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Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 14 – Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros). Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

APPENDICE

2.0 CAPITANI DI TIDORE (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

A Tidore risiedeva un capitano spagnolo che comandava le truppe a guarnigione nei presidi dell’isola e che aveva sotto la sua giurisdizione anche i presidi di Payaye e Tafongo situati nell’isola di Halmahera e durante il periodo in cui gli spagnoli vi mantennero un ridotto anche il presidio dell’isola di Puli Cauallo. A partire dal 1613 il capitano che governava Tidore aveva la sua residenza nella fortezza di Santiago de los Caballeros di Tidore.

Dai documenti consultati possiamo evidenziare alcuni dei nomi di questi capitani:

Pasqual de Alarcon Pacheco: aprile/maggio 1606-dicembre 1606

Pasqual de Alarcon giunse a Ternate nel 1606, dove partecipò alla conquista della città con le truppe di Pedro de Acuña. Dopo la presa di Ternate, alcune fonti secondarie citano che a guarnigione dell’isola di Tidore vennero lasciati 100 uomini al comando del capitano Pasqual de Alarcón. 1 Nel dicembre 1606, Pasqual de Alarcon Pacheco ebbe il comando di una spedizione a Jilolo, alla quale parteciparono anche il re di Tidore e Pedro de Heredia, durante questa spedizione, ci informa il frate Antonio Flores, il capitano Alarcon fu ferito gravemente a una coscia da un colpo nemico, a causa di questa ferita, dopo essere stato portato sulla galera ‘san Rramon’, perse la vita.2

Gregorio de Vidaña: c.1607-c.1608

Gregorio de Vidaña giunse a Ternate nel 1606, dove partecipò alla conquista della città con le truppe di Pedro de Acuña con l’incarico di alfiere. Nell’aprile 1607 venne promosso capitano di fanteria. Nel maggio 1607, Gregorio de Vidaña era il capitano a guarnigione dell’isola di Tidore.

Lo troviamo a capo di Tidore anche nel maggio 1608, quando, Juan Martínez de Liedena, venne inviato a Tidore assieme al capitano Heredia (che comandava le imbarcazioni), con i soccorsi destinati al capitano Gregorio de Vidaña che era di presidio a Tidore, i soccorsi erano composti da 60 spagnoli, di cui 40 imbarcati sulla ‘caracoas’ e 30 sulla galera. A Tidore nel 1608 Vidaña difese la città dall’attacco olandese.3

Francisco Salceda: c.1609-c.1610

Francisco Salceda, nell’ottobre 1609 si firma come capitano ‘a cuyo cargo está la fortaleza de Tidore’.4 Già nell’aprile 1610 non ha più questo incarico infatti si firma come capitano di fanteria a cui carico erano state ‘la ysla de Tidore y presidio de Tafongo e Payage’, la dichiarazione di Salceda è datata Ternate, 6 aprile 1610.5

Pedro de Avellaneda: c.1610 – agosto 1610

Pedro de Avellaneda, aveva il titolo di capo superiore ‘de la ysla y fuerzas de Tidore’. Alla sua morte, con carta del 23 agosto 1610, Azcueta nominò al suo posto Pedro de Hermua. La data della morte di Avellaneda è da posizionarsi tra il 6 agosto 1610 e il 23 agosto 1610. Un interessante notizia della cattive condizioni di Avellaneda è data in un documento datato Terrenate, 6 agosto 1610, dove Avellaneda dichiara i meriti di Pedro Martinez Cid, la sua dichiarazione non venne firmata da Avellaneda in ragione delle sue gravi condizioni di salute. Probabilmente la causa della morte di Avellaneda è da ricondursi alle ferite che il capitano ricevette a seguito dello scontro con gli olandesi che portò alla seconda cattura dell’ammiraglio olandese Brancaerden. 6

Pedro de Hermua: 23 agosto 1610 – 1611

Pedro de Hermua con carta del 23 agosto 1610 venne nominato da Azcueta, in sostituzione del deceduto Pedro de Avellaneda, capo della forze di Tidore, Payaye e Tafongo. Egli rimase a Tidore fino all’arrivo di D. Juan de Silva nel 1611. Partecipò alla conquista di Sabugo nel 1611 dove rimase ferito ad una coscia da un tiro di moschetto e poi ritornò a comandare i presidi di Tidore probabilmente fino al 1612. 7

Bartolomé Díaz Barrera: 3 giugno 1611-16 luglio 1611

Fu nominato, il 3 giugno 1611 al posto di Pedro de Hermua che era in convalescenza a Ternate dopo aver subito una ferita alla coscia provocata da un tiro di moschetto. Hermua comunque si ristabilì prontamente, tanto che il 16 luglio 1611 riprese la sua carica.8

Pedro de Hermua: 16 luglio 1611- c. 1612 (?)

Francisco de Bera (Vera) y Aragon: (?)

Fu capo dell’isola e forza di Tidore.9

Juan de Espinosa y Zayas: c. 1612

Il governatore Geronimo de Silva nominò, nel 1612 (dopo il marzo 1612 data dell’arrivo di Geronimo de Silva e prima del dicembre 1612), Juan de Espinosa y Zayas capo dei presidi di Tidore, Payaje, Marieco e del forte dei portoghesi. 10

Nel dicembre 1612, Juan de Espinosa Casas (Zayas), capitano di fanteria spagnola è capitano delle forze di Tidore.11

Fernando Becerra: c. 1613, c.1614, c.1615, c.1616 (?)

Nel 1613 era a Tidore e Saris nel resoconto del suo viaggio alle Molucche lo cita come ‘Don Fernand Byseere, the captain-general of Tidore’.12 Nel 1614 il capitano Fernando Becerra è a capo delle forze spagnole di stanza nell’isola di Tidore.13 Nell’agosto 1615 è a Tidore come capitano.14 Ancora nell’ottobre 1615 si trova come capitano a Tidore.15 Nel giugno 1616 è ancora in servizio a Tidore come capitano.16

Esteban de Alcázar: 1613

Il sergente maggiore Esteban de Alcázar, venne inviato, nel 1613 da Gerónimo de Silva a Tidore per predisporre le difese dell’isola contro gli olandesi e per consigliare il re e il principe. In alcuni documenti de Silva indica, senza farne il nome, che a comandare a Tidore era il sergente maggiore. 17

Juan de Azevedo: c.1613 (?)

Juan de Azevedo, forse nel 1613, fu nominato capo delle fortezze spagnole di Tidore e di altri due presidi, durante questo incarico salvò una nave spagnola che giungeva carica di viveri dalle Filippine e che era stata attaccata dagli olandesi. 18

Juan Gutierrez Paramo: c. 1613

Secondo questo documento il sergente maggiore Juan Gutierrez Paramo era capo dell’isola di Tidore all’epoca dell’attacco a Socanora, per cui nel 1613.19

Juan de Espinosa y Zayas: c.1614

L’8 novembre 1614 è a capo dei forti di Tidore.20

Gregorio Lopez: c.1617

Nel dicembre 1617 è il capitano a cui carico stanno le fortezze dell’isola di Tidore. 21

Juan de la Umbria: certamente nel maggio 1618

Nel dicembre 1616 venne inviato dall’Audiencia a Ternate, per l’occasione venne nominato capitano di una compagnia di fanteria e capo del “socorro” inviato per avvertire Geronimo de Silva della morte di Juan de Silva. Rimase a Ternate a capo di una compagnia di fanteria. Durante questo periodo servì come capitano dei presidi di Tidore e Tomanira, Xilolo, San Pedro y San Pablo. Durante l’assenza del governatore, Vergara (che risiedeva spesso a Tidore), Juan de la Umbria fece le sue veci nella città di Ternate. Nel maggio 1618 era capo dei forti di Tidore. 22

Pedro Martinez Cid: c.1618- c.1620

Nel 1617 aveva a suo carico la forza di Jilolo. Divenne poi capo della fortezza di Tomanira. Venne nominato capo della fortezza di Tidore incarico che tenne per un anno e mezzo mantenendo l’ordine e buoni rapporti con i cittadini e il re di Tidore. Il 19 febbraio 1620 cessò il suo sevizio di capitano a Ternate, deve essere ripartito per Manila poco dopo a causa di problemi di salute. 23

Il 27 agosto 1618 era a capo del forte di Tidore dove promosse alfiere della sua compagnia Pedro de Mora Salcedo.24

Hernando del Castillo: c.1620

Giunto a Ternate venne ufficialmente investito della sua compagnia il 12 febbraio 1620 dal governatore don Luis de Bracamonte. Appena giunto a Ternate venne nominato capo dell’isola di Tidore (‘cabo de la isla y ciudad de Tidore’ ‘cauo dela dichas fuerzas delos vezinos y moradores de aquella ciudad’) e messo a guarnigione nella fortezza principale. Rimase a Tidore con questa carica per otto mesi. Ebbe poi problemi di salute, infatti nel settembre 1620 deve essere stata fatta richiesta al governatore delle Filippine Faxardo de Tença di ‘dexacion’ perché con la sua lettera successiva del gennaio 1621, il governatore, autorizza Hernando del Castillo a tornare a Manila a curarsi, al suo posto venne inviato con il soccorso del 1621 il capitano Juan Garcia Peleas (che stava servendo a Oton). 25

Juan de Chaves: (?) (tra il 1617 e il 1623)

Juan de Chaves, ebbe a suo carico i forti di Xilolo, Marieco e Tidore (questi prima dell’aprile 1623). Durante il suo servizio a Tidore, ci narra Bracamonte, Juan de Chaves ebbe sempre un buon rapporto con il re e il principe di Tidore. Serviva probabilmente nel 1619 come capo del forte di Tomanira. Era già stato fatto capitano da Lucas de Vergara Gaviria, il 27 giugno 1617, e governò la propria compagnia fino a che non gli successe il sergente maggiore Pedro de Cuenca Montalbo, poi successivamente Juan de Chaves ritornò a governare la sua compagnia dove servì per più di 5 anni. In questi cinque anni ebbe a suo carico i forti di San Pedro y San Pablo e Santa Lucia, Xilolo (Hilolo), Tomanira (Tomanera), Marieco (Merieco) e Tidore (‘Santiago de los Caualleros en la ysla de Tidore’) oltre che per assenza del governatore ebbe a suo carico la città di Ternate. In un riepilogo viene detto che ebbe a suo carico anche il forte del Rume (cosa però mai affermata nelle testimonianze riportate). Fu capo del forte di Marieco incarico che ricoprì fino al giugno 1623. Esiste infatti un ordine di Heredia (datato 5 giugno 1623) in cui viene comandato a Chaves di dare al capitano don Gaspar de Enebro il comando della “fuerza de Marieco” assieme alle munizioni, artiglieria e fanteria che erano a suo carico. Chaves aveva avuto la licenza per andare a Manila a causa della sua precaria salute. 26

Francisco Ximénes (Ximenez): c.1622- maggio 1623

Giunse a Ternate con il nuovo governatore Bracamonte come capo di una delle imbarcazioni cariche di viveri e di munizioni (‘el navio Rossario’) alcune imbarcazioni di questo soccorso vennero catturate dagli olandesi, ma non quella di Ximenes, che giunse con la sua imbarcazione a Tidore. Fu investito di questa carica il 20 febbraio 1620. Venne nominato capo dei forti di Don Gil e di Santa Lucia di Calomata, entrambe situate a un tiro di moschetto da un forte nemico (Calomata), qui fortificò i due presidi. Fu capo dei forti di Rum e Tomanira. Fu poi nominato capo della fortezza di Santiago de los Caualleros ‘da la ciudad de Tidore’ dove rimase fino alla fine del governo di Bracamonte (Pedro de Heredia quando giunse a governare Ternate lo trovò a capo delle fortezza principale dell’isola di Tidore), svolgendo un ottimo lavoro in un posto dove era necessario molto tatto per vivere tra i mori amici degli spagnoli, e dove assistette il re di Tidore. Fece ‘dexacion’ e ottenne licenza per tornare a Manila da Faxardo de Tenza nel febbraio 1623, avvallata da Pedro de Heredia il 22 maggio 1623. Al suo posto, il 5 maggio 1623, venne nominato il capitano Juan de Medina. Tornò a Manila.27

Pedro (Xaraquemada) Jaraquemada: settembre 1623 – 17 dicembre 1623

Fu a capo del forte di Santiago de los Caualleros di Tidore dal settembre 1623 fino al 17 dicembre 1623. Il 17 dicembre 1623 gli fu ordinato da Pedro de Heredia di cedere il comado del forte al capitano Geronimo Alonso, l’ordine era che una volta ceduto il comado del forte Xaraquemada doveva imbarcarsi sulla galera capitana e andare a Ternate.28

Geronimo Alonso: 17 dicembre 1623- c.162429

Esteban de Somoza y Losada: c.1624-c.1625

Esteban de Somoza y Losada, nel 1620, passò a Ternate nella compagnia del capitano Anton Castellano. Fu sergente e alfiere nella compagnia del capitano Francisco Melendez Marques. Partecipò con il capitano Anton Castellano, ad uno scontro contro gli olandesi e i ternatesi nella vicinanze del forte di Calomata, durante lo scontro gli spagnoli catturarono il capo del forte. Nel 1623 venne nominato capitano della compagnia del sergente maggiore Alonso Martin Quirante. Poi ebbe licenza per tornare a Manila. Nel 1624 tornò a Ternate come capitano della compagnia dove aveva servito il capitano Geronimo Alonsso, si imbarcò come capitano della nave ‘Nuestra Señora de Buena Esperanza’. Una volta giunto a Ternate venne nominato capo della fortezza di Tidore dal governatore Pedro de Heredia, rimase in servizio con questo incarico per un anno. 30

Diego de Alcarasso (Alcaraso ?): c.1625

Nel 1625, il governatore delle Filippine don Fernando de Silva, nominò Pedro Bravo de Acuña alfiere della compagnia di don Diego de Alcarasso che era a presidio della fortezza di Tojula nell’isola di Tidore, nella quale nelle assenze del suo capitano governò la compagnia. 31

Alonso Serrano: ?

Secondo la dichiarazione degli ex sergenti maggiori di Ternate don Juan de Santisteban Bracamonte, Juan Gonzales de Caceres Melon e del capitano don Andres de Azcueta Menchaca, il capitano Alonso Serrano fu a capo del forte Santiago del regno di Tidore.

Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” Filipinas,49,N.25 blocco 2 fogli 1-47

Geronimo de Somonte:

Nel periodo che rimase a Ternate (1629-1632) ebbe a suo carico il comando dei forti di Tidore e di Calomata.32

Francisco de Alfaro: (tra il 1630 e il 1635)

Nel 1630 era alfiere a Ternate. Fu poi nominato capo dei forti di San Lucas del Rume e di Santiago de los Caualleros di Tidore. Nel 1634 ottenne la licenza per Manila.33

Rafael Home de Acevedo: probabilmente prima del 1635

Servì in Europa per diversi anni poi via Nuova Spagna passò alle Filippine assieme a don Juan Nino de Tavora, che aveva ricevuto l’incarico di governatore delle Filippine. Poi servì a Formosa. Venne poi a Ternate come capo di una nave e con l’incarico di capitano di una compagnia di fanteria (riuscendo abilmente ad evitare una nave olandese che stava in agguato). Venne subito inviato a Tidore come capo della fortezza di Santiago de los Caualleros.34

Gonzalo Portillo: (probabilmente tra il 1631 e il 1633)

Gonzalo Portillo, che aveva l’incarico di aiutante del sergente maggiore, ebbe a suo carico il forte di ‘Santiago de los Caballeros de Tidore’, la data del suo incarico a Tidore è da collocarsi tra il 1627 e il 163335 Portillo fu anche l’ultimo governatore degli insediamenti spagnoli nell’isola di Formosa negli anni 1640-1642.

Diego Maldonado Bonal: (c.1635? c.1636?)

Diego Maldonado Bonal giunse a Ternate con il soccorso del 1634, in questo ‘socorro’ fu capo della nave ‘Nuestra Señora de la Conception’. Ebbe a suo carico i forti di Don Gil e San Francisco de Calomata, situati sulla frontiera con gli olandesi e anche il forte di Santiago de los Caualleros nell’isola di Tidore. Nella battaglia che ebbe il generale Geronimo Enrriquez Sotelo nelle vicinanze di Malayo, il 14 marzo 1637, partecipò come soldato della compagnia del capitano e sergente maggiore Juan Gonçales Caceres Melon, con il compito della distribuzione delle cartucce e delle munizioni. Dopo Ternate partecipò alla conquista di Jolo. 36

Agustín Cepeda: (?) (tra il 1635 e il 1639)

Agustín Cepeda passò con la sua compagnia a Ternate nella quale servì dal 19 luglio 1635 fino al 1 marzo 1637. Poi venne riformato e dopo aver servito come soldato semplice, venne nominato capo della galera capitana ‘Santa Clara’ nella quale servì per un anno e sette mesi. Venne poi nominato capitano di una compagnia di fanteria, con la quale combattè a Malayo contro le garitte nemiche, poi in un altro scontro sempre a Malayo quando i nemici vennero ricacciati nel loro forte. Fu capo dei forti di Tidore, Rume e Calomata. Successivamente, nel 1639, gli venne concessa licenza per Manila. Servì poi nelle Filippine. 37

Andrés Ezquerra: c.1637-1638

Andrés Ezquerra nel 1637 giunse a Ternate come capitano di fanteria. Su ordine di Mendiola, fu poi capo del forte di Santiago de los Caualleros di Tidore fino al 1638, anno in cui fu riformato e ottenne la licenza per andare a Manila. 38

Juan Fernandez Sevillano: c. 1639

Nel 1639, Juan Fernandez Sevillano fu capo del forte di Santiago de los Caualleros di Tidore.39

Manuel Correa: c.1639

Probabilmente sul finire del 1639, essendo Juan Fernandez Sevillano capo del forte di Santiago de los Caualleros di Tidore e dovendo andare a Ternate, Manuel Correa, fu incaricato del comando in suo luogo, l’assenza di Sevillano da Tidore si protrasse per un mese.

Nel periodo che va dal suo arrivo a Ternate fino alla sua partenza nel 1644, Manuel Correa ebbe a suo carico i forti di Santiago de los Caballeros di Tidore, San Lucas del Rume, il forte di Calomata e San Pedro y San Pablo de Don Xil. 40

Nicolas Sarm. To (Sarmiento ?): ? – aprile 1640

Era con la carica di alfiere a capo del forte di ‘Santiago de los Caualleros del Reyno de Tidore’, fu sostituito da Ginés Rojas y Narvaez nell’aprile 1640.41

Ginés Rojas y Narvaez: aprile 1640- febbraio/marzo 1641

Il 10 novembre 1639, Ginés Rojas y Narvaez venne nominato capitano di una compagnia di fanteria che andava nel soccorso per Ternate, si imbarcò come capo sulla galera ‘capitana’ ‘Nuestra Señeroa dela Encarnazion’ che andava a Ternate. Giunse a Ternate (probabilmente per la fine di gennaio 1640) con le altre imbarcazioni del soccorso. Il governatore e sergente maggiore Francisco Suárez de Figueroa y Azeuedo, lo nominò capo del forte di San Francisco Calomata sulla frontiera con gli olandesi. Il 13 aprile 1640 fu nominato, al posto dell’alfiere don Nicolas Sarm.to (Sarmiento ?) capo della ‘fuerza de Santiago de los Caualleros del Reyno de Tidore’, dove rimase fino a che non ricevette licenza per tornare a Manila. Mentre era a Tidore essendoci urgente bisogno di viveri per la città di Ternate, gli venne ordinato di raccogliere tutto quello che aveva e che era possibile trovare nell’isola di Tidore e di portarlo nei magazzini reali di Ternate. Venne poi riformato con la sua compagnia perché aveva ottenuto la licenza per tornare Manila, partì per Manila probabilmente nel marzo 1641. 42

Pedro de Figueroa Pardo: c. 1641

Giunse nelle Filippine nel 1640. Passò poi a servire a Ternate dove ebbe a suo carico il governo della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ del regno di Tidore, da Tidore passò poi a servire a Ternate dove il 27 marzo 1642 (durante il governo di Pedro Fernandez del Rio) ebbe uno scontro con gli olandesi e i ternatesi nel ‘rossado’ di Malayo, gli spagnoli respinsero per due volte gli attacchi olandesi e ternatesi, nella battaglia morì il capo delle truppe nemiche, il sangage Cudaben. 43

Esteuan Orella y Ugalde: c.1641-c.1644

Era fratello di Lorenzo Orella y Ugalde. Giunse nelle Filippine nel 1639. Nel 1640, passò a Ternate come capo di un patacco e come sergente maggiore. Nel 1641 fu nominato capo del forte di Tidore incarico che mantenne fino al 1644, anno in cui si ritirò a Manila.44

Bartholome (Bartolomé) Alonso: (nel 1642 o poco dopo)

Il capitano Bartholome Alonso fu capo (nel 1642 o poco dopo) del forte di ‘Sanctiago de los Caualleros de la ysla de Tidore’.45

Juan de Zaualeta: c.1647- c.1648

Fu ‘alcayde y gouernador de la gente de guerra y que sirven a S.Mag.ad en las fuerças de Santiago de los Caualleros de la ysla del R.no de Tidore’. Juan de Zaualeta fu capitano a Ternate e capo delle forze dell’isola e del regno di Tidore. Il 24 luglio 1647, era a capo della fortezza di ‘Sanctiago de los Caualleros de la ysla y reyno de Tidore’. Il 24 luglio 1647, quando, Miguel de Guinea, fu nominato alfiere, lo troviamo a Tidore, dove serve nella compagnia del capitano Juan de Zaualeta, che è il capo delle truppe spagnole a presidio di Tidore e serve nella fortezza di ‘Sanctiago de los Caualleros’. Nel 1648, su ordine del governatore di Ternate don Lorenzo de Olaso de Achotegui, al capitano Zaualeta fu richiesto di andare a Ternate per incontrare il governatore, egli durante il periodo della propria assenza da Tidore nominò l’alfiere Miguel de Guinea come capo dei presidi dell’isola. L’ordine del capitano Zaualeta, è datato Tidore 29 marzo 1648.46

Miguel de Guinea: marzo 1648-

Alfiere, il 29 marzo 1648, fu nominato da Zalaueta, che doveva recarsi a Ternate per incontrare il governatore, a capo del forte di Tidore per il periodo della sua assenza.

Martín Sánchez de la Cuesta: (c.1650 ?)

Attorno al 1650, il capitano Martín Sánchez de la Cuesta, fu inviato su ordine del governatore Pedro Fernandez del Rio ai forti di San Lucas del Rumen e Chobo. Avendo poi avuto notizie di nuovi preparativi olandesi per un più massiccio attacco a Tidore, il governatore Pedro Fernandez del Rio, impossibilitato (era impegnato nella fortificazione di Ternate) ad intervenire direttamente in aiuto del re di Tidore inviò Martin Sanchez de la Cuesta a Tidore come capo dell’isola e con a carico la fortezza principale di Tidore chiamata Sanctiago de los Caualleros, del “fuerte Principal” (del Principe (?)) e di quello di Puli Cauallo. 47

Lázaro de Herrera: c.1651-(aprile ?) 1652

Il governatore Francisco de Esteybar, che doveva visitare i vari presidi delle isole, nominò Lázaro de Herrera in sua assenza capo di Ternate, successivamente lo nominò capo del forte di ‘Sanctiago de los Caulleros’ nel regno di Tidore, incarico che mantenne per un anno (1651-aprile (?) 1652) fino a che non tornò a Manila. Fu capitano fino al 10 aprile 1652, il giorno successivo prese il suo posto il capitano don Juan Zorrilla de Velazco. Dall’11 aprile 1652 fino al 24 aprile 1652 fu nuovamente soldato semplice nella compagnia di don Juan Zorrilla de Velazco. Il giorno successivo passò nella compagnia del sergente maggiore don Pedro Tamajo y Mendoça, per tornare a Manila in licenza. 48

Pedro Lossano (Lozano): dicembre 1654-giugno 1656

Il 20 dicembre 1654 fu ufficialmente investito della carica di capo della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ dell’isola di Tidore, carica che mantenne per un anno e mezzo. Il 6 giugno 1656, il nuovo governatore Diego Sarria Lascano lo sostituì a capo di ‘Santiago de los Caualleros’ con il capitano Alonso Lossano, questo perché era giunta licenza per tornare a Manila.49

Alonso Lossano (Lozano): giugno 1656-29 aprile 1657

Fu nominato, il 6 giugno 1656, capo della fortezza di Santiago de los Caualleros del regno di Tidore, qui combattè e sedò le rivolte dei ‘mori’ ribelli. Successivamente, con ordine del 29 aprile 1657, fu comandato a Alonso Lossano di cedere il comando del forte di ‘Santiago de los Caualleros’ al capitano don Joseph Garzes.50

Joseph Garces (José Garces): 29 aprile 1657-

Fu capo della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ di Tidore nel 1657.51

Antonio Vasquez: 1659

Alonso del Castillo nel 1659 (dopo marzo 1659) fu a gurnigione del castello di ‘Sanctiago’ dell’isola di Tidore, dove era per capo Antonio Vasquez.52

Andrés Zerrano (Serrano): ?

Nel 1675 aveva servito il re per più di 30 anni, 10 anni dei quali a Ternate. Servì come sergente, alfiere e poi castellano del forte di ‘Pasacao’, fu poi aiutante e fu per due volte capitano di fanteria, poi capo della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ di Tidore.

Nel 1675 era capitano della compagnia di fanteria spagnola a guarnigione del regno di Siao.53

Sicuramente era presente a Ternate negli anni 1661-1662, infatti in quegli anni serviva nella sua compagnia Alonso del Castillo che dal 28 luglio 1661 del fino al 20 aprile 1662 servì come alfiere riformato nella compagnia del capitano Andres Zerrano (Serrano).54

INDICE

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 Montero y Vidal, José “Historia general de Filipinas: desde el descubrimiento de dichas islas hasta nuestros dias, volume I” (1887, Madrid) 151. La stessa informazione è ripresa anche in: Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VI (1913) 684. E in: Hanna, Willard A. & Des Alwi “Turbolent times past in Ternate and Tidore” (1990, Banda Naira) 132

2 Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto, [f] 10-02-1623” AGI: Filipinas,47,N.47

3Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto, [f] 10-02-1623” AGI: Filipinas,47,N.47

Confirmación de encomienda de Albay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Albay y Canaman en Camarines y Catanduanes, a Gregorio de Vidaña. Resuelto, [f] 21-10-1620” AGI: Filipinas,47,N.38

4Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 11-08-1623” AGI: Filipinas,47,N.58 Vedi sua stessa dichiarazione datata Tidore, 1 ottobre 1609 in: “Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto, [f] 1623-02-10” AGI: Filipinas,47,N.47

5 Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 11-08-1623” AGI: Filipinas,47,N.58

6Confirmación de encomienda de Laglag, etc, 13-07-1619” AGI: Filipinas,47,N.28

Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” AGI: Filipinas,47,N.72

7Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” AGI: Filipinas,47,N.28 Vedi la carta di Geronimo de Silva del 1 gennaio 1614.

8 Confirmación de encomienda de Burauen. Expediente de confirmación de la encomienda de Burauen a Bartolomé Díaz Barrera. Resuelto. [f] 18-01-1627” AGI: Filipinas,48,N.13

9Confirmación de encomienda de Candaba, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Candaba y Arayat en Pampanga a Francisco de Vera y Aragón. Resuelto. [f] 09-10-1630” AGI: Filipinas,48,N.44

10Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” AGI: Filipinas,47,N.11

11Carta que le escribió á don Geronimo de Silva don Juan de Espinosa Casas, capitan de infanteria española, á cuyos cargos están las fuerzas de Tidore, Tidore, en 12 diciembre de 1612” In: AA. VV. Correspondencia” 72

12 Kerr, Robert “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII.” Sec. XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in 1611, by Captain John Saris” Sec. 4. “The Voyage of Captain Saris, in the Clove, towards Japan, with Observations respecting the Dutch and Spaniards at the Molucca Islands

13Carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á la Real Audiencia de Manila, Terrenate 15 de setiembre de 1614” in: AA. VV. “Correspondencia” 250.

14Confirmación de encomienda de Ayumbon, etc. Rodrigo de Mesa [c] 02-07-1633” AGI: Filipinas,48,N.64

15Tanto de carta quel capitan don Fernando Becerra escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore 29 de otubre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 318-319.

16Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva de comun acuerdo y cinsejo de los capitanes, desde Tidore 25 de junio de 1616” in: AA. VV. “Correspondencia” 373-378.

17Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el capitan don Juan de Espinosa y Zayas en 14 de agosto 1613 sobre que obedezca las órdenes de sus jefes, Terrenate 14 de agosto 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 161.

