre altri padri che facevano parte della missione, vennero in quest’anno (1608) richiamati a Malacca per ordine del padre provinciale.

Verso la fine del 1608, la chiesa dei gesuiti di Ternate (costruita in mattoni nel 1568 da frate Luís de Gois), venne restaurata e ingrandita con la costruzione di una cappella e una nuova sacrestia in pietra. Venne rifatta anche la pala dell’altare e vennero fatti anche nuovi ornamenti. 63 Il patrono della chiesa gesuita di Ternate è São  Paulo (San Pablo).64 La chiesa gesuita di Tidore è dedicata alla Madre de Deus (Deos).65

A Ternate vengono stabilite dai gesuiti due confraternite una chiamata “..do nome de Jesu”, l’altra nominata “..das almas do purgatorio”. Della confraternita “confraria do nome de Jesu”, viene nominato “mordomo” il capitano-mor. I gesuiti, traducono il catechismo e alcune preghiere nella lingua di Ternate. A Ternate i gesuiti battezzano nella loro chiesa 200 persone.66

La chiesa dell’isola di Labuha (Bachan), che dopo la partenza del gesuita padre Jorge de Fonseca (fine del 1606), era caduta in rovina, viene riparata grazie al lavoro delle donne del villaggio, viene poi decisa la costruzione di una nuova chiesa a spese degli abitanti del villaggio.

Risiedevano a Labuha, alcuni cristiani arrivati da Tidore dopo la resa agli olandesi (1605) della fortezza portoghese. Tra essi erano alcune orfane, figlie di portoghesi. Dopo il trasferimento del padre Jorge de Fonseca a Tolo, alla fine del 1606, i cristiani che erano fuggiti da Tidore e si erano stabiliti a Labuha, si trasferirono a Ternate, dove contribuirono a rafforzare la presenza cristiana e ad aiutare i soldati spagnoli nella lotta contro i ternatesi ribelli.67

La missione che sembra dare più soddisfazione ai gesuiti è quella stabilita a S. João do Tollo (San Juan de Tolo), dove gli spagnoli mantengono un presidio. Mentre un altro forte spagnolo è a Cawo (Chavo), villaggio situato nella parte sud della costa occidentale dell’isola di Morotai, alla foce del fiume Cawo, qui i gesuiti fondarono un’altra missione che sembra, anch’essa, dare buoni frutti. Grazie al lavoro svolto a partire dal 1604, da padre Antonio Pereira, si hanno molte conversioni anche nell’isola di Siau.

IL “SOCCORRO” DEL 1608 E LA FLOTTA OLANDESE DI VAN CAERDEN

Con carta del 1 aprile 1608 viene nominato Pedro de Hermua capitano della nave San Pedro destinata a portare i soccorsi a Ternate dal momento che in una precedente spedizione erano andate perse due fregate e una nave (secondo Esquivel e anche secondo Vivero e Azqueta 3 fregate e un “nauio” o “nao”). Sulla nave erano imbarcate truppe di fanteria.

Il soccorso partito da Cavite il 13 aprile, giunse a Ternate il 23 di maggio 1608, il suo arrivo ci dice Esquivel era inaspettato, erano infatti arrivate da pochi giorni, il 18 maggio, molte imbarcazioni nemiche. Il 18 maggio 1608, infatti arrivarono a Ternate nove navi olandesi con un “pataxo” e due “galiottas”68, questa flotta era comandata dall’ammiraglio Paulus van Caerden. Gli olandesi avevano alla fonda a Malayo, situato a due leghe e mezza da Ternate, sette navi, due galeotte e un patacco, per un totale, dice sempre Esquivel, di 10 imbarcazioni. Il 24 maggio giunse un’altra grossa nave olandese e un patacco. Gli olandesi con due navi e una galeotta cercarono di impedire l’arrivo del soccorso, ma non riuscirono nel loro intento grazie anche all’intervento della galera spagnola. 69

L’ABORTITO ATTACCO OLANDESE A TIDORE

Gli olandesi dopo aver scartato un attacco diretto a Gammalamma (la città spagnola di Ternate), decisero in un primo momento di provare a conquistare la città di Tidore.

A difesa della fortezza di Malayo vennero lasciate 2 navi e una guarnigione di 65 uomini.

Una caracora con a bordo il comandante del forte di Malayo, Gerrit Gerritsz van der Buys, e Apollonius Schotte venne inviata a Tidore per prendere conoscenza delle difese della città. Essi trovarono che gli spagnoli si erano asserragliati su di una collina sulla costa orientale, chiamata Tahoela, dove avevano posizionato due postazioni d’artiglieria, inoltre non riuscirono a trovare un luogo adatto allo sbarco, il solo posto giudicato idoneo era situato davanti al vecchio forte portoghese, ma il sentiero che portava alla città era stretto e bloccato da palizzate di bamboo che rendevano difficoltosa l’avanzata delle truppe. Nell’osservazione gli olandesi avevano anche assistito alla marcia di tre plotoni di soldati, circa 60 uomini, molto probabilmente spagnoli per la loro disciplina di marcia.

Dopo questa prima perlustrazione, il 15 giugno, le navi olandesi (secondo Esquivel parteciparono all’attacco 7 navi, un patacco e una galeotta) aiutate da un contingente di 26 imbarcazioni e soldati ternatesi, partirono alla volta di Tidore. La loro intenzione era quella di attaccare la città, ma non riuscirono a trovare un luogo idoneo allo sbarco a causa della barriera di corallo che era presente davanti alla città. Il solo punto dove uno sbarco era possibile era di fronte al vecchio e dilapidato forte dei portoghesi che era situato a un “gootelincx shoot” (un tiro di cannone ?) dalla città, qui infatti la barriera corallina terminava e rendeva possibile lo sbarco.

Il giorno 16 ancorarono di fronte al vecchio forte portoghese. Il vecchio forte non sembrava essere posto in stato di difesa, viene infatti descritto come dilapidato, ma il terreno circostante era coperto da una fitta boscaglia che permetteva agli spagnoli di tentare di respingere lo sbarco. Inoltre il percorso da compiere lungo la spiaggia per giungere alla città era percorribile solo con la bassa marea, infine lungo la strada erano posizionati diversi ostacoli da cui gli spagnoli e i tidoresi potevano rallentare la marcia delle truppe.

La città inoltre era circondata da una debole muraglia, ma aveva un robusto baluardo di legno e terra sul lato del mare, che però gli olandesi giudicavano possibile da conquistare. Per finire, a dominare la città era la collina di Tahula dove erano stazionate le truppe spagnole (secondo le stime olandesi almeno 200 soldati), questa collina doveva essere molto ripida dal momento che gli olandesi videro gli spagnoli salire a carponi. Più all’interno era il forte del re di Tidore dove si trovavano le truppe tidoresi che potevano essere formate da circa 1.000 / 3.000 uomini. Per tutti questi motivi gli olandesi rinunciarono all’operazione.

L’ATTACCO OLANDESE ALL’ISOLA DI MAQUIEN

Van Caerden propose allora la costruzione di un forte nell’isola di Makian. Il 19 giugno 1608, gli olandesi assieme agli alleati ternatesi presero la decisione di attaccare la fortezza di Tafsó (Tafasoho, chiamata Tarasaua da Esquivel) nell’isola di Maquiem (Makian). Secondo i loro progetti una volta presa questa fortezza tutta l’isola si sarebbe ribellata agli spagnoli. Gli olandesi dalle loro navi ancorate a Tidore continuarono, come manovra diversiva, a sparare cariche di moschetteria per far intendere che avevano intenzione di sbarcare, nella tarda serata del 19 giugno addirittura misero in acqua diverse lance per far intendere che nella stessa nottata avrebbero tentato uno sbarco, ma il tutto fu, come ben dice Esquivel, uno stratagemma per attaccare l’isola di Maquien.

Infatti nel buio della notte tra il 19 e il 20 di giugno parte della flotta 70 salpò alla volta dell’isola di Maquien. Gli spagnoli ebbero la fortuna, la mattina del 20 giugno, di vedere in lontananza queste imbarcazioni prima che arrivassero a Maquien. Il capitano Vidauia (Vidaña) chiese immediatamente al Re di Tidore di inviare in rinforzo al forte di Maquien 3 o 4 caracoas con 40 soldati spagnoli, ma il Re persuaso dai suoi consiglieri che fosse solo uno strattagemma degli olandesi per dividere le sue forze, decise di non intervenire.

Gli olandesi si erano comunque cautelati e per impedire l’invio di aiuto a Makian da parte del re di Tidore, avevano lasciato due navi di fronte alla città di Tidore. Nella tarda serata del 20 giugno la flotta olandese giunse davanti al forte di Tafasohoe e la mattina successiva, il 21 giugno 1608, con l’aiuto di un contingente di ternatesi, gli olandesi conquistarono facilmente, nonostante sembra un timido tentativo di resistenza da parte della guarnigione, il forte di Tafasoho.

Dopo la caduta del forte l’intera isola di Makian, la più ricca di chiodi di garofano e praticamente lasciata sguarnita dagli spagnoli “que estava sem presido de espanhoes”, cadde nelle mani degli olandesi. Le più rosee speranze di Caerden si erano avverate.71 L’isola era “la mas rica y prospera de clauo de toda aquela comarca”. 72

I tidoresi comunque non sembrano preoccuparsi più di tanto della perdita di Makian, anche perché contano di poter rioccupare l’isola allorquando arriveranno i rinforzi dalle Filippine. Esquivel invece si preoccupa della situazione anche perché non è certo che gli aiuti arrivino così copiosi, invece è certo che l’anno successivo arrivino importanti aiuti agli olandesi. La preoccupazione che esprime Esquivel è quella del rischio di un cambio di fronte del Re di Tidore, egli si fida del Re, ma ha forti dubbi nei riguardi di molti dei suoi consiglieri e capi, inoltre la gran parte della popolazione intimorita dalla potenza degli olandesi preme perché venga fatto un accordo con i nemici. Dopo il tentativo di attacco a Tidore portato in giugno dagli olandesi, gli spagnoli sono costretti a rafforzare le guarnigioni dell’isola, nell’agosto 1608 gli effettivi spagnoli presenti a Tidore sono composti da 140 soldati e da una galera con altri 40 soldati per un totale di 180 uomini.73

Il re di Tidore, nel luglio 1608 inviò una lettera al governatore spagnolo delle Filippine Rodrigo Vivero, chiedendo urgentemente l’invio di truppe spagnole, di viveri e munizioni per poter far fronte alla grande armata che gli olandesi aspettano per quest’anno e che secondo le informazioni in possesso del re di Tidore era composta da più di 1.000 soldati olandesi. 74

L’ATTACCO SPAGNOLO A JAILOLO

Per disturbare gli olandesi che erano impegnati a fortificarsi a Makian nel luogo di Tarasava (Tafasoho), gli spagnoli e i tidoresi organizzarono una spedizione contro la fortezza di Gilolo, nella tarda serata del 29 giugno 1608, partirono da Ternate 5 caracoras (3 fornite dal Re di Tidore, una giunta dal Re di Bachan e una dei Merdicas) e una galeotta (la San Xpoval) con 70 soldati a bordo, sotto il comando di Pedro de Heredia75. La spedizione raggiunse nella nottata Jailolo e all’alba un gruppo di 60 soldati spagnoli sbarcò e attaccò la fortezza, in breve tempo gli spagnoli ebbero ragione della resistenza dei difensori, vennero uccisi e catturati 30 persone, tra i morti vi furono anche due soldati olandesi, mentre la maggior parte, in gran parte donne e bambini fuggirono sulla montagna. Tra gli spagnoli non vi fu nessuna perdita. Il villaggio venne bruciato così come la moschea, gli spagnoli non mantennero una guarnigione nel forte conquistato ma si preoccuparono di fare più distruzione possibile e poi la sera stessa abbandonarono il villaggio, arrivando la mattina successiva a Ternate. Jailolo venne poi nuovamente fortificata dai ternatesi con l’aiuto di alcuni olandesi.76

I PIANI DI CONQUISTA DEGLI OLANDESI

Grazie a questi primi successi, gli olandesi pianificano di attaccare anche altre isole controllate dagli spagnoli e dai tidoresi, in particolar modo: Bacham (Bachian), isola ricca di sago, alimento molto utile per il mantenimento delle truppe. Poi Payay (Payahi) villaggio sulla costa ovest dell’isola di Batachina (Halmahera), situato di fronte a Makian e che appartiene a Tidore ed anch’esso ricco di sago. Un altro loro obiettivo è il forte di Tafongo, piazzaforte del sultano di Tidore, situato sul punto più occidentale della baia di Kau nell’isola di Halmahera, esso era molto importante dal punto di vista strategico, perché era punto di raccolta dei rifornimenti per Tidore provenienti dall’isola di Halmahera.77

Proprio per paura di un attacco olandese, i re di Tidore e Bacham, chiesero aiuto agli spagnoli, loro alleati, che inviarono dei soldati spagnoli per presidiare i forti di Tafongo e Payay.78 Il sangaje di Cayoa (isola tra Makian e Bacan), che con l’arrivo degli olandesi si era ribellato, venne ripetutamente sconfitto dalle truppe spagnole e tidoresi, che conquistarono prima il villaggio di Mava79, e poi i villaggi di Foya e Mafa (entrambi situati sulla costa est della penisola più meridionale di Halmahera, sulla baia di Weda). Il sangaje, si rifugiò a Makian, dove morì.80

Infine un altro obiettivo dei piani olandesi doveva essere la zona di Moro (zona che comprendeva la parte nord di Halmahera e l’isola di Morotai), zona dove i missionari avevano avuto più successo e quindi potenzialmente pericolosa per i ternatesi e gli olandesi. I piani olandesi però si rivelarono di difficile attuazione, inoltre nel luglio 1608, essi persero a causa di un temporale due “naos”81, una “lancha” e un “pataxo”.

In un altro temporale, avvenuto tra il primo e il due di agosto, gli spagnoli persero un champan giunto poco prima dalla Cina, essi rischiarono anche di perdere la galera San Cristóbal. 82 In un imboscata fatta alcuni giorni dopo davanti al forte di Malayo vennero catturati dagli spagnoli 8 nemici. 83

Secondo le informazioni in possesso di Don Rodrigo Vivero, nuovo governatore delle Filippine, sono presenti in tutte le isole Filippine 1800 soldati spagnoli, dispersi nei presidi di Manila, Cavite, Cagayán, Cebú, Pintados e Maluco. Egli richiede ogni anno un rinforzo di almeno 400 uomini perché specialmete “el Maluco” consuma molti uomini. Il consumo dei presidi di Ternate è enorme anche dal punto di vista economico, infatti sono necessari ogni anno 120.000 pesos, a fronte di 130.000 per tutte le Filippine. 84

CRITICHE AD ESQUIVEL

Al nuovo governatore delle Filippine Vivero arrivano voci da Ternate di lamentele nei riguardi di Esquivel. Inoltre egli viene accusato di non essere l’uomo adatto per gestire la situazione delle isole. Particolarmente duro è il giudizio espresso dall’ “oidor” Don Juan de la Vega, egli giudica Esquivel uomo poco adatto e di poca esperienza per le cose di guerra, inoltre giudica troppo poco aggressiva la sua condotta specialmente non gli perdona la perdita di Makian, isola, che definisce “la nata yema de todo el Maluco”.

De la Vega ricorda anche che sempre Esquivel aveva permesso agli olandesi di occupare e fortificare Malayo senza fare niente d’importante per evitarlo. Altra preoccupazione di de la Vega è il temuto assalto che gli olandesi hanno intenzione di portare alla città spagnola di Ternate, la quale secondo le informazioni che ha “está tan mal prevenida por dentro que si le planta 20 piezas de artilleria que dicen puede plantar, es tan flaca la muralla que la a de arrasar”. La soluzione prospettata da de la Vega è la sostituzione di Esquivel con un soldato più degno e perciò giudica necessario l’invio immediato a Ternate di Gallinato con più soldati possibile. 85

Poco dopo la presa di possesso dell’incarico di governatore delle Filippine da parte di D. Rodrigo de Vivero, il nuovo governatore inviò a Ternate un “socorro” anche questo come il primo del 1607 comandato da Iñiguez. 86 Questo soccorso venne effettivamente inviato il 19 agosto 1608 e comprendeva circa 200 soldati sembra però che al loro comando fosse stato Gallinato. Vivero assolve Esquivel dalla colpa della perdita di Makian, infatti secondo lui non si può incolpare Esquivel di essere stato a 12 leghe dal luogo dove il nemico attaccò e catturò la fortezza. A Gallinato comunque è affidato anche il compito di indagare sulla veridicità delle voci contro Esquivel che lo accusano di commerciare per proprio conto i chiodi di garofano e di non procedere come dovuto ai lavori di fortificazione. 87

Gli spagnoli si dedicarono comunque a migliorare le difese di Ternate, ma furono falciati dalle malattie e dalla fame, circa 200 moriranno. Ma 140 soldati88 arrivarono nel 1608, da Manila come rinforzo, inoltre molti casados portoghesi che abitavano Tidore e Ambon, si stabilirono a Ternate. Sempre nel 1608, fecero scalo a Ternate una “nao e hum pataixo” essi erano come abbiamo visto le navi comandate da Luis Vaez de Torres, che avevano un equipaggio quasi completamente portoghese e che erano partite dal Perù alla scoperta del Sud Pacifico e della Nuova Guinea.89

GLI ATTACCHI OLANDESI NELLA ZONA DI MORO E LA PRIMA CATTURA DI VAN CAERDEN

Gli olandesi sempre nel 1608, inviarono una spedizione nella zona di Moro, al comando della quale era l’ammiraglio van Caerden, essi attaccarono e saccheggiano i villaggi di Saquita e Mira tutti sulla costa occidentale dell’isola di Morotai. Venne poi attaccato il presidio spagnolo di Chavo (Chao) sempre a Morotai, dove da poco era stata costruita una nuova chiesa90, la guarnigione spagnola combattè per due giorni e poi si arrese, vennero catturati 8 (o 7 secondo altre fonti) spagnoli e circa 400 indigeni cristiani tra cui il sangage del villaggio, che vennero deportati a Ternate, in questo scontro furono uccisi tre soldati spagnoli.91 Nel 1608, gli spagnoli rinforzano le difese del presidio di Tollo e sventano un tentativo di tradimento del sangaje di Tollo, aiutato da quello di Gamoconora.92 Anche a Mira, villaggio situato nella parte sud della costa orientale di Morotai, gli spagnoli, dopo la distruzione del presidio di Chavo, stabilirono un presidio, in un “sitio muy bom”.93

Gli spagnoli, saputo delle scorrerie di van Caerden, inviarono nella zona di Moro, una galea guidata da Pedro de Heredia che doveva incontrarsi con un’altra galea spagnola, comandata dal sargente maggiore Juan de Tiejo (Texo)94, già presente nella zona. L’incontro tra le due imbarcazioni spagnole avvenne a venti leghe da Ternate, e la fortuna volle che poco dopo (a circa 5 leghe di distanza) venisse avvistata la galeotta olandese su cui era imbarcato l’ammiraglio e capo della flotta Paulus van Caerden con oltre 70 olandesi di equipaggio95, che aveva al suo seguito più di cento 96 piccole imbarcazioni caricate dei beni saccheggiati durante le sue incursioni.

Heredia dette ordine all’altra galera di attaccare e disperdere le piccole imbarcazioni, mentre egli con la sua imbarcazione attaccò la galeotta olandese, la battaglia che avvenne il 17 settembre 1608, si protrasse per oltre due ore, ma infine gli spagnoli ebbero ragione dei loro nemici che si arresero. Nello scontro con la barca olandese restarono feriti due spagnoli, mentre gli olandesi ebbero 8 morti e 20 feriti. L’ammiraglio olandese venne catturato e trasferito a Ternate, dove venne tenuto in custodia.97 Con lui furono catturati 74 olandesi. Inoltre vennero catturati a bordo della nave 22 pezzi d’artiglieria oltre a molti moschetti, archibugi e altri tipi di armi. Infine furono liberati molti dei prigionieri che gli olandesi avevano fatto nelle loro scorrerie.

La cattura del loro ammiraglio fu un duro colpo alle ambizioni olandesi. Heredia visitò i villaggi precedentemente attaccati da van Caerden portando la buona notizia della vittoria e mostrando la galeotta catturata. 98 Molti dei prigionieri fatti dagli olandesi nei loro attacchi ai villaggi dell’isola di Morotai, fra cui anche il sangage di Chauo (Chavo, Chao), riuscirono a fuggire dal forte olandese di Ternate e si rifugiarono in quello spagnolo.99 Gli olandesi, che avevano 12 navi ancorate a Malayo, tentarono ripetutamente di riscattare con una somma di denaro il loro ammiraglio catturato dagli spagnoli, ma la richiesta spagnola fu la restituzione di tutte le fortezze catturate dagli olandesi, quindi inizialmente, la due parti non riuscirono a trovare ad un accordo.100 In seguito, il 16 marzo del 1610, l’ammiraglio verrà comunque liberato durante uno scambio di prigionieri. Dopo la sua liberazione van Caerden venne nominato governatore delle Molucche. Pochi mesi dopo, nel luglio 1610, van Caerden fu nuovamente catturato dagli spagnoli, come vedremo più avanti.

Avendo avuto notizia di un naufragio lungo la costa di Halmahera, di una nave olandese di circa 600 tonnellate, Pedro de Heredia fu inviato da Juan de Esquivel con le sue galere a vedere cosa poteva contenere di interessante l’imbarcazione, che precedentemente era stata privata dell’artiglieria dagli olandesi. Heredia raggiunse la nave e riuscì a prendere circa 33 quintali di “xareta” e cannella. Poco dopo a causa della morte del capitano e sergente maggiore Juan Texo (avvenuta prima della morte di Esquivel), Esquivel affidò la sua compagnia ad Heredia, promovendolo capitano e sergente maggiore, incarico che detenne a partire dal dicembre 1608. 101 In quest’occasione, il 13 dicembre 1608, Juan de Espinosa y Zayas venne promosso al posto di Heredia come capo delle galee. Più tardi, l’11 marzo 1609 sempre Esquivel affidò la compagnia che era stata di Heredia a Juan de Espinosa y Zayas, questo a causa della “dexaçion” di Pedro de Heredia. 102

LE FORTEZZE OLANDESI NELLE MOLUCCHE

Gli olandesi erano in possesso, alla fine del 1608, di quattro fortezze nel nord delle Molucche, “tem tres fortalezas muy boas e outra mediocre”.103 La fortezza principale si trova nell’isola di Ternate, nel luogo chiamato Malayo, ad una distanza, dalla fortezza e dalla città spagnola di Ternate, che le fonti indicano tra due e tre leghe. Le altre tre fortezze di cui due “boas e bem fortificadas” si trovano tutte nell’isola di Maquien, isola conquistata nel giugno 1608 dagli olandesi.

La prima è la fortezza di Tafso, la vecchia fortezza del re di Tidore (“que os portugueses sempre procurarão de defenderem entanto que estiverão en Tidore”), situata nella punta sud – est dell’isola. A Tafso, gli olandesi migliorano notevolmente le difese del forte, essi costruiscono quattro nuovi grandi bastioni (il quarto è ancora in via di costruzione nei primi mesi del 1609), e cingono il posto di mura di “entulho e faxina e algum de pedra e cal”.

La seconda si trova nella zona nord – est dell’isola, a Mofaquea (Ngofakiaha), fortezza iniziata da André Furtado (“que André Furtado començou, de pedra e cal muy forte”). A metà strada fra queste due fortezze “muy boas e bem fortificadas”, nella zona sud – ovest dell’isola, si trova la terza fortezza definita “mediocre”, chiamata Tabilolo (Tabelolo, Tobalola).104

Nonostante i successi olandesi, gli spagnoli cercano di mantenere la loro influenza nelle Molucche, e talvolta hanno successo. Il re di Bohol (Buol), villaggio situato sulla costa nord di Sulawesi, arriva nel 1608 a Ternate, chiedendo di essere battezzato.105 Nel 1608, a Labua, nell’isola di Bacan, muore il sangage, e a causa della minore età del figlio, suo successore, viene inviato Paulo de Lima, un casado portoghese, con il titolo di sangage e giudice del villaggio, con lui arriva anche una guarnigione di spagnoli a presidio del villaggio.106

LA MORTE DI ESQUIVEL

Secondo quanto riportato nelle “informaciones” di Fernando Centeno Maldonado, la data della morte di Esquivel va collocata nel marzo 1609, infatti, in questo documento è riportato un documento firmato da Juan de Esquivel datato 10 marzo 1609. Un altro documento, firmato da Esquivel è datato 11 marzo 1609. 107 La data della morte di Esquivel è per cui da collocarsi dopo l’11 marzo e prima del 20 marzo 1609, data di una lettera del gesuita Lorenzo Masonio in cui si parla della morte di Esquivel. 108

Gia nel novembre 1607, il Re di Spagna aveva nominato il successore di Esquivel come governatore di Ternate, era Mateo Ruiz de Lobera, che però morì prima di raggiungere le Molucche. 109

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (Doc.Mal. III p. 30 Doc. n°5) (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxviii-ccxxix) Esquivel non sembra molto contento di rimanere a Ternate, infatti nella lettera al Re scritta da Ternate il 2 maggio 1606, si lamenta di questa decisione presa da Acuña e chiede che il suo soggiorno a Ternate sia il più breve possibile. Egli infatti gia da 5 anni ha lasciato la Spagna per servire il re e in Spagna ha lasciato moglie e figli. (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxix)

2 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

3 (Argensola p. 345)

4 (“Lettera di Equivel al Re, Ternate, 2 maggio 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxix-ccxxx) La fortezza “que se boló” era il vecchio forte dei portoghesi, conquistato dagli olandesi, il 19 maggio 1605, grazie allo scoppio della polveriera del forte.

5 (“Lettera di Equivel al Re, Ternate, 2 maggio 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxix-ccxxx)

6 700, secondo: (Doc.Mal. III pp. 119 Doc. n°35)

7 “bergantines buenos” secondo: (Argensola p. 345)

8 (Argensola p.345) (Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, p. ccxxix) (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

9 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. clxv “Relacion de los servicios del Almirante Pedro de Heredia, 4-08-1634” AGI 67-6-8)

10 (“Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco, Terrenate, 31 maggio 1619” AGI Patronato, 47, R. 37) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxvii-clxviii, qui vengono riportati alcuni brani della stessa lettera di Vergara)

11 (“Lettera di Equivel al Re, Ternate, 2 maggio 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxxx)

12 (Argensola p. 346-347) )(Malucas y Celebes p. 685) (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

13 (Doc.Mal. III p. 9 Doc. n°1) Sembra comunque che nessun gesuita si sia stabilito a Tidore prima del 1610.

14 (Argensola p. 347)

15 (Argensola p. 347)(Malucas y Celebes p. 685)

16 (Doc.Mal. III p. 117 Doc. n°35)

17 (Argensola p. 348)

18 (Doc.Mal. III pp. 117 Doc. n°35)

19 (Doc.Mal. III p. 118 Doc. n°35)

20 Chiamata Visoa da (Argensola p. 348).

21 (Doc.Mal. III pp. 61-69 Doc. n°16)

22 (Su quest’episodio vedi la dichiarazione dell’alfiere Torralva, AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

23 (Doc.Mal. III pp. 118 Doc. n°35) (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12) (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12) (Doc.Mal. III pp. 61-69 Doc. n°16) (Doc.Mal. III pp. 118 nota 11) e (Doc.Mal. III pp. 122-125 Doc. n°35) (Doc.Mal. III pp. 117 Doc. n°35)

24 (Doc.Mal. III pp. 125 Doc. n°35)

25 (Argensola p. 349-350)

26 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

27 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

28 (Prado “The discovery of Australia” p. 20-23)

29 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 571 nota n°1) Dicharazione di Juan de Silva in: (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

30 (A.G.I. “Expediente: Juan de Espinosa y Zayas” Filipinas,47,N.11)

31 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

32 (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

33 (Prado “The discovery of Australia” p. 20-23)

34 (Pérez p. 686) (Prado “The discovery of Australia” p. 20-23) (AGI: “Carta de la Audiencia enviando la de Juan de Esquivel, 23-07-1607” Filipinas,20,R.1,N.12)

35 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. xliii AGI 67-6-7)

36 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

37 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

38 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

39 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

40 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

41 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

42 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

43 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxviii-xxxix dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30)

44 (Doc.Mal. III pp. 70-75 Doc. n°17)

45 (Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” pp. 70-72)

46 Due leghe secondo: (Doc.Mal. III p. 119 Doc. n°35)

47 Il luogo prescelto dagli olandesi viene chiamato “Geilolo, duas legoas de Ternate” nel documento: (Doc.Mal. III pp. 119 Doc. n°35)

48 (Doc.Mal III p. 96) (Prevost “Historia General …” vol. XIII p. 66-67)

49 (ARA 1.04.02 inv. 466. Citato in: van Veen-Klijn “A guide to de sources of the history of Dutch-Portuguese relations in Asia, 1594-1797”)

50 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

51 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60)

52 (Commelin’s “Begin ende voortgangh” Vol. 2 page 63; Rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matelief, scritto nel 1607)

53 (Doc.Mal. III pp. 95-97 Doc. n°29)

54 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)

55 Sembra che non fosse a capo del soccorso giunto nella primavera del 1607 (infatti in un altro documento si indica come capo di quel “soccorro” Juan Iñiguez), probabilmente più tardi nell’anno venne inviato un altro soccorso (AGI: “Carta de Francisco de Uribe al Rey escasez ropas, socorros, 15-05-1608” Patronato,47,R.33)

56 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27, p. 99)

57 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 100)

58 (AGI: “Carta de Francisco de Uribe al Rey escasez ropas,socorros, 15-05-1608” Patronato,47,R.33) (“The voyage of Sir Henry Middleton to the Moluccas, 1604-1606” p. xxxiii)

59 (Doc.Mal. III pp. 108-110 Doc. n°32)

60 (Doc.Mal. III pp. 61-69 Doc. n°16)

61 (Pérez p. 684 nota 1)

62 (AGI: Patronato, 47, R.22 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607”)

63 (Doc. Mal. III p. 138 Doc. n°38)

64 (Doc.Mal. III p. 41 Doc. n°7)

65 (Doc.Mal. III p. 85 Doc. n°22, nota 1)

66 (Doc.Mal. III pp. 120 Doc. n°35)

67 (Doc.Mal. III pp. 121-122 Doc. n°35)

68 Due “pataxos” e una “galiotta” (Doc. Mal. III pp. 135 Doc. n°38)

69 (AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

70 (Secondo Esquivel: una nave, un patacco, una galeotta, alcune lance e 20 caracoras ternatesi. Secondo (Doc. Mal. III pp. 135 Doc. n°38): La spedizione olandese era composta da due “naos”, una “galiotta”, un “pataxo” e alcuni “caracolas”)

71 (“Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II pp. 303-304) (de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. I pp. 63-64) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvi-xxxvii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30) (Doc. Mal. III pp. 135 Doc. n°38) (Doc.Mal. III pp. 98-107 Doc. n°30)

72 (AGI: “Carta de Rodrigo de Vivero al Rey conquista de Maquén, 25-08-1608” Patronato,47,R.27)

73 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvii-xxxviii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30)

74 (AGI: “Carta del rey de Tidore a Rodrigo Vivero sobre el Maluco, 7-07-1608” Filipinas,7,R.3,N.36)

75 Nel 1608, Pedro de Heredia, venne nominato capo delle galere. Egli attaccò e bruciò per due volte il villaggio della “Gran Bocanora” (Gamocanora).

76 (Doc. Mal. III p. 135 Doc. n°38) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvii-xxxviii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. clxv “Relacion de los servicios del Almirante Pedro de Heredia, 4-08-1634” AGI 67-6-8)

77 (Doc. Mal. III p. 135-136-137 Doc. n°38)

78 (Doc. Mal. III p. 147 Doc. n°38)

79 Forse situato sulla costa occidentale di Halmahera, a sud di Payahi.

80 (Doc. Mal. III p. 135-136-137 Doc. n°38)

81 Le due navi erano la “China” di 420 tonnellate e la “Walcheren” di 700 tonnellate. Esse erano parte della flotta di Caerden. (Dutch-Asiatic shipping II pp. 22-23)

82 Francisco de Uribe, “contador” di Ternate, ci dà anche notizia dell’arrivo di un imbarcazione di “Sanglei” proveniente dalla Cina, con cui gli spagnoli commerciarono. Era a capo della galera “San Xpoual” il capitano Joan Rrodriguez Vermeyo. (AGI: “Carta de Francisco de Uribe al Rey escasez ropas, socorros, 15-05-1608” Patronato,47,R.33)

83 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvii-xxxix dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30)

84 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxvii-xxix in cui vengono riportati passi del documento: AGI 67-6-7)

85 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xl-xli AGI 1-2-1/14, ramo 27 e AGI 67-6-20)

86 (Pérez p. 686)

87 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. xliii “Lettera di Vivero al Re, 25 agosto 1608” AGI 67-6-7) (AGI: “Carta de Rodrigo de Vivero al Rey conquista de Maquén, 25-08-1608” Patronato,47,R.27) (AGI: “Carta de Vivero sobre socorro a Juarez Gallinato 25-08-1608 Filipinas,7,R.3,N.41)

88 200 soldati secondo: (Doc. Mal. III p. 137 Doc. n°38)

89 (Doc.Mal. III pp. 119 Doc. n°35)

90 (Doc. Mal. III pp. 145 Doc. n°38 & Doc. Mal. III p. 171 Doc. n°44)

91 (Doc. Mal. III pp. 139-140 & 145-146 Doc. n°38)

92 (Doc. Mal. III p. 153 Doc. n°38)

93 (Doc. Mal. III p. 141, 154 Doc. n°38)

94 (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

95 Probabilmente in tutto 75 persone compreso l’ammiraglio. (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 311 nota n°1) Anche se 74 prigionieri più l’ammiraglio e 8 morti porterebbero il totale degli olandesi a 83.

96 Sul numero delle imbarcazioni al seguito di van Caerden le fonti sono discordanti secondo alcune lettere dei gesuiti, la nave olandese era scortata da 5 (o 4) “caracolas” di Ternate

97 (Doc. Mal. III pp. 135-137 Doc. n°38) e (Doc. Mal. III pp. 140-141 Doc. n°38)

98 (Lettera del Re Felipe III a de Silva, 20 novembre 1611; in Blair vol. 17 p. 179) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50)

99 (Doc. Mal. III pp. 146 Doc. n°38) (Robert Kerr “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII” “Third Voyage of the English East India Company, in 1607, by Captain William Keeling” Sec. 4. “Voyage of the Hector to Banda, with Occurrences there”)

100 (Doc. Mal. III p. 147 Doc. n°38)

101 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50) (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

102 (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

103 (Doc. Mal. III p. 148 Doc. n°38)

104 (Doc. Mal. III p. 148 Doc. n°38)

105 (Doc. Mal. III p. 142 Doc. n°38)

106 (Doc. Mal. III p. 138 Doc. n°38) e (Doc. Mal. III p. 152 Doc. n°38)

107 Presente in: (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

108 (Doc. Mal. III Doc. 38: “Masonio a Acquaviva, Ternate, 20 marzo 1609” pp. 151-152) (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)

109 (AGI “Nombramiento de sargento mayor a Mateo Ruiz de Lobera, 19-11-1607” “Real Provisión nombrando al capitán Mateo Ruiz de Lobera como capitán y sargento mayor de la gente que de España y México va a Filipinas con Juan de Silva, gobernador de esas islas. También estaba provisto como alcaide y gobernador de la gente de guerra del presidio de Terrenate en lugar de Juan de Esquivel” Filipinas,340,L.3,F.12v-14r) (AGI “Real Provisión al capitán Mateo Ruiz de Lovera, nombrándolo alcaide de la fortaleza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra, 21-11-1607” Indiferente,449,L.A1,F.136v-137) (AGI “Bienes de difuntos: Mateo Ruiz de Lobera: Testamento de Mateo Ruiz de Lobera, gobernador de Terrenate otorgado en San Juan de Ulúa” Contratacion,5579,N.12) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. clxxi)

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 4 – Il governo di Lucas Vergara Gabiria a Ternate, 1609-1610

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO QUARTO: IL GOVERNO DI LUCAS VERGARA GABIRIA (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

LA NOMINA DI LUCAS VERGARA GABIRIA A GOVERNATORE DI TERNATE

Agli inizi del 1609, alla morte di Juan de Esquivel, divenne governatore (che fa le funzioni di) di Ternate, Lucas Vergara Gabiria, egli si era sposato, poco prima (il giorno prima, secondo la fonte), con una orfana, figlia di un capitano che serviva con la sua compagnia a Ternate.1 Un interessante informazione sulla successione a capitano dopo la morte di Esquivel ci viene data dalla testimonianza di Fra Rroque de Barrio Nuebo, egli infatti ci informa che Acuña, in caso di morte del maestro di campo Juan de Esquivel, aveva nominato come suo successore in primo luogo Alarçon e in secondo luogo Vergara. Sembra che Alarçon rinunciò alla carica. Fernando Becerra ci fornisce qualche altro particolare (confermato anche da Baltasar (De Ega)), informandoci che furono due “provisiones” ad indicare il successore di Esquivel. Una era di Acuña, ed era stata custodita nella sede dei gesuiti, e l’altra dell’’Audiencia che alla morte di Acuña governava le Filippine, in entrambe era riportato che in caso di morte di Esquivel il governo di Ternate doveva essere affidato a Lucas de Vergara Gaviria. 2

Lucas Vergara Gabiria era un veterano delle Molucche essendo giunto dalla Spagna nelle Filippine nel 1605. La spedizione a cui partecipò Vergara partì dal porto di San Lucas de Barameda, assieme alla truppa di Esquivel. Vergara aveva partecipato alla conquista di Ternate nel 1606. A Ternate venne scelto da Acuña tra i 4 capitani che per primi sbarcarono a terra. Fu tra i primi soldati ad attaccare il bastione di Cachil Tulo, che venne conquistato, e il primo ad entrare nella fortezza principale, che era la casa del Re (il vecchio forte portoghese), facendo fuggire i nemici dalle finestre, e a porvi la bandiera spagnola.

Grazie alla sua coraggiosa condotta venne nominato sergente maggiore del campo di Ternate. Partecipò a diverse spedizioni di successo contro i ternatesi nell’isola di Halmahera. Ottenne la sottomissione di San Juan de Tolo e di Morotai. Fu molto rispettato e amato dai propri soldati per il suo coraggio e dedizione e temuto dai nemici per la sua grande aggressività. 3 Nel 1616 erano oltre 35 anni che Vergara serviva il Re di Spagna. Il 26 gennaio 1616, da Juan de Silva gli venne data l’”encomienda” del villaggio di Araut nelle Filippine. Prese parte alla spedizione di De Silva a Malacca come capo di un galeone. 4

L’ “oidor” Don Juan de la Vega, indica che l’unico soldato capace che era presente a Ternate era il sergente maggiore Vergara, egli mai aveva fallito nelle imprese che gli erano state assegnate, inoltre tutto quello che era stato conquistato dagli spagnoli fuori da Ternate lo si doveva alla sua opera. 5

I FATTI ACCADUTI NELL’ANNO DI GOVERNO DI VERGARA

Il 23 giugno 1609, arrivarono a Ternate altre navi olandesi, “tres naos olanesas com hum patacho e duas lanchas” comandate dal vice ammiraglio François Wittert. Un altro “patacho” olandese, riportò invece notizie frammentarie sulle trattative di pace tra la Spagna e l’Olanda, che poi porteranno alla tregua dei dodici anni (1609-1621).6 Gli olandesi conclusero in questo periodo anche un nuovo contratto commerciale con i ternatesi. 7

Nell’anno di governo di Vergara, gli olandesi avevano a Ternate 14 navi e e i ternatesi 60 caracoas, con le quali assediarono i forti spagnoli. Nonostante questo enorme potere messo in campo dai nemici, Vergara riuscì a migliorare le fortificazioni della città di Ternate sostituendo le mura di “fajina” con mura di “cal y canto”. Secondo la testimonianza di Torralua, questa grossa flotta olandese sembra che avesse tentato un assedio a Tidore, ma grazie alle mosse di Vergara e ai lavori di miglioramento delle difese che portò avanti con grande diligenza, gli olandesi non riuscirono a portare a termine i loro piani, e questo successe in un anno in cui nessun aiuto fu inviato a Vergara da Manila. 8

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DI SAN PEDRO Y SAN PABLO DE DON GIL

Gli spagnoli, visto l’enorme strapotere navale degli olandesi, si sentono accerchiati, solo Tidore resta loro alleato. Gli olandesi progettarono la costruzione di un altro forte a Ternate, quasi a metà strada tra la fortezza spagnola e quella olandese, sullo stretto tra Ternate e Metara (Maitara) “está o sitio no buquerão que faz esta ilha com otra de Metara pegada com a de Tidore”. Il luogo era situato ad una lega da Ternate ed era conosciuto, secondo la testimonianza di Torralua, con il nome di Don Gil “una legua de Terrenate en el sitio que decian de Don Gil”. Ma il governatore spagnolo Vergara, venuto a conoscenza delle intenzioni olandesi, giocò d’anticipo, infatti, inviò immediatamente 80 soldati con 200 “gastadores” a fortificare il luogo. Gli olandesi tentarono di impedire la costruzione del forte, alcune navi incrociarono vicino al luogo dove gli spagnoli stavano costruendo il forte, ma furono costrette ad una precipitosa fuga dopo che gli spagnoli avevano posizionato nottetempo un cannone a guardia della posizione.

La costruzione del forte venne presto portata a termine (1609), esso verrà chiamato “San Pedro y San Pablo en el sitio de Don Jil”9 e si trovava a circa tre quarti di lega (o una lega10) dalla fortezza spagnola di Ternate, la sua posizione strategica costringeva le navi olandesi ad evitare il tratto di mare tra Ternate e Maitara. Il forte poi impediva attacchi diretti alla fortezza spagnola di Ternate e limitava anche i tentativi di fuga, numerosi nei periodi di carenza di viveri, degli schiavi e dei soldati al nemico. Con la costruzione di questo avamposto gli spagnoli si assicurarono anche una fascia di terreno libero da rischi di attacchi, e quindi dove era possibile commerciare e iniziare piccole coltivazioni. Il forte venne dotato di un cannone di grande portata.11

LE FORTIFICAZIONI SPAGNOLE NELLE ALTRE ISOLE

I lavori di fortificazione di Vergara non si fermarono alla costruzione di San Pedro y San Pablo e al miglioramento delle mura della città di Ternate. Egli fortificò nell’isola di Tidore il posto di Marieco e il forte che gli olandesi nel 1605 conquistarono ai portoghesi. Questi erano luoghi di molta importanza per la difesa dell’isola di Tidore (“hiço de nuebo los fuertes de Marieco el fuerte vejo de portugueses”). Inoltre fortificò San Juan de Tolo, Payayo e Tafongo, tutti villaggi situati sull’isola di Halmahera e da dove provenivano i viveri per le isole di Ternate e Tidore.

Vergara nel suo anno di governo sviluppò e migliorò le fortificazioni in modo considerevole, cosa che non era stata minimamente fatta da Esquivel nei tre anni precedenti. L’alfiere Torralua ci narra che egli venne inviato da Vergara a Payayo per fortificare e difendere il luogo, e che una flotta di 10 caracoa ternatesi e olandesi attaccarono il posto senza successo. Il forte di Payayo venne praticamente ricostruito di nuovo ed assieme a quello di Tafongo permatteva il regolare afflusso di viveri alle guarnigioni spagnole delle isole di Ternate e Tidore. 12

UNA NUOVA FLOTTA OLANDESE

Un altra flotta olandese giunse a Ternate il 25 settembre 1609, era quello che restava della spedizione comandata dall’ammiraglio Pieter Willemsz. Verhoeff, che aveva subito un grave rovescio nelle isole Banda dove lo stesso Verhoeff aveva perso la vita assieme a molti suoi soldati. 13 Gli olandesi, dopo la morte di Verhoeff, furono comandati dal vice ammiraglio François Wittert, che giunse con la sua flotta a Ternate. Nel 1609 costruirono un forte nell’isola di Moti, situata tra Tidore e Maquiem (Machian), l’isola è ricca di chiodi di garofano.14

LA PRESA DI BACHAN DA PARTE DEGLI OLANDESI

Il 30 novembre 1609, gli olandesi comandati dal capitano Simon Jansz Hoen occuparono l’isola di Bachan, conquistando il piccolo forte spagnolo di Labuha.15 Nel combattimento per la conquista del forte, vennero uccisi 16 soldati spagnoli “sin otros naturales”.16 In questa occasione gli olandesi stipularono un contratto di mutua assistenza con il re di Bachan contro gli spagnoli e i portoghesi. 17 Sembra che la presa di Bachan sia stata agevolata dal tradimento del re dell’isola. A difesa della fortificazione erano 17 soldati spagnoli e alcuni casados portoghesi che si erano stabiliti nell’isola. Essi, al sopraggiungere degli olandesi, vennero invitati a fuggire dal re che poi però aiutò gli olandesi a catturarli, alcuni soldati furono uccisi altri vennero fatti prigionieri. Anche il sangaje di Bocanora si sottomise agli olandesi. 18

Interessanti particolari su una spedizione spagnola in aiuto a Bachan, ci vengono riferiti in un documento presente nell’archivo General de las Indias di Siviglia, secondo questo documento (che non indica una data precisa ma con grande probabilità è certamente riferita a questo episodio) una spedizione spagnola venne inviata a soccorso del Re di Bachan. La spedizione era comandata dal capitano don Juan de Espinosa y Sayas, a capo di un imbarcazione era Juan de Azevedo e vi prese parte anche Juan de la Umbria. La spedizione era composta dalla galera capitana con 70 soldati a bordo e da 5 caracoas. Dopo lo sbarco nell’isola gli spagnoli subirono un imboscata da parte delle truppe olandesi e ternatesi, ma la reazione degli spagnoli riuscì a mettere in fuga i nemici che subirono anche delle perdite. 19

LA SITUAZIONE ALLE MOLUCCHE NEL 1610

All’inizio del 1610, quando Vergara lascia la carica di governatore di Ternate a Cristóbal de Azcueta Menchaca, gli olandesi hanno le seguenti fortificazioni nelle Molucche:20

Makian (Maquién): 3 forti

Bacan (Bachán): 1 forte

Moti (Motel): 1 forte

Ternate: 2 forti

Taliabu, isole di Sula (Taliavo): 1 forte. Qui sembra da altre fonti che gli olandesi non avessero all’epoca un forte, ma soltanto un mercante residente.