18Meritos, Juan de Acevedo 1625” AGI: Indiferente,111,N.56

Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” AGI: Filipinas,20,R.9,N.57

Confirmación de encomienda de Hagonoy, etc. Esteban de Alcazar. Manila, 21-10-1616” AGI: Filipinas,47,N.5

19 Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

20 Confirmación de encomienda de Burauen. Expediente de confirmación de la encomienda de Burauen a Bartolomé Díaz Barrera. Resuelto. [f] 18-01-1627” AGI: Filipinas,48,N.13

21Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

22Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

23 Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” AGI: Filipinas,47,N.72

24 Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

25 Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 11-08-1623” AGI: Filipinas,47,N.58

Meritos: Hernando del Castillo. Relación de Méritos y servicios del capitán Hernando del Castillo, vecino de Manila, [c] 1645 (SUP)” AGI: Indiferente,112,N.145

26Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

27 Confirmación de encomienda de Barugo, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Barugo y Tambo en Cebu a Francisco Jiménez. Resuelto. [f] 18-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.36

Confirmación de encomienda de Barugo, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Barugo y Tambo en Leyte a Francisco Jiménez. Resuelto. [f] 07-09-1633” AGI: Filipinas,48,N.71

Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

28Confirmación de encomienda de Sogod, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sogod y Cabalian en Leyte y Ginatilan en Cebu a Ana Jaraquemada. Resuelto. [f] 27-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.4

29Confirmación de encomienda de Sogod, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sogod y Cabalian en Leyte y Ginatilan en Cebu a Ana Jaraquemada. Resuelto. [f] 27-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.4

30 Confirmación de encomienda de Guimbal. Expediente de confirmación de la encomienda de Guimbal en Oton a Esteban de Somoza y Losada. Resuelto. [f] 02-02-1651” AGI: Filipinas,50,N.20

31Meritos: Pedro Bravo de Acuña. Relación de Méritos y servicios de Pedro Bravo de Acuña, Capitán, sirvió en Filipinas, Armada, La Habana y San Antonio de Gibraltar. [c] 07-03-1660” AGI: Indiferente,118,N.65

32 Confirmación de encomienda de Samal, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Samal y Abucay en Pampanga a José de Somonte y Ramírez. Resuelto. [f] 25-05-1694” AGI: Filipinas,58,N.2

Confirmación de encomienda de Meycauayan. Expediente de confirmación de la encomienda de Meycauayan en Bulacan a Jerónimo Somonte. Resuelto. [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.32

Meritos: Jerónimo Somonte. Relación de Méritos y servicios de Jerónimo Somonte, General en Filipinas. Referencias: José de Somonte Juan de Somonte Observaciones: Ampliada hasta 12-1655. [c] 02-05-1648” Indiferente,116,N.2

Meritos: Jerónimo Somonte. Relación de Méritos y servicios del general Jerónimo Somonte, teniente de gobernador y capitán general de Ilocos, Cagayan y Pangasinan, y justicia mayor de Nueva Segovia. [c] 04-08-1645” Indiferente,112,N.120

33 Confirmación de encomienda de Bito, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bito, Binca, Manliron y Malaguicay en las provincias de Leyte, Samar e Ibabao (Samar) a Francisco de Alfaro. Resuelto. [f] 22-08-1654” AGI: Filipinas,50,N.45

34Confirmación de encomienda de Santa Catalina,etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina en Ilocos y Dumaguete y Tanjay en la isla de Negros a Rafael Home de Acevedo. Resuelto, [f] 18-05-1649” AGI: Filipinas,50,N.10

35Respuesta de Gabriel Ruiz en nombre de Corcuera. Manila, 21 de octubre de 1644” AGI: Escribania 409B pubblicato in: Borao J. E. “Spaniards in Taiwan” (Taipei, 2002) vol. II, 524

Nombramiento e instrucciones de Sebastián Hurtado de Corcuera a Gonzalo Portillo, nuevo gobernador de la Isla Hermosa, en nombre del Rey Felipe IV. Se mencionan sus meritos e historia militar. Manila, 13 de abril de 1640” AGI: Escribania 409B pubblicato in: : Borao J. E. “Spaniards in Taiwan” vol. I, 311

36Confirmación de encomienda de Sampongan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sampongan, Anbongal, Maylon, El Buqui, Iligan, Bayu, Balo, Naguan, Tog, Baganga, Manoliguo, Caragan, Manay, Marayo, Casalman, Quinolan y Bitanagan a Diego Maldonado Bonal. Resuelto, [f] 07-10-1649” AGI: Filipinas,50,N.14

37Meritos: Agustín Cepeda. Relación de Méritos y servicios de Agustín Cepeda, Gobernador de la gente de guerra de la fuerza de san Sebastián en la isla de Mindanao. Observaciones: Ampliada hasta 10-03-1667. [c] 01-07-1652” AGI: Indiferente,121,N.89

38Meritos: Andrés Ezquerra. Relación de Méritos y servicios de Andrés Ezquerra, capitán, sirvió en Filipinas. Referencias: Gonzalo Carvajal Andrés Esquerra Francisco Ezquerra Juan Ezquerra Gabriel Rivera Gonzalo Sánchez Carvajal, escudero. [c] 23-10-1659” AGI: Indiferente,118,N.44

39 Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Manuel Correa. Resuelto. [f] 28-11-1661” AGI: Filipinas,51,N.12

40Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Manuel Correa. Resuelto. [f] 28-11-1661” AGI: Filipinas,51,N.12

41Confirmación de encomienda de Viri. Expediente de confirmación de las encomiendas de Viri en Ibabao (Samar) a Ginés Rojas Narvaez. Resuelto. [f] 09-01-1645” AGI: Filipinas,49,N.61

42Meritos: Ginés Rojas y Narvaez. Relación de Méritos y servicios de Ginés Rojas y Narváez, castellano del castillo de Santiago en Manila, [c] 29-11-1655” AGI: Indiferente,116,N.42

Confirmación de encomienda de Viri. Expediente de confirmación de las encomiendas de Viri en Ibabao (Samar) a Ginés Rojas Narvaez. Resuelto. [f] 09-01-1645” AGI: Filipinas,49,N.61

43 Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Manuel Noroña y Olivera. Resuelto. [f] 13-11-1666” AGI: Filipinas,53,N.2

44Meritos: Lorenzo Orella y Ugalde. Relación de Méritos y servicios de Lorenzo Orella y Ugalde, castellano de Santiago de Manila. Referencias: Esteban Orella y Ugalde, castellano de Xolo. [c] 19-12-1663” AGI: Indiferente,120,N.43

45Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 17-12-1661” AGI: Filipinas,51,N.14

46Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 09-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.52

Confirmación de encomienda de Maquila, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Maquila, Tulaque y Mandayat en Cagayan a Juan de Zabaleta. Resuelto. [f] 09-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.53

47 Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

48 “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque y Mandayat en Cagayan a Lázaro de Herrera. Resuelto, [f] 17-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.54

49 Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Pedro Lozano. Resuelto. [f] 02-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.6

50Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

51Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

52Confirmación de encomienda de Santa Catalina Expediente de confirmación de la encomienda de Santa Catalina en Ilocos a Alonso del Castillo. Resuelto[f] 17-12-1686” AGI: Filipinas,55,N.12

53 Confirmación de encomienda de Cuyo, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Cuyo y Calamianes a Lorenzo Vázquez Coronado. Resuelto[f] 27-11-1681” AGI: Filipinas,55,N.3

Confirmación de encomienda de Bacarra. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bacarra en Ilocos a Luis de Pineda Matienzo. Resuelto. [f] 24-10-1679” AGI: Filipinas,54,N.15

54 Confirmación de encomienda de Santa Catalina Expediente de confirmación de la encomienda de Santa Catalina en Ilocos a Alonso del Castillo. Resuelto[f] 17-12-1686” AGI: Filipinas,55,N.12

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Tidore 13 – Isola di Puli Caballo. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

6.5 Forte di Rume

APPENDICE

1.0 PULI CABALLO

Nome spagnolo: Puli Caballo: Sant Miguel de la isla de Puri Cauallo (Puli Cauallo)

Nome olandese: Pottebackers Eyland

Nome attuale: Pulau Mare

CRONOLOGIA: Spagnolo: c.1650 ?-1662 ?

L’isola in questione è una piccola isola situata a sud di Tidore, secondo quanto ci dice de Clercq, il nome Mare significava ‘pietra’ sia in tidorese che in ternatese, l’isola era rinomata per la sua produzione di vasi (da cui deriva il nome olandese di Pottebacker Eyland), che venivano fatti con argilla estratta da una collina situata nella parte sud occidentale dell’isola. L’unico villaggio dell’isola, chiamato Mare, era situato sulla costa est.1 Sull’isola di Puli Caballo, gli spagnoli mantennero un forte durante gli ultimi anni della loro presenza. In alcuni documenti viene riportato anche il nome del forte, che era quello di ‘Sant Miguel de la isla de Puli Cauallo’.2

Per quanto riguarda questo forte non è sicura la sua data di fondazione, comunque, è certo che negli anni 1653 e 1654 Francisco de Estaybar, lo ricostruì.3 Nel 1654 erano a guarnigione del forte, 8 soldati spagnoli con un capo nominato dal governatore di Ternate e 24 soldati ‘pampangos’.4 Questo forte durante il periodo delle ribellione dei tidoresi (1657-1658) dovette sopportare diversi assedi.

Nel 1657 la fortezza, sotto assedio, per mare e per terra dai nemici olandesi, ternatesi e tidoresi ribelli, fu soccorsa con la galera capitana da Sebastian de Villa Real. Una volta che la galera spagnola fu giunta nelle vicinanze dell’isola di Puli Cauallo, fu attaccata da 18 imbarcazioni dei ‘mori’ ribelli e 2 ‘charruas’ degli olandesi, gli spagnoli riuscirono comunque a portare i soccorsi al forte, sbarcando una truppa di fanteria che venne attaccata dai nemici che però furono sbaragliati e batterono in ritirata, gli spagnoli riuscirono così a liberare il forte dall’assedio.5 Sebastian de Villa Real con la galera ‘capitana’ portò per 4 volte il soccorso ai presidi di Tidore e Puli Cauallo, durante il periodo in cui i ‘mori’ si erano ribellati e avevano negato l’obbedienza al re ‘cachil Mole’, egli soccorse con la galera con viveri e munizioni i presidi di ‘Rrumen, Chouo, Tidore y Puri Cauallo’. Notizie di un altro assedio a Puli Cauallo, si anno nell’agosto 1658, quando ad una riunione della ‘Junta’ (avvenuta il 12 agosto 1658) presieduta dal governatore Francisco de Esteybar, fu deciso (con ordine del 13 agosto) di inviare urgentemente la galera ‘capitana’, che era stata tirata in secca dentro la barriera per carenarla, e quante più imbarcazioni possibili cariche di soldati, munizioni e artiglieria in soccorso del forte di Puli Cauallo, perché era giunta notizia che la domenica 11 agosto erano partite da Malayo 10 ‘caracoas’ e 2 ‘charruas’ nemiche con l’obiettivo di conquistare il forte di Puli Cauallo. Gli ordini per gli Villareal erano di attaccare i nemici e distruggerli, facendo tutto il possibile per soccorrere il forte. In questa occasione la flotta spagnola era composta dalla galera ‘capitana’ e due ‘caracoras’ ed era guidata dal sergente maggiore Felipe de Ugalde, mentre al comando della galera ‘capitana’ era Sebastian de Villa Real. Gli spagnoli giunsero in vista del forte il 15 agosto 16586, quando il nemico stava assaltando il porto con 2 ‘charraul’ di 8 pezzi ognuna e 12 grosse ‘caracoas’, gli spagnoli riuscirono a sbaragliare le navi e a far fuggire i nemici che erano sbarcati liberando dall’assedio il forte. Interessante notare che in questo documento, si fa un accenno al forte spagnolo di ‘Santa Isauel’ (probabilmente errore del copista per: San Miguel ?) dell’isola di Puli Cauallo e alla sua ‘rretirada’ e ‘nuestra fuerza Santa Isauel y su rretirada en la ysla de Puli Cauallo’. Quindi questo passo fa supporre l’esistenza di due fortezze (come del resto a Rume e a Chobo): i cui nomi erano forse ‘Santa Isabel’ e ‘San Miguel’. In un altra occasione Villareal si scontrò al alrgo di Tidore con 12 ‘caracoas’ scortate da una nave olandese, che ‘salieron sobre Tomaloa a estoruarle’ per impedire l’arrivo dei soccorsi al forte di ‘Puri Cauallo’, nonostante l’attacco anche questa volta gli spagnoli riuscirono a soccorrere il forte.7

Nel 1662, quando gran parte dei forti spagnoli dell’isola di Tidore furono abbandonati, anche il presidio del forte di Puli Cauallo fu ritirato. Secondo la testimonianza di Diego de Salazar, capitano delle reali galere di Ternate, le fortezze che gli spagnoli dovettero demolire e le guarnigioni che ritirarono, nel 1662, furono quelle di Tidore Chouo e Puli Cauallo ‘… me ordeno retirara las de Tidore Chouo, y Puli Cauallo …’.8

Capitani di San Miguel de la isla de Puli Cauallo

Diego de (Vluiarri?)9

?-aprile/maggio 1662

Continua: Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 De Clercq F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate, 1890” (Leiden, 1890) 76-78

2 Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Diego Cortés. Resuelto. [f] 12-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.9 foglio 93

3Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Francisco de Esteybar. Resuelto. [f] 17-12-1661” AGI: Filipinas,51,N.14

4 Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Pedro Lozano. Resuelto. [f] 02-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.6

5Certificazione del sergente maggiore don Sebastian de Villa Real” (Manila, 20 settembre 1673)(fogli 18-21) in: “Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 1695-06-08” AGI: Filipinas,58,N.3

6 Nel documento è scritto 1659, ma è probabilmente un errore del copista per 1658, dal momento che tutte le altre testimonianze indicano sempre il fatto come avvenuto nel 1658.

7Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.11

8Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

9 Nel 1662, era a capo del forte di ‘San Miguel’ di ‘Puli Cauallo’, nell’aprile/maggio 1662 fu nominato capo del forte del Rume. “Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

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Tidore 12 – Forte di Rume. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

6.4 Forte di Chobo

6.5 RUME

Nome spagnolo: Rume, Rum, Rumen1, El Rume, San Lucas de el Rume, San Lucas del Rumen2

Nome olandese: Roemy3, Roumy4, Romi5, Roumi6, Roemij7, Roumij8, Roemi, Romy9

Nome attuale: Rum

CRONOLOGIA: Spagnolo: novembre 1618-maggio/giugno 1663

Un accenno al porto del Rume viene già fatto nel 1585 nella relazione del frate Cristoval Salvatierra: ‘…el armada de los españoles que estaua junto a la tierra de Terrenate, entre ella y la isla de Tidore donde con otro yslotillo questaua entre medias haze muy buen puerto esta a la vista de la fortaleza de Terrenate y dos leguas de la de Tidore llamase este puerto el Rume’. 10

Il luogo dove gli spagnoli costruirono il forte del Rume era situato nella parte nord occidentale dell’isola difronte all’isola di Maitara e dominava lo stretto canale tra Tidore e Ternate, inoltre qui era il miglior porto11 dell’isola di Tidore dove spesso le imbarcazioni europee sostavano.

Nel novembre 1618, gli spagnoli, guidati dal governatore di Ternate Lucas Vergara Gabiria costruirono un forte che in onore del governatore venne chiamato San Lucas de el Rume.12

Ad informarci in modo dettagliato degli avvenimenti che portarono alla costruzione del forte è un testimone oculare, il frate francescano Gregorio de S. Esteban.

Il forte di Rume, fu costruito a seguito di una lettera del re di Tidore inviata al governatore Vergara e consegnata allo stesso governatore dal principe di Tidore Cachil Naro, nella quale il re chiedeva agli spagnoli la costruzione di una fortezza spagnola in un luogo, prossimo al forte olandese di Marisco (Marieko), dove già i portoghesi si erano stabiliti (‘que construyera una fortaleza en un lugar próximo á la fuerza de los holandeses de Marisco, donde ya habían estado establecidos los portugueses’), allo scopo di accerchiare gli olandesi (che avevano un loro forte a Marieko) e di impedire loro la raccolta dei chiodi di garofano che venivano prodotti in abbondanza in quella zona dell’isola. Vergara alla testa di 150 spagnoli e di molti soldati indios e accompagnato dal Cachil Naro e da due francescani, Fr. Pedro de los Cobos e Fr. Gregorio de S. Esteban, il 23 novembre 1618, fondò il forte di S. Lucas de el Rume, il forte fu costruito su di un luogo alto, dove non potevano arrivare i colpi dell’artiglieria olandese. Infatti durante i lavori di costruzione del forte gli olandesi tentarono un attacco contro gli spagnoli, che però non ebbe nessun risultato pratico proprio a causa della posizione dominante del luogo scelto dagli spagnoli per la costruzione del forte. Il forte fu nominato San Lucas in onore del governatore che lo aveva fondato: Lucas de Vergara.13

Fr. Gregorio de S. Esteban ci lascia anche un interessante descrizione dei forti spagnoli e olandesi presenti in questi anni sul braccio di mare tra le isole di Ternate e Tidore: ‘Es Terrenate un volcan redondo; el pueblo y ciudad de Terrenate está á la banda de el sur, Tacome á la banda del norte, Malayo á la banda del este, y costeando hacia el sur, está el puerto que llaman de Talangamé, y un poco más adelante está el puerto que tratamos de Calomata, y un poco más adelante nuestra fuerza de Dongil. De la otra banda está la isla de Tidore, que tambien es un volcan redondo y alto, pero tiene hacia la parte del norte, que cae hacia Malayo, una grande falda con unos mogotes grandes, y enesta parte está nuestro fuerte de S. Lucas, suerte que están mirando S. Lucas y Calomata, pero está la mar en medio, y es la travesia de una isla á otra, la más corta, un tiro de cañon, aunque las fuerzas están muy desviadas. Junto á la isla de Tidore y cerca de S. Lucas está otra isla pequeña, que se llama Meytara, de suerte que está en medio de Tidore y de Terrenate, pero mas llegada á la isla de Tidore que de Terrenate, y así hace dos brazos de mar, el uno más estrecho que el otro, fondeables; el uno le guarda nuestra fuerza de Dongil y el otro le guarda el fuerte de S. Lucas; pues para estorbar nuestras embarcaciones que no fuesen á S. Lucas, tomaron el puerto de Calomata, que tambien alcanza con su artilleria á la isla de Meytara. El otro brazo de hacia Tidore, tambien lo guarda la fuerza de Marisco que está alli junto’14

Il forte di Rum è rappresentato in un interessante schizzo della costa ovest di Tidore, conservato nella biblioteca universitaria di Leida, e disegnato da un anonimo soldato o marinaio olandese. In esso il forte spagnolo di Rum è chiamato Rúmo. Il forte, che dalla rappresentazione sembra essere una piccolo fortino o una casamatta, è situato alto su di una collina nelle vicinanze del mare, esso è coperto da un tetto a capanna e ha una forma quadrata. Sul lato verso sud fuori della fortificazione svetta la bandiera spagnola (è questa la caratteristica bandiera con la croce di Borgogna, utilizzata dalle truppe di fanteria spagnola nei secoli XVI-XVII). Ci sono alcune righe di descrizione accanto al forte che riportano la seguente frase: ‘Rúmo. Hier hadde den Spaignard @ j621 een cleyne vastich.t’, cioè ‘Gli spagnoli avevano qui una piccola fortificazione nel 1621’.15

Alcuni altri documenti spagnoli trattano diffusamente di questo forte citando soldati o capitani che avevano servito nel forte: lo stesso Vergara ci descrive Rume come una fortificazione situata nelle vicinanze di Marieco: ‘…fuerza del Rumē sercana a la del enemigo Olandes y Terrenate de Marieco …’ , Vergara, inviò a presidio del forte del Rume, Rodrigo de Mesa, con l’incarico di governatore della compagnia del capitano e sergente maggiore Alonso Martin Quirante. Probabilmente Rodrigo de Mesa fu uno dei primi ad avere il comando di questo forte.16 L’alfiere Pedro de Mora Salcedo, attorno al 1621, serviva con la sua compagnia ‘enlas fuerças del Rume’ (cosa che fa sospettare l’esistenza di due forti), poi siccome il suo capitano (forse Francisco Ximenes) era stato incaricato di recarsi nella città di Tidore, Pedro de Mora Salcedo ricevette temporaneamente in carico il comando del forte.17 Attorno al 1625-1626 il capitano Esteban de Somoza y Losada fu nominato capo dei forti del ‘Rrume’ dove rimase per alcuni mesi.18

Altre interessanti notizie sul forte del Rume e uno spaccato degli avvenimenti che riguardavano la vita del forte sono presenti in vari altri documenti: il 23 agosto 1632, Pedro de Heredia, che aveva avuto un colloquio a vista con il re di Tidore era stato informato dal re dell’intenzione degli olandesi di attaccare il forte del Rume, Heredia, informò di questo Alonso Serrano, che era a guarnigione e capo del forte del Rume con la maggior parte della sua compagnia. Dal momento che al Rume erano tre i posti da guardare e presidiare (evidentemente le due piattaforme e il forte in alto), Heredia, inviò altri 20 soldati comandati dal capitano Andres de Azcueta Menchaca da mettere a guarnigione del forte e delle sue piattaforme. Il comando del forte rimase nella mani di Alonso Serrano, Azcueta con i suoi soldati doveva presidiare una delle piattaforme. Successivamente una lettera del re di Tidore informò Heredia del rischio di possibili ribellioni da parte dei tidoresi per cui furono messi in allarme (il 17 settembre 1632) i forti di Tidore e del Rume, fu ordinato di non ammettere all’interno dei forti spagnoli nessun ‘moro’. Il 18 ottobre 1632, un ordine di Heredia informò Alonso Serrano che se una qualunque imbarcazione di ‘mori’ fosse giunta con una bandiera bianca per trattare essi dovevano essere catturati o uccisi, perché erano nemici. Sembra che un ‘indio’ del Rume si fosse accordato con i nemici per tradire gli spagnoli. Nella carta datata 18 novembre 1632, sembra di leggere tra le righe che Pedro de Heredia sospettasse anche il tradimento del re di Tidore. Il re di Tidore voleva infatti ritirare dal Rume alcuni dei 70 soldati tidoresi presenti, ma Pedro de Heredia ordinò a Serrano mantenere nella guarnigione almeno 40 tidoresi, perché sospettava che il re volesse indebolire le difese spagnole. In caso di attacco Heredia consigliava a Serrano di tenere i ‘Jacalos’ sotto il forte alto (‘da ariua’) e la piattaforma in basso di modo che gli spagnoli non avessero da temere niente. Per distogliere il nemico Heredia aveva intenzione di compiere una manovra diversiva (forse a Ternate?), allo scopo aveva bisogno che Serrano gli inviasse il ‘guilalo’ (un tipo d’imbarcazione ?) più armato possibile con a bordo alcuni pampangos e 10 soldati dei più coraggiosi, quello che Heredia voleva fare non lo dice perché temeva fughe di notizie, informa Serrano (capo delle forze del Rumen), che solo lui e colui che dovrà comandare le truppe conoscevano i piani dell’attacco. Una nuova carta di Pedro de Heredia datata 5 dicembre 1632 informava Serrano che Heredia aveva l’intenzione di riportare il numero dei soldati a presidio del forte del Rume come era in passato a 40 uomini. Da questo documento sembra che il pericolo fosse passato. Un altra carta datata 11 dicembre 1632, ci presenta una situazione capovolta, infatti Heredia aveva ricevuto delle informazioni da un ‘moro Rumen’ ferito, che era fuggito tre mesi prima dagli spagnoli e che era passato ai nemici, ma che era stato nuovamente catturato dagli spagnoli, che il re don Pedro (il sultano di Ternate Cachil Hamja, chiamato dagli spagnoli don Pedro de Acuña) aveva intenzione di catturare il forte del Rumen, inoltre sembra che volesse fortificare Tacome. Pedro de Heredia sospettava che i nemici volessero attaccare il Rume passando da Chouo, perché da li era un facile sentiero che portava al Rumen, che era situato a solo un quarto di lega di distanza da Chovo. Gli ordini erano di porre più sentinelle (una mezza dozzina) sul lato da dove si prevedeva che il nemico fosse arrivato. Interessante è la carta di Heredia del 15 dicembre 1632, che ci informa che a guarnigione delle forze del Rumen erano compreso Alonso Serrano 71 spagnoli, inoltre successivamente furono inviati da Ternate altri 21 soldati cosa che portava il totale della guarnigione a 92 spagnoli, inoltre nel brigantino che aveva portato il messaggio veniva inviato un altro artigliere. Grazie alla prevenzione fatta da Alonso Serrano, Heredia pensava che ne gli olandesi ne i ternatesi avessero osato tentare di sbarcare truppe, ma in caso contrario giudicava ben difeso il forte. Per quella notte Heredia ordinava di tenere all’interno del forte anche gli ‘indios’ del villaggio del Rume. Durante la notte successiva comunque Heredia ordinava di raddoppiare le sentinelle, se poi la nave e le caracoras nemiche non avessero fatto nessuna azione entro la mattina successiva, il brigantino doveva essere inviato a Ternate in modo che potesse essere inviata il giorno successivo al Rume la truppa restante, di modo che a guarnigione del Rume erano molti di più dei 40 soldati che normalmente presidiavano il posto.19

Nel 1643, Lope de Colindres, essendo soldato della compagnia del maestro di campo don Lorenço de Olasso, si imbarcò con lui per Ternate, dove ebbe a suo carico il forte di San Lucas del Rumen.20 Nello stesso periodo Juan Camacho de la Peña fu incaricato di occuparsi dei lavori di fortificazione della ‘fuerça de Chouo’ e della disposizione del porto del Rume.21 Entrambi i posti furono messi in stato di difesa. Attorno al 1650, il capitano Martin Sanchez de la Cuesta, fu inviato su ordine del governatore Pedro Fernandez del Rio ai forti di San Lucas del Rumen e Chobo.22

Dalla lettura di alcuni documenti risulta evidente che le fortificazioni del Rume erano costituite da due distinte opere difensive, una situata a livello della spiaggia e un’altra sopra la collina dominante il porto e il canale tra Tidore e Ternate. Pedro Bravo de Acuña, per esempio, dopo essere stato, negli anni 1627 e 1628 capo della fanteria di una delle galere. Divenne successivamente capo di una delle due piattaforme del porto di Rumen.23 Negli anni 1653-1654, sotto il governo di Francisco de Esteybar, gli spagnoli ricostruirono la ‘rretirada’ del forte di San Lucas del Rumen (cioè la fortificazione più in alto), essendo stata di ‘madera vieja y podrida’ la riedificarono di ‘cal y canto’, operazione, questa, resa molto difficile anche a causa della conformazione del terreno su cui si trovava la fortificazione e dell’aspro dislivello.24

L’importanza del porto del Rume viene evidenziata anche in una serie di biglietti datati tra il giugno e il luglio 1650 e firmati dal governatore Francisco de Estaybar, in cui si parla dei lavori per ‘aderejar’ la galera, e dove Esteybar ci informa che tali lavori sarebbero stati fatti nel porto del Rumen. Probabilmente la galera aveva una falla e gli spagnoli stavano riparandola. A visitare i lavori alla galera doveva giungere anche il re di Tidore, in un biglietto in risposta ad una richista di Miguel de Guinea su come comportarsi all’arrivo del re Esteybar lo informava che all’avvistamento dell’imbarcazione del re tre salve d’artiglieria dovevano essere sparate dal forte del Chovo e successivamente anche dalla sua galera. Furono costruite due zattere per il trasporto della ‘monara’ che era a Don Xil e che doveva essere trasportata al Rume dove era ancorata la galera, per il trascinamento delle zattere, gli spagnoli pensavano di usare due ‘barcos’. Esteybar faceva assoluto divieto a che la galera uscisse da detto porto per trascinare le zattere. Inoltre era vietato che la ciurma della galera facesse la raccolta della ‘monaras’. Il capitano Melchor si incaricò di trasportare la ‘monara’ raccolta su due zattere. Secondo il parere di Diego Rodriguez comunque, in questo periodo, era meglio utilizzare il porto del Chovo dove la galera era più sicura e dove l’equipaggio poteva sostentarsi con papaya e altra frutta locale (questa informazione è interessante perché elimina ogni dubbio sul fatto che Rume e Chobo potessero essere le stesse fortificazioni). I consigli di Diego Rodriguez furono evidentemente seguiti e la galera fu spostata nel porto del Chovo dove furono iniziati i lavori, infatti, successivamente, Esteybar manifestava la sua preoccupazione per la galera, dal momento che era cambiato vento e aveva fatto brutta stagione, Esteybar si domandava se non era il caso di spostare la galera dal porto dove era (Chobo?) al Rumen.25

Le truppe spagnole occuperanno ininterrottamente il forte dalla sua fondazione fino all’abbandono dei loro presidi nelle Molucche. Nel 1663, al momento della loro partenza, il forte viene solo in piccola parte smantellato. Ed è l’ultimo che gli spagnoli abbandonarono, infatti il suo porto fu usato come punto di raccolta delle imbarcazioni spagnole dopo che la città di Ternate e gli altri presidi furono stati distrutti e dati alle fiamme. In accordo con gli ordini di Manrique de Lara, lo smantellamento dei forti spagnoli doveva seguire un preciso criterio che era quello di trasportare tutto il materiale (munizioni, artiglieria ecc.) tolto dai forti smantellati “alas fuerzas del Rumen”26 nell’isola di Tidore, che doveva essere l’ultimo luogo da demolire, perchè era qui che era il porto più importante e più sicuro in mano agli spagnoli.27 Dalla corrispondenza tra Atienza e il governatore olandese di Ternate, Antonio Van Voort, è chiaro che gli spagnoli abbandonarono la città di Ternate il 29 maggio 1663, trasferendosi al Rume da dove scrissero diverse missive datate 30 maggio 1663. Per cui sembra plausibile che tra l’ultimo giorno di maggio e i primi giorni di giugno 1663, le ultime truppe spagnole lasciarono l’isola di Tidore. Secondo quello che riporta Jacobs, il 2 giugno 1663, gli spagnoli abbandonarono i forti delle Molucche, per concentrare tutte le loro forze sulla difesa di Manila. Era l’ultimo episodio di una rapporto iniziato 142 anni prima con l’arrivo a Tidore della spedizione di Magellano l’8 novembre 1521.28

Subito dopo la partenza degli spagnoli, il re di Tidore occupò i forti nella propria isola che gli spagnoli avevano abbandonato e tentato di distruggere. Un contingente di 40-50 soldati del re occupò il forte di Rum (Romi) nel momento in cui gli spagnoli se ne stavano andando. Il 18 giugno su invito del re di Tidore, il comandante olandese visitò assieme al re il forte spagnolo di Rum (Romy) trovandolo in ottimo stato, solo la scalinata e i balconi del forte superiore erano stati distrutti, alcune costruzioni erano state riempite di legna dagli spagnoli con la chiara intenzione di bruciare il tutto prima di partire, ma qualcosa o qualcuno (probabilmente i tidoresi) aveva impedito loro di portare a termine i loro piani, secondo la relazione olandese il forte di Rum (Romy) era formato da una fortificazione al livello della spiaggia chiamata “la piattaforma” che continuava verso l’alto in forma triangolare, a completamento di questa struttura erano tre piccoli ridotti. Anche il forte superiore era in buono stato e conservava intatte le proprie mura, sul lato che guardava il mare era presente anche un cannone di ferro.29

Il rapporto del padre Miguel de Pareja, del 1670, descrive in modo catastrofico lo stato del forte del ‘Rumen’ di cui, secondo la sua testimonianza, non resta pietra su pietra, trasportata tutta a Ternate per essere utilizzata nei lavori di fortificazione degli olandesi. Addirittura Pareja afferma che anche il luogo dove era situato il forte è, anche ai più pratici, sconosciuto. Come abbiamo visto i rapporti che negli stessi anni stilano gli olandesi ci informano che invece gran parte del forte è ancora intatta.30

Una delle poche “recenti” descrizioni del forte del Rume è la descrizione che ci da Van de Wall nel suo libro “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” dove sono comunque riportate diverse imprecisioni: il forte era situato su di una collina sopra la spiaggia nella parte est dell’isola (questo è sicuramente un errore, infatti Rum si trovava nella parte nord-ovest, ad avvalorare quest’ipotesi, è il fatto che alcuni righe più avanti Van de Wall ci dice che i cannoni del forte coprivano lo stretto tra Tidore e Malayo). La baia dove era situato il forte era senza dubbio il migliore porto dell’isola. Il forte era di forma quadrata ed era armato, nel 1627, con 4 cannoni. Sotto il forte, sulla spiaggia, fu costruita una mezza luna dove erano montati 5 cannoni a protezione sia delle navi ormeggiate nel porto sia dello stretto di mare tra Tidore e Malayo. Secondo Van de Wall, il forte fu costruito dai portoghesi e conquistato dagli olandesi nel 1605 (ad oggi, nei documenti da me consultati, non ho trovato menzione di un forte portoghese a Rum, sembra che van de Wall confonda (come del resto fa anche Valentijn) il forte di Rum con il forte dei portoghesi che era invece situato vicino a Soasiu e che nel 1605 fu conquistato dagli olandesi), poi fu occupato dagli spagnoli per essere nuovamente occupato dagli olandesi al momento dell’evacuazione delle truppe spagnole dalle Molucche (invece dal Dagh-Register 1663, risulta che il forte fu occupato subito dopo la partenza degli spagnoli da truppe del re di Tidore). Al tempo in cui scrive Van de Wall (1920 circa), una parte della struttura a mezza luna sulla spiaggia era ancora in piedi così come il magazzino della polvere.31

Per quanto riguarda la situazione attuale delle rovine del forte di Rum, è difficile avere informazioni di prima mano, ho a più riprese tentato di contattare uffici pubblici sia a Ternate che a Tidore ma non ho mai ricevuto risposte alle mie richieste in materia, l’attuale situazione di instabilità nelle Molucche mi ha per il momento impedito un sopralluogo sul posto che sarebbe alquanto interessante. Solo un piccolo accenno ad un forte vicino a Rum viene fatto dalla guida “Indonesia” della Lonely Planet.32 Anche la guida “Maluku” della Periplus fa solo un piccolo accenno a questo forte che viene descritto come un forte con mura basse e infestate da rampicanti appena a nord dell’ancoraggio di Rum.33 Per finire sembra che l’entrata del forte di Rum sia stata distrutta durante la costruzione della nuova strada.34 Lo stato di abbandono in cui versano questi ultimi residui della presenza spagnola nell’isola di Tidore, fa supporre che se niente verrà fatto per preservarli nel giro di pochi anni si perderà anche il ricordo di queste ultime vestigia di quell’affascinante periodo, rendendo attuali le parole del padre Miguel de Pareja.

Secondo le informazioni raccolte nell’isola di Tidore resistono al tempo e all’incuria dell’uomo solo i resti dei forti di Tohula e Rum (e forse quello di Chovo, ma sarebbe interessante approfondire l’argomento).

Capitani di San Lucas del Rume

Rodrigo de Mesa35, capitano

c.1619

Francisco Ximenes36, capitano

c.1620

Pedro de Mora Salcedo37, alfiere (interim)

c.1621

Pedro (Xaraquemada) Jaraquemada38, capitano

18 aprile 1625-29 (o 27) giugno 1625

Juan Garcia, capitano

29 (o 27) giugno 1625

Esteban de Somoza y Losada39, capitano

1625 ?-1626 ?

Francisco de Alfaro40

(tra il 1630 e il 1635)

Alonso Serrano41, capitano

1632

Agustín Cepeda42, capitano

negli anni tra il 1635 e il 1639

Francisco de Zuniga43, capitano

c.1639 c.1640

Manuel Correa44

c.1640

Francisco Gutierez (Gutierrez)45

Tra il 1630 e il 1652

Lope de Colindres46

c.1643

Martin Sanchez de la Cuesta47, capitano

c.1650

Francisco de Recabarren48, capitano

?-aprile 1656

Juan García49, alfiere (interim)

aprile 1656-18 aprile 1656

Pedro de la Mota50, aiutante

18 aprile 1656-

Juan de Herrera51, capitano

?- 28 aprile 1661

Antonio de Ortega52, capitano

28 aprile 1661-1 luglio1661

Hernando de Soto Cauezon53, sergente maggiore

1 luglio 1661-?

Nicolás Jurado54, capitano

4 aprile 1662-23 aprile 1662

Phelipe Yay55, aiutante (interim)

23 aprile 1662-

Diego de (Vluiarri ?)56, capitano

1662 ?

Continua: Appendice: Isola di Puli Caballo

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” Documento n° 215 in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 660

2Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 17-12-1661” AGI: Filipinas,51,N.14

3Bouwstoffen” vol. II, 135

4Bouwstoffen” vol. II, 259

5Bouwstoffen” vol. III, 58

6Bouwstoffen” vol. III, 59

7Bouwstoffen” vol. III, 146, 386.

8Dagh-Register, anno 1631-1634” 347

9Dagh-Register, anno 1664” 3, 20, 286, 389.

10Relación de Cristóbal de Salvatierra: jornada del Maluco. Terrenate, abril de 1585” AGI: Patronato,46,R.20

11 ‘… nuestro puerto llamado el rrume …’ “Meritos: Pedro Fernández del Rio, 1647” AGI: Indiferente,113,N.50 testimonianza del capitano Francisco Perez Nabarro, ‘piloto mayor’.

12 “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 412 nota 3

13 Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 430 che cita il manoscritto di Fr. Gregorio de S. Esteban, che era presente alla fondazione del forte. Purtroppo non mi è stato possibile consultare o avere una copia di questo manoscritto, che è conservato nell’Archivo Francescano Ibero-Oriental di Madrid e che sembra essere in pessime condizioni di conservazione, da quanto ho potuto conoscere in questo archivio sembrano esserci interessantissimi documenti che potrebbero portare nuova luce sull’oscura e poco studiata storia della presenza spagnola alle Molucche.

14 Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 430-431 nota 4 dove viene trascritto questo passo del manoscritto di Fr. Gregorio de S. Esteban.

15Tidor en Mitarra, 2 kleine eil. Ten Z. van Ternate, ten W. van Gilolo op Halmahera” Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nÿenhuis” P. 314-I-n° 99. I miei ringraziamenti a Walter Hellebrand per avermi segnalato l’esistenza di questo importante documento.

16Confirmación de encomienda de Ayumbon, etc. Rodrigo de Mesa, [c] 02-07-1633” AGI: Filipinas,48,N.64 Dichiarazione di Lucas Vergara Gaviria.

17 Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

18 Confirmación de encomienda de Guimbal. Expediente de confirmación de la encomienda de Guimbal en Oton a Esteban de Somoza y Losada. Resuelto. [f] 02-02-1651” AGI: Filipinas,50,N.20

19Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” AGI: Filipinas,49,N.25

20 Confirmación de encomienda de Tulaque. Expediente de confirmación de la encomienda de Tulaque en Cagayan a Lope de Colindres. Resuelto, [f] 24-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.2

21Confirmación de encomienda de Bagatayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bagatayan, Pajo y Liloan en Cebu, Bislig y Catel en Caraga a Juan Camacho de la Peña. Resuelto. [f] 09-10-1653” AGI: Filipinas,50,N.40

22 Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

23 Meritos: Pedro Bravo de Acuña. Relación de Méritos y servicios de Pedro Bravo de Acuña, Capitán, sirvió en Filipinas, Armada, La Habana y San Antonio de Gibraltar. [c] 07-03-1660” AGI: Indiferente,118,N.65

24Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14

25 Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 09-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.52

26 Anche questo accenno ai ‘forti del Rumen’, confermato poi da alcune relazioni olandesi e spagnole, indica la presenza di più fortificazioni al Rume.

27 Manrique de Lara al gobernador de las fuerzas de Terrenate, 9-12-1662” AGI: Filipinas,9,R.2,N.34

28 “Fr. Diego de Esquivel certificatión. Rume, 30 mayo 1663” Documento n° 199 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 617-622 e anche nota 1

Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 2*

29Dagh-Register, 1663” 395-396, 531-532

30 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” Documento n° 215 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 660 e anche nota 4

31 Van de Wall “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” 268-269

32 AA. VV. “Indonesia, a travel survival kit” (1990, Hawthorn) 780

33 Muller, K. “Maluku” (1997, Singapore) 115

34 Labrousse “Ternate e Tidore. Notes de voyage” In: “Archipel n° 39” (1990, Paris) 46

35 Vergara, inviò a presidio del forte del Rume, Rodrigo de Mesa, con l’incarico di governatore della compagnia del capitano e sergente maggiore Alonso Martin Quirante. Probabilmente Rodrigo de Mesa fu uno dei primi ad avere il comando di questo forte. “Confirmación de encomienda de Ayumbon, etc. Rodrigo de Mesa, [c] 02-07-1633” AGI: Filipinas,48,N.64 Dichiarazione di Lucas Vergara Gaviria.

36 Giunse a Ternate attorno al 1620 e sostituì il capitano Pedro Martinez Cid a comando della sua compagnia. Fu capo dei forti di Rum e Tomanira ‘unas y otras proximas ala que el enemigo tenia en la ysla de Tidore en el lugar de Marieco’ poi essendo stato Francisco Ximenes incaricato di recarsi alla città di Tidore, lasciò il comando del forte all’alfiere Pedro de Mora Salcedo.

Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

37 L’alfiere Pedro de Mora Salcedo, nel febbraio del 1620 è nella compagnia del capitano Francisco Ximenes. Il 22 gennaio 1621 (iscritto a Ternate il 20 aprile 1621) viene promosso ‘entretenido’ (uno dei 4 ‘entretenimientos’ che venivano concessi a Ternate ad alfieri riformati) da Alonso Fajardo de Tenza, carica che tenne fino al 19 maggio 1622. Servì con la sua compagnia ‘enlas fuerças del Rume’ (e anche Tomanira), poi essendo stato il suo capitano (Francisco Ximenes) incaricato di recarsi alla città di Tidore, gli lasciò il comando del forte. “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

38Confirmación de encomienda de Sogod, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Sogod y Cabalian en Leyte y Ginatilan en Cebu a Ana Jaraquemada. Resuelto. [f] 27-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.4

39 Attorno al 1625-1626 il capitano Esteban de Somoza y Losada fu nominato capo dei forti del ‘Rrume’ dove rimase per alcuni mesi. “Confirmación de encomienda de Guimbal. Expediente de confirmación de la encomienda de Guimbal en Oton a Esteban de Somoza y Losada. Resuelto. [f] 02-02-1651” AGI: Filipinas,50,N.20

40 Nel 1630 era alfiere a Ternate. Fu poi nominato capo dei forti di San Lucas del Rume e di Santiago de los Caualleros di Tidore. Nel 1634 ottenne la licenza per Manila. “Confirmación de encomienda de Bito, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bito, Binca, Manliron y Malaguicay en las provincias de Leyte, Samar e Ibabao (Samar) a Francisco de Alfaro. Resuelto. [f] 22-08-1654” AGI: Filipinas,50,N.45

41Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” AGI: Filipinas,49,N.25

42Meritos: Agustín Cepeda. Relación de Méritos y servicios de Agustín Cepeda, Gobernador de la gente de guerra de la fuerza de san Sebastián en la isla de Mindanao. Observaciones: Ampliada hasta 1667-03-10. [c] 01-07-1652” AGI: Indiferente,121,N.89

43Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Manuel Correa. Resuelto. [f] 28-11-1661” AGI: Filipinas,51,N.12

44 Manuel Correa, che era di servizio con la sua compagnia al forte di San Lucas del Rume, dove era capo il capitano Francisco de Zuniga fu promosso capo del forte allorquando Zuniga fu richiamato a Ternate per altri incarichi. Manuel Correa rimase a capo del forte del Rume fino a che non fu promosso aiutante del sergente maggiore. Il 3 aprile 1640 fu nominato, dal governatore Francisco Suarez de Figueroa, al posto dell’aiutante Juan Cerrano de Aguilera, aiutante del sergente maggiore. “Confirmación de encomienda de Casiguran, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Casiguran y Palanan en Tayabas a Manuel Correa. Resuelto. [f] 28-11-1661” AGI: Filipinas,51,N.12

45 Nel 1653 aveva servito per 22 anni il re dei quali per 13 anni a Ternate. Dove servì come capo della galera per due volte, fu poi capo dei forti di Calomata, Don Xil, Chouo, Rume (‘su plataforma y rochela’).

Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 09-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.52

46 Nel 1643, Lope de Colindres, essendo soldato della compagnia del maestro di campo don Lorenço de Olasso, si imbarcò con lui per Ternate, dove ebbe a suo carico il forte di San Lucas del Rumen. “Confirmación de encomienda de Tulaque. Expediente de confirmación de la encomienda de Tulaque en Cagayan a Lope de Colindres. Resuelto, [f] 24-04-1649” AGI: Filipinas,50,N.2

47 Attorno al 1650, il capitano Martin Sanchez de la Cuesta, venne inviato su ordine del governatore Pedro Fernandez del Rio ai forti di San Lucas del Rumen e Chobo.

Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Martín Sánchez de la Cuesta, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

48 Nell’aprile 1656, il capitano Francisco de Recauarren, era il capo del forte di San Lucas del Rume, ma essendo gravemente malato, aveva dovuto lasciare il comando del forte all’alfiere Juan García per andare a Ternate, dove poi Recabarren morì (prima del 25 maggio 1656).

“Ordine di Francisco de Esteybar” (Terrenate, 18 aprile 1656) (foglio14) in: “Confirmación de encomienda de Quinagon. Expediente de confirmación de las encomiendas de Quinagon en Leyte a Juan García. Resuelto[f]. 17-04-1692” AGI: Filipinas,57,N.7

49 Nell’aprile 1656 lo troviamo di guarnigione nel forte di San Lucas del Rume con la compagnia del capitano Francisco de Recauarren, che era il capo del forte, ma che essendo gravemente malato, aveva dovuto lasciare il comando del forte proprio all’alfiere Juan García per andare a Ternate, dove poi Recabarren morì (prima del 25 maggio 1656). Il 18 aprile 1656, Juan García, ricevette l’ordine di lasciare il forte nelle mani dell’aiutante Pedro de la Mota. Nel forte del Rume, Juan García, lavorò anche alle fortificazioni.

“Ordine di Francisco de Esteybar” (Terrenate, 18 aprile 1656) (foglio14) in: “Confirmación de encomienda de Quinagon. Expediente de confirmación de las encomiendas de Quinagon en Leyte a Juan García. Resuelto[f]. 17-04-1692” AGI: Filipinas,57,N.7

50 “Ordine di Francisco de Esteybar” (Terrenate, 18 aprile 1656) (foglio14) in: “Confirmación de encomienda de Quinagon. Expediente de confirmación de las encomiendas de Quinagon en Leyte a Juan García. Resuelto[f]. 17-04-1692” AGI: Filipinas,57,N.7

51Confirmación de encomienda de Silan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Silan e Indan en Tondo a Antonio de Ortega. Resuelto. [f] 29-08-1690” AGI: Filipinas,56,N.10

52 Confirmación de encomienda de Silan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Silan e Indan en Tondo a Antonio de Ortega. Resuelto. [f] 29-08-1690” AGI: Filipinas,56,N.10

53Confirmación de encomienda de Silan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Silan e Indan en Tondo a Antonio de Ortega. Resuelto. [f] 29-08-1690” AGI: Filipinas,56,N.10

54 Il 4 aprile 1662 fu nominato dal governatore Agustin de Cepeda capo del Rume carica che tenne fino al 23 aprile 1662, lasciò il comando del forte all’aiutante Phelipe (y Ay ?), quest’ultimo doveva rimanere a capo del forte fino a che non fosse giunto il capitano don Diego de Vluiarri che era a capo del forte di San Miguel dell’isola di Puli Cauallo e che era stato promosso a capo del forte del Rume. Tornò a Manila il 30 giugno 1662. “Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

55Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

56Confirmación de encomienda de Tagui, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Tugui (sic por Tagui)por otro nombre Masinloc, Sigayan, Ala Alan, Buquil, Bolinao y Agno en Pangasinan a Nicolás Jurado. Resuelto. [f] 28-04-1676” AGI: Filipinas,54,N.3

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Tidore 11 – Forte di Chobo. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 CHOBO

Nome spagnolo: Cubo1, Sobo2, Chobo3, Chovo4, Cobo, Tjobo, San(t) Joseph de Chouo5:

Nome olandese: Chiobbe6, T’Siobbo7, Siobbo8, Ziobbo9, Tsiobbe10, t’Siobbe11, Sjobbo12, Sjobbe13

Nome attuale: Cobo

CRONOLOGIA: Spagnolo:1643 ? –1661 ? o 1662 ?

Presidio spagnolo situato sull’estrema propaggine nord dell’isola di Tidore, chiamato dagli spagnoli San Joseph de Chovo. Non ci sono molte informazioni riguardanti questo forte, esso, come posto fortificato, viene menzionato solo negli ultimi anni del periodo spagnolo. Gerónimo de Silva, nel 1613, parla della ‘punta de Chovo’ come uno dei posti che gli olandesi intendevano occupare nell’isola di Tidore.14 Mentre viene citato nell’anno 1615, dal re di Tidore, come possibile punto d’incontro tra ternatesi e tidoresi per le trattative matrimoniali tra il principe di Tidore e la regina di Jilolo.15

Le fonti olandesi iniziano a parlare di un forte spagnolo a Tsiobbe negli anni attorno al 1643.16

Secondo gli olandesi, gli spagnoli avevano intezione di installare sulla collina della fortificazione di T’Siobbo due grossi cannoni, in modo da raggiungere con i loro colpi la rada di Malayo. In risposta alla mossa degli spagnoli, gli olandesi posero un cannone a Talangame.17 Poi il governatore Wouter Seroijen fece costruire un vero e proprio forte chiamato ‘Caille la Boca’ situato sulla spiaggia a due tiri di moschetto da Malayo, da questo nuovo forte gli olandesi potevano colpire qualunque imbarcazione passasse nello stretto tra le isole di Ternate e Tidore e era anche possibile raggiungere con un ‘boogh-schoot’ il forte spagnolo di Ziobbo.18

Un documento spagnolo del 1653 fa luce sulla data in cui gli spagnoli costruirono il forte del Chovo e conferma quanto riportato dalle fonti olandesi: nel 1643, Juan Camacho de la Peña, si imbarcò sul galeone ‘San Juan Bautista’ come soldato della compagnia del nuovo governatore di Ternate don Lorenço de Olaso. A Ternate fu incaricato di occuparsi dei lavori di fortificazione della ‘fuerça de Chouo’ e della disposizione del porto del Rume nell’isola di Tidore. Entrambi i posti furono messi in stato di difesa.19 Da un altro documento veniamo a conoscenza anche che, nel 1643, il comando del forte fu affidato a Juan de Heredia Ormastegui, anch’egli era giunto a Ternate quello stesso anno con il soccorso guidato dal nuovo governatore don Lorenço de Olaso. Anche Juan de Heredia Ormastegui lavorò alle fortificazioni del forte di Chovo fino a porlo in buon stato di difesa.20 Il forte era situato su di un alto promontorio che dominava lo stretto di mare tra Tidore e Ternate. Poche altre informazioni su questa fortificazione sono rintracciabili nei documenti che ho visionato, per esempio, Pedro de Figueroa Pardo, che deve essere stato nelle Molucche negli anni tra il 1640 e il 1650, fu capo del forte di ‘San Joseph de Chobo’ che descrive come ‘frontera del enemigo olandez y therrenate’.21 Attorno al 1650, il capitano e sergente maggiore Martin Sanchez de la Cuesta, fu inviato su ordine del governatore Pedro Fernandez del Rio ai forti di San Lucas del Rumen e di Chobo.22

Un’altro dei pochi documenti spagnoli che accenna a questo forte è un documento del 1661 dove si afferma che il governatore Francisco de Esteybar negli anni 1653 e 1654 riedificò il forte di ‘San Joseph de Chouo’ dove furono costruite nuove fortificazioni e nuovi alloggiamenti per la fanteria.23 Diego de Cardenas fu capo della fortezza di ‘San Joseph de Chovo’ e non essendo arrivato il soccorso a causa della perdita del galeone ‘Nuestra señora de la Vitoria’ (soccorso del 1660) impegnò i suoi averi per soccorrere le truppe del presidio con viveri e munizioni.24

Secondo le fonti olandesi sembra che questo forte sia stato abbandonato dagli spagnoli nel 1661 quindi due anni prima del definitivo abbandono delle Molucche da parte delle truppe iberiche, il motivo dell’abbandono del forte è ascritto al fatto che le truppe spagnole erano decimate e non potevano mantenere tutti i presidi che avevano. Il forte che gli spagnoli abbandonarono viene descritto come il forte superiore di Chiobbe, questo farebbe pensare che anche questo forte era composto, come quello di Rum, da due distinte fortificazioni, una in posizione elevata e l’altra sulla spiaggia.25 Alcuni documenti spagnoli fanno altra luce sull’abbandono del forte del Chobo, infatti, nel 1662, Agustin de Cepeda, governatore di Ternate, dopo che aveva ricevuto ordini da Manrique de Lara per smantellare i forti delle Molucche e ritirare le guarnigioni spagnole, inviò la compagnia dove era alfiere Juan de Origuey a Tidore per ritirare (e demolire) le guarnigioni dal forte del Chobo e da altri forti vicini ai villaggi dei ‘Mori’ di Toloa: ‘que asistiese y aiudase a su capitan al rretirar las fuerzas de Tidore, con las de Chobo y otras circumbecinas a los pueblos de los Moros toloas’. Secondo la testimonianza di Diego de Salazar, capitano delle reali galere di Ternate, le fortezze che gli spagnoli dovettero demolire e le guarnigioni che ritirarono, nel 1662, erano ‘… me ordeno retirara las de Tidore Chouo, y Puli Cauallo …’ i lavori di demolizione e del ritiro furono affidati all’alfiere Juan de Origuey, che vi lavorò personalmente riuscendo a trasportare a Ternate l’artiglieria e le munizioni.26

Il rapporto del padre Miguel de Pareja, inviato alle Molucche nel 1670, dal governatore delle Filippine Manuel de Leon, per rivendicare i diritti spagnoli sulle isole e per salvaguardare i cristiani delle Molucche, descrive anche lo stato delle fortificazioni spagnole, alcuni anni dopo il loro abbandono, tra gli altri ci informa che lo stato del forte che gli spagnoli chiamavano ‘Cubo’ è talmente alterato che non ne resta memoria. Nelle sua descrizione sullo stato dei forti abbandonati dagli spagnoli a Tidore e a Ternate, Pareja, è molto più catastrofico, dei rapporti, che negli stessi anni, stilavano gli olandesi.27

Capitani di San Joseph de Chovo

Juan de Heredia Ormastegui

1643

Pedro de Figueroa Pardo28

c.1643

Diego de Cardenas29

c.1660

Continua: Costa occidentale e costa settentrionale dell’isola: Forte di Rume

[divider]

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” Documento n° 215 in: Jacobs, H.“Documenta Malucensia III, 1606-1682” 660 e anche nota 5

2 Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 615, 624.

3Tanto de carta que el capitan don Fernando Becerra escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore 29 de otubre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 318

Tanto de carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore 21 de diciembre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 339

Tanto de carta que el el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el rey de Tidore, Terrenate 22 de diciembre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 339

4Tanto de carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore 18 de noviembre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 330

5Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14

6Generale Missiven” vol. III, 30 Januari 1662, 384

7Bouwstoffen” vol. III, 179

8Bouwstoffen” vol. III, 386

9Bouwstoffen” vol. III, 384, 401

10Bouwstoffen” vol. III, 148

11Bouwstoffen” vol. III, 148

12Dagh-Register, anno 1664” 286, 389

13Dagh-Register, anno 1664” 598

14 Carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva. Tidore, 18 de noviembre 1615” In: In: AA. VV. “Correspondencia” 99

15 Tanmto de carta que escribió el señor don Gerónimo de Silva al señor don Juan de Silva” In: In: AA. VV. “Correspondencia” 330

16 Wouter Seroijen, gouverneur der Molukken, aan Antonio Caen op Ambon, 28 Janauri 1643” in: “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” vol. III, 148

17 Gouverneur-Generaal (Antonio van Diemen) en Raden aan Bewindhebbers der O. I. Compagnie, 23 December 1644” in: “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” vol. III, 178-179

18 Rapport en declaratie van Antonio Caen …, 1 Juli 1648” in: “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” vol. III, 384-385

19Confirmación de encomienda de Bagatayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bagatayan, Pajo y Liloan en Cebu, Bislig y Catel en Caraga a Juan Camacho de la Peña. Resuelto. [f] 09-10-1653” AGI: Filipinas,50,N.40

20Confirmación de encomienda de Antique. Expediente de confirmación de la encomienda de Antique en Oton a Juan de Heredia Ormastegui. Resuelto. [f] 13-09-1647” AGI: Filipinas,49,N.69

21 Confirmación de encomienda de Caraga, etc, Expediente de confirmación de las encomiendas de Caraga, Surigao y Sidarga en Cebu a Martín Sánchez de la Cuesta. Resuelto, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

22 “Confirmación de encomienda de Caraga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Caraga, Surigao y Sidarga en Cebu a Martín Sánchez de la Cuesta. Resuelto, [f] 19-06-1659” AGI: Filipinas,51,N.1

23Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 17-12-1661” AGI: Filipinas,51,N.14

24 Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

Confirmación de encomienda de Paracale, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Paracale y Capalonga en Camarines a Alonso Velázquez de la Cadena. Resuelto. [f] 12-02-1677” AGI: Filipinas,54,N.13

Confirmación de encomienda de Cuyo, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Cuyo y Calamianes a Lorenzo Vázquez Coronado. Resuelto[f] 27-11-1681” AGI: Filipinas,55,N.3

 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” Documento n° 215 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 660

25 Secondo quanto riferito nelle “Generale Missiven” vol. III, 30 Januari 1662, 384

26Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

27 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” Documento n° 215 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 660 e anche nota 5

28 Era giunto nelle Filippine nel 1640, servì per un paio d’anni a Ternate tra il 1641 e il 1642, successivamente, ebbe licenza di tornare nelle Filippine e si imbarco assieme al ‘lizenciado’ don Diego de la Rassa sul galeone ‘San Juan Bauptista’. Lasciò la sua compagnia a Ternate al capitano don Francisco Çeron.

Servì poi a Manila, ma avendo avuto notizia che gli olandesi andavano ad assediare con 10 navi Ternate si offrì volantario per il soccorso con cui andava il governatore Lorenzo de Olaso (1643). Giunto a Ternate ebbe il comando del forte di San Joseph del Chouo ‘frontera de la de Malayo’. Ebbe poi licenza per tornare a Manila e si imbarcò con la nave ‘capitana’ a carico del generale Juan de Chaves.

Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Manuel Noroña y Olivera. Resuelto. [f] 13-11-1666” AGI: Filipinas,53,N.2

29 Fu capo della fortezza di ‘San Joseph de Chovo’ e non essendo arrivato il soccorso a causa della perdita del galeone ‘Nuestra señora de la Vitoria’ (soccorso del 1660) impegnò i suoi averi per soccorrere le truppe del presidio con viveri e munizioni. Passò poi a servire nelle Filippine.

“Memoriale di Diego de Cardenas” (Manila, 31 agosto 1673) (fogli 17-20) in: “Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

Confirmación de encomienda de Paracale, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Paracale y Capalonga en Camarines a Alonso Velázquez de la Cadena. Resuelto. [f] 12-02-1677” AGI: Filipinas,54,N.13

Confirmación de encomienda de Cuyo, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Cuyo y Calamianes a Lorenzo Vázquez Coronado. Resuelto[f] 27-11-1681” AGI: Filipinas,55,N.3

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Tidore 10 – Forte di Tomanira. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2 MARIECO EL CHICO

Nome spagnolo: Marieco el Chico

Nome olandese: Kleine Marieko, Spaens Mariecque

Questo forte fu fatto costruire da Geronimo de Silva, nel 1613, dopo la perdita di Marieco (Marieco el Grande), situato a mezza lega da Marieco.

Dopo la conquista di Marieco da parte degli olandesi, Geronimo de Silva descrive in due lettere una a Don Juan de Silva e l’altra al re Felipe III le contromisure da lui adottate per difendere Tidore dagli olandesi, una di queste è la fortificazione di Marieco el Chico: “Piensa lo primero embestir á Marieco el Chico, donde le tengo fortificado lo mejor que se ha podido y puesto allí un capitan con 50 infantes, sin los soldados que el rey y principe han inviado suyos, y algunos naturales”1, “….he fortificado lo mejor que se ha podido otro lugar media legua de este, donde tengo puesto un capitan con cincuenta españoles”2, il capitano di Marieco el Chico di cui parla de Silva è Don Juan de Espinosa egli è capitano di questo presidio nel 1613.3 Il 14 febbraio 1613, gli olandesi per disturbare i lavori di fortificazione degli spagnoli a Marieco (Marieco el Chico), bombardarono il luogo, con due navi, dalla mattina fino a mezzogiorno ‘… y le metieron dentro mas de setenta balas, …’.4

Secondo le informazioni raccolte Marieco el Chico e Tomanira dovrebbero essere lo stesso forte, chiamato in due modi diversi. L’utilizzo del nome Marieco el Chico viene fatto nei documenti spagnoli solo per un breve periodo di tempo principalmente durante il 1613.

6.3 TOMANIRA

Nome spagnolo: Tomanira 1, Tomanyira, Tomañira, Tomarina, Tamarina, Tomanera 2, Tamañira

Nome attuale: ?

CRONOLOGIA: Spagnolo: 1613-1621/22 ?; 1657 ?-1662 ?

Tomanira, come abbiamo già accennato poco sopra, con grande probabilità era lo stesso forte di Marieco el Chico. Secondo la documentazione raccolta la più plausibile spiegazione riguardante la posizione di questa fortezza è che Tomañira fosse situata su di una collina a sud di Marieco.

Lo studio dei documenti ha evidenziato che Tomanira, doveva essere situato nella parte Ovest o Nord-Ovest dell’isola l’unica da cui è visibile il porto di Malayo nella vicina Ternate. Infatti una lettera di Gerónimo de Silva del 17 aprile del 1616, dove viene descritto l’arrivo di alcune navi olandesi nel porto di Malayo, ci indica che esse vennero viste da Tomanira, già all’ancora nel porto di Malayo. Per cui da Tomanira era visibile Malayo.3 Altri documenti ci portano a definire con più accuratezza la zona dell’isola dove doveva essere situata questa fortezza. Tomanira viene descritto da Gerónimo de Silva come un porto nelle vicinanze di Marieco el Grande, da qui per due volte gli olandesi lo avevano attaccato. A guarniagione di Tomanira nel 1614 era una compagnia di soldati spagnoli comandata da Don Diego Quinones: ‘Tambien desde Marieco el Grande va el nemico á el puerto de Tomanira por momentos á tocarles arma, y aun le ha querido embestir por dos veces.’ ‘…está en él el capitan don Diego de Quiñones con su compagnia.’4

Lo stesso D. Diego de Quiñones y Arguelles, capitano prima del forte di San Pedro y San Pablo a Ternate, e poi capitano della ‘fuerça’ di Tomañira a Tidore in una sua dichiarazione ci indica che Tomañira era ‘frontera de Marieco’.5 In un altro documento, la fortezza di Tomanira a Tidore viene definita come fortezza vicina a quella degli olandesi di Marieco ‘las fuerzas de Tomanira ysla de Tidore serca alas del enemigo olandez de Marieco’ ‘la fuerza de Tomanira frente de las de Marieco’.6

Probabilmente, la soluzione, al fatto che Tomanira e Marieco el Chico siano lo stesso forte, ci viene data nella “Correspondencia”, infatti Gerónimo de Silva scrisse una lettera il 26 giugno 1613 a don Juan de Espinosa (cioè don Juan de Espinosa y Zayas), al cui carico era il forte di Marieco el Chico, pochi giorni dopo il 10 luglio del 1613, lo stesso da Silva scrisse un altra lettera a don Juan de Zayas (cioè lo stesso don Juan de Espinosa y Zayas) questa volta citando Tomanira come luogo dove risiedeva. Questa vicinanza di data tra le lettere, il fatto che niente nelle lettere sembra indicare un cambio di incarico di don Juan de Espinosa y Zayas avvenuto nel frattempo, mi fa supporre che Marieco el Chico e Tomañira siano due nomi diversi con cui veniva chiamato lo stesso forte.7 A ulteriore conferma di quanto detto, esiste un altro documento datato 24 maggio 1613 redatto ‘en la ffuerça de Tomanira y ysla de Tidore’ di cui Juan de Espinosa y Zayas si firma capitano.8 A risolvere il dubbio su dove fosse situato Tomanira, ci aiutano altri documenti, per esempio il capitano Francisco Ximénes che fu capo dei forti di Rum e Tomanira, ci informa che le due fortezze erano ‘unas y otras proximas ala que el enemigo tenia en la ysla de Tidore en el lugar de Marieco’.9 Un altro documento ci informa che Tomanira era situata ad una distanza di ‘media legua’ dal forte olandese (di Marieco). Dal momento che i due forti erano situati così vicini, essi furono testimoni di diversi scontri tra le truppe spagnole e olandesi, di uno di questi scontri ci narra la testimonianza di Agustín Pérez, che nel 1613 era con la sua compagnia, quella del capitano don Juan de Espinosa y Zayas, a guarnigione della fortezza di Tomanira nell’isola di Tidore. Da Tomanira, Pérez fu inviato da Zayas sotto il comando dell’alfiere Anton Castellanos a Marieco dove gli spagnoli ebbero un breve scaramuccia contro alcuni olandesi che sorpresero in vista del forte olandese, nell’azione furono uccisi alcuni soldati nemici. Immediatamente, dal forte di Marieco gli olandesi inviarono delle truppe nella campagna in soccorso dei loro soldati, tali truppe si scontrarono contro il drappello spagnolo e nello scontro vi furono diversi morti da entrambe le parti. In un altra occasione, Pérez, fu inviato da Zayas a Marieco a riconoscere e spiare la costruzione di un ‘baluarte’ che il nemico stava fortificando, facendo una relazione di quello che il nemico stava costruendo e portando della ‘herramienta’ che il nemico usava per fare la fortificazione. A seguito del rapporto sui lavori che gli olandesi stavano compiendo a Marieco, Pérez fu inviato, sempre da Tomanira, dal capitano don Juan de Espinosa y Zayas di nuovo al forte nemico di Marieco dove con altri tre soldati e con grande pericolo della loro vita (infatti durante la ritirata, gli olandesi dal forte spararono contro gli spagnoli molti colpi di artiglieria e di moschetto) furono bruciati, con una bomba di fuoco, un magazzino e delle case che erano situate ai piedi di un bastione all’interno di una ‘estacada’ dove erano stati raccolti ‘peltrechos y gastadores’. 10

Il forte di Tomarina era costruito su di un’alta collina ‘por estar situada em hum alto’ difficile da conquistare, nel forte risiedevano 40 spagnoli e c’erano più di 300 uomini ‘todos naturaes da terra’ armati di moschetti. Il forte era dotato di soli tre pezzi di artiglieria, la scarsità di pezzi d’artiglieria nei presidi delle Molucche è una nota spesso ricorrente. Inoltre c’erano molti altri guerrieri ‘gente de espada’ che aiutavano gli spagnoli in caso di guerra. Probabilmente parte della popolazione del villaggio di Marieco, rimasta fedele al re di Tidore, si era trasferita in questa fortificazione.11 Anche Fr. Manuel Ribeiro fa un breve accenno a Tomañira: ‘….Tidore, Don Gil y Tomañira, que son las 3 fuerças que tenemos sobre los tres canales, por donde ordinario las naos enemigas entran y salen, sin que asta agora se les pudiese acer daño’12 Infatti i tre canali su menzionati sono il canale tra Tidore e Halmahera controllato dal forte di Tidore, il canale tra Ternate e Maitara controllato dal forte di Don Gil ed infine il canale tra Tidore e Maitara controllato, in modo piuttosto precario, dal forte di Tomañira, infatti il forte del Rume che controllerà il canale in modo più sicuro, verrà costruito dagli spagnoli solo nel novembre 1618.