Secondo una lettera di Adriaan Corsz, datata 1610, circa 450 soldati olandesi erano stanziati nelle guarnigioni dei forti delle isole di Ternate, Bachian, Makian e Moti. 21 In questo periodo gli olandesi tentarono con attacchi alle basi spagnole nelle Filippine di tagliare i rifornimenti per le Molucche di modo che le guarnigioni spagnole di Ternate fossero costrette alla resa per fame. 22

Nel mese di novembre 1609 (giunsero a Oton il 27 ottobre) gli olandesi tentarono un attacco contro Ilo Ilo sull’isola do Oton con 5 imbarcazioni. Giunse a soccorrere il porto il sergente maggiore Fernando de Ayala (nominato capitano e sergente maggiore del campo di Ternate23, con una compagnia di soldati che era in rotta per Ternate. Gli olandesi si ritirarono passando a Cavite e poi alla Playa Honda nel porto del Frayle, dove attuarono un blocco del porto catturando tutte le imbarcazioni che arrivavano. Nell’aprile 1610 gli spagnoli passarono al contrattacco, il giorno 24 avvenne a Playa Honda lo scontro decisivo nel quale gli olandesi vennero duramente sconfitti. Tra gli altri nello scontro navale a Playa Honda, fu ucciso il vice ammiraglio olandese François Wittert. 24

Vergara nell’aprile del 1611 si trovava di nuovo a Ternate come risulta dalla “certificacion” presente nelle “informaciones” di Fernando Centeno Maldonado, datata Ternate, 9 aprile 1611. Probabilmente era giunto a Ternate con la spedizione di Juan de Silva. 25 In seguito andrà a Manila dove inutilmente chiederà il permesso di poter ritornare in Spagna. Nel 1611 presenterà una petizione in cui chiederà la concessione di un “terçio” di fanteria spagnola nei governi di Cartgena o La Hauana (L’Avana) e di un abito di Santiago oltre a una rendita per i suoi servigi. Il parere dell’audiencia del luglio 1611, è che gli venga concessa una delle cose che chiede. 26

Vergara ritornerà a Ternate nel 1617 nuovamente con l’incarico di governatore. 27

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (Doc. Mal. III p. 151 Doc. n°38) e (Doc. Mal. III p. 201 Doc. n°56, nota 4)

2 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

3 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

4 (AGI: “Confirmación de encomienda de Araut, 25-06-1618” Filipinas,47,N.9)

5 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. xli AGI 67-6-20)

6 (Doc. Mal. III p. 159 Doc. n°41) Pastells dice che le navi olandesi giunsero a Malayo alla fine di maggio 1609 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. lxxxii )

7 (ARA 1.04.02 inv. 550, 551. In: van Veen-Klijn “A guide to the sources…” p. 120)

8 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

9 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

10 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

11 (Doc. Mal. III p. 160-161 Doc. n°41)

12 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

13 L’ammiraglio olandese Pieter Willemsz. Verhoeff morì durante una spedizione a Banda, dove lui e molti del suo equipaggio furono vittime di un’imboscata e assassinati dai nativi dell’isola di Banda mentre negoziava con loro per la Compagnia olandese delle Indie orientali (ARA 1.04.02 inv. 552-555, 560-563 In: van Veen-Klijn “A guide to th sources…” p. 120)

14 (Doc. Mal. III p. 161 Doc. n°41)

15 (Doc. Mal. III p. 8*) e (Doc. Mal. III p. 176 Doc. n°48, nota 7)

16 (Doc. Mal. III p. 180 Doc. n°48A)

17 (ARA 1.04.02 inv. 552-555, 560-563 In: van Veen-Klijn “A guide to th sources…” p. 120)

18 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. lxxxii-lxxxiii)

19 (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41) (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

20 (Doc. Mal. III p. 176-177 Doc. n°48)

21 (Van de Wall p. 257)

22 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. lxxx)

23 (vedi: AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47)

24 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. lxxix-lxxx e lxxxiii-xciii AGI 67-6-20)

25 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18) Anche una sua dichiarazione datata Terrenate, 3 aprile 1611 ci conferma questo: “Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 1623-08-11” FILIPINAS,47,N.58 Blocco 2 foglio 7-8

26 (AGI: “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” Filipinas,60,N.12)

27 (“Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco, Terrenate, 31 maggio 1619” AGI Patronato, 47, R. 37) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxvii-clxviii, qui vengono riportati alcuni brani della stessa lettera di Vergara)

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Molucche 5 – Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca a Ternate, 1610-1612

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO QUINTO: IL GOVERNO DI CRISTÓBAL DE AZCUETA MENCHACA (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

L’ARRIVO DI CRISTÓBAL DE AZCUETA MENCHACA A TERNATE

Il nuovo governatore di Ternate, il maestro di campo Cristóbal de Azcueta Menchaca, venne nominato dal governatore delle Filippine Don Juan de Silva.1 Il 4 febbraio 1610 troviamo Azcueta ancora ad Arevalo in procinto di partire per Ternate. 2 Egli arrivò a Ternate nel febbraio 1610 al comando di una piccola squadra di imbarcazioni. Facevano parte della spedizione anche 4 frati francescani. Probabilmente con Azqueta giunse anche il capitano e sergente maggiore Fernando de Ayala. 3

Quando giunsero in vista dell’isola di Ternate, a sole 6 leghe dal porto di Ternate le imbarcazioni spagnole avvistarono un imponente squadra olandese. Le navi spagnole si dettero alla fuga e la gran parte di esse riuscirono la notte stessa con il favore dell’oscurità a raggiungere Ternate, ma gli olandesi riuscirono a catturare una galera e un champan con i loro equipaggi. In quest’occasione gli olandesi catturarono circa 60-70 persone tra i quali era un capitano di fanteria, un “contador” dell’azienda reale, un alfiere e due religiosi.4 In questo periodo, per la precisione il 2 febbraio 1610, morì a Ternate il padre gesuita Gabriel Rengifo da Cruz. Egli era giunto a Ternate nel 1606 ed aveva predicato tra l’altro nell’area di Moro nell’isola di Halmahera. 5

Una delle prime azioni di Azcueta a ternate fu un attacco ad una nave olandese. Su ordine di Azcueta, il sergente maggiore Fernando de Ayala, giunto da poco con il nuovo “socorro” a Ternate, assalì con la galera San Xpoual (San Cristobal, cioè la galera “capitana”), assieme a 50 soldati e al capitano Juan de Espinosa y Sayas, un patacco olandese, il Masambique (Maçanbique), armato di 20 pezzi d’artiglieria e carico di viveri, che era ancorato nel porto di Malayo, l’imbarcazione olandese, dopo un duro scontro durato un ora, venne bruciata e colò a picco, il tutto avvenne a vista delle mura del forte olandese di Malayo, nello scontro furono fatti anche alcuni prigionieri olandesi. 6 A questo assalto prese parte anche Juan de la Umbria che rimase gravemente ferito alla coscia destra. 7

Azqueta, poco dopo il suo arrivo a Ternate, si rese conto della cronica mancanza di uomini e mezzi. Per cui inviò a Manila Pero de Hermua per chiedere urgenti aiuti. Hermua ritornò a Ternate il 3 agosto 1610 con una nave carica di viveri e munizioni. 8

LA LIBERAZIONE DI VAN CAERDEN

Un altro degli atti che fece il maestro di campo Christobal de Axqueta appena arrivato a Ternate fu quello di trattare con gli olandesi la liberazione dell’ammiraglio van Caerden. L’ammiraglio olandese venne liberato, il 16 marzo del 1610, in cambio di alcuni prigionieri spagnoli (in gran parte gli equipaggi delle due imbarcazioni catturati all’arrivo di Azcueta a Ternate, e anche gli uomini catturati nel forte di Bachian) e di una somma di denaro.

Ci sono testimonianze discordanti sul numero dei priginieri liberati e sulla quantità del riscatto pagato dagli olandesi per van Caerden, ma secondo Don Juan de Silva e anche secondi i “Meritos” di Heredia, furono 50 i soldati e i marinai spagnoli e 30 gli indiani, “gastadores” e ufficiali liberati nello scambio, oltre a 6.000 pesos in denaro. 9 Secondo altre fonti come il rapporto del padre Gregorio Lopez, per il riscatto dell’ammiraglio, gli olandesi pagarono nel 1609 come anticipo 80.000 pesos, poi al momento del riscatto pagarono altri 6.000 pesos oltre alla fregata e a tutto il suo carico, e inoltre liberarono 52 spagnoli e 100 nativi alleati degli spagnoli. 10

In un suo rapporto del giugno del 1610 van Caerden giudicava invincibili le fortificazioni dalla città spagnola, quindi i lavori intrapresi dagli spagnoli dovevano essere già a buon punto. Inoltre ci informa della costruzione del forte di Don Jil, che stranamente chiama Nouckenorre, esso aveva tre bastioni di pietra ed era situato tra Malayo e la città spagnola.

Nella stessa lettera informa gli amministratori della VOC delle scarse conoscenze che gli olandesi avevano dell’isola di Tidore, in modo particolare non avevano nessuna informazione delle difese della capitale dell’isola, mentre erano informati di un forte spagnolo a Marieco e di tre piccoli posti fortificati nell’isola di Halmahera: Solo (=Tolo), Payjay e Taffongo. Le forze spagnole ammontavano, secondo l’ammiraglio olandese, a circa 500 soldati spagnoli oltre a molti indigeni delle Filippine che lavoravano alla costruzione delle fortificazioni. Per i collegamenti fra i loro presidi gli spagnoli mantenevano 2 imbarcazioni, una galea di 18 banchi e una galeotta. 11

LA NUOVA CATTURA DI VAN CAERDEN

Il 1512 luglio 1610, come già accennato in precedenza, l’ammiraglio olandese van Caerden, fu nuovamente catturato dagli spagnoli nelle vicinanze dell’isola di Tidore, infatti una galea spagnola, la San Christobal (San Xpoual), guidata dal capitano Pedro de Avellaneda13 e su cui erano 50 spagnoli, ebbe, per tre ore, un duro scontro navale con il patacco14 di van Caerden che imbarcava oltre a lui 25 olandesi. La battaglia si concluse con la vittoria spagnola e con la nuova cattura dell’ammiraglio.

Nello scontro rimasero feriti alcuni spagnoli, tra cui lo stesso Pedro de Avellaneda, “cauo superior de las ysla y fuezas de Tidore”, che morirà pochi giorni dopo a causa delle ferite subite durante questo scontro. Il 23 agosto 1610, Pedro de Hermua, che era giunto da pochi giorni da Manila, venne nominato da Azcueta, al posto del deceduto Pedro de Avellaneda, a capo dell’isola e delle fortezze di Tidore e dei presidi di Payáy e Tafongo. 15

Paulus van Caerden (Pablos Brancaerden per gli spagnoli), era al comando di tutte le truppe olandesi presenti nelle Molucche e nelle isole Banda. Dopo la sua nuova cattura la posizione olandese, secondo i rapporti entusiastici degli spagnoli, sembra farsi più fiacca, infatti gli spagnoli affermano che restano agli olandesi, in tutti i loro possedimenti, da Banda alle Molucche, solo un “nauio” e un patacco. Inoltre c’erano poche speranze che potessero arrivare agli olandesi rinforzi nei mesi successivi.

Secondo alcune carte rinvenute alla cattura di van Caerden, i redditi che il possesso delle Molucche davano agli olandesi ammontavano a più di 4 milioni di pesos all’anno. Nonostante la nuova cattura dell’ammiraglio e le speranze spagnole, la posizione olandese è comunque solidissima, principalmente grazie all’alleanza con Ternate dove avevano insediato come sultano un figlio minore del vecchio Said Berkat.

Gli spagnoli, per contro, non avevano nessun alleato tra i Ternatesi. Il loro unico e fedele alleato era il re di Tidore, dove però la maggioranza della popolazione era avversa agli spagnoli. Per cercare di scardinare la compattezza dei ternatesi, il governatore delle Filippine Juan de Silva pensò di riportare a Ternate, il vecchio sultano Said Berkat, in occasione della grande spedizione che stava pianificando di fare a Ternate. Ciò, doveva contribuire, secondo i suoi piani, a dividere i ternatesi e a far passare almeno una parte della popolazione dalla parte spagnola. 16

Il patacco olandese catturato con van Caerden, venne inviato, il 30 luglio 1610, a Manila dove giunse nell’agosto 1610. A Ternate, Juan de Azevedo, ricevette l’incarico di custodire il generale olandese van Caerden. 17 Nell’aprile del 1612 Caerden era ancora prigioniero degli spagnoli nella fortezza di Ternate.18 Paulus van Caerden (Blancardo per gli spagnoli), venne in seguito condotto a Manila dove rimase fino alla morte.19 Sembra che van Caerden sia partito da Ternate per Manila il 24 maggio 1612. 20 Gli spagnoli chiesero per il riscatto di Caerden 40.000 reali da otto. 21

La conferma che Caerden morì a Manila viene da un documento scritto a Manila il 17 settembre 1618, dove viene detto fatto un accenno al ‘general Pablo Brancaerden que murio en esta ciudad’. 22

I FRANCESCANI NELLE MOLUCCHE

Nel 1610 i francescani trasferirono il loro convento fuori dalla mura della città. Grazie infatti all’interessamento del nuovo maestro di campo di Ternate, Cristóbal de Azcueta Menchaca, che comprò a proprie spese una casa (“buenas de tabla”) con un appezzamento di terreno appartenuta ad uno spagnolo. La casa era situata fuori dalle mura della città di Ternate, e qui i francescani trasferirono il loro convento, nominato di S. Antonio de Padua, e nell’appezzamento di terreno costruirono la loro chiesa. I frati dopo queste migliorie, oltre alla chiesa e al convento, tutti di legno, avevano anche un grande orto e continuarono ad occuparsi del vecchio ospedale. I francescani presenti a Ternate erano in quest’anno sei: Fr. Diego de Santa Maria (che si occupava dell’ospedale), P. Juan del Caño (nominato presidente del convento), Fr. Antonio de Santa Ana, Fr. Sebastian de S. José, Fr. Cristobal Gomez e Fr. Alonso Guerrero. 23

Il frate francescano Sebastián de San José, era stato nominato, nel 1609, commissario provinciale per le isole Molucche. Egli, nel giugno del 1610, visitò l’isola di Macasar (Manados), dove fece molte conversioni. Sulla spiaggia della foce del Rio Cauripa Fr. Sebastian fondò una piccola cappella di legno e trovò la morte, infatti venne ucciso il 18 giugno 1610 durante un attacco dei nativi. Il suo compagno di viaggio, il fratello laico frate Antonio de Santa Ana, venne catturato dagli stessi indigeni deportato nell’isola di Tagolanda e ucciso alcuni giorni dopo, il 28 (24 secondo Trinidade) giugno 1610. 24

I GESUITI NELLE MOLUCCHE

Nell’ottobre 1610 arrivarono da Malacca un gruppo di 5 gesuiti (João Baptista, Andrea Simi, Giambattista Scalamonti, Manuel Leitão e Jorge da Fonseca) destinati alla missione delle Molucche, essi erano guidati da Fr. João Baptista. 25 Il padre Jorge da Fonseca venne subito destinato alle cure spirituali della guarnigione spagnola di Tidore. 26 Egli descrive l’isola di Tidore nella sua lettera dell’8 aprile 1612: “que hé huma ilha quatro legoas de Ternate, de mouros amigos nossos, onde há alguns christãos da terra, portuguezes casados e hum presidio de soldados hespanhoes, que todo este tempo atrás avia estado sem padre por falta de sarcedotes”.27 La missione gesuita di Tidore rimase fino alla fine del 1610 senza padre, nel prosieguo della sua lettera Fonseca, nuovamente descrive Tidore, questa volta facendo menzione di due presidi spagnoli presenti sull’isola (secondo la nota di Jacobs [Doc. Mal. III p. 224 nota 45] i due presidi erano il vecchio forte portoghese, vicino a Soasio e il forte di Marieko sulla costa occidentale). 28

A Ternate, grazie anche alla buona disposizione del governatore Cristobal de Azcueta Menchaca, i gesuiti fondarono la “confraria do Santissimo Sacramento”. 29 I gesuiti si occupavano oltre che della conversione degli indigeni anche della cura spirituale degli equipaggi delle galee e dei soldati nei presidi, visitando regolarmente i presidi spagnoli. Di questo né da testimonianza il capitano D. Juan de Castro Verde y Ayala, che ci informa che quando era capitano di un forte sulla “frontera de Malayo” (molto probabilmente Don Jil o San Pedro y San Pablo) i padri venivano a dir Messa tutti i giorni festivi. Anche il capitano D. Diego de Quiñones y Arguelles (capitano dei forti di San Pedro y San Pablo a Ternate e poi della “fuerça” di Tomañira a Tidore) in una sua testimonianza ci dice che i padri visitavano spesso i presidi e a volte si fermavano anche molti giorni a confessare e a dir Messa.30

LE FORTIFICAZIONI SPAGNOLE A TERNATE E TIDORE NEL 1610

Un rapporto olandese scritto nel 1610 ci da una descrizione delle fortificazioni in mano spagnola nelle isole di Ternate e Tidore: Sull’isola di Ternate, gli spagnoli sono in possesso della grande città di Gammelama, che viene chiamata Nuestra Signora del Rosario. Tra questa città e Malaya, c’è un altro forte chiamato “Pedro ende Paulo”. Su Tidore ci sono tre luoghi, il primo è una grande città dove risiede il re dell’isola essa ha una fortificazione su un’alta collina, chiamata Taroula, questa fortificazione ha 10 cannoni e una guarnigione composta da 50 spagnoli e 8-10 filippini. Il secondo luogo è il vecchio forte portoghese, che nel 1605 venne conquistato da Cornelis Bastiaensz, ma che adesso era in possesso degli spagnoli, nel forte erano montati 2 cannoni e la guarnigione era composta da 13 soldati spagnoli. Il terzo luogo è la piccola città di Marieco, che si trova di faccia alla città di Nuestra Signora del Rosario, qui vivono alcuni tidoresi e gli spagnoli hanno circondato il luogo con due bastioni, dove sono stazionati 14 soldati spagnoli e due cannoni. 31

Secondo alcuni documenti fu durante il governo di Azcueta che fu costruito, a circa metà strada tra Ternate e Malayo, il forte di Don Gil. Ma come abbiamo visto nel quarto capitolo, la costruzione del forte si deve a Lucas Vergara. Probabilmente Azcueta la terminò. La fortezza era a guardia del sentiero e del passo che collegava le due postazioni nemiche. Nelle vicinanze della città di Ternate, Azcueta costruì su di un altura (“padrastro”) che la domina il forte di S. Pablo. Poi costruì la muraglia attorno alla città di calce e pietra fortificando diversi baluardi fra i quali uno chiamato San Juan, che controllava da un lato la spiaggia e da un altro la collina. Tra le sue opere è da annoverare anche il restauro dell’ospedale dei francescani. 32

Nel 1611, Juan de Azevedo, ebbe l’incarico di comandante delle truppe del re di Tidore, sempre nello stesso anno ricevette l’incarico di controllare l’imboccatura di un porto del nemico di modo che non giungessero ai nemici aiuti, durante quest’incarico si scontrò con due imbarcazioni ternatesi riuscendone a catturarne una e a far incagliare l’altra. 33

LA SPEDIZIONE DI JUAN DE SILVA

Già da tempo il governatore delle Filippine Don Juan de Silva stava preparando una grossa spedizione per eliminare una volta per tutte la presenza olandese nei mari del sud-est asiatico. Allo scopo aveva pensato di costruire nelle Filippine tre grosse imbarcazioni appositamente attrezzate per la spedizione nelle Molucche. Il viceré dell’India portoghese, Ruy Lorenzo de Tavora, garantì il suo appoggio alla progettata spedizione ed offrì la partecipazione di 7 grossi galeoni che erano stati inviati, via Malacca, a Macao al comando di Don Diego de Vasconcellos. Anche il comandante della squadriglia di galeoni Don Diego de Vasconcellos scrisse da Malacca a de Silva manifestando la propria disponibilità a partecipare alla spedizione, 34 questa offerta da parte portoghese rese inutile la costruzione delle tre grosse imbarcazioni progettata da de Silva che rimasero allora solo nei progetti.

Avendo avuto notizia che i galeoni portoghesi promessi dal viceré erano ancorati nel porto di Macao, Don Juan de Silva inviò a Macao una delegazione (al cui comando era Juan Juarez Gallinato) per invitare il comandante della flottiglia, Don Diego de Vasconcellos, a raggiungerlo e così eseguire gli ordini impartiti dal viceré. Gallinato salpò da Cavite nel settembre 1610, raggiunse Macao e ebbe diversi incontri con Vasconcellos ai quali partecipò anche il vescovo di Macao.

Vasconcellos inizialmente si mostrò ben disposto a partecipare all’impresa, ma poi quando Gallinato prospettò l’immediato bisogno di partire per la spedizione, Vasconcellos, in barba agli ordini ricevuti dal Viceré, nonostante i ripetuti appelli da parte degli spagnoli, e contro il parere dell’ammiraglio della sua flotta e dei soldati imbarcati, si rifiutò di prender parte alla spedizione preferendo utilizzare la sua armata per lucro personale mercanteggiando tra Goa e Macao. De Silva aveva fornito a Gallinato soldi per poter assicurare i viveri sufficienti all’armata portoghese e inoltre Gallinato aveva carta bianca per utilizzare i denari anche personali di de Silva per ammorbidire il riluttante comandante portoghese. De Silva, che aveva ricevuto anche un favorevole rapporto da parte del govenatore delle Molucche, Azcueta, sulla scarsa consistenza delle forze olandesi presenti nelle isole, inviò anche questo rapporto a Macao sperando così di smuovere il comandante portoghese, ma anche quest’ultimo tentativo non sortì gli effetti sperati. 35

I progetti di de Silva erano di partire per Ternate, per la fine del novembre 1610, una volta giunti i galeoni portoghesi, in modo da giungere a Ternate al principio di gennaio 1611 e poter quindi chiudere la questione con gli olandesi entro gli inizi di maggio in modo da anticipare un eventuale arrivo di rinforzi per le truppe olandesi. Oltre ai galeoni che sperava in arrivo da Macao, egli aveva a Manila, come “capitana” e “almiranta” 2 grosse navi catturate agli olandesi, e poi la nave “Espiritu Santo” e la nave “San Andres”, oltre a due patacchi e tre galere. Un ultimo progetto di de Silva fu quello di portare con se nella spedizione il sultano di Ternate Said Berkat assieme a gran parte del suo seguito, le intenzioni del governatore erano di portare dalla parte spagnola la gran parte della popolazione di Ternate, e una volta eliminati gli olandesi lasciare il vecchio sultano sul trono come vasallo del re di Spagna.

Nel 1611, D. Juan de Silva, dopo aver ricevuto la notizia del rifiuto di Vasconcellos, decise comunque di partire, cercando di sfruttare il momento di relativa debolezza delle forze olandesi. Le motivazioni di de Silva sono chiaramente indicate in una sua lettera, nella quale egli spiega come sia questo l’anno propizio, anche se aspettando un anno probabilmente gli spagnoli potevano avere più forze per la spedizione, ma sicuramente nel frattempo gli olandesi si sarebbero fortificati maggiormente. 36

IL VECCHIO SULTANO DI TERNATE PARTECIPA ALLA SPEDIZIONE

Alla spedizione spagnola prese parte anche il vecchio sultano di Ternate, Said Berkat, tenuto fino ad allora in esilio a Manila, suo figlio, il principe Sulampe assieme ai principali cachiles che erano tenuti con lui in esilio a Manila. La speranza del governatore spagnolo era quella di poter bilanciare lo strapotere olandese con il ritorno del vecchio sultano, che aveva promesso di aiutare gli spagnoli e con la sua presenza di portare dalla parte spagnola la maggioranza degli abitanti di Ternate. Presero parte alla spedizione 2 grosse imbarcazioni catturate l’anno prima agli olandesi, un’altra nave (chiamata Espiritu Santo), 3 vecchi patacchi (San Elifonso, Santiago e San Pedro y San Pablo) e 2 galere con a bordo circa 2.000 tra soldati e marinai.37 Con la carica di ammiraglio tornò con questa spedizione a Ternate anche Pedro de Heredia, egli fu nominato da Juan de Silva sergente maggiore dei presidi delle Molucche. 38

Nonostante il parere sfavorevole della maggior parte della Real Audiencia di Manila39, il governatore volle lui stesso capitanare la spedizione. La sua diretta partecipazione fu più volte richiesta espressamente dal sultano di Ternate, che disse che senza la presenza di de Silva non poteva mantenere la sua promessa. Questa sembra essere stata la ragione principale per cui de Silva prese parte diretta alla spedizione.40

La spedizione fu un fallimento per gli spagnoli. Il tentativo di installare sul trono di Ternate il vecchio sultano naufragò ben presto a causa dell’avversione della popolazione, gli olandesi come contro mossa avevano installato sul trono del sultanato, già dal 1610, un altro figlio del vecchio sultano, Modafar.41

Il fallimento della spedizione è comunque in gran parte da addebitarsi alla condotta rinunciataria di de Silva, sembra che nel momento cruciale, al suo arrivo a Ternate egli abbia temporeggiato cercando accordi con i ternatesi, invece di attaccare immediatamente la fortezza olandese di Malayo, che era in cattivo stato e con pochi uomini a sua difesa. A Malayo, venne inviato Estaban de Alcazar che venne incaricato da de Silva di consegnare una lettera (dove veniva trattato il riscatto dei prigionieri catturati dagli spagnoli a Manila) agli olandesi nel forte di Malayo in modo da avere l’occasione di poter vedere e studiare da vicino le difese approntate nel forte dagli olandesi. 42

La sua indecisione permise agli olandesi e ai loro alleati di migliorare le difese del forte e di ricevere soldati e aiuti dalla guarnigione olandese del forte “Jacome” sull’isola di Makian.43 Allorquando si decise ad attaccare il forte, lo giudicò troppo ben difeso e non osò attaccarlo. Venne invece deciso di inviare una caracoa del re di Tidore ad Ambon per osservare i movimenti degli olandesi, e quando il governatore seppe che ad Ambon erano presenti 5 galeoni olandesi, ordinò inspiegabilmente alle navi che lo avevano accompagnato di ritornare a Manila.44 Il governatore rimase a Ternate con tutte le truppe di fanteria, il patacco “San Buenaventura” e le due galere.

LA COSTRUZIONE DI UN FORTE SPAGNOLO A TOLOCO

Come unica attività di un certo peso venne occupato il posto di Toloco, nelle vicinanze di Malayo, e gli spagnoli vi costruirono un forte di “faxina”. 45 Secondo quanto riferito nella testimonianza di Azcueta sembra che un tentativo venne fatto occupando Toluco e costruendovi un forte: “auiendo acordado el Señor D. Juan de Silva …….. tomar y fortificar al puesto de Toloco serca de Malayo”), nel 1611, il governatore delle Filippine D. Juan de Silva, decise di occupare e fortificare il posto di Toloco vicino a Malayo (“serca de Malayo”), per questo ordinò che tre compagnie fossero ad occupare il luogo. A capo delle tre compagnie venne nominato Fernando Centeno Maldonado che con la sua compagnia e assieme a quelle comandate da Andres Hinete e Pedro Çapata iniziarono a fortificare il posto “acudio ala fortificacion del por cauo de tres compañias de infanteria españolas”.

Sembra però che gli spagnoli non abbiano portato a termine i lavori e l’occupazione del forte, ma questo tentativo comunque servì da campanello d’allarme per gli olandesi che pochi mesi dopo costruirono il forte di Toloco. Questa testimonianza fa traslare di un anno la costruzione, o l’occupazione, da parte degli olandesi del forte di Toloco, che generalmente è datata 1610. 46

Un altro interessante accenno alla costruzione di un forte spagnolo a Toloco viene fatta in un altro documento spagnolo, i “Meritos” di Fernando de Ayala, dove viene accennato che questo capitano e sergente maggiore in occasione della spedizione di Juan de Silva a Ternate costruì il forte di San Juan de Toloco: “con mucho trauaxo y rriesgo hiço el fuerte de San Juan de Toloco”. 47

Una più dettagliata testimonianza dell’effettiva costruzione di un forte, da parte degli spagnoli, a Toloco ci viene data nei “Meritos y servicios” di Fernando de Ayala, qui infatti viene chiaramente indicato che Fernando de Ayala su ordine del governatore Don Juan de Silva costruì il forte chiamato San Juan de Toloco nelle vicinanze di Malayo: “Por horden del diho Cap.n Gen.l (don Juan de Silva) paso de otra vanda de Malayo (que ?) llaman Toloco muy cerca dellas fuercas del enemigo que es a tiro de cañon y fabrico un fuerte de faxina con grandisimo travajo e riesgo para tener mas oprimido y sitiado al diho enemigo” “hizo un fuerte llamado de San Juan de Toloco çerca del de Malayo” “por mandado del diho Gouer.or. (don Juan de Silva) hizo un fuerte llamado San Joan de Toloco que está a tiro de cañon della fuerça de Malayo”.

Don Fernando Centeno Maldonado, nella sua testimonianza precisa che la spedizione guidata da Ayala era formata da 5 compagnie ed alla spedizione prese parte lui stesso. Da Toloco salpò poi la spedizione di de Silva diretta ad Halmahera e con la quale vennero catturati i forti di Jailolo e Sabugo. 48

Un’altra testimonianza nei “Meritos” di Pedro de Heredia, anche se non viene nominato espressamente Toloco è riferita molto probabilmente a questo episodio. Infatti qui viene citato un atto compiuto da Heredia durante la spedizione di Juan de Silva del 1611, su ordine di de Silva, egli sbarcò alla testa di 400 uomini a un quarto di lega dal forte olandese “tomo puerto e se fortifico alli”. 49 Probabilmente gli spagnoli abbandonarono il forte dopo poco la sua costruzione, quasi certamente già al momento della partenza di de Silva per Halmahera.

L’ATTACCO A JAILOLO E SABUGO

De Silva decise allora di far attaccare due obbiettivi secondari come i forti di Jailolo e Sabugo sulla costa occidentale di Halmahera. 50 I due villaggi vennero conquistati dalle truppe spagnole. Ma in queste battaglie gli spagnoli sembra che persero 300 uomini.51 Fu particolarmente pesante il tributo di morti che gli spagnoli pagarono nella conquista di Sabugo. Il villaggio di Jilolo sembra invece che sia caduto sotto controllo spagnolo quasi senza combattere dopo un accordo con la popolazione locale52, decisiva, in questa trattativa, sembra essere stata la presenza del principe di Ternate accompagnato da Esteban de Alcazar “y fue a Gilolo con el Principe de Terrenate al trato que con el se tuuo, y por su medio se entregô”. 53

Nelle spedizione che portò alla conquista di Sabugo presero parte assieme al maestro di campo Azcueta, 10 capitani con le loro compagnie, che per via terra attaccarono la piazzaforte. Tra questi c’era anche il capitano Pedro de Hermua che si distinse, dopo aver osservato le fortificazioni, alla testa di un plotone di 50 “picas” con le quali attaccò e attraversò il fiume che fungeva da fossato. Grazie anche a questa azione, i nemici furono poi costretti alla resa, tra i prigionieri vi erano anche alcuni soldati olandesi, Hermua nello scontro rimase ferito ad una coscia da un tiro di moschetto. Dopo questo episodio Hermua tornò a governare i forti spagnoli dell’isola di Tidore. 54

Nell’assalto a Sabugo si distinse anche un altro capitano, Juan de Espinosa y Sayas. A Sayas vennero affidate tutte le truppe dotate di moschetti e 25 picche formate da capitani e alfieri riformati con i quali era giunto anche il governatore Azcueta, che dette ordine a Sayas di riconoscere ed attaccare un “fuerte dificultoso” che avevano trovato durante la marcia verso Sabugo. Sayas riuscì bene nel suo compito, gli spagnoli grazie alla sua azione riuscirono ad attraversare un fiume che si frapponeva tra loro e Sabugo, e combattendo avanzarono fino al forte degli olandesi, conquistandolo assieme al villaggio di Sabugo. 55 Anche Juan de Azevedo, partecipò alla conquista di Sabugo come capitano al comando di 40 “picas”. 56

Dopo la conquista di Sabugo, Azcueta nominò, il 9 aprile 1611, Juan de Espinosa y Zayas “cauo superior” della “fuerza de Sabugo y su districto”, il suo compito era quello di fortificare il villaggio e instaurare buoni rapporti con la popolazione locale che volesse sottomettersi agli spagnoli. 57 A guarnigione di Sabugo e per procedere speditamente al miglioramento delle sue fortificazioni vennero lasciate sotto i comandi di Juan de Espinosa y Zayas tre compagnie di fanteria spagnola e due compagnie di fanteria pampangas. Gli spagnoli oltre a rinforzare le fortificazioni esistenti, costruirono a Sabugo un nuovo forte situato alla “boca del rio”. 58

I RISULTATI DELLA SPEDIZIONE DI DE SILVA

Furono questi gli unici due successi della spedizione di D. Juan de Silva che aveva suscitato grandi speranze tra gli spagnoli presenti a Ternate.59 La spedizione che si era prefissata l’eliminazione della presenza olandese nelle isole delle spezie, si concluse in un colossale fiasco che costò alle magre casse dello stato oltre 200.000 pesos.60

Dal punto di vista pratico comunque la conquista delle due piazzeforti fu di grande importanza, perché il possesso di Sabugo e Jilolo assicurava agli spagnoli un importante fonte di cibo per le guarnigioni e al tempo stesso privava gli olandesi di tale fonte di cibo.

Senza dubbio il mancato arrivo dei 7 galeoni promessi dal viceré fu la principale causa del fallimento a cui andò incontro la spedizione di de Silva. Molto probabilmente de Silva cominciò l’avventura sfiduciato per la defezione dei galeoni portoghesi. Un altro motivo fu il fatto che il governatore si fidò troppo delle promesse (“que nunca complio lo que prometio”61) del sultano di Ternate di portare con il suo arrivo dalla parte spagnola la grande maggioranza della popolazione locale, sembra infatti che il sultano abbia fatto il doppio gioco e invece di favorire un accordo abbia tergiversato. Un altra causa fu la scarsa propensione alla rapida azione mostrata da de Silva al momento cruciale dell’arrivo, quando ancora gli olandesi di Malayo non erano preparati per un assedio. Il tutto sembra essere stato aggravato dalle cattive condizioni di salute del governatore. 62 Tutte queste cause portarono al fallimento dell’intera spedizione.

La spedizione di Juan de Silva ebbe una durata di soli 4 mesi. Juan de Silva probabilmente era giunto a Ternate nel febbraio 1611 63 e ripartì nel maggio 1611. 64

LA FLOTTA OLANDESE DI PIETER BOTH

Poco mesi dopo la partenza del governatore per Manila, alla fine di settembre 1611, una flotta di navi olandesi65 arrivò nelle acque delle Molucche, essa era la flotta di Pieter Both. Queste imbarcazioni si diressero nell’isola di Halmahera dove tentarono di portare dalla loro parte gli abitanti di Jailolo (Tirolo) e Sabugo. La popolazione di Jailolo (Geillollo) rimase fedele agli spagnoli, ma quella di Sabugo si accordò con gli olandesi e si ribellò, ma nonostante ciò, gli spagnoli non abbandonarono il “posto e forte de Sabugo”.66 Sabugo, era importante perchè vi si produceva il sago, “que es el pan de aquella tierra”67, alimento molto importante per il sostentamento delle guarnigioni di Tidore e Ternate e della popolazione locale.

Gli olandesi di questa flotta con l’aiuto dei ternatesi, assediarono il forte spagnolo di Jailolo, che era comandato da Fernando Centeno Maldonado, ma il pronto intervento dei soccorsi spagnoli, una galera alcune “caracoas”, guidati da Fernando de Ayala con la sua compagnia e quella di Pedro Çapata (Zapata), riuscì, dopo un duro scontro contro delle “caracoas” nemiche, a sbaragliare gli olandesi e a portare i riforzi e le munizioni nel forte.

Le truppe spagnole si portarono poi al forte di Sabugo, che era comandato da don Juan de Espinosa y Sayas, e che era anch’esso sotto stretto assedio da parte di una flotta composta da due navi olandesi e molte “caracoas” ternatesi. Qui a causa dello stretto assedio gli spagnoli, con le loro imbarcazioni, non poterono portare aiuto alla guarnigione assediata, allora il comandante della spedizione Fernando de Ayala fece sbarcare a Jailolo le truppe e per via terra raggiunsero Sabugo dove riuscirono a portare il soccorso di uomini e munizioni, queste due azioni costrinsero gli olandesi a togliere l’assedio ai due forti. La popolazione di Sabugo in seguito si sottomise nuovamente agli spagnoli. 68

Nel settembre del 1611, gli olandesi catturarono l’unica galera che gli spagnoli avevano a Ternate, questa perdita fu un grave colpo per gli spagnoli. 69 Probabilmente la galera venne persa durante gli scontri avvenuti a Jilolo o a Sabugo nei mesi di settembre o ottobre del 1611, infatti anche Geronimo de Silva indica che nell’aprile 1612 erano più di 6 mesi che gli olandesi avevano catturato la galera spagnola. 70

UNA FATTORIA PER IL COMMERCIO DELLE SPEZIE

Pedro de Baeza, nel novembre 1611, venne nominato dal re, fattore di Ternate egli aveva il compito di sviluppare la produzione dei chiodi di garofano e di amministrare le proprietà reali di Ternate. Secondo il Re, il fine principale di questa fattoria era quello di rendere indipendenti dal punto di vista finanziario le Filippine e le Molucche, evitando con questo rimesse di denaro dalla Nuova Spagna per rimettere in sesto i bilanci delle isole.71

LA RIVALITÀ TRA SPAGNA E PORTOGALLO

Negli anni 1610-1611 vi furono in Spagna diverse discussioni su chi tra le due corone di Portogallo e Spagna dovesse avere diritti sulle isole Molucche. I portoghesi chiedevano la restituzione delle isole in virtù del passato dominio che vi avevano esercitato, mentre gli spagnoli sostenevano che era meglio lasciarle sotto controllo spagnolo perché era più semplice inviare truppe e rifornimenti dalle Filippine che da Malacca e Goa. Le isole rimasero comunque sotto controllo spagnolo. Per quello che riguardava invece il commercio dei chiodi di garofano, il Consiglio delle Indie, espresse il parere che dovesse essere gestito dai portoghesi, perché era più conveniente economicamente vendere i chiodi di garofano nelle Indie del Portogallo, a condurre però la contrattazione dei chiodi dovevano essere ufficiali reali spagnoli. 72

Note su Cristóbal de Azcueta Menchaca:

Azcueta servì nelle isole Filippine e nelle Molucche per 36 anni, dal 1575 fino al 1612 anno della sua morte avvenuta durante un naufragio tra Manila e Macao, quando era in viaggio per l’India dove doveva trattare con il vicerè la preparazione di una spedizione congiunta contro gli olandesi.

Durante i suoi servigi nelle Filippine venne nominato alfiere, alcaide, capitano di galera, capitano di navi, ammiraglio di armata, capitano di fanteria, regidor della città di Manila, sergente maggiore, partecipò poi alla grande spedizione del 1606 che portò alla conquista di Ternate con il grado di sergente maggiore e ammiraglio dell’armata delle Molucche.

Egli era pratico delle cose di Ternate per esserci già stato per due volte prima di questa spedizione. Durante l’attacco alla fortezza fu tra i primi che sbarcarono, fu suo il merito anche dei rapidi movimenti a terra delle truppe spagnole, che in meno di un ora dallo sbarco si portarono in vista delle muraglie nemiche. Aiutò le truppe di avanguardia a prendere possesso di un eminenza che si trovava di fronte al baluardo di Cachiltulo, e fu tra coloro che attaccarono e conquistarono lo stesso baluardo. Nel 1610 venne nominato governatore di Ternate dove rimase fino al 1612. 73

Nella relazione dei meriti di Diego de Azcueta y Menchaca, figlio di Cristóbal de Azcueta Menchaca, viene indicato che il padre fu nominato generale delle galee di Ternate e per una seconda volta maestro di campo della “gente de guerra della”. 74

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (AGI “Meritos: Diego de Azcueta y Menchaca, 1632” Indiferente, 111, N.134)

2 Vedi: (“Informaciones: Jerónimo Enriquez Sotelo. Informaciones de oficio y parte: Jerónimo Enriquez Sotelo, general. Información con parecer. [f] 1640” Filipinas,61,N.20 blocco 1 fogli 97-98)

3 (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25)

4 (Doc. Mal. III p. 180 Doc. n°48A, nota 2) (Perez “Malucas y Celebes” pp. 689-690) (AGI “Meritos: Diego de Azcueta y Menchaca, 1632” Indiferente, 111, N.134) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50) (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

5 (Doc. Mal. III p. 175 Doc. n°48, nota 3)

6 (AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47) (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

7 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41)

8 (AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

9 (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38). (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

10 Vedi “Extract from the Relation of events in the Filipinas during the years 1609 and 1610, by father Gregorio Lopez, 1 luglio 1610” In Blair vol. 17 p. 140) (Secondo Fr. Gregorio de S. Esteban la cifra del riscatto era di solo 5.000 pesos. (Perez “Malucas y Celebes” p. 690 nota 1))

11 (de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II p. 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610”)

12 (Più probabile il 13 ? Vedi van Veen-Klijn “A guide to the sources…” p. 117)

13 Secondo Fr. Gregorio de S. Esteban egli era il capitano “de las fuerzas” di Tidore. (Perez “Malucas y Celebes” p. 690 nota 1)

14 Il patacco di Caerden si chiamava “Buena Esperanza” cioè “Goede Hoop”. (Perez “Malucas y Celebes” p. 690 nota 1) (AGI “Trasunto de la relación de los papeles que se hallaron en el navio que se tomó al el enemigo…” In: “Cartas del Virrey Luis de Velasco (el hijo) 1607-1611” Mexico 28, N2

15 (AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28) (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38)

16 (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38) (Vedi: “Lettera di Don Juan de Silva a Felipe III, 9 settembre 1610” in Blair vol. 17 p. 145-149) (Perez “Malucas y Celebes” p. 690 nota 1)

17 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

18 (Doc. Mal. III pp. 212-213 Doc. n°59)

19 (Montero y Vidal p. 155)

20 (“Generale Missiven” vol. I pp. 8-15)

21 (Vedi van Veen “A guide to the sources…” p. 117)

22 “Confirmación de encomienda de Albay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Albay y Canaman en Camarines y Catanduanes, a Gregorio de Vidaña. Resuelto, [f] 1620-10-21” FILIPINAS,47,N.38 blocco 2 foglio 26

23 (Vedi: “Entrada de la seraphica religion de nuestro P. S. Francisco en las Islas Filipinas” pp. 45-46, manoscritto del 1649, pubblicato in: Rentana, W. E. “Archivo del bibliófilo filipino” Tomo 1) (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 306) (Pérez p. 684 nota 1 e pp. 691-692)

24 (“Early Franciscan missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 pp. 291-292 note 75 e 76) (Perez “Malucas y Celebes” pp. 692-694 e pp. 204-209) (Trinidade “Conquista espiritual do Oriente” vol. III pp. 484-486)

25 (Doc. Mal. III p.216 Doc. n°59) e (Doc. Mal. III p. 27*)

26 (Doc. Mal. III p. 192 Doc. 53) e (Doc. Mal. III p. 24*)

27 (Doc. Mal. III p. 217-218 Doc. n°59)

28 (Doc. Mal. III p. 224 Doc. n°59)

29 (Doc. Mal. III p. 219 Doc. n°59) Questa confraternita era già presente a Ternate all’epoca dei portoghesi (Doc. Mal. I p. 382 Doc. 116 nota 3)

30 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 569-571 nota n°1)

31 (Viaggio dell’ammiraglio Pieter W. Verhoeven, scritto nel 1610 p. 112)

32 (Gregorio de S. Esteban “Historia de las Malucas” p. 50 brano riportato in: Perez “Malucas y Celebes” p. 214)

33 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo, 1625” Indiferente,111,N.56)

34 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 301 nota n°1) (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38)

35 Per tutto lo svolgimento delle trattative con Vasconcellos vedi le testimonianze riportate in: (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 297-309 nota n°1) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clviii-clxiii AGI 67-6-29) (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38)

36 (AGI: “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38)

37 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 299 nota n°1)

Erano invece 6 navi, 3 triremi, “celoces fere decem” e molti sampam su tali navi erano imbarcati circa 2.000 soldati spagnoli e filippini, secondo (Doc. Mal. III p. 194 Doc. n°54).

Secondo il padre Francisco Colin la spedizione comprendeva 6 navi, 2 galere, 8 fregate e molte altre piccole imbarcazioni a bordo delle quali erano oltre 2000 spagnoli e indios, con essi era oltre ad altri religiosi anche il gesuita padre Angelo Harmano (Armano), nativo di Lucca in Toscana. (Colin “Labor Evangelica” vol III pp. 262-263, 277-278)

38 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50)

39 I favorevoli alla spedizione furono solo tre o quattro “corregidores” tutti gli altri consigliarono al governatore, vista la fiacchezza dell’armata, di non esporsi direttamente, ma di inviare ad Azcueta soldati e munizioni in gran numero di modo che in caso di fallimento gli spagnoli non perdessero la reputazione presso gli indigeni. (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 263 nota n°1)

40 Questo anche secondo il parere di Cristobal de Sequeira: “…entiende este testigo por cierto que si no fuera por la promessa que el rrey de Terrenate hizo a Su Señoria no fuera a el Maluco…” (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 301 nota n°1) Anche Juan Ronquillo da lo stesso parere (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 302 nota n°1)

41 (Doc. Mal. III p. 197 Doc. n°55)

42 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57).

43 I soldati inviati da Makian erano capitanati dallo stesso comandante della fortezza “Jacome” di Makian il capitano “Escoto”.

44 Addirittura nella sua dichiarazione, l’ammiraglio Rodrigo de Guillestigui, rincara la dose dicendo che la partenza delle navi fu così precipitosa che non finirono neanche di scaricare la merce e il cibo che portavano per le guarnigioni delle Molucche. (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 263 nota n°1; AGI Filipinas: 67-6-20)

45 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18, foglio C36 (anche foglio A 32)(AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47) (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25) (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

46 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18, foglio C36 (anche foglio A 32)

47 (AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47)

48 (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25)

49 (AGI: “Meritos Pedro de Heredia, 22-09-1628” Indiferente,111,N.78)

50 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 263 nota n°1)

51 (Montero y Vidal p. 159)

52 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)

53 (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

54 (AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

55 (AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

56 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo, 1625” Indiferente,111,N.56)

57 (“Carta di Azcueta, Sabugo, 9 aprile 1611” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

58 (“Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

59 (Doc. Mal. III p. 197-198 Doc. n°55)

60 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 262-263 nota n°1)

61 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 299-300 nota n°1 “Traslado de una informacion hecha por orden del Gobernador de Filipinas Don Juan de Silva…, 26-07-1611” AGI 67-6-29)

62 (“Informaciones Juan de Silva, 1613” AGI:Filipinas,60,N.16”)

63 (C’è un ordine firmato da lui datato Terrenate, 17 febbraio 1611“Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 1623-11-22” FILIPINAS,47,N.65 blocco 2 foglio 11)

64 (“Informaciones Juan de Silva, 1613” AGI:Filipinas,60,N.16”)

65 (5 navi secondo G. de Silva (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 7))

66 (Doc. Mal. III p. 213 Doc. n°59)

67 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 264 nota n°1; AGI Filipinas: 67-6-37)

68 (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25) (“Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

69 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 2 maggio 1612” In: Correspondencia pp. 17-18) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) p. clxix “Lettera di Geronimo de Silva a Don Juan Ruiz Contreras, Terrenate 8-04-1612” AGI 1-2-1/14, r. 31)

70 (AGI: “Carta de Jerónimo de Silva a Juan Ruiz de Contreras. Terrenate, 8-04-1612” Patronato,47,R.35)

71 (AGI “Real Provisión a Pedro de Baeza, dándole título de factor de Terrenate, 12-11-1611” INDIFERENTE,449,L.A2,F.204v-206) (AGI “Orden de dar instrucciones al factor de Terrenate. Real Cédula a Juan de Silva, gobernador de Filipinas, avisándole de que se ha nombrado a Pedro de Baeza como factor de la real Hacienda de Terrenate y encargándole que le dé las instrucciones convenientes para el ejercicio de su cargo, 05-11-1611” Filipinas, S,329,L.2,F.128r-128v) (Lettera del Re Felipe III a de Silva, 12 novembre 1611; in Blair vol. 17 p. 176) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 309 nota n°1)

72 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. Cxvi-cxxxii)

73 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 319-320 nota n°1) (AGI “Meritos: Diego de Azcueta y Menchaca, 1632” Indiferente, 111, N.134) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxxv-clxxvii)

74 (AGI “Meritos: Diego de Azcueta y Menchaca, 1632” Indiferente, 111, N.134)

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Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 6 – Il governo di D. Jerónimo de Silva a Ternate, 1612-1617

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO SESTO: IL GOVERNO DI D. JERÓNIMO DE SILVA, Marzo 1612-Aprile 1617

L’ARRIVO DI D. JERÓNIMO DE SILVA A TERNATE

Nei primi mesi del 1612 arrivarono a Ternate diverse navi a rinforzo dei presidi spagnoli nelle Molucche. Queste imbarcazioni facevano parte della flotta del nuovo governatore delle Molucche, D. Jerónimo de Silva. Da Silva giunse a Manila nel mese di giugno 1611 con l’incarico di governatore delle Molucche.