Anche per la descrizione di questo forte ci viene in aiuto l’interessante schizzo della costa ovest di Tidore conservato nella biblioteca universitaria di Leida e appartente alla collezione “Bodel Nÿenhuis”, esso fu disegnato da un anonimo soldato o marinaio olandese ed è forse l’unica raffigurazione abbastanza dettagliata giunta fino a noi di Tomanira (il forte è chiamato nello schizzo ‘Spaens Mariecque’), in esso il forte spagnolo viene rappresentato alto su di una collina dominate il mare, esso è caratterizzato da due bastioni, la fortificazione sembra essere totalmente di pietra. All’interno della fortezza non è disegnata nessuna struttura. Sulla parte più alta della fortificazione svetta la bandiera spagnola (è questa la caratteristica bandiera con la croce di Borgogna, utilizzata dalle truppe di fanteria spagnola nei secoli XVI-XVII). Più in basso sul lato nord della fortificazione spagnola, per intendersi dal lato dove sono i bastioni è presente un villaggio indigeno caratterizzato oltre che da due gruppi di case da una struttura alta a forma di minareto che è sormontato da una mezzaluna sulla cuspide, probabilmente la moschea del villaggio. Il villaggio indigeno è circondato da un muro che sembra essere di mattoni. Sia il forte spagnolo che il villaggio indigeno sono situati lungo i contrafforti di un alta montagna. La didascalia sopra al forte riporta le parole ‘Spaens Mariecque’ cioè Marieco spagnolo.13

I documenti spagnoli riportano l’esistenza di Tomanira negli anni che vanno tra il 1613 e il c.1620, probabilmente con l’abbandono del forte di Marieco da parte olandese, e la successiva occupazione spagnola del luogo, gli spagnoli ritirarono la guarnigione a presidio di Tomanira.

Tomanira, durante l’occupazione olandese di Marieco, era, dopo la fortezza di Santiago de los Caballeros, la più importante fortificazione che gli spagnoli avevano sull’isola di Tidore, perché essendo sulla frontiera con gli olandesi, aveva la funzione di controllare e contrastare le truppe nemiche che presidiavano Marieco, da Tomanira come abbiamo visto partivano i raid che le truppe spagnole effettuavano contro i territori controllati dagli olandesi. Generalmente era presente nel forte una compagnia di fanteria spagnola comandata da un capitano.

Capitani di Tomanira

Juan de Espinosa y Zayas14, capitano

1613

Diego de Quiñones y Arguelles15, capitano

1614

Hernando (Fernando) Suárez16

Tra gli anni 1614 e 1618

Gregorio Lopes17, capitano

?

Pedro de la Fuente Urres (Urrez)18

Pedro de Saavedra19, capitano

?

Pedro de la Fuente Urres (Urrez) 20, capitano

?

Alonso Martín Quirante21, capitano

1617-1618

Pedro de la Fuente Urres (Urrez) 22

?

Rodrigo de Moscoso y Sotomayor23, capitano

?

Pedro de la Fuente Urres (Urrez) 24

1618

Pedro Martinez Cid25, capitano

1618 ?

Juan de la Umbria26, capitano

?

Juan de Chaves27, capitano

1619 ?

Antonio Maldonado y Moscosso (Moscoso)28

?

Francisco Ximenes29, capitano

Julio de Helguera30, capitano

1621/22 ?

Tomanira, viene nuovamente citata in alcuni documenti, successivi, dove viene narrata la ribellione (1657-1658) di alcuni villaggi tidoresi (Toluca e Tongoiza), che alla morte di Cachil Sayde, elessero come suo successore cachil Golofino, deponendo il legittimo erede al regno di Tidore che era cachil Mole, figlio di cachil Sayde.31 Nei documenti che parlano di questa ribellione viene citata anche Tomanira, dove gli spagnoli avevano in quel periodo una guarnigione dove era capo l’aiutante Francisco Peres.32 Un altro documento di quel periodo accenna a Tomanira, dove l’ammiraglio Juan de Aytamarren fu con Nicolas de Aybar a ‘talar las puertas y sembrados de Marrico y Tomanira’ (‘a tagliare le porte e i seminati’). Nella battaglia dal momento che Tomanira, era situata su di un passo stretto e i nemici erano stati avvertiti (‘por estar desembocada y sobre abizo’) dell’azione degli spagnoli, fu ucciso il capitano Manuel de Billa Sola (Villasola ?), che comandava l’avanguardia delle truppe spagnole che fu distrutta, le altre truppe però riuscirono a reagire e a respingere i nemici che poi fuggirono lasciando la campagna in mano spagnola.33 Successivamente gli spagnoli devono aver mantenuto delle guarnigioni nella zona di Tomanira e Toloa, infatti nel 1662, alcuni documenti che descrivano l’abbandono di alcuni forti a Tidore parlano anche dell’abbandono di alcuni forti vicini ai villaggi dei ‘Mori’ di Toloa: ‘que asistiese y aiudase a su capitan al rretirar las fuerzas de Tidore, con las de Chobo y otras circumbecinas a los pueblos de los Moros toloas’.34

Continua: Costa occidentale e costa settentrionale dell’isola: Forte di Chobo

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 AA. VV. “Correspondencia” 226, 329, 358, 388, 397

Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 214, dove è riportato un estratto della lettera di Jeronimo de Silva a D. Juan de Silva, 29 luglio 1616.

2 AA. VV. “Correspondencia” 309

3Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva capitan general, en 17 abril de 1616. Esta carta llevó una caracoa de rey de Tidore” In: AA. VV. “Correspondencia” 358

4Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva con Zapata, 3 jullio de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 226

5 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III, 571 nota n°1

6Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

7Carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el capitan don Juan de Espinosa, ã cuyo cargo estã Marieco el Chico, en 26 junio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 133

Tanto de carta que escribió á el capitan don Juan de Zayas en Tomanira á 10 de jullio de 1613 el gobernador don Gerónimo de Silvain: AA. VV. “Correspondencia” 141-142

8Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” AGI: Filipinas,47,N.72

9Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

10Confirmación de encomienda de Maquila, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Maquila y Tulaque en Cagayan a Agustín Pérez. Resuelto. [f] 21-10-1633” AGI: Filipinas,48,N.76

Confirmación de encomienda de Filipinas. Expediente de confirmación de encomienda en el distrito de la Audiencia de Filipinas a Agustín Pérez. Resuelto. [f] 11-01-1638” AGI: Filipinas,49,N.18

11Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…., Malaca, 28 novembre 1619” in: AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, 167

12Lettera di Fr. Manuel Ribeiro al governatore Fajardo, Cavite, 10 agosto 1618” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n° 106, 377

13Tidor en Mitarra, 2 kleine eil. Ten Z. van Ternate, ten W. van Gilolo op Halmahera” Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nÿenhuis” P. 314-I-n° 99

I miei ringraziamenti a Walter Hellebrand per avermi segnalato l’esistenza di questo importante documento.

14 Risulta essere capitano della fortezza di Tomanira in un documento datato 24 maggio 1613 scritto ‘en la ffuerça de Tomanira y ysla de Tidore’. “Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” AGI: Filipinas,47,N.72

E’ ancora capitano del forte di Tomanira nel luglio 1613 “Tanto de carta que escribió á el capitan don Juan de Zayas en Tomanira á 10 de jullio de 1613 el gobernador don Gerónimo de Silvain: AA. VV. “Correspondencia” 141-142

15 Nel luglio 1614 il capitano don Diego de Quiñones con la sua compagnia era a presidio del forte di Tomanira. “Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva con Zapata, 3 jullio de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 226

16 La testimonianza di Juan de la Umbria del 30 novembre 1618, fa riferimento che Hernando (Fernando) Suárez fu capo dei forti di Tomanira, San Pedro y Sant Pablo, Tafongo y Payaxe, senza però indicare in quale periodo. “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

17Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

18 Pedro de la Fuente Urroz, fu nominato dal governatore don Geronimo de Silva capo della fortezza di Tomanira, vicina a quella olandese, per 4 volte in tempi defferenti. La prima volta successe al capitano Gregorio Lopes, la seconda volta prese il posto del capitano Pedro de Saavedra, la terza volta prese il posto del capitano e sergente maggiore Alonso Martin Quirante, la quarta e ultima volta prese il posto del capitano don Rodrigo de Moscoso. Per quattro volte in differenti periodi egli comandò questo forte.

Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

19Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

20 Pedro de la Fuente Urroz, fu nominato dal governatore don Geronimo de Silva capo della fortezza di Tomanira, vicina a quella olandese, per 4 volte in tempi defferenti. La prima volta successe al capitano Gregorio Lopes, la seconda volta prese il posto del capitano Pedro de Saavedra, la terza volta prese il posto del capitano e sergente maggiore Alonso Martin Quirante, la quarta e ultima volta prese il posto del capitano don Rodrigo de Moscoso. Per quattro volte in differenti periodi egli comandò questo forte.

Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

21 Nel 1617, il capitano Alonso Martín Quirante è ‘castellano’ della fortezza di Tamarina. Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 429.

Un altro documento indirettamente ci informa che Alonso Martin Quirante era ancora a capo di Tomanira nel 1618, infatti, Juan de Medina Bermudez, era soldato della compagnia di Alonso Martin Quirante a presidio della fortezza di Tomanira a Tidore, vicina a quella degli olandesi di Marieco (‘las fuerzas de Tomanira ysla de Tidore serca alas del enemigo olandez de Marieco’)(‘la fuerza de Tomanira frente de las de Marieco’), qui ebbe un duro scontro contro gli olandesi dove furono uccisi molti nemici e dove anche Juan de Medina rimase ferito da un colpo di moschetto alla spalla sinistra. Il 18 aprile 1618 Medina ebbe licenza da Lucas Vergara Gaviria per venire a Manila, per curarsi da una ferita al braccio sinistro. “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

Secondo un altro documento gli successe Pedro de la Fuente Urroz. “Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

22 Pedro de la Fuente Urres (Urrez) fu nel 1616 capo della fortezza di Tomanira, egli comandò la compagnia del capitano don Rrodrigo de Moscosso y Sotomayor. Comandò questo forte per quattro volte in differenti periodi. “Confirmación de encomienda de Agoo. Pedro de la Fuente Uriez (Uroz). 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

23Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

24 Nel 1618, il capitano Pedro de la Fuente Urres (Urrez), su ordine di Lucas de Vergara Gaviria, venne nuovamente nominato capo della fortezza di Tomanira. “Informaciones: Pedro de la Fuente, 1632” AGI: Filipinas, 61, N.12

25 Pedro Martinez Cid, nel 1617 aveva a suo carico la forza di Jilolo. Divenne poi capo della fortezza di Tomanira. Successivamente venne poi nominato capo della fortezza di Tidore incarico che tenne per un anno e mezzo mantenendo l’ordine e buoni rapporti con i cittadini e il re di Tidore. Il 19 febbraio 1620 cessò il suo sevizio di capitano a Ternate, deve essere ripartito per Manila poco dopo a causa di problemi di salute. “Confirmación de encomienda de Canaman, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Canaman, Milavit, Camalingan, Bagtas y Daet en Camarines a Pedro Martínez Cid. Resuelto, [f] 23-12-1624” AGI: Filipinas,47,N.72

26 Juan de la Umbria, nel dicembre 1616 venne inviato dall’Audiencia, a Ternate, per l’occasione venne nominato capitano di una compagnia di fanteria e capo del “socorro” inviato per avvertire Gerónimo de Silva della morte di Juan de Silva. Rimase a Ternate a capo di una compagnia di fanteria. Durante questo periodo servì come capitano dei presidi di Tidore, Tomanira, Xilolo, San Pedro y San Pablo. Durante l’assenza del governatore, Vergara (che risiedeva spesso a Tidore), Juan de la Umbria fece le sue veci nella città di Ternate. Nel maggio 1618 era capo dei forti di Tidore. “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

27 Juan de Chaves, ebbe a suo carico i forti di Xilolo, Marieco e Tidore (questi prima dell’aprile 1623). Juan de Chaves, ci narra Bracamonte, ebbe sempre un buon rapporto con il re e il principe di Tidore. Serviva probabilmente nel 1619 come capo del forte di Tomanira. Era gia stato fatto capitano da Lucas de Vergara Gaviria, il 27 giugno 1617, e governò la propria compagnia fino a che non gli successe il sergente maggiore Pedro de Cuenca Montalbo, poi successivamente Juan de Chaves ritornò a governare la sua compagnia dove servì per più di 5 anni. In questi cinque anni ebbe a suo carico i forti di San Pedro y San Pablo e Santa Lucia, Xilolo (Hilolo), Tomanira (Tomanera), Marieco (Merieco) e Tidore (‘Santiago de los Caualleros en la ysla de Tidore’) oltre che per assenza del governatore ebbe a suo carico la città di Ternate. “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

28 Antonio Maldonado y Moscoso, fu capo del forte di ‘San Xpoual’ nel regno di Jilolo, del ‘fuerte y fuerza’ di Tomanira nel regno di Tidore, e del forte di San Pedro y San Pablo che fortificò, su ordine del governatore Lucas de Vergaria Gaviria. Fu capo del ‘fuerte y fortaleza’ del Principe di Tidore. “Confirmación de encomienda de Paracale, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Paracale y Capalonga en Camarines a Antonio Maldonado y Moscoso. Resuelto, [f] 05-07-1659” AGI: Filipinas,51,N.3

29 Giunse a Ternate attorno al 1620 e sostituì il capitano Pedro Martinez Cid a comando della sua compagnia. Fu capo dei forti di Rum e Tomanira ‘unas y otras proximas ala que el enemigo tenia en la ysla de Tidore en el lugar de Marieco’.“Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31; “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 13-05-1639” AGI: Filipinas,49,N.31

30 Julio de Helguera, fu capitano del forte di Tomanira (Somamra nella trascrizione), fortezza situata ‘a tiro de cañón’ dal forte olandese di Marieco (Amarisco nella trascrizione). Gonzalo Portillo serviva come capo squadra della compagnia del capitano Julio de Helguera che era di servizio a Tomanira e venne inviato a Marieco per vedere se effettivamente gli olandesi erano intenzionati a smantellare quel forte. Nel documento non viene indicata una data precisa, ma l’episodio dovrebbe far riferimento all’incirca agli anni attorno al 1620 cioè quando effettivamente gli olandesi abbandonarono Marieco. “Nombramiento e instrucciones de Sebastián Hurtado de Corcuera a Gonzalo Portillo, nuevo gobernador de la Isla Hermosa, en nombre del Rey Felipe IV. Se mencionan sus meritos e historia militar. Manila, 13 de abril de 1640” AGI: Escribania 409B f. 153 pubblicato in: : Borao J. E. “Spaniards in Taiwan” vol. I, 310

31Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.11

32Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

33Confirmación de encomienda de Abucay, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Abucay y Samal en Pampanga a Diego Cortés. Resuelto. [f] 12-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.9

34Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

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Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 9 – Forte di Marieco. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

5.4 Le difese della città del Re di Tidore: Forte di Sokanora

6.0 COSTA OCCIDENTALE E COSTA NORD DELL’ISOLA

Sulla costa occidentale di Tidore gli spagnoli ebbero presidi nelle località di Marieco, Rume, Tomañira (che quasi sicuramente era lo stesso forte a volte chiamato anche Marieco el Chico) e infine nell’estrema punta nord a Chobo. Questa parte dell’isola che ha di fronte la costa sud dell’isola di Ternate e l’isola di Maitara era la zona di Tidore più ricca di piante di chiodi di garofano, il suo possesso permetteva il controllo del passaggio delle navi sul canale tra Tidore e Ternate, che era controllato principalmente dai presidi di Rume e Chobo. Inoltre lungo questa costa gli olandesi mantennero, per meno di 10 anni, il loro unico avamposto sull’isola, il forte di Marieko.

6.1 MARIECO

Nome spagnolo: Marieco, Marieko, Marisco, Mariaco, Maxico el Grande1:

Nome attuale: Mareko o Mareku

CRONOLOGIA: Spagnolo: 1609 – 8 o 9 febbraio 1613
Olandese: 8 o 9 febbraio 1613-1621/22
Rioccupato dagli spagnoli: 1621/22 – c.1646

Marieco secondo la tradizione era il villaggio da dove avevano avuto origine i primi re di Tidore. Il villaggio era originariamente situato sulle pendici della montagna, poi successivamente fu trasferito sulla costa a causa dello sviluppo del commercio dei chiodi di garofano.2

Secondo quanto riferisce de Clerq, Marieco era formato da due villaggi chiamati rispettivamente Mariku Loah Ho (Mariku Alto) e Mariku Loah Isa (Mariku Basso) stranamente il villaggio chiamato Mariku Loah Ho (Mariku Alto) era situato sulla spiaggia mentre Mariku Loah Isa (Mariku Basso) era situato su di un altura. De Clerq ci spiega anche la motivazione di questa stranezza, i nomi, alto e basso, indicavano la posizione dei due villaggi verso il nord, che era il modo di orientarsi tipico delle isole Molucche. Per cui il villaggio Mariku Loah Isa (Mariku Basso) era quello situato più a sud (anche se su una collina) e Mariku Loah Ho (Mariku Alto) era invece quello situato più a nord.3 Da questa descrizione sembra possibile identificare il villaggio di Marieco chiamato Mariku Loah Ho (Marieco Alto) nel Marieco el Grande conquistato dagli olandesi nel febbraio 1613, esso infatti era il villaggio situato a nord lungo la spiaggia; mentre Mariku Loah Isa (Marieco Basso) è probabilmente Tomañira (o Marieco el Chico) degli spagnoli, situato su di una collina a sud dell’altro Marieco. Anticamente Marieko era il villaggio principale e la capitale dell’isola di Tidore, poi sembra già all’arrivo dei primi europei, la capitale fu trasferita a Soa Siu, meglio posizionata per effettuare il commercio con i nuovi venuti.4

Le prime fonti che accennano a Marieco sono gli storici portoghesi Fernão Lopes de Castanheda e Gaspar Correa. Il villaggio di Marieco (chiamato Mariaco), viene descritto da Castanheda come ‘lugar principal’ dell’isola di Tidore, luogo molto grande, situato su di una montagna quasi nel mezzo dell’isola, luogo dove anticamente risiedevano i re di Tidore, prima che venisse popolata la città sul mare che all’apoca di Castanheda aveva il re di Tidore. Marieco era circondato di ‘tranqueiras’ su di un lato mentre su gli altri lati erano presenti ‘algûa caua’ (probabilmente=pareti rocciose a precipizio o grotte?), questa sua posizione contribuiva a renderlo un luogo difficile da conquistare. Esso fu attaccato più volte dai portoghesi.5 Anche Gaspar Correa, ci racconta la stessa storia sul villaggio di Marieco: ‘hum lugar que estaua em huma serra, que soya a aposento dos Reys de Tidore, que depois se passarão abaixo á fralda do mar, por caso do trato dos mercadores; o qual lugar era cerquado de tranqueiras de páos com algumas entradas, com que estaua forte.’ Dopo un tentativo infruttuoso, i portoghesi riuscirono ad espugnare Marieco nel 1524. Il capitano della fortezza di Ternate Antonio de Brito, vide dalla fortezza il fuoco provocato dal saccheggio dei soldati portoghesi (‘Antonio de Brito da fortaleza bem vio o fogo no lugar, que era a vista…’). 6 Marieco (chiamato nel documento ‘Mariecu’), viene citato attorno al 1528 dagli spagnoli come luogo dell’isola di Tidore che era situato davanti a Ternate.7

Nel 1609, un documento olandese descrive Marieco come la seconda più importante città dell’isola di Tidore dopo la capitale, a Marieco era inoltre presente un molo per le galere.8

La prima notizia di un forte spagnolo a Marieco, ci giunge nel 1609, quando il governatore di Ternate Lucas de Vergara Gaviria fortificò nell’isola di Tidore il posto di Marieco ‘… hiço de nuebo los fuertes de Marieco …’. L’utilità di questa fortificazione fu testata poco dopo la sua costruzione allorquando, tra il mese di novembre 1609 e il gennaio 1610, la flotta comandata da Simon Jansz Hoen tentò di assediare l’isola di Tidore, in questa occasione fu anche fatto un blocco navale al forte di Marieco alla cui difesa partecipò la compagnia del capitano Pedro Zapata della quale faceva parte il soldato Juan de Medina Bermudez. Incaricata di controllare e impedire rifornimenti al forte di Marieco era la nave ‘Middelburgh’ comandata dal comandante Crackeel. Evidentemente gli olandesi non riuscirono nei loro propositi, perché Juan Martin de Liedena che era capitano della galera ‘capitana’ ‘San Xptoual’ (servì con questa carica dal 1 agosto 1609 fino al 30 gennaio 1610), portò gran quantità di armi, munizioni, soldati e viveri ai presidi spagnoli, in modo particolare a Marieco, che erano assediati dagli olandesi.9 A ulteriore conferma dell’esistenza del forte di Marieco è una lettera del 1610 nella quale Paulus van Caerden informava gli amministratori della VOC delle scarse conoscenze che gli olandesi avevano dell’isola di Tidore, in modo particolare non avevano nessuna informazione delle difese della capitale dell’isola, mentre erano informati dell’esistenza di un forte a Marieco.10 Un altro rapporto olandese scritto nel 1610 ci da una descrizione del piccolo villaggio di Marieco, che si trova di faccia alla città spagnola di ‘Nuestra Signora del Rosario’ di Ternate, qui vivevono alcuni tidoresi e gli spagnoli avevano circondato il luogo con due bastioni, dove erano stazionati 14 soldati spagnoli e due cannoni.11 Gli spagnoli infatti, costruirono questo piccolo fortino (‘fortezinho’), situato sulla costa ovest dell’isola di Tidore e di fronte alla città spagnola di Ternate, direttamente al livello della spiaggia, esso doveva essere una piccola cosa, un semplice muro con uno o due bastioni, probabilmente neanche completamente di pietra, secondo alcune testimonianze, la sua normale guarnigione era composta da 12 soldati e un alfiere, ‘fortezuelo de fajina con doce españoles y un cabo’, il forte sembra essere stato armato con due cannoni. 12 L’obiettivo degli spagnoli era di controllare con il piccolo presidio una zona vitale per il sostentamento delle loro guarnigioni e di poter controllare il transito tra le isole di Ternate e Tidore, il basso numero di soldati che presidiavano il posto, forse era dovuto all’eccessiva fiducia che gli spagnoli avevano nell’aiuto delle truppe del ‘sangaje’ locale, oltre ovviamente alla scarsezza degli effettivi a loro disposizione, cosa sempre lamentata dai governatori di Ternate. Fu proprio il tradimento del ‘sangaje’ locale a oltre allo strapotere della potenza di fuoco messa in campo dagli olandesi e all’inattività del governatore de Silva e del re di Tidore a permettere agli olandesi di conquistare il forte nel febbraio 1613.

Nei primi giorni di febbraio 1613, giunsero nelle Molucche 5 navi olandesi (4 navi di guerra e 1 nave da carico), di queste una nave fece naufragio a causa del cattivo tempo tra le isole di Maquien e Motiel, secondo da Silva, era questa la nave ‘capitana’ che aveva a bordo 300 uomini e 45 pezzi d’artiglieria oltre alla gran parte dei soldi per le guarnigioni, dal naufragio si salvarono solo 40 uomini. Le altre navi della flotta giunsero a Ternate. Alla mezzanotte dell’8 febbraio 1613, 5 navi olandesi, comandate da Pieter Both, 7 ‘caracoas’ e molte altre piccole imbarcazioni, con a bordo più di 800 uomini tra europei ed indigeni si diressero verso l’isola di Tidore, dove ancorarono davanti al villaggio di Marieco e al piccolo presidio che li avevano gli spagnoli, che era difeso da solo 12 soldati spagnoli e da un alfiere ‘fortezuelo de fajina con doce españoles y un cabo’. Secondo quanto riporta Gerónimo de Silva, l’attacco olandese a Marieco ebbe luogo il 9 febbraio 1613 “á el cuarto del alba” ora in cui gli olandesi cominciarono a cannoneggiare il fortino così intensamente, “mas de 160 balas”, in modo da spianare tutti i terrapieni e parte della muraglia del piccolo presidio. Le truppe spagnole guidate dall’alfiere Juan Centeno, non si arresero, ma combatterono fino alla morte e nella battaglia praticamente tutta la piccola guarnigione spagnola del forte fu uccisa (12 spagnoli e 12 pampamgos secondo Pérez che cita Fr. Gregorio de S. Esteban13), solo l’artigliere venne fatto prigioniero e portato nella fortezza di Malayo. Gli olandesi, che secondo la testimonianza di Gerónimo de Silva, avevano attaccato il piccolo forte con 500 soldati olandesi e più di 300 ternatesi, persero nello scontro 6 soldati, un capitano di una nave e il tenente del forte di Malayo oltre a 12 uomini gravemente feriti. In questo episodio le lettere di de Silva evidenziano la codardia degli indigeni, infatti essi fuggirono tutti abbandonando durante l’attacco gli spagnoli tanto che solamente uno di loro, chiamato Rubaongue, si battè fino alla morte. Dopo tre ore di battaglia, i vincitori appiccarono il fuoco al villaggio, temendo l’arrivo degli spagnoli e dei tidoresi, e poi iniziarono a ricostruire il forte.14

Secondo quello che ci racconta Gerónimo de Silva, esemplare fu il comportamento dei pochi soldati spagnoli a guarnigione del forte, ‘… no habia mas de 12 españoles y uno ó dos piececitas …’, 15 mentre egli definisce ‘grandes bellacos’ cioè grandi vigliacchi gli indios che erano a difesa del villagio che passarono al nemico ‘… se debiera consolar por haber perdido tan grandes bellacos indios como allí estaban y dignos de castigo.’ La cattura olandese del forte era stata favorita dal comportamento del ‘sanjaje’ di Marieco, che era in combutta con gli olandesi con cui commerciava e che il giorno prima dell’attacco olandese aveva fatto imbarcare la moglie e gran parte delle sue proprietà. A conferma del fatto che fosse in combutta con gli olandesi è la testimonianza citata da de Silva che la moglie del ‘sangaje’ prima di partire aveva consigliato all’alfiere Juan Centeno, capo del presidio, di vegliare di notte e di non dormire di giorno. Oltre al tradimento del ‘sangaje’ de Silva si lamentava anche del fatto che i tidoresi gli avevano sempre impedito di fortificare in modo adeguato quel porto.16 Questo rapporto di sfiducia reciproca tra i due alleati viene spesso alla luce nei documenti spagnoli e sarà causa di grossi problemi e di incomprensioni fra tidoresi e spagnoli.

Gli olandesi subito dopo la loro vittoria iniziarono a ricostruire il forte, essi costruirono un nuovo forte la cui struttura era formata da 4 bastioni e vi posero due compagnie di guarnigione, già alla partenza di Both, nel marzo 1613, uno dei bastioni era stato terminato. Both descrive Marieco come il posto più ricco di tutta l’isola di Tidore, dove era prodotta la miglior qualità di chiodi di garofano e da dove gli spagnoli di Ternate ricevevano lana, frutta e pesci per le loro guarnigioni, la perdita di Marieco era stata secondo l’ammiraglio olandese un duro colpo per gli spagnoli che ora si trovavano privati della loro principale fonte di cibo oltre che dell’unica zona produttrice di chiodi di garofano che fino ad allora era rimasta sotto il controllo spagnolo.17 Inoltre il possesso di Marieco permetteva agli olandesi di controllare il tratto di mare immediatamente davanti alla principale città spagnola di ‘Nuestra Señora del Rosario di Terrenate’, il forte serviva anche da base per le navi della compagnia che aspettavano l’arrivo dei soccorsi spagnoli da Manila, la cui cattura era un continuo incubo per gli spagnoli, che avevano in questo tenue legame con Manila la loro unica possibilità di sopravvivenza.

Secondo lo schizzo di un anonimo soldato olandese il forte che gli olandesi costruirono era di forma quadrata e con 4 bastioni ai lati. La porta d’ingresso era posizionata al centro della muraglia che univa i due bastioni situati sul lato del mare, tra la porta e la costa era situato un piccolo villaggio indigeno.18 Gli olandesi chiamarono il nuovo forte di Marieco (Marieecke), ‘de Vereenichde Provintien’, i 4 baluardi vennero battezzati: ‘Uutrecht’, ‘Enckhuysen’, ‘Amersfort’ e ‘Reaell’.19

Un’altra interessante rappresentazione di questo forte è presente alla Biblioteca Nazionale Francese di Parigi catalogato con il numero 6545 della “Collezione Gaignieres” in questa immagine intitolata “T’fort Mariecco op t’eylant Tidore” è presente una pianta schematizzata del forte e una visione “a volo d’uccello” molto dettagliata, in essa il forte è rappresentato in forma quadrata e con 4 bastioni agli angoli, su ogni bastione erano montati 4 pezzi d’artiglieria, per raggiungere i bastioni dall’interno del forte erano posizionate delle scale di legno essendo i bastioni rialzati rispetto al piano interno del forte. Dentro il forte erano presenti diverse costruzioni, probabilmente gli alloggi per le truppe e i magazzini. L’ingresso del forte era posizionato al centro della muraglia che guardava il mare e tra il forte e il mare da questo lato era situato un villaggio con orti coltivati e diverse capanne, tutto il villaggio era circondato su tre lati da una palizzata di legno che si collegava dai due lati ai bastioni del forte.20 Il forte olandese di Marieco era presidiato da una guarnigione composta da un capitano e 60 soldati ed aveva sui suoi bastioni 17 pezzi d’artiglieria tra i quali uno molto grosso chiamato ‘o Raymundo’. La quantità dell’artiglieria e il numero dei soldati a guarnigione dei presidi olandesi era generalmente sempre di molto superiore a quella di cui potevano disporre gli spagnoli. Attorno al forte (‘a roda’ del forte), c’era una palizzata di legno al cui interno c’erano le abitazioni dei soldati e degli indigeni. Gli spagnoli avevano vicino a questo forte olandese, una loro fortezza (Tomanira) ed a causa della vicinanza tra i due forti erano frequenti le scaramucce tra le due guarnigioni.21

Nonostante i vantaggi, che portava agli olandesi l’occupazione di questo forte e i problemi che creava in opposto agli spagnoli, la durata dell’occupazione olandese di Marieco fu breve, infatti a seguito di un ordine di Coen del giugno 1621, gli olandesi smantellarono e abbandonarono il forte di Marieko. A conferma di questo, nel luglio del 1621, il re di Tidore scrisse in una lettera ad Alonso Serrano, che era a capo del presidio di Payaje, che aveva avuto notizia che gli olandesi erano intenzionati a ritirarsi dai forti di Calomata e Marieco. Prontamente gli spagnoli ricostruirono le fortificazioni e vi posero una guarnigione. Le date dell’abbandono di Marieko da parte olandese e dell’occupazione del forte da parte degli spagnoli sono da collocarsi fra la fine del 1621 e l’inizio del 1622.22 Le cause dell’abbandono da parte olandese del forte sono probabilmente da ricercarsi nelle eccesive spese di mantenimento di una così grossa guarnigione in un territorio generalmente ostile e nei continui e incessanti attacchi che gli spagnoli dai loro forti di Rume e Tomanira portavano a cadenze regolari a Marieco per impedire loro la raccolta dei chiodi di garofano e che praticamente relegavano la guarnigione di Marieco chiusa all’interno del forte. Inoltre, non ultimo, gli spagnoli oltre che a Tidore avevano intensificato le loro operazioni di disturbo anche nell’isola di Ternate dove le cronache narrano di frequenti scontri lungo il confine, in modo particolare nelle immediate vicinanze del nuovo forte olandese di Calomata. Tutti questi fattori convinsero gli olandesi a concentrare le loro forze nei presidi che ritenevano di maggior importanza.

Non ci sono molte informazioni riguardanti la successiva occupazione spagnola del posto, ma a conferma, Marieco viene citato tra i forti spagnoli nel “Livro das plataforma das fortalezas da India”: ‘…na ponta do Mariaco em Tidore temos outra fortaleza: è a fortaleza que está na ponta do Mariaco, defronte de Tarnate…’23 I pochi documenti che negli anni successivi parlano di Marieco fanno supporre però che la presenza di una guarnigione e di una fortificazione spagnola nel villaggio si sia protratta fino almeno al 1646. In quell’anno infatti, Juan Camacho de la Peña che era il capo delle galere di Ternate, aiutò con le galere il soccorso che giungeva da Manila a difendersi da un galeone olandese e successivamente avendo ricevuto notizia certa che gli olandesi intendevano impadronirsi del forte di Marieco nell’isola di Tidore, con i 5 galeoni che erano ancorati a Malayo, fu inviato a demolire e a radere al suolo quella fortificazione.24

A conferma del fatto che il forte fu effettivamente abbandonato, è che esso non viene elencato tra i forti presidiati e smantellati nel 1663, al momento del ritiro di tutte le guarnigioni spagnole dalle Molucche. Probabilmente essendo il villaggio comunque di una certa importanza, fu presidiato da soldati tidoresi. Nel 1662, verso la fine del periodo spagnolo a Tidore, il ‘sangaje’ del villaggio di Marieco era considerato il secondo personaggio per importanza nella scala gerarchica dell’isola dopo il re di Tidore.25

Non molto rimaneva del forte negli anni attorno al 1920, tutto quello che era visibile, era un mucchio di pietre con resti di muratura, e poi una lunga parte di un baluardo che era ricoperto di sabbia e dove erano ancora riconoscibili due parapetti.26 Sembra che qualche blocco di pietre che si ritiene appartenute al vecchio forte sia tuttora visibile tra la vegetazione di Marieco.27

Capitani di Marieco

Juan de Astera 28, sergente

? – giugno 1611

Hernando [Fernando] Xuarez (Suárez)29, alfiere

giugno 1611- agosto 1611

Juan de Salinas30, alfiere

agosto 1611 – ?

Juan Centeno31, alfiere

1612 – febbraio 1613

Occupato dagli olandesi

Febbraio 1613 – fine del 1621 o inizio del 1622

Juan de Chaves32, capitano

? – giugno 1623

Gaspar de Enebro33, capitano

giugno 1623 – ?

Continua: Costa occidentale e costa settentrionale dell’isola: Forte di Tomanira

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1Carta del Alférez Juan Centeno, cabo del presidio de Maxico el Grande, escrita al gobernador don Gerónimo de Silva. Maxico, de 20 de julio hoy viernes de 1612” in: AA. VV. “Correspondencia” 34

2 Andaya, L. “The world of Maluku” (Honolulu, 1993) 51.

3 De Clercq, F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate” (1890, Leiden) 69 (In the English translation, pdf edition p. 46)

4 Valentijn, F. “Oud en nieuw Oost-Indiën” Vol. I (Dordrecht, Amsterdam 1724-1726) 160

5 Fernão Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 64, 252-253

6 Correa “Lendas da India” vol. II, 806, 808

7 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Martin Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 5” 306

Martin Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 2” 188-189

8 Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II; 317

9 Journael ende verhael” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. I, 276-281; “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” AGI: Filipinas,60,N.12; Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 102-103 nota 3 dove viene fatto riferimento a una lettera scritta da Mariequo su Tidore: “Brief van C. Lz. Crackeel (schipper op de Middelburg) voor Mariequo op Tidore, aan Hoen van 3 Jan. 1610”; “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67; “Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto, [f] 10-02-1623” AGI: Filipinas,47,N.47

10 de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II, 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610

11Viaggio dell’ammiraglio Pieter W. Verhoeven, 1610” 112

12Carta dirijida á S. M. por don Gerónimo de Silva, Terrenate” in: AA. VV. “Correspondencia” 121; “Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27, 105; “Fr. João Baptista, visitator, to Fr. Claudio Acquaviva, General. Ternate, 14 marzo 1613” Doc. n° 64 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 246 e nota 22; Van de Wall Van de Wall, V. I. De Nederlandsche oudheden in de Molukken” 269

13 Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 221

14Carta que escribió á el rey de Tidore el gobernador don Gerónimo de Silva, Ternate, 14 de febrero 1613” e “Carta que escribió el señor don Gerónimo de Silva al señor don Juan de Silva” “Carta dirijida á S. M. por don Gerónimo de Silva, desde Terrenate, dandole cuenta del estado de las islas” In: AA. VV. “Correspondencia” 88-89, 95-98, 121-122

15Carta que escribió á el rey de Tidore el gobernador don Gerónimo de Silva, Terrenate, 14 febrero de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 89

16Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el rey de Tidore, Terrenate, febrero 10 de 1613” in: AA. VV. Correspondencia” 84-85

17 Rietbergen, P.J.A.N. “De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” Vol. II, “Brief 15”, 275-276

18 Vedi l’interessante rappresentazione amonima della costa occidentale di Tidore, senza data ma probabilmente eseguito attorno al c.1620: “Tidor en Mitarra, 2 kleine eil. Ten Z. van Ternate, ten W. van Gilolo op Halmahera” Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nÿenhuis” P. 314-I-n° 99

I miei ringraziamenti a Walter Hellebrand per avermi segnalato l’esistenza di questo importante documento.

19 AA. VV. “Generale Missiven, I” 35

20 AmonimoT’fort Mariecco op t’eylant TidoreConservato nella Biblioteca Nazionale Francese, Parigi: “Collezione Gaignieres” 6545

21 Blair, E. H. e Robertson, J. A “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27, 104-109; AA. VV. Doc. Ultram. Portuguesa” vol. II, “Relaicon de las fortaleças y factorias que tienen los olandeses en la India y ingleses” 269-270; AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…. Malaca, 28 novembre 1619” 167

22Instructie voor F. Houtman, gegeven te Ambon, 11 Juni 1621”; Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” 272-273; Pérez, L. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” n° VII (1914) 622 che cita: Fr. Gregorio de S. Esteban “Historia de las Islas Malucas” 133; “Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” AGI: Filipinas,49,N.25

23 AA. VV. “Livro das plataforma das fortalezas da India, 1620-1640

24Confirmación de encomienda de Bagatayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bagatayan, Pajo y Liloan en Cebu, Bislig y Catel en Caraga a Juan Camacho de la Peña. Resuelto. [f] 09-10-1653” AGI: Filipinas,50,N.40

25 Andaya, L. “The world of Maluku” 71.

26 Van de Wall “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” 269

27 Vedi foto in: AA. VV. Spain and the Moluccas. Galleons around the world” (Jakarta, 1992) 59

28 Il sergente Juan de Astera, era capo del forte di Marieco, gli venne poi però affidato il comando del forte di Payahe, al suo posto, il 16 giugno 1611, venne nominato capo superiore del forte di Marieco l’alfiere Hernando [Fernando] Xuarez (Suárez). “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

29 L’alfiere Hernando (Fernando) Suárez il 16 giugno 1611, su ordine di Azcueta venne inviato a Tidore come capo del presidio di Marieco in sostituzione del sergente Juan de Astera, che veniva inviato a capo del forte di Payahe. Il 1 agosto 1611 venne sostituito al comando di Marieco dall’alfiere Juan de Salinas.

Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

30 Capo di Marieco a partire dall’agosto 1611. “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

31 Nel luglio 1612 l’alfiere Juan Centeno era capo del presidio di Maxico el Grande “Carta del alférez Juan Centeno, cabo del presidio de Maxico el Grande, escrita al gobernador don Gerónimo de Silva, Maxico, 20 luglio 1612” In: ‘Correspondencia’ 34. Era Centeno l’alfiere a capo di Marieco quando gli olandesi attaccarono il fortino nel febbraio 1613, tutti i difensori, compreso Centeno rimasero uccisi nello scontro (in totale 12 uomini) si salvò solo l’artigliere che venne catturato dagli olandesi. “Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el Rey de Tidore, sobre la pérdida del puerto de Marieco, Terrenate, 10 febbraio 1613” In: ‘Correspondencia’ 84-86.

32 Juan de Chaves, ebbe a suo carico i forti di Xilolo, Marieco e Tidore (questi prima dell’aprile 1623). Juan de Chaves, ci narra Bracamonte, ebbe sempre un buon rapporto con il re e il principe di Tidore. Serviva probabilmente nel 1619 come capo del forte di Tomanira. Era stato fatto capitano da Lucas de Vergara Gaviria, il 27 giugno 1617, e governò la propria compagnia fino a che non gli successe il sergente maggiore Pedro de Cuenca Montalbo, poi successivamente Juan de Chaves ritornò a governare la sua compagnia dove servì per più di 5 anni. In questi cinque anni ebbe a suo carico i forti di San Pedro y San Pablo e Santa Lucia, Xilolo (Hilolo), Tomanira (Tomanera), Marieco (Merieco) e Tidore (‘Santiago de los Caualleros en la ysla de Tidore’) inoltre, per assenza del governatore, ebbe a suo carico la città di Ternate. In un riepilogo (vedi foglio 38) viene detto che ebbe a suo carico anche il forte del Rume. Fu capo del forte di Marieco incarico che ricoprì fino al giugno 1623. Esiste infatti un ordine di Heredia (datato 5 giugno 1623) in cui viene comandato a Chaves di dare al capitano don Gaspar de Enebro il comando della “fuerza de Marieco” assieme alle munizioni, artiglieria e fanteria che erano a suo carico. Chaves aveva avuto la licenza per andare a Manila a causa della sua precaria salute. “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

33 Esiste un ordine di Heredia (datato 5 giugno 1623) in cui viene comandato a Juan de Chaves di passare al capitano don Gaspar de Enebro il comando della “fuerza de Marieco” assieme alle munizioni, artiglieria e fanteria che erano a suo carico. “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

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Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 8 – Forte di Sokanora. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

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Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

5.4 SOKANORA

Nome spagnolo: Sokanora, Socanora1, Sokanosa, Saconora2, Zoconora3

Nome attuale: ?

CRONOLOGIA: Spagnolo: 1613-c.1620 (?)

Socanora, era un villaggio situato sulla costa a sud della città del re di Tidore (‘Lugar Grande’). Qui gli spagnoli mantennero per alcuni anni un piccolo posto fortificato.

Un primo accenno al villagio di Socanora lo abbiamo già nella raccolta di Navarrete, in occasione della spedizione di Loaisa, Socanora (chiamata ‘Zocoñora’) viene descritta come un ‘pueblo’ dell’isola di Tidore.4 Successivamente Socanora viene anche menzionata all’epoca dei portoghesi, infatti nel rapporto sulla perdita di Tidore fatto dal padre gesuita Luis Fernandes nel luglio 1605, viene nominato un luogo chiamato ‘Saconora’. Il luogo viene citato non in funzione di una fortezza lì presente, ma perchè era il nome di una punta dell’isola di Tidore dove le navi olandesi erano ancorate ‘…as naus foram surgir em uma ponta da ilha que chamam Saconora…’5

Dopo la conquista olandese di Marieco (febbraio 1613), il re di Tidore fece fortificare la punta di Socanora, forse ricordando l’episodio del 1605, quando gli olandesi avevano ancorato la loro flotta a Socanora prima dell’attacco portato al forte dei portoghesi. Nel febbraio 1613 gli spagnoli inviarono l’alfiere Arrequibar con 8 soldati a presidiare il forte di Socanora, il forte viene descritto come il più importante forte che il re di Tidore possiede esso era situato a mezza lega dalla città del re. Il re aveva posto nel forte un pezzo d’artiglieria e chiedeva della polvere per questo cannone, che però gli spagnoli non poterono fornire.6

Il possesso di Socanora era importante perché garantiva alle truppe spagnole di stanza nella città di Tidore i collegamenti con Ternate, come, infatti, afferma il re di Tidore in una lettera scritta a Gerónimo de Silva, nel 1613, durante il grande attacco sferrato dagli olandesi a Tidore: ‘si ellos ponen naos de la banda de Socanora no ha de poder entrar aquí socorro ninguno’.7

Oltre all’importanza per i collegamenti con Ternate, Socanora era importante perchè poteva essere un luogo per sbarcare le truppe per poi poter attaccare la città del re da sud, infatti per la sua vicinanza alla città di Tidore ‘…lugar de Socanora en la isla de Tidore, que es aun no media legua del lugar Grande de Tidore’8 completava le difese della città che a nord era guardata dal forte dei portoghesi e a sud da Socanora: ‘…otro lugar de esotra banda del Grande, que se llama Socanora, que entre este y el fuerte, que ganaron, está el lugar del rey…’, il fortino di Socanora era stato costruito in posizione strategica su di una collina dominante il mare: ‘…este lugar, que está fundado en una eminencia cerca de la marina…’.9

Nel luglio del 1613, gli olandesi reduci dalla conquista del vecchio forte dei portoghesi, decisero sull’onda dell’entusiasmo per questa vittoria di attaccare anche il nuovo forte spagnolo di Tahula, situato su di una collina nella parte sud della capitale e che era ancora in fase di costruzione. Gli olandesi imbarcarono, nel mezzo della notte, tutti i soldati su 3 navi (4 navi secondo le fonti spagnole) e su 20 ‘caracoas’ ternatesi (40-43 ‘caracoas grandes y chicas’ secondo le fonti spagnole) e si portarono nelle vicinanze della collina su cui era situato il forte, ma qui gli olandesi ebbero dei problemi e non poterono sbarcare a causa del vento e delle forti correnti, che trascinarono le navi ancora più a sud di fronte al villaggio fortificato (‘fuertecillo’) di Sokanora, situato a circa ½ miglio (o mezza lega) a sud della città e che era stato da poco tempo abbandonato dalla piccola guarnigione spagnola, guidata dall’alfiere Pedro de la Fuente Urroz, che era stata richiamata a difesa di Tidore e che aveva lasciato il presidio del piccolo forte in mano agli abitanti del villaggio. Mentre alcune navi olandesi bombardavano la città di Tidore per tenere occupati i difensori e altri attacchi venivano simulati dalla parte del forte dei portoghesi. Le navi olandesi, guidate da Laurens Reaal, sbarcarono le loro truppe a Socanora, 6 compagnie per un totale di più di 1000 uomini, e l’11 luglio 1613 (secondo le fonti spagnole) nel tentativo di aprirsi un varco via terra verso la città di Tidore, attaccarono il villaggio per due volte (tre volte secondo le fonti spagnole). Durante il primo attacco, la resistenza degli uomini del re di Tidore fu quasi vinta, ma nel momento in cui stavano per arrendersi giunsero da Tidore dei rinforzi comandati dall’alfiere Pedro de la Fuente che con altri 5 soldati spagnoli e alcuni tidoresi attaccarono improvvisamente le truppe nemiche (che è bene ricordarlo erano composte da più di 800 olandesi e da oltre 1500 ternatesi) per la retroguardia, gli olandesi, forse sorpresi dall’attacco e pensando che fossero attaccati da una grossa forza nemica, presi dal panico si dettero alla fuga, gli spagnoli entrarono nel forte e con l’artiglieria colpirono ripetutamente i nemici uccidendone e ferendone molti. Grazie a questa azione e principalmente a causa dell’imperizia delle guide e dei comandanti olandesi gli attaccanti dovettero ritirarsi con gravi perdite, 15-16 olandesi e 25 ternatesi rimasero uccisi oltre a molti feriti. Addirittura le fonti olandesi affermano che gli spagnoli e i tidoresi avevano già abbandonato il villaggio, ma accortesi che gli attaccanti avevano sbagliato strada ritornarono indietro attaccando gli olandesi che subirono forti perdite. Successivamente, nonostante che fosse opinione di molti procedere verso la città di Tidore come concordato, i ternatesi si dimostrarono fiduciosi di riuscire a conquistare Socanora per cui fu deciso di tentare un altro attacco al villaggio, che però, come l’altro si concluse in un colossale fiasco, anche questa volta gli olandesi e i ternatesi sbagliarono di nuovo direzione e furono attacati e decimati dagli spagnoli e dai tidoresi. Gli attacchi si erano susseguiti dalla mattina fino alla notte, ci informa il re di Tidore causando solo un morto e alcuni feriti fra i tidoresi. Gli olandesi dopo gli insuccessi riportati a Socanora tornarono al vecchio forte dei portoghesi dove, il 13 luglio (il 12 secondo le fonti olandesi), fecero un ultimo abortito attacco verso la città di Tidore, due compagnie di soldati vennero inviate contro la città, ma la vista di un piccolo drappello di poco più di 30 tidoresi guidati dal Principe di Tidore riuscì a metterli in fuga, gli olandesi persero in questo scontro 24 soldati e molte armi, le fonti olandesi parlano di 11 morti dalla loro parte e di 4 morti fra i nemici tra cui la terza più ricca persona di tutta Tidore. Pieter Both imputava queste ripetute sconfitte delle truppe olandesi al fatto che fossero stati utilizzati come soldati dei marinai, infatti secondo Both i marinai erano buoni soldati fino a che le cose andavano bene, ma nel momento che sorgono degli ostacoli si demoralizzavano facilmente.10

Molto probabilmente è da ricollegarsi all’episodio dello scontro di Socanora il miracolo di San Francesco Saverio descritto dal padre Colin nel suo libro “Labor Evangelica”. Testimone dell’evento miracoloso è un militare spagnolo, che era a capo di un piccolo fortino ‘furtecillo’ con una guarnigione di 14 soldati spagnoli, venuto a conoscenza che gli olandesi e i ternatesi si stavano preparando ad attaccarlo ed essendo il fortino piccolo e indifendibile di fronte a così tanti nemici, decise assieme ai suoi soldati di andare incontro alle truppe nemiche all’aperto, rendendosi conto della situazione disperata in cui erano, il militare si mise nelle mani del Signore per tramite di San Francesco Saverio. Lo scontro ebbe inizio e nel momento più cruento della battaglia, alcuni soldati spagnoli si accorsero di un gesuita che dalle mura del piccolo forte stava scacciando gli olandesi, secondo il testimone era San Francesco Saverio, grazie a quest’intervento miracoloso, le truppe nemiche furono costrette alla fuga.11

Dopo aver resistito all’attacco olandese, la piccola fortificazione di Socanora continuò ad avere una guarnigione spagnola. Alla metà del 1616 erano oltre 200 soldati i spagnoli a presidio dei forti di Tidore e cioè nei forti di Santiago, del Príncipe, di Tomanira e di Socanora“…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora.12 Nel 1618, durante il secondo periodo di governo di Vergara, che rinnovò molte delle fortificazioni delle isole, fu tra le altre nuovamente fortificata la piazzaforte di Socanora a Tidore, che era situata in un punto molto strategico, e che, a causa di questo, più volte aveva subito attacchi da parte degli olandesi.13 Successivamente non ci sono più accenni a Socanora, probabilmente la guarnigione spagnola fu ritirata in occasione dell’abbandono di Marieco da parte degli olandesi.

Capitani di Socanora

Arrequibar14, alfiere

febbraio 1613-

Pedro de la Fuente Urroz15, alfiere

1613

Pedro de la Fuente Urroz16

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Continua: Costa occidentale e costa settentrionale dell’isola: Forte di Marieco

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Tidore, 8 de agosto 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 388

2 ‘Saconora’ viene descritta come ‘ponta da ilha que chamam Saconora’. Doc. n° 179° “Fr. Luís Fernandes’ report on the loss of Tidore and his voyage to Cebu, Cebu July 1605” in: Jacobs, “Documenta Malucensia II, 1577-1606” 701

3 Viene descritto come un pueblo dell’isola di Tidore. Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 2” 115

4Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” documento n°14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 298 Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 2” 115

5 Doc. n° 179° “Fr. Luís Fernandes’ report on the loss of Tidore and his voyage to Cebu, Cebu July 1605” in: “Documenta Malucensia, I, 1577-1606I” 701

6Carta que escribió el sargento mayor don Fernando de Ayala […] á el señor don Gerónimo de Silva, Tidore, 16 de febrero de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 90-91

7Carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva sobre la pérdida del fuerte de los portuguéses, 9 de jullio de 1613” In: “Correspondencia” 138

8Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el fiscal don Juan de Alvarado y Bracamonte. Terrenate, á 27 de jullio de 1613” In: AA.VV. “Correspondencia” 155

9Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el Rey nuestro señor. Terrenate, 3 jullio de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 230

10 Rietbergen, P. J. A. N. De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” Vol. I, 100-101; Vol. II “Verhaal Both” 349-352 e “Brief 15” 284-286

Diverse lettere presenti nella “Corrispondencia” di Geronimo de Silva parlano degli scontri avvenuti a Socanora: AA. VV. Correspondencia” 138-179

Colenbrander, H. T. “Jan Pietersz Coen. Bescheiden omtrent zijn bedrijf in Indië” “Aanval op Tidore”16-21

Wessels “De katholieke missie in de Molukken, Noord Celebes en de Sangihe eilanden. Gedurende de spaansche bestuursperiode, 1606-1677” 50-51

Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 221-222

Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

11 Colin-Pastells “Labor Evangelica, vol. III” 569

12 Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” (1621, Madrid) In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 214 “Estratto della lettera di Gerónimo de Silva al governatore D. Juan de Silva, 29 luglio 1616” vedi anche: “Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Tidore, 8 de agosto 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 387-388

13Lettera di Fajardo al Re Felipe III, 10 agosto 1618” in Blair vol. 18 pp. 137-140 dove è riportata la lettera del gesuita Manuel Ribeyra, riportata anche in “Fr. Manuel Ribeiro to governor Alonso Fajardo de Tenza. Cavite, 10 agosto 1618” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n° 106, 375-378.

Carta de Manuel Ribeiro a Fajardo de Tenza sobre Terrenate, 10-08-1618” AGI: Filipinas,7,R.5,N.54

14Carta que escribió el sargento mayor don Fernando de Ayala […] á el señor don Gerónimo de Silva, Tidore, 16 de febrero de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 90-91

15 Pedro de la Fuente Urroz, era a capo del forte poco prima dell’attacco olandese del luglio 1613 (nel documento è riportata la data 1614, certamente un errore del copista per 1613), poi a seguito dell’attacco olandese a Tidore, gli giunse ordine di lasciare il presidio del forte in mano agli abitanti del villaggio e di rientrare a Tidore con la piccola guarnigione, il documento spagnolo dice, che avendolo saputo, gli olandesi, attaccarono Socanora con 4 galeoni da guerra, 43 imbarcazioni ternatesi e un imbarcazione di giapponesi. I nemici assediarono il forte, che era difeso dagli uomini del re di Tidore e che furono quasi sul punto di arrendersi quando da Tidore fu nuovamente inviato Pedro de la Fuente con altri 5 soldati spagnoli e alcuni tidoresi. Il piccolo contingente spagnolo attaccò all’improvviso le truppe nemiche (che erano composte da più di 800 olandesi e da oltre 1500 ternatesi) per la retroguardia, le truppe nemiche forse sorprese dall’attacco si dettero alla fuga, gli spagnoli entrarono nel forte e con l’artiglieria colpirono ripetutamente i nemici uccidendone e ferendone molti. Gli olandesi tentarono per tre volte di prendere la fortificazione, ma gli spagnoli riuscirono a respingerli sempre. Dopo questo scontro gli olandesi si imbarcarono nelle loro navi e abbandonarono Socanora. Questa vittoria fu decisiva per la difesa dell’isola di Tidore, perché Socanora era la chiave dell’isola. “Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

16 Pedro de la Fuente Urroz, su ordine di Geronimo de Silva fu nuovamente per la seconda volta capo di Socanora. “Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12

Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

Categorie
Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 7 – Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 TOHULA, SANTIAGO DE LOS CABALLEROS

Nome Spagnolo: Tohula1, Santiago de los Caballeros2, Sanctiago de los Caualleros3, Tahula, Taula, Thaula Altra fortificazione nelle vicinanze: Fuerte del Principe7, Baluarte del Principe

Nome Olandese: Tahoela4, Tahoelo5, Tahoele6:

Nome attuale: Benteng Tohula

CRONOLOGIA: La costruzione di questa fortezza fu iniziata da Azcqueta, nel 1610, i lavori furono più intensamente ripresi a partire dal 1613, essa fu terminata da Geronimo de Silva nel 1615, rimase in mano spagnola fino al 1662 (?)

Il forte di Tahula fu la principale fortezza spagnola nell’isola di Tidore, essa dominava dall’alto di una collina la città del re di Tidore e il mare. Era questo il forte che Acuña aveva ordinato di costruire alla sua partenza, nel 1606, e secondo i suoi ordini, in questa fortezza doveva risiedere un capitano con 50 soldati spagnoli.8 Il sito scelto per la costruzione di questa nuova fortezza era posto molto vicino alla città del re (‘lugar del Rey’) e a circa un quarto di lega da dove stava il vecchio forte dei portoghesi che prese fuoco nel maggio 1605 quando fu conquistato dagli olandesi ‘cosa de un quarto de legua de donde antes estaba, la que se boló’. Il nuovo forte doveva essere edificato su di un altura sopra al mare, il luogo scelto era in una posizione altamente difendibile, perchè aveva due precipizi su i due lati, mentre alle spalle aveva il vulcano, sotto il tiro dell’artiglieria del forte potevano riparare 2 o 3 galeoni.

Il luogo scelto era secondo le informazioni raccolte da Juan de Esquivel ‘…en la misma parte que dicen que Hurtado de Mendoça quizo hacerla quando estuvo aquí’. 9 Di questo nuovo forte, alla partenza di Acuña, nel maggio 1606, era stata tracciata una pianta, che purtroppo sembra che non sia giunta fino a noi.

La sua costruzione fu posta tra le priorità negli ordini lasciati da Acuña ad Esquivel. Nei propositi di Acuña, il forte doveva essere ben equipaggiato di artiglieria, per difendere i galeoni che dovevano ancorare nel porto, e con una forte guarnigione comandata da un capitano. La sua costruzione doveva essere posta in esecuzione il più velocemente possibile. Per fare ciò era stato fatto un accordo con il re di Tidore, che si era impegnato a far venire, ogni otto giorni, dall’isola di Maquien tre ‘caracoas’ con gente per lavorare alla forticazione.10 Ma la volontà di Acuña non fu rispettata, Esquivel ci informa che nell’aprile 1607, a circa un anno dalla conquista di Ternate, non aveva ancora iniziato a costruire la fortezza che Acuña gli aveva ordinato di fare a Tidore, questo a causa della mancanza di uomini con cui costruirla e con cui presidiarla.11 Inoltre per la sua posizione altamente strategica, la sua costruzione fu nei primi anni duramente ostacolata dai tidoresi, che preferivano che gli spagnoli riutilizzassero il vecchio forte portoghese situato più lontano dalla loro città e meno pericolosamente posizionato per i loro interessi.

Anche alcuni documenti olandesi accennano a questo forte o meglio alla collina su dove il forte verrà in seguito costruito: la montagna, che viene descritta nel rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matalief (1607), di forma rotonda e di difficile accesso situata a sud della città del re ed in cima alla quale ci sono dei soldati spagnoli e tre cannoni, è certamente la collina dove negli anni successivi gli spagnoli erigeranno la fortezza di Tahula. Mentre il bastione di pietra situato lungo la spiaggia e le cui mura sono alte quanto un uomo, e lunghe alcuni colpi di moschetto nella direzione da nord a sud potrebbe essere l’altro piccolo posto difensivo che gli spagnoli chiamavano il ‘baluarte del Principe’.12

Un altro rapporto olandese del giugno 1608, accenna, tra l’altro, anche alla collina di Tahula (chiamandola ‘Thahulo’), dove gli spagnoli si erano asseragliati e dove avevano posizionato due postazioni d’artiglieria, probabilmente erano almeno 200 i soldati presenti a Tidore secondo le stime olandesi. La salita alla collina di Tahula, doveva essere molto ripida dal momento che gli olandesi videro i soldati spagnoli salire a carponi. Lo stesso documento ci parla anche delle fortificazioni della città, essa era circondata da una debole muraglia, ma aveva un robusto baluardo di legno e terra sul lato del mare, questo baluardo doveva essere l’embrione di quello che poi verrà chiamato il baluardo del Principe. Gli olandesi giudicarono quest’ultimo baluardo abbastanza facile da conquistare grazie alla sua vicinanza al il mare. 13

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Come risulta dalle testimonianze spagnole e olandesi, nei primi anni della loro occupazione, gli spagnoli si erano evidentemente limitati a posizionare solo alcuni pezzi d’artiglieria e poche truppe sulla collina di Tahula, senza costruire un vero e proprio forte, che poi, come vedremo, fu costruito solo alcuni anni più tardi. In effetti gli anni del governo a Ternate di Juan de Esquivel (Maggio 1606-Marzo 1609) sono caratterizzati da una scarsa azione e da una lentezza esasperante nei lavori di costruzione e di miglioramento delle fortificazioni.14

Soltanto dopo la morte di Esquivel, prima con il breve governo di Lucas de Vergara Gaviria e poi con Cristobal de Azcueta, gli spagnoli intensificarono i lavori per la costruzione di nuove fortificazioni sia a Ternate che a Tidore. In particolare fu il governatore Christobal de Azcueta che durante i primi mesi del suo governo a Ternate, nell’anno 1610, visitò l’isola di Tidore, dove assieme ai suoi capitani cercò un sito dove poter costruire la nuova fortezza spagnola. Allo scopo fu scelta una collina che dominava tutta la città del re, la stessa che aveva individuato nel 1606 Pedro de Acuña. Azcueta chiese al re il permesso di costruire in quel luogo una fortezza, ma durante le trattative, i cachiles del re di Tidore si opposero alla richiesta spagnola dicendo che se gli spagnoli avessero costruito in quel posto una loro fortezza tutti loro sarebbero stati costretti a diventare cristiani e a sottomettersi agli spagnoli ‘que en haziendo fuerte alli los spanoles, los auean de hazer atodos hristianos’ ‘les parece a los cachiles y al Rey que donde se haze el fuerte le tenamos el pueblo a cavallero y muy subgeto’. I cachiles e il re proposero agli spagnoli di costruire il loro nuovo forte sul luogo del vecchio forte portoghese, ma saggiamente Azcueta non dette retta al re di Tidore e ai suoi cachiles e rifiutò l’offerta. Azcueta giudicò il vecchio forte troppo lontano dalla città del re per poterla difendere e controllare. La ferma decisione degli spagnoli ebbe la meglio sull’opposizione dei cachiles, e il re infine dette il permesso per la costruzione del forte. I lavori, ci informa Azcueta, cominciarono sotto la direzione di Pedro de Avellaneda, che era il capo delle truppe spagnole a Tidore. Nella carta in cui Azcueta ci informa di questi avvenimenti, ci dice che insieme alla lettera egli inviò al governatore delle Filippine D. Juan de Silva anche una pianta del forte ‘Embio a Vs.A. con esta aunque no sacada muy en forma la planta del fuerte’. 15 Dove possa essere conservata oggi questa mappa non è dato a sapere.