Avanguardia di questa flotta furono il “patache” S. Buenaventura e la nave Santa Ana (almiranta) con a bordo il capitano Rodrigo de Guillestigui e i francescani Fr. Gregorio de S. Esteban e Fr. Juan Montero. Le due navi salparono dalle Filippine e nel porto di Otong si unirono alla spedizione 2 fregate e tre grandi giunchi (champanes), la spedizione sostò poi nel porto della “caldera” nell’isola di Mindanao e per circa due giorni nell’isola di Siao.

Qui la nave “almiranta” perse contatto con il resto della flotta e da sola riuscì a raggiungere Tidore, nonostante la presenza di alcune navi olandesi. La nave riuscì a raggiungere in salvo il porto, grazie anche all’aiuto di 5 o 6 “caracolas” del re di Tidore e del castellano di Tidore, Jerónimo (Gregorio) de Vidaña. Quasi sicuramente è il salvataggio di questa imbarcazione, chiamata “Santana” (=Sant Ana) quello che viene attribuito a Esteban de Alcazar assieme al Principe di Tidore. 1

Altre tre imbarcazioni della flotta arrivarono pochi giorni dopo, ma una delle tre venne affondata per paura che gli olandesi se ne impadronissero. Gli olandesi comunque catturarono i marinai di quest’imbarcazione e anche due dei “champanes” provenienti da Cebu. 2

Gli olandesi continuavano ad avere il controllo quasi completo del mare, e gli spagnoli gridarono al miracolo quando arrivò sana e salva a Tidore la nave “almiranta” spagnola carica di “mantimentos” e denaro per la paga dei soldati.3 Anche Juan Gutierrez Paramo prese parte a questo socorro in qualità di capitano di fanteria delle truppe del soccorso. 4

Il patacco su cui si era imbarcato D. Jerónimo de Silva, nuovo governatore, salpò da Manila pochi giorni dopo la partenza della nave almiranta. De Silva era a bordo della nave “capitana” su cui erano anche altri due frati francescani (uno di loro era il commissario provinciale e confessore personale di Jeronimo de Silva, il padre Pedro de los Combos). Il tragitto fino al porto della Caldera venne percorso in soli nove giorni, qui la spedizione sostò per tre giorni. Il successivo tragitto, a causa della calma di vento, venne invece coperto in 19 giorni, e all’alba del 17 marzo 1612 (cioè 4 giorni dopo l’arrivo della nave “almiranta”), la nave arrivò in vista di Ternate.

Qui però cominciarono i problemi per il governatore, erano infatti presenti all’imboccatura del porto tre navi olandesi. Il governatore per paura delle navi olandesi, tentò di effettuare lo sbarco con la scialuppa di salvataggio assieme ai due religiosi francescani, a dei rematori (“seis hombres que remasen”) e con i soldi (sembra 13.000 o 16.000 pesos) per le guarnigioni, ma il tentativo non ebbe inizialmente successo, infatti le correnti spinsero la piccola imbarcazione lontano dalla costa di Ternate, in direzione dell’isola di Makian.

Solo nella serata (alle 21) del giorno dopo, 18 marzo 1612, e dopo aver corso gravi rischi, il governatore, riuscì a mettere piede nell’isola di Ternate, egli sbarcò vicino al forte di Nuestra de Señora.5 Secondo la testimonianza del capitano Gregorio de Vidaña, la piccola imbarcazione su cui si era rifugiato de Silva riuscì a raggiungere Ternate grazie al pronto invio, da parte di Azcueta, di una galeotta. Nonostante questo aiuto, il nuovo governatore raggiunse Ternate 20 ore dopo l’arrivo della sua nave “capitana”.6

Il 18 di marzo arrivarono anche il “patache” S. Buenaventura e la fregata su cui era imbarcato Juan Mexia. Queste navi vennero ancorate fuori dal porto a causa della poca profondità del porto stesso.

UNA BATTAGLIA NAVALE

Il 19 di marzo, gli olandesi, comandati dal capitano “Escoto”, con una galera (che era quella catturata precedentemente, nel settembre 1611, agli spagnoli) e 5 lance, tentarono di catturare la fregata nel porto di Ternate, essi però commisero un grave errore, infatti si avvicinarono troppo ai baluardi della città spagnola e vennero investiti dal fuoco dell’artiglieria spagnola. Il primo danno venne fatto dall’artiglieria posizionata nel forte San Lorenzo, poi fu la volta di quella del forte San Felipe ed infine quella del forte Nuestra Señora7.

Nel tentativo di allontanarsi dai colpi dell’artiglieria, la galera olandese si avvicinò alla fregata spagnola ancorata fuori dal porto. Questo permise ai soldati spagnoli che difendevano la fregata di assaltare la galera, aiutati anche da alcuni soldati che si erano imbarcati sulle scialuppe riuscirono a catturare la galera olandese. Lo scontro terminò dopo più di due ore con un importante vittoria spagnola, le perdite fra gli olandesi furono gravi, molti i morti (più di cinquanta) e 43 i prigionieri, tra gli spagnoli ci furono 5 morti e alcuni feriti.

Questa vittoria, nella quale ebbe un ruolo importante anche il sergente maggiore Esteban de Alcazar, servì a rialzare il prestigio spagnolo nelle isole, il re di Tidore e suo figlio fecero visita al nuovo governatore nel castello di Ternate per congratularsi per la vittoria. La galera catturata agli olandesi però si rivelò inservibile a causa dei danni che aveva subito. 8

GLI OLANDESI MANTENGONO IL CONTROLLO NAVALE

L’arrivo del nuovo governatore e delle altre imbarcazioni, oltre alla vittoria e alla cattura della galera, portò un po’ di sollievo nella popolazione spagnola della città e nei vari presidi, infatti da circa sei mesi, da quando cioè la galera spagnola era stata catturata dagli olandesi, gli olandesi e i ternatesi avevano instaurato una specie di blocco navale alla città del Rosario impedendo l’arrivo di merci e rifornimento dalle altre isole.

La gioia per la vittoria durò poco, infatti il giorno dopo gli olandesi affondarono la fregata San Nicolas che trasportava riso per le guarnigioni, con essa vennero catturati 50 spagnoli e il comandante della nave Juan García. 9

A quanto ci riferisce lo stesso nuovo governatore, al suo arrivo, gli olandesi avevano a Ternate 9 “naos grandes de armada” oltre a molte piccole imbarcazioni dei locali, grazie a questa superorità navale gli olandesi riuscirono a catturare più della metà dei soccorsi che giunsero con Gerónimo de Silva dalle Filippine, questo venne attribuito dal nuovo governatore anche al fatto che le navi spagnole giunsero a Ternate in modo sparso e disarmate, confidenti nella pace stipulata in Europa. 10

Per quanto riguarda i religiosi. Nell’aprile 1612 sono presenti nella residenza dei gesuiti di Ternate tre padri e un fratello. 11 Mentre il frate francescano Xpoval (Cristóbal) de la Copcecion (de la Concepción) si trovava a Tidore nel 1612.12

GLI INDIGENI CRISTIANI I “MERDICAS”

Come ci riferisce il governatore Gerónimo de Silva, tutti gli indigeni dell’isola di Ternate sono alleati degli olandesi, gli spagnoli hanno con se pochi indigeni cristiani, chiamati “merdicas” o gente libera, che si sono rifugiati a Ternate provenienti principalmente dalle isole vicine, fuggiti assieme agli spagnoli di mano a mano che gli olandesi occupavano le loro isole. Di questi indigeni de Silva mette in risalto l’elevata prolificità: “mas estos serán poderosos, si hay paces, á poblar estos dos lugares, porque multiplican mucho.” 13

Gregorio de Vidaña ci informa della mala condotta del governatore anche nei riguardi della popolazione indigena cristiana, fedele agli spagnoli, essi vennero notevolmente penalizzati dalla decisione di de Silva di impedire loro la vendita degli schiavi catturati al nemico, questa decisione è penalizzante anche nei confronti degli spagnoli perché è causa di una notevole diminuzione del numero dei raid (solitamente 2 o 3 alla settimana) fatti dai “merdicas” contro la fortezza olandese a caccia di schiavi, inoltre questi raid oltre a danneggiare economicamente gli olandesi permettevano agli spagnoli di conoscere attraverso le testimonianze dei prigionieri la situazione nella fortezza nemica.14

La parte di Ternate in mano spagnola è praticamente improduttiva, solo dei piccoli orti nelle vicinanze della città vengono mantenuti per il proprio sostentamento da alcune famiglie di indigeni.

LA PRODUZIONE DEL CHIODO DI GAROFANO E GLI SPAGNOLI

La produzione di chiodo di garofano è nulla (“…porque de esta isla no se coge hasta agora ninguno”), solo dall’isola di Tidore gli spagnoli ottengono una certa quantità (“…y Tidore da un año con otro cuatrocientos bases” cioè 2400 quintali) di chiodi di garofano, a fronte di una produzione totale nelle isole Molucche, stimata da de Silva a 9000 quintali “mil y quinientos bases de clavo que son nueve mil quintales”.

Altra pecca del governo spagnolo è secondo de Silva la commercializzazione dei chiodi di garofano. Questa quantità seppur minima, potrebbe, se commerciata, come fanno gli olandesi, tramite una fattoria controllata dal Re, rendere 30.000 ducati se commerciata in India, mentre ancora di più se commerciata direttamente in Europa, mentre con il sistema in atto controllato spesso da privati, alla corona spagnola non giungeva nessuna rendita. Se gli spagnoli potessero avere interamente nelle loro mani la produzione di chiodi di garofano di queste isole che è di circa 1500 “bases de clavo” cioè novemila quintali all’anno, essi potrebbero ricavare se venduti direttamente sul mercato europeo 150.000 ducati all’anno. 15

Per l’approvvigionamento dei viveri gli spagnoli di Ternate dipendono molto dagli aiuti che sporadicamente giungono dalle Filippine, qualcosa inoltre giunge anche dalle isole vicine come Tidore (“Tidore….el sustento de las viandas de pescado y gallinas, y otras vituallas que de allá se traen”), Halmahera (“Sabugo….Es rio e lugar de mucha sagú, bastimento que sirve de pan á los naturales y extranjeros y al enemigo, y á V.M. muy importante para el sustento de la gente que tiene estas islas….”) e Celebes.16

Nel maggio 1612, gli spagnoli catturarono la nave olandese “Gouda”, in questo scontro, al quale prese parte anche Estaban de Alcazar, Juan de la Umbria rimase ferito da un tiro di archibugio al ginocchio destro.17 Probabilmente si riferisce a quest’episodio anche se nel documento viene riportato l’anno 1613: Nel 1613 Juan de Azevedo, guerreggiò, come capo della galera “patrona” con un imbarcazione olandese riuscendo a catturarla.18

Sembra che l’ammiraglio olandese van Caerden sia partito da Ternate per Manila il 24 maggio 1612. Gli olandesi tentarono di trattare con gli spagnoli lo scambio di alcuni prigionieri, in mano olandese ci sono 25 spagnoli, 5 o 6 portoghesi, 20 filippini e molti cinesi cristiani. Gli olandesi si lamentavano del fatto che tra le proprie truppe ci sono molti soldati cattolici che si rifiutano di combattere contro gli spagnoli. Alcuni rapporti olandesi inoltre descrivono segnali di scontentezza da parte dei tidoresi nei confronti degli spagnoli. 19

Nel 1612, Fernando de Ayala venne inviato a Manila per informare il governatore don Juan de Silva dello stato dei presidi delle Molucche. Poco dopo guidò con successo, i nuovi soccorsi per Ternate portando alle guarnigioni munizioni e nuovi soldati.20 Il governatore Geronimo de Silva nominò, probabilmente nel 1612 (comunque dopo il marzo 1612 data dell’arrivo di Geronimo de Silva e prima della data di questa lettera, 1 maggio 1613) Juan de Espinosa y Zayas, capo dei presidi di Tidore, Payaje, Marieco, e del forte dei portoghesi.21 Nel luglio 1612 l’alfiere Juan Centeno era capo del presidio di Maxico el Grande.22

LA SITUAZIONE ALLE MOLUCCHE NEL 1613

All’inizio del 1613, la situazione delle forze in campo alle Molucche è la seguente: Gli spagnoli nell’isola di Ternate sono in possesso della città di Gammalamma o Ciudad de Nuestra Señora del Rosario come viene da loro chiamata. Questa è la principale base spagnola nelle isole, la città è circondata da mura di pietra e da baluardi, guardati da una guarnigione di 200 soldati spagnoli e 90 pampangos, e con 33 cannoni di ferro. Nella città spagnola risiedono 30 famiglie portoghesi, 60 o 80 famiglie di commercianti cinesi e 50 o 60 famiglie di cristiani locali.

Sempre a Ternate gli spagnoli hanno un altro forte chiamato San Pedro y Pablo, esso è situato ad una lega dalla città spagnola di Ternate su una collina sulla via che porta al forte olandese di Malayo, la sua posizione controlla il passaggio delle imbarcazioni tra Ternate e Tidore. L’artiglieria di questo forte è composta da sei cannoni, mentre la guarnigione comprende 27 spagnoli, 20 pampangos e pochi altri filippini.

Sull’isola di Tidore, che è interamente in loro possesso, gli spagnoli hanno tre fortezze, la più importante è la fortezza di Taroula, essa è situata su di una collina nella grande città dove risiede il re di Tidore. Questo forte ha una dotazione di 10 grandi cannoni di ferro, e una guarnigione composta da 50 soldati spagnoli e 8 o 10 pampangos. Il secondo forte in mano spagnola è il vecchio castello dei portoghesi che è armato con 2 cannoni e ha una guarnigione di 13 spagnoli e diversi indigeni. Il terzo forte è chiamato Marieco, si trova difronte alla città di Gammalamma, anch’esso è armato con due cannoni e ha 14 spagnoli e alcuni pampangos come guarnigione.

Nell’isola di Gilolo (Halmahera), gli spagnoli hanno forti a Sabougo, a Gilolo e a Aquilamo. In tutti questi forti gli spagnoli hanno piccole guarnigioni. Nell’isola di Moro23 ci sono presidi spagnoli nei forti di Jolo (forse Tolo ?), Isiau e Joffougho.

Questa la situazione dei presidi spagnoli, adesso vediamo i forti olandesi: Nell’ isola di Ternate essi sono in possesso di tre forti, il più importante è il forte chiamato Malayo o Orange, dove vive il re di Ternate; a mezza lega a nord di Malayo, su di una collinetta c’è il forte di Toluco o Hollandia; infine il terzo forte chiamato Tacomma o Willemstad, si trova nella parte nord occidentale dell’isola e fu costruito dall’ammiraglio Simon Jansz Hoen. Altri due (de Silva ci indica più plausibilmente in tre i luoghi fortificati dagli olandesi, un quarto essendo “tan fuerte de suyo” non ha bisogno di avere difese e guarnigione) forti olandesi si trovano nell’isola di Maquian: Taffalo e Tabillola. Quest’isola è la più popolosa e la più ricca di chiodi di garofano di tutte le Molucche ed è controllata interamente dagli olandesi. Per finire nell’isola di Bachian gli olandesi hanno il forte di Gammedource. Nell’isola di Motiel, che è in gran parte spopolata essendo gli abitanti fuggiti a Tidore, gli olandesi mantengono un forte. 24

Con la Real Cedula dell’8 gennaio 1613, il Re comunicò a Don Juan de Silva l’intenzione di inviare per la via del Capo di Buona Speranza un soccorso per le Molucche composto da 6 caravelle con 400 soldati portoghesi divisi in tre compagnie, al comando della spedizione come capitano generale era Ruy Gonzalez de Sequeyra. L’idea del Re era quella di inviarle entro il febbraio dello stesso anno di modo da far si che arrivassero a Manila tra la fine di luglio e gli inizi di agosto 1613.25

Il primo gennaio 1613, una piccola spedizione spagnola, composta da una galeotta e 2 praos, attaccò il forte olandese di Tacome, nella breve scaramuccia morirono 4 nemici e 5 vennero fatti prigionieri.26

Su ordine di Geronimo de Silva, Esteban de Alcazar, venne inviato (probabilmente nel 1613, perché viene fatto un accenno a 14 navi olandesi e a 70 caracoras ternatesi che attaccarono Tidore, ma grazie ai suoi consigli gli olandesi non riuscirono a far danni) a Tidore per predisporre le difese dell’isola contro gli olandesi e per consigliare il re e il principe.27 Infatti Juan de Azevedo, forse nel 1613, venne nominato capo delle fortezze spagnole di Tidore e di altri due presidi, durante questo incarico soccorse un imbarcazione spagnola, carica di generi alimentari, che era stata attaccata dai nemici, riuscendo a salvarla.28

L’ATTACCO OLANDESE A MARIECO

Alla fine del gennaio 1613, una nuova flotta olandese arrivò nelle acque delle Molucche, essa era composta da 5 imbarcazioni ed era comandata da Adriaan Blocq Martensz. Una delle navi di questa flotta, nel suo tragitto, visitò anche l’isola di Makian.

Cinque navi olandesi con a bordo più di 800 uomini tra europei ed indigeni, attaccarono un piccolo posto fortificato, chiamato Marieco, nell’isola di Tidore, che era difeso da solo 12 soldati spagnoli e da un alfiere. Secondo quanto riporta Gerónimo de Silva, l’attacco olandese a Marieco ebbe luogo il 9 febbraio 1613 “á el cuarto del alba” gli olandesi cannoneggiarono il fortino così intensamente “de suerte que despues de haberlo disparado mas de 160 balas” da spianare tutti i terrapieni e parte della muraglia, gli spagnoli combatterono fino alla morte e nella battaglia praticamente tutta la piccola guarnigione spagnola del forte venne uccisa, solo l’artigliere venne fatto prigioniero e portato nella fortezza di Malayo.

Gli olandesi, che secondo la testimonianza di Gerónimo de Silva, avevano attaccato il piccolo forte con oltre 500 soldati olandesi e molti ternatesi, persero nello scontro 6 soldati, un capitano di una nave e il tenente del forte di Malayo oltre a 12 feriti. In questo episodio le lettere di de Silva evidenziano la codardia degli indigeni, infatti essi fuggirono tutti e solamente uno di loro si battè fino alla morte, una lettera di de Silva ci riporta anche il nome di questo coraggioso: Rubaongue.29

Alcune fonti olandesi collocano questo attacco l’8 febbraio 1613. In questo giorno l’armata olandese di Pieter Both rinforzata dalle navi di Blocq, attaccò il piccolo forte spagnolo di Marisco (Marieko) nell’isola di Tidore, situato sul braccio di mare di fronte alla fortezza spagnola di Ternate. Il forte venne bombardato dagli olandesi con 5 navi, nell’attacco fu bruciato il villaggio e furono uccisi 12 spagnoli e 12 pampamgos, l’attacco durò tre ore.30 Dopo questa vittoria Both ricostruì il forte di Marieko e poi si diresse alle isole Banda.

Poco dopo la conquista olandese di Marieco, nell’aprile 1613 giunse nelle acque delle Molucche una nave inglese. La nave comandata da John Saris giunse in vista di Tidore e dal forte spagnolo, situato sul lato orientale dell’isola,31 spararono verso la nave inglese dei colpi di cannone. Poi gli spagnoli, su ordine del capitano di Tidore Don Fernando de Becerra, inviarono un imbarcazione con una bandiera di tregua. Nel colloquio tra spagnoli e inglesi gli spagnoli spiegarono il perché li avevano accolti a colpi di cannone, infatti spesso gli olandesi avevano mostrato vessilli britannici sulle loro navi per confondere gli spagnoli. Gli inglesi nella loro relazione fanno anche una descrizione del forte spagnolo, esso si trova sul lato est di Tidore, dove è un tratto di mare profondo vicino alla riva. Per la notte la nave inglese viene ancorata su consiglio di Francisco Gomez, pilota maggiore delle galere, ad una lega e mezza dal forte. Ma la mattina al risveglio gli inglesi si accorgono di essere sotto il tiro di una batteria di 8 cannoni.32 Decidono quindi di spostarsi una lega più a sud. Gli spagnoli commerciano con gli inglesi una certa quantità di chiodi di garofano. Gli inglesi citano anche il nuovo forte olandese di Marieco dove sono all’ancora due imbarcazioni olandesi appena arrivate.33

Gli inglesi nel loro rapporto raccontano di un imboscata fatta dal principe di Tidore al figlio del sultano di Ternate. Il figlio del sultano era stato inviato a Machian dagli olandesi per impedire agli abitanti dell’isole di commerciare i chiodi di garofano con la nave inglese. Ma sulla via del ritorno i ternatesi erano stati sorpresi dal principe di Tidore che con le sue truppe avevano sopraffatto i ternatesi uccidendone un centinaio incluso il figlio del sultano, Key Chilly Sadang, che era fratello della moglie del principe di Tidore. Assieme al principe di Ternate, furono uccisi anche uno dei suoi fratelli minori e il re di Gilolo.34 Dopo un paio di giorni di sosta a Tidore gli inglesi riprendono il largo per proseguire verso il Giappone. Nella relazione inglese si parla anche della produzione dei chiodi di garofano delle isole Molucche. Gli inglesi indicano in 1000 bahar la quantità di chiodi di garofano prodotta a Ternate, mentre l’isola di Machian ne produce 1090, Tidore 900, Bachian 300, Motir 600, Mare 50, Battachina (Halmahera) 35. In tutto nelle isole Molucche sono prodotti 3975 bahar di chiodi di garofano all’anno, pari a 1175 tonnellate. Inoltre ogni tre anni si verifica un annata molto più fruttuosa delle due precedenti, tale annata è chiamata il grande

monsone.35

Gli inglesi nella loro breve sosta notano comunque la distruzione che è stata provocata in queste isole dalle guerre civili tra i re di Ternate e Tidore. Le guerre civili hanno così devastato la popolazione di queste isole, che grandi quantità di chiodi di garofano restano abbandonate sulle piante senza essere raccolte per mancanza di persone che le raccolgono.36

La relazione inglese indica anche quali sono i forti in mano olandese nelle isole. Sull’isola di Ternate gli olandesi hanno un forte chiamato: Malayou, che possiede tre baluardi o bastioni, un altro forte olandese è chiamato Tolouco, ed ha due bastioni e una torre rotonda, un altro forte nell’isola di Ternate è quello di Tacome, con quattro bastioni. Sull’isola di Tidore gli olandesi hanno un forte chiamato Marieka, con quattro bastioni. Su Machian, a Tufasoa, il capoluogo di l’isola, c’è un forte con quattro grandi bastioni con sedici pezzi di cannone. L’isola è abitata da circa 1000 nativi. A Nofakia, un’altra città di Machian, gli olandesi hanno due forti o ridotte e un terzo forte in cima a alta collina con cinque o sei cannoni, che comanda la strada dall’altro lato. Allo stesso modo a Tabalola, un’altra città di Machian, hanno due forti con otto cannoni. I nativi di tutti questi luoghi sono sotto il loro comando. Gli abitanti di Nofakia non sono stimati buoni soldati, e si dice che di solito si schierano sempre a fianco del più forte. Ma gli abitanti di Tabalola, che precedentemente risiedevano a

Cayoa, sono considerati i migliori soldati delle Molucche. In queste stazioni fortificate di Machian, gli olandesi avevano 120 soldati europei, di cui ottanta erano a Tafasoa,

trenta a Nofakia e dieci a Tabalola. L’isola di Machian è il la più ricca di chiodi di garofano di tutte le isole Molucche. Quest’isola da sola, produce 1800 bahar durante il grande monsone. Gli olandesi hanno un grande forte nell’isola di Bachian e quattro ridotte nell’isola di Motir.37

UN NUOVO ATTACCO OLANDESE A TIDORE

Pieter Both tornò di nuovo nelle acque di Ternate nel luglio 1613, e con una flotta di 13 navi e al comando di 700-800 soldati, tra cui 50 mercenari giapponesi assunti da Hendick Brouwer. In accordo con i ternatesi, che contribuirono con una flotta di 40 “caracoas”e circa 2.000 uomini, fu deciso nuovamente di attaccare gli spagnoli a Tidore. Tomás Maldonado, uno spagnolo fuggito dal forte di Malayo, aveva avvertito de Silva dell’imminente attacco che gli olandesi volevano portare alla città di Tidore.

Il 7 luglio, alle 5 di pomeriggio, 13 navi olandesi salparono da Malayo dirette a Tidore, un’imbarcazione rimase a guardia del forte di Marieco el Grande. Le altre si portarono in vista della città grande del re. Il principale obbiettivo era adesso la grande città di Tahula, ma a causa della mancanza di un luogo idoneo dove poter ancorare la flotta, venne deciso di attaccare per prima cosa il vecchio forte portoghese, situato a circa ½ ora dalla città e di fronte al quale era situato l’ancoraggio più vicino alla città.

L’ATTACCO AL FORTE DEI PORTOGHESI

La sera dell’8 luglio38 1613, 12 navi olandesi attraccarono di fronte al vecchio forte portoghese, la guarnigione spagnola, che nella stessa giornata era stata rinforzata da 40 soldati, aprì il fuoco e bombardò incessantemente le imbarcazioni nemiche allo scopo di costringerle ad abbandonare l’ancoraggio ma gli olandesi tennero duro, il giorno dopo (9 luglio 1613) di prima mattina vennero sbarcate 8 compagnie di soldati che immediatamente assaltarono il forte, dopo 1 ora e ½ di continui assalti, le truppe olandesi riuscirono ad entrare nel forte, gli spagnoli combatterono accanitamente fino alla morte, nonostante questa fiera resistenza degli spagnoli il forte venne conquistato dagli olandesi, le perdite per gli spagnoli furono molto gravi, infatti rimasero uccisi, in questa battaglia, 63 (50 secondo le fonti spagnole) dei loro migliori soldati “me mató en el fuerte de los portuguéses la gente … que era de la mejor y mas briosa que abia en estas islas”39 di cui 46 spagnoli e i restanti mestiços e papangers. Dal lato olandese i morti furono 8 (Coen più precisamente parla di 9 olandesi, 2 giapponesi e 1 indiano) oltre a 12-14 feriti.

LE ACCUSE A DE SILVA

Come vedremo più avanti de Silva fu accusato da più parti per la sua condotta durante il suo governo a Ternate. A discolpa delle accuse a lui rivolte, de Silva ci parla del comportamento di Don Fernando de Becerra, che comandava le forze spagnole nell’isola di Tidore al momento dell’attacco degli olandesi al vecchio forte dei portoghesi. Egli era stato incaricato di rinforzare le difese del vecchio forte e di disturbare gli olandesi se tentavano di sbarcare, ma non rispettò gli ordini ricevuti, anzi disperse le proprie truppe e nel momento cruciale dello sbarco degli olandesi si ritirò nella fortezza a cambiarsi d’abito (“… á mudar una camisa…”) , di modo che le truppe nemiche non trovarono ostacoli durante lo sbarco e poterono assalire e occupare il forte, de Silva rincara poi la dose dicendo che è risaputo che Don Fernando non sapeva da che parte era sbarcato il nemico.)40

In un interessante lettera scritta dal re di Tidore il 9 luglio 1613,41 egli fa presente a Gerónimo de Silva tutta la sua preoccupazione per la situazione disperata delle truppe spagnole e tidoresi a Tidore a causa anche della scarsezza di cibo e rifornimenti, il re chiede l’immediato invio di altre truppe spagnole di rinforzo, egli giunge a prospettare anche l’abbandono dell’isola e il ritiro a Ternate “ó inviar aquí mas españoles, ó que nos vamos todos á Terrenate”. Il re si preoccupa anche del pericolo che gli olandesi effettuino un blocco navale mettendo navi nella zona di Socanora in modo da impedire l’arrivo dei soccorsi da Ternate. Il re è molto duro nei riguardi di Gerónimo de Silva che viene accusato di essere in parte responsabile della morte dei difensori del forte de los Portuguéses perchè non aveva permesso il suo smantellamento.

Da Silva, invece, difende i suoi ordini di mantenere e di fortificare il forte dei portoghesi. Purtroppo però tutti i suoi sforzi non sono bastati. Si lamenta anche dell’attitudine dei tidoresi che secondo lui non hanno fatto tutto quanto nelle loro possibilità per aiutare gli spagnoli.42

Secondo il capitano Gregorio de Vidaña, un importante causa che portò alla perdita del forte dei portoghesi, fu il fatto di non aver avuto, ne nel forte ne nella città di Tidore (“lugar grande del Rey di Tidore”) un capitano di provata esperienza, come invece sempre era stata usanza nel passato. Infatti per meglio curare i propri interessi, de Silva aveva messo a capo delle difese della città l’alfiere don Fernando de Becerra, uomo inesperto e utile solo per curare gli affari di de Silva. Tre dei più esperti capitani spagnoli presenti erano addirittura stati incarcerati da de Silva, per dissapori con il governatore, i tre erano Diego de Quiñones, Juan de Acebedo (Azevedo) e lo stesso Gregorio de Vidaña. 43 Il re chiede anche che de Silva ordini al capitano Don Juan (de Zayas, capitano di Tomanira) di ritirarsi con i suoi uomini nella città del re. Anche ai tidoresi “de los pueblos chicos” viene ordinato di ritirarsi nella città del re.

L’ATTACCO OLANDESE ALLA CITTÀ DI TIDORE

Sull’onda dell’entusiasmo per questa vittoria gli olandesi decisero quindi di attaccare anche il nuovo forte di Tahula, (situato su di una collina nella parte sud della capitale), ma qui gli olandesi ebbero dei problemi e non poterono sbarcare a causa delle forti correnti, che trascinarono le navi ancora più a sud di fronte al villaggio fortificato (“fuertecillo”) di Sokanora, situato a circa ½ miglio (o mezza lega) a sud della città, nel tentativo di aprirsi un varco verso la città, l’11 luglio 1613, Sokanora venne attaccato per due volte (tre volte secondo le fonti spagnole) dalle truppe olandesi e ternatesi, ma la resistenza degli spagnoli e l’imperizia delle truppe e dei comandanti olandesi fu tale che gli attaccanti dovettero ritirarsi con gravi perdite (15-16 olandesi e 25 ternatesi uccisi oltre a molti feriti).

Il 12 luglio (Geronimo de Silva nella sua “Correspondencia” parla del 13 luglio 1613) un altro attacco, questa volta direttamente contro la città venne tentato dalle truppe olandesi, vennero inviate 2 compagnie di soldati, ma le truppe olandesi ormai demoralizzate dalle due sconfitte subite a Socanora, fuggirono alla vista di un drappello di 36 (o 30) tidoresi lasciando sul campo 11 (altre fonti 10-13) olandesi morti, le perdite tra i tidoresi furono di solo 4 persone. A seguito di questa nuova sconfitta gli olandesi decisero di desistere nel loro intento e si ritirarono.44 Nelle settimane successive gli olandesi smantellarono e abbandonarono il vecchio forte dei portoghesi ci informa di questo una lettera di Geronimo de Silva del 17 novembre 1613.45

Molto probabilmente è da situarsi in questo periodo (tra il 1613 e il 1614 e probabilmente riguarda proprio l’episodio dell’assalto olandese a Sokanora) il miracolo di San Francesco Saverio descritto dal padre Colin nel suo libro “Labor Evangelica”. Testimone dell’evento miracoloso è un militare spagnolo, che era a capo di un piccolo fortino “furtecillo” con una guarnigione di 14 soldati spagnoli, venuto a conoscenza che gli olandesi e i ternatesi si stavano preparando ad attaccarlo ed essendo il fortino piccolo e indifendibile di fronte a così tanti nemici, decise assieme ai suoi soldati di andare incontro alle truppe nemiche all’aperto, rendendosi conto della situazione disperata in cui erano, il militare si mise nelle mani del Signore per tramite di San Francesco Saverio. Lo scontro ebbe inizio e nel momento più cruento della battaglia, alcuni soldati spagnoli si accorsero di un gesuita che dalle mura del piccolo forte stava scacciando gli olandesi, secondo il testimone era San Francesco Saverio, grazie a quest’intervento miracoloso, le truppe nemiche furono costrette alla fuga.46 Una lettera di Both, del 1 gennaio 1614, al consiglio della VOC in Olanda riporta l’invio di 5 pitture dei forti catturati con l’esclusione del forte portoghese di Tidore.47

GLI SPAGNOLI ABBANDONANO LE LORO FORTIFICAZIONI AD HALMAHERA

A questo punto, nel luglio 1613, il governatore spagnolo di Ternate, D. Jerónimo de Silva, prese la decisione di ritirare le guarnigioni spagnole dall’area di Moro (vennero smantellate le fortezze di Tolo e Sabugo), per concentrare tutte le proprie forze sulla difesa di Ternate e Tidore.48 L’effettivo abbandono di San Juan de Tolo viene portato a compimento nel mese di agosto del 1613.49

In una sua lettera de Silva indica la decisione di abbandonare Sabugo una decisione presa di comune accordo con i capitani e i religiosi. Fu deciso di smantellare Sabugo perché era quella che costava di più e che dava meno frutti e a causa della scarsità di tempo fu abbandonata tutta l’artiglieria.50

L’abbandono delle due fortezze di Sabugo (“dos fuerças que su magestad tenia en el Rio de Sabugo una en la boca del y otra arriba en el puerto”) e del presidio di San Juan de Tolo fu causa di grave danno per la reputazione degli spagnoli nelle isole. Con Sabugo venne perso un importante centro per l’approvvigionamento di viveri per le guarnigioni, inoltre a causa del precipitoso abbandono dei forti venne abbandonata tutta l’artiglieria, le munizioni e i viveri “… que se auian metido para un año”. Secondo Don Fernando de Becerra sarebbe stato possibile trasferire in poco tempo la gran parte dell’artiglieria e dei viveri alla vicina fortezza di Jailolo. Inoltre secondo l’opinione del capitano Gregorio de Vidaña, per poter controllare Sabugo e il suo vitale commercio poteva bastare aver mantenuto occupato il solo forte alla foce del fiume.

Per quanto riguarda l’importanza di San Juan de Tolo, c’è da dire che con questo presidio gli spagnoli controllavano tutta la provincia di Moro, che comprendeva la costa nord dell’isola di Halmahera e l’intera isola di Morotai, la zona, dove fin dall’epoca dei portoghesi avevano lavorato i missionari, era ricca di cristiani (Vidaña stima in 3000 il loro numero, mentre Francisco Ribera y Aragon ci dice che sono quasi 2000) e il loro abbandono fu un grave smacco per gli spagnoli, tanto più considerando il fatto che per presidiarla bastavano soltanto 20 soldati spagnoli. L’abbandono di un così gran numero di cristiani provocò scarsa fiducia negli altri indigeni nei confronti delle promesse degli spagnoli e certo non favorì altre conversioni. 51 All’abbandono di Tolo i gesuiti trasferirono con loro a Ternate 16 ragazzi, figli dei capi della zona, per istruirli alla fede cattolica, allo scopo gli alloggiarono nella loro casa dove aprirono un piccolo seminario.52

L’effettivo abbandono di San Juan de Tolo venne portato a compimento nel mese di agosto del 1613. L’alfiere Francisco Ribera y Aragón, che governò le forze di Tolo e Morotay per due volte e per un periodo totale di oltre tre anni, con una sua lettera scritta proprio da San Juan de Tolo il 1 agosto 1613 ci prova senza ombra di dubbio che fino a quella data Tolo era ancora occupata dagli spagnoli.53

I SOCCORSI DEL 1613 , 1614 E 1615

Il 7 ottobre 1613, partì dalle Filippine una spedizione di soccorso per le Molucche, essa era composta da 2 galere e da 5 fregate ed era comandata da Don Fernando de Ayala, era a capo di una delle 2 galere Pedro Tellez de Almazan (egli era stato nominato capo delle galee di Ternate.54 Alcuni vascelli e una galera fecero però naufragio a Calabite, sulla costa dell’isola di Mindoro, i naufraghi vennero tutti uccisi dagli indigeni. Nessuna delle imbarcazioni inviate con questa spedizione riuscì a raggiungere Ternate.55

A causa del mancato arrivo del socorro di ottobre, una nuova flotta venne inviata su finire di novembre 1613 da Manila a Ternate, essa giunse nel gennaio 1614. Al comando della flotta era il sergente maggiore Zapata. Tra le imbarcazioni che arrivarono a Ternate c’erano la galera Santa Margarita, un patacco e due piccole fregate. Con le navi del “soccoro” deve essere arrivato anche il frate Pedro de los Cobos.56

Il 1 gennaio 1614, a Pedro de Hermua viene ordinato di lasciare il comando del forte di San Pedro y San Pablo, a sostituirlo Geronimo de Silva inviò il sergente maggiore Juan Gutierrez Paramo. A Hermua viene ordinato di presentarsi presso de Silva per ricevere ordini lasciando la sua compagnia nel forte.57 Gli ordini a cui fa riferimento de Silva vengono svelati in un altra lettera inviata a Fernando Centeno Maldonado nella quale solleva Maldonado dall’incarico di capo di Jilolo e al suo posto viene nominato “cauo superior en la dha fuerza de Xilolo y Cufaza (Bufaza?)” Pedro de Hermua.58

Nel maggio 1614, un nuovo socorro viene inviato a Ternate, al suo comando in un primo momento era stato designato don Fernando Centeno, ma poi gli fu preferito il capitano don Pedro Tellez. Le imbarcazioni non giunsero a Ternate perché incontrarono a trenta leghe da Ternate, una flotta olandese e furono costrette a rifugiarsi nel porto della Caldera. Da questo porto una delle galere venne inviata a Manila, dove giunse nel luglio 1614, per far conoscere al governatore l’insuccesso della spedizione. Pedro Tellez inoltre informava de Silva che gli olandesi controllavano, con la loro flotta, ogni passaggio per Ternate rendendo impossibile il passaggio alle imbarcazioni spagnole, egli comunque avrebbe fatto l’impossibile per poter raggiungere Ternate. E sembra che riuscì a raggiungere Ternate.59 Il governatore delle Filippine Juan de Silva, dispera di poter inviare nuovi soccorsi prima della fine di settembre 1614.60

Il 19 agosto 1614, Juan Gutierrez Paramo viene inviato a Manila da Geronimo de Silva per far conoscere al governatore lo stato dei presidi delle Molucche.61 Il sergente maggiore Esteban de Alcazar62 dopo essere stato richiamato, nel 1614, da Ternate per dare conto al governatore della situazione in cui versavano le isole Molucche, venne incaricato di comandare la nuova spedizione di soccorso allestita sembre nello stesso anno, 1614, la nuova flotta era composta da 2 galere, 3 patacchi e 1 fregata (Nuestra Sseñora de los Rremedios)63 presero parte alla spedizione due navi, una “hurca”, una fregata e due galere64 erano “quatro nabios dos galeras” su cui erano imbarcate tre compagnie di fanteria spagnola.

La spedizione salpò nell’ottobre 1614 (secondo le istruzioni il giorno della partenza doveva essere il 4 di ottobre), raggiunse Cebu, dove il padre Colin ci narra di un curioso episodio: Qui mancando un cappellano per l’armata e avendolo chiesto al rettore del collegio che rispose negativamente, il comandante della spedizione Esteban de Alcazar, praticamente “rapì” il padre Pedro Martinez, che era salito a bordo di una galera per confessare i soldati, facendo improvvisamente salpare l’imbarcazione con il gesuita a bordo.65

Il viaggio si svolse senza incidenti, e nonostante il pericolo rappresentato dalle navi olandesi (si parla di 10 galeoni olandesi che davano la caccia al soccorso spagnolo), tutte le imbarcazioni giunsero salve a Ternate dopo solo 14 giorni di navigazione. Gli ordini erano di lasciare a Ternate le due galere e di rimandare immediatamente nelle Filippine le altre navi del soccorso. Il padre Martinez giunto a Ternate ebbe il piacere di confessare molti indios delle isole Bisayas di cui conosceva la lingua, egli fece ritorno a Cebu con le stesse imbarcazioni nel marzo 1615 dopo un viaggio di ritorno di 64 giorni, in tutto il suo viaggio durò 5 mesi.66 Il buon successo di questa spedizione fu importante per gli spagnoli anche in virtù del fatto che i precedenti “socorros” erano andati completamente persi o avevano raggiunto Ternate solo in minima parte.67

Ad indicare l’importanza che gli spagnoli davano a Tidore è anche il fatto che su preciso ordine di Juan de Silva anche il governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, negli ultimi mesi del 1614 si trasferì a Tidore, egli risiederà nell’isola, nella nuova fortezza costruita dagli spagnoli, per lunghi periodi negli anni 1615 e 1616.68 Nella “Correspondencia” di Geronimo de Silva, risultano scritte da Tidore le lettere datate: 5 maggio 1612, 12 dicembre 1614, 12 maggio 1615, 13 luglio 1615, 19 agosto 1615, 8 marzo 1616, 1 aprile 1616, 17 aprile 1616, 17 giugno 1616, 25 giugno 1616, 8 agosto 1616, 20 agosto 1616 e 12 marzo 1617.

Nel 1614 il vicerè dell’India portoghese rispose alle pressanti richieste di Juan de Silva per l’invio di un armata portoghese alle Molucche in aiuto delle truppe che il governatore delle Filippine stava preparando per combattere gli olandesi. Il vicerè fa presente che la richiesta di aiuto è giunta troppo tardi per poter inviare durante quest’anno l’armata di soccorso, ma promette che con il nuovo anno lo farà certamente.69

Il 15 febbraio 1615 giunsero a Ternate 8 “galeotas” portoghesi comandate da Gonçalo Rodrigues de Sousa (Ruy González de Sequeira??), il giorno in cui arrivarono queste galeotte Ternate era assediata da 11 navi olandesi, nonostante questo i portoghesi riuscirono ad arrivare sani e salvi nel porto di Ternate. L’arrivo delle galeotte portoghesi costrinse gli olandesi ad abbandonare l’assedio.70 De Silva ci dà informazioni diverse rispetto a questo soccorso, infatti ci dice che esse giunsero il 16 febbraio e non erano 8 bensì solo 4 “galeotas”.71 In un altra lettera indica invece la data del 17 febbraio. Le galeotte avevano a bordo 150 soldati di fanteria portoghesi.72

Nell’aprile 1615, su ordine di Geronimo de Silva, Maldonado fu a Jilolo, dove era capo Pedro de Hermua, a cui vennero impartiti gli ordini per cedere la sua compagnia a Maldonado e la licenza per andare a Manila. A Jilolo rimase come capo del presidio il capitano Francisco de Bera. A Hermua viene concessa licenza per andare a Manila. Quando Maldonado ritornò da Manila con la carica di sergente maggiore e con il comando di una compagnia di archibugeri, la compagnia era quella di Pedro de Hermua, per cui il governo di Hermua a Jilolo finisce all’incirca nell’aprile/maggio 1615.73 A conferma di questo è la lettera di Geronimo de Silva del 12 aprile 1615 lettera in cui Fernando Centeno Maldonado va a Jilolo per sostituire, come capo di Xilolo, Hermua con il capitano Francisco de Vera y Aragon. Hermua riceve l’ordine di imbarcarsi con tutta la sua compagnia.74

Il continuo stato di guerra con gli olandesi crea immensi problemi finanziari agli spagnoli, che spendono gran parte dei loro denari per mantenere le guarnigioni delle Molucche, inoltre la guerra impedisce agli spagnoli di ricevere benefici commerciali dai loro possedimenti di Ternate e Tidore, infatti la gran parte del commercio dei chiodi di garofano è in mano agli olandesi, che posseggono il controllo dei mari e hanno in loro possesso le isole dove crescono i migliori chiodi di garofano. Altro grave problema che si trovò ad affrontare Gerónimo de Silva fu quello della ribellione del Principe di Tidore, egli si innamorò perdutamente della moglie del deceduto sultano di Gilolo e figlia del sultano di Ternate.

LE FORZE IN CAMPO

Per avere un idea della disparità delle forze in campo. In un memoriale datato 1640, vengono elencati i forti in possesso degli olandesi nell’anno 1616: Malayo, Toloco, Tacubo, Malaca, Tacome, Marieco, Motir, Nofagia, Tafacen, Tabelole, Bermevelt, Tabori, Gilolo, Amboino, Lagu, Maruco, Mozovia, Belgio, Bantan. In questi 19 presidi erano presenti, nel 1616, 3.000 soldati. Mentre i forti erano armati con 193 cannoni di bronzo, 310 cannoni di ferro e 300 mortai di pietra (pedreros) inoltre gli olandesi avevano una forza di 30 galeoni da guerra.75

Alla metà del 1616 sono poco più di 200 soldati i spagnoli a presidio dei forti di Tidore e cioè nei forti di Santiago, del Príncipe, di Tomanira e di Socanora.76 “…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora.77 Altri 200 soldati sono a presidio della città di Ternate. Raramente i soldati spagnoli presenti nelle Molucche superano le 600 unità. A livello navale il confronto è improponibile; gli spagnoli hanno spesso solamente una galera, ma talvolta neanche quella. La disparità delle forze in campo è evidente.

LA SPEDIZIONE DI DON JUAN DE SILVA

Nei propositi del governatore delle Filippine Don Juan de Silva, una grossa spedizione congiunta tra spagnoli e portoghesi doveva riuscire a sbaragliare una volta per tutte le forze olandesi presenti nelle isole indonesiane. Anche gli olandesi si mostrarono timorosi di una tale spedizione.78

Nel 1612 allo scopo di accordarsi con il viceré dell’India portoghese, de Silva aveva inviato in India l’ex governatore di Ternate Cristobal de Azcueta ma l’intera spedizione scomparse in un naufragio avvenuto tra Manila e Macao. Il governatore delle Filippine non si perse d’animo e questa volta affidò l’incarico di raggiungere Goa a due gesuiti, essi erano il padre Pedro Gomes, rettore della compagnia a Ternate e il padre Juan de Ribera capo del collegio di Manila. I due gesuiti partirono sul finire del 1614 (Ribera partì il 21 novembre 1514 dal porto di Cavite) in due flotte diverse alla volta di Goa, dove giunsero senza problemi nel 1615. L’accordo che i due padri raggiunsero con il viceré portò i portoghesi a contribuire con 4 grossi galeoni che vennero inviati alla volta di Malacca. Il padre Pedro Gomez, ritornò a Manila nel luglio 1615 per avvertire il governatore dei risultati della spedizione e per far presente che i 4 galeoni sarebbero presto partiti per le Filippine.

De Silva, stava preparando una grande flotta. Egli per procurare artiglieria per questa spedizione indebolì le difese della città di Manila con gravi rischi in caso di attacco alla città da parte degli olandesi. Non vedendo arrivare i galeoni portoghesi che gli erano stati promessi, pensò di andare loro incontro. Nonostante il parere negativo di molti suoi subordinati egli decise di partire nel febbraio 1616 alla volta di Malacca, invece di dirigersi subito verso le Molucche dove sembra che Jeronimo de Silva, avesse già concluso accordi con gli indigeni delle isole di Maquien e Motiel che in caso di arrivo di questa grande spedizione essi si sarebbero ribellati agli olandesi e avrebbero aiutato gli spagnoli.79

Al momento della partenza per Malacca, il governatore godeva di cattiva salute, sembra che la malattia si fosse già manifestata prima della partenza da Manila. Ci sono testimonianze della malferma salute del governatore fin dalla prima spedizione alle Molucche del 1611. Egli già diverse volte aveva inviato petizioni al Re per essere sostituito nel suo incarico e per poter tornare in patria.

Il 9 febbraio 1616, comunque, il governatore delle Filippine, partì da Manila alla testa di una grande spedizione composta da 10 grossi galeoni, 4 galee, un patacco e altre imbarcazioni minori. I galeoni erano la capitania “Salvadora” di 2000 tonnellate di stazza, la almiranta “San Marcos” di 1700 tonnellate, i due galeoni “San Juan Bautista” e “Espiritu Santo” ognuno di 1300 tonnellate, e poi più piccoli i galeoni “San Miguel” (800 tonnellate), “San Felipe” (800 t.), “Nuestra Señora de Guadalupe” (700 t.), “Santiago” (700 t.), “San Andres” (500 t.), “San Lorenço” (400 t.). Su tale flotta erano imbarcati 5000 uomini tra soldati e marinai, dei quali poco meno di 2000 spagnoli, era presente anche un unità di fanteria di soldati giapponesi (comandata dal capitano Francisco Moreno Donosso)80, per finire erano circa trecento i pezzi di artiglieria imbarcati sulle navi. Presero parte alla spedizione anche 6 gesuiti.

La flotta era la maggior armata vista nelle isole ci dice il padre Colin, che si meraviglia che “en tierra tan recien conquistada, y poblada de Españoles, y la mas remota, y distante de toda su monarchia, pudiesse llegar a quaxarse una tal maquina”. De Silva si diresse verso lo stretto di Malacca, dove nelle sue intenzioni doveva unire le sue forze con un armata portoghese e insieme attaccare prima la fattoria olandese di Giava e poi le basi olandesi nelle isole Molucche. Ma la flotta portoghese inviata dal vicerè da Goa, era già stata completamente distrutta nella vicinanze di Malacca, essa venne attaccata da navi olandesi e i portoghesi per impedire la cattura da parte degli olandesi dei grossi galeoni furono costretti a bruciarli. L’armata spagnola entrò nello stretto di Singapore il 25 febbraio 1616. Dallo stretto di Singapore, de Silva inviò con un “socorro” a Ternate Juan Gutierrez Paramo, con nuovamente l’incarico di sergente maggiore.81 Probabilmente assieme a Paramo venne inviato a Ternate anche Juan de la Umbria.82

Le condizioni di salute di de Silva peggiorarono e il 19 aprile 1616 dopo undici giorni di sofferenza spirò nella città di Malacca. Tutta l’impresa si concluse in un colossale fiasco, niente fu fatto contro gli olandesi e la morte di de Silva a Malacca, avvenuta poco dopo il suo arrivo, causò la fine ingloriosa di questa spedizione. L’armata ritornò a Manila agli inizi del giugno del 1616.83 Inoltre a causa delle febbri e delle malattie che colpirono la flotta durante la permanenza a Malacca e nello stretto di Singapore, gran parte degli uomini della flotta morirono, le navi fecero ritorno a Manila “sin jente”.84

La decisione di de Silva di passare prima da Malacca invece che di puntare direttamente sulle Molucche è alquanto strana, anche considerando che i galeoni portoghesi dovevano secondo gli accordi raggiungere le Filippine per unirsi alla flotta spagnola. All’epoca della partenza da Manila di de Silva essi dovevano essere arrivati da tempo se non fossero stati intercettati dagli olandesi. Stranamente de Silva volle comunque tentare di unire le proprie forze con quelle portoghesi, nonostante questa volta avesse ai suoi comandi una grossa e importante forza navale e la situazione degli olandesi nelle Molucche fosse molto precaria come ci informano diversi testimoni, “el enemigo estua flaco en aquella saçon”.Secondo Vergara era certo che se la flotta spagnola si fosse recata senza indugio direttamente alle Molucche senza passare da Malacca, gran parte delle isole sarebbe stata catturata dagli spagnoli.85 Fu questo probabilmente l’errore decisivo degli spagnoli in questa parte del mondo, se de Silva avesse agito in modo diverso ciò avrebbe potuto cambiare il corso della storia delle isole delle spezie.

DEFEZIONI NELLE FILE OLANDESI

Nell’aprile 1616, un sergente olandese, Arnaut de Capeu, fuggì dalla fortezza di Malayo e si rifugiò presso gli spagnoli, esiste la dichiarazione giurata di questo olandese rilasciata a Ternate il 28 aprile 1616. Egli era giunto a Malayo da circa un mese, per la rotta dello stretto di Magellano, con la flotta di Jorge de Spielberg con cui erano giunte alle Molucche 6 imbarcazioni con 550 uomini tra soldati e marinai. Egli informa gli spagnoli che gli olandesi stavano febbrilmente fortificando le muraglie di Malayo in vista dell’arrivo dell’armata di Don Juan de Silva, armata che come abbiamo visto mai si materializzò nelle acque delle Molucche.

A Malayo correva voce che non appena altri rinforzi fossero giunti agli olandesi essi sarebbero stati spediti a Tidore a prendere quello che il principe aveva promesso al governatore Lorenzo Real, e cioè la sottomissione del regno di Tidore agli olandesi e le cessione della fortezza di Samafo (potrebbe essere il villaggio sull’isola di Halmahera, oppure Gamafo, il forte del Re di Tidore, situato sopra il “Lugar Grande”), tutto questo in cambio della mano della regina di Jailolo di cui era perdutamente innamorato. Gli olandesi secondo le informazioni raccolte a Malayo sembra che avessero trenta o quaranta vascelli in tutte le Molucche.86 Il 30 settembre del 1616 gli olandesi vennero duramente sconfitti a Oton.87

La notizia della morte di Juan de Silva tardò molto ad arrivare a Ternate, il dispaccio che informava della morte del governatore fu inviato dal capitano generale di Manila il “licenziado” Andrés de Alcazar ed era datato 3 novembre 1616, arrivò a Ternate il 26 dicembre 1616.88 La notizia della morte di Juan de Silva venne portata da una flotta di 6 “champanes” (uno dei quali era di Francisco Melendez), che erano partiti nel mese di dicembre 1616 dalle Filippine. Questa flotta era pronta già da alcuni mesi (doveva essere il socorro dei primi mesi del 1616), ma a causa della presenza di 9 navi olandesi nella baia di Manila la sua partenza era stata rinviata. Le navi su cui era imbarcata una compagnia di fanteria al cui comando era il capitano Juan de la Umbria, che comandava anche l’intera flotta, vennero caricate di riso e di altri generi alimentari alla Villa di Arevalo e poi partirono alla volta di Ternate che venne raggiunta senza difficoltà il 26 dicembre 1616.89

Otto champan vennero inviati a Ternate (nel 1616 ?) con provviste, di questi solo sei raggiunsero la destinazione, le provviste inviate comunque furono di grande aiuto per le truppe spagnole. Dovrebbe essere questa la flotta di “socorro” comandata da Juan de Azebedo (Azevedo) che secondo quello che è riportato nei suoi “Meritos” era composta da “cinco nauios, dos galeras” e da due compagnie di soldati.90 Nel 1616, Juan de Azevedo, fu a capo del soccorso che venne inviato a Ternate composto da 5 navi, 2 galere e due compagnie di soldati.91

Dopo la morte del governatore delle Filippine, Don Juan de Silva, il governatore delle Molucche, Don Jeronimo de Silva, venne nominato capitano generale delle isole Filippine in attesa che un nuovo governatore venisse nominato dal re. Geronimo de Silva al momento di lasciare Ternate per Manila per prendere l’incarico del governo delle Filippine, nominò Juan Gutierrez Paramo, come suo successore, ma pochi giorni dopo la partenza di de Silva arrivò il successore designato dall’Audiencia, Lucas de Vergara Gaviria.92 Probabilmente la partenza di de Silva da Ternate è da datarsi nella notte tra il 13 e il 14 aprile 1617.93

LE ACCUSE A DE SILVA

Durante il suo governo, Gerónimo de Silva, venne accusato da più parti di commerciare e contrabbandare per i propri interessi a discapito degli interessi del Re e di promuovere a cariche importanti solo i personaggi a lui legati. Gregorio de Vidaña, capitano di una compagnia di archibugieri di fanteria spagnola, ci informa che già tre giorni dopo la presa di possesso da parte di de Silva del governo delle Molucche, giunse a Ternate una fregata comandata da Antonio Gomez, di cui era proprietario lo stesso Gerónimo de Silva, essa era carica di viveri (riso, vino, sardine, aceto di cocco, carne ecc.) che vennero sbarcati nel porto di Tidore (“que será cinco leguas de Terrenate”), dove venne eretta allo scopo una “casa y tienda” dove poi furono vendute per conto di de Silva. Lo stesso viaggio venne ripetuto anche negli anni successivi, 1613 e 1614. Antonio Gomez, per i suoi servigi al governatore, dice sempre Vidaña, venne promosso a capitano di fanteria e a capo delle galere. La stessa politica venne perseguita con un altro suo assistente, San Juan, che fu promosso a sergente, alfiere, aiutante di sergente maggiore e infine capitano di fanteria.

Un’altra accusa portata a de Silva fu quella di aver abolito l’usanza che permetteva agli indigeni che si convertivano al cristianesimo, di vendere gli schiavi (prigionieri ?) che catturavano al nemico e con la cui rendita si arricchivano. Questa usanza aveva permesso un notevole incremento nel numero di indigeni che si battezzavano e che passavano sotto la protezione spagnola, stabilendosi nella città di Ternate dove era rapidamente cresciuto un loro quartiere, fuori dalle mura della città. Questi indigeni erano chiamati “Merdicas” che significa gente libera. I Mardicas grazie a questa possibilità che veniva loro offerta generalmente compivano spontaneamente incursioni contro i ternatesi due tre volte la settimana, causando grande apprensione e danno nei nemici, inoltre queste azioni permettevano agli spagnoli di essere costantemente informati di quello che succedeva a Malayo. 94

Sull’operato di Gerónimo de Silva durante il suo governo di Ternate (e poi delle Filippine) nell’anno 1618 venne aperta un “información” su istanza di Don Juan Ronquillo (Alguacil mayor dell’Audiencia di Manila). Le accuse portate contro il governatore furono molteplici e portate da molti testimoni, esse andavano dall’accusa di cattiva amministrazione delle cose reali, al contrabbando per proprio conto di merce, alla sottrazione dai magazzini reali dei chiodi di garofano, allo smantellamento senza una giusta motivazione delle fortezze di Sabugo e Tolo nell’isola di Halmahera, alla perdita del forte di Marieco e di quello dei portoghesi, al nepotismo, fino al cattivo rapporto con i soldati (sembra che durante il suo governo oltre cento soldati siano passati al nemico), con la popolazione locale e con i gesuiti.

Addirittura alcuni testimoni (Pedro de Heredia secondo la propria testimonianza e poi il Principe di Tidore secondo la testimonianza di D. Antonio de Arceo) giunsero a dire che se fosse stato al soldo degli olandesi non poteva aver fatto miglior servizio alla loro causa. Sempre Pedro de Heredia testimonia che de Silva al suo arrivo a Ternate disse chiaramente in pubblico che chiunque volesse essere suo amico non gli parlasse di cose di guerra perché egli non era giunto alle Molucche per guerreggiare, ma per guadagnare denaro.95

A sua difesa, de Silva scrisse una petizione al governatore don Alonso Fajardo de Tenza. Con la quale accusa molti dei suoi accusatori di incompetenza. Per esempio, Don Fernando de Becerra, viene accusato di aver compiuto atti di pirateria contro dei vassalli del re di Macassar (Celebes, Manado), fedele alleato degli spagnoli. Ancora Becerra, capo del forte di San Pedro y San Pablo, venne arrestato proprio perché aveva abbandonato il forte per venirsene a Ternate senza licenza. Sempre secondo de Silva all’epoca in cui era capitano del forte di Tidore, Becerra, ebbe grossi problemi anche con il re e il principe di Tidore.

Quasi buffo è il comportamento di Becerra descritto da de Silva durante l’attacco olandese al vecchio forte portoghese, egli nel momento cruciale dello sbarco degli olandesi si ritirò nella fortezza a cambiarsi d’abito (“… á mudar una camisa…”) , di modo che le truppe nemiche non trovarono ostacoli durante lo sbarco e poterono assalire e occupare il forte, de Silva rincara poi la dose dicendo che è risaputo che Don Fernando non sapeva da che parte era sbarcato il nemico.96

Don Jeronimo de Silva raggiungerà il porto di Cavite nelle Filippine il 7 maggio 1617. L’indole di Don Jeronimo viene giudicata troppo dura e severa e molti soldati si erano lamentati del suo cattivo carattere e del suo cattivo trattamento dei soldati sia negli atti che nelle parole. Egli venne accusato anche di mettere nei posti chiave suoi parenti e amici.97

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

1 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)

2 (Pérez p. 218 e “Lettera di D. Gerónimo de Silva al re, Ternate” In: Correspondencia p. 109)

3 (Pérez p. 217-218) (Doc. Mal. III p. 214 Doc. n°59)

4 (Vedi sua dichiarazione in: AGI “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)(AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)

5 (Doc. Mal. III p. 201 Doc. n°56, nota 4) e (Doc. Mal. III p. 214 Doc. n°59) (Correspondencia pp. 15-17) e (Pérez p. 218)

6 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 265-266 nota n°3)

7 Questa descrizione è interessante perché ci permette di conoscere i nomi dei bastioni della città di Ternate che erano rivolti verso il mare.

8 (Doc. Mal. III p. 216 Doc. n°59) (Pérez p. 218-219) (Correspondencia pp. 18-20 e p. 119) (AGI: “Carta de Jerónimo de Silva a Juan Ruiz de Contreras. Terrenate, 8-04-1612” Patronato,47,R.35) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

9 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 2 maggio 1612” In: Correspondencia p. 21)

10 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 8)

11 (Doc. Mal. III p. 218 Doc. n°59)

12 (AGI: “Carta del rey de Tidore al Rey de España, 20-04-1612” Patronato,47,R.36)

13 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 6)

14 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3)

15 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 13))

16 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia pp. 6-8)

17 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

18 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

19 (“Generale Missiven” vol. I pp. 8-15)

20 (AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47) (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25)

21 (“Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)

22 (“Lettera dell’alfiere Juan Centeno a D. Gerónimo de Silva, Maxico, 20 luglio 1612” In: Correspondencia p. 34).

23 Moro non era un isola vera e propria, ma con questo nome veniva indicata la zona nord dell’isola di Halmahera e l’intera isola di Morotai.

24 (Appendix B “Early years of the Dutch in the East Indies” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 15 p. 324-326) e anche (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia pp. 6-7)

25 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) p. cccxxvii, AGI 105-2-1, lib. 2, f. 151 v.)

26 (Pérez pp. 220-221)

27 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

28 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

29 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re di Tidore, Ternate, 14 febbraio 1613” e “Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 1613” In: In: Correspondencia p. 88, 98)

30 (Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” pp. 50-51) (Pérez pp. 221-222)

31Il forte della città di Tidore: Santiago de los Caballeros.

32Con tutta probabilità questa batteria è il forte dei portoghesi.

33 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “The Voyage of Captain Saris, in the Clove, towards Japan, with Observations respecting the Dutch and Spaniards at the Molucca Islands”)

34 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)

35 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)

36 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)

37 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)

38Secondo Pérez, l’attacco fu iniziato il 7 luglio 1613, il forte attaccato era quello chiamato “de los portugueses”, che venne bombardato per 4 ore da 6 navi, al termine di questi bombardamenti il forte era completamente distrutto e nella battaglia morirono 50 soldati spagnoli. Il giorno dopo, 8 luglio 1613, due navi olandesi e alcune “caracoas” si dirigono verso Sakanosa (Sakanora), gli olandesi conquistarono subito una collina che dominava il forte spagnolo, gli spagnoli, però reagirono prontamente e con a capo l’alfiere Pedro de la Fuente riuscirono a sloggiare gli olandesi e a mettereli in rotta con gravi perdite. Il giorno seguente gli olandesi tentarono nuovamente di conquistare il forte, ma anche questa volta essi vennero respinti. (Pérez p. 222)

39 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 18 luglio 1613” In: Correspondencia p. 148)

40 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 318 nota n°1)

41 (“Lettera del Re di Tidore a D. Gerónimo de Silva, Tidore, 9 luglio 1613” In: pubblicata nella “Correspondencia” p. 138)

42 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)

43 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

44 (“De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” In: “Verhaal Both” vol. II, pp. 349-352 e “Brief 15” vol. II, pp. 284-286) (Correspondencia pp. 138-179) (Jan Pietersz. Coen pp.16-21) (Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” pp. 50-51) (Pérez pp. 221-222)

45 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re di Tidore, Ternate, 17 novembre 1613” In: Correspondencia pp. 178-179)

46 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 569)

47 (“Generale Missiven” vol. I p. 26)

48 (Doc.Mal. III p. 16*)(Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” p. 51)

49 (Doc.Mal. III p. 255 Doc. n° 66 & p. 297 Doc. n° 78)

50 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)

51 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3; p. 315 nota n°1; p. 571 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

52 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 570 nota n°1)

53 (Doc.Mal. III p. 255 Doc. n° 66 & p.297 Doc. n° 78) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 569 nota n°1; pp. 571-572 nota n°1)

54 (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)

55 (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. (“The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 30, pp. 144-145) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 287-289 nota n°1)

56 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)

57 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 1 gennaio 1614 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

58 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 5 gennaio 1614 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

59 Vedi (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)

60 (AGI: “Carta de Silva sobre mala situación en Terrenate. Manila, 19-07-1614” Filipinas,7,R.4,N.51) (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)

61 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva all’arcivescovo di Manila, Ternate, 15 settembre 1614” In: Correspondencia p. 251)(AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)

62 Esteban de Alcázar era giunto a Ternate con la spedizione di Don Juan de Silva nel 1611 e per i tre anni successivi era rimasto nelle Molucche, era per cui un buon conoscitore della situazione delle isole.

63 (Secondo: (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)

64 (Secondo: (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

65 (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

66 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 289-290 nota n°1 e pp. 328-329) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

67 (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)

68 Gli ordini per Geronimo de Silva erano chiari, doveva trasferirsi a Tidore con il maggior numero di soldati possibile, lasciando comunque una buona guarnigione a Ternate. “Tanto de carta quel señor don Juan de Silva escribió á el señor don Geronimo de Silva en 20 de setiembre de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 255

69 (Bocarro “Decada 13” vol. I pp. 279-280)

70 (Bocarro “Decada 13” vol. II pp. 401-404)

71 (Correspondencia pp. 289-292)

72 (Correspondencia p. 302)

73 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)

74 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 12 aprile 1615 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)

75 (“Commerce between the Filipinas and Nueva España” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 30 p. 39)

76 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 214 Estratto della lettera di Jeronimo de Silva al governatore D. Juan de Silva, 29 luglio 1616)

77 (“Lettera di Gerónimo de Silva a D. Juan de Silva, Tidore, 8 agosto 1616” In: Correspondencia pp. 387-388)

78 (“Generale Missiven” vol. I pp. 37-38)

79 (Correspondencia pp. 284-285)

80 Vedi “Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 1623-08-11” FILIPINAS,47,N.58 Blocco 2 fogli 14-15)

81 (AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)

82 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60)

83 Per ulteriori informazioni su questa spedizione vedi l’estesa relazione data in: (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 581-646)

84 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

85 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

86 (AGI 67-6-37) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 628-631 nota n°1 e pp. 328-329) (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) pp. ccclxxix-ccclxxxiv, AGI 67-6-37)

87 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) pp. ccclxxxiv-cccxci)

88 (Correspondencia p. 406)

89 (Correspondencia p. 417, 419) (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41)

90 (A.G.I. “Meritos: Juan de Azevedo, 1625” Indiferente, 111, N.56)

91 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

92 (AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)

93 (“Lettera di Geronimo de Silva al Principe di Tidore, Terrenate 13 aprile 1617” In: Correspondencia p. 439)

94 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

95 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 312-319 nota n°1; p. 315 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)

96 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 317-318 nota n°1)

97 (Lettera di Licentiate Andres de Alcaraz al re Felipe III, 10 agosto 1617; in Blair vol. 18 pp. 42-45)

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 7 – Il governo di Lucas Vergara Gabiria a Ternate, 1617-1620

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO SETTIMO: IL GOVERNO DI LUCAS VERGARA GABIRIA, Aprile 1617-Febbraio 1620

L’ARRIVO DI LUCAS VERGARA GABIRIA A TERNATE

Nell’aprile 1617 una galea venne inviata da Manila per avvertire Don Jeronimo dei nuovi avvenimenti1 e per informarlo della necessità della sua presenza a Manila. La galea inviata era carica di provviste e materiale per le guarnigioni, c’erano infatti 10.000 pesos, 4.500 pezzi di stoffa, un buon quantitativo di riso e vino oltre ad alcune giare di polvere da sparo. Forse si fa riferimento a questo nel documento Meritos di Juan de Acevedo quando si parla che nel 1617, Juan de Azevedo, fu a capo del soccorso che venne inviato a Ternate composto da una sola nave. 2

Venti giorni dopo vennero inviati anche tre “pataches”, essi trasportavano più di 3.000 cesti di riso, con vino e carne, una quantità di vestiti, 6.000 pesos, 4 pezzi da 18 (pezzi d’artiglieria), diverse giare di polvere da sparo, delle palle di cannone e diverse altre cose necessarie per i forti. Questo nuovo carico di materiale viene descritto nei documenti delle Molucche come il più grande carico di aiuti e materiale da diversi anni a questa parte. Si imbarcò con queste navi anche il nuovo governatore di Ternate Lucas de Vergara Gabiria, un veterano delle Molucche, che già aveva svolto le funzioni di governatore delle isole per circa un anno (vedi capitolo 4). 3

Vergara Gabiria giunse a Ternate il 26 aprile 1617 con tre imbarcazioni che portarono i rinforzi per le guarnigioni delle isole. Con lui arrivarono 30 soldati. Il nuovo governatore si preoccupò subito delle condizioni delle truppe dando loro vestiti e paga, queste attenzioni di Vergara Gabiria verso i soldati delle guarnigioni portò il gesuita Manuel Ribeiro a dichiarare in una sua lettera che il nuovo governatore “el año pasado con su ida a Terrenate resucitó aquella tierra” 4 Il nuovo governatore di Ternate era considerato un buon soldato ma di tempera severa. 5

SPEDIZIONE SPAGNOLA A CELEBES (SULAWESI)

Il nuovo governatore cercò fin da subito di attenuare il problema cronico degli approvvigionamenti di cibo. Allo scopo di rendere più sicuro l’afflusso di provviste dall’isola di Celebes, gli spagnoli decisero di costruire una fortezza a Manados, a questo fine venne inviata probabilmente nel maggio 1617 da Vergara Gabiria una spedizione composta da 10 soldati sotto gli ordini di Francisco Melendez e da due gesuiti (i due gesuiti erano Gianbattista Scalamonti e Cosme Pinto). Gli spagnoli costruirono un piccolo posto fortificato. 6 Nel 1618 gli spagnoli stabiliscono cordiali relazioni con il re di Macasar (Manado ?). 7 Buoni successi si hanno nell’evangelizzazione del regno di Manados (zona nord dell’isola di Sulawesi-Celebes), il re e quasi tutti i principi vengono convertiti, il padre Cosme Prieto si prende cura di questa missione.

GLI OLANDESI IN DIFFICOLTÀ, MA GLI SPAGNOLI NON NE APPROFITTANO

Durante il 1617 e il 1618, gli olandesi si trovano a fronteggiare diverse rivolte nelle Molucche e in altre isole dell’arcipelago. Essi riuscirono a sedare sul nascere una rivolta nell’isola di Machian, impiccando il capo dei ribelli, ma in altre isole essi non riuscirono ad anticipare gli eventi. Nell’isola di Siao, la popolazione locale si era rivoltata uccidendo tutti gli olandesi presenti ad eccezione di tre uomini che consegnarono al governatore spagnolo delle Molucche per il servizio nelle galee.

Anche nelle isole Banda e in Ambon ci furono delle rivolte. Gli olandesi dovettero poi fronteggiare anche la minaccia portata dagli inglesi, che stabilirono un forte nelle isole Banda. Secondo il governatore Gaviria se gli spagnoli avessero potuto inviare, durante questo periodo di rivolte nelle altre isole, una grossa armata alle Molucche, gli olandesi sarebbero stati forse scacciati definitivamente da Ternate. 8

Nell’ottobre 1617 i documenti spagnoli fanno menzione di un incendio che da un baluardo della fortezza olandese di Malayo si estese rapidamente a tutta la città distruggendo case e magazzini dell’insediamento. 9

LA SITUAZIONE DEGLI OLANDESI ALLE MOLUCCHE

Un documento spagnolo del 1618, probabilmente stilato da Pedro de Heredia, ci informa della situazione dei possedimenti olandesi nelle Molucche. Gran parte delle informazioni citate nel documento spagnolo sono frutto di informazioni ricavate dall’ammiraglio olandese van Caerden che era stato prigioniero degli spagnoli a Ternate per diverso tempo. .10

La situazione dei possedimenti olandesi nelle Molucche in questi anni è la seguente: Nell’isola di Bachan hanno una fortezza. Mentre nella più importante isola di Maquian, ricca di chiodi di garofano, gli olandesi controllano l’intera isola con tre fortezze. Nell’isola di Mutiel hanno una fortezza. L’isola di Tidore è in gran parte sotto controllo spgnolo, ma gli olandesi hanno lungo la costa occidentale una fortezza (mentre gli spagnoli hanno una fortezza sulla costa orientale). L’isola di ternate è divisa tra i due poteri. Gli olandesi controllano la parte orientale e settentrionale dell’isola ed hanno qui la loro base principale il Forte Orange e un’altra fortezza nel nord dell’isola. Gli spagnoli hanno la loro città fortificata nel sud dell’isola. Ma la cosa più importante è che gli olandesi hanno in mano la gran parte dl commercio di chiodi di garofano e delle altre spezie dell’arcipelago.11

Nell’isola di Ternate vive il governatore olandese, egli risiede nel forte di Malayo, chiamato dagli olandesi Granoya (probabilmente una storpiatura per Fort Oranje). La guarnigione del forte è composta normalmente da 850 soldati (ma nel periodo descritto sono solo 150). Ad un quarto di lega da Malayo si trova il forte di Toloco (Tolokko) in cui risiede una guarnigione composta da un alfiere e 20 soldati. Un altro forte chiamato Tacubo, si trova nelle vicinanze di Malayo. Il forte di Tacome si trova a tre leghe da Toloco è un grande forte e ha per guarnigione una compagnia di soldati, questo forte viene chiamato dagli olandesi Vuillemistat (Willemstadt).

Nell’isola di Tidore gli olandesi non avevano mai avuto fortezze dal tempo della spedizione di Acuña. Poi all’inizio del 1613 essi conquistarono un piccolo bastione dove gli spagnoli tenevano una guarnigione di un alfiere e 14 soldati. Qui gli olandesi costruirono il forte di Marieco il grande, che era presidiato da un capitano e 60 soldati.

Nell’isola di Moti, che è situata tra Tidore e Maquien, gli olandesi hanno un forte (Fort Nassau) situato nella parte nord con una guarnigione di 50 soldati comandata da un capitano. L’isola era spopolata, ma venne ripopolata da abitanti dell’isola di Gilolo.

L’isola di Maquian, la più importante da un punto di vista commerciale, situata ad una lega da Motir ha tre forti olandesi: Nofagia (Ngofakiaha), situato nel nord dell’isola ha una guarnigione di un alfiere e 40 soldati sposati. Tafazen (Tafasoho), sulla costa occidentale, con una guarnigione di 100 soldati comandati da un luogotenente del governatore. Mentre sulla costa meridionale era il terzo forte chiamato Tabelole (Tabelolo), un piccolo forte di poca importanza con un sergente e 20 soldati.

Nell’isola di Bachian gli olandesi hanno un forte chiamato Bernevelt (Barneveld) con un capitano e 60 soldati. Nell’isola di Gilolo, a circa tre leghe dal forte che gli spagnoli hanno in quest’isola, gli olandesi hanno il forte di Tabori con un alfiere e 50 soldati. Tre leghe più lontano c’è poi un altro forte con un luogotenente e 12 soldati.

Nell’isola di Amboino, anch’essa molto importante per la produzione di chiodi di garofano, gli olandesi hanno un altro grosso forte con un grosso fossato. La sua guarnigione è formata da un comandante e 100 soldati. Nell’ isola di Siao gli spagnoli avevano nel 1614 una guarnigione di un alfiere con 5 soldati, essi vennero attaccati dagli olandesi che dopo averli sconfitti costruirono nello stesso luogo, chiamato Sagu Maruco, un piccolo forte nel quale risiede un sergente e 16 soldati. Nelle isole Banda gli olandesi hanno due forti chiamati Moçovia e Belgio ognuno con una guarnigione di 120 soldati.

Nell’isola di Giava hanno tre fattorie a Bantan, Jacava e Japara. Bantan è il principale insediamento olandese di tutto l’oriente, qui risiede il governatore della compagnia, gli olandesi hanno qui una forza composta da due galere, trenta “barks”, armate e guarnigionate che essi usano per recarsi a Jakatra, luogo ad un giorno di viaggio, dove è l’arsenale e il cantiere navale olandese. Altri forti o fattorie olandesi sono nell’isola di Formosa, in Cambogia, a Sumatra, in Giappone, in Cocincina etc…. .

Secondo un rapporto di Joris Spilberg, nel 1616 gli olandesi avevano nei loro forti in oriente circa 3.000 soldati regolari, 193 pezzi di bronzo, 310 cannoni di ferro, 300 cannoni girevoli, 30 galeoni da guerra oltre ai galeoni che ogni anno arrivano dall’Olanda.

Gli olandesi ottengono annualmente dalle Molucche le seguenti quantità di chiodi di garofano12:

Ternate 600 bares o 384.000 libras di chiodi di garofano.

Motir 700 bares o 468.000 libras.

Maquiem 1.400 bares o 896.000 libras.

Bachian 400 bares o 256.000 libras.

Amboyno 1.800 bares o 1.152.000 libras.

SCARAMUCCE TRA SPAGNOLI E OLANDESI

Sul finire del 1617 vi furono alcune piccole scaramucce tra gli spagnoli e gli olandesi. Il riavvicinamento delle relazioni tra Tidore e gli olandesi venne raffreddato, per fortuna degli spagnoli, a causa del comportamento degli olandesi, che impiccarono un tidorese e ne affogarono 4. Quest’azione portò il principe, figlio del re di Tidore, che fino a quel momento era stato molto amico degli olandesi, a rivedere completamente le proprie posizioni. In un altro scontro vennero uccisi 4 spagnoli. Gli spagnoli nel dicembre 1617 capitanati dal capitano Salinas attaccarono per rappresaglia Takome dove riuscirono a catturare due “champanes” carichi di riso. Alonso Martin Quirante, “castellano de la fortaleza de Tamarina”13 uccise in un imboscata 21 olandesi e ne catturò 4.14 Molti furono anche i disertori che passarono agli spagnoli, tra cui 25 olandesi e molti indiani. 15

VERGARA MIGLIORA LE FORTIFICAZIONI SPAGNOLE

Il nuovo governatore spagnolo si dedicò immediatamente alla manutenzione e al miglioramento dei forti in mano spagnola nelle isole di Ternate, Tidore e Halmahera (Gilolo, Tafongo e Payagi), opera che portò a termine con ottimi risultati. Infatti quelle opere di fortificazione che ancora erano di fascine e terra, vennero ricostruite in solida pietra ci dice il gesuita Ribeiro: “no ay al presente caballero ninguno en Maluco que no sea de cal y canto”.

Venne fortificata la piazzaforte di Socanora a Tidore, che era situata in un punto molto strategico, e che più volte aveva subito attacchi da parte degli olandesi. Vennero inoltre cinte di solide mura le due città di Ternate e Tidore. Un punto debole delle difese spagnole nelle isole era la mancanza di cannoni di lunga gittata, che avrebbero permesso, se piazzati nei forti di Tomanira, Don Gil e Tidore, di controllare il passaggio delle navi nemiche nei tre canali usati dalle imbarcazioni olandesi per giungere alla loro fortezza di Ternate (Malayo).

Le truppe spagnole poi lamentavano la scarsità di cibo e vestiti e attendevano da alcuni anni l’arrivo della paga. Viene suggerito anche un ricambio annuale di un paio di compagnie di soldati, e viene richiesto l’invio di capitani meglio selezionati oltre all’importanza di avere almeno una galera a presidio delle isole. 16 Anche il re di Tidore va fortificando meglio che può la sua città. 17 Il governatore delle Filippine Fajardo, seguendo le richieste che gli giungono da Ternate, esprime l’intenzione di inviare con i prossimi soccorsi destinati a Ternate un paio di galere. 18

Nel gennaio 1618 vennero inviate de Ternate a Jilolo diverse piccole imbarcazioni con una galeotta per rifornire di viveri il presidio spagnolo, gli olandesi e gli abitanti di Sabugo tentarono di intercettare il convoglio, ma non riuscirono nell’impresa perdendo nella scaramuccia anche 8 morti e diversi feriti. 19

Per fortuna degli spagnoli, le provviste arrivavano da altre vie, infatti verso la metà del 1618, un imbarcazione inglese giunse a Tidore dove scambiò con gli spagnoli munizioni e riso in cambio dei chiodi di garofano, inoltre il vicerè inviò dall’India 6 “galeotas” cariche di provviste. 20

Vergara stabilì a Ternate una fattoria dove conservare i chiodi di garofano. 21 Questo venne fatto per cercare di portare qualche introito alle casse reali, visto che l’occupazione delle Molucche costa annualmente al tesoro reale 220.000 pesos e non porta nessun beneficio economico, mentre per contro gli olandesi ricevono immenso guadagni dal commercio delle spezie. Il re chiese al governatore delle Filippine Fajardo di prendere in considerazione anche il fatto di ridurre il numero dei soldati di stanza nelle isole, che ammontano a 600 soldati spagnoli e a 200 pampangos e infine di abbandonare tutti i forti giudicati non indispensabili. 22

Il 5 marzo 1618, il vulcano di Ternate iniziò ad eruttare, un giorno eruttò tre volte, e questo durò per otto/dieci giorni. 23

I SOCCORSI DEL 1618

Gli aiuti inviati da Manila nel 1618 sono tutti arrivati a destinazione, essi consistevano in (5 ?) navi cariche di provviste e denaro per 15.000 pesos per le paghe delle truppe. Si lamenta comunque ancora carenza nel numero dei soldati presenti, essendo molti di essi malati e diversi morti a causa delle malattie. 24

Il “soccorro” per le Molucche che giunse a Ternate a metà del mese di marzo 1618 era composto da 4 imbarcazioni, le navi spagnole vennero attaccate da due navi olandesi in vista di Ternate, al primo tentativo le imbarcazioni spagnole riuscirono a fuggire, ma dopo alcuni giorni, quando gli spagnoli tentarono nuovamente di raggiungere il porto di Ternate, furono nuovamente attaccate dagli olandesi, e questa volta costretti a dare battaglia.

Gli spagnoli riuscirono a forzare il blocco navale olandese, ma una delle navi, la nave almiranta capitanata dal sargente maggiore Pedro de Cuenca, si arenò sulla costa dell’isola di Tidore. La maggior parte dell’equipaggio riuscì a mettersi in salvo, ma alcuni annegarono e altri vennero uccisi dagli olandesi. Il capitano del forte di Tidore, Alonso Martin Quirante, arrivò di tutta fretta e riuscì ad impedire agli olandesi di raccoglire una parte del carico della nave, comunque buona parte del carico venne perduta. La perdita di questa imbarcazione venne attribuita alla mancanza di galee. Le altre tre navi riuscirono a giungere in salvo nel porto di Ternate. Con questo soccorso giunsero due compagnie per un totale di 46 soldati. 25

Il governatore ribadisce in una sua lettera del 30 giugno 1618 la carenza di soldati e di rifornimenti, ci informa che nel 1617 gli unici soldati ricevuti furono i 30 arrivati con lui, mentre nel 1618 giunsero due compagnie per un totale di 46 soldati, altrettanti soldati malati furono rispediti a Manila.

AGLI SPAGNOLI MANCANO LE GALEE, I VESTITI E IL CIBO, MA ANCHE GLI OLANDESI HANNO PROBLEMI

Vergara riesce con i pochi mezzi che ha a disposizione a migliorare notevolmente la situazione delle sue truppe e delle fortificazioni, ma si lamenta della mancanza di galee, infatti egli possiede solamente una galeotta in cattivo stato (marcia). Molte provviste vengono ricevute dall’isola di Celebes, che si rivela un ottima fonte di approvvigionamento. La necessità e l’importanza delle galee viene ribadita più volte in molte lettere anche negli anni successivi da molti capitani, esse sono un ottimo strumento per mantenere i contatti tra i vari presidi situati su più isole diverse e inoltre sono un ottimo mezzo per attaccare i nemici, anche il re di Tidore ne chiede con insistenza l’invio. Altra carenza spesso denunciata dai capitani di Ternate è quella dei vestiti per i soldati.

Un interessante accenno viene fatto nella stessa lettera alla situazione degli olandesi, che viene vista in maniera diversa rispetto al passato, infatti Vergara ci informa che anch’essi hanno carenza di soldati e non si aspettano arrivi importanti come nel passato, inoltre ci sono anche dei problemi con gli indigeni che sembrano siano in ribellione. Vergara individua negli inglesi, sempre più forti e presenti in quei mari, un possibile ottimo appoggio e alleato per gli spagnoli, di questo ne ha parlato anche con il capitano della nave inglese presente a Tidore. 26

VERGARA CHIEDE DI RITIRARE PARTE DELLE GUARNIGIONI DA HALMAHERA

I tre presidios spagnoli situati nell’isola di Halmahera (Batachina), e cioè Gilolo, Tafongo e Payagi, sono di grande tribolazione, perché a causa dell’insalubrità dei luoghi molti soldati si ammalano e muoiono. 27

Vergara chiede il permesso di ritirare le guarnigioni spagnole dai due forti di Jailolo, che hanno una guarnigione totale di 80 uomini di cui 60 spagnoli. Questo viene richesto allo scopo di aumentare la forza delle guarnigioni di Ternate e Tidore. Nella sua lettera, chiede che venga presa una decisione riguardante il presidio di Jailolo a suo parere inutile: “Las dos fortalezas q.e su Mag.d tiene en Jilolo como Vs.A sabe no sieruen sino de tener alli ocupados ochenta soldados los sesenta españoles y cada dia ttraen muertos y enfermos …” Gaviria chiede già nel 1618, una decisione su questa questione al governatore delle Filippine,Alonso Fajardo de Tenza. 28

I FORTI SPAGNOLI ALLE MOLUCCHE NEL 1618

Un interessante descrizione dei forti spagnoli e olandesi di Ternate e Tidore ci viene data da una relazione anonima scritta a Malacca alla fine del 1619, in essa vengono descritti i forti e le guarnigioni spagnole nelle Molucche attorno al 1618. 29

La città spagnola di Ternate (do Rossario) ha una guarnigione spagnola di trecento persone, tra casados e soldati. La città è tutta cinta da mura con sei baluardi che gli spagnoli chiamano “cavaleiros” i quali hanno 20 pezzi di artiglieria di bronzo molto buoni. Fuori dalla cinta muraria ci sono poi altri baluardi a difesa del quartiere dei nativi dove vivono circa 150 soldati pampagos e più di 100 uomini cristiani nativi di Ternate, in totale la popolazione della città tra uomini e donne raggiunge le 2.000 unità, tutti cristiani. La città ha 4 chiese, una è la chiesa “matrix” dove risiede un “vigairo da vara”, le altre sono i conventi dei francescani, dei gesuiti e degli agostiniani. 30 Alla fine del 1618 il gesuita Francisco de Otazo stima in 160.000 i cristiani delle Molucche. Cifra senz’altro esagerata. 31

La città è dotata anche di un ospedale. Sono sempre i francescani ad occuparsi delle cure dei malati e dei feriti, infatti si occupa dell’ospedale il frate laico Juan de Santa Maria. Un chirurgo inviato dal governatore delle Filippine allo scopo di occuparsi dell’ospedale viene rispedito al mittente da Vergara perché ritenuto non adatto alla bisogna. 32

A completamento del sistema difensivo, gli spagnoli hanno un altro forte chiamato Dom Gil, esso si trova a circa mezza lega dalle fortificazioni olandesi ed ha una guarnigione di 60 soldati con il loro capitano, il forte ha tre baluardi con 4 pezzi d’artiglieria. Il forte è situato nelle vicinanze di una laguna, che è situata nelle vicinanze del mare e che è abbastanza profonda da permettere la navigazione alle imbarcazioni, sembra che i portoghesi nel passato avessero tentato di unire con un canale la laguna al mare in modo da poter usare la laguna come porto per le proprie imbarcazioni, ma essi non portarono a termine l’impresa. 33

La principale fortezza olandese è quella di Malaio, essa viene descritta come così ben fortificata da mettere paura e spavento a chi la vede (“esta em demasia fortificada e fortalezida que mete pavor e espanto a quem a ve”), ha tre baluardi, il primo si chiama “Orange” ed ha 17 pezzi di artiglieria di bronzo molto grossi, vicino a questo è un altro baluardo chiamato “Ponta Real”, esso ha 10 pezzi d’artiglieria, mentre il terzo baluardo ha 8 pezzi d’artiglieria. La guarnigione è composta da 200 olandesi, 150 giapponesi e 200 cinesi. Prossimo a Malaio è un altro forte olandese, esso è chiamato Tonloco, ha un baluardo e la sua guarnigione è composta da 20 soldati con 4 pezzi d’artiglieria. Gli olandesi hanno un altro forte, chiamato Tacome, più vicino alla città spagnola di Ternate, la guarnigione di questo forte è composta da 30 soldati con 6 pezzi grossi d’artiglieria. Esso controlla il passaggio delle navi spagnole dirette a Ternate ed è di molto fastidio per gli spagnoli anche perchè è la base di alcune imbarcazioni usate dagli olandesi per ostacolare gli arrivi dei convogli di aiuto a Ternate. 34

Nell’isola di Tidore gli olandesi hanno un forte a Marisco, che chiamano “Marisco dos Portuguses”, essi lo conquistarono uccidendo 50 uomini. 35 Il forte olandese ha tre baluardi (“baluartes fechados”) con 17 pezzi di artiglieria tra i quali uno molto grosso chiamato “o Raymundo”. A guarnigione del forte ci sono normalmente 60 uomini, “a roda” del forte c’è poi una palizzata di legno al cui interno ci sono le abitazioni degli indigeni e della “gente de serviço”. Gli spagnoli hanno vicino a questo forte olandese, un altro forte. 36

Gli spagnoli hanno un altro forte, chiamato Tomarina, esso è situato su una collina (“por estar situada em hum alto”) ed è difeso da 3 pezzi d’artiglieria e da una guarnigione composta da 40 spagnoli e da più di 300 tidoresi con moschetti e spade.

Nell’isola di Tidore gli spagnoli posseggono anche una piccola città (“cidade pequena”) dove vivono per lo più casados portoghesi, nelle vicinanze di questa città è situata la più grande fortezza in mano spagnola dell’isola, chiamata Thaula, essa è situata su una collina (“estar muito alta”) in un luogo inespugnabile, ha una guarnigione di 40 soldati comandati da un capitano ed è armata con 10 pezzi d’artiglieria. Inoltre sempre nelle vicinanze di questa fortezza gli spagnoli hanno un baluardo, chiamato “Principe”, armato con 3 pezzi d’artiglieria e dove sono stazionati 10 soldati con il loro alfiere. 37

Di fronte alla fortezza spagnola di Thaula il re di Tidore, alleato degli spagnoli, ha una sua fortezza, anch’essa è situata su di una collina (“esta no alto”) e armata con tre pezzi “de escolher” e 10-12 “falcões”. Le truppe a disposizione del re di Tidore comprendono 2.000 moschettieri e 2.000 combattenti di “campilão carrasca”. Nell’isola di Tidore gli spagnoli hanno infine una chiesa dove vive un “clerigo vigairo” e un’altra “casinha” dove dice messa un religioso della compagnia (gesuita). Questa relazione fa anche un piccolo accenno alla fortezza che gli olandesi hanno nell’isola di Moutiel, essa ha 20 pezzi d’artiglieria e 70 soldati di presidio. 38

LE FORTEZZE OLANDESI ALLE MOLUCCHE

Più o meno dello stesso periodo (attorno al 1620) è una più succinta relazione sulle fortezze e fattorie olandesi e inglesi, in essa vengono descritte il numero delle fortezze presenti in ogni isola con le rispettive guarnigioni e armamenti, ma non vengono fatti i nomi delle fortezze.

Sulle Molucche (la parte che a noi interessa è quella che attualmente fa parte della provincia di Nord Maluku) vengono elencati i seguenti dati: Sull’isola di Ternate gli olandesi hanno 4 fortezze, una con 32 pezzi d’artiglieria e 200 soldati olandesi, un altra con 8 pezzi e 70 olandesi, un altra con 9 pezzi e 20 olandesi, e infine la quarta con 3 pezzi d’artiglieria e 20 olandesi. Nella stessa isola gli spagnoli hanno 4 fortezze, la più importante ha 24 pezzi d’artiglieria e 80 soldati spagnoli, la seconda ha 3 pezzi e 30 soldati, le altre due hanno entrambe 4 pezzi e 20 soldati. Una nota aggiunge che gli olandesi sono in possesso della maggior parte dell’isola e posseggono anche la zona migliore.

Nell’isola di Tidore gli olandesi hanno una fortezza con 17 pezzi d’artiglieria e una guarnigione di 60 uomini. Gli spagnoli hanno 3 fortezze e controllano la maggior parte dell’isola. Nell’ isola di Motiel gli olandesi hanno una fortezza con 12 pezzi d’artiglieria e 60 soldati. Tutta l’isola è in loro possesso. Nell’isola di Maquien ci sono tre fortezze olandesi, una con 20 pezzi e 80 soldati, un altra con 12 pezzi e 90 soldati, la terza con 7 pezzi e 29 soldati, anche tutta quest’isola è controllata completamente dagli olandesi. Nell’isola di Bachian gli olandesi hanno un forte con 16 pezzi d’artiglieria e 60 olandesi. Per finire l’isola di Halmahera (Batachina) dove gli olandesi hanno due fortezze con 8 pezzi e 60 olandesi e con 9 pezzi e 29 olandesi rispettivamente, inoltre hanno soldati di presidio a due luoghi da dove ricavano i viveri per le loro truppe. 39

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DEL RUME A TIDORE

Il forte di Rume, viene costruito a seguito di una lettera del re di Tidore inviata al governatore Vergara e consegnata allo stesso governatore dal principe di Tidore Cachil Naro, nella quale il re chiede agli spagnoli la costruzione di una fortezza spagnola in un luogo, dove già i portoghesi si erano stabiliti, prossimo al forte olandese di Marisco (Marieko), allo scopo di accerchiare gli olandesi e di impedire loro la raccolta dei chiodi di garofano che venivano prodotti in abbondanza in quella zona dell’isola.