Un altro rapporto olandese scritto nel 1610 ci informa che su un’alta collina, chiamata Taroula, che domina la grande città dove risiede il re dell’isola, gli spagnoli hanno costruito una fortificazione con 10 cannoni e una guarnigione composta da 50 spagnoli e 8-10 papangos.16 La testimonianza olandese evidentemente fa riferimento all’inizio dei lavori. I lavori per il nuovo forte, nel 1610, erano stati solamente iniziati dagli spagnoli, infatti il loro completamento richiese diversi anni ancora. La lentezza con cui si svolsero i lavori oltre che all’ostilità dei tidoresi, fu dovuta all’effettiva difficoltà di trasportare i materiali e di costruire una così imponente fortificazione in un luogo così impervio. Concludendo, i lavori che mai furono iniziati durante i governi di Juan de Esquivel (maggio 1606-marzo 1609) e di Lucas de Vergaria Gabiria (marzo 1609-febbraio1610), furono, come abbiamo visto, avviati da Azcueta (febbraio 1610-marzo 1612), continuarono per diversi anni, e furono portarti a termine, come vedremo, solo sul finire del 1615 dal successivo governatore Gerónimo de Silva (marzo 1612-aprile 1617). Nel luglio 1611, il forte di Tidore aveva sei pezzi d’artiglieria, dei quali tre erano di bronzo e gli altri tre di ferro ‘colado con sus cuchara y atacadores’.17

Contemporaneamente ai lavori nel nuovo forte, gli spagnoli migliorarono anche le difese situate sotto la collina e che interessavano direttamente la città. Con tutta probabilità è proprio il ‘baluarte del Principe’ il forte di cui parla don Fernando de Ayala in una sua lettera, quando assieme al sergente maggior Balcazar (Esteban de Alcazar) e a don Fernando Becerra visionò, nel febbraio 1613, nella città di Tidore le difese del forte in basso ‘… fuerte de abajo …’ dove venne deciso di abbattere ‘… algunos padrastros que tenia…’. 18

Alla fine del mese di marzo 1613, l’anno di maggior pressione olandese su Tidore, Geronimo de Silva, faceva certamente riferimento al forte di Tahula, quando dette ordine di mettere direttamente nelle mani del re di Tidore il controllo dei lavori della fortificazione in alto ‘… que V. A. acuda á la fortificacion de arriba …’. Questi lavori erano giudicati di capitale importanza assieme a quelli da fare al ‘fuerte de los portuguéses’, e che erano stati affidati al controllo del Principe. Allo scopo di accellerare i lavori de Silva prometteva al Re di inviare immediatamente a Tidore tutti gli scalpellini e gli operai che aveva a sua disposizione a Ternate‘… y ansí irán luego todos los canteros y obreros que aquí tengo, …’ Il governatore ordinò inoltre di abbandonare ogni altro lavoro di fortificazione lungo la riva, facendo riferimento con tutta probabilità al cosiddetto ‘Baluarte del Principe’. Il Principe di Tidore doveva comunque aver gia completato il suo forte, tanto che il 18 aprile 1613, giunse a Ternate per richiedere un pezzo d’artiglieria per il bastione che aveva costruito. 19

Un quadro della situazione delle fortificazioni spagnole nella città di Tidore ci è offerta dalla relazione lasciata dal capitano inglese John Saris, che nell’aprile 1613 visitò Tidore. Il forte spagnolo si trovava sulla costa orientale di Tidore, dove era possibile ancorare in acque profonde in vicinanza della costa, al momento dell’arrivo della nave inglese, alla fonda sotto il forte erano due galere spagnole. Gli inglesi non sostarono durante la notte sotto il forte spagnolo, ma essendo buio ancorarono con l’assistenza del capo delle galere Gomez a circa una lega e mezza di distanza dal forte, qui la mattina successiva gli inglesi si accorsero di essere nelle vicinanze di una batteria di 8 cannoni (che era quanto rimaneva del forte dei portoghesi), per cui decisero di spostarsi fuori dal raggio dell’artiglieria e ancorarono una lega più a sud, dove restarono per alcuni giorni, poi dietro richiesta spagnola decisero di passare a Ternate, per fare ciò puntarono verso sud passando di nuovo sotto il forte spagnolo, che salutò gli inglesi con 5 salve di cannone, e poi doppiarono la punta sud di Tidore, dove scorsero due imbarcazioni olandesi ancorate nei pressi del recentemente conquistato forte di Marieco.20

La continua pressione militare portata dagli olandesi sulle posizioni spagnole a Tidore ebbe l’effetto di accellerare i lavori per la costruzione del forte che portano il governatore de Silva a considerarne conclusa la sua costruzione nell’anno 1615. Infatti di questa fortezza ci parla nuovamente de Silva in una lettera del 12 maggio 1615, nella quale informa il re di Spagna di aver fatto costruire a Tidore una fortezza per difendere l’isola da eventuali attacchi olandesi ma anche da eventuali colpi di mano dei tidoresi, la fortezza ha tre ‘caballeros’ e 2 ‘baluartes’.21 Nel settembre 1615 i lavori di costruzione erano praticamente terminati infatti de Silva ci dice che la nuova fortezza ‘…está ya cerrada y con su puerta y en tan buena defesa…’. 22 Il governatore con questa lettera inviò a Don Juan de Silva anche una ‘pintura’ della fortezza purtroppo anche di questa non sono riuscito a trovarne traccia negli archivi. Egli si dichiara particolarmente orgoglioso di essere riuscito a completare questo forte anche se a prezzo di enormi sacrifici.

Documenti successivi ci indicano l’importanza data dagli spagnoli a questo forte: questa fortezza era situata su di una collina sopra il ‘Lugar Grande’ dove il re di Tidore aveva la sua città e la sua corte (‘…y el dia de hoy está en la forma que he sinificado, bien contra el gusto de los naturales por la carga y freno que tienen en verla sobra si’) e veniva definita da Gerónimo de Silva, grazie al suo ‘…buen sitio y eminencia, caballeros, cortinas y baluartes, algibes y almagacenes…’ come capace di ‘…defenderse por mucho tiempo de todo el poder de Holanda…’ nonostante che l’artiglieria presente non fosse molta, il forte veniva giudicato inespugnabile ‘…con lo que hay en ella, por muchos dias, habiendo de comer, se puede defender por ser inespugnable, aunque me costó excesivo trabajo por ser la cosa que jamas ninguno de mis antecesorés pudieron acabar, que los moros lo permitiesen ni diesen consentimento a ello…’ anche se ammette de Silva la fortezza avrebbe bisogno di più artiglieria. Dalla stessa lettera datata 17 giugno 1616, si può dedurre che i lavori per la costruzione della fortezza erano partiti (o ripartiti) nel 1613: ‘…me fundo en una de cal y canto que he labrado desde su primer cimiento, de tres anos á esta parte…’. De Silva si attribuisce quindi tutto il merito della costruzione, anche se come abbiamo visto i lavori vennero iniziati da Azcueta nel 1610.23

La fortezza di Thaula, viene definita come ‘força grande’, insieme ad essa era anche una piccola popolazione (‘cidade pequena’) dove vivevano anche dei portoghesi. La fortezza ‘he em maneira forte, e inexpugnavel’ era situata ‘muito alta’ ed è ‘toda amurada’, aveva 10 pezzi d’artiglieria e una guarnigione di 40 soldati comandati da un capitano. Vicino alla fortezza gli spagnoli avevano anche un baluardo chiamato ‘de Principe’, con tre pezzi d’artiglieria e dove sono stazionati 10 soldati con il loro alfiere.24 Una conferma al fatto che questo forte fosse nelle immediate vicinanze della fortezza spagnola ci è data anche in un breve riferimento al ‘Fuerte del Principe’ fatto dal capitano Pedro Martinez Cid, che inviò, attorno al 1618, a capo della guarnigione di questo forte l’alfiere Pedro de Mora Salcedo, il forte, ci informa Cid, era situato ‘tras muro de la fuerza de Tidore’25 Il forte del Principe a differenza di quello del re, che mai fu presidiato dagli spagnoli, era presidiato da truppe spagnole, generalmente era l’alfiere della compagnia del capitano di stanza nella fortezza di Tidore a comandare il forte, dai documenti visionati sono saltati fuori altri nomi di capi del ‘baluarte’ oltre a quello di Pedro de Mora Salcedo (1618) furono a capo del ‘baluarte’ Pedro de la Fuente Urroz26 (c.1613/1614), Juan de Medina Bermudez27 (probabilmente prima del 1618) e Antonio Maldonado y Moscoso28

Alcune lettere29 del governatore Gerónimo de Silva ci svelano il nome con cui gli spagnoli chiamavano il forte di Tahula: Forte Santiago, Plaza de Santiago30, Fuerza de Santiago de los Caballeros31 che è evidentemente il nome per esteso con cui veniva chiamato il forte. Un ulteriore testimonianza sul nome del forte di Tidore ci viene fornita in due altri documenti spagnoli, dove veniamo informati che il sergente maggiore Gonzalo Portillo (che fu anche governatore degli insediamenti spagnoli nell’isola di Formosa) ebbe a suo carico il forte di ‘Santiago de los Caballeros de Tidore’32 Infine, il capitano Bartholome Alonso fu capo (nel 1642 o poco dopo) del forte di ‘Sanctiago de los Caualleros de la ysla de Tidore’. Più oltre nello stesso documento, veniamo informati che nel 1653-1654, sotto il governo di Francisco de Esteybar, la fortezza di ‘Sanctiago de los Caualleros questas en la isla de Tidore’ fu ricostruita e restaurata.33 Infine due dichiarazioni, una del capitano Gregorio Lopez (capitano delle fortezze dell’isola) firmata dallaciudad de Tidore y fuerza de Santiago de los Caualleros, 13 dicembre 1617’ e un altra del capitano Juan de la Umbria firmata ‘en la ciudad de Tidore fuerza de S. Tiago de los Caualleros, 14 maggio 1618’ tolgono ogni dubbio.34

Attorno al 1659, Alonso del Castillo fu nominato capo del forte del Principe, che era situato nella ‘barra’ del porto della fortezza di Santiago, questo bastione era a difesa del porto della città.35 Il porto sotto il forte di Santiago de los Caballeros, veniva usato dagli spagnoli come base per le galere, che, perlomeno nelle intenzioni del governatore Francisco Suarez de Figueroa, dovevano servire per assaltare i convogli olandesi. Infatti, gli olandesi generalmente ricevevano i loro soccorsi a Malayo e poi successivamente mandavano alcune navi a Maquien e a Bachan per approvigionare i forti di quelle isole, Francisco Suarez de Figueroa, pensò nel settembre 1640, che in caso che una o due imbarcazioni nemiche fossero passate nelle vicinanze del forte di Tidore, specialmente con calma di vento, di attaccarle con le galere che erano ancorate nel porto di Tidore. Sembra che tali circostanze almeno in quest’occasione non si verificarono.36

Nella fortezza di Santiago de los Caballeros, risiedeva il comandante spagnolo delle guarnigioni di presidio all’isola di Tidore che aveva giurisdizione anche sui presidi di Payaje e Tafongo nell’isola di Halmahera. Inoltre era in questa fortezza che i governatori di Ternate risiedevano quando erano a Tidore. Un interessante documento, datato Tidore 29 marzo 1648, firmato dal capitano Juan de Zaualeta (Capo della fortezza di ‘Sanctiago de los Caualleros de la ysla y reyno de Tidore’), dove lo stesso Zaualeta impartisce gli ordini all’alfiere Miguel de Guinea, che era stato nominato capo dei presidi dell’isola durante l’assenza di Zaualeta che doveva recarsi a Ternate su richiesta del governatore don Lorenzo de Olaso, ci dà un piccolo spaccato di come procedeva la vita nel forte di Santiago de los Caballeros di Tidore: le porte del forte dovevano rimanere chiuse dal tramonto del Sole fino alle 7 della mattina (ora in cui essendo alto il Sole era visibile la campagna circostante), inoltre le porte del forte dovevano rimanere chiuse da mezzogiorno fino alle due del pomeriggio (evidentemente per la siesta). Ogni giorno dopo la chiusura delle porte del forte doveva essere recitato il Rosario. Tutti i giorni 5 uomini dovevano andare al ‘pueblos de los moros’ (cioè alla città di Tidore) per comprare i viveri per la guarnigione e fino a che questi non fossero di ritorno era espressamente vietato che altri soldati si recassero nella cittadina di Tidore. Particolare attenzione era dovuta ad ogni eventuale disputa tra soldati e tra soldati e tidoresi che dovevano essere immediatamente punite, mentre i delitti più gravi dovevano essere riferiti al capitano che impartiva le punizioni. In caso di necessità di inviare avvisi a Ternate, i dispacci dovevano essere inviati sia per mare, che per terra inviandoli prima alla ‘fuerça del Rume’ di modo che da lì venissero inviati a Ternate.37

Qualche altro particolare riguardante la vita e le disposizioni che gli spagnoli dovevano seguire nel forte di ‘Santiago de los Caballeros’, ci vengono forniti da alri due documenti simili, il primo datato 13 aprile 1640, nel quale il governatore Francisco Suarez de Figueroa, impartisce gli ordini al nuovo capo della fortezza, il capitano Ginés Rojas Narvaez. Il secondo è datato 1656 ed è firmato dal governatore Diego Sarria Lascano. Per esempio, gli ordini militari ma anche le pene per eventuali offese a Dio dovevano essere affisse nel corpo di guardia del forte. Interessanti sono gli ordini da rispettare in caso di una visita al forte del re di Tidore. Infatti il re di Tidore aveva a volte l’abitudine di visitare il capo della fortezza, in queste occasioni solo il re poteva entrare nella fortezza con le sue armi, se fosse stato presente il suo ‘rregidor’ egli poteva portare il suo ‘clis’ (pugnale ?), gli altri dignitari e accompagnatori dovevano lasciare le proprie armi alla porta della fortezza. Inoltre i soldati per tutta la durata della visita dovevano tenersi pronti con le armi in pugno, in modo particolare quelli del corpo di guardia, perché, ci informa il documento, i tidoresi sono nostri amici ma dobbiamo avere cautela, perché sono comunque sempre nemici della nostra santa fede. Se invece a visitare la fortezza erano due o tre ‘cayiles’ o ‘guimalaes’ essi potevano portare nella fortezza le loro armi. Un altra usanza che Francisco Suarez de Figueroa chiedeva di rispettare per non urtare la suscettibilità del re di Tidore era quella in base alla quale ogni 15 giorni doveva essere inviata un imbarcazione a portare a Ternate le richieste del re di Tidore, come era suo costume. Le porte del forte dovevano essere chiuse a partire dalle cinque e mezza della sera e in nessun modo aperte durante la notte. Durante la notte era vietato far uscire o entrare chiunque e il capitano doveva tenere le chiavi de forte. Inoltre le comunicazioni con Ternate potevano essere fatte via mare oppure per la via del Rume. Era vietato sparare colpi d’artiglieria che non fossero destinati contro i nemici. Solo nel caso del passaggio del re di Tidore sotto la fortezza spagnola con la sua imbarcazione era permesso sparare solo un colpo con ‘una pieçe suela pequeña’ que era posizionata nella piattaforma, questo perché ormai era diventata una consuetudine. In caso di piccoli diverbi tra soldati era il capitano del forte ad impartire le punizioni, per i casi più gravi i soldati dovevano essere inviati a Ternate, inoltre anche i malati dovevano essere inviati a curarsi a Ternate. Inoltre di estrema importanza era il mantenere buoni rapporti con i ‘cachiles’, i ‘giumalaes’ e i personaggi importanti dell’isola. Per finire, dalle istruzioni, sappiamo che nel forte spagnolo era presente un religioso che si occupava della cura spirituale dei soldati della guarnigione.38

Il forte di Tahula rimase sotto saldo controllo spagnolo fino quasi alla fine della presenza spagnola nelle Molucche. Sembra che ‘Santiago de los Cavalleros’ sia stato abbandonato tra il 1661-1662, allorquando il governatore di Ternate, Agustin de Cepeda, su ordine di Manrique de Lara, inviò la compagnia dove era alfiere Juan de Origuey a Tidore per ritirare (e demolire) le guarnigioni di alcuni forti dell’isola: ‘que asistiese y aiudase a su capitan al rretirar las fuerzas de Tidore, con las de Chobo y otras circumbecinas a los pueblos de los Moros toloas’. Secondo la testimonianza di Diego de Salazar, capitano delle reali galere di Ternate, le fortezze che gli spagnoli dovettero demolire e le guarnigioni che ritirarono, nel 1662, erano ‘… me ordeno retirara las de Tidore Chouo, y Puli Cauallo …’ i lavori di demolizione e del ritiro furono affidati all’alfiere Juan de Origuey, che vi lavorò personalmente riuscendo a trasportare a Ternate l’artiglieria e le munizioni.39 Alla partenza degli spagnoli il forte fu occupato dal sultano di Tidore.

Miguel de Pareja, padre gesuita che nel 1670 visitò Ternate e Tidore, ci informa che la ‘nuestra fuerza grande’ di Tidore era stata eletta a residenza del re dell’isola ‘Saifudin, que vulgarmente llaman Golofino’ e che in essa risiedeva un corpo di guardia composto da 8-10 soldati olandesi.40

Secondo Pastells, Tahula (‘la fuerza grande de esta isla’) fu occupata da ‘Golofino’ (il re di Tidore Saifudin) a cui gli olandesi dettero 16 soldati come corpo di guardia.41

Secondo un rapporto olandese del 1707, dopo la partenza degli spagnoli il re di Tidore accettò la richiesta degli olandesi di demolire i forti di Tahoele, Romij e Tiobbe dietro la promessa di 300 Rs.s, ma i forti non furono completamente smantellati e su successiva richiesta del re, approvata dalla compagnia il 19 gennaio 1666, il forte di Tahoele fu mantenuto come residenza reale e nel 1707 era ancora discretamente conservato essendo stato riparato dal re Hamza Faharoedin recentemente deceduto.42

Un altro accenno al forte spagnolo di Tohula, viene fatto in un documento che è presente nell’Archivio General de Indias di Siviglia dove esiste un interessante carteggio sulle Molucche datato 1778, oltre cento anni dopo l’abbandono dellle Molucche da parte degli spagnoli. Il carteggio nasce da una richiesta fatta da un inviato di tre sultani delle Molucche (Ternate, Tidore (Taduri) e Bachian) di ritornare sotto la protezione spagnola. L’inviato dei sultani giunse a Zamboanga nel 1778. L’inviato portava con se una lettera dei sultani di ‘Taduri’ (Tidore) e Bachan (datata agosto 1778), oltre a una bottiglia d’acqua della fonte di ‘Torula’ e un sacco di terra dell’antico forte degli spagnoli. Dal fatto che a scrivere la carta siano appunto i due sultani di Tidore e Bachan sembra che fossero in effetti soltanto questi due sultani gli artefici di quest’iniziativa. L’unico risultato di questa ambasciata fu il carteggio in questione. 43

Il forte, viene descritto da De Clercq 44, nel 1890, come un piccolo forte chiamato Kota Hula o Tohula. Nel 1928, van de Wall nel suo libro “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” descrive Tohula come una fortezza situata su di una quasi inaccessibile scogliera, alta sulla costa. A quell’epoca il forte, ancora mostrava i suoi cinque parapetti, dei quali il meglio conservato era quello situato sul lato del mare. L’ingresso al forte era ancora caratterizzato da un arco gotico, anche il locale adibito a polveriera era in buono stato di conservazione con le sue scale. Inoltre erano visibili larghi tratti di mura lungo il perimetro del forte. L’impressione che ne ricavò van de Wall fu di una grande e importante fortificazione.45

Le rovine del forte sono tuttora visibili ma purtroppo sono descritte in stato di pietoso abbandono.

Secondo la guida “Indonesia” della Lonely Planet, le rovine del forte si trovano sopra la strada all’ingresso di Soa Siu, il forte è quasi completamente ingoiato dalla vegetazione.46 Anche la guida “Maluku” della Periplus fa un piccolo accenno a questo forte che viene descritto in cattivo stato, esso si trova su di una ripida salita appena prima dell’ingresso alla città di Soa Siu.47 Alcune foto recenti dei resti delle mura del forte e della porta d’ingresso della torre fortificata di questo forte sono state pubblicate nel libro “Spain and the Moluccas. Galleons around the world”.48

Continua: Difese della città del Re: Forte di Sokanora

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 AA. VV. “Correspondencia” 378

2Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14

3Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14

4 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen” vol. II, 379, 382, 383

5 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen” vol. II, 381

6 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen” vol. III, 399; AA. VV. “Dagh-Register, anno 1664” 286, 389, 598.

7 “…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora. “Tanto de carta que el señor don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Tidore en 8 de agosto de 1616” In: “Correspondencia” 387-388

8 Argensola, Bartolomé Leonardo de “Conquista de las islas Malucas” 345

9Carta de Juan de Esquivel al Rey, Terrenate 02 de mayo 1606” AGI: Patronato,47,R.19 pubblicata anche in: Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, ccxxix-ccxxx

Oltre a questa dichiarazione di Esquivel, non ho trovato altre testimoninze riguardanti le intenzioni di Hurtado de Mendoça di costruire una nuova fortezza a Tidore in questo punto.

10 “Instrucción a Juan de Esquivel para conservación. Terrenate, 02-11-1606” probabilmente 2 maggio 1606 AGI: Patronato,47,R.17

11Carta de Juan de Esquivel a la Audiencia sobre Terrenate, 04-04-1607” AGI: Filipinas,20,R.1,N.2

12Rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matelief, scritto nel 1607” in: Commelin’s “Begin ende voortgangh” Vol. 2, 63

13Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II, 304

de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. I, 63-64

14 Al nuovo governatore delle Filippine, Vivero, arrivarono voci da Ternate di lamentele nei riguardi di Esquivel. Egli fu accusato di non essere l’uomo adatto per gestire la situazione delle isole, particolarmente duro era il giudizio espresso dall’ “oidor” don Juan de la Vega, egli giudicava Esquivel uomo poco adatto e di poca esperienza per le cose di guerra, inoltre giudicava troppo poco aggressiva la sua condotta nei confronti dei ribelli e lo accusava di non aver proceduto come dovuto ai lavori di fortificazione. De la Vega ricorda anche che sempre Esquivel aveva permesso agli olandesi di occupare e fortificare Malayo senza fare niente d’importante per evitarlo. AGI 1-2-1/14, ramo 27 e AGI 67-6-20 in: Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618), xl-xli

15Cartas del Virrey Luis de Velasco (El Hijo) (1607-1611): 5-El Sargento Mayor Cristóbal de Azcoeta al Gobernador de las Filipinas Don Juan de Silva, sobre le estado de las fuerzas a su cargo. Fuerza de Terrenate, 23-IV-1610” AGI: Mexico, 28, N.2

16Journal of Pieter W. Verhoeven, 1610” in: Commelin “Begin ende voortgangh van de Vereenighde Nederlandtsche geoctroyeerde Oost-Indische Compagnie” vol. II, 112

17Confirmación de encomienda de Burauen. Expediente de confirmación de la encomienda de Burauen a Bartolomé Díaz Barrera. Resuelto. [f] 18-01-1627” AGI: Filipinas,48,N.13

18Carta que escribió el sargento mayor don Fernando de Ayala […] á el señor don Gerónimo de Silva, Tidore, 16 de febrero de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 90

19Carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió al rey de Tidore, Terrenate, 31 de marzo de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 94

Carta que escribió el señor don Gerónimo de Silva al señor don Juan de Silva” in: AA. VV. “Correspondencia” 104

Carta dirijida á S. M. por don Gerónimo de Silva, Terrenate” in: AA. VV. Correspondencia” 125

20 Kerr, Robert “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII.” Sec. XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in 1611, by Captain John Saris” Sec. 4. “The Voyage of Captain Saris, in the Clove, towards Japan, with Observations respecting the Dutch and Spaniards at the Molucca Islands” e Sec.5. “Further Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan

21Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el rey, nuestro señor, Tidore en 12 de mayo de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 284

22Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Terrenate en 9 de setiembre de 1615” In: AA. VV. “Correspondencia” 310

23Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á S.M., Tidore en 17 de junio de 1616” In: “Correspondencia” 368

24Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…, Malaca, 28 novembre 1619” in: AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, 168

25 Vedi la dischiarazione del capitano Pedro Martinez Cid datata 10 marzo 1620 in: “Confirmación de encomienda de Tulaque, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Tulaque, Mandayat y Buguey en Cagayan a Pedro de Mora. Resuelto, [f] 1639-05-13” AGI: Filipinas,49,N.31

26 Fu a capo delle trincee che vennero fatte per difendere Tidore dai nemici. Fu anche a capo di un forte fatto costruire dal principe di Tidore durante il periodo di maggior pressione olandese. “Informaciones: Pedro de la Fuente Urroz. Informaciones de oficio y parte: Pedro de la Fuente Urroz, capitán, vecino de Manila. Informaciones y poder. [f] 1632” AGI: Filipinas,61,N.12; “Confirmación de encomienda de Agoo. Expediente de confirmación de la encomienda de Agoo en Pangasinan a Pedro de la Fuente Uriez (sic por Urroz). Resuelto. [f] 28-09-1630” AGI: Filipinas,48,N.39

27Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67

28 Servì per nove anni a Ternate, a partire dal 1612, durante questi nove anni fu anche capo del ‘fuerte y fortaleza’ del Principe di Tidore. “Confirmación de encomienda de Paracale, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Paracale y Capalonga en Camarines a Antonio Maldonado y Moscoso. Resuelto, [f] 05-07-1659” AGI: Filipinas,51,N.3

29 Vedi l’estratto della lettera di Geronimo de Silva a D. Juan de Silva, 29 luglio 1616 In: Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 214

Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Tidore 8 de agosto de 1616” in: AA. VV. “Correspondencia” 388

30Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, Tidore 8 de agosto de 1616” in: AA. VV. “Correspondencia” 388

31Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el rey de Tidore, Fuerza de Santiago de los Caballeros, en 13 de julio de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 297

32Respuesta de Gabriel Ruiz en nombre de Corcuera. Manila, 21 de octubre de 1644” AGI: Escribania 409B f. 144v pubblicato in: Borao J. E. “Spaniards in Taiwan” (Taipei, 2002) vol. II, 524

Nombramiento e instrucciones de Sebastián Hurtado de Corcuera a Gonzalo Portillo, nuevo gobernador de la Isla Hermosa, en nombre del Rey Felipe IV. Se mencionan sus meritos e historia militar. Manila, 13 de abril de 1640” AGI: Escribania 409B f. 153 pubblicato in: : Borao J. E. “Spaniards in Taiwan” vol. I, 311

33Confirmación de encomienda de Abucay, etc Francisco de Esteybar [c] 1661-12-17” AGI: Filipinas,51,N.14

34Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 1633-08-12” AGI: Filipinas,48,N.67

35Confirmación de encomienda de Santa Catalina Expediente de confirmación de la encomienda de Santa Catalina en Ilocos a Alonso del Castillo. Resuelto[f] 17-12-1686” AGI: Filipinas,55,N.12

36Confirmación de encomienda de Viri. Expediente de confirmación de las encomiendas de Viri en Ibabao (Samar) a Ginés Rojas Narvaez. Resuelto. [f] 09-01-1645” AGI: Filipinas,49,N.61

37Confirmación de encomienda de Binalatonga, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Binalatonga, Bolonguey y Telban en Pangasinan a Miguel de Guinea. Resuelto, [f] 09-12-1655” AGI: Filipinas,50,N.52 ordine di Juan de Zaualeta (Tidore, 29 marzo 1648)

38Confirmación de encomienda de Viri. Expediente de confirmación de las encomiendas de Viri en Ibabao (Samar) a Ginés Rojas Narvaez. Resuelto. [f] 09-01-1645” AGI: Filipinas,49,N.61

Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12. ordini e istruzioni per il capo del forte di ‘Santiago de los Caualleros’, firmati da Diego Sarria Lascano (Terrenate, 6 giugno 1656) (fogli 154-165)

39Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

40 “Fr. Miguel de Pareja to governor Manuel de Leon. Manila, 25 enero 1671” in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n° 215, p. 660 e anche nota 6

41 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III, 812 nota n°1

42 ARA: VOC 8076 Ternate 1707, 429-430

43 “Gobernador Filipinas sobre los tres sultanes de Terrenate” AGI: Estado, 45, N. 5

44 De Clercq F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate, 1890” (Leiden, 1890) 46

45 Van de Wall, V. I. “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” (‘s-Gravenhage, 1928) 267-268

46 AA. VV. “Indonesia, a travel survival kit” (Hawthorn, 1990) 780

47 Muller , Kal “Maluku: Indonesian Spice Islands” (Singapore, 1997) 115

48 Vedi foto in: AA. VV. Spain and the Moluccas. Galleons around the world” (Jakarta, 1992) 64-65

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Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 6 – Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos). Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 FUERTE DE LOS PORTUGUESES

Nome spagnolo: Fuerte de los Portugueses

Nome portoghese: Fortaleza dos Reis Magos

Nome attuale: ?

CRONOLOGIA:
Portoghese: 6 gennaio 1578-19 maggio 1605
Conquistato dagli olandesi il 19 maggio 1605 poi abbandonato.
Spagnolo: c.1609 – 9 luglio 1613
Olandese: 9 luglio 1613- agosto/novembre (?) 1613

Questo è il forte costruito a Tidore dai portoghesi nel 1578, dopo la perdita della fortezza di Ternate ‘…de haver hecho los nuestros otra fortaleza en la isla de Tidore, dos leguas de la otra de Ternate que se perdió…’ 1. Il forte fu costruito dietro richiesta del re di Tidore, che così facendo intendeva controbilanciare lo strapotere del suo rivale il sultano di Ternate. I Portoghesi furono ben felici di accettare l’offerta, anche se a Tidore furono principalmente degli ospiti e non recuperarono mai la posizione di dominio che avevano avuto negli anni precedenti quando controllavano l’isola di Ternate. La costruzione di questo forte fu iniziata il 6 gennaio 1578, da Sancho de Vasconcellos, ed esso venne per questo chiamato ‘Fortaleza dos Reis Magos’.

Il forte ‘… de los portugueses que estaba en el lugar grande del Rey de Tidore’ 2, era situato a nord di Soasiu ad una distanza che varia tra i 750 metri3 e i 1500 metri4 a secondo delle testimonianze. La nuova fortezza era di forma quadrata con i lati ‘…por cada parte de 30 braças’5, su due angoli opposti erano stati costruiti due baluardi, questa fortezza viene descritta come ‘…muy fraca e que facilmente se pode tomar’, la costruzione era di pietra ‘emsonsa’.

Nelle vicinanze del forte si sviluppò presto una piccola cittadina abitata da casados portoghesi con le loro famiglie, da soldati spagnoli (erano soldati delle spedizioni di Sarmiento e Morón che erano rimasti a Tidore), mercanti e indigeni: ‘Está a povoação dos portugheses posta a lungo da praia, em hum sitio muito aprazivel e sadio. Terá acerca de 60 casados portugheses com suas molheres e cincoenta soldados castilhanos, afora dos mercadores que vem e vão com a nao da carreira e outra gente da terra.’ Nell’abitato i gesuiti avevano un appezzamento di terreno che misurava 70 ‘braças’ di lunghezza e 65 ‘braças’ di larghezza, qui nel 1588 venne costruita una chiesa che considerando anche la cappella era lunga 15 ‘braças’ e larga 7 ‘braças’. Insieme alla chiesa i gesuiti avevano una casa con magazzino, un refettorio e una casa per i ragazzi. Tutte queste costruzioni erano di legno e si trovavano in un ottima posizione: ‘…da levante tem o mar e atrás tem vista do gune (il vulcano di Tidore), e por todas as partes tem vista muito aprazivel.’6 Durante tutto il periodo di controllo Portoghese (1578-1605), il villaggio abitato dai casados portoghesi non venne mai protetto da mura, infatti durante l’attacco olandese del 1605 le donne e i bambini furono costrette a rifugiarsi dentro il forte del re di Tidore essendo il forte portoghese troppo piccolo per ospitarli tutti. Il motivo per cui non venne mai costruita una cinta muraria o per lo meno una ‘tranqueira’ attorno al villaggio è da trovare nell’opposizione a questo da parte del re di Tidore.7

Un ambigua descrizione della fortezza portoghese ci viene data dal “Livro das cidades e fortalezas que a coroa de Portugal tem nas partes da India …” scritto nel 1582: la fortezza viene descritta come piccola e di poca importanza, i suoi baluardi erano di ‘pedra e barro’, secondo questa testimonianza essa era stata costruita ‘…em hum outeiro alto (que chamão de Cachilduquo) que fica senhoreando a cidade principal da Ilha’ dove risiedeva il re dell’isola, la città del re era situata a circa ‘hum tiro de berço’ (un tiro de berço corrisponde ad una distanza tra 300 m. e 400 m.) dalla fortezza. Qui sembra che la fonte faccia un po’ di confusione con il forte del Re di Tidore, indicando il forte portoghese situato su di un “outeiro alto” che dominava la città principale dell’isola, mentre in effetti tutte le altre testimonianze indicano proprio nella mancanza di una posizione dominante sulla città il punto debole della fortezza portoghese a Tidore.8

Il forte portoghese di Tidore rimase l’ultimo baluardo della presenza portoghese nelle Molucche, esso fu attaccato nel maggio 1605 da una flottiglia di navi olandesi (5 grosse navi e 4 patacchi, comandate dal vice-ammiraglio Cornelis Bastiaensz, con un totale di poco più di 200 uomini, secondo il gesuita Luís Fernandes). Le imbarcazioni olandesi, che erano parte delle flottiglia dell’ammiraglio Steven van der Hagen, giunsero a Tidore il 2 maggio 1605, dove ancorarono nelle vicinanze della punta di ‘Saconora’9. Pochi giorni dopo, il 5 maggio, ebbero un duro scontro con due imbarcazioni portoghesi10 che erano alla fonda nel porto di Tidore, le imbarcazioni erano state posizionate dai portoghesi di fronte alla città di Tidore dove erano state costruite due trincee (‘twee schansen’) a difesa delle navi, lo scontro durò circa un ora (due ore secondo il gesuita Luís Fernandes) e si concluse con la cattura di entrambe le imbarcazioni portoghesi, a cui gli olandesi, nei giorni successivi, dopo aver preso l’artiglieria, dettero fuoco. Le perdite olandesi in questo scontro furono di tre morti e diciassette feriti, mentre il bottino fu di solo sette pezzi d’artiglieria. Da parte portoghese i morti furono due e alcuni i feriti.

Nonostante la sconfitta in questo primo scontro, i portoghesi della fortezza di Tidore, comandati da Pedro Álvares de Abreu, non si arresero alla vista delle navi (a differenza di quanto era accaduto poco prima ad Ambon) e alla facilità con cui gli olandesi avevano distrutto i due galeoni, ma costrinsero gli olandesi a combattere. Circa un mese prima dell’arrivo delle navi olandesi, i portoghesi avevano saputo, da una nave inglese (quella di Henry Middleton), la notizia del prossimo possibile arrivo della flotta nemica e si erano immediatamente dati da fare a rinforzare la fortezza, ai cui lavori avevano partecipato anche i sacerdoti, le donne e i bambini. Nonostante gli sforzi, la fortezza era poco armata, aveva solo 11 pezzi d’artiglieria e di questi sei o sette non potevano raggiungere il posto dove dovevano stare, inoltre anche il numero dei difensori era esiguo, circa settanta uomini di cui solo trenta che potessero ben guerreggiare, ci dice il gesuita Luís Fernandes, che fu uno dei superstiti. Netto è il contrasto con la potenza di fuoco della flotta olandese che aveva circa 120 pezzi d’artiglieria. Oltre a questa schiacciante superiorità gli olandesi chiamarono in loro aiuto il sultano di Ternate e si garantirono la neutralità del re di Tidore che si rintanò nella sua fortezza ad osservare gli avvenimenti.

Il 14 maggio, 150 soldati olandesi, comandati dal capitano Jansz-Mol (capitano della nave ‘de Gelderland’) e dal capitano la Derre (van der Perre o van de Verre), sbarcarono nelle vicinanze del forte, dove attaccarono ed incendiarono due villaggi, uno situato a nord del forte, l’altro a sud che appartenevano ai portoghesi. Il sultano di Ternate, che il 16 maggio era giunto con quattordici ‘caracoras’ e circa 2000 uomini, sbarcò 500 dei suoi soldati e secondo le fonti olandesi attese lo svolgersi degli eventi (nella testimonianza del gesuita Luís Fernandes, invece i ternatesi parteciparono attivamente all’attacco, costruendo la trincea e partecipando all’assalto finale). Gli olandesi nel frattempo, a nord del forte, avevano costruito una trincea (secondo il gesuita Luís Fernandes furono i ternatesi a costruire la ‘tranqueira’), composta da barili riempiti di terra, dalla quale iniziarono a canoneggiare il forte, che era anche sotto il tiro costante dell’artiglieria delle navi. A partire dalla mattina del 17 maggio, la fortezza fu intensamente bombardata per due giorni, ma nonostante il massiccio bombardamento, i portoghesi non persero nessun uomo ed ebbero in questi due primi giorni di bombardamento solo un ferito leggero.

Il terzo giorno, 19 maggio 1605, gli olandesi dopo aver nottetempo avvicinato al forte l’artiglieria e aver disposto di fronte alla fortezza tutte le imbarcazioni cominciarono dalla mezzanotte a bombardare ancora più intensamente il forte.

Allo stesso tempo iniziarono a sbarcare le truppe che si posizionarono dietro la batteria, poi, all’alba, accortesi di una breccia nelle mura (la breccia era situata ‘debaixo do baluarte do capitão’ secondo la testimonianza del gesuita Luís Fernandes) tentarono di entrare nel forte, Jansz-Mol (Jan Janszen Moll) alla testa dei suoi soldati attaccò con impeto il lato delle mura dove era la breccia, e Mol con altri sette soldati riuscì ad entrare nel forte, ma i difensori, che si erano rifugiati nelle torre delle polveriera, non si persero d’animo e contrattaccarono duramente riuscendo a respingere gli olandesi e addirittura li inseguirono verso la trincea, ma a questo punto la sfortuna si accanì contro i portoghesi, infatti un colpo di artiglieria sparato dalla nave olandese ‘de Gelderland’ colpì la torre della polveriera, proprio nel momento in cui i portoghesi stavano gridando alla vittoria, la torre saltò in aria e con essa anche i sessanta uomini che erano a sua difesa, l’enorme scoppio provocò la morte di molti difensori e un enorme squarcio nelle mura del forte. Gli olandesi rianimati dall’accaduto passarono nuovamente al contrattacco e i soldati portoghesi, furono costretti ad abbandonare il forte rifugiandosi nella citta del Re di Tidore ‘lugar de Tidor’ . I ternatesi che fino ad allora si erano limitati ad osservare la situazione, secondo la versione riportata deagli olandesi, una volta visto l’esito della battaglia si dettero al saccheggio delle abitazioni. Tutta la battaglia per il forte costò agli olandesi solo due morti e otto feriti; mentre i portoghesi ebbero secondo le fonti olandesi settantatre morti e 13 feriti, secondo il gesuita Luís Fernandes i morti portoghesi causati dallo scoppio della polveriera furono una trentina. Le famiglie dei portoghesi che risiedevano a Tidore, e che al sopraggiungere della flotta olandese si erano rifugiate in una ‘casa fuerte’11 situata in un luogo inaccessibile sopra un alta montagna non lontana dalla fortezza, dopo la resa dei pochi soldati portoghesi rimasti, decisero di seguire la loro sorte e assieme a loro furono esiliati da Tidore, gli olandesi dettero ai superstiti (secondo la versione olandese circa 500 persone, tra loro anche il gesuita Luís Fernandes, superiore della missione gesuitica delle Molucche; 400 persone secondo il gesuita Luís Fernandes) quattro imbarcazioni oltre a una barca offerta dal Re di Tidore, con le quali si trasferirono, via Siau, a Oton nell’isola di Panay (Filippine) dove giunsero tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio 1605. Il forte portoghese di Tidore fu conquistato dagli olandesi il 19 maggio 1605.12

Dopo lo scoppio della polveriera, il forte doveva essere ridotto molto male, infatti gli olandesi non lo ricostruirono e non lo occuparono con una guarnigione, questo sembra sia dovuto comunque principalmente a causa dell’esiguo numero delle truppe che erano a bordo delle navi del vice-ammiraglio Cornelis Bastiaensz. Gli olandesi mantennero a Tidore solo una fattoria, infatti nel 1606, gli spagnoli che passarono da Tidore prima di attaccare Ternate, catturarono un fattore e tre marinai nella fattoria olandese inoltre trovarono 2000 ducati, della mercanzia e molte armi.13 Secondo quello che dichiarò, al momento della sua cattura da parte degli spagnoli nel 1606, il fattore di Tidore, Jacome Joan, il re di Tidore all’indomani della presa del forte portoghese aveva giurato fedeltà agli olandesi e aveva richiesto la loro protezione, offrendo loro la costruzione di un forte dove poter far stazionare le truppe per la difesa dell’isola, ma dal momento che il comandante della flotta (Cornieles Bastian, Cornelis Bastiaansz), che aveva conquistato il forte portoghese, non aveva abbastanza uomini da lasciare a guarnigione dell’isola, su specifica richiesta del re fu deciso di lasciare solo alcuni olandesi in una fattoria per commerciare. Il re di Tidore si impegnò anche a difendere gli olandesi rimasti sull’isola ed a garantire agli olandesi l’esclusiva sul commercio dei chiodi di garofano.14 Secondo le informazioni raccolte da Esquivel nel 1605 al suo arrivo nelle Filippine, il forte di Tidore non era dei più robusti e possenti ‘…me dizen è bien debil’, nonostante questo egli giudicava difficile per una flotta di sole 5 navi conquistarlo. Esquivel come abbiamo visto sbagliava in questo giudizio, ma giustamente esprimeva il parere che anche se gli olandesi fossero riusciti a conquistare il forte non avrebbero potuto occuparlo con una grossa guarnigione, per cui all’arrivo della spedizione di Acuña esso sarebbe stato facilmente riconquistabile.15

I resti del forte portoghese non dovettero aver attirato neanche l’attenzione di Acuña e di Esquivel dal momento che dopo la conquista di Ternate, gli ordini lasciati ad Esquivel da Acuña erano di costruire un nuovo forte spagnolo nell’isola di Tidore. Nella descrizione che fa Esquivel del sito scelto per la costruzione di questa nuova fortezza viene fatto anche un accenno al vecchio forte portoghese: il posto scelto per il nuovo forte era molto vicino alla città del re (‘lugar del Rey’) e a circa un quarto di lega da dove stava il forte che venne bruciato ‘…cosa de un quarto de legua de donde antes estaba, la que se boló y en la misma parte que dicen que Hurtado de Mendoça quizo hacerla quando estuvo aquí’ La fortezza ‘que se boló’ era senza dubbio il vecchio forte dei portoghesi, conquistato dagli olandesi, il 19 maggio 1605, grazie allo scoppio della polveriera del forte.16

Anche successive relazioni olandesi ci confermano che il forte tra il 1606 e il 1608 doveva essere abbandonato: il forte portoghese viene citato nella descrizione delle difese delle città di Tidore fatta nel rapporto dell’ammiraglio Matalieff (1607), infatti a protezione del lato nord della città, alla distanza di un grosso tiro di cannone (un tiro di cannone è approssimativamente tra 600 m. e 1000 m.) c’era il vecchio forte portoghese. Davanti alla città nel mare c’era una barriera corallina che poteva essere attraversata solo con l’alta marea, essa iniziava da sud della città ed arrivava fino al forte portoghese.17 Nel giugno 1608, un nuovo rapporto olandese che descrive lo stato di difesa della città di Tidore, ci indica che a causa della presenza della barriera di corallo davanti alla città, il solo luogo idoneo ad uno sbarco di truppe, era di fronte al vecchio e dilapidato forte dei portoghesi che era situato a un ‘gootelincx shoot’ dalla città, qui infatti la barriera corallina terminava e rendeva possibile lo sbarco. Il vecchio forte non sembra essere stato mantenuto dagli spagnoli in stato di difesa, viene infatti descritto come dilapidato, ma il terreno circostante era coperto da boscaglia e questo permetteva agli spagnoli di tentare di respingere lo sbarco, inoltre il percorso da compiere lungo la spiaggia per giungere alla città era percorribile solo con la bassa marea, il sentiero che portava alla città era stretto e bloccato da palizzate di bamboo che rendevano difficoltosa un avanzata delle truppe e che potevano rallentare la marcia dei soldati olandesi.18 Tutte queste difficoltà dissuasero gli olandesi dal tentare un attacco a Tidore.

Il fatto che il forte fosse situato dove era il punto di sbarco più vicino alla città di Tidore rendeva comunque il suo controllo di fondamentale importanza per le difese della città. Nel 1609, il governatore Vergara conscio dell’importanza del forte dei portoghesi decise di ricostruirlo ‘… hiço de nuebo los fuertes de Marieco el fuerte vejo de portugueses’ ‘Que fortifico en la isla de Tidore el lugar de Marieco y el fuerte que los olandeses ganaron a los portugueses el ano de seiçientos y çinco’.19 Anche se la successiva testimonianza di Azcueta sembra smentire che un qualche lavoro sia stato effettivamente fatto a questo forte durante i pochi mesi (marzo 1609-febbraio 1610) di governo di Vergara. Infatti, il forte portoghese viene nuovamente menzionato, nel 1610, in un rapporto stilato dal governatore di Ternate, Cristobal de Azcueta: il governatore Azcueta nei primi mesi del suo governo a Ternate visitò l’isola di Tidore, dove oltre che a localizzare il sito dove costruire la nuova fortezza spagnola, visitò anche il luogo dove erano i resti della vecchia fortezza portoghese (‘la fuerca vieja de los Portuguesses que estaua por el suelo perdida’), egli in accordo con i propri capitani decise di ripristinare in parte il forte, per via del buon porto che aveva (‘… por el buen puerto que tiene, y no auello mexor en esta isla de Tidoro …’). Venne così utilizzato il vecchio terrapieno dove venne eretto un parapetto, e dove furono stazionati 16 soldati con 3 pezzi d’artiglieria. Saggiamente Azcueta non dette retta al re di Tidore e ai suoi ‘cachiles’, che chiedevano agli spagnoli di fortificare il solo forte dei portoghesi e non di costruirne uno nuovo sopra la loro città. Infatti Azcueta giudicò il vecchio forte troppo lontano dalla città del re per poterla difendere e controllare e fu così che, come vedremo, decise la costruzione del forte di Tahula.20 A conferma del parziale ripristino del vecchio forte da parte degli spagnoli, un rapporto olandese del 1610 ci informa che il vecchio forte portoghese, aveva una gurnigione di 13 soldati spagnoli e nel forte erano stati montati 2 cannoni.21

Nella primavera del 1613, subito dopo la conquista olandese di Marieco, febbrili furono i lavori per portare questo forte ad un seppur minimo stato di difesa. Esso viene ancora considerato importantissimo nelle difese della città di Tidore, per questo il re di Tidore, chiese a de Silva di ordinare che questo forte venisse immediatamente ripristinato e rinforzato.22 De Silva, dette immediatamente ordine che esso fosse fortificato, allo scopo pose sotto il diretto controllo del Principe di Tidore i lavori per la fortificazione del ‘fuerte de los portuguéses’, mentre mise sotto il controllo del Re i lavori all’altro forte che giudicava indispensabile nelle opere di difesa della città, il forte di Tahula (‘… la fortificacion de arriba’ …). Egli ordinò inoltre di abbandonare ogni altro lavoro di fortificazione lungo la riva (probabilmente era questo il ‘baluarte del Principe’), dal momento che da quella parte era presente la barriera corallina, che impediva qualsiasi tentativo di sbarco. Per velocizzare i lavori tutti i tagliapietre presenti a Ternate furono inviati a Tidore, venne ordinata anche la costruzione di alcuni forni per cuocere i mattoni sia a Tahula che al ‘fuerte de los portuguéses’.23

Un accenno al forte dei portoghesi e alla sua dotazione di artiglieria pochi mesi prima dell’attacco olandese, ci è offerto nella relazione lasciata dal capitano inglese John Saris, che nell’aprile 1613 visitò Tidore. Infatti dopo che gli inglesi si erano fermati nelle vicinanze del forte di Tohula, la sera ancorarono con l’assistenza del capo delle galere Gomez a circa una lega e mezza di distanza dal forte, qui la mattina successiva gli inglesi si accorsero di essere nelle vicinanze di una batteria di 8 cannoni che durante la notte non avevano notato e che evidentemente era quanto rimaneva del forte dei portoghesi dopo i lavori di fortificazione messi in atto dagli spagnoli.24

Il re di Tidore nel giugno 1613, cambiò parere sull’utilità di ripristinare il forte dei portoghesi, infatti in una lettera a Geronimo de Silva faceva presente di essere stato a vedere il forte, che viene descritto come poco robusto ‘… tan flaco por ser de piedra sobre piedra’, che dubitava molto della sua utilità in caso di attacco, egli suggeriva dietro consiglio dei suoi ‘cachiles’ a de Silva di smantellarlo e di concentrare tutti gli sforzi sulle difese della città di Tidore.25 La risposta di Geronimo de Silva comunque non lasciava margini di discussione, egli considerava il forte dei portoghesi di importanza basilare per le difese della città e questo per diversi motivi: il primo per la grande ‘opinion’ che il forte aveva, il secondo per essere stato difeso molte altre volte dagli attacchi nemici con meno soldati di quelli che erano presenti al momento, infine era opinione di de Silva, che mai gli olandesi sarebbero stati così folli da attacare e mettere le proprie truppe tra due forti dove erano soldati spagnoli. Il governatore ordinava di continuare nei lavori di fortificazione del forte e di liberare dalla boscaglia la zona attorno al forte per la lunghezza di un tiro d’archibugio. Egli era convinto che gli olandesi in caso di attacco a Tidore dovevano per forza far sbarcare le proprie truppe in corrispondenza del forte dei portoghesi.26

Fu infatti questo forte, quello attaccato da Pieter Both nel luglio 1613 con una flotta di 12 navi e al comando di 700-800 soldati, tra cui 50 mercenari giapponesi assunti da Hendick Brouwer e con una flotta di 40 ‘caracoas’ e circa 2000 ternatesi.

Il 7 luglio, alle 5 di pomeriggio, 13 navi olandesi salparono da Malayo dirette a Tidore, un’imbarcazione rimase a guardia del forte di Marieco el Grande, che era stato conquistato pochi mesi prima. Le altre si portarono in vista della città grande del re. Il principale obbiettivo dell’attacco era la grande città di Tahula (cioè il Lugar Grande de el Rey, Soa Siu), ma a causa della mancanza di un luogo idoneo dove poter ancorare la flotta, fu deciso di attaccare per prima cosa il vecchio forte portoghese, situato a circa ½ ora dalla città (‘que es ántes de llegar á el pueblo grande de Tidore, aun no un cuarto de legua’) e di fronte al quale era situato l’ancoraggio più vicino alla città. La sera dell’8 luglio 1613, 12 navi olandesi attraccarono di fronte al vecchio forte, la guarnigione spagnola, che nella stessa giornata era stata rinforzata da 40 soldati, aprì il fuoco e bombardò incessantemente le imbarcazioni nemiche allo scopo di costringerle ad abbandonare l’ancoraggio ma gli olandesi tennero duro.

Il giorno dopo, 9 luglio 1613, all’alba, gli olandesi, con 4 navi batterono con l’artiglieria il vecchio forte dei portoghesi per più di tre ore, sparando più di 200 colpi, poi vennero sbarcate 8 compagnie di soldati, circa 800 uomini, oltre a molti ternatesi che immediatamente assaltarono il forte, dopo 1 ora e ½ di continui assalti, le truppe olandesi riuscirono ad entrare nel forte, gli spagnoli combatterono accanitamente fino alla morte, nonostante questa fiera resistenza degli spagnoli il forte fu conquistato dagli olandesi, le perdite per gli spagnoli furono molto gravi, infatti rimasero uccisi, in questa battaglia, secondo le fonti olandesi 63 dei loro migliori soldati (circa 50 secondo le fonti spagnole) di cui 48 spagnoli e 15 mestiços e papangers. Dal lato olandese i morti furono 8 (Coen più precisamente parla di 9 olandesi, 2 giapponesi e 1 indiano) oltre a 12-14 feriti. Gran parte dei soldati veterani e più esperti delle Molucche morirono in questa battaglia (‘… me mató en el fuerte de los portuguéses la gente […] que era de la mejor y mas briosa que abia en estas islas …’27). Secondo quanto testimoniano le fonti olandesi, sembra che i soldati spagnoli avessero ricevuto la sera prima dello scontro il sacramento dell’estrema unzione. Gerónimo de Silva ci informa che a difesa del forte gli spagnoli avevano una guarnigione composta da 47 soldati spagnoli oltre a 5 artiglieri e marinai, quindi un totale di 52 uomini. Inoltre, ci dice Both, due soldati spagnoli che si erano nascosti tra i morti, uscirono fuori dopo mezz’ora dalla fine della battaglia e si misero a combattere, essi vennero fatti prigionieri dagli olandesi e furono gli unici superstiti della guarnigione spagnola. L’inattività degli alleati tidoresi secondo il governatore Geronimo de Silva fu una delle cause principali di questa pesante sconfitta subita dagli spagnoli, infatti se durante l’attacco al forte, truppe tidoresi avessero attaccato alle spalle gli olandesi lo scontro avrebbe potuto avere tutt’altro esito.28 Per fortuna degli spagnoli, i successivi attacchi portati contro il forte di Socanora e la stessa città di Tidore non ebbero successo per cui gli olandesi dopo questo parziale risultato devono essere stati indecisi su cosa fare con il forte conquistato, infatti nei primi giorni di agosto del 1613 ancora occupavano il vecchio forte, ne sono testimonianza due lettere scritte il primo e il due agosto 1613 da Lourens Real e Jacques Specx.29 Comunque in seguito a causa della scarsità delle loro truppe, gli olandesi smantellarono e abbandonarono il vecchio forte dei portoghesi, ci informa di questo una lettera di Geronimo de Silva del 17 novembre 1613.30 Dopo i lavori di distruzione degli olandesi, il glorioso vecchio forte portoghese sparisce dalle cronache e non verrà più rioccupato dagli spagnoli, probabilmente perché completamente smantellato dagli olandesi e forse anche in virtù del completamento della nuova fortezza spagnola di Santiago de los Caballeros (Tohula).

Continua: Difese della città del Re: Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1Fr. Rui Vicente, provincial of India, to fr. Everard Mercurian, general, Goa 29-03-1579” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 13, 41

2 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3

3 ‘… longe da povoação d’el-Rey tres tiros de spingarda’ un tiro d’espingarda è circa 250 m., per cui il forte era a circa 750 m. dalla città del re “Informação da cristandade de Maluco, dada ao Padre Provincial, do Padre António Marta, no anno 1588” Mardsen Collection n° 12876 in: Artur Basilio de Sá “Documentação para a historia das missões do padroado português do Oriente. Insulindia. Vol. 5 (1580-1595)” 116; pubblicata anche in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 73, 268

4 ‘um quarto de légua’ ¼ di lega corrisponde all’incirca a 1480 m.

Fr. Luís Fernandes’ report on the loss of Tidore and his voyage to Cebu, Cebu July 1605” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 179, 701

5 Una “braça” è 2,18 m. Per cui il forte doveva avere i lati lunghi circa 64 metri.

6Informação da cristandade de Maluco, dada ao Padre Provincial, do Padre António Marta, no anno 1588” Mardsen Collection n° 12876 in: Artur Basilio de Sá “Documentação para a historia das missões do padroado português do Oriente. Insulindia. Vol. 5 (1580-1595)” 116-117; pubblicata anche in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 73, 268-269

7Fr. Antonio Pereira to fr. Claudio Acquaviva, Manila 24-06-1594” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 102, 401

8 Anonimo “Livro das cidades e fortalezas que a coroa de Portugal tem nas partes da India …,1582.” (Lisboa, 1960) foglio 66v

9 Punta situata poco a sud della città principale di Tidore.

10 Erano due galeoni, male artigliati e con pochi uomini a bordo, capitanati da Fernão Pereira de Sande e da Tomé de Torres.

11 Era questo il forte del re di Tidore, che secondo gli olandesi poteva essere preso solo per fame o sete.

12Fr. Gaspar Fernandes, provincial of Goa to fr. Claudio Acquaviva, general, Goa 6-11-1606” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n°10, 49

Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III, 20-22

Middleton “The voyage of sir Henry Middleton to the Moluccas, 1604-1606” (London, 1943) 44-47

Prevost, Abate Antonio Francisco “Historia General de los viajes, ó nueva colección de todas las relaciones de los que se han hecho por Mar y Tierra… Tomo XIII: Viajes de los Holandeses a las Indias Orientales” (Madrid, 1773) 23-26

Fr. Luís Fernandes’ report on the loss of Tidore and his voyage to Cebu, Cebu July 1605” in: Jacobs, H. “Documenta Malucensia II, 1577-1606” Doc. n° 179, 699-704

13Lettera di Acuña al Re, 8 aprile 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, pp. ccxvii-ccxix

Montero y Vidal, José “Historia general de Filipinas: desde el descubrimiento de dichas islas hasta nuestros dias” (Madrid, 1887) 151

Hanna – Des Alwi “Turbolent times past in Ternate and Tidore” (Banda Neira, 1990) 132

Secondo Diego Aduarte erano due gli olandesi trovati nella fattoria di Tidore: Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 31, 249

14The Dutch factory at Tidore” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 14, pp. 112-118 Vedi anche la versione dello stesso documento data da Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, ccxx-ccxxi

15Carta de Juan de Esquivel al Rey, llegada a Filipinas, 06-07-1605” AGI: Patronato,47,R.1

16Lettera di Equivel al Re, Ternate, 2 maggio 1606” in Pastells “Historia general de Filippines” tomo V, ccxxix-ccxxx

17Rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matelief, scritto nel 1607” in: Commelin “Begin ende voortgangh van de Vereenighde Nederlandtsche geoctroyeerde Oost-Indische Compagnie” (Amsterdam, 1646) Vol. 2, 63;

18Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: Opstall “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II, 303

19Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” AGI: Filipinas,60,N.12

20Cartas del Virrey Luis de Velasco (El Hijo) (1607-1611): 5-El Sargento Mayor Cristóbal de Azcoeta al Gobernador de las Filipinas Don Juan de Silva, sobre le estado de las fuerzas a su cargo. Fuerza de Terrenate, 23-IV-1610” AGI: Mexico, 28, N.2

21Viaggio dell’ammiraglio Pieter W. Verhoeven, scritto nel 1610” in: Commelin “Begin ende voortgangh van de Vereenighde Nederlandtsche geoctroyeerde Oost-Indische Compagnie” 112

22Carta que escribió el rey de Tidore á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore, 30 de marzo de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 93

23Carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió al rey de Tidore, Terrenate, 31 de marzo de 1613” in: AA. VV. Correspondencia” 94

24 Kerr, Robert “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII.” Sec. XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in 1611, by Captain John Saris” Sec. 4. “The Voyage of Captain Saris, in the Clove, towards Japan, with Observations respecting the Dutch and Spaniards at the Molucca Islands

25Carta que escribió el rey de Tidore á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore, 30 de junio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 134

26Tanto de carta que escribió don Gerónimo de Silva á el rey de Tidore, Terrenate, 1 de jullio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 135-137

27Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva, su capitan general, Terrenate 18 de jullio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 148

28 Rietbergen, P. J. A. N. “De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” Vol. I, 100-101; Vol. II, “Verhaal Both” 349-352 e “Brief 15” 284-286

Coen, J. P. “Aanval op Tidore” In: Colenbrander, H. T. Jan Pietersz Coen. Bescheiden omtrent zijn bedrijf in Indië” (s’-Gravenhage, 1919-1953) vol. I, 16-21

Wessels, C. “De katholieke missie in de Molukken, Noord Celebes en de Sangihe eilanden. Gedurende de spaansche bestuursperiode, 1606-1677” (Tilburg, 1935), 50-51

Pérez, Lorenzo O.F.M. Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum n°VII” (Firenze, 1914), 221-222

Carta que el Rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva sobre la perdida del fuerte de los portuguéses, cuyo original queda en poder de su señoria, Tidore, 9 de jullio 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 138 Vedi anche diverse altre lettere che trattano del fatto: AA. VV. Correspondencia” 138-179

29Message from Jacques Specx written at the conquered Portuguese fort on the island of Tidor, 1613” ARA: VOC 1056, fols. 87-92

Message from Lourens Rael at the conquered Portuguese fort on Tidor, 1613” ARA: VOC 1056, fols. 119-126

Citati anche in: van Veen-Klijn “A guide to de sources of the history of Dutch-Portuguese relations in Asia, 1594-1797” (Leiden, 2001)

30Tanto de carta que el gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el rey de Tidore, Terrenate en 17 de noviembre de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 178-179

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Tidore 5 – Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu) e il forte di Gomafo. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0 DIFESE DELLA CITTA’ DEL RE

Fulcro delle difese di Tidore erano le fortificazioni della città principale dell’isola, che gli spagnoli chiamavano Lugar Grande del Rey. Essa era situata sulla costa sud orientale dell’isola, dove oggi è la città principale di Tidore, Soa Siu. Attorno ad essa vennero costruiti, negli anni, una serie di forti e postazioni difensive. Durante il periodo spagnolo fecero parte delle sue fortificazioni i seguenti forti e apparati difensivi: il forte portoghese, il forte del Re, il bastione del Principe e il forte di Tahula. Più a sud era situata la piccola fortificazione di Socanora.