Vergara alla testa di 150 spagnoli e di molti soldati indios e accompagnato dal Cachil Naro e da due francescani, Fr. Pedro de los Cobos e Fr. Gregorio de S. Esteban, il 23 novembre 1618, fonda il forte di S. Lucas de el Rume, il forte viene costruito su di un luogo alto, dove non potevano arrivare i colpi dell’artiglieria olandese. Infatti durante i lavori di costruzione del forte gli olandesi tentarono un attacco, che però non ebbe nessun risultato pratico. Il forte venne nominato S. Lucas in onore del governatore che lo aveva fondato: Lucas de Vergara Gabiria. 40

LA COSTRUZIONE DEL FORTE DI SANTA LUCIA A TERNATE

Come contromossa alla costruzione del forte del Rume gli olandesi decisero nel mese di dicembre 1618 la costruzione di un forte a Calomata, sembra anche su richiesta dei ternatesi, la posizione scelta era prossima al forte spagnolo di Don Gil (“como medio quarto de legua y mucho menos”) e era di grande disturbo per il forte spagnolo in particolar modo se gli olandesi oltre a costruire il forte come fecero, avessero occupato anche una vicina collina situata sopra al forte spagnolo. Per evitare questo Vergara decise di anticipare gli olandesi costruendo sulla collina un forte di pietra con fossato e steccato. I lavori per la costruzione di questo forte vennero iniziati il 13 dicembre 1618 ed essendo questo giorno dedicato a Santa Lucia il nuovo forte venne denominato Santa Lucia. 41

Ulteriori notizie su questo episodio ci vengono fornite da un altro documento, esso ci informa che il capitano e sergente maggiore Antonio Carreño de Valdes assieme al capitano Juan de la Umbria, mentre stavano costruendo il forte di Santa Lucia, andarono assieme ad una truppa di 50 spagnoli, “a rreconoscer las fuerzas de Calomata”, che gli olandesi stavano costruendo, essendo state viste dagli olandesi, le truppe spagnole ebbero uno scontro con i nemici, nello scontro il capitano Juan de la Umbria rimase ferito da un colpo di moschetto al braccio destro. 42

LA DESCRIZIONE DI FR. GREGORIO DE S. ESTEBAN

Fr. Gregorio de S. Esteban ci lascia un interessante descrizione dei forti spagnoli e olandesi presenti in questi anni sul braccio di mare tra le isole di Ternate e Tidore: “Es Terrenate un volcan redondo; el pueblo y ciudad de Terrenate está á la banda de el sur, Tacome á la banda del norte, Malayo á la banda del este, y costeando hacia el sur, está el puerto que llaman de Talangamé, y un poco más adelante está el puerto que tratamos de Calomata, y un poco más adelante nuestra fuerza de Dongil.”

“De la otra banda está la isla de Tidore, que tambien es un volcan redondo y alto, pero tiene hacia la parte del norte, que cae hacia Malayo, una grande falda con unos mogotes grandes, y enesta parte está nuestro fuerte de S. Lucas, suerte que están mirando S. Lucas y Calomata, pero está la mar en medio, y es la travesia de una isla á otra, la más corta, un tiro de cañon, aunque las fuerzas están muy desviadas. Junto á la isla de Tidore y cerca de S. Lucas está otra isla pequeña, que se llama Meytara, de suerte que está en medio de Tidore y de Terrenate, pero mas llegada á la isla de Tidore que de Terrenate, y así hace dos brazos de mar, el uno más estrecho que el otro, fondeables; el uno le guarda nuestra fuerza de Dongil y el otro le guarda el fuerte de S. Lucas; pues para estorbar nuestras embarcaciones que no fuesen á S. Lucas, tomaron el puerto de Calomata, que tambien alcanza con su artilleria á la isla de Meytara. El otro brazo de hacia Tidore, tambien lo guarda la fuerza de Marisco que está alli junto” 43

LAMENTELE SUI GOVERNATORI SPAGNOLI DELLE MOLUCCHE

Il figlio del Re di Tidore da anni in netto contrasto con i governatori spagnoli che si sono succeduti, in particolare con Gerónimo de Silva, manifesta al Re di Spagna la propria opinione riguardo al comportamento dei governatori spagnoli di Ternate, informandolo che le cose nelle Molucche vanno molto diversamente da quello che il Re ordina e che i governatori praticamente fanno quello che vogliono senza curarsi di rispettare gli ordini del Re di Spagna.

Inoltre aggiunge una velata minaccia, dicendo che se le cose continuano così ci sarà il rischio di perdere le Molucche perché “Dios concierte, mas no para siempre”. Viene comunque ribadita la fedeltà di suo padre e sua alla corona spagnola. La lettera, molto probabilmente scritta in segreto viene affidata a un certo Juan de Aillón, che è stato soldato nelle Molucche dal 1615 al 1618. Egli dovrà riferire al Re, secondo le intenzioni del Principe, i misfatti dei governatori spagnoli. 44

Forti lamentele inoltre giungono al governatore Fajardo da parte sia di uomini di legge che da parte di religiosi a riguardo del comportamento di Lucas Vergara, egli viene accusato di asprezza e durezza nel governo e di mancanza di equilibrio in molte situazioni. Il gesuita Manuel Ribeyro, nella sua lettera del 10 agosto 1618, esprime tutt’altro parere nei confronti di Vergara, lo giudica un grande servitore del Re ed esprime l’opinione che con la sua venuta a Ternate abbia risuscitato quei presidi.

Anche il governatore Fajardo non crede a queste accuse, a togliere le castagne dal fuoco a Fajardo, giunge una lettera di Vergara nella quale egli rassegna le sue dimissioni dall’incarico. Al suo posto viene inizialmente nominato D. Jeronimo de Silva, che però rifiuta l’incarico, infine viene nominato D. Luis de Bracamonte. 45

Durante il suo governo sembra che Vergara risieda spesso a Tidore, infatti diverse delle lettere da lui spedite sono state scritte a Tidore. L’incarico di governare Ternate in sua assenza era stato affidato al capitano Juan de la Umbria. 46

Fajardo nel dicembre 1618, nel descrivere gli incarichi e le spese che giudica superflui e da tagliare per meglio razionalizzare il misero bilancio che ha a disposizione, indica eccessivo il numero di 600 soldati spagnoli e 200 panpangos di stanza nei presidi delle Molucche, giudicando auspicabile un taglio del numero dei soldati lì stazionati. 47

Gli olandesi continuano ad inviare flotte e soldati nelle isole. Poi, come abbiamo visto, hanno costruito un nuovo forte nell’isola di Ternate (Calomata). Per contro anche gli spagnoli hanno costruito un altro forte nell’isola di Tidore (Rum) e ne stanno costruendo ancora un altro (Santa Lucia a Ternate). 48 Il 4 febbraio 1619 partirono dalle Filippine 4 fregate cariche di viveri e materiali per i presidi di Ternate, le navi giunsero a Ternate senza incontrare navi nemiche.

LETTERA DI VERGARA GAVIRIA SUI PRESIDI SPAGNOLI

Nel maggio 1619, il governatore di Ternate, Lucas de Vergara Gaviria in una lettera al Re di Spagna 49 fa presente i grossi problemi che hanno le forze spagnole di fronte allo strapotere di mezzi degli olandesi. Vergara nuovamente lamenta la scarsezza dei soccorsi a lui giunti, infatti nei tre anni di suo governo erano giunti la miseria di 80 soldati senza nessuna galera, mentre negli anni passati generalmente giungevano ogni anno 150-200 soldati e una o due galere, questa situazione è insostenibile ed è agravata dal fatto che nei tre anni trascorsi sono morti di malattie o per guerra oltre 200 soldati.

Con i pochi soldati che ha a disposizione egli deve presidiare 10 fortezze (tre situate nell’isola di Ternate: Terrenate, San Pedro e Don Jil; tre a Tidore: Tohula, Tomanira e Sokanora; tre ad Halmahera: Jailolo, Tafongo e Payaye; e una nell’isola di Sulawesi (Celebes): Manado) ed è stato costretto nell’ultimo anno a costruirne altre due, una a Ternate (Santa Lucia) e un altra a Tidore (San Lucas de el Rume), perché gli olandesi ne avevano progettato l’occupazione, essendo questi due luoghi “puestos de tanta considerazion”. 50

Le fortezze in mano spagnola, ci informa Vergara, hanno un terzo della guarnigione che normalmente dovrebbero avere. Il governatore Fajardo aveva promesso di inviare al più presto rinforzi. Se questi rinforzi non arriveranno al più presto Vergara crede che sarà obbligato ad abbandonare qualcuno dei presidi, inoltre sono giunte voci a Ternate dell’imminente arrivo di due grosse flotte una olandese e una inglese e ciò contribuirebbe notevolmente ad aggravare la precaria posizione degli spagnoli.

Sono presenti 6 compagnie di fanteria spagnola e 2 di fanteria panpanga, tutte queste compagnie hanno pochissimi soldati, ci sono inoltre degli indios che servono come “gastadores” e in altre mansioni. Oltre allo scarso numero di soldati presenti, gran parte di loro è ammalato (“no ay nenguno en pie”) da una malattia che Vergara definisce “un mal pestilençial”. Inoltre la truppa non viene mai regolarmente pagata e spesso questo è fonte di discontento fra i soldati e nessuno di loro è contento di essere a servire a Ternate “no ay honbre que no desea salir destas yslas”. Per poter risolvere il problema presentato dagli olandesi nelle Molucche secondo Vergara sarebbe necessario che il Re di Spagna inviasse una grossa spedizione che congiunta con le forze presenti nelle Filippine distruggesse una volta per tutte le forze olandesi presenti “limpie esto destos corsarios”. 51

Vergara che serve il Re da 36 anni a questa parte, ci informa che ha fatto richiesta, al governatore delle Filippine, di dimissioni dall’incarico di governatore delle Molucche, perché si sente molto stanco e infermo e non in grado di poter continuare a servire in questo incarico. Vergara dà anche un interessante suggerimento per quello che riguarda il potere che dovrebbe avere il governatore delle Molucche, egli infatti suggerisce che il governatore debba avere il titolo di capitano generale con la facoltà di appuntare incarichi e promozioni, senza che sia il governatore delle Filippine a fare questo, ciò dice Vergara per incentivare i soldati a servire nel miglior modo possibile perché avendo sul posto qualcuno che possa vedere e premiare gli atti eroici è di stimolo agli altri a fare altrettanto. 52

Vergara informa il Re di Spagna che quattro sono le isole dove si produce il chiodo di garofano: Ternate, Tidore, Motiel e Maquien. La produzione totale annuale di queste quattro isole, viene stimata in 15.000 quintali di chiodi di garofano. Inoltre nell’ isola di Ambon, stima Vergara, che venga prodotta una quantità simile di chiodi di garofano. Di tutta questa produzione, solo una minima parte, 2.500 quintali, viene commerciata dagli spagnoli, tutto il resto della produzione viene commerciata dagli olandesi, essi poi controllano tutto il commercio della noce moscata che viene prodotta nelle isole Banda. Questo commercio permette agli olandesi di sostenere la guerra contro la Spagna e di armare e sostentare le magnifiche flotte che inviano ogni anno nelle acque delle Molucche. Vergara stima che con i ricavi di un solo anno della produzione di queste isole il Re di Spagna potrebbe armare un enorme flotta con cui scacciare una volta per tutte gli olandesi da queste acque. 53

Negli archivi spagnoli dovrebbe esistere un altra relazione dei forti spagnoli e olandesi alle Molucche scritta durante questi anni dal capitano e sergente maggiore Alonso Martin Quirante. 54

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 Nell’aprile 1617, gli olandesi vennero duramente sconfitti dagli spagnoli nella famosa battaglia navale di Playa Honda. (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) pp. cccxcii-)

2 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)

3 (Lettera di Licentiate Andres de Alcaraz al re Felipe III, 10 agosto 1617; in Blair vol. 18 pp. 42-45)

4 (Doc. Mal. III p. 378 Lettera di Manuel Ribeiro a Alonso Fajardo de Tenza, Cavite 10 agosto 1618) (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 274, Lettera di Lucas Vergara Gaviria a D. Francisco Gomes de Arellano, 5 luglio 1617) (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 143 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618) (AGI “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo, Tídore 30 de junio 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53) (Perez “Malucas y Celebes” p. 428)(Colin-Pastells “Labor Evangelica” pp. 587-588 nota n°1)

5 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 1620 in Blair vol. 19 pp. 112) (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 pp. 121)

6 (Perez “Malucas Y Celebes” p. 428) (Doc. Mal III p. 412 nota 3) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 572 nota n°1)

7 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 113)

8 (“Events in the Filipinas Islands, June 1617-1618”; in Blair vol. 18 pp. 65-66) (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 276, Lettera di Lucas Vergara Gaviria a D. Francisco Gomes de Arellano, 5 luglio 1617)

9 (Perez “Malucas y Celebes” p. 428)

10 (“Dutch factories and posts in Orient”, June 1618; in Blair vol. 18 pp. 107-111)

11 (“Dutch factories and posts in Orient”, June 1618; in Blair vol. 18 pp. 107-111)

12 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 pp. 104-109)

13 Tamarina o Tomarina era un luogo nell’isola di Tidore vicino a Marieko.

14 Secondo quanto riportato da Perez, gli olandesi uccisi furono 3 e venne fatto un solo prigioniero. L’imboscata venne tesa ai soldati olandesi di presidio a Marisco (Marieko) che erano usciti dal forte per cacciare maiali selvatici. Vedi: “Malucas y Celebes” p. 429

15 (“Events in the Filipinas Islands, June 1617-1618; in Blair vol. 18 pp. 89-91) (Perez “Malucas y Celebes” pp. 428-429)

16 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 pp. 137-140 dove è riportata la lettera del gesuita Manuel Ribeyra. Anche in Doc. Mal. III Doc. n° 106 pp. 375-378)(AGI “Carta de Manuel Ribeiro a Fajardo de Tenza sobre Terrenate, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.54)

17 (AGI “Traslado de una carta del rey de Tidore, al gobernador de Filipinas, comunicando lo que supone para estas islas la pérdida de la armada y pidiendo le envíen algunas galeras para no interrumpir la comunicación entre las islas del Maluco, Tidore 17 de mayo de 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53)

18 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 pp. 121)

19 (Perez “Malucas y Celebes” p. 429)

20 (“Events in the Filipinas Islands, June 1617-1618; in Blair vol. 18 pp. 89-91) (Tiele “De Europeërs in den Maleischen archipel” 1887 pp. 223-224)

21 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 141 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618)

22 (Lettera del Re Felipe III al governatore Fajardo 19 dicembre 1618 in Blair vol. 18 pp. 151-152)

23 (Gregorio de S. Esteban “Memoria y relacion…” Archivo Franciscano Ibero Oriental 21/12) (“Copia de un papel antiguo que està con estos manuscritos” Archivo Franciscano Ibero Oriental)

24 (“Events in the Filipinas Islands, luglio 1618-1619, datato 12 luglio 1619; in Blair vol. 18 p. 222)

25 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 138 dove è riportata la lettera del gesuita Manuel Ribeyra) (AGI “Carta de Manuel Ribeiro a Fajardo de Tenza sobre Terrenate, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.54) (Perez “Malucas y Celebes” p. 429) (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 143 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618) (AGI “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo, Tídore 30 de junio 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53)

26 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 143 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618) (AGI “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo, Tídore 30 de junio 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53) (AGI “Traslado de una carta del rey de Tidore, al gobernador de Filipinas, comunicando lo que supone para estas islas la pérdida de la armada y pidiendo le envíen algunas galeras para no interrumpir la comunicación entre las islas del Maluco, Tidore 17 de mayo de 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53)

27 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 277, Lettera di Lucas Vergara Gaviria a D. Francisco Gomes de Arellano, Tidore 5 luglio 1617)

28 (AGI; Filipinas,7,R.5,N.53 In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 145 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618) (AGI “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo, Tídore 30 de junio 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53)

29 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

30 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

31 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) p. cccxx, AGI 68-1-31)

32 (AGI “Copia de carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate, al gobernador de Filipinas, sobre las dificultades que encuentra para la compra de clavo; las conversaciones con el rey de Tidore que le comunicó que los naturales de Vanda junto con los ingleses habían dado ponzoña a los holandeses causando muchos muertos; el estado de las fuerzas; la falta de cirujano, y de la presencia de tres naos del enemigo, Tídore 30 de junio 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” Filipinas,7,R.5,N.53)

33 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

34 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

35 Qui sembra che l’autore faccia un po’ di confusione tra la conquista di Marieco e quella del forte dei portoghesi dove effettivamente vennero uccisi 50 uomini.

36 Forse questo forte potrebbe essere il forte chiamato San Lucas del Rume appena costruito (novembre 1618) dagli spagnoli come vedremo più sotto. Marieco el Chico viene nominato solo per qualche anno e sembra corrispondere con Tomarina. A meno che Marieco el Chico non fosse un avamposto tra Tomarina e Marieco. (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

37 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

38 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tidore e mais ilhas Malucas….. Malacca, 28 novembre 1619” pp. 163-170)

39 (Doc. Ultram. Portuguesa vol. II, “Relaicon de las fortaleças y factorias que tienen los olandeses en la India y ingleses” pp. 269-270)

40 (Pérez “Malucas y Celebes” p. 430 che cita il manoscritto di Fr. Gregorio de S. Esteban, che era presente alla fondazione del forte)

41 (Perez “Malucas y Celebes” pp. 430-431) (Tiele “De Europeërs in den Maleischen archipel” 1887 pp. 223-224)

42 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41)

43 (Pérez pp. 430-431 nota 4 dove viene trascritto questo passo del manoscritto di Fr. Gregorio de S. Esteban)

44 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VII (1618-1635) pp. xxxv-xxxvi dove è riportata la lettera del principe di Tidore: AGI 67-6-4)

45 (Lettera di Fajardo al Re Filippo III, 10 agosto 1619; in Blair vol. 18 pp. 254-255) (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618 in Blair vol. 18 p. 143 dove è riportata la lettera del governatore Vergara datata 30 giugno 1618) (Perez “Malucas y Celebes” p. 428)(Colin-Pastells “Labor Evangelica” pp. 587-588 nota n°1)

46 (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41)

47 (AGI: “Capítulo de carta de Tenza sobre plazas superfluas, Manila 19-12-1618” Filipinas,20,R.12,N.81)

48 (“Events in the Filipinas Islands, luglio 1618-1619, datato 12 luglio 1619; in Blair vol. 18 p. 223)

49 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

50 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

51 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

52 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37) (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxvii-clxviii, qui vengono riportati alcuni brani della stessa lettera di Vergara)

53 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)

54 (Citata nella Lettera di Fajardo al Re Filippo III, 10 agosto 1619; in Blair vol. 18 pp. 256)

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Molucche 8 – Il governo di D. Luis de Bracamonte a Ternate, 1620-1623

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO OTTAVO: IL GOVERNO DI D. LUIS DE BRACAMONTE, Febbraio 1620-1623

L’ARRIVO DI D. LUIS DE BRACAMONTE A TERNATE

Il nuovo governatore D. Luis de Bracamonte, arrivò a Ternate il 10 febbraio 1620, con una flotta comprendente 2 galere e tre “barcos mayores”, della stessa flotta faceva parte anche il “patache” S. Buenaventura, che però fu catturato dagli olandesi durante il viaggio verso Ternate, proprio in vista della fortezza spagnola.

A comando dell’imbarcazione spagnola catturata era il contabile Don Alonso Fajardo de Villalobos, che molto probabilmente perse l’imbarcazione a causa della sua inesperienza e del poco coraggio, infatti secondo quanto ci riferisce il cronista la Llave egli si arrese agli olandesi senza ne tentare di fuggire ne permettere una resistenza ai suoi soldati. In questa azione gli olandesi catturarono in totale più di 100 persone tra cui 60 spagnoli, oltre a molti viveri (3.000 fanegas di riso) e munizioni destinati alle guarnigioni spagnole delle Molucche. A parziale sollievo di questa grave perdita, gli spagnoli riuscirono a catturare, ai ternatesi, una nave carica di provviste.

Secondo la “Relazione degli eventi, 1620” la flotta di Bracamonte era composta da 2 galee e 4 o 5 patacchi, con a bordo un grosso quantitativo di provviste e con più di 200 soldati. Secondo il parere del governatore delle Filippine Alonso Fajardo y Tenza, questa armata era la più abbondante di denaro e uomini da quando gli spagnoli avevano conquistato Ternate. 1

Nello stesso periodo non solo le navi olandesi, ma anche imbarcazioni di altre nazioni europee giunsero nelle acque delle Molucche, tentando di stabilire basi o di intraprendere il lucroso commercio delle spezie. Francesi, inglesi2 e danesi stabilirono fattorie commerciali a Macassar nell’isola di Sulawesi (Celebes). Spesso avvengono cruenti battaglie tra le altre nazioni europee, in particolar modo tra olandesi e inglesi.

IL COMMERCIO DELLE SPEZIE

Nel tentativo di rivitalizzare le rendite dei possedimenti spagnoli nelle Molucche, viene tentato lo sviluppo del commercio delle spezie, quasi completamente in mano olandese. Il re ordina la costruzione a Ternate di una fattoria per lo stoccaggio dei chiodi di garofano e progetta lo sviluppo di un proficuo commercio per la corona. I costi delle guarnigioni spagnole nelle isole sono enormi e si tenta di ridurre le paghe dei soldati e appunto di sviluppare il commercio in modo da rendere meno gravoso per le casse reali il mantenimento dei presidi. La presenza spagnola nelle isole comunque viene giudicata necessaria, perché altrimenti gli olandesi avrebbero avuto ampia libertà di praticare il loro lucroso commercio di spezie.3

Secondo Rios Coronel le isole Molucche producono annualmente 4.400 bares di chiodi di garofano, ogni bares conteneva 640 libbre, per un totale di 2.816.000 libbre, dal momento che in Europa una libbra di chiodi di garofano veniva venduta ad un ducato, il totale della produzione ammontava a 2.816.000 ducati. Il costo dell’intera produzione annuale di chiodi può essere acquistato nelle Molucche per 100.000 ducati. Questi grandi profitti erano quasi completamente appannaggio degli olandesi, che acquistavano il tessuto in Coromandel a 10, che rivendevano nelle Molucche a 50 in cambio dei chiodi di garofano che venivano infine rivenduti sul mercato europeo.4

Viene proposto al re per ridurre le spese della corona, di utilizzare come punto di approvigionamento di cibo l’isola di Celebes, situata a due giorni di navigazione dalle Molucche. L’isola è ricca di viveri che hanno un costo ridotto rispetto a quello di Manila, e infine il re di quelle parti è ben disposto nei confronti degli spagnoli. Dal punto di vista militare viene consigliato l’uso massiccio delle galee, ne vengono richieste 8 da stazionare a Ternate, con esse sarà facile riuscire a catturare o ad affondare le imbarcazioni olandesi nei momenti di calma di vento condizione che quasi ogni giorno, e per 6-8 ore, si presenta in queste isole.5

LE TRUPPE SPAGNOLE NELLE ISOLE

Interessanti informazioni ci vengono date nella “Relazione dei salari e delle spese che sua maestà ha da pagare nelle isole Molucche”. In questa relazione sono descritte in modo dettagliato le truppe e le spese che la corona spagnola sostiene per l’occupazione delle Molucche. Oltre al comandante delle truppe, ci sono sette capitani delle truppe di fanteria e sette alfieri, sette sergenti …. 20 uomini addetti all’artiglieria. In totale a guarnigione dei forti spagnoli ci sono circa 600 soldati semplici, di questi 140 sono moschettieri. Poi ci sono due compagnie di pampangos composte da un totale di 200 soldati. Il personale addetto alle due galee che stazionavano nelle isole. Nel libro paga del re di Spagna ci sono anche 10 religiosi suddivisi tra gesuiti, francescani e un vicario. Viene indicata anche la presenza di un ospedale. Il totale delle spese annuali per la corona di Spagna ammonta ad oltre 218.000 pesos.6 In questo periodo le paghe dei soldati di guarnigione di stanza nelle Molucche e a Manila vengono equiparate su ordine del re dal governatore delle Filippine Alonso Fajardo y Tenza.7

Nel 1620-21, la flotta di soccorso per le Molucche arrivò sana e salva nonostante fosse attesa da tre imbarcazioni olandesi, questo potè avvenire grazie alla bravura e al coraggio di Antonio Gomez, capitano di una delle navi della flotta, che ingaggiò le tre navi olandesi in un combattimento che durò tre lunghe ore e che permise alle altre navi della flottiglia di rifugiarsi sotto l’artiglieria del forte spagnolo. Con questa spedizione arrivarono nelle isole più 120 soldati spagnoli a rinforzo delle guarnigioni, oltre a riso, provviste, vestiti e munizioni. Questi rifornimenti furono tra i più abbondanti mai ricevuti dalle truppe spagnole alle Molucche.8

In quest’anno vengono registrati problemi con il tradizionale alleato degli spagnoli, il re di Tidore. Gli spagnoli scoprono che i tidoresi hanno avvelenato un pozzo dove le truppe spagnole vanno a rifornirsi d’acqua, ma l’immediata scoperta permette agli spagnoli di non subire danni, poi in seguito i problemi con i tidoresi vengono comunque risolti. Vengono anche proseguiti i buoni rapporti con il re di Macazar con il quale gli spagnoli scambiano dei doni. Nonostante il clima di guerra, D. Luis de Bracamonte concorda con gli olandesi uno scambio di prigionieri. Le truppe spagnole comunque nonostante i rinforzi inviati sono sempre poche per le necessità delle guarnigioni, oltre ciò molti sono i morti e i malati a causa del clima dei luoghi e delle continue scaramucce con gli olandesi. Gli olandesi d’altra parte continuano ad inviare navi e truppe e godono di un indiscutibile superiorità navale e di mezzi rispetto agli spagnoli.9

INIZIALMENTE GLI OLANDESI NON SONO TROPPO INTERESSATI AD ELIMINARE LA PRESENZA SPAGNOLA DALLE ISOLE

La grande potenza navale olandese comunque non riuscì a scardinare la presenza spagnola, anche perché gli olandesi non ebbero molto interesse ad eliminarla completamente dalle isole, infatti gli spagnoli contribuivano a tenere a freno le ambizioni dei ternatesi che, nemici giurati degli spagnoli, dovevano per forza di cose appoggiarsi agli olandesi per potersi mantenere. Inoltre il controllo delle isole più ricche di chiodi di garofano permetteva agli olandesi di dominarne il commercio senza preoccuparsi molto degli scarni commerci spagnoli, per finire l’accordo tra le compagnie inglesi e olandesi, aveva reso poco interessante per questi ultimi la conquista dei forti spagnoli perché gli inglesi potevano richiederne il possesso in virtù del trattato, e questo nell’ottica olandese era ben più grave della presenza di guarnigioni spagnole in alcune isole. Gli olandesi perseguirono una politica di conservazione della situazione attuale che era quella a loro più congeniale, essi cercarono anche di ostacolare lo stabilirsi di accordi di pace tra Ternate e Tidore.

SUCCESSIVAMENTE, A CAUSA DEL RIAVVICINAMENTO TRA TERNATE E GLI SPGNOLI, GLI OLANDESI CAMBIANO ATTEGGIAMENTO

Pochi anni più tardi, nel 1621, però gli alti costi per il mantenimento delle guarnigioni nei forti che gli olandesi sono costretti ad occupare a causa della presenza spagnola, portò ad un ragionamento del tutto opposto, infatti il timore degli olandesi, dovuto anche ad un certo raffreddamento dei rapporti con il loro alleato Ternate, era ora quello di un un avvicinamento tra Ternate e gli spagnoli. Ed in effetti un certo avvicinamento avvenne per mero interesse commerciale, tramite i tidoresi con cui venne stipulata una tregua, i ternatesi vendettero chiodi di garofano agli spagnoli, che generalmente pagavano a prezzi più alti di quelli accordati con gli olandesi.10

Il tentativo anche da parte spagnola di avvicinarsi ai ternatesi venne continuato in seguito anche dal governatore Pedro de Heredia che tentò di giocare nuovamente la carta di un ritorno del vecchio sultano di Ternate, Said Berkat, per tentare di pacificare le isole sotto la bandiera spagnola, ma la morte avvenuta nel 1628 del sultano a Manila vanificò ogni trattativa. La causa di questo avvicinamento degli spagnoli verso i ternatesi è senz’altro da ricercarsi nei raffreddamenti dei rapporti con Tidore.11

La fame di soldati e generi di prima necessità è una costante di tutto il periodo di occupazione spagnola nelle isole. Anche in questo periodo che è tra i migliori per quanto riguarda l’invio di aiuti dalle Filippine. In una lettera datata 21 luglio 1621, D. Fajardo de Tenca dichiara di aver inviato alle Molucche, a partire dal momento in cui si è preso carico del governo delle Filippine, quasi 400 soldati spagnoli.12

I FORTI DI JAILOLO E MANADOS SONO ABBANDONATI DAGLI SPAGNOLI

Per cercare di ridurre le spese per le guarnigioni, sotto il governo di Brancamonte venne proposta l’evacuazione di alcune guarnigioni spagnole (“propuso retirar algunas de las fuezas, que se hallaban repartidas por aquel archipelago”), e sicuramente vennero ritirate le guarnigioni di stanza a Manados e a Jailolo. Questa decisione venne presa principalmente a causa dell’inasprimento delle relazioni tra gli spagnoli e il principe di Tidore. Un tentativo di riavvicinamento portato avanti da Brancamonte che inviò un ambasciata al Re di Tidore, scavalcando il Principe, sortì l’effetto opposto. Quest’ultimo offeso, si avvicinò ai ternatesi e agli olandesi, facendo accordi con loro e sollevando la popolazione di Tidore contro gli spagnoli. I tidoresi presero contatti anche con gli inglesi a Makassar.13

L’abbandono dei due forti di Gilolo, avvenne poco dopo il mese di marzo del 1620, questo venne fatto per rinforzare le guarnigioni di Ternate e Tidore. Il controllo dei due forti venne ceduto dagli spagnoli alle truppe del re di Tidore, loro alleato, ma nell’agosto del 1620, dopo aver respinto un primo attacco portato da 30 korakoras ternatesi, contro il forte basso (avvenuto il 3 agosto), le truppe di Tidore, si arresero ad una nave olandese giunta in aiuto degli assedianti, il primo forte ad arrendersi fu il forte basso e poco dopo anche il forte più in alto capitolò. I due forti vennero presi in consegna da una guarnigione di truppe ternatesi. Questa occupazione dei forti di Jailolo da parte ternatese fu vista di malocchio da parte di Coen, che si preoccupò di mantenere abilmente i rapporti di potere fino ad ora mantenuti.14 La guarnigione di Manados venne evacuata probabilmente nel 1621.15

GLI OLANDESI ABBANDONANO IL FORTE DI MARIEKO A TIDORE

Già nel giugno 1621 Coen dette ordine di smantellare i forti di Kalamata, Marieko e Sabua. Quest’ordine causò la ferma opposizione del sultano di Ternate e del suo consiglio, che giudicavano di fondamentale importanza perlomeno i forti di Kalamata e Sabua, il primo per la difesa di Malayo dalle incursioni spagnole, il secondo per l’approvvigionamento di viveri. Per placare gli animi dei ternatesi, l’ordine di smantellamento dei forti di Kalamata e Sabua non venne eseguito, a condizione di lasciare a Kalamata almeno 100 famiglie di ternatesi per provvedere al mantenimento del forte.

Venne invece smantellato e abbandonato il solo forte di Marieko, che prontamente gli spagnoli occuparono e dove ricostruirono le fortificazioni e vi posero una guarnigione, addirittura, beffardamente, gli spagnoli offrirono al governatore olandese Frederik Houtman la polvere nel caso volesse distruggere e abbandonare altri forti. Le date dell’abbandono di Marieko da parte olandese e dell’occupazione del forte da parte degli spagnoli sono da collocarsi fra la fine del 1621 e l’inizio del 1622.16

Gli episodi di schermaglie tra spagnoli ed olandesi e i loro alleati comunque continuano anche in questo periodo storico. Tra il 1622 e il 1621, su richiesta olandese, una flottiglia di 25 Korakoras ternatesi attaccò e catturò un galeone spagnolo nelle acque di Ternate, vennero catturate 130 persone, le altre 200 delle quali 40 spagnoli morirono nello scontro.17

Per quanto riguarda gli affari religiosi, dal 1620 al 1623 fu priore di Ternane il frate agostiniano Silvestre de Torres.18 C’è poi da registrare un episodio di martirio: Il 30 agosto 1622 venne ucciso nel regno di Tagolanda il frate francescano Blas de Palomino (egli era arrivato a Ternate nel 1619).19 Alla fine del dicembre 1622, Jacques Lefebre divenne governatore olandese delle Molucche egli rimarrà in carica sino al 1628.20

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (La Llave “Trienio” 13, cap. 14, p. 1210) (“Relazione degli eventi, 1620” Blair vol. 19 pp. 60-61) (Pérez pp. 621-622) (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 1620 in Blair vol. 19 pp. 110-111)

2 (“Relazione degli eventi, 1620” Blair vol. 19 pp. 59-60)

3 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 1620 in Blair vol. 19 p. 123, 140)

4 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 290)

5 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 259-264)

6 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), pp. 292-297)

7 (Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 1620 in Blair vol. 19 p. 110)

8 (“News from the province of Filipinas, 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), p. 31) (“Lettera di Fajardo al Re, 21 luglio 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), pp. 58-59 e p. 73) (“Lettera di Jeronimo de Silva al Re, 1 agosto 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), p. 107)

9 (“News from the province of Filipinas, 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), p. 31) (“Lettera di Fajardo al Re, 21 luglio 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), pp. 58-59 e p. 73) (“Lettera di Jeronimo de Silva al Re, 1 agosto 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), p. 107)

10 (Tiele “De Europeërs in den Maleischen archipel” 1887 pp. 271-277) (“Instructie voor F. Houtman, gegeven te Ambon, 11 Juni 1621”)

11 (AGI “Carta de Niño de Távora con noticias de Terrenate de Heredia, 20-07-1626” Filipinas,20,R.20,N.140 ) (AGI “Carta de Niño de Távora sobre liberar a rey de Terrenate, 30-10-1626” Filipinas,20,R.20,N.151)

12 (“Lettera di Fajardo al Re, 21 luglio 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 20 (1621-1624), p. 49)

13 (Pérez pp. 622-623)

14 (Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” pp. 272-273)

15 (AGI Filipinas,7,R.5,N.65 “Carta de Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-12-1621”)

16 (“Instructie voor F. Houtman, gegeven te Ambon, 11 Juni 1621”)(Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” pp. 272-273) (Pérez p. 622) (Fr. Gregorio de S. Esteban “Historia de las Islas Malucas” p. 133) (“Rapport gedaen by verscheyden persoonen (1622)” In: “Kronijk Hist. Gen. 1871, p. 327)

17 (Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” p. 276)

18 (Frate Juan de Medina “Storia degli Agostiniani nelle Isole Filippine” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, p. 80 nota 34)

19 (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 293 nota 79)

20 (Generale Missiven I p. 177 nota 4)

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 9 – Il governo di Pedro de Heredia a Ternate, 1623-1636

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO NONO: IL GOVERNO DI PEDRO DE HEREDIA, Febbraio 1623-1636

L’ARRIVO DI PEDRO DE HEREDIA A TERNATE

Pedro de Heredia era un veterano delle Molucche, e come governatore stabilirà un record di permanenza dal momento che ininterrottamente sarà al governo delle Molucche dal 1623 al 1636. Soldato di grande esperienza, prima dell’incarico di governatore delle Molucche aveva servito il Re di Spagna nelle campagne militari in Italia, Fiandre e Bretagna.

Nel 1605 giunse con l’incarico di alfiere, nelle Filippine con le truppe di Esquivel, che il re aveva inviato per conquistare Ternate. Partecipò, imbarcato sulla nave capitana, alla spedizione di Ternate del 1606, che portò alla conquista della fortezza di Ternate. Poi negli anni successivi servì il Re a Ternate con vari incarichi tra cui quelli di capitano di fanteria, capo delle galee e sergente maggiore. Conquistò e saccheggiò per due volte il villaggo della Gran Bocanora, e il forte di Jilolo.

Il suo più importante successo fu la cattura nel 16091 dell’ammiraglio olandese van Caerden. Prima della morte di Esquivel, avvenuta nel marzo 1609, venne da lui promosso capitano e sergente maggiore. Partecipò in seguito a diversi scontri con gli olandesi nelle Filippine. Tornò a Ternate in occasione della spedizione di de Silva del 1611 con la carica di ammiraglio, venne poi da questi nominato sergente maggiore dei presidi delle Molucche.2

Nel 1620 lo ritroviamo in Spagna dove verrà nominato dal Re, il 24 dicembre 1620, “alcaide de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de aquel presidio”, ma entrerà in carica solo nel 1623, a causa del lungo viaggio di ritorno dalla Spagna.3

Nel mese di maggio 1623, il nuovo governatore dei presidi spagnoli delle Molucche, D. Pedro de Heredia, partì da Manila con una flotta di otto navi (2 galere, 2 “pataches”, 2 fregate e 2 “champanes”). La spedizione dopo una sosta nel porto di Otong, si diresse verso l’isola di Celebes, dove gli spagnoli intrattenevano rapporti con il regno di Manados, qui Heredia promise al re di inviare, nuovamente, al più presto un presidio spagnolo, che era stato ritirato dal precedente governatore D. Luis de Bracamonte.4 Accompagnarono il governatore a Ternate la moglie (Francisca de Guzman) e il figlio.5

La promessa fatta al re di Manado venne prontamente mantenuta da Heredia, infatti Pedro de Heredia, stabilì un forte nella parte nord dell’isola di Celebes, a Manados, questo posto fortificato era importante per i presidi spagnoli perché la zona in cui era situato produceva molto riso, alimento essenziale per il sostentamento delle guarnigioni di Ternate. Heredia richiese al governatore delle Filippine una forza di 50 soldati per la guarnigione del nuovo forte. Inoltre egli si dichiarò favorevole al ritorno a Ternate del vecchio sultano Said Berkat.6

ARRIVA UNA GRANDE FLOTTA OLANDESE

Nel 1625 una grossa flotta olandese, composta da 11 imbarcazioni e con a bordo 800 uomini raggiunse Ternate.7 La carta di Heredia del 4 aprile 1625, che ci dà notizia dell’arrivo di questa flotta indica che “A 5 deste março passado dieron fondo 14 navios delos estatos de Olanda en su fuersas de Malayo que estan dos leguas destas y segun esauido por algunos de ellos que ecoxido en tierra pasaron por el nuevo estrecho de Mayres junto al de Magallanes y corrieron las costas del Piru y Nu.a Spaña”.

A confondere la situazione sono le note a sinistra della carta (probabilmente aggiunte da qualche ufficiale reale) dove viene chiaramente indicata l’anno dell’arrivo delle imbarcazioni, “Que a cinco de março de 624 dieron fondo 14 nauios de los estados de Olanda en sus fuerças de Malayo”. Quanto riportato nella nota è sicuramente errato, infatti più avanti Heredia ci informa che il generale a capo di questa flotta morì nel porto di Callao (Perù).

La flotta in questione è sicuramente la “Nassausche Vloot” comandadata dall’ammiraglio Jacques l’Hermite, egli infatti morirà il 2 giugno 1624 davanti al porto di Callao, dopo la sua morte il comando venne preso dal vice ammiraglio Gheen Huigen Schapenham. Questa flotta, composta da 12 imbarcazioni, era partita alla fine dell’aprile 1623 dall’Olanda ed aveva percorso la rotta attraverso lo stretto di Le Maire, poi aveva risalito la costa del sud America, dove aveva compiuto scorrerie lungo le coste della Nuova Spagna e del Perù, da qui poi aveva raggiunto Ternate dove giunse, come ci informa Heredia, il 5 marzo 1625.8 Ci toglie ogni dubbio sul mese di arrivo di questa flotta olandese anche un’altra lettera, scritta da Manila al Re, questa lettera ci informa che nel marzo 1625 arrivarono a Ternate 14 grossi galeoni olandesi, essi provenivano dal Perù, dove l’anno precedente ne avevano depredato le coste.9 In questo periodo, Pedro de Heredia, dovrebbe avere, secondo il Re, a sua disposizione 10 imbarcazioni per opporsi agli olandesi.10

GLI OLANDESI ABBANDONANO IL FORTE DI CALOMATA

Nel marzo del 1625 gli olandesi smantellarono ed abbandonarono il forte di Calomata, che era situato ad un tiro di moschetto dal forte spagnolo (di Don Gil). Gli spagnoli poco dopo, probabilmente nel gennaio 1626, ricostruirono e occuparono il forte di Calomata, esso era situato a mezza lega da Malayo ed era stato smantellato poco prima dagli olandesi. L’occupazione del forte venne effettuata per prevenire una nuova occupazione di Calomata da parte degli olandesi. Con l’occupazione del forte di Calomata, gli spagnoli abbandonarono il forte di Santa Lucia, che non era più di nessuna utilità. Nello stesso mese di marzo 1625, gli olandesi smantellarono anche il forte dell’isola di Moti, sembra però che in questo caso gli spagnoli non occupassero il luogo con una propria guarnigione. Nel mese di aprile 1625, gli olandesi probabilmente smantellano anche la fortezza di Bachian “Y al presente an ydo a rretirarla del Reyno de Ba(?)jan”. La nuova flotta di soccorso arrivò a Ternate senza subire danni,. In questo periodo sia Ternate che Tidore sono in pace con gli spagnoli.11

Comunque, nonostante gli olandesi, nel 1625, i forti spagnoli delle Molucche sono ben riforniti di truppe e provviste, di questo ce ne riferisce Fernando de Silva. Mentre sono arrivate a Fernando de Silva diverse rimostranze sull’operato del governatore Pedro de Heredia, egli viene accusato di commerciare con gli olandesi e di sottrarre le tasse per l’esportazione dei chiodi di garofano. Nella sua lettera si ha conferma anche del fatto gli olandesi hanno smantellato i forti di Calomatas e Motil. Gli spagnoli prendono nuovamente in considerazione di riportare il vecchio sultano, Said Berkat, a Ternate, che è ancora prigioniero a Manila. Sembra su espressa richiesta di alcuni ternatesi che in cambio promettono un trattato di pace con la Spagna.12

La condizione dei presidi spagnoli nel 1626 è la migliore che sia mai stata, infatti mentre sono arrivati senza perdite i rifornimenti da Manila, gli olandesi sono senza aiuto dall’anno prima. Sembra che la guerra delle Fiandre stia ostacolando oltre misura l’arrivo di rinforzi dall’Olanda. Nel 1626 muore il vecchio re di Tidore, gli succede al trono uno dei suoi figli. I ternatesi nello stesso anno fanno pace con gli spagnoli, essi chiedono il ritorno del loro vecchio sultano, ancora prigioniero a Manila. Gli olandesi durante quest’anno non hanno flotte nelle Molucche, essi hanno 5 o 6 forti nelle isole di Ternate, Machien e Motiel e una guarnigione di appena 200 uomini in totale. I rapporti spagnoli descrivono la posizione olandese come molto precaria, vengono riferite diverse defezioni nelle fila degli olandesi, 6 o 8 soldati olandesi sono passati agli spagnoli nel 1626.13 Heredia, richiese a Manila il ritorno a Ternate del vecchio sultano, il governatore delle Filippine Niño de Tavora esprimette parere favorevole al ritorno del sultano, ma prima di eseguire un tale atto, richiese espressamente per lettera il parere del Re.14 Il sultano non ritornerà mai più a Ternate, perché morirà a Manila nel 1628.

LA SITUAZIONE DEI RELIGIOSI A TERNATE

Non è chiaro in quale anno (nel 1626 o nel 1628), ma sia il convento sia il contiguo ospedale reale che i francescani avevano fondato a Ternate, presero fuoco, con essi bruciò anche una considerevole parte del villaggio nativo. Sembra che i francescani dopo questa sventura volessero abbandonare Ternate, ma il governatore delle Filippine Juan Niño de Tavora, impedì loro il ritorno a Manila. Il governatore ordinò a Pedro de Heredia di riedificare il convento, cosa che egli fece in breve tempo e con cura particolare, questa volta esso venne ricostruito tutto in pietra.15 Nel 1626, Pedro de Heredia, riedificò a proprio costo, di calce e pietra, il convento dei frati francescani di Ternate (convento di San Antonio de Terrenate).16 Sembra che attorno a questi anni il convento degli agostiniani di Ternate venga abbandonato.17

IL “SOCCORRO” DEL 1627

I rinforzi per Ternate nel 1627 (fine 1627 o inizio 1628) erano composti da tre patacchi capitanati da Francisco Hernandez18, essi vengono attaccati in vista di Ternate da una grossa e ben equipaggiata imbarcazione olandese, due delle navi spagnole riescono a rifugiarsi sotto i cannoni della fortezza spagnola, ma la terza, quella dove era il capitano Hernandez, vista preclusa ogni via di fuga si lanciò all’attacco della nave olandese, una galea fu inviata da Ternate per aiutare l’imbarcazione spagnola, la battaglia si stava mettendo bene per gli spagnoli, quando un colpo esploso dagli olandesi colpì la polvere che gli spagnoli avevano sul ponte della nave, questa prese fuoco e gli spagnoli furono costretti a gettarsi in mare da dove raggiunsero la vicina terra a nuoto. Nel frattempo la galea per paura del fuoco che divampava sull’altra nave spagnola, si era pericolosamente avvicinata alla nave olandese, gli uomini della galea presi dal panico si raggrupparono tutti su un lato della nave, ciò portò al capovolgimento repentino dell’imbarcazione, che in pochi minuti affondò. Gli spagnoli vennero duramente sconfitti in questa battaglia.19

Il governatore Tavora da notizia in una sua lettera al re che avvengono molte diserzioni a Ternate a causa dei mancati pagamenti delle paghe ai soldati e della grande mancanza di viveri di cui soffrono le guarnigioni spagnole.20

Tra la fine del 1628 e l’inizio del 1629 vengono inviate a Ternate una galea e diversi patacchi. Una grossa e ben armata nave olandese cercò di provocare gli spagnoli scaricando colpi di artiglieria verso il forte spagnolo, così Pedro de Heredia, sebbene abbia a sua disposizione imbarcazioni di gran lunga inferiori, decise di affrontarla. Heredia armò due patacchi e una galea e assaltò la nave olandese, gli olandesi ebbero la peggio e furono costretti ad una frettolosa ritirata verso Malayo, il comandante della nave olandese fu arrestato per la sua condotta. Nello scontro morirono alcuni soldati spagnoli e olandesi.21

Gli spagnoli tentarono di sviluppare la coltivazione dei chiodi di garofano, il governatore Tavora dichiarò di poter raccogliere almeno 50 bars di chiodi di garofano all’anno (che hanno un valore di 4.000 pesos alle Molucche), che se venduti sul mercato indiano potrebbero fruttare almeno 35.000 pesos.22

IL “SOCCORRO” DEL 1629

Alla metà di novembre 1629, il governatore delle Filippine D. Juan Niño de Tavora inviò a Ternate una flotta composta da due navi e un patacco cariche di provviste e altro materiale per le guarnigioni spagnole delle isole Molucche. La spedizione venne colpita, a due leghe da un porto (Mindanao ? Manados?) dove dovevano caricare riso e alimenti per la guarnigione di Ternate, da una violenta burrasca che portò alla perdita della nave “almiranta”. Il carico della nave venne comunque portato in salvo così come l’artiglieria. Le altre due imbarcazioni raggiunsero senza problemi Ternate.