5.1 LUGAR GRANDE DE EL REY (SOA SIU) E IL FORTE DI GOMAFO:

La città principale di tutta l’isola di Tidore:

Nome Spagnolo: Lugar Grande de Tidore, Lugar Grande del Rey, Pueblo Grande de Tidore:

Nome attuale: Soa Siu

Nell’interno a breve distanza dalla città di Tidore si trovava anche il Forte del Re di Tidore:

Nome Spagnolo: Fuerte de el Rey de Tidore, Gomafo1, Samafo2

Nome Olandese: Gomaffa3, Gamaffa4, Comaffa5

Nome attuale: ?

LUGAR GRANDE DE EL REY (SOA SIU):

Era questa la città principale di tutta l’isola di Tidore, dove il sultano aveva la sua residenza, essa era situata sulla costa sud est dell’isola sul luogo dell’attuale città di Soa Siu. Fu in questa città che nel 1521, giunsero le navi della spedizione di Magellano. Gli spagnoli furono ben accolti e un’alleanza venne stabilita con il sultano di Tidore. Fu proprio a causa di questa alleanza con gli spagnoli, oltre al continuo stato di guerra con Ternate, che era stretta alleata dei portoghesi, che Tidore venne spesso attaccata e saccheggiata dai portoghesi: già sul finire del 1526, poco prima dell’arrivo della spedizione di Loaisa, la città del re di Tidore era stata distrutta e bruciata dalle truppe portoghesi guidate da Garcia Anrriquez (Garcia Henriques), nella città i portoghesi catturarono sette pezzi d’artiglieria, probabilmente alcuni erano quelli lasciati dagli spagnoli della spedizione di Magellano.6

Fu qui, come abbiamo visto, che gli spagnoli, nel 1527, costruirono la loro prima fortezza. La città viene descritta da Castanheda come una grande città situata a poca distanza dal mare e circondata da una palizzata al posto del muro ‘…cercada de hũa tranqueyra de duas faces…’. La prima fortezza degli spagnoli era situata all’interno della città ‘…a fortaleza dos Castelhanos que astauã dentro’.7

Successivamente, durante il governo del capitano portoghese Vincente da Fonseca, la città di Tidore fu nuovamente attaccata e saccheggiata dai portoghesi, il re di Tidore e i suoi sudditi si rifugiarono su una montagna che era situata sopra la città, probabilmente fu su questa montagna dove in seguito fu costruita la fortezza del re di Tidore. 8 Tale fortezza dovette essere stata costruita subito dopo il ritiro dei soldati spagnoli delle spedizioni di Loaisa e Saavedra Ceron, infatti le fonti cominciano a parlarne a partire dall’epoca del governatore Antonio Galvão.

Dopo le distruzioni apportate dagli attacchi dei portoghesi, il re di Tidore non perse tempo e approntò attorno alla sua città importanti lavori di difesa. Attorno al 1536, la città di Tidore viene definita come ben fortificata con mura, bastioni, fossati e palizzate. Essa era situata lungo la spiaggia, dove erano alcuni bastioni ben guarniti di uomini e artiglieria.9 Nelle vicinanze della città, verso l’interno, era la fortezza del re situata sopra una roccia tagliata, a cui si poteva giungere lungo un sentiero stretto e ripido dopo una salita di più di una lega.10 La fortezza del re, viene descritta da Diogo do Couto come un ‘castello roqueiro arrezoado’ situato sulla cima di una montagna ad una certa distanza dalla città, ma che la dominava dall’alto.11 La fortezza, che secondo alcune testimonianze era giudicata inespugnabile, non era però così fortificata come poteva sembrare ad una prima superficiale osservazione, aveva pochi uomini a sua difesa e nessuna artiglieria. Antonio Galvão, il governatore portoghese di Ternate, che si apprestava a condurre una nuova spedizione punitiva contro il re di Tidore, decise infatti di attaccare per prima la fortezza pensando che una volta catturata, sarebbe stata facilmente presa anche la città. Galvão, dopo che alcune truppe portoghesi con una manovra diversiva avevano finto un tentativo di sbarco di fronte alla città, sbarcò alla testa di 120 soldati portoghesi nelle vicinanze della roccia dove era la fortezza e salì verso di essa per un sentiero lontano dalla città, ma l’effetto sorpresa non ebbe successo, infatti a circa mezza lega dalla fortezza i portoghesi ebbero un duro scontro contro un contingente di truppe nemiche guidate dal Cachil Dayalo, fortunatamente per i portoghesi, la battaglia terminò con la morte del Cachil Dayalo e con la vittoria dei portoghesi che inseguirono i nemici in fuga e entrarono nella fortezza. Il forte fu catturato e dato alle fiamme il 21 dicembre 1536, esso bruciò rapidamente essendo le case al suo interno tutte di legno e canne. Poi anche la città del Re fu completamente bruciata, le sue opere di difesa, bastioni e mura, furono smantellate, cosa che fu fatta con estrema perizia, richiedendo alcuni giorni di lavoro.12 Curioso da notare è l’accenno fatto da Galvão al fatto che i capi dell’isola di Tidore sapevano parlare bene portoghese, castigliano e basco.13 La conferma di questo ci viene anche da Castanheda che ci spiega come il re di Tidore allora diciassettenne, essendo cresciuto con gli spagnoli, conosceva bene il castigliano, il basco e il portoghese.14

Altre notizie sul forte del Re di Tidore si hanno con la spedizione di Villalobos, il re di Tidore nell’agosto 1545, per meglio difendersi dai nemici, fece costruire sulla cima di una collina una fortezza di pietra secca ‘… hizo fortalezer un peñol y ençima del hizo una fortaleza de piedra seca, para se recojer alli si neçessario fuese, …’.15 Come Diogo do Couto afferma, questa fortezza fu costruita nello stesso luogo dove era la precedente distrutta da Antonio Galvão, alla costruzione di questo forte parteciparono secondo Couto anche gli spagnoli della spedizione di Villalobos, il forte era ‘huma fortaleza de pedra ençosso’ situata su di un ‘padrasto, que ficava sobre as costas da cidade’. 16 L’esistenza di questa roccaforte nell’isola di Tidore evidentemente disturbava notevolmente i portoghesi che pretesero che venisse immediatamente smantellata. Nel 1551, dopo lunghe trattative fra il re di Tidore e Bernaldim de Sousa, la fortezza di Tidore fu finalmente fatta smantellare ‘acabou de por tudo por tera’.17 Negli anni succesivi, comunque i tidoresi ricostruirono la loro fortezza, perché all’epoca dell’attacco olandese a Tidore, nel 1605, le donne e i bambini della comunità portoghese residente a Tidore si rifugiarono nel forte del re di Tidore.

Una buona visione d’insieme della città di Tidore ci viene data dalla tavola XVIII pubblicata in “India Orientalis” pars VIII, Francofurti 1607. Questa veduta d’insieme della città di Tidore, ci è di grande aiuto per localizzare le difese della città anche durante il successivo periodo spagnolo. In essa è raffigurato l’attacco e la cattura del forte portoghese di Tidore da parte degli olandesi nel maggio 1605. All’estrema destra della tavola (cioè sul lato nord) è raffigurato il forte portoghese con la torre della polveriera in fiamme. Il forte ha una torre circolare sul lato sud della muraglia rivolta verso terra, mentre un altra torre circolare, quella della polveriera in fiamme, si trova lungo la muraglia nord, fu qui che i portoghesi tentarono la loro ultima disperata resistenza. Sul lato della muraglia rivolto verso il mare era una postazione d’artiglieria e una specie di bastione dove si concentrarono gli attacchi degli olandesi e dove la loro artiglieria era riuscita ad aprire una breccia. A sud accanto al forte è la chiesa dei gesuiti e poi il villaggio dei casados portoghesi. Al centro dell’immagine è la città del re con la moschea (il ‘Lugar Grande de el Rey’, come lo chiameranno poi gli spagnoli) e il palazzo reale, sullo sfondo della città è una collina con un villaggio fortificato, è questo il luogo dove il re ha il suo forte e dove le donne e i bambini dei portoghesi si rifugiarono al momento dell’attacco olandese.18 Una collina rotonda situata sul mare e che domina da sud la città del re è il luogo dove poi gli spagnoli costruiranno la loro più importante fortezza dell’isola: Tahula. Nell’immagine sulla punta ai piedi di questa collina sono montati alcuni pezzi d’artiglieria così come lungo la costa di fronte alla città del re, una di queste due postazioni di artiglieria potrebbe essere il luogo dove poi verrà eretto il cosiddetto baluardo del Principe. Oltre la collina, più a sinistra (cioè a sud della città) è un altro villaggio in fiamme, potrebbe essere Socanora.

Il rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matalief (1607), contiene un interessante descrizione delle fortificazioni spagnole della città di Tidore: la flotta olandese è ancorata davanti alla città di Tidore, sulla costa est dell’isola. Lungo la spiaggia gli spagnoli hanno un bastione di pietra le cui mura sono alte quanto un uomo, e lunghe alcuni colpi di moschetto (un colpo di moschetto corrisponde a circa 250 m.) nella direzione da nord a sud (questo bastione potrebbe essere il baluardo del Principe). Nella parte sud c’è una montagna di forma rotonda e di difficile accesso, in cima alla quale ci sono dei soldati spagnoli e tre cannoni (questa collina è quella dove negli anni successivi gli spagnoli erigeranno la fortezza di Tahula). Anche sul lato nord la città è protetta, infatti alla distanza di un grosso tiro di cannone (un tiro di cannone è approssimativamente tra 600 m. e 1000 m.) c’è il vecchio forte portoghese. Davanti alla città nel mare c’è una barriera corallina che può essere attraversata solo con l’alta marea, essa inizia da sud della città ed arriva fino al forte portoghese.19

Nel giugno 1608 gli olandesi, in previsione di un attacco da portarsi alla città di Tidore, effettuarono un sopralluogo a Tidore con una caracora e descrissero tra gli altri anche il forte del re di Tidore, esso viene descritto come un forte difficile da assediare con le loro armi, il re poteva disporre secondo il rapporto di circa 3000 uomini in armi.20 La difficoltà d’assedio molto probabilmente era dovuta al fatto che il forte del Re era situato internamente rispetto al mare per cui gli olandesi in caso d’assedio non potevano fare affidamento sulla superirità della potenza di fuoco delle loro navi. Altri successivi documenti fanno ancora accenni al forte del re di Tidore: la fortezza del re di Tidore, risulta essere molto fortificata, grazie alla sua posizione, ma possiede poca artiglieria: ‘…tres pesas de escolher e dez ou doze falcões…’. La fortezza era situata in un luogo molto alto e si trovava di fronte alla fortezza spagnola di Tahula. Le truppe a disposizione del re di Tidore erano composte da 4.000 uomini, di cui 2.000 moschettieri e 2.000 ‘…campilão carrasca…’.21 A conferma della mancanza di artiglieria nel forte, è la richiesta che il re di Tidore fece a Geronimo de Silva nel marzo 1613, nel momento più critico per Tidore durante l’anno dei grandi assalti olandesi, il re richiese infatti l’invio, di un pezzo d’artiglieria anche di piccolo calibro per il suo forte.22

Alcuni documenti ci indicano anche quello che era il nome del forte del re: nel novembre 1615 il re di Tidore richiese a D. Gerónimo de Silva un tagliapietre per rinnovare il baluardo del forte di Gomafo, perché si era inclinato per un lato.23 Che Gomafo fosse il nome con cui veniva chiamato il forte del re di Tidore è più chiaramente indicato in una lettera del governatore di Ternate Gerónimo de Silva in cui si narra di un episodio avvenuto nel 1616: il tradimento del principe di Tidore. Egli, per amore per la principessa di Jailolo, era fuggito dagli olandesi a Malayo, e sembra si fosse accordato con gli olandesi per consegnare loro il forte di Gomafo. Il principe poi tornato a Tidore tentò un colpo di mano occupando con una propria guarnigione il forte di suo padre di Gomafo, nel tentativo ruppe anche una cisterna d’acqua del forte. Dopo questo episodio gli spagnoli chiesero il permesso di poter mettere una guarnigione di soldati nel forte di Gomafo, ma la richiesta, nonostante il re fosse favorevole, portò ad una dura reazione dei tidoresi. Sembra che nessuna guarnigione spagnola venne posta nel forte. In quest’occasione, vista l’estrema insicurezza della situazione, venne offerta al vecchio re di Tidore, Cachil Mole, la possibilità di risiedere nel forte spagnolo di Tohula negli appartamenti del governatore.24 Nell’aprile 1616, un sergente olandese, Arnaut de Capeu, che era fuggito dalla fortezza di Malayo e si era rifugiato presso gli spagnoli, dichiarò fra l’altro che a Malayo correva voce che non appena altri rinforzi fossero giunti agli olandesi essi sarebbero stati spediti a Tidore a prendere quello che il principe aveva promesso al governatore Lorenzo Real, e cioè la sottomissione del regno di Tidore agli olandesi e le cessione della fortezza di Samafo (Gomafo), tutto questo in cambio della mano della regina di Jailolo di cui era perdutamente innamorato.25 Nonostante questi precedenti, il re di Tidore riuscì a mantenere il controllo sul forte e i tentativi olandesi vennero resi vani. Successivamente, nel 1618, a seguito degli intensi lavori di fortificazione portati avanti sia a Ternate che a Tidore da Lucas de Vergara Gaviria, tutta la città di Tidore fu cinta da solide mura.26 Nel 1634, il re di Tidore Cachil Varo (Naro), aveva come propria principale residenza il suo forte di Tidore, che, secondo Don Juan Cerazo de Salamanca, era di gran lunga il forte più importante dell’isola, più importante anche dei forti posseduti nell’isola dagli spagnoli, esso aveva sotto i suoi ordini una grande massa di soldati con oltre 2000 uomini che obbedivano al Re.27

Nel 1657, durante la ribellione dei tidoresi, il forte di Gomafo ricompare in alcuni documenti spagnoli, infatti il forte fu assediato dai ribelli per diversi mesi, come risulta chiaramente dal memoriale di Juan de Origuey: i nemici si trincerarono a un tiro di moschetto dalla fortezza di ‘Domafo’ (Gomafo) che era situata in una posizione molto strategica ‘por ser eminente alas de mas’ ed essendo la fortezza in questione in grave pericolo, gli spagnoli inviarono alcuni soldati fra cui Juan de Origuey a rinforzo dei difensori del forte, Origuey rimase a difesa del forte combattendo di giorno e di notte. Fece durante quest’assedio diverse sortite contro i nemici per procurasi cibo e difese anche il villaggio di ‘mori’ fedeli agli spagnoli ‘defendio el pueblo de los moros de nuestra parcialidad’ situato sotto il forte, dove gli spagnoli inviarono una truppa di fanteria come guarnigione del villaggio.28 Nel 1658, avendo il nemico abbandonato le trincee con cui assediava il forte, una truppa di soldati attaccò i nemici mettendoli in fuga. L’assedio durò quasi un anno e Origuey ci dice che gli spagnoli patirono la fame, dovendosi cibare di alberi e erbe silvestri, a causa di queste privazioni oltre 100 soldati passarono al nemico.29

Continua: Le difese della città del Re: Fuerte de los Portuguéses (Fortaleza dos Reis Magos)

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 AA. VV. “Correspondencia” 330, 374-375, 378

2 Pastells “Historia…” tomo VI, p. ccclxxxiv

3 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen voor de geschiedenis der Nederlanders in den Maleischen Archipel” (s’Gravenhage, 1886-1890-1895) vol. II, 382

4 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen…” vol. III, 382

5 Tiele, P. A. & Heeres, J. E. “Bouwstoffen…” vol. III, 400

6 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 39, p. 438; Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, 173; Diogo do Couto “Da Asia” (Lisbona, 1973) Decada IV, parte 1, 176-178

7 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 4, 567

8 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 57, p. 660 Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, 492

9 Antonio Galvão “História das Molucas” (Roma, 1971) 239, 247

Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147

10 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 157, 824

11 Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147

12 Galvão “História das Molucas” 245, 247-255; Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 158, 825-828; Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, pp. 803-805; Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 1, 147-153

13 Galvão “História das Molucas” 259

14 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 37, 625

15 “Relacion de Garcia de Escalante Alvarado” AGI: Patronato,23,R.10 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) 143-144

Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxvi

16 Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 2, 409

17Fr. Juan de Beira to Fr. Simão Rodrigues, Cochin 7 de Fevereiro de 1553” in: Jacobs, “Documenta Malucensia I, 1542-1577” 120

Gabriel Rebelo “Informaçam das cousas de Maluco” in: Artur Basilio de Sá “Documentação para a historia das missões do padroado português do Oriente. Insulindia” Vol. 6, 272-276

Couto “Da Asia” Decada VI, parte 2, 366-379

18 Sicuramente è la stessa collina dove il re di Tidore nell’agosto 1545, aveva fatto costruire una fortezza di pietra a secco.

19Rapporto del viaggio dell’ammiraglio C. Matelief, 1607” In: Commelin “Begin ende voortgangh …” Vol. II, 63

Questo rapporto doveva essere sconosciuto all’ammiraglio Paulus van Caerden dal momento che in una lettera agli amministratori della VOC si lamenta delle scarse conoscenze che gli olandesi avevano dell’isola di Tidore, in modo particolare non avevano nessuna informazione delle difese della capitale dell’isola. Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610” In: de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II, 239

20Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: Opstall, M. E. “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” (‘s-Gravenhage, 1972) vol. II, 304

21Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…, Malaca, 28 novembre 1619” In: AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, 168

Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion… 1621” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 288

22Carta que escribió el rey de Tidore á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore, 30 de marzo de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 93

23Tanto de carta que el rey de Tidore escribió á el gobernador don Gerónimo de Silva, Tidore en 18 de noviembre de 1615” in: AA. VV. “Correspondencia” 330

24Tanto de carta que el señor gobernador don Gerónimo de Silva escribió á el señor don Juan de Silva de comun acuerdo y consejo de los capitanes, desde Tidore en 25 de junio de 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 374-375, 378

25 Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III, 628-631 nota n°1 e 328-329

Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) ccclxxix-ccclxxxiv

Traslado de las declareciones de Arnaut Lapen, holandés huído de los corsarios ante el capitán Alonso Martín Quirante el 28 de abril de 1616: que los navíos holandeses llegados al Malayo eran seis, y que vinieron por el estrecho de Magallanes al mando del general Jorge de Espelbergue (sic). Manila, 10 de noviembre de 1616” in: “Informaciones sobre los corsarios holandeses, 1616[Probable]” AGI: Filipinas,37,N.19

26Carta de Manuel Ribeiro a Fajardo de Tenza sobre Terrenate, 10-08-1618” AGI: Filipinas,7,R.5,N.54

Pubblicata anche in: Jacobs, H.“Documenta Malucensia III, 1606-1682” Doc. n° 106, 375-378 e in Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 18, 137-140.

Traslado de una carta del rey de Tidore, al gobernador de Filipinas, comunicando lo que supone para estas islas la pérdida de la armada y pidiendo le envíen algunas galeras para no interrumpir la comunicación entre las islas del Maluco, Tidore 17 de mayo de 1618” In: “Carta de Alonso Fajardo de Tenza sobre asuntos de gobierno, 10-08-1618” AGI: Filipinas,7,R.5,N.53

27Lettera di Don Juan Cerazo de Salamanca a Felipe IV, 10 agosto 1634” pubblicata in: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 24, 330-334

28Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey” (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

29Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

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Tidore 4 – Le Fortezze spagnole dell’isola di Tidore, 1606-1663

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I FORTI SPAGNOLI DELL’ISOLA DI TIDORE, 1606-1663

Come abbiamo già accennato, a partire dall’aprile 1606, dopo la conquista, da parte delle truppe di Acuña, della città di Ternate, gli spagnoli ebbero, nelle Molucche, come loro principale, e spesso, unico alleato il Re di Tidore. Essi tentarono, per diversi decenni, di contrastare lo strapotere delle armate olandesi occupando con presidi fortificati alcune isole, e tra queste ebbe un ruolo fondamentale l’isola di Tidore. Il Re di Tidore, dopo la conquista spagnola di Ternate, aveva offerto a Pedro de Acuña la sottomissione del suo regno alla Spagna ed aveva anche promesso di far costruire una fortezza spagnola nella sua isola. Acuña, in effetti, al momento della sua partenza aveva ordinato, tra le opere da eseguire con urgenza, la costruzione di un forte spagnolo nell’isola di Tidore, e secondo i suoi ordini li doveva risiedere un capitano con alcuni soldati spagnoli.1 Questo ordine come vedremo, però, non verrà, eseguito da Juan de Esquivel, il governatore di Ternate nominato da Acuña. L’alleanza con il re di Tidore fu per molti anni fondamentale per il mantenimento della presenza spagnola nelle Molucche. Addirittura, in un primo momento, Acuña pensò di insediare il re di Tidore a capo del regno di Ternate.2 L’importanza per gli spagnoli dell’isola di Tidore ci viene chiaramente descritta dalle parole di Pedro de Heredia ‘…se si desmantelara la fuerça de Tidore no tuuiera el Rey nuestro señor en muy breue tiempo palmo de tierra que fuera suyo por ser plaça tan importante…’ ‘…pues sin aquella plaça no se podia conseruar un mes la de Terrenate…’ 3 In effetti anche Gerónimo de Silva considera Tidore di importanza fondamentale per il sostentamento di Ternate spagnola, perché, oltre a essere il re il principale alleato degli spagnoli, l’isola riforniva Ternate di ‘… viandas de pescado y gallinas, y otras vituallas que de allá se traen.’ 4
Ancora Gerónimo de Silva giudica in un altra sua lettera l’isola di Tidore, la più importante delle Molucche e quella da cui giungono i rifornimenti necassari per il sostentamento della città di Ternate.5 Per quello che riguarda invece la produzione dei chiodi di garofano, l’isola ne produceva in piccola quantità, poca cosa in confronto alla quantità prodotta nelle isole di Maquien e Motiel completamente controllate dagli olandesi, ‘Y es muy poco en comparacion del que tienen los Olandeses en las islas de Maquien, y Motiel que estan tambien de uaxo ala equinoxial, y muy cercanas, y vecinas a Terrenate, y Tidore.’6

Comunque tra i loro possedimenti era solo dall’isola di Tidore che gli spagnoli ottenevano una certa quantità di chiodi di garofano ‘… Tidore da un año con otro cuatrocientos bases’ cioè 2400 quintali, a fronte di una produzione totale nelle isole Molucche, stimata da Gerónimo de Silva a 9000 quintali “mil y quinientos bases de clavo que son nueve mil quintales”.7 A partire dal 1613, con la perdita del forte di Marieko, la produzione di chiodi di garofano controllata dagli spagnoli sarà ancora più irrisoria, Marieko, infatti, era situato nella zona più produttiva dell’isola. Critica è anche la gestione del mercato dei chiodi di garofano fatta dagli spagnoli, Gerónimo de Silva infatti è chiaro anche su questo punto, la quantità in mano agli spagnoli, seppur minima, potrebbe, se commerciata, come fanno gli olandesi, tramite una fattoria controllata dal Re, rendere 30.000 ducati se commerciata in India, mentre renderebbe ancora di più se commerciata direttamente in Europa, mentre con il sistema in atto gestito da privati, alla corona spagnola non giungeva nessuna rendita. Se gli spagnoli potessero avere interamente nelle loro mani la produzione di chiodi di garofano di queste isole che è di circa 1500 “bases de clavo” cioè novemila quintali all’anno, essi potrebbero ricavare se venduti direttamente sul mercato europeo 150.000 ducati all’anno.8

L’importanza di Tidore e dell’alleanza che gli spagnoli avevano con il re dell’isola era ben chiara anche agli olandesi che infatti ripetutamente tentarono specialmente nei primi anni di scacciare gli spagnoli dall’isola: già nel maggio 1607, la flotta di Cornelis Matelief 9 progettò di attaccare Tidore, allo scopo venne inviata un imbarcazione a chiedere rinforzi ai ribelli ternatesi. Gli olandesi, nonostante gli scarsi rinforzi giunti, un imbarcazione con circa 200 guerrieri, che arrivarono con i giovani sultani di Ternate e Jailolo, decisero comunque di attaccare l’isola, che era difesa inizialmente solo da trenta soldati spagnoli oltre ai tidoresi. Lo sbarco venne tentato su alcune lancie e ‘caracoras’, su cui erano stati imbarcati circa 300 soldati, ma l’accoglienza degli spagnoli e dei tidoresi fu calda e gli attaccanti furono costretti a ritirarsi con diverse perdite. Il tentativo finì miseramente sia per l’imperizia e la scarsa conoscenza dei fondali da parte degli olandesi, infatti le imbarcazioni rischiarono di arenarsi nella barriera, sia perché il governatore Juan de Esquivel soccorse prontamente l’isola con alcuni soldati spagnoli ‘… con cierto golpe de spañoles, …’. Dopo questo episodio, Matelief ripiegò su Ternate, dove venne fondato il forte di Malayo. 10

Il 16 giugno 1608, una nuova flotta olandese (secondo Esquivel parteciparono all’attacco 7 navi, un patacco e una galeotta) comandata da van Caerden, e aiutata da un contingente di 26 imbarcazioni e molti soldati ternatesi, ancorò di fronte al vecchio forte portoghese di Tidore con l’intenzione di attaccare e conquistare la città, ma le difese approntate dai tidoresi e dagli spagnoli, fecero desistere gli attaccanti, che dopo essere rimasti circa venti giorni all’ancora davanti alla vecchia fortezza portoghese, cambiarono obiettivo attaccando l’isola di Makian.11

Dopo il tentativo di attacco a Tidore portato in giugno dagli olandesi, gli spagnoli furono costretti a rafforzare le guarnigioni dell’isola, nell’agosto 1608 gli effettivi spagnoli presenti a Tidore erano composti da 140 soldati e da una galera con a bordo altri 40 soldati per un totale di 180 uomini.12

Durante il governo di Lucas de Vergara Gaviria, tra la fine del 1609 e il gennaio 1610, un altro abortito tentativo di assediare Tidore venne fatto dalla flotta guidata da Simon Jansz Hoen, che si limitò ad eseguire un blocco navale dell’isola e ad attaccare e conquistare il forte spagnolo nell’isola di Bachan.13

Il padre gesuita Jorge da Fonseca, destinato alle cure spirituali della guarnigione spagnola di Tidore, 14 descrive l’isola di Tidore nella sua lettera dell’8 aprile 1612: ‘… que hé huma ilha quatro legoas de Ternate, de mouros amigos nossos, onde há alguns christãos da terra, portuguezes casados e hum presidio de soldados hespanhoes, que todo este tempo atrás avia estado sem padre por falta de sarcedotes’.15 La missione gesuita di Tidore rimase infatti fino alla fine del 1610 senza padre, nel prosieguo della sua lettera Fonseca, nuovamente descrive Tidore, questa volta facendo menzione di due presidi spagnoli presenti sull’isola.16

L’esistenza di due presidi ci viene confermata anche dalla “Correspondencia” di Gerónimo de Silva, secondo la quale, nel 1612, gli spagnoli occupavano con proprie guarnigioni due forti nell’isola di Tidore17, i due presidi erano il vecchio forte portoghese, vicino a Soa Siu e il forte di Marieko sulla costa occidentale, essi erano stati rinforzati e migliorati dal governatore Vergara nel 1609. Negli anni successivi a causa dell’aumentare della pressione olandese su Tidore, gli spagnoli si videro costretti ad aumentare i presidi e le truppe a guarnigione dell’isola e ad abbandonare alcune piazzaforti nelle isole periferiche di Morotai e Halmahera (nella fattispecie, a metà del 1613 furono abbandonati i forti di Sabugo (maggio-luglio 1613) e di San Juan de Tolo (agosto 1613)).

Il 1613, è l’anno in cui gli olandesi tentarono a più riprese di scacciare definitivamente gli spagnoli dall’isola, con attacchi a Marieco e alle fortificazioni della città principale di Tidore. Nel febbraio del 1613, gli olandesi conquistarono il forte di Marieco, lo ricostruirono e vi posero una forte guarnigione, questo forte rimase una spina nel fianco degli spagnoli fino al suo abbandono da parte degli olandesi avvenuto nel 1621/1622. Dopo la perdita di Marieco, gli spagnoli corsero ai ripari, inviando due compagnie di 100 soldati ciascuna a Tidore, esse erano comandate dal capitano don Diego de Quiñones e dall’alfiere don Fernando Becerra, che comandava la compagnia del capitano Pedro Zapata.18

Parte dei soldati destinati a Becerra vennero però dirottati in altri presidi, perché secondo la testimonianza del sergente maggiore Fernando de Ayala, Becerra aveva ai suoi ordini venti soldati con l’alfiere Arrequibar e il totale delle truppe spagnole presenti a Tidore, contando anche i soldati di don Diego de Quiñones era di 119 soldati esclusi gli ufficiali.19 Un nuovo forte chiamato ‘Marieco el Chico’, situato nelle vicinanze del forte di Marieco occupato dagli olandesi, venne presidiato da truppe spagnole. Anche il forte di Socanora, situato a sud della capitale di Tidore venne presidiato da una piccola guarigione spagnola.

Nel luglio del 1613, gli olandesi e i ternatesi portarono il loro più importante attacco direttamente alla città di Tidore, dove riuscirono a catturare il vecchio forte dei portoghesi, mentre diversi successivi attacchi contro Socanora e la città di Tidore, si risolsero in altrettanti fallimenti per gli olandesi, che successivamente si videro costretti ad abbandonare anche l’unica conquista fatta: il forte dei portoghesi.

In un interessante lettera scritta dal re di Tidore, Cachil (Kaicil) Mole, il 9 luglio 1613, il giorno stesso della conquista da parte olandese del forte dei portoghesi, il Re faceva presente al governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, tutta la sua preoccupazione per la situazione disperata delle truppe spagnole e tidoresi a Tidore a causa anche della scarsezza di cibo e di rifornimenti, il re richiedeva l’immediato invio di altre truppe spagnole di rinforzo, nella sua lettera, giungeva anche a prospettare l’abbandono dell’isola e il ritiro di tutta la popolazione a Ternate “ó inviar aquí mas españoles, ó que nos vamos todos á Terrenate”. 20

Il continuo stato di guerra tra olandesi e spagnoli e tra i loro alleati ternatesi e tidoresi portò ad un impoverimento della terra e della popolazione, che venne notato anche da dei visitatori occasionali come l’inglese John Saris, che sostò per pochi giorni a Tidore nel 1613, il quale espresse il proprio rammarico sul lamentevole stato di distruzione portato nelle isole dalle continue guerre.21

Ad indicare l’importanza che gli spagnoli davano a Tidore è anche il fatto che su preciso ordine di Juan de Silva anche il governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, negli ultimi mesi del 1614 si trasferì a Tidore, egli risiederà nell’isola, nella nuova fortezza costruita dagli spagnoli, per lunghi periodi negli anni 1615 e 1616.22 Nella “Correspondencia” di Geronimo de Silva, risultano scritte da Tidore le lettere datate: 5 maggio 1612, 12 dicembre 1614, 12 maggio 1615, 13 luglio 1615, 19 agosto 1615, 8 marzo 1616, 1 aprile 1616, 17 aprile 1616, 17 giugno 1616, 25 giugno 1616, 8 agosto 1616, 20 agosto 1616 e 12 marzo 1617.

Negli anni successivi continuerà lo stato di guerra tra i due poteri rivali europei, ma salvo alcune scaramucce, gli olandesi non tenteranno più attacchi così in grande scala come quelli portati nel 1613, essi infatti cambieranno tattica cercando di interferire nei rapporti tra spagnoli e tidoresi e di minare l’alleanza tra i due. In particolar modo avvicineranno il Principe di Tidore, che era perdutamente innamorato della regina di Jailolo, tentando di portarlo dalla loro parte.

Comunque anche dopo il 1613, gli spagnoli furono costretti a mantenere costantemente una forte guarnigione nell’isola.

Alla metà del 1616 erano oltre 200 i soldati spagnoli a presidio dei forti di Tidore