Ciò avvenne grazie anche alle favorevoli circostanze, infatti, il governatore di Ternate, Pedro de Heredia, aiutato da truppe del re di Tidore teneva sotto pressione gli olandesi e i loro alleati ternatesi. Egli attaccò il villaggio “de los terrenates” nelle vicinanze del forte di Malayo, cosa che costrinse gli olandesi, che con una nave stavano pattugliando il mare in attesa del soccorso, ad allentare la guardia sul controllo delle navi di passaggio verso la città spagnola di Ternate. Grazie a questo le due imbarcazioni spagnole raggiunsero Ternate senza essere molestate dalle navi olandesi. A causa della perdita della nave “almiranta” altri due patacchi vennero in seguito inviati con provviste, ma solo il secondo raggiunse le isole.

Durante gli ultimi due o tre anni il potere olandese nei mari delle Molucche sembra essere stato molto fiacco, ma gli spagnoli sono molto allarmati dalle notizie che provengono da Ambon, da dove sembra che una grande flotta olandese sia in procinto di far vela verso Ternate: “Dezia se quedauan 30 naos del olandes en la isla de Ambueno y que de ellas llegariam la mitad a Terrenate para hazer Rey de los naturales (ayn ?) moro que quieren introduçir en el gouierno”.23

LA SITUAZIONE TRA IL 1630 E IL 1632

Dal luglio 1630 fino al 1632, sembra che poco o nessun rinforzo sia arrivato agli olandesi nelle Molucche. Questi anni vengono descritti come un periodo di pace nella travagliata storia degli avamposti spagnoli nelle isole delle spezie.24

Tra la fine del 1631 e l’inizio del 1632 furono mandati 4 patacchi di rinforzo alle Molucche e tutti arrivano con successo a Ternate. Pedro de Heredia vorrebbe essere rilevato dal suo incarico di governatore di Ternate. Anche durante questi anni gli olandesi sembrano meno forti nei mari delle Molucche. Comunque secondo Tavora le truppe di stanza alle Molucche sono sempre troppo poche per poter agevolmente combattere contro gli olandesi. Per poter far fronte alla potenza olandese (ma anche alle emergenti compagnie inglesi, danesi e francesi), Tavora suggerisce al Re l’unione delle armate spagnole con quelle portoghesi, egli chiede l’unione di Macao e Malacca al governo delle Filippine, solo così sarà possibile aver forze sufficienti per respingere gli olandesi.25

Nel 1632 sono stazionate alle isole Molucche 6 compagnie di soldati spagnoli. Le flotte che ogni anno vengono inviate a Ternate, con viveri e soldati per le guarnigioni, sono di gran lunga le spedizioni più rischiose e più costose per il tesoro spagnolo. Esse si devono muovere in mari infestati dalle navi nemiche olandesi, per cercare di risolvere questi problemi, la flotta di “soccorro” del 1632, viene inviata da Manila, su suggerimento di Pedro de Heredia, con una imbarcazione fortificata e di grandi dimensioni e difficilmente attaccabile dagli olandesi, grazie a ciò, la flotta giunge a Ternate senza incontrare pericoli.

Viene anche proposto al re di effettuare ogni tre anni una rotazione delle compagnie stazionate nelle Molucche.26 Juan Cerezo richiede al re di nominare un nuovo governatore delle Molucche al posto di Pedro de Heredia, ormai vecchio e ricco. Diversi aggiustamenti vengono proposti al re per abbattere le spese che la corona ha nel mantenimento delle guarnigioni nelle Molucche, tra le altre la soppressione delle galee ad esclusione della sola galea di Ternate, che vengono giudicate di pochissima utilità27 ed infine la soppressione di diversi incarichi inutili, come quello di capitano generale dell’artiglieria. Altra proposta è quella di definire con chiarezza la giurisdizione e i campi di manovra dei vari ufficiali.28 Gran parte di queste proposte saranno approvate dal Re di Spagna, come vedremo, nel 1635.

Nei primi mesi del 1633 venne inviato un importante “soccorro” a Ternate, esso consisteva in un grosso galeone ed era guidato dal capitano Don Jeronimo de Somonte, prima dell’arrivo a Ternate l’imbarcazione venne affrontata da due navi olandesi che stavano aspettando il soccorso per attaccarlo, vi fu uno scontro che finì a favore degli spagnoli. L’Audiencia rimarca l’importanza di aver inviato il soccorso in una grossa nave altrimenti esso sarebbe stato facilmente preda degli olandesi.29

Nel 1634 Lope de Colindres passò a Ternate nel galeone ‘capitana San Juan Baptista’, con la flotta del generale don Geronimo de Somonte. Durante questo viaggio la flotta spagnola ebbe un duro scontro con un imbarcazione olandese che la stava aspettando per impedire l’arrivo del soccorso a Ternate. Lo scontro durò 5 ore e alla fine gli olandesi furono costretti a ritirarsi sotto la loro fortezza, secondo le fonti spagnole gli olandesi persero 30 uomini oltre a molti feriti, inoltre la loro nave venne gravemente danneggiata. Nello scontro Lope de Colindres ebbe a suo carico l’artiglieria sotto coperta che risultò di grande importanza nella battaglia.30

RISCHIO DI AMMUTINAMENTO

Nell’agosto 1633, i soldati della guarnigione spagnola di Ternate sono sul punto di ammutinarsi, questo principalmente, sembra a causa di un editto emanato dal commissario del Santo Uffizio, padre Manuel Rinto (Immanuel Rivero), che riguardava i peccati contro la natura e che comprendeva molti peccati. Egli aveva dato due mesi di tempo per espiare la proprie colpe ed era stato inteso dai soldati che anche il governatore Heredia avrebbe giudicato chi assolvere e chi no.31

Dalle Filippine furono prontamente inviati due grossi galeoni da guerra con una compagnia di volontari, truppe giudicate di altissimo livello. Al comando di questa spedizione fu messo l’ammiraglio Don Jeronimo de Tremonte. Nelle vicinanze di Ternate, le navi spagnole vengono attaccate da una nave olandese, che le stava aspettando nel porto di Malayo, lo scontro tra spagnoli e olandesi durò otto lunghe ore, ma alla fine gli olandesi furono costretti alla fuga con gravi perdite. Gli spagnoli in questo scontro perdettero 7 uomini incluso il pilota capo delle navi.32

Questa vittoria si rileverà importantissima per bloccare l’insurrezione della guarnigione di Ternate, che aspettava soltanto la sconfitta dei rinforzi spagnoli per ribellarsi al comandante e ai suoi ufficiali. Nel frattempo Heredia, coadiuvato dal sergente maggiore Juan Gonzalez de Casares Melon, aveva imprigionato 150 soldati ribelli, molti erano morti in prigione e 11 erano stati giustiziati, all’arrivo dei rinforzi soltanto 40 prigionieri erano ancora vivi, i sopravvissuti vennero inviati a Manila per essere giudicati. Le truppe volontarie rimasero a Ternate, e i soldati dei presidios furono riforniti di vestiti e cibo, più di 140 soldati furono sostituiti. Nel 1634 sono 600 i soldati spagnoli a guarnigione dei forti spagnoli nelle Molucche.33

Un brutto colpo arriva agli spagnoli dal mancato riconoscimento dei ternatesi del re di Tidore Cachil Varo, essi infatti riconoscono come re di Tidore il Cachil Borotalo, fedele alleato degli olandesi e che fino ad allora aveva vissuto nel forte Orange ed aveva servito gli olandesi come comandante navale. Cachil Varo, comunque sembra per il momento avere l’appoggio della maggior parte della popolazione e dei capi dell’isola di Tidore. Egli ha come propria principale residenza il suo forte di Tidore, che è di gran lunga il forte più importante dell’isola, più importante anche dei forti posseduti nell’isola dagli spagnoli. Heredia tenta di rimanere neutrale di fronte a questa disputa, ma il Cachil Varo lo accusa di essere, con la sua condotta, il responsabile della sollevazione. Comunque lo stesso Cachil si dichiara fermamente amico degli spagnoli. Don Juan Cerazo de Salamanca, si ripropone di inviare aiuti al Cachil Varo, con il prossimo “soccorro” nel mese di ottobre 1634.34

Il governatore Pedro de Heredia, in una lettera inviata al re e datata 13 maggio 1634, si lamenta per il miserevole stato dei rinforzi inviati alle Molucche da Manila. Nella stessa lettera Heredia, informa il re di una spedizione che gli spagnoli avevano fatto contro l’isola di Fafares, dove erano truppe ternatesi e olandesi. Al comando di questa spedizione era stato posto il sergente maggiore Juan Gonzalez de Casares Melon che con la galea di guardia e un buon numero di soldati di fanteria attaccò il forte nemico conquistandolo e distruggendolo oltre alle distruzione del forte nemico vengono uccisi 400 mussulmani e 150 vengono fatti prigionieri, inoltre vengono catturati 10 pezzi d’artiglieria, molti moschetti e archibugi.35

L’ORGANIZZAZIONE DELLE TRUPPE SPAGNOLE ALLE MOLUCCHE

Con un decreto del 1635, indirizzato al governatore delle Filippine D. Sebastian Hurtado de Corcuera, il re ordina di non inviare più carcerati nelle truppe destinate a Ternate, inoltre egli ordina l’avvicendamento ogni tre anni delle truppe nelle isole. Infatti lo schema è quello di inviare ogni anno due compagnie di fanteria (200 uomini) a Ternate per dare il cambio ad altre due, in modo che tutta la gurnigione delle Molucche, che ammonta a 600 uomini, possa essere rinnovata completamente ogni tre anni. Nello stesso decreto il re approva che il cambio delle truppe e il trasporto delle merci destinate a Ternate venga fatto tramite grossi galeoni da guerra, in modo che siano difficili gli attacchi da parte degli olandesi.36

A partire dal 1635, in base alla revisione delle paghe e razioni fatta dal nuovo governatore delle Filippine Corcuera, atto fatto proprio per tentare di ridurre le spese delle Molucche. Il guardiano dei magazzini reali, delle provviste, delle armi e munizioni per i forti di Ternate, riceve una paga di 300 pesos all’anno senza nessuna razione. Nei forti di Ternate dovranno esserci due aiutanti di fanteria, uno con una paga di 360 pesos all’anno e l’altro con una paga di 96 pesos all’anno (la paga di un soldato semplice). I soldati pampagos di guarnigione nelle Molucche dovranno ricevere una paga annuale di 48 pesos di 8 reali ciascuno. I soldati pampagos verranno inquadrati in due compagnie che saranno comandate dal maestro di campo e dal suo sergente maggiore, ognuno dei quali riceverà una paga di 250 pesos all’anno. I due alfieri delle truppe pampagos riceveranno ciascuno 150 pesos all’anno. Ogni sergente dei pampagos riceverà 120 pesos all’anno. Viene poi abolita la figura di capitano dell’artiglieria.37

Il chirurgo dell’ospedale reale di Ternate riceve una paga di 600 pesos all’anno, senza razione. Il capitano del campo riceve una paga annuale di 150 pesos. Il notaio militare, che fino ad adesso ha ricevuto una paga di 200 pesos all’anno non avrà più diritto ad una paga; anche i quattro sostituti non avranno più diritto ad una paga. Il capo cannoniere dell’artiglieria avrà diritto ad una paga di 250 pesos. I capitani delle galee vengono aboliti, i loro incarichi saranno presi dal maestro delle galee, che riscuoterà i redditi reali e renderà conto di essi, egli riceverà una paga di 250 pesos, gli spetteranno poi le razioni giornaliere solo quando sarà imbarcato, altrimenti no. Il nostromo delle galee riceverà una paga di 200 pesos e le razioni solo quando sarà imbarcato. Il nostromo in seconda delle galee riceverà una paga annuale di 150 pesos e 30 “gantas” di riso, quando a terra, mentre le usuali razioni se imbarcato. Le guardie e i corporali delle galee vengono aboliti, perché inutili. Il capitano delle galee riceverà 200 pesos all’anno più l’usuale razione se imbarcato. I piloti che navigano tra queste isole riceveranno una paga di 500 pesos oltre alle razioni. I marinai spagnoli riceveranno una paga di 100 pesos all’anno oltre alla razione ordinaria se imbarcati, mentre i marinai indiani riceveranno 48 pesos all’anno oltre alla razione consueta.38

Nei forti di Ternate ci sono 6 compagnie di fanteria spagnola, con 5 capitani, mentre il comandante della sesta compagnia è il governatore delle isole. Ci sono poi 6 alfieri, 6 sergenti, 24 posti minori e 480 soldati, cioè 80 soldati per ogni compagnia. Per finire ci sono 2 aiutanti del sergente maggiore.39 Nel 1635, i rinforzi inviati a Ternate sono composti da 200 soldati spagnoli e 100 pampangos inquadrati in tre compagnie.40 Pedro de Heredia sarà governatore di Ternate fino al 1636, infatti esiste un documento firmato da Pedro de Heredia, governatore di Ternate, datato Ternate, 11 maggio 1636.41 Pochi mesi dopo il suo ritorno a Manila, Pedro de Heredia morì, egli lasciò tutte le sue proprietà alla carità.

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 1633-08-12” FILIPINAS,48,N.67 blocco 1 foglio 31

2 (Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxiv-clxvii “Relacion de los servicios del Almirante Padro de Heredia, 4-10-1634” AGI 67-6-8) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50)

3 (AGI “Nombramiento de Pedro de Heredia, 24-12-1620” Contratacion, 5788, L.2, F.246v-247v AGI “Real Provisión, 24-12-1620” Indiferente, 450, L.A6, F.125-126)

4 (Pérez pp. 622-623)

5 (Pérez p. 623)

6 (“Lettera di Felipe IV a Don Juan Niño de Tavora, Madrid 3 settembre 1627” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22 pp. 146-)

7 (“Lettera di Fernando de Silva al Re Filipe IV, Manila 4 agosto 1625” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 67)

8 I documenti olandesi indicano come data d’arrivo il 6 marzo 1625(Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” Vol. II, p. 37, 41)). (AGI: Filipinas,20,R.19,N.122 “Pedro de Heredia sobre situación de Terrenate 4-04-1625”) (Dutch-Asiatic shipping II pp. 50-53)

9 (AGI “Carta de la ciudad de Manila sobre varios asuntos, 03-08-1625” Filipinas,27,N.129)

10 (“Lettera di Felipe IV a Don Juan Niño de Tavora, Madrid 3 settembre 1627” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22 p. 147)

11 (“Lettera di Fernando de Silva a Felipe IV, 30 luglio 1626” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 93-94) (AGI: Filipinas,20,R.19,N.122 “Pedro de Heredia sobre situación de Terrenate 4-04-1625”) (Generale Missiven I p. 217)

12 (“Lettera di Fernando de Silva a Felipe IV, 4 agosto 1625” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 69-70)

13 (“Relazione del 1626” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 130-132)

14 (AGI: “Carta de Niño de Távora sobre liberar a rey de Terrenate, Manila 30-10-1626” Filipinas,20,R.20,N.151)

15 Vedi: (“Entrada de la seraphica religion de nuestro P. S. Francisco en las Islas Filipinas” pp. 45-46, manoscritto del 1649, pubblicato in: Rentana, W. E. “Archivo del bibliófilo filipino” Tomo 1) (“Lettera del governatore Tavora a Felipe IV, Manila 4 agosto 1628” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, p. 270) (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 306)

16 (Pérez pp. 629-631)

17 (Fr. Juan de Medina “History of the Agustinian order in the Filipinas Islands” 1630 (pubblicato: 1893, Manila) In: Blair vol. 24, p. 155 e anche Blair vol. 24, p.15)

18 Egli era un veterano di Ternate, aveva servito (come soldato, sergente, alfiere, aiutante e capitano di fanteria) per venti anni nei presidi delle Molucche. Viene nominato oltre che comandante della flotta di “soccorro” anche capitano di una compagnia di fanteria spagnola e comandante delle galee reali, entrambe queste cariche sono assunte in sostituzione di Pedro Tufiño. Tutte queste cariche gli vennero conferite il 29 ottobre 1627 dal governatore Tavora. (“Rapporto delle promozioni fatte dal governatore Tavora” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, p. 232)

19 (“Relazione del 1627-1628” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 201-202)

20 (“Lettera del governatore Tavora a Felipe IV, Manila 4 agosto 1628” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, p. 264)

21 (“Relazione del 1628-1629” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 22, pp. 304-305)

22 (“Lettera del governatore Tavora a Felipe IV, Cavite 1 agosto 1629” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 23, pp. 29-32)

23 (AGI “Carta de Niño de Távora sobre Japón, Terrenate, Mindanao…, 30-07-1630” FILIPINAS,8,R.1,N.9) anche in: Blair vol. 23, pp. 95-96

24 (Blair vol. 23, p. 92)(“Events in Filipinas, 1630-1632” In: Blair vol. 24 p. 229)

25 (“Lettera di Don Juan Niño de Tavora a Felipe IV, 8 luglio 1632” pubblicata in: Blair vol. 24, pp. 217-220)

26 A tale scopo ogni flotta di “soccorro” imbarcherà due nuove compagnie di fanteria in modo da sostituire due compagnie per anno/”soccorro” cosa che ogni tre anni porterà al completo ricambio dei soldati presenti nei presidi.

27 In una successiva lettera, Cerazo, dichiara di aver cambiato parere sull’utilità delle galee e dichiara che esse sono utili per aiutare le guarnigioni di Ternate in caso di bisogno. (“Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair vol. 24, p. 329)

28 (“Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 14 agosto 1633” pubblicata in: Blair vol. 24, pp. 279-285)

29 (AGI “Carta de la Audiencia sobre gobierno, 08-08-1633” Filipinas,21,R.7,N.23)

30 (“Confirmación de encomienda de Tulaque. Expediente de confirmación de la encomienda de Tulaque en Cagayan a Lope de Colindres. Resuelto, [f] 24-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.2)

31 (“Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair vol. 24, pp. 330-334) (“Real Cedula, 6 novembre 1636” in: Blair vol.27 pp. 50-52)

32 (“Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair vol. 24, pp. 330-334) (“Real Cedula, 6 novembre 1636” in: Blair vol.27 pp. 50-52)

33 (Real Cedula, 10 marzo 1634, in: Blair vol. 25 p. 41)

34 (“Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair vol. 24, pp. 330-334) (“Real Cedula, 6 novembre 1636” in: Blair vol.27 pp. 50-52)

35 (“Real Cedula, 6 novembre 1636” in: Blair vol.27 pp. 50-52)

36 (Real Cedula, 5 novembre 1635, in: Blair vol. 25 pp. 46-47) (Nota a margine della “Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair vol. 24, p. 332) (“Lettera di Felipe IV a Courcuera, 11 ottobre 1636” pubblicata in: Blair vol. 27, p. 42)

37 (Revisione delle paghe e razioni fatta il 4 settembre 1635, nella Lettera del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera al re Felipe IV, 4 settembre 1635, in: Blair vol. 26 p. 201-213)

38 (Revisione delle paghe e razioni fatta il 4 settembre 1635, nella Lettera del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera al re Felipe IV, 4 settembre 1635, in: Blair vol. 26 p. 201-213)

39 (Lettera del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera al re Felipe IV, 20 giugno 1636, in: Blair vol. 26 p. 310)

40 (Lettera del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera al re Felipe IV, 30 giugno 1636, in: Blair vol. 26 p. 197)

41 (“Confirmación de encomienda de Pata, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Pata y Masi en Cagayan a Hernando López del Clavo. Resuelto, [f] 1667-11-10” FILIPINAS,53,N.9 foglio 56)

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Molucche 10 – Il governo di Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola a Ternate, 1636-1640

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

CAPITOLO DECIMO: IL GOVERNO DI PEDRO MUÑOZ DE CARMONA Y MENDIOLA, Marzo (?) 1636-Gennaio 1640

L’ARRIVO DI PEDRO MUÑOZ DE CARMONA Y MENDIOLA A TERNATE

Il nuovo governatore di Ternate D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, nominato “alcayde”, governatore e “castellano” di Ternate, partì dal porto di Cavite il 9 gennaio 1636. A bordo della sua nave era anche una compagnia di fanteria spagnola. Egli giunse a Ternate il 7 marzo 1636 e governò Ternate fino al 22 gennaio 1640.1

IL COSTO DELLE GUARNIGIONI DELLE MOLUCCHE

Il costo della lotta contro gli olandesi e del mantenimento delle guarnigioni spagnole delle Molucche rappresenta più di un terzo di tutte le spese delle Filippine. Le spese militari sono quelle che incidono di più nel bilancio delle Molucche, il castellano e governatore delle Molucche riceve 2.750 pesos, i due aiutanti del sergente maggiore 850 pesos ognuno. Ci sono poi 7 compagnie di soldati di fanteria per un totale di 570 soldati. I capitani di ogni compagnia ricevono ciascuno 600 pesos. Ogni alfiere 240 pesos, ogni sergente 120 pesos, ogni corporale riceve 30 pesos in più della normale paga dei soldati. Inoltre ogni compagnia riceve 30 scudi in addizione alla normale paga. Il costo totale di ognuna di queste compagnie è di 9.809 pesos.

Nei presidi delle Molucche ci sono inoltre due compagnie di fanteria “Pampangos” con 200 soldati. Ogni capitano riceve 288 pesos, ogni alfiere 192, ogni sergente 144 e ogni soldato di fanteria 72 pesos. Queste due compagnie di fanteria costano 13.312 pesos. Nel presidio di Ternate al libro paga ci sono anche un chirurgo la cui paga è di 664 pesos, un capitano d’artiglieria con una paga di 480 pesos, un “constable” con 300 pesos, un capitano del campo 330 pesos, un notaio di guerra 200 pesos, un ragionere e fattore 1.150 pesos, un capo impiegato 400 pesos, un altro impiegato 150 pesos, un notaio del tesoro reale 250 pesos, un contabile e capo paghe 523 pesos, 20 marinai 150 pesos e una “ganta” di riso per uno, una “cura” 50.000 maravedis, un sacrestano 25.000 maravedis e sette religiosi, 4 francescani e 3 gesuiti, ai quali sono dati 1.330 pesos. L’ammontare totale delle spese delle guarnigioni delle Molucche è di 97.128 pesos, 3 reali.

I due capitani delle due galee di Ternate ricevono ognuno 699 e mezzo pesos. Ogni galeea ha un capo che riceve 170 pesos, un maestro delle galee che riceve 300 pesos, un nostromo 250 pesos, un aiutante del nostromo 217 peso e mezzo, un “alguaçil” 230 pesos, un fabbricante di remi 230, 3 marinai ognuno 133 pesos, infine ci sono i circa 180 carcerati addetti alla galea che ricevono ciascuno 27 pesos e 2 reali oltre a 3 pesos in vestiti. Il mantenimento di ogni galea di Ternate costa in totale circa 7.500 pesos.2 Le spese per l’ospedale di Ternate ammontano a 1.000 pesos.3 Il costo totale che la corona di Spagna deve sostenere per il mantenimento delle Molucche ammonta a circa 290.000 pesos.4

UNO SCONTRO NAVALE CON GLI OLANDESI

Nel gennaio del 1637 (o nel corso dell’anno 1636 come è riportato nei Meritos di Pedro Fernandez del Rio) una nuova flotta di “socorro” venne inviata a Ternate essa era composta da 2 grandi navi, un “patache” e una galera (nella lettera di Corcuera vengono indicati due patacchi e nessuna galea5 e diversi6 grossi “champanos” al comando era il generale Hieronimo Enriques Sotelo (Geronimo Henriquez) che era imbarcato sul galeone San Luis, mentre sull’altro galeone era l’ammiraglio Don Pedro de Altomonte (che aveva partecipato anche alla spedizione dell’anno precedente), mentre al comando del “patache” era Don Alonso de Alcoçer. Infine al comando della nuova galea “San Francisco Xavier” era Rafael Gomes.

Parteciperà a questo “socorro” anche Pedro Fernandez del Rio, che poi in seguito ritroveremo come governatore delle Molucche. A bordo delle navi erano 200 soldati di fanteria spagnoli e 200 marinai. Due navi olandesi che erano a Ternate, e che stavano aspettando la flotta spagnola per attaccarla, alla vista della grossa flotta, si rifugiarono al riparo dei cannoni della loro fortezza di Malayo. Dopo aver sbarcato i rifornimenti, le navi spagnole tentarono una sortita, i galeoni e le galee attaccarono gli olandesi e bombardarono “desde las diez del dia hasta puesto el sol” sia la fortezza sia le due navi olandesi7, l’attacco spagnolo provocò pesanti danni sia al forte che alle navi, nello scontro la nave almiranta spagnola, dove era a capo dell’artiglieria Fernández del Rio, subì dei danni e gli spagnoli ebbero un marinaio ucciso. Questa azione provocò enorme impressione tra gli abitanti delle isole, anche il re di Tidore si congratulò con il generale Hieronimo Enriques Sotelo (Geronimo Henriquez) e con l’ammiraglio D. Pedro de Altomonte. Diversi soldati olandesi disertarono e si rifugiarono nel forte spagnolo, essi verranno inviati a Manila con i due galeoni. Dopo questo scontro i due galeoni e il patacco ritornarono a Manila senza però portare chiodi di garofano perché in quest’anno non c’era stato nessun raccolto. A Ternate rimase invece la galea che affiancò l’altra già presente a Ternate.

Poco dopo la partenza dei galeoni spagnoli anche le due navi olandesi presero il largo, ma durante una calma di vento vennero prontamente attaccate dalle due galere8 spagnole, durante lo scontro una della navi era quasi per essere sopraffatta, ma un repentino aumento del vento permise alle due navi di disimpegnarsi. Giungono inoltre notizie di una ribellione in atto contro il re di Manados, alleato degli spagnoli, che in quest’occasione chiese aiuto al governatore Mendiola. Da Manados giunse anche il figlio sedicenne o diciassettenne del re inviato a Ternate per essere educato tra gli spagnoli, infine il re chiese l’invio di frati per battezzare i suoi vassalli. Prontamente Mendiola inviò a Manados gli aiuti richiesti e con loro fu mandato il gesuita padre Pantaleon.9

Alla fine di ottobre del 1638, un champan portò da Ternate buone notizie. Infatti il sergente maggiore Francisco Hernandez aveva fatto un raid contro in nemici con buoni risultati. Egli catturò a Macasar (Manados), i soldati spagnoli che l’anno prima avevano disertato assieme al capitano Ramos (che era stato poi ucciso durante una lite tra i disertori), essi vennero arrestati e messi alle galee.

I due galeoni del “soccorro” di Ternate, salparono nella notte del 21 novembre 1638, la nave portabandiera era la “San Luis”, mentre la nave ammiraglia era la “San Juan”, il comandante della flotta era Don Pedro de Altomonte, mentre l’ammiraglio era Don Alonso de Alçocer, partecipò a questa spedizione anche Pedro Fernández del Rio in veste di capitano e sergente maggiore, egli fu a capo della spedizione da Cavite fino a Zamboanga, dove cedette il comando a Don Pedro de Altomonte. La nave portabandiera ritornerà, assieme al patacco, da questa spedizione il 18 aprile 1639, mentre la nave almiranta, che aveva perso i contatti con le altre imbarcazioni vicino alla costa dell’isola di Celebes, fece ritorno il 30 maggio.10 Con le navi di ritorno da Ternate arrivarono anche 150 guerrieri dell’isola di Siao e 50 cristiani di Ternate che presero parte alle guerre nell’isola di Mindanao nel 1639.11 Il frate francescano Bartolomé de San Diego e il fratello Miguel de San Buenaventura, predicarono (tra il 1630 e il 1640) nelle missioni di Calonga e Tabuca, isole probabilmente parte dell’arcipelago delle isole Talud, situate tra Sulawesi e Mindanao.12

ALLEANZA TRA TERNATE E TIDORE

Nelle Molucche, i re di Ternate e Tidore hanno fatto pace e hanno formato un alleanza. Il governatore Mendiola, preoccupato da questi avvenimenti, inviò a Manila per chiedere aiuti, il padre Manuel Carballo, rettore del convento dei gesuiti di Ternate, egli arrivò a Manila l’undici agosto 1639. La causa di questo cambiamento radicale di politica da parte del re di Tidore sembra essere puramente formale, infatti le motivazioni date del re sono legate alla mancata consegna, negli ultimi 4 anni, del tradizionale regalo che ogni anno il re di Spagna inviava tramite il governatore delle Filippine al re di Tidore. Il rettore crede comunque che il re possa avere oltre a queste motivazioni altre motivazioni sconosciute e per questo più pericolose. Per risolvere la questione fu inviato a Ternate un nuovo governatore, Francisco de Figueroa.13

Nel 1639, un imbarcazione inviata a Ternate con a bordo diversi pezzi d’artiglieria, venne assalita da un violento temporale, la nave fu costretta a far ritorno al porto di partenza, dove a causa del maltempo tutta l’artiglieria venne persa.14 Il 31 ottobre 1639, giunse a Manila un altra imbarcazione proveniente da Ternate, essa portava cattive notizie per gli spagnoli, infatti era stato ucciso dai ternatesi e dai tidoresi, aiutati dagli olandesi, il vecchio re di Tidore, il cachil Naro, egli era stato deposto da Pedro de Heredia, ma il re di Spagna aveva ordinato di reinsediarlo al potere perché ritenuto più affidabile e fedele dell’attuale re di Tidore. Per paura di ribellioni vennero prontamente inviati rinforzi nelle isole, il 5 novembre 1639, partì la flotta di “soccorro” per le Molucche, a comandarla era il capitano Andres de Urbina la flotta era ben rifornita di uomini e provviste, venne inviato anche il patacco “San Nicolas” il capo pilota era il capitano Machado, inoltre sembra che siano state inviate diverse galee.15

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (AGI: “Informaciones, Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, 1649” Filipinas,61,N.26 fogli a12, h9)

2 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 pp. 128-130)

3 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 125)

4 (“Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 pp. 139)

5 (“Lettera di Corcuera a Felipe IV, 20 agosto 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 348)

6 Sono 6 secondo la (“Lettera di Corcuera a Felipe IV, 20 agosto 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 348)

7 Nei “Meritos: Pedro Fernández del Rio, 05-1647”, si parla di tre navi olandesi.

8 Al comando della vecchia galera era Don Agustin de Cepada.

9 (Pimpín, T. “Sucesos felices que por mar y tierra ha dado N.tro Señor a las armas Españolas en las Islas Filipinas contra el Mindanao y en las de Terrenate, contra los Holandeses por fin del año de 1636 y principio del de 1637” Pubblicato in: Rentana, W. E. “Archivo del bibliófilo filipino” Tomo IV pp. 134-136) (“Events in Filipinas, 1636-1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 pp. 312-314) (“Lettera di Corcuera a Felipe IV, 20 agosto 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27 p. 348) (“Events in Filipinas, 1637-1638” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 29 p. 32, 36) (AGI: “Meritos: Pedro Fernández del Rio, 05-1647” Indiferente,113,N.50)

10 (“Events in Filipinas, 1638-1639” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 29 pp. 150-152, 158) (“Meritos: Pedro Fernández del Rio, 05-1647” A.G.I. Indiferente, 113, N.50)

11 (“Events in Filipinas, 1638-1639” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 29 p. 158)

12 (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 309 e nota 90)

13 (“Events in Filipinas, agosto 1639- agosto 1640” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 29 pp. 195-196)

14 (“Lettera di Filippo IV a Corcuera, 4 agosto 1643” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 166)

15 (“Events in Filipinas, agosto 1639- agosto 1640” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 29 pp. 198-201)

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Molucche 11 – Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche, 1640-1663

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini

CAPITOLO UNDICESIMO: GLI ULTIMI GOVERNATORI SPAGNOLI DI TERNATE, 1640-1663

D. FRANCISCO SUÁREZ DE FIGUEROA Y ACEVEDO, gennaio 1640-1642

Il nuovo governatore D. Francisco Suarez de Figueroa era partito dalla Spagna per le Filippine nel 1608 assieme a D. Juan de Silva, con cui aveva legami di parentela ed aveva servito il re a Ternate durante il governo di D. Gerónimo de Silva.1 Egli succeddette a Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola il 23 gennaio 1640.2

Nel 1640 il costo che la corona di Spagna sopporta per il mantenimento delle Molucche è più di 230.000 pesos all’anno, così suddivisi: 97.128 pesos per i salari, 30.000 pesos per l’approvvigionamento, 4.000 pesos per i religiosi e gli amministratori del tesoro reale ed infine 100.000 pesos per la flotta.3

Durante il governo di D. Francisco Suárez de Figueroa arrivarono dall’isola di Celebes richieste di religiosi, secondo quello che scrive, da Manados, il frate francescano Juan Iranzo4 (Iranço) molti abitanti dell’isola (egli indica la cifra di 100.000 persone) vorrebbero diventare cristiani. Da parte di frate Iranço erano stati inviati a Ternate 13 o 14 capi di Manados per istruirli alla religione cattolica, essi vennero battezzati nel convento di San Antonio. Gli abitanti di Manados vengono descritti come estremamente industriosi, di robusta costituzione e di carnagione chiara, mentre l’isola è fertile e vi cresce in abbondanza il riso e anche gli altri cereali. A seguito di questa richiesta il governatore delle Molucche inviò a Manados un champan con 12 spagnoli e un religioso (frate Lorenzo Garraldo o Garalda5) per aiutare frate Iranço, si imbarcarono in questo battello anche i capi di Manados precedentemente battezzati a Ternate.6

Il soccorso del 1640 aveva come capitano generale delle navi e della galera, il vecchio governatore, D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola.7 Con lo stesso soccorso giunse anche Martín Sánchez de la Cuesta, l’appena nominato aiutante del sergente maggiore di Ternate.8

Il primo gennaio 1641, fece scalo nel presidio di Zamboanga (isola di Mindanao), la flotta di “socorro” inviata da Manila a Ternate, essa era composta da una galera, due “pataches” e otto “champanes”.9 Normalmente le truppe di soccorso alle Molucche vengono inviate da Manila durante i mesi di novembre-dicembre, perché quello è il periodo in cui soffiano i venti da nord. Il viaggio inverso (Molucche-Manila) viene invece effettuato a partire da metà maggio, quando i venti soffiano da sud.10

Nel 1641, Martín Sánchez de la Cuesta, servendo come aiutante del sergente maggiore, avendo gli olandesi e i ternatesi catturato un “parao” spagnolo tra il forte di Sancta Lucia e il “Rrio Grande”, venne inviato, su ordine del capitano don Francisco del Castello Caueza de Baca (che era capo superiore delle galere), all’inseguimento dei nemici con 15 spagnoli e altrettanti “merdicas”, ne seguì uno scontro armato dove gli olandesi furono messi in fuga e furono costretti a ritirarsi nella loro forza di Malayo.11

Nel 1642 alcuni villaggi (chiamati Meados) del regno di Manados si sollevarono contro gli spagnoli, sembra a causa del comportamento di alcuni commercianti spagnoli che erano là per acquistare provviste. Di questo sollevamento ne fecero le spese anche i francescani che avevano là una missione. Il frate Lorenzo Garraldo (Garalda) venne ucciso dopo 7 giorni di pene, il 13 febbraio 1642, assieme ad alcuni dei commercianti spagnoli, dagli isolani su istigazione degli stregoni del villaggio, mentre gli altri spagnoli assieme a frate Juan Yranzo riuscirono a fuggire.12

D. PEDRO FERNÁDEZ DEL RIO (che fa le funzioni), 1642-1643

Nel corso del 1642 venne inviata dalle Filippine a Ternate la consueta flotta di soccorso, essa era composta da un galeone (San Juan Bautista) e un patacco, al comando della spedizione era Pedro Fernández del Rio, generale del “socorro”. Gli olandesi che stavano attendendo i soccorsi spagnoli per attaccarli vennero respinti, grazie all’ottima condotta del comandante delle navi spagnole, Fernández del Rio, e furono costretti a ritirarsi nella loro fortezza di Malayo. Le due imbarcazioni spagnole con il loro carico giunsero salve nel porto di Ternate. Il comandante della spedizione, Pedro Fernández del Rio, venne poco dopo nominato, dal governatore delle Filippine, governatore delle isole Molucche, il vecchio governatore, D. Francisco Suárez de Figueroa, venne posto agli arresti.

Il governatore Pedro Fernandez del Rio dette a Martín Sánchez de la Cuesta l’incarico della difesa delle fortificazioni di Ternate. Durante un attacco olandese a due “caracoas” del re di Tidore che stavano caricando della merce, Martín Sánchez respinse con grande prontezza e rapidità i nemici salvando le due imbarcazioni tidoresi.13

Il breve periodo di governo di del Rio, fu costellato di scontri con gli olandesi e fu un periodo di fervente rinnovamento delle fortificazioni spagnole nell’isola di Ternate, infatti, sotto il suo governo fu rinnovato il forte di San Pedro, “retirada dela ciudad del Rossario de Therrenate puesto principal para su defensa”, il forte in questione era quello progettato al tempo di Juan de Esquivel e situato su di una collina alle spalle della città di Ternate. Venne terminato il “cavallero” di San Juan con il suo “reuellin”, la polveriera e la piattaforma, questo baluardo era quello che controllava il lato delle mura verso la campagna (“que barre todo el lienzo que mira a la campania”). Inoltre venne rinforzata la muraglia dal lato orientale “que mira ala parte del enemigo” il cui spessore fu aumentato a 4 piedi, sullo stesso lato venne rinforzato anche il “cavallero” del Cachil Tule che controllava tutta questa parte della muraglia e era anche a difesa dell’abitato indigeno che era situato fuori delle mura.

Venne poi costruita una galera, essendo quella presente vecchia e cadente, essa fu la prima costruita dagli spagnoli nelle Molucche ed era dotata di 14 “bancos”. Grazie alla presenza di questa nuova imbarcazione gli spagnoli riuscirono a fronteggiare efficacemente gli olandesi, che fino a quel momento avevano effettuato, con una loro imbarcazione leggera, diverse incursioni contro l’isola di Tidore e tenevano sotto tiro anche Ternate. Con la nuova galera invece gli spagnoli passarono al contrattacco riuscendo ad infliggere alcune dure sconfitte agli olandesi: in uno scontro navale venne catturata l’imbarcazione leggera olandese che tanto danno aveva fatto in precedenza agli spagnoli, questo scontro avvenne nelle vicinanze della fortezza olandese “a tiro de pieça de las fuerças del olandes” e vennero uccisi o catturati 6 olandesi e 60 indigeni oltre a tutta l’artiglieria della barca. Altre imbarcazioni vennero catturate in altri scontri dove gli spagnoli catturarono 167 uomini. A seguito di accordi con gli olandesi vennero liberate dalle prigioni olandesi 57 cristiani tra cui 18 spagnoli.

Erano presenti in quell’anno a Ternate 14 navi olandesi e un importante numero di soldati. Gli olandesi con circa 800 soldati tentarono un attacco contro gli spagnoli, ma grazie al coraggio del governatore e di alcuni capitani, le truppe spagnole riuscirono a fronteggiare le superiori truppe olandesi costringendole a ritirarsi nel loro forte. Durante i suoi due anni di governo, del Rio, mantenne cordiali rapporti con il Re di Tidore e con i suoi sudditi, inoltre amministrò con rettitudine la giustizia mantenendo la pace e l’amicizia tra spagnoli e alleati. Dopo l’arrivo del suo successore, Lorenzo de Olaso, don Pedro Fernández del Rio rimase a Ternate al comando di una compagnia di fanteria spagnola.14

D. LORENZO DE OLASO ACHOTEGUI, 1643-1649 (?)

Con il “soccorro” del 1643 con cui arrivò a Ternate il nuovo maestro di campo Lorenzo de Olaso arrivarono anche molti soldati di fanteria a rinforzare le difese dei presidi spagnoli, costantemente minacciati dagli olandesi. Questo si rese ancor più necessario dopo la notizia della caduta di Malacca in mano olandese. Facevano parte del “soccorro” del 1643 un galeone, due galee e un patacco. Una delle galee doveva lungo il tragitto fare un ambasciata al re di Macazar (forse Manados) per richiedere ferro, polvere da sparo e altri materiali da guerra, ma quest’imbarcazione fece naufragio e gli occupanti, che furono tutti salvati, si imbarcarono sulle altre navi. La spedizione giunse a Ternate senza problemi, nonostante la presenza di 4 navi olandesi, che però si guardarono dall’attaccare il convoglio spagnolo. Dopo l’arrivo a Ternate venne inviata l’altra galea a Macazar (Manados) dove il re promise di inviare presto le merci richieste a Ternate. Durante quest’anno gli olandesi non ricevettero aiuto dall’Olanda, solo due piccole imbarcazioni giunsero in soccorso degli olandesi a Ternate.15

Probabilmente con questo “soccorro” giunse a Ternate anche il gesuita spagnolo Fernando de Estrada, egli era partito da Manila nel gennaio 1643, il suo invio fu il primo tentativo degli spagnoli di passare la giurisdizione delle Molucche alla provincia gesuitica delle Filippine e toglierla a quella, portoghese, del Malabar. Le motivazioni sono da ricercare principalmente nella ribellione del Portogallo alla corona di Spagna. Il gesuita rimase a Ternate per quasi 2 anni, venne poi richiamato nel 1644 a Manila dal governatore Diego Fajardo che ristabilì al loro posto i gesuiti portoghesi.16

Nello stesso periodo, gli spagnoli sostituirono su ordine di Corcuera, governatore delle Filippine, il vicario portoghese, Tomé Alvares, con Don Fabian de Santillana y Gabilanes. Corcuera ci informa che in quegli anni erano presenti nei presidi delle Molucche sei compagnie di soldati spagnoli, due compagnie di pampangos e una compagnia di mardicas.17

Nel 1643, Lope de Colindres, essendo soldato della compagnia del maestro di campo don Lorenço de Olasso, si imbarcò con lui per Ternate, dove ebbe a suo carico il forte di San Lucas del Rumen. Tornò a Manila con la flotta guidata dal sergente maggiore Palomino.18

Nel 1644 la composizione delle truppe spagnole di stanza nei presidi delle Molucche era la seguente: un sergente maggiore, due aiutanti, sei compagnie di fanteria spagnola con 44 ufficiali e 560 soldati; un capitano d’artiglieria con 26 artiglieri; tre compagnie di fanteria “pampaga” con 18 officiali e 180 soldati e 20 “mardicas”. Mentre una compagnia di fanteria spagnola composta da 7 ufficiali, 100 soldati e 8 artiglieri venne imbarcata in quell’anno per Macasar (Manados ?).19 Alla fine di ottobre 1644 vennero inviati da Manila i rinforzi per Ternate.20

Ternate viene utilizzata anche come posto per esiliare persone indesiderate nelle Filippine. Il capitano D. Diego de Inojosa Villavicencio, venne esiliato a Ternate dal cancelliere del governatore Fajardo, D. Manuel Estacio Venegas, egli nell’ottobre 1647 riuscì a fuggire dall’isola imbarcandosi su una nave danese che era ancorata nel porto olandese di Malayo, con quest’imbarcazione raggiunse Batavia, qui a bordo di una nave olandese raggiunse l’Olanda e poi infine Madrid.21

D. PEDRO FERNÁDEZ DEL RIO (secondo termine), 1649 (?)

Nel 1648, il Re emise una “Real Provisión” concedendo al capitano e sergente maggiore Pedro Fernández del Rio il titolo di “alcaide de la fortaleza de Terrenate y gobernador de la gente de guerra de aquel presidio”, titolo che era rimasto vacante a causa della morte del capitano, Francisco Suárez de Figueroa y Acevedo.22

Questo secondo mandato di governo che venne affidato a Pedro Fernández del Rio ebbe una brevissima durata, secondo Colin-Pastells egli morì venti giorni dopo il suo arrivo a Ternate.23 Altri documenti però sembrano indicare cose diverse: D. Pedro Fernández del Rio certamente il 1 aprile 1649 era a Ternate e si firma come governatore.24 Il 3 agosto 1649 Pedro Fernandez del Rio era ancora governatore di Ternate perché nominò Miguel de Guinea capitano della galera ‘patrona’. Non lo era più il 14 aprile 1650.25

Alcune notizie su questo breve periodo di governo ci vengono fornite nella relazione dei meriti del capitano Martín Sánchez de la Cuesta: A partire dal 1649, Martín Sánchez de la Cuesta servì a Ternate con la sua compagnia, successivamente gli venne dato l’incarico di sergente maggiore. Fu quindi inviato su ordine del governatore Pedro Fernandez del Rio ai forti di San Lucas del Rumen e Chobo. Avendo ricevuto una richiesta di soccorso dal re di Tidore, Cachil Sayde, che aveva sotto attacco olandese e ternatese un suo villaggio, lo soccorse con truppe spagnole sbaragliando i nemici. Avendo poi avuto notizie di nuovi preparativi olandesi per un più massiccio attacco a Tidore, il governatore Pedro Fernandez del Rio, impossibilitato (era impegnato nella fortificazione di Ternate) ad intervenire direttamente in aiuto del re di Tidore inviò Martin Sanchez de la Cuesta a Tidore come capo dell’isola e con a carico la fortezza principale di Tidore chiamata Sanctiago de los Caualleros, del “fuerte Principal” (del Principe (?)) e di quello di Puli Cauallo.

In accordo con il re di Tidore fu deciso di attaccare gli olandesi a Malayo, l’attacco ebbe luogo, con 60 soldati spagnoli, alcuni “pampangos merdicas e siaos” e il re di Tidore con 100 tidoresi, e fu diretto verso il bastione del forte di Malayo che gli olandesi chiamano “Punta Real” (il bastione sul lato sud-ovest del forte), gli spagnoli ebbero qui un piccolo scontro con i difensori del bastione che furono costretti a rifugiarsi all’interno del loro forte. Poi uscì dalla fortezza di Malayo il capitano Juan Ruston (?) con 124 moschettieri olandesi, il re di Jilolo con 500 ternatesi, l’ambasciatore del re di Mindanao con 200 “moros” e il “sangaxe”, don Juan, governatore del “pueblo de los merdicas” con 200 uomini. Lo scontro che ne seguì fu una grande vittoria per gli spagnoli, che catturarono 94 olandesi tra cui il capitano olandese, degli olandesi solo 11 soldati riuscirono a fuggire (19 evidentemente furono i morti). Vista la disfatta il governatore olandese inviò altre truppe sotto il comando del capitano Pablo Andrea, che però non osò attaccare le truppe spagnole e rimase sotto la protezione delle mura del forte di Malayo (probabilmente questo episodio è avvenuto nel 1650). La vittoria spagnola e la cattura di un così grande numero di olandesi permise lo scambio di prigionieri, vennero riscattati sia soldati che marinai e anche due sacerdoti.26

D. FRANCISCO DE ESTEYBAR (che fa le funzioni), 1650 o 1652-1656

Sembra che D. Francisco de Esteybar abbia governato Ternate tra il marzo 1650 e il maggio 1656.27 Dopo la morte di Fernández del Rio, il governatore delle Filippine affidò ad interim il governo di Ternate al generale Francisco de Esteybar.28 Sembra che Francisco de Esteybar sia entrato in carica come governatore di Ternate il 10 marzo 1650.29 Il 4 giugno 1650 Francisco de Esteybar è governatore di Ternate.30 A conferma che governava Ternate nel 1650 è anche la sua dichiarazione: ‘el año de seis y cinquenta que tomé posesion de este govierno’31

Nel 1651, essendo giunta (tramite la flotta olandese giunta dall’Europa) la notizia della pace tra Spagna e Olanda, Martin Sanchez de la Cuesta venne inviato, su ordine del governatore di Ternate, a trattare presso il governatore olandese Gaspar Bandes Bogardes (Gaspar van den Bogaerde).

Le missioni gesuitiche delle Molucche e il collegio nell’isola di Ternate, nel 1654 passarono, infine, definitivamente sotto la giurisdizione delle provincia delle Filippine (Manila), fino a quel momento le missioni erano state soggette alla provincia gesuitica di Malabar (Cochin). Questo passaggio avvenne durante il governo di Manrique de Lara. La causa che portò a questa decisione fu principalmente la ribellione portoghese che staccò definitivamente il Portogallo dai domini spagnoli.32 Nel 1651 nell’ isola di Sanguil (o Calonga), dove il re, Don Juan Buntuan, era cristiano, venne inviato il frate francescano Joseph de Truxillo, qui egli con l’aiuto di un altro francescano Mateo Rodriguez costruì una chiesa e convertì molte persone.33

Dal 1653 al maggio 1656 fu governatore olandese delle Molucche Jacob Hustaert.34 Nel 1654, a Cavite, vennero terminati i lavori per la costruzione di una galera essa era stata iniziata sotto il governo del governatore Fajardo. Questa galera venne inviata a Ternate con il “socorro” di quell’anno e li rimase a difesa del presidio.35

Il “socorro” del 1654 fu abbondante, vennero inviati otto “champanes” carichi di soldati, munizioni, viveri e soldi. Erano presenti nei presidi delle Molucche sei compagnie di fanteria spagnola e tre compagnie di fanteria “pampanga”. I soccorsi giunsero in un momento cruciale, infatti era scoppiata l’ostilità tra i ternatesi e i tidoresi, a causa dell’aiuto dato da parte del re di Tidore, Cachil Sayde, a dei ribelli che si erano sollevati contro il sultano di Ternate.

Gli olandesi da sempre alleati del sultano di Ternate dichiararono guerra al re di Tidore. Il governatore spagnolo Esteybar, per contro si schierò con il re di Tidore, si rischiò una guerra tra le due parti nonostante il trattato di pace di Westfalia. Giunsero però poi ordini da Manila da parte del governatore Manrique de Lara di evitare uno scontro diretto con gli olandesi. Secondo gli ordini il re di Tidore doveva cessare immediatamente le ostilità contro ternatesi e olandesi e smettere di aiutare i ribelli. Se il re non avesse rispettato gli ordini veniva data autorizzazione ad Esteybar di catturare Cachil Sayde e detenerlo fino a che non avesse acconsentito agli ordini. Il re venne catturato dagli spagnoli e acconsentì a sospendere la guerra. Gli olandesi però non furono soddisfatti dall’esito e reclamarono la testa di Cachil Sayde, ma Esteybar si rifiutò di consegnarlo lasciandolo libero di governare Tidore.36 Probabilmente la ribellione di alcuni dei ternatesi era dovuta alle lotte di successione per il ruolo di sultano di Ternate. La successione poi avvenne con l’aiuto degli olandesi nel 1655.37

Il 7 dicembre 1654 Hernando López del Clavo venne nominato capitano di una delle due compagnie dell’armata di ‘socorro’ per Ternate, armata che era capitananta dal capitano Hernando Ponze de Viruez (‘regidor’ della città di Manila). Con questo incarico fece vela su Ternate, e poi nel viaggio di ritorno a Manila, su ordine del governatore di Ternate, Francisco de Esteybar, egli fece anche sosta nel regno di Siao, dove portò due religiosi. Durante il tragitto successivo verso le Filippine, sui bassifondi di un isola (l’isola di Cagayanes), fece naufragio la nave ‘capitana’. Ma grazie al pronto intervento di Hernando López del Clauo, gran parte degli uomini e del materiale imbarcato sulla nave ‘capitana’ vennero salvati e caricati sul suo battello.38

Nel 1654, ci informa Manrique de Lara che gli spagnoli avevano trattati di pace con i re di Macasar, Camboya, Tidore, Calonga, Manados, Mindanao, Jolo. Secono Lara, il re di Macassar era quello che si mostrava più amico degli spagnoli.39

Anche in questo periodo l’isola di Ternate veniva spesso utilizzata come luogo di confino, per esempio il capitano Onofrio Lombardo venne condannato nel 1656 a 10 anni di servizio come soldato a Ternate.40

LE MISSIONI DEI GESUITI

Nel 1655 tre sono i gesuiti presenti in questa missione, uno è il rettore della missione e vive nel collegio di Ternate da dove si occupa della cura spirituale delle guarnigioni spagnole e degli indigeni delle isole di Ternate e Tidore e del villaggio dei Mardicas. Gli altri due missionari si occupano delle tante stazioni delle altre isole. La principale e anche la più vecchia di tutte queste missioni è quella nel regno di Siao dove al momento ci sono circa 4.000 cristiani. Da questa missione il cristianesimo si è propagato in diverse altre isole vicine, ci sono villaggi cristiani nell’isola di Sanguil Baçar (chiamata anche Tabuco)41, nelle isole di Talaos42 e nell’isola di Matheo (Manados o Macasar). A Calonga (o nel vicino villaggio di Taruna) capoluogo dell’isola di Sanguil Baçar risiedeva un frate francescano ed era presente un presidio di spagnoli. A Manados, nel passato erano presenti circa 4.000 cristiani, adesso invece a causa dei continui attacchi da parte degli olandesi e dei ternatesi, la religione cristiana è quasi completamente scomparsa. Tutte le vecchie missioni nelle isole di Gilolo e Morotai sono da tempo abbandonate, sempre per causa delle guerre con gli olandesi.43

In un documento a firma del procuratore generale delle Filippine, Francisco Vello, viene affermato che il Re di Tidore è cristiano, ma ciò non è vero.44 Nel 1655 i gesuiti hanno tre preti nelle missioni delle Molucche, essi erano padre Vicente Choua, padre Francisco Miedes e padre Diego de Esquivel.45

DIEGO SARRIA LASCANO, 1656-1658

Nell’archivio di Siviglia esiste una relazione dei meriti di questo governatore, essa si riferisce però agli anni precedenti il suo governo a Ternate. Questa relazione ci informa che Sarria Lascano dopo aver servito nelle armate di Don Fradrique de Toledo e nei galeoni della “plata” ebbe licenza per passare alle Filippine e a Ternate, dove servì per nove anni in qualità di soldato, alfiere, capitano e ammiraglio. Si distinse particolarmente a Mindanao e a Jolo. Nel 1642, venne nominato ammiraglio del “socorro” che doveva essere inviato a Ternate. In seguito venne nominato “alcaide y castellano” di Ylo Ylo, governatore di Oton e “probeedor general” delle forze di Ternate, con questa carica soccorse per due volte in due anni i presidi delle Molucche.46 Il soccorso del 1656 venne regolarmente inviato, lo stesso era accaduto nei due anni precedenti.47

D. FRANCISCO DE ESTEYBAR (secondo termine), 1658-1659

Nella relazione dei meriti viene fatto anche un piccolo accenno al suo secondo mandato di governo a Ternate, in esso si fa notare che grazie alla sua esperienza e autorità egli sta sedando e componendo i disordini e i dubbi che i ternatesi (“los moros de aquella tierra”) alleati degli olandesi hanno introdotto nei “mori”, i tidoresi, alleati del Re di Spagna.48

GLI ULTIMI GOVERNATORI SPAGNOLI

Negli ultimi anni della presenza spagnola nelle Molucche si succedono diversi governatori dei quali non ci sono molte informazioni. Il primo è D. Francisco de Atienza Ibáñez che governerà per un primo periodo tra il 1659 e il 1660 (?) e poi sarà anche l’ultimo governatore spagnolo di Ternate.

Gli altri sono Francisco Prado de Quiros che governò Ternate tra il 2 maggio 1660 e il 15 dicembre 1660.49Juan de Chaves, che governerà per un breve periodo tra il 1660 e il 1661, e infine D. Agustín de Cepeda Carnacedo, che sarà governatore di Ternate tra il 1661 e il 1663.

Nel 1662, venne deciso lo smantellamento dei presidi di Zamboanga, Ternate, Calamianes e Iligan. Lo scopo era quello di concentrare le poche truppe disponibili sulla difesa di Manila, che si temeva attaccata di li a pochi mesi da un enorme flotta cinese.50

L’ABBANDONO DELLE MOLUCCHE

Nel dicembre 1662, il governatore delle Filippine Manrique de Lara scrisse al generale Francisco de Atienza Ibáñez, incaricato ad essere l’ultimo governatore di Ternate, le istruzioni per lo smantellamento dei presidi delle Molucche. Questa decisione venne presa per la paura di un attacco alle Filippine, dall’isola di Formosa, delle truppe di Koxinga. Il temuto attacco mai si materializzò.

Gli spagnoli si preoccuparono però di far capire e accettare agli olandesi e ai loro alleati che l’abbandono dei presidi non significava l’abbandono dei diritti di possesso che gli spagnoli avevano sulle Molucche, anzi gli spagnoli chiedevano, praticamente, che gli olandesi non solo non occupassero i forti spagnoli abbandonati, ma che anche impedissero a chiunque altro di farlo.51

Il 25 marzo 1663 arrivò a Ternate il nuovo e ultimo governatore spagnolo egli aveva il compito di far ritirare le guarnigioni spagnole dalle isole, di smantellare i forti e di trattare con gli olandesi i diritti che, nonostante l’abbandono e lo smantellamento dei presidi di Ternate e Tidore, gli spagnoli si riservavano di mantenere sulle isole Molucche. La flotta spagnola, questa volta, consisteva di 14 giunche vuote.52

In accordo con gli ordini di Manrique de Lara, lo smantellamento dei forti spagnoli doveva seguire un preciso criterio che era quello di trasportare tutto il materiale (munizioni, artiglieria ecc.) tolto dai forti smantellati “alas fuerzas del Rumen”53 nell’isola di Tidore, che doveva restare l’ultimo luogo da demolire, perchè era qui che era il porto più importante e più sicuro in mano agli spagnoli. Tutte le fortificazioni spagnole di Ternate e Tidore dovevano essere, secondo le intenzioni di Manrique de Lara completamente demolite e poi date alle fiamme. Tutto il lavoro doveva essere portato a termine entro il periodo del monsone “que no se pase la monson de la buelta”.54

Nelle “certificación” scritte dal governatore Francisco de Atienza Ibáñez a Manila e datata 10 dicembre 1666, vengono descritte le opere di smantellamento delle fortificazioni spagnole e la distruzione delle costruzioni nella città di Ternate. Furono demoliti i baluardi San Felipe, San Xpoual (= San Cristoval), Santiago, San Agustin (molto probabilmente è il nome del vecchio baluardo di Cachil Tulo), San Juan, San Lorenzo, Sant Pedro “retirada della” (cioè il forte costruito su di una collina dominante la città) e il “cubo” di Nuestra Señora. Furono anche demoliti il baluarte Don Xil (Gil) e il forte San Francisco Calomata. Mentre vennero date alle fiamme le case, le chiese e i conventi della città di Ternate.55

Il 29 maggio 1663 un ultima delegazione spagnola venne inviata al governatore olandese Van Voort. Capeggiava la missione il gesuita Diego de Esquivel, assieme a lui erano l’alfiere Juan Garcia, i capitani Francisco Sanchez e Nicolas Rodriguez e l’aiutante Francisco de Gayeta. Essi vennero ricevuti da parte olandese dal fattore maggiore e commissario Nicolant, dal fiscale Croon, dal fattore Jacobus, dal segretario di giustizia e dal predicante Jon Sabellius. Le trattative vennero condotte nella lingua latina.

Gli spagnoli riaffermarono i loro diritti sui presidi smantellati, affermarono che i diritti del Re di Spagna restavano immutati anche se non presidiava con truppe i suoi forti, inoltre affermarono che i ternatesi non potevano accampare diritti sui presidi spagnoli perché essi erano stati conquistati con la guerra e furono confermati alla stipula della pace con il trattato di Munster. Inoltre i diritti di “dominio” gli permettevano di fare quello che il Re voleva dei propri possessi anche distruggerli, senza però perdere il diritto di proprietà.

Gli olandesi replicarono chiedendo se in caso di occupazione da parte del sultano di Ternate dovevano difendere i possessi del Re di Spagna con le proprie armi, gli spagnoli dissero che il Re di Spagna aveva un proprio esercito e con questo avrebbe fatto valere i propri diritti su ognuno che gli avesse calpestati, senza con questo essere accusato di aver infranto la pace. Gli olandesi poi obiettarono che il distruggere e demolire completamente i propri palazzi e forti connotava l’intenzione degli spagnoli di mai più ritornare ad occupare questi luoghi, ma gli spagnoli replicarono che invece questa era la “mayor accion de dominio que podia hacer el Rey nuestro señor”. Gli olandesi al termine dei colloqui decisero di rimettersi alle decisioni di Batavia, per cui non avvallarono le richieste spagnole.56

Dalla corrispondenza tra Atienza e il governatore olandese di Ternate, Antonio Van Voort, è chiaro che gli spagnoli abbandonarono la città di Ternate il 29 maggio 1663, trasferendosi al Rume da dove scrissero diverse missive datate 30 maggio 1663. Per cui sembra plausibile che tra l’ultimo giorno di maggio e i primi giorni di giugno 1663, le ultime truppe spagnole lasciarono l’isola di Tidore. Era l’ultimo episodio di un rapporto iniziato 142 anni prima con l’arrivo a Tidore della spedizione di Magellano l’8 novembre 1521.57

Pochi giorni dopo che gli spagnoli avevano abbandonato Ternate, l’11 giugno 1663, il comandante olandese di forte Malayo e il sultano di Ternate Mandarsaha (Manlarsaha, Mandar Shah), visitarono i resti della città spagnola, essi trovarono una città fantasma, dove le mura erano state demolite, le case e i monasteri sia nel castello che nel quartiere dei Mardijkers erano state date alle fiamme. Anche il forte San Pedro era stato parzialmente distrutto anche se secondo il parere degli olandesi poteva essere riparato.58

Subito dopo la partenza degli spagnoli, il re di Tidore occupò i forti nella propria isola che gli spagnoli avevano abbandonato e tentato di distruggere. Un contingente di 40-50 soldati del re occupò il forte di Rum (Romi) nel momento in cui gli spagnoli se ne stavano andando. Il re di Tidore non contento di aver occupato i forti spagnoli della propria isola aveva mire anche sul castello di Gammelamme, in virtù del fatto che i suoi ancestori avevano collaborato, nel 1606, assieme agli spagnoli nella conquista del forte e per tale motivo si sentiva in diritto di occupare il forte.59 Il 18 giugno su invito del re di Tidore, il comandante olandese visitò assieme al re il forte spagnolo di Rum (Romy) trovandolo in ottimo stato, solo la scalinata e i balconi del forte superiore erano stati distrutti, alcune costruzioni erano state riempite di legna dagli spagnoli con la chiara intenzione di bruciare il tutto prima di partire, ma qualcosa o qualcuno (i tidoresi) aveva impedito loro di portare a termine i loro piani. Secondo la relazione olandese il forte di Rum (Romy) era formato da una fortificazione al livello della spiaggia chiamata “la piattaforma” che continuava verso l’alto in forma triangolare, a completamento di questa struttura erano tre piccoli ridotti. Anche il forte superiore era in buono stato e conservava intatte le proprie mura, sul lato che guardava il mare era presente anche un cannone di ferro.60

Il forte di Tahoela, venne donato dagli olandesi, dopo che gli spagnoli l’avevano abbandonato, al sultano di Tidore, qui egli stabilì la sua residenza, nel forte gli olandesi mantennero un corpo di guardia di 8-10 soldati.61 Secondo Pastells, Tahula (“la fuerza grande de esta isla”) venne occupata da Golofino a cui gli olandesi dettero 16 soldati come corpo di guardia. Gli altri presidi vennero distrutti ulteriormente dagli olandesi che utilizzarono gran parte delle pietre per migliorare le fortificazioni di Malayo.62

Secondo un rapporto olandese del 1707, dopo la partenza degli spagnoli il re di Tidore accettò la richiesta degli olandesi e la promessa di 300 Rs.s per demolire i forti di Tahoele, Romij e Tiobbe. Ma i forti non furono completamente smantellati, su richiesta del re, approvata dalla compagnia il 19 gennaio 1666, il forte di Tahoele venne mantenuto come residenza reale. Inoltre venne ordinato dalla compagnia di non procedere con la distruzione dei forti di Romij e Tjobbe ma di lasciare le loro mura alte la metà dell’altezza di un uomo e di dare al re una somma più bassa (200 rs.s) delle 300 Rs.s promesse. Il forte di Tjobbe era quello dove nel 1707 il corpo di guardia europeo del re era stazionato, e non era tenuto come una fortezza. Mentre il forte di Tahoele era ancora discretamente conservato essendo stato riparato dal re recentemente deceduto Hamza Faharoedin.63

Esiste nell’archivio General de Indias di Siviglia un interessante carteggio sulle Molucche, nato da una richiesta fatta da un inviato di tre sultani delle Molucche (Ternate, Tidore (Taduri) e Bachian) di ritornare sotto la protezione spagnola. L’inviato dei sultani giunse a Zamboanga probabilmente nel 1778. L’inviato dei sultani portava con se una lettera dei sultani di Taduri (Tidore) e Bachan (datata agosto 1778), oltre a una bottiglia d’acqua della fonte di Taroula e un sacco di terra dell’antico forte degli spagnoli. Dal fatto che a scrivere la carta siano appunto i due sultani di Tidore e Bachan sembra che fossero in effetti soltanto questi due sultani gli artefici di quest’iniziativa.64

GLI SPAGNOLI NELL’ISOLA DI SIAU

Nel 1671, una piccola guarnigione spagnola (un capo con 14 soldati) fu inviata nell’isola di Siau, per la protezione del re dell’isola, Francisco Xavier Batahi. Nel 1677 quando gli olandesi conquistarono l’isola, la guarnigione spagnola venne fatta prigioniera e con essa vennero catturati tre gesuiti, i frati Cebreros, Español e Turcotti, sia i soldati che i frati furono prima trasportati a Ternate e poi a Manila.

Poco prima della conquista olandese dell’isola, il padre Manuel Español scrisse (1 settembre 1677) un interessante lettera al governatore delle Filippine, informandolo della necessità di migliorare le difese del forte e di aumentare il numero dei soldati di guarnigione. Nel marzo 1677 erano arrivate a Siau delle caracoas con una lettera del governatore in cui manifestava l’intenzione di aumentare la reputazione della Spagna migliorando le difese del forte dell’isola, ma i suoi buoni propositi erano stati vanificati da una cedola reale in cui veniva chiesta la riduzione delle spese della guarnigione.

Il padre Español consigliò al governatore un modo per aumentare il numero di soldati a guarnigione senza aumentare le spese di gestione del presidio, il suo consiglio è quello di porre a capo del presidio un alfiere (come veniva fatto prima a Caurima o Tarruna)65 o un sergente maggiore. Così facendo con i soldi risparmiati per la paga del capitano si potevano aggiungere 4 soldati spagnoli alla piccola guarnigione di 8 soldati spagnoli al momento presente, oltre ad aggiungere 8 soldati pampangos ai 4 presenti, di modo che la guarnigione presente poteva raggiungere il numero di 25 uomini compreso il capo senza incidere nel totale della spesa. Español, giudicava, che con questo accorgimento e con tre pezzi d’artiglieria la guarnigione potesse far fronte in maniera decente a eventuali problemi.

Español manifestava poi le sue paure per un supposto attacco da parte dei ternatesi, che sembra volessero vendicarsi di uno sgarbo ricevuto dai re di Siao e Tabuca. Inoltre il re di Tabuca, cachil Gadma (Re di Tabuca, Tagolanda e Talaos), aveva chiesto protezione agli spagnoli promettendo di convertirsi al cristianesimo assieme ai suoi sudditi. Español pregustava già la possibilità di conversione di migliaia di persone perché il regno di Tabuca controllava una buona parte della zona nord dell’isola di Celebes. Egli giunse anche a prospettare uno spostamento del presidio a Tabuca “por ser mexor tierra y donde los españoles estarian mas contentos”.

Il lavoro dei gesuiti, a Siao e nelle isole vicine, aveva comunque portato già diversi frutti, infatti erano state convertite circa 700 persone nel villaggio di Caiuhice (Kauhise, Siao), altre 500 erano state battezzate a Cauripa (regno situato nell’isola di Celebes) e infine altri 200 cristiani erano presenti a Talaos nell’isola di Cabisua.

Le paure di Español su di un attacco ternatese al piccolo avamposto si materializzarono nel novembre dello stesso anno, quando una flotta di imbarcazioni olandesi e ternatesi conquistarono il piccolo presidio spagnolo. Quest’evento pose termine alla presenza spagnola nelle isole Molucche.66

I MARDICAS

Gli abitanti della città spagnola di Ternate, all’abbandono dei presidi spagnoli nelle Molucche, si trasferirono nelle Filippine. Queste persone erano conosciute come Márdicas (Márdikas). I “mardicas” (hombres de mar), che abitavano la città spagnola di Ternate, e che erano sempre stati fedelissimi agli spagnoli, si trasferirono a Manila, dove trasferirono anche l’immagine sacra e venerata del “Santo Niño de Ternate”. Essi inizialmente sembra che si stabilissero vicino alle mura di Manila, in un quartiere chiamato Bagumbayan (=Pueblo Nuevo, (Ermita) dove oggi si trova il parco della Luneta). Dopo l’invasione inglese del 1762, per migliorare le difese di Manila, fu deciso di liberare lo spazio attorno alla muraglia, e questo comportò lo sgombero del villaggio di Bagumbayan (Ermita). La popolazione venne trasferita in un nuovo villaggio nella provincia di Cavite nella barra di Maragondon, dove fondarono la cittadina di Ternate.67

I Mardicas erano gli abitanti dei presidi spagnoli delle Molucche che seguirono gli spagnoli al momento dell’abbandono delle isole nel 1663. Essi secondo La Concepción68 parlavano tre linguaggi: spagnolo, tagálog e il loro proprio dialetto. Erano ferventi cristiani e fedeli devoti di San Francesco Saverio. Essi hanno mantenuto le loro usanze e il loro dialetto.

Scritto da Marco Ramerini.

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

NOTE:

1 (Pérez, pp. 631-632)

2 (AGI: “Informaciones, Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, 1649” Filipinas,61,N.26 foglio a12)

3 (“Commerce between the Filipinas and Nueva España” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 30 p. 47)

4 Frate Irazo soggiornerà nelle Molucche e a Manados per sei anni dal 1639 al 1645. (“News from Filipinas, 1640-1642” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 122 nota 28)

5 Egli era giunto a Ternate nel 1638 e qui aveva vissuto per alcuni anni nel convento dei francescani. (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 308 nota 88)

6 (“News from Filipinas, 1640-1642” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 122-123) (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 308)

7 (AGI: “Meritos: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, 29-12-1655” Indiferente,116,N.48) (AGI: “Informaciones, Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, 1649” Filipinas,61,N.26)

8 (In: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI FILIPINAS,51,N.1 fogli 49, 56-60, 64-68)

9 (Magisa, Raimundo “Succeso raro de tres volcanes” Imp. de la Compañia de Jesús, 1641, Madrid, Spagna. Stampato in Rentana, W. E. “Aparato bibliográfico de la Historia General de Filipinas” vol. I p. 117)

10 (“Reforms needed in Filipinas” in Blair vol. 19 pp. 33-34)

11 (In: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI FILIPINAS,51,N.1 fogli 49, 56-60, 64-68)

12 (“Early Franciscan Missions” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 308 e nota 88)

13 (“Confirmación de encomienda de Caraga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Caraga, Surigao y Sidarga en Cebu a Martín Sánchez de la Cuesta. Resuelto, [f] 19-06-1659” Filipinas,51,N.1)

14 (“Meritos: Pedro Fernández del Rio, 05-1647” A.G.I. Indiferente, 113, N.50)

15 (“Events in the Filipinas, 1643-1644” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 177 e 182)

16 (Doc. Mal. III p. 38*) (Colin-Pastells “Labor Evengelica” vol. III, p. 805 nota n°1)

17 (Doc. Mal. III p. 10*) (Colin-Pastells “Labor Evengelica” vol. III, p. 806 nota n°1)

18 (“Confirmación de encomienda de Tulaque. Expediente de confirmación de la encomienda de Tulaque en Cagayan a Lope de Colindres. Resuelto, [f] 24-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.2)

19 (Pérez p. 641 nota n°1 che fa riferimento alla relazione di D. Diego Fajardo sullo stato delle isole Filippine nel 1644. A. G. I. 67, 6, 22) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 810 nota n°1)

20 (“Affairs in Filipinas, 1644-1647” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 35 p. 215)

21 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 538 nota n°1)

22 (AGI “Nombramiento de alcaide de Terrenate a Fernández del Río, 20-05-1648” Filipinas,347,L.3,F.195bisr-199v)

23 (“Carta de Diego Fajardo sobre corto socorro, 20-07-1652” AGI: Filipinas,9,R.1,N.16) (“Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 24-10-1666” AGI: Filipinas,52,N.4) (“Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14 foglio 104)

24 “Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 1655-12-09” FILIPINAS,50,N.52 fogli 10-11. Pedro Fernandes del Rio (Terrenate, 1 aprile 1649)

25 “Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 1655-12-09” FILIPINAS,50,N.52 foglio 13. Certificazione dei sevizi firmata da Francisco de Paz (Terrenate, 14 aprile 1650)

26 (In: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI Filipinas,51,N.1 fogli 49, 56-60, 64-68)

27 Questo secondo: “Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 24-10-1666” AGI: Filipinas,52,N.4. Sembra confermare il 1650 anche: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI FILIPINAS,51,N.1 foglio 11

28 (AGI “Carta de Diego Fajardo sobre corto socorro, 20-07-1652” Filipinas,9,R.1,N.16)

29 Secondo: “Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 24-10-1666” AGI: Filipinas,52,N.4 Sembra confermare il 1650 anche: “Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 1659-06-19” AGI FILIPINAS,51,N.1 foglio 11

30 “Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 1655-12-09” FILIPINAS,50,N.52 foglio 14. Biglietto firmato da Francisco de Estybar (Terrenate, 4 giugno 1650)

31 “Confirmación de encomienda de Siniloan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Siniloan y Mabitac en La Laguna de Bay a Juan Martínez de Arce. Resuelto. [f] 18-01-1687” FILIPINAS,55,N.14 blocco 2 foglio 39

32 (Doc. Mal. III p. 11*)(Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 805)

33 (“Description of Filipinas” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 36 pp. 196-197)

34 (Generale Missiven II p. 488 nota 2)

35 (Prieto Lucena “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663” p. 40)

36 (Prieto Lucena “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663” pp. 102-107)

37 Prieto Lucena cita una lettera di “Manrique de Lara al Rey, 19 luglio 1654” AGI, Filipinas, 285)

38 (“Confirmación de encomienda de Pata, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Pata y Masi en Cagayan a Hernando López del Clavo. Resuelto, [f] 1667-11-10” FILIPINAS,53,N.9 fogli 13-23, 43-45, 52-68, 78-80, 83-89, 95-96, 103-105, 108-109.)

39 (Prieto Lucena “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663” pp. 100-101)

40 (Prieto Lucena “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663” p. 47)

41 L’isola di Sanguil Baçar aveva quattro “regni” principali: Siao, Maganitos, Tabucan e Calonga. Il regno di Calonga ha due villaggi cristiani Calonga e Tarruma, qui gli spagnoli avevano avuto una guarnigione con 10 o 12 soldati spagnoli, che erano stati stazionati qui per difendere i due villaggi cristiani dagli attacchi degli abitanti musulmani della stessa isola. Il presidio spagnolo venne poi ritirato. Uno dei villaggi, quello di Calonga, che è governato dal suocero del re di Siao, resta ancora cattolico (ci sono circa 800 cristiani) e fedele alla Spagna e viene visitato regolarmente dai gesuiti che risiedono nella missione di Siao, inoltre vi risiede un frate francescano. L’altro villaggio, quello di Taruma, invece, è sotto il controllo degli olandesi. in questo villaggio ci sono adesso alcuni olandesi e un pastore protestante. (“Jesuit missions in 1656” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 28 nota 46 pp. 100-101 nel quale è citata la testimonianza dell’Auditor Francisco de Montemayor y Mansilla)

42Queste sembrano essere quattro isole vicine a Sangil e a Siao. Il capo delle isole è cristiano, così come circa 800 famiglie locali. (“Jesuit missions in 1656” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 28 nota 47 p. 101 nel quale è citata la testimonianza dell’Auditor Francisco de Montemayor y Mansilla)

43 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 803-817) (“Jesuit missions in 1656” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 28 pp. 99-102)

44 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 805)

45 (“Jesuit Missions in 1655” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 36 p. 58)

46 (AGI “Meritos: Diego Sarria y Lazcano. Relación de Méritos y servicios del almirante Diego Sarria y Lazcano, residente en las islas Filipinas. Observaciones: Añadido hasta 1650” 01-1647 Indiferente,113,N.37)

47 (AGI “Carta de la Audiencia sobre pérdidas de naos, Tunquín…” 15-07-1656 Filipinas,22,R.8,N.36)

48 (AGI “Meritos: Francisco Esteybar, 15-07-1659” Indiferente,118,N.24)

49 “Confirmación de encomienda de San Jacinto, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de San Jacinto y Magaldan en Pangasinan a Francisco Prado de Quirós. Resuelto. [f] 1666-12-23” FILIPINAS,52,N.14 blocco 1 foglio 70

50 (Prieto Lucena “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663” pp. 133-134)

51 (Doc. 26 890 “Copia de la carta que Don Saluniano Manrique de Lara escribió al gobernador de Terrenate… cuando se resolvió a retirar las fuerzas que guarnecian aquel presidio para resistir al tirano Cogsenga dándole instrucciones sobre las diligencias que habia de hacer con el gobernador holandés del Malayo para garantizar la propriedad y dominio que a la sazón, tenia S. M. en aquelles puertos y plazas. Se acompaña copia de las diligencias hechas a este fin por el general Don Francisco de Atienza Ibañez, a quien se cometió la retirada, y una relación del estado en que quedó el dicho presidio.” 9-12-1662 (Arch. Gen. De Indias, Filipinas, 9, R.2, N.34) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 811 nota n°1)

52 (Dagh-Register 1663 pp. 240-241)

53 Questo accenno, confermato poi da alcune relazioni olandesi, indica la presenza di più forti al Rume, sembra infatti che esistessero un forte in alto sulla collina e un’altro forte in basso prossimo alla spiaggia.

54 (A.G.I. “Manrique de Lara al gobernador de las fuerzas de Terrenate, 9-12-1662” Filipinas,9,R.2,N.34)

55 (AGI “Carta de Manrique de Lara sobre asuntos de guerra” “Traslado de carta de 9 de diciembre de 1662 de Sabiniano Manrique de Lara, al gobernador de las fuerzas de Terrenate, comunicándole la decisión de retirar las fuerzas que guarnecían aquel presidio para resistir a Cogsenia, tirano de las costas del reino de la china y dándole instrucciones sobre las diligencias que había de hacer con el gobernador holandés de Malayo para garantizar la propiedad y dominio español sobre esos puertos y plazas; diligencias hechas por el general Francisco de Atienza Ibañez, a quien se acometió la retirada, y relación del estado en que quedó dicho presidio. 1667, mayo, 6.” (Cat.20890) Filipinas,9,R.2,N.34)

56 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 811-812 nota n°1)

57 Secondo quello che riporta Jacobs, il 2 giugno 1663, gli spagnoli abbandonarono i forti delle Molucche, per concentrare tutte le loro forze sulla difesa di Manila. (Doc.Mal. III p. 2*)

58 (Van de Wall p. 259) (Dagh-Register 1663 pp. 531-532)

59 (Dagh-Register 1663 pp. 395-396)

60 (Dagh-Register 1663 pp. 531-532)

61 (Van de Wall p. 259; Doc. Mal. III pp. 660-661 Doc. n°215)

62 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 812 nota n°1)

63 (ARA: VOC 8076 Ternate 1707 p. 429-430)

64 La fonte di questi dati è il manoscritto: (A.G.I. “Gobernador Filipinas sobre los tres sultanes de Terrenate” Estado, 45, N. 5)

65 Doc.Mal III p. 721 riporta Tarruna, mentre Pastells “Labor..” riporta Caurima

66 (Doc.Mal. III p. 2* & 18*-19*) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 813-814 nota n°1 AGI 67-6-22)

67 (Montero y Vidal p. 327-328-329)

68 (Hist. de Philipinas, vii, p. 102) (“El ternateño de las Molucas” Revista Filipina primavera 2001, n°4)

Categorie
Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Molucche

Molucche 12 – Bibliografia sugli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677

Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie

Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23

Questo studio è formato da 11 capitoli:

1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche

2: La conquista di Ternate

3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609

4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610

5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612

6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617

7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620

8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623

9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636

10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640

11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche

12: Bibliografia

BIBLIOGRAFIA

DOCUMENTI NON PUBBLICATI CONSULTATI:

Archivo General de Indias, Sevilla. AGI:

– “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a Filipinas. Carta de Juan de Esquivel, maese de campo, al Rey, avisándole de su llegada a Filipinas con gente y otras prevenciones para ir a la conquista de Terrenate. Manila, 06-07-1605” Patronato,47,R.1

– “Capitulaciones con el rey de Terrenate. Copia de los puntos que componen las capitulaciones que se hicieron con el rey de Terrenate. Acompaña: Relación de las personas que se prendieron en Terrenate y llevaron a Manila. Terrenate, 1606” Patronato,47,R.11

– “Carta de Juan de Esquivel al Rey llegada a islas Molucas. Carta de Juan de Esquivel, maese de campo, al Rey, avisándole de su llegada y viaje a las islas Molucas. Terrenate, 09-04-1606” Patronato,47,R.2

– “Carta de Ruy Pereira Sangage al Rey de España. 1) Carta de Ruy Pereira Sangage al Rey de España, dándole gracias por la concesión de un pueblo que se le dio en la conquista de Terrenate, en atención a sus servicios. Terrenate, 2 de mayo de 1606. 2) Parecer de don Pedro de Acuña sobre la conducta y persona de Ruy Pereira Sangage. Terrenate, 02-05-1606” Patronato,47,R.16

– “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco. Carta de Juan de Esquivel al Rey, participándole los progresos conseguidos en las islas del Maluco desde que las puso a su cargo don Pedro de Acuña. Terrenate, 31-03-1607” Patronato,47,R.22

– “Carta de la Audiencia enviando la de Juan de Esquivel. Carta de la Audiencia de Manila: [Cristóbal] Téllez Almazán, Andrés de Alcaraz, Juan Manuel de la Vega, informando que mandan unos pliegos de Juan de Esquivel, maestre de campo, que había traído un fraile franciscano llegado de Terrenate (V. N.2) y petición de socorros al virrey de México. (Cat. 7446). Manila, 23-07-1607” Filipinas,20,R.1,N.12

– “Carta de Francisco de Uribe al Rey escasez ropas, socorros. Carta de Francisco de Uribe al Rey, avisándole de lo que está sucediendo en el Maluco con motivo de la escasez que tienen de ropas y socorros; trata también del estado en que se hallaba el presidio de Terrenate. Terrenate, 15-05-1608” Patronato,47,R.33

– “Carta del rey de Tidore a Rodrigo Vivero sobre el Maluco. Copia de carta del rey de Tidore a Rodrigo de Vivero, gobernador de Filipinas, informándole del estado en que se encuentra el Maluco, y del gran número de holandeses que allí llegan. En portugués. Tidore, 7-07-1608” Filipinas,7,R.3,N.36

– “Carta de Rodrigo de Vivero al Rey conquista de Maquén. Copia de un capítulo de carta de don Rodrigo de Vivero, escrita el 25 de agosto de 1608 a Su Majestad, en la que dice que el maese de campo Esquivel le avisa de que los holandeses se han apoderado de la isla de Maquén, la más rica del Maluco y que se necesita enviar una armada contra ellos. 25-08-1608” Patronato,47,R.27

– “Carta de Vivero sobre socorro a Juarez Gallinato. Carta de Rodrigo de Vivero, gobernador de Filipinas, diciendo que tras la pérdida de la isla de Maquien en manos holandesas, y ante el péligro que corre Terrenate ha decidido enviar un socorro al capitán Juan Júarez Gallinato, dejando lo de Mindanao para el año que viene. (Cat. 7859). Cavite, 25-08-1608” Filipinas,7,R.3,N.41

– “Carta de Juan de Silva sobre los holandeses y el Maluco. Carta de Juan de Silva, gobernador de las Filipinas, dando cuenta de cómo los holandeses son dueños de todo el Maluco y de la expedición que preparaba contra ellos. (Cat. 8377). Cavite, 05-09-1610” Filipinas,20,R.4,N.38

– “Informaciones: Lucas de Vergara Gaviria. Informaciones de oficio y parte: Lucas de Vergara Gaviria, maestre de Campo y gobernador de las fuerzas de Terrenate. Información con parecer. Manila, 1611” Filipinas,60,N.12

Testimonianze di: Fra Rroque de Barrio Nuebo, Fra Antonio Flores, Juan Tomas Maldina o Maldonado, F. (?) de Torralua, Don Fernando de Becerra, Baltasar de Ega ?.

– “Cartas del Virrey Luis de Velasco (El Hijo) (1607-1611). El Virrey a S.M., despachos para Filipinas y Japón. Descubrimiento de islas ricas. Provisión de oficiales en naos de Filipinas. Relación de lo del Maluco. Navío que se compró en el Japón. Castigo de indios alzados en Nueva Vizcaya. Despacho de la hacienda. Mexico, 18-03-1611” Mexico,28,N.13

– “Carta de Jerónimo de Silva a Juan Ruiz de Contreras. Carta de don Jerónimo de Silva a Juan Ruiz de Contreras, avisándole de su llegada a Terrenate, y de la fuerza que tenía el enemigo en aquellos mares e islas. Terrenate, 08-04-1612” Patronato,47,R.35

– “Carta del rey de Tidore al Rey de España. Carta del rey de Tidore al Rey de España, por mano del padre fray Cristóbal de la Concepción, franciscano, suplicando se le conteste a través del padre sobre el estado en que se hallaba aquel país. Tidore 20-04-1612” Patronato,47,R.36

– “Parecer de la Audiencia sobre Pedro de Heredia. Parecer de la Audiencia de Manila: Juan de Silva, [Cristóbal] Téllez Almazán, Andrés de Alcaraz, Manuel de Madrid y Luna, Juan Manuel de La Vega y Juan de Alvarado Bracamonte, recomendando al almirante Pedro de Heredia para la plaza de sargento mayor del real campo de Manila o de general de las galeras, con salario competente. (Cat. 8792). Manila, 20-07-1612” Filipinas,20,R.6,N.50

– “Carta de Silva sobre mala situación en Terrenate. Carta de Juan de Silva, gobernador de Filipinas, dando cuenta del mal estado en que se encuentran las cosas de Terrenate, pide se le envíe una escuadra de navíos que se una a las que allí se puedan disponer. (Cat. 9230). Manila, 19-07-1614” Filipinas,7,R.4,N.51

– “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar. Parecer de la Audiencia de Manila: Andrés de Alcaraz y Juan Manuel de la Vega recomendando a Esteban de Alcázar, capitán y sargento mayor, como maestre de campo con 3.000 pesos de tributos vacos o que fueren vacando. Esta recomendación no fue firmada por el presidente porque ya había recomendado para esa plaza a otra persona. Con duplicado. (Cat. 9395) Acompaña: Carta de Juan de Silva, gobernador de Filipinas, en contra de la recomendación dada por la Audiencia a Esteban de Alcázar por falta de méritos. Manila, 5 de agosto de 1615. Con duplicado (Cat. 9393). Manila, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57

– “Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Hagonoy y Calumpit a Esteban de Alcazar. Resuelto. [f] 21-10-1616” Filipinas,47,N.5

– “Confirmación de encomienda de Meycauayan. Expediente de confirmación de la encomienda de Meycauayan a Fernando de Ayala. Resuelto. [f] 03-03-1617” Filipinas,47,N.7

– “Confirmación de encomienda de Araut. Expediente de confirmación de las encomiendas del río de Araut, Dumangas, Danepe y Lacayan en la provincia de Pintados (Visayas) en la isla de Panay a Lucas de Vergara Gaviria. Resuelto. Manila, 25-06-1618” Filipinas,47,N.9

– “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bongol, Tanjay y Sipalay en Pintados (Visayas) a Juan de Espinosa y Zayas. Resuelto. [f] 10-10-1618” Filipinas,47,N.11

– “Capítulo de carta de Tenza sobre plazas superfluas. Copia de capítulo de carta de Alonso Fajardo de Tenza, gobernador de Filipinas, sobre la necesidad de refomar las plazas superfluas que habían en esas islas y en Terrenate. Acompaña: Relación de las plazas superfluas existentes en las islas Filipinas y en las de Terrenate. Manila 19-12-1618” Filipinas,20,R.12,N.81

– “Confirmación de encomienda de Balangiga. Expediente de confirmación de la encomienda de Balangiga en Ibabao (Samar) a Gabriel de Coronilla. Resuelto, [f] 27-05-1619” Filipinas,47,N.23

– “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Carta de Lucas de Vergara Gaviria, gobernador de Terrenate al Rey, diciéndole que se le ha muerto mucha gente de estas guarniciones, y que por no socorrerle el gobernador de Filipinas, pide auxilio y fuerzas para poder arrojar de allí a los enemigos. Terrenate, 31-05-1619” Patronato,47,R.37

– “Confirmación de encomienda de Laglag, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Laglag y Sibucao en el río Araut y las del estero de Maquila en Cagayan a Pedro de Hermua. Resuelto. [f] 13-07-1619” Filipinas,47,N.28

– “Confirmación de encomienda de Albay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Albay y Canaman en Camarines y Catanduanes, a Gregorio de Vidaña. Resuelto, [f] 21-10-1620” Filipinas,47,N.38

– “Méritos y servicios: Fernando de Ayala:Filipinas. Información de los méritos y servicios del general don Fernando de Ayala. Pasó a las islas Filipinas en 1620 con un navío que se envió desde Nueva España; también obtuvo y desempeñó muchos cargos y comisiones, se halló en la conquista de Terrenate e Ilolo. Manila, 23 de julio de 1622. [c] 23-07-1622” Patronato,53,R.25

– “Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto. [f] 10-02-1623” Filipinas,47,N.47

– “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Sorsogon en Ibalon (Albay) a Diego de Cabra. Resuelto. [f] 03-07-1623” Filipinas,47,N.53

– “Confirmación de encomienda de Albay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Albay, Taytay, Tiui y Poro a Antonio Gómez. Resuelto. [f] 05-07-1623” Filipinas,47,N.54

– “Meritos Esteban de Alcázar. Relación de Méritos y servicios de Esteban de Alcázar, capitán de infantería, alcaide del Parian de los sangleyes, almirante de las naos de Filipinas. [c] 19-07-1623 (SUP)” Indiferente,161,N.81

– “Meritos: Fernando Centeno Maldonado. Relación de Méritos y servicios de Fernando Centeno Maldonado, general en las Islas Molucas y Filipinas. Manila, 15-08-1623” Indiferente,111,N.43

– “Confirmación de encomienda de Marinduque. Expediente de confirmación de encomienda de la isla de Marinduque a Juan de la Umbria. Resuelto. [f] 02-10-1623” Filipinas,47,N.60

– “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Fotol y río de Mandayat en Nueva Segovia a Gabriel de Carranza. Resuelto. [f] 23-10-1623” Filipinas,47,N.62

– “Confirmación de encomienda de Calasiao, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Calasiao y Manabas en Pangasinan a Alonso Martín Quirante. Resuelto. 08-11-1623” Filipinas,47,N.63

– “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto. [f] 22-11-1623” Filipinas,47,N.65

– “Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” Filipinas,47,N.72

– “Meritos, Juan de Acevedo. Relación de Méritos y servicios de Juan de Acevedo, almirante, sirvió en las Molucas e islas Filipinas. [c] 1625 (SUP)” Indiferente,111,N.56

– “Confirmación de encomienda de Filipinas. Expediente de confirmación de encomienda en el distrito de la Audiencia de Filipinas a Juan Gutierrez Paramo. Resuelto. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1

– “Carta de Niño de Távora sobre liberar a rey de Terrenate. Carta de Juan Niño de Távora, gobernador de Filipinas, sobre la necesidad de poner en libertad al rey de Terrenate para la pacificación de esas tierras, a petición de Pedro de Heredia. (Cat. 13361). Manila 30-10-1626” Filipinas,20,R.20,N.151

– “Confirmación de encomienda de Burauen. Expediente de confirmación de la encomienda de Burauen a Bartolomé Díaz Barrera. Resuelto. [f] 18-01-1627” Filipinas,48,N.13

– “Meritos Pedro de Heredia. Relación de Méritos y servicios de Pedro de Heredia, alcayde y Gobernador de la gente de guerra de Terrenate. Manila 22-09-1628” Indiferente,111,N.78

– “Confirmación de encomienda de Bislig, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bislig y Catel en Caraga a Francisca de León Escobar. Resuelto, [f] 16-05-1629” Filipinas,48,N.18

– “Confirmación de encomienda de Catubig, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Catubig y Laguan en Ibabao (Samar) a Antonio Menéndez de Valdés. Resuelto. [f] 16-05-1629” Filipinas,48,N.19

– “Confirmación de encomienda de Milavit, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Milavit, Naga y Camalingan en Camarines a Pedro Jaraquemada. Resuelto. [f] 01-08-1629” Filipinas,48,N.24

– “Confirmación de encomienda de Abra, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas del Abra y de Vigan en Ilocos a Juan de la Umbria. Resuelto. [f] 22-11-1629” Filipinas,48,N.28

– “Esteban de Alcázar. Expediente de concesión de licencia para pasar a México a favor de Esteban de Alcázar, capitán y sargento mayor. [f] 1630” Indiferente,2077,N.212

– “Provisión del gobierno de Veragua. Propone personas para el gobierno de Veragua: Juan Hurtado de Mendoza, Juan de Castroverde, Antonio de Figueroa, Lorenzo de Ayala, Jusepe Tello, Lorenzo de la Peña Escalante, Juan García de Navia, Antonio Malaber y Guevara, Juan de Lezama R: “Nombró a don Juan de Castroverde”. [c] 31-05-1630. Madrid” Panama,2,N.5

– “Carta de Niño de Távora sobre Japón, Terrenate, Mindanao. Carta de Juan Niño de Távora, gobernador de Filipinas, dando cuentas del estado del Japón, que tiene armada una flota para atacar las costas de estas islas, y fortificaciones que con esa ocasión se hicieron; socorro a Terrenate; petición del virrey de la India de tres galeones para la flota de la China; sucesos de Nuño Álvarez Botello en Malaca; jornada que se hizo al reino de Joló e isla de Mindanao; reducción de los indios de Cagayán. Manila, 30-07-1630” Filipinas,8,R.1,N.9

– “Confirmación de encomienda de Barugo, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Barugo y Tambo en Cebu a Francisco Jiménez. Resuelto. [f] 18-09-1630” Filipinas,48,N.36

– “Confirmación de encomienda de Sinait, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sinait y Vigan en Ilocos a Juan García Peláez. Resuelto. [f] 18-09-1630” Filipinas,48,N.37

– “Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” Filipinas,48,N.39

– “Confirmación de encomienda de Bondoc. Expediente de confirmación de encomienda de Bondoc en Calilaya a Juan de la Umbria. Resuelto. [f] 02-10-1630” Filipinas,48,N.41

– “Confirmación de encomienda de Candaba, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Candaba y Arayat en Pampanga a Francisco de Vera y Aragón. Resuelto. [f] 09-10-1630” Filipinas,48,N.44

– “Confirmación de encomienda de Baro. Expediente de confirmación de la encomienda de Baro en Ilocos a Hernando Suárez. Resuelto. [f] 02-12-1630” Filipinas,48,N.45

– “Confirmación de encomienda de Bacon, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bacon y costa de Bucaygan en la provincia de Camarines, a Martín de Adaro. Resuelto. [f] 01-02-1631” Filipinas,48,N.48

– “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto. [f] 14-02-1631” Filipinas,48,N.49

– “Confirmación de encomienda de Meycauayan. Expediente de confirmación de la encomienda de Meycauayan en Bulacan a Gonzalo Ronquillo. Resuelto. [f] 31-02-1631 (SIC)” Filipinas,48,N.50

– “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan de Manila a Francisco Carreño. Resuelto. [f] 07-04-1631” Filipinas,48,N.52

– “Confirmación de encomienda de Binalbagan. Expediente de confirmación de la encomienda de Binalbagan en la isla de Negros a Pedro Martínez. Resuelto. [f] 31-10-1631” Filipinas,48,N.54

– “Confirmación de encomienda de Abuyog, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abuyog en la isla de Leyte y Potat en la isla de Cebu a Pedro Méndez de Sotomayor. Resuelto. [f] 02-11-1631” Filipinas,48,N.55

– “Confirmación de encomienda de Bato, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bato, Lulu, Purao, Culi, Simbuey, Gattaran, Talapa en Cagayan a Juan Muñoz. Resuelto. [f] 12-12-1631” Filipinas,48,N.57

– “Meritos: Diego de Azcueta y Menchaca. Relación de Méritos y servicios de Diego Azcueta y Menchaca, alcalde ordinario de la ciudad de Manila. Referencias: Cristóbal de Azcueta y Menchaca, General en Filipinas. 1632” Indiferente,111,N.134

– “Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” Filipinas,61,N.12

– “Confirmación de encomienda de Ayumbon, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Ayumbon y Sanctor en Pampanga a Rodrigo de Mesa. Resuelto. [f] 02-07-1633” Filipinas,48,N.64

– “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto. [f] 12-08-1633” Filipinas,48,N.67

– “Confirmación de encomienda de Batan. Expediente de confirmación de la encomienda de Batan en Pampanga a Fernando de Ayala. Resuelto. [f] 05-09-1633” Filipinas,48,N.70

– “Confirmación de encomienda de Barugo, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Barugo y Tambo en Leyte a Francisco Jiménez. Resuelto. [f] 07-09-1633” Filipinas,48,N.71

– “Confirmación de encomienda de Maquila, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Maquila y Tulaque en Cagayan a Agustín Pérez. Resuelto. [f] 21-10-1633” Filipinas,48,N.76

– “Meritos: Lorenzo Bravo de Cuellar. Relación de Méritos y servicios de Lorenzo Bravo de Cuéllar, que sirvió en las islas Filipinas. [c] 10-01-1634” Indiferente,111,N.152

– “Carta de Corcuera sobre socorro de Terrenate y Cachil Naro. Carta de Sebastián Hurtado de Corcuera, gobernador de Filipinas, dando cuenta del envío del socorro a Terrenate; encuentro que tuvieron con un galeón enemigo y regreso del gobernador de Terrenate, Pedro de Heredia. Por triplicado. (Cat. 16196) Acompaña: Orden e instrucción que los generales Pedro [Muñoz de Carmona y] Mendiola, gobernador de Terrenate y Jerónimo Somonte, capitán general de la armada real deben de guardar en razón de la restitución del rey Cachil Naro a su reino. Manila, 5 de julio de 1636. Con duplicado. (Cat. 16199). [c] 02-07-1636. Manila” Filipinas,8,R.3,N.72

– “Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” Filipinas,49,N.25

– “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” Filipinas,49,N.31

– “Confirmación de encomienda de Meycauayan. Expediente de confirmación de la encomienda de Meycauayan en Bulacan a Jerónimo Somonte. Resuelto. [f] 13-05-1639” Filipinas,49,N.32

– “Confirmación de encomienda de Pata, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Pata y Masi en Cagayan a Francisco Suarez de Figueroa. Resuelto, [f] 19-08-1639” Filipinas,49,N.38

– “Informaciones: Pedro Jaraquemada. Informaciones de oficio y parte: Pedro Jaraquemada, capitán y sargento mayor, vecino de Manila. [f] 1640” Filipinas,61,N.19

– “Meritos: Fernando de Ayala. Relación de Méritos y servicios de Fernando de Ayala, castellano interino de Manila y maestre de campo. [c] 27-07-1643” Indiferente,112,N.47

“Meritos: Hernando del Castillo. Relación de Méritos y servicios del capitán Hernando del Castillo, vecino de Manila. [c] 1645 (SUP)” Indiferente,112,N.145

– “Confirmación de encomienda de Viri. Expediente de confirmación de las encomiendas de Viri en Ibabao (Samar) a Ginés Rojas Narvaez. Resuelto. [f] 09-01-1645” Filipinas,49,N.61

– “Meritos: Diego Sarria y Lazcano. Relación de Méritos y servicios del almirante Diego Sarria y Lazcano, residente en las islas Filipinas. 01-1647” Indiferente,113,N.37

– “Meritos: Pedro Fernández del Rio. Relación de Méritos y servicios de Pedro Fernández del Rio, Gobernador de la gente de guerra de Terrenate. [c] 05-1647” Indiferente,113,N.50

– “Meritos: Francisco del Castillo Relación de Méritos y servicios del capitán Francisco del Castillo, residente en Filipinas, alcalde mayor de Balayan. [c] 20-05-1647” Indiferente,113,N.48

– “Confirmación de encomienda de Bacnotan, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Bacnotan y Binmaley en Pangasinan a Pedro Muñoz de [Carmona y] Mendiola. Resuelto. [f] 23-05-1647” FILIPINAS,49,N.66

– “Confirmación de encomienda de Dalaguete, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Dalaguete y Panglao en la provincia de Cebu a Francisco de Atienza Ibáñez. Resuelto. [f] 06-06-1647” Filipinas,49,N.68

– “Confirmación de encomienda de Antique. Expediente de confirmación de la encomienda de Antique en Oton a Juan de Heredia Ormastegui. Resuelto. [f] 13-09-1647” Filipinas,49,N.69

– “Meritos: Jerónimo Somonte. Relación de Méritos y servicios de Jerónimo Somonte, General en Filipinas. Referencias: José de Somonte Juan de Somonte Observaciones: Ampliada hasta 12-1655. [c] 02-05-1648” Indiferente,116,N.2

– “Confirmación de encomienda de Tulaque. Expediente de confirmación de la encomienda de Tulaque en Cagayan a Lope de Colindres. Resuelto. [f] 24-04-1649” Filipinas,50,N.2

– “Confirmación de encomienda de Sequior, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sequior en Cebu, Ilaguan en Leyte y Borongan a Juan Fernandez Sevillano. Resuelto. [f] 02-05-1649” Filipinas,50,N.6

– “Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Pedro de Almonte y Verastegui. Resuelto. [f] 02-05-1649” Filipinas,50,N.7

– “Confirmación de encomienda de Buguey. Expediente de confirmación de la encomienda de Buguey en Ibalon (Albay) a Luisa Suárez. Resuelto. [f] 26-11-1649” Filipinas,50,N.19

– “Carta de Diego Fajardo sobre procesos contra los que ayudaban a Corcuera. Carta de Diego Fajardo Chacón, gobernador de Filipinas, dando cuenta del proceso seguido contra los que apoyaban a Sebastián Hurtado de Corcuera, su antecesor, en la difamación de su gobierno y que acabó con la ejecución de Juan Ramos, alférez, y el destierro a los distintos presidios de estas islas de Lucrecia de Maldonado, Alonso Centeno, sargento mayor, Pedro de Almonte [y Verastegui] general de la armada que iba contra los holandeses, Francisco Rojo, sargento mayor de esta armada, Diego Sarriá, de los capitanes Marcos de Resinas (sic por Rasines), Andrés de Chaves, Laureano de Escobar, Francisco de Sierra, Juan de Salinas, y de los ayudantes Hernán Gómez Grande y Pedro de Garay, todos sus cómplices. (Cat. 18866). [c] 24-01-1650. Manila” Filipinas,9,R.1,N.10

– “Confirmación de encomienda de Guimbal. Expediente de confirmación de la encomienda de Guimbal en Oton a Esteban de Somoza y Losada. Resuelto. [f] 02-02-1651” Filipinas,50,N.20

– “Confirmación de encomienda de Baler. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baler en Tayabas a Alonso Romero. Resuelto. [f] 04-03-1651” Filipinas,50,N.24

– “Confirmación de encomienda de Guisan. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu a Alonso López. Resuelto. [f] 28-04-1651” Filipinas,50,N.29

– “Meritos: Francisco Claudio Arias de Verastegui, Relación de Méritos y servicios de Francisco Claudio Arias de Verastigui, capitán, sirvió en Filipinas. Referencias: Juan Claudio Arias de Verastegui Pedro de Brito Sebastián Pérez de Acuña. Nota: No hay relación. [c] 10-07-1651” Indiferente,114,N.30

– “Meritos: Agustín Cepeda. Relación de Méritos y servicios de Agustín Cepeda, Gobernador de la gente de guerra de la fuerza de san Sebastián en la isla de Mindanao. Observaciones: Ampliada hasta 1667-03-10. [c] 01-07-1652” Indiferente,121,N.89

– “Meritos: Juan Camacho de la Peña. Relación de Méritos y servicios de Juan Camacho de la Peña, sargento mayor en las islas Filipinas. [c] 15-07-1652” Indiferente,114,N.56

– “Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Antonio Pérez. Resuelto. [f] 02-10-1653” Filipinas,50,N.39

– “Confirmación de encomienda de Bagatayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bagatayan, Pajo y Liloan en Cebu, Bislig y Catel en Caraga a Juan Camacho de la Peña. Resuelto. [f] 09-10-1653” Filipinas,50,N.40

– “Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangansinan a Francisco de Palmas. Resuelto. [f] 22-06-1654” Filipinas,50,N.44

– “Confirmación de encomienda de Bito, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bito, Binca, Manliron y Malaguicay en las provincias de Leyte, Samar e Ibabao (Samar) a Francisco de Alfaro. Resuelto. [f] 22-08-1654” Filipinas,50,N.45

– “Confirmación de encomienda de Naujan, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Naujan, Bongabon, Santiago, Lin y Baco en la isla de Mindoro a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 25-08-1654” Filipinas,50,N.47

– “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Julián de Torres. Resuelto. [f] 23-11-1654” Filipinas,50,N.48

– “Meritos: Ginés Rojas y Narvaez. Relación de Méritos y servicios de Ginés Rojas y Narváez, castellano del castillo de Santiago en Manila, [c] 29-11-1655” Indiferente,116,N.42

– “Confirmación de encomienda de Balayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Balayan y bajos de Tuley a Simón Alvarez. Resuelto. [f] 03-12-1655” Filipinas,50,N.51

– “Confirmación de encomienda de Maquila, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Maquila, Tulaque y Mandayat en Cagayan a Juan de Zabaleta. Resuelto. [f] 09-12-1655” Filipinas,50,N.53

– “Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 09-12-1655” Filipinas,50,N.52

– “Meritos: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola. Relación de Méritos y servicios de Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, Gobernador de Terrenate. Observaciones: Ampliada hasta 17-12-1657. Manila, 29-12-1655” Indiferente,116,N.48

“Confirmación de encomienda de Caraga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Caraga, Surigao y Sidarga en Cebu a Martín Sánchez de la Cuesta. Resuelto. [f] 19-06-1659” Filipinas,51,N.1

– “Confirmación de encomienda de Paracale, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Paracale y Capalonga en Camarines a Antonio Maldonado y Moscoso. Resuelto. [f] 05-07-1659” Filipinas,51,N.3

– “Meritos: Francisco Esteybar. Relación de Méritos y servicios de Francisco Esteybar, General, sirvió en Terrenate y Zamboanga. Manila, 15-07-1659” Indiferente,118,N.24

– “Confirmación de encomienda de Bondoc, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bondoc y Catanauan en Tayabas y Marinduque en Mindoro a Francisco de Arechaga y Bolivar. Resuelto. [f] 19-07-1659” Filipinas,51,N.6

– “Confirmación de encomienda de Binalbagan, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalbagan en isla de Negros, Dumangas y Baon en Oton a Ginés Rojas y Narváez. Resuelto. [f] 17-09-1659” Filipinas,51,N.10

– “Meritos: Andrés Ezquerra. Relación de Méritos y servicios de Andrés Ezquerra, capitán, sirvió en Filipinas. Referencias: Gonzalo Carvajal Andrés Esquerra Francisco Ezquerra Juan Ezquerra Gabriel Rivera Gonzalo Sánchez Carvajal, escudero. [c] 23-10-1659” Indiferente,118,N.44

– “Meritos: Pedro Bravo de Acuña. Relación de Méritos y servicios de Pedro Bravo de Acuña, Capitán, sirvió en Filipinas, Armada, La Habana y San Antonio de Gibraltar. [c] 07-03-1660” Indiferente,118,N.65

– “Confirmación de encomienda de Payo, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Payo en Catanduanes, Tocava y Caraco en la isla de Negros a José Cerrillo. Resuelto. f] 06-04-1661” Filipinas,51,N.11

– “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Manuel Correa. Resuelto. [f] 28-11-1661” Filipinas,51,N.12

– “Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Francisco de Esteybar. Resuelto. [f] 17-12-1661” Filipinas,51,N.14

– “Meritos: Lorenzo Orella y Ugalde. Relación de Méritos y servicios de Lorenzo Orella y Ugalde, castellano de Santiago de Manila. Referencias: Esteban Orella y Ugalde, castellano de Xolo. [c] 19-12-1663” Indiferente,120,N.43

– “Meritos: Lorenzo de Orella y Ugalde. Relación de Méritos y servicios de Lorenzo de Orella y Ugalde, castellano del castillo de Santiago de Manila. [c] 19-12-1663” Indiferente,161,N.334

– “Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal a Francisco de Esteybar. Resuelto. [f] 24-10-1666” Filipinas,52,N.4

– “Confirmación de encomienda de Aranguen, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Aranguen, Guisan, Buruanga y Simara en Panay a Juan Atienza Ibáñez. Resuelto. [f] 02-12-1666” Filipinas,53,N.6

– “Confirmación de encomienda de San Jacinto, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de San Jacinto y Magaldan en Pangasinan a Francisco Prado de Quirós. Resuelto. [f] 23-12-1666” Filipinas,52,N.14

“Confirmación de encomienda de Pata, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Pata y Masi en Cagayan a Hernando López del Clavo. Resuelto. [f] 10-11-1667” Filipinas,53,N.9

– “Meritos: Juan de Eguizabal. Relación de Méritos y servicios de Juan de Eguizabal, capitán de infantería. [c] 02-03-1669” Indiferente,122,N.69

– “Confirmación de encomienda de Dumon, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Dumon y Maguin en Cagayan a Miguel Gutiérrez. Resuelto. [f] 02-05-1676” Filipinas,54,N.5

– “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Pedro Lozano. Resuelto. [f] 02-05-1676” Filipinas,54,N.6

– “Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” Filipinas,54,N.11

– “Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” Filipinas,54,N.12

– “Carta de Juan de Vargas sobre méritos de Marcos Bedoya. Carta de Juan de Vargas Hurtado, gobernador de Filipinas, informando sobre los méritos de Marcos Bedoya. Acompaña: Real decreto remitiendo al Conde de Medellín, [presidente del Consejo de Indias], memorial de Marcos Bedoya. Madrid, 16 de junio de 1678. – Memorial de Marcos de Bedoya pidiendo una encomienda de indios. Manila, 10 de junio de 1677. [c] 05-06-1680” Filipinas,11,R.1,N.15

– “Confirmación de encomienda de Santa Catalina Expediente de confirmación de la encomienda de Santa Catalina en Ilocos a Alonso del Castillo. Resuelto[f] 17-12-1686” Filipinas,55,N.12

– “Confirmación de encomienda de Siniloan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Siniloan y Mabitac en La Laguna de Bay a Juan Martínez de Arce. Resuelto. [f] 18-01-1687” Filipinas,55,N.14

– “Confirmación de encomienda de Quinagon. Expediente de confirmación de las encomiendas de Quinagon en Leyte a Juan García. Resuelto[f]. 17-04-1692” Filipinas,57,N.7

– “Confirmación de encomienda de Aranguen, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Aranguen, Simara, Guisan y Borongan en Panay a Pascual de Aguirre. Resuelto. [f] 06-03-1694” Filipinas,58,N.1

– “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Sorsogon, en Ibalon (Albay) y Catanduanes a Alonso de la Serna. Resuelto. [f] 07-06-1695” Filipinas,57,N.15

– “Confirmación de encomienda de Nabua, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Nabua, Iriga, Minalabag y Tabuco en Camarines a Juan de las Casas. Resuelto. [f] 15-06-1699” Filipinas,58,N.10

Archivo Franciscano Ibero Oriental, Madrid:

– Fr. Gregorio de San Esteban “Memoria y Relacion e historia verdadera de los sucedido en las Islas Malucas desde el tiempo y governo de D. Juan de Silva ….”

Nationaal Archief, Den Haag. ARA:

– VOC 1056, fols. 87-92 “Message from Jacques Specx written at the conquered Portuguese fort on the island of Tidor, 1613”

– VOC 1056, fols. 119-126 “Message from Lourens Rael at the conquered Portuguese fort on Tidor, 1613”

– VOC 1094, fols. 252-296 “Daily report on the island of Molucca by Jaque le Febre, covering the period from 17-08-1627/31-03-1628”

– VOC 1208, fols. 140-141 “Answer by Jacob Hustaert to the questions asked by Arnold Vlamingh van Oudtshoorn, related to the war with Tidore, 22-06-1654”

– VOC 1211, fols. 904-909 “Message from the Spanish governor in Gammelamme to Governor Jacob Hustaert of Ternate with answer dated 27-02-1655”

– VOC 1229, fols. 742-743 “Conditions of the nine month peace treaty with Spain signed in Ternate, 1660”

– VOC 8076 Ternate, 1707 p. 429-430

– VOC 3677, fols. 192-202 “Secret papers, Resolution of 14 Feb. 1784, Report by Hemmekan on the spedition to Tidore”

FONTI CONTEMPORANEE PUBBLICATE CONSULTATE:

– AA. VV. “Correspondencia de D. Jeronimo de Silva con Felipe III, D. Juan de Silva, el Rey de Tidore y otros personajes, desde abril 1612 hasta febrero de 1617, sobre el estado de las islas Molucas”

In: “Coleccíon de documentos inéditos para la historia de España” vol. n°52, 1868, Madrid, Spagna. pp. 5-439

Importantissima raccolta di documenti per gli anni 1612-1617.

– AA. VV. “The voyage of Sir Henry Middleton to the Moluccas, 1604-1606”

xliii+209 pp. Hakluyt Society, Kraus Reprint, 1990, Millwood, NY, USA.

– AA. VV. “Daghregister gehouden int Casteel Batavia vant passeerende daer ter plaetse als over geheel Nederlandts-India”

1624-1629; 1631-1634; 1659; 1661; 1663; 1664, ‘s-Gravenhage, NL.

– Anonimo “Relação breve da Ilha de Ternate, Tydore, e mais Ilhas Malucas aonde temos fortaleza e presidios e das forças. Naos e fortalezas, que o enemigo olandês tem por aquellas partes, Malaca 28 novembre 1619”

Manoscritto presente ai fogli 41-48 del codice n.o 3015 “Descripcion de la India Oriental. Govierno de ella y sucesos acaecidos en el ano 1639” Biblioteca Nacional, Madrid.

Pubblicato in “Documantação Ultramarina Portuguesa” vol. II pp. 49-56

AA. VV. “Documantação Ultramarina Portuguesa”

8 volumi CEHU, 1960-1962-1963-1966-1967-1973-1975-1983, Lisbona, Portogallo.

Lo stesso documento è riprodotto anche in “Documantação Ultramarina Portuguesa” vol. I pp. 163-170 dove è riprodotto dai fogli 172-178 del manoscritto n°28461 del Museo Britannico di Londra.

– Anonimo “Livro das cidades, e fortalezas, que a coroa de Portugal tem nas partes da India, e das capitanias, e mais cargos que nelas ha, e da importancia delles” ca. 1582

CEHU, 1960, Lisbona, Portogallo.

– Anonimo “Declaracion de un holandés llamado Juan, que se halló con otros en la factoria de Tidori, sobre los navios en que vino a Maluco, cuántos eran, por mandado de quién vinieron, etc. Tidori, 16 de marzo [1606]”

Manoscritto dell’Archivio di Siviglia 67-6-19. (fs. 106)

In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14 (1605-1609), pp. 112-118 sotto il titolo “The Dutch factory at Tidore”

– Anonimo “Entrada de la seraphica religion de nuestro P. S. Francisco en las Islas Filipinas”

Manoscritto del 1649, pubblicato in: Rentana, W. E. “Archivo del bibliófilo filipino” Tomo I Libro III, 57 pp.

– Argensola, B. Leonardo de “Conquista de las islas Malucas al Rey Felipe Tercero”

372 pp. (prima edizione 1609) Miraguano Ediciones & Ediciones Polifemo, 1992, Madrid, España.

– Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898: explorations by early navigators, descriptions of the islands and their peoples, their history and records of the Catholic missions, as related in contemporaneous books and manuscripts, showing the political, economic, commercial and religious conditions of those islands from their earliest relations with European nations to the close of the nineteenth century”

(55 vols. prima edizione 1903-1909, Cleveland, Ohio, USA) CD-Rom, Bank of the Philippine Islands, Manila, Philippines.

Che pubblica in traduzione inglese molte fonti e lettere di vari archivi.

– Bocarro, A. “Decada XIII da historia da India”

805 pp. 2 vols. Academia Real das Sciencias de Lisboa, 1876, Lisbona, Portogallo.

– Booy, A. de “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden”

2 vols. xviii+213/xii+274 pp. Linschoten Vereeniging, 1968-1970, s’Gravenhage, NL.

– Borao Mateo, José Eugenio “Spaniards in Taiwan”

2 volls.lxvi+lxvi+697 pp. SMC Publishing, 2001, Taipei, Taiwan.

– Castanheda, Fernao Lopes de “Historia do descobrimento e conquista da India pelos Portuguêses”

2 volumi, Lello & Irmao, 1979, Porto, Portogallo.

Vol. I, xxxvi+969 pp.

Vol. II, 1035 pp.

– Coen, J. P. “Aanval op Tidore”

In: Colenbrander, H. T. “Jan Pietersz Coen. Bescheiden omtrent zijn bedrijf in Indië”

vol. I, pp. 16-21 dove è descritto l’attacco a Tidore del 7 luglio 1613.

– Colin, Francisco S. I. “Labor Evangelica, ministerios apostolicos de los obreros de la Compania de Jesus, fundacion, y progresos de su provincia en las Islas Filipinas”

Tomo III: 831 pp.

3 volumi (Vol. I: xix+239+636 pp.; Vol. II: 725 pp.; Vol. III: 831 pp.) (prima edizione 1663) Imprenta y Litografía de Henrich y Compañía, 1900-1903, Barcellona, Spagna.

La storia delle missioni gesuitiche nelle Filippine dalla fondazione al 1616.

Interessanti soprattutto le note compilate dal P. Pablo Pastells, S. J., dove vengono riprodotti moltissimi documenti contemporanei inediti.

– Coolhaas, W. Ph. “Generale missiven van Gouverneurs-Generaal en Raden aan Heren 17 der Verenigde Oostindische Compagnie”

7 vols. (1610-1725) 1960-1979, ‘s-Gravenhage, NL.

Consultati:

Vol. I (1610-1638) xxiv+784 pp. 1960, ‘s-Gravenhage, NL.

Vol. II (1639-1655) xvi + 872 pp. 1964, ‘s-Gravenhage, NL.

Vol. III (1655-1674) XIV + 1008 pp. 1968, ‘s-Gravenhage, NL.

– Correia, Gaspar “Lendas da India”

4 volumi, Lello & Irmao, 1975, Porto, Portogallo.

Vol. I, xxxvi+1013 pp.

Vol. II, 985 pp.

Vol. III, 909 pp.

Vol. IV, 756+106 pp.

– Couto, Diogo do “Da Asia. Dos feitos que os Portuguezes fizeram na conquista e descubrimento das terras e mares do Oriente”

Decadas IV-XII, 14 volumi (volumi 10-24), 1973-1975 (1778-1788), Lisbona, Portogallo.

– Jacobs, H. “Documenta Malucensia I, 1542-1577”

xxxix+84*+758 pp. Jesuit Historical Institute, 1974, Roma, Italia.

– Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606”

xxxi+65*+794 pp. Jesuit Historical Institute, 1980, Roma, Italia.

– Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682”

xxiii+54*+777 pp. Jesuit Historical Institute, 1984, Roma, Italia.

– Jacobs, H. “A treatise on the Moluccas (c. 1544)”

402 pp. Jesuit Historical Institute, 1971, Roma, Italia.

– Morga, Antonio de “Sucesos de las Islas Filipinas”

(prima edizione 1609) 1997, Madrid, España.

– Opstall, M. E. van “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azië, 1607-1612”

2 vols. xviii + 441 pp. Linschoten Vereeniging, 1972, ‘s-Gravenhage, NL.

– Pimpín, T. “Sucesos felices que por mar y tierra ha dado N.tro Señor a las armas Españolas en las Islas Filipinas contra el Mindanao y en las de Terrenate, contra los Holandeses por fin del año de 1636 y principio del de 1637”

1637, Manila, Filippine.

Pubblicato in: Rentana, W. E. “Archivo del bibliófilo filipino” Tomo IV pp. 113-136

– Prado, Don Diego de “The discovery of Australia” 1608

Translated, annotated and indexed by G. F. Barwick, British Museum, 1922. Pdf version.

– Prevost, Abate Antonio Francisco “Historia General de los viajes, ó nueva colección de todas las relaciones de los que se han hecho por Mar y Tierra… Tomo XIII: Viajes de los Holandeses a las Indias Orientales”

480 pp. Imprenta de Don Juan Antonio Lozano, 1773, Madrid, Spagna.

– Ramusio, Giovanni Battista “Navigazioni e Viaggi”

6 voll. I Millenni, Giulio Einaudi editore, 1978-88

Prima edizione elettronica del 3 giugno 1999

– Rietbergen, P. J. A. N. “De eerste landvoogd Pieter Both (1568-1615)”

2 vols. (184) 360 pp. Linschoten Vereeniging n° 86-87, De Walburg Pers, 1987, Zutphen, NL.

– Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion para su Magestad del procurador general de las Filipinas, de lo que conviene remediar, y de la riqueza que ay en ellas, y en las Islas del Maluco”

1621, Madrid, Spagna.

In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), pp. 187-297

– Sá, Artur Basilio de “Documantação para a historia das missoes do padroado português do Oriente. Insulindia” vol. II, IV, V, VI

pp. 432 Instituto de Investigaçao Cientifica Tropical, 1988, Lisbona , Portogallo.

– Schotte, Apollonius “Discours van den seer vermaerden Apolini Schot (Apollonius Schotte)”

dove viene fatto un resoconto sulle forze presenti nelle Molucche nel 1612.

In: Warnsinck, J.C.M. (ed.), “De reis om de wereld van Joris van Spilbergen, 1614-1617” 2 vols. cxxxi+(5)+192, Linschoten Vereeniging, n°47, Nijhoff, 1943, ‘s-Grv., NL. 

Vol. I pp. 114-128.

– Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel”

1890 (Vol. II: 1623-1640), 1895 (Vol. III: 1640-1649), s’Gravenhage, NL.

– Trindade, Paulo da “Conquista espiritual do Oriente”

3 volls. xxxi+414; xv+456; xx+606; Centro de Estudos Histórico Ultramarinos,

1962, 1964, 1967, Lisbona, Portogallo.

– San Agustín, Gaspar de “Conquistas de las Islas Filipinas (1565-1615)”

lxiv + 789 pp. C.S.I.C. Inst. Enrique Florez, 1975, Madrid, Spagna.

– Varela, C. (Ed., introducciòn y notas de) “El viaje de don Ruy Lopez de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548”

pp. x+202 Coll.Letterature e Culture dell’America Latina, Cisalpino, 1983, Milano, Italia.

– Verken, Johann “Molukken-Reise, 1607-1612”

pp. 146 (Reisebeschreibungen von Deutschen Beamten und Kriegsleuten im Dienst der Niederländischen Westy-und ost-Indischen Kompagnien, 1602-1797, Band 2), 1930, Haag.

– Yranzo (Iranzo), Juan O. S. F. “Relacion de los sucedido en Manados” c. 1645

Archivo de Pastrana, Provincia de S. Gregorio; caj. 7, leg. 2

Pubblicata in: Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” pp. 636-644

RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE E MAPPE CONTEMPORANEE O QUASI CONTEMPORANEE:

– Anonimo “De stad Gammelamme op Ternate” 1599

“Begin ende Voortgangh van de Vereenighde Nederlandsche Geoctroyeerde Oost-Indische Compagnie”
1646 I, Tweede Schipvaerd, afb. 25, p.33  

– Anonimo “T’fort Mariecco op t’eylant Tidore”

Conservato nella Biblioteca Nazionale Francese, Parigi: “Collezione Gaignieres” 6545

– Anonimo “Tidor en Mitarra, 2 kleine eil. Ten Z. van Ternate, ten W. van Gilolo op Halmahera”

Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nijenhuis” P. 314-I-n° 99

Interessante rappresentazione della costa occidentale di Tidore, senza data ma probabilmente eseguito attorno al 1628.

– Anonimo “T’eylant Ternate”

Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nijenhuis” 002-09-022

Interessante rappresentazione della costa di Ternate, senza data ma probabilmente eseguito attorno al 1628.

– Anonimo “Dese 2 forten liggen int eylant Macquian op Tabulolo”

Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nijenhuis” 002-12-028

Interessante rappresentazione del forte di Tabulolo nell’isola di Makian, senza data ma probabilmente eseguito attorno al 1628.

– Anonimo “T’fort Tafasoha”

Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nijenhuis” 002-12-027

Interessante rappresentazione del forte di Tafasoha nell’isola di Makian, senza data ma probabilmente eseguito attorno al 1628.

– Anonimo “Planta de le fuerza nueva que se ha de hacer en Terrenate”

1606 ?

Presente in una lettera di D. Juan de Esquivel del 2 maggio 1606

Dimensioni: 32×42 cm

Conservata nell’ “Archivo General de Indias” Siviglia: Patronato Est I, Caj 2, leg. 1/14, num. 1, ramo 19

Citato nel catalogo: “Relación descriptiva de los mapas, planos, etc., de Filipinas, existentes en el Archivo General de Indias. Escrita expresamente para el ARCHIVO, por Pedro Torres Lanzas” 1897 Pubblicato in Rentana.

La pianta del forte è pubblicata in “Labor Evangelica” vol. III p. 73

Mappa del nuovo forte spagnolo che doveva essere costruito su una collina sovrastante la città di Ternate.

– “De Stadt van Gamalama in’t Eylant Ternate, by de Spaensche beseten”

In: “Begin ende Voortgang van de Vereenighde Nederlandsche Geoctroyeerde Oost-Indische Compagnie” 1646 III, C. Matelief de Jonge, afb. 8, p.67  

Pubblicata anche in: Valentijn “Oud en Nieuw Oost Indie”

Una rappresentazione delle fortificazioni delle città spagnola di Ternate.

– “Tidore” Pieter Willemsz, 1607

Tavola XVIII In: “India Orientalis” pars VIII, Francofurti 1607.

Una buona visione d’insieme della città di Tidore durante l’attacco olandese al forte portoghese del 1605.

– “Caart van het vervallen Casteel en stadt Gammelamme, jare1720”

ARA, VOC 1934.

Un interessante riproduzione di quello che restava della città spagnola di Ternate nel 1720.

– Reimer, Carl Friedrich  “Situatieplan van ‘t Fort Oranje, behelsende de Oostelyke Kust van het Eyland Ternate, van de Lagune tot voorby Tolucco enz.”

18th century map, 760 x 1450 mm, Nationaal Archief, Collection Leupe, VEL0478.

Mappa della costa sud orientale di Ternate tra Tolucco e la Laguna, vengono menzionati i seguenti nomi di località: Fitoe, Kalamatah, post Kajoemeirah, Kampong China, Kampong Makassar, Santoni, B’loelo Madesse, Sneero, Mootie, Fakoewe, Branka Sengaadjie, Gamsoenie, Branke Nagri Baroe, Kampong Xoela. Fonte: Atlas of Mutual Heritage.

– Ver Huell, Quirijn Maurits Rudolf “Bouwvallen van het Spaansche Kasteel, Gamma Lama. Eiland Ternate”

P 2161-52 Collectie Picturalia, Maritiem Museum Rotterdam, 1820

Aquarello che rappresenta parte dei resti della fortezza spagnola di Gammalamma così come erano nel 1820.

LIBRI E ARTICOLI CONSULTATI:

– AA. VV. “Het fort Oldenbarneveld te Batjan”

In: “Eigen Haard” n°21 (1883) pp. 257-258

– AA. VV. “Indonesia, a travel survival kit”

899 pp. Lonely Planet, 1990, Hawthorn, Victoria, Australia.

– AA. VV. “Spain and the Moluccas. Galleons around the world”

126 pp. Amper Ltd, 1992, Jakarta, Indonesia.

– AA. VV. “A viagem de Fernão de Magalhães e a questão das Molucas. Actas do II coloquio Luso-Espanhol de História Ultramarina”

xxv+765 pp. Junta de Investigações Cientificas do Ultramar, Centro de Estudos de Cartografia Antiga, 1975, Lisbona, Portogallo.

– Andaya, L. Y. “The world of Maluku. Eastern Indonesia in the early modern period”

ix+306 University of Hawaii Press, 1993, Honolulu, USA.

– Bañas Llanos, Maria Belén “Las islas de las especias. Fuentes etnohistóricas sobre las Islas Molucas. S. XIV-XX”

160 pp. Universidad de Extremadura, 2000, Cáceres, Spagna.

– Becking, C. L. “Hollandsche en Portugeesche vestigingen op het eiland Ternate”

In: “Indie GT” n°8 (1924-1925) 12 pp. 235-241

– Boxer, Ch. R. e Vasconcelos, F. de “André Furtado de Mendonça, 1558-1610”

195 pp. Fundação Oriente e Centro de Estudos Maritímos de Macau, (prima edizione 1955) 1989, Lisbona, Portogallo.

– Bruijn, J. R.; Gaastra, F.S. and Schöffer, I. “Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries”

3 volumes: Vol. I Introduction: xi+356; Vol. II Outward voyages 1595-1794: xii+768; Vol. III Homeward voyages 1597-1795: xii+628 pp. 1979-87, ‘s Grav., NL.

– Carneiro de Sousa, Ivo & Leirissa, Richard Z. “Indonesia-Portugal: five hundred years of historical relationship”

259 pp. Centro Português de Estudos de Sudeste Asiatico, 2002, Lisbona, Portogallo.

– De Clercq, F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate”

1890, Leiden, NL. (English & pdf version)

– Hanna, Willard A. & Des Alwi “Turbolent times past in Ternate and Tidore”

290 pp. Rumah Budaya, 1990, Banda Naira, Indonesia.

– Labrousse, Pierre “Ternate et Tidore. Notes de voyage”

In: “Archipel” n°39 pp. 35-46

– Leirissa, R. Z. “Local potentates and the competition for cloves in early seventeenth century Ternate (North Moluccos): a preliminary study”

23 pp. Conference of the International Association of Historians of Asia (22) 7 Bangkok 1977

– Lobato, Manuel L. M. “Politica e comércio dos portugueses na Insulindia: Malaca e as Molucas de 1575 a 1605”

iv+406 pp. Instituto Português do Oriente, 1999, Macau.

– Meersman, Achilles “The Franciscans on the Moluccans 1606-1663”

In: “The Franciscans in the Indonesian Archipelago, 1300-1775”

iv+203 pp. Nauwelaerts, 1967, Louvain-Paris.

pp. 55-86

– Montero y Vidal, José “Historia general de Filipinas: desde el descubrimiento de dichas islas hasta nuestros dias”

Tomo I xvi+606 pp. Imprenta y Fundición de Manuel Tello, 1887, Madrid, España.

– Muller , Kal “Maluku: Indonesian Spice Islands”

214 pp. Periplus Edition, 1997, Singapore.

– Neyens, M. “Van een oud fort en een ondeugend opschrift”

In: “TBG” n°61 (1922) pp. 611-613

– Pastells, P. Pablo S. J. “História General de Filipinas”

Tomo I (1493-1572), Tomo V (1602-1608), Tomo VI (1608-1618), Tomo VII (1618–1635)

In: Torres y Lanzas, D. Pedro “Catalogo de los documentos relativos a las islas Filipinas existentes en el archivo de Indias de Sevilla. Procedido de una História General de Filipinas, por el P. Pablo Pastells, S. J.”

Compagnia Gen. de Tabacos de Filipinas, 1925-1936, Barcellona, Spagna.

– Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes”

In: “Archivum Franciscanum Historicum” n° VI (1913) pp. 45-60, 681-701 VII (1914) pp. 198-226, 424-446, 621-653 Quaracchi, Firenze, Italia.

– Pérez, Lorenzo O.F.M. “Los franciscanos en el Extremo Oriente (Noticias bio-bibliográficas)”

In: Archivum Franciscanum Historicum n°1, (1908) pp. 241-247, 536-543; n°2, 1909 pp. 47-62, 232-239, 548-560; n°4, 1911 pp. 50-61, 482-503.

– Prakash, Om “Restrictive trading regimes: VOC and the Asian spice trade in the seventeenth century”

In: An expanding world vol. 11 “Spices in the Indian Ocean world” pp. 317-336 Variorum, 1996, UK.

– Prieto Lucena, A. M. “Filipinas durante el gobierno de Manrique de Lara, 1653-1663”

xiv+163 pp. Escuela de Estudios Hispano-Americanos, 1984, Sevilla, Spagna.

– Rodao, Florentino “Restos de la presencia iberica en las Islas Molucas”

In: AA. VV.“España y el Pacifico” AAEP, 1989, Madrid, Spagna. pp. 243-254

– Silva, C. R. de “The Portuguese and the trade in cloves in Asia during the sixteenth century”

In: An expanding world vol. 11 “Spices in the Indian Ocean world” pp. 259-268 Variorum, 1996, UK.

In: “Studia” n°46 (1987) pp. 133-156 Centro de Estudos Histórico Ultramarinos, Lisbona, Portogallo.

– Stampa, Leopoldo “Las islas de Tidore y Ternate en el recuerdo historico español”

In: “Revista de historia naval” n°12 (45) pp. 21-39 (1994)

– Stokman, Sigfridus “De missies der Minderbroeders op de Molukken, Celebes en Sangihe in de XVIe en XVII eeuw

pp. 499-556 In: “Collectanea Franciscana Neerlandica (deel II). Uitgegeven bij het eeuwfeest van de komst der Minderbroeders in Nederland en van de stichting eener eigen Provincia Germaniae Inferioris”

Teulings, 1931, ‘s-Hertogenbosch, NL.

– Temminck Groll, C.L. “The Dutch overseas. Architecture survey. Mutual heritage of four centuries in three continents”

479 pp. Waanders, 2002, Zwolle, NL.

– Tiele, P. A. “De Europeërs in den Maleischen Archipel”

In: “Bijdragen tot de Taal-, Land- en Volkenkunde van Nederlandsch Indië” n°32 (1884) pp. 49-118 (relativo al 1606-1610); n°35 (1886) pp. 257-355 (relativo al 1611-1618); n°36 (1887) pp. 199-307 (relativo al 1618-1623).

– Torres y Lanzas, D. Pedro “Catalogo de los documentos relativos a las islas Filipinas existentes en el archivo de Indias de Sevilla. Procedido de una História General de Filipinas, por el P. Pablo Pastells, S. J.”

Tomo I (1493-1572), Tomo V (1602-1608), Tomo VI (1608-1618), Tomo VII – 1.a parte (1618–1621) e 2.a parte (1622-1635), Tomo VIII (1636-1644), Tomo IX (1644-1662) Compagnia Gen. de Tabacos de Filipinas, 1925-1936, Barcellona, Spagna.

Il catalogo dei documenti è pubblicato anche nel CD-Rom della Filmoteca Ultramarina Portuguesa.

– Van de Wall, V. I. “De Nederlandsche oudheden in de Molukken”

xx+313 pp. 155 ills on 93 plts & 3 maps 1928, ‘s-Gravenhage, NL.

– Van Wickeren, Arnold “Geschiedenis van Portugal en van de Portugezen overzee”

deel V, VI, VII, VIII, IX, X Hogeschool, 1999-2003, Alkmaar, NL.

– Villiers, John “Las Yslas de esperar en Dios: the Jesuit Mission in Moro 1546-1571”

Modern Asian Studies, n°22, 3 (1988) pp. 593-606

– Wallace, Alfred R. “The Malay Archipelago”

2 volumi Project Gutenberg, February 2001, Champaign, Illinois, USA.

– Wessels, C. “De katholieke missie in de Molukken, Noord Celebes en de Sangihe eilanden. Gedurende de spaansche bestuursperiode, 1606-1677”

141 pp. Drukkerij Henri Bergmans & Cie., 1935, Tilburg, NL.

– Wessels, C. “De Augustijnen in de Molukken, 1544-1546; 1606-1625”

In: “Historisch Tijdschrift” n°13, 1934 pp. 44-59

– Wessels, C. “De katholieke missie in het sultanaat Batjan, 1559-1609”

In: “Historisch Tijdschrift” n°8/1 (1929) pp. 115-148; n°8/2, (1929) pp. 221-247.

– Wichmann, A. “Von Java nach Ternate.”

In: “Nova Guinea. Bericht uber eine im jahre 1903 ausgefuhrte reise nach Neu-Guinea” Vol 4 (1917) pp. 1-49

– Zandvliet, K. “Mapping for money. Maps, plans and topographic paintings and their role in Dutch overseas expansion during the 16th and 17th centuries”

328 pp. Batavian Lion International, 2002, Amsterdam, NL.

RIVISTE:

Boletim da Filmoteca Ultramarina Portuguesa, Portogallo.

Itinerario, Leiden University, NL.

Mare Liberum, Portogallo.

Oceanos, Portogallo.

Studia, Portogallo.

MAPPE:

– AA. VV. “Schetskaart van de eilanden Tidore en Maitara”

Scala: 1:20.000 Topographische inrichting in Nederlandisch-Indië, 1916, Batavia.

Dettagliata mappa olandese delle isole di Tidore e Maitara.

– AA. VV. “Schetskaart van de eilanden Ternate en Hiri”

Scala: 1:20.000 Topographische inrichting in Nederlandisch-Indië, 1916.

Dettagliata mappa olandese delle isole di Ternate e Hiri.

– AA. VV. “Res. Ambon Afd. Ternate, blad 44”

Scala: 1:100.000 Opgenomen door den topografischen dienst in 1922.

Mappa che comprende la parte nord dell’isola di Makian, le intere isole di Moti e Mare e la parte sud dell’isola di Tidore.

BIBLIOGRAFIE:

– Hidalgo Nuchera, Patricio “Guía de fuentes manuscritas para la historia de Filipinas conservadas en España”

496 pp. Fundación Histórica Tavera, 1998, Madrid, Spagna.

– Landwehr, John “VOC. A bibliography of publications relating to the Dutch East India Company : 1602-1800”

Edited by P. van der Krogt, with an introduction by C. R. Boxer, and a preface by G. Schilder.
xlii+840 pp. Hes Publishers, 1991 Utrecht, NL. 

1674 opere descritte.

– Polman, Katrien “The North Moluccas: an annotated bibliography”

xx+192 pp. Koninklijk Instituut voor Taal-, Land- en Volkenkunde, Martinus Nijhoff, 1981, The Hague, NL.

– Van Veen, Ernst & Klijn, Daniel “A guide to the sources of the history of Dutch-Portuguese relations in Asia, 1594-1797”

iii+378 pp. Intercontinenta Series n°24, Institute for the History of European Expansion, 2001, Leiden, NL.

Categorie
Colonialismo portoghese Lingua portoghese

La Comunità dei Paesi di lingua portoghese

Scritto da Mario Chiapetto.

La Comunità dei Paesi di lingua portoghese – Comunidade dos Países de Língua Portuguesa (CPLP) è una organizzazione internazionale dei Paesi che hanno come lingua ufficiale quella portoghese: Angola, Brasile, Cabo Verde, Guinea Bissau, Mozambico, Portogallo, São Tomé e Príncipe, Timor Orientale, e la Guinea Equatoriale (quest’ultimo Paese è stato possedimento spagnolo fino agli anni 60 del Novecento, ma nella sua dipendenza dell’isola di Fernando Poo il portoghese è rimasto come traccia dell’antica colonizzazione portoghese fino al Settecento). Sono Membri Osservatori le Mauritius, il Senegal.

Entreranno a far parte come osservatori anche i territori che hanno avuto una significativa presenza coloniale portoghese, quali Macao, Goa e Malacca, ma anche Paesi con speciali legami della diaspora portoghese, quali il Venezuela, e la Galizia (quando saranno risolte le difficoltà diplomatiche che ancora si frappongono).

È stata fondata nel 17 luglio 1996, dietro ispirazione del filosofo e pensatore Agostinho da Silva, portoghese ma con lunga permanenza in Brasile quale docente universitario e consigliere della Presidenza della Repubblica Federale, e pioniere della fratellanza lusofona.

La CPLP ha personalità giuridica e di autonomia finanziaria. Suoi obiettivi generali sono:

  • La cooperazione politica e diplomatica tra i membri, in particolare per rafforzare la propria presenza sulla scena internazionale.
  • La cooperazione in tutti i settori, tra cui l’istruzione, la salute, la scienza e la tecnologia, la difesa, l’agricoltura, la pubblica amministrazione, le comunicazioni, la giustizia, la sicurezza pubblica, della cultura, dello sport e dei media.
  • La realizzazione di progetti di promozione e diffusione della lingua portoghese.

La CPLP, secondo il suo statuto, è regolato dai seguenti principi:

  • Uguaglianza sovrana degli Stati membri.
  • Non interferenza negli affari interni di ogni Stato.
  • Rispetto delle loro identità nazionale.
  • Reciprocità di trattamento.
  • Primato della pace, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e la giustizia sociale.
  • Il rispetto per la loro integrità territoriale.
  • Promuovere lo sviluppo e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.

Sono organismi della CPLP:

  • La Conferenza dei Capi di Stato e di governo (si riunisce biennalmente); è l’organo superiore deliberativo dell’Organizzazione. Come è la regola in tutti gli organi deliberativi del CPLP, le sue decisioni sono prese per consenso.
  • Il Consiglio dei Ministri, che elegge tra i suoi membri un presidente a rotazione, per la durata di un anno.
  • L’Assemblea Parlamentare è l’organo che riunisce i rappresentanti di tutti i parlamenti della Comunità, stabilite sulla base dei risultati elettorali nei rispettivi paesi.
  • Il Segretario Esecutivo, alta personalità dei paesi membri, eletto per una durata di due anni rinnovabile una volta, è il principale organo esecutivo della CPLP e ha il compito di attuare le decisioni dei suoi organi. Il Segretario Esecutivo in carica è S.E. Murade Isaac Miguigy Murargy (Mozambico).
  • L’Istituto Internazionale per la Lingua Portoghese – IILP, con sede a Cabo Verde.
  • Il Comitato Permanente per la Consultazione, che si riunisce normalmente una volta al mese a Lisbona, sede della CPLP.

Alcune Associazioni di ambito lusofono, quale il Movimento Internazionale Lusofono di Lisbona, vedono la CPLP come un embrione di una futura federazione di tali Paesi, per quanto la strade da percorrere in tal senso sia evidentemente molto lunga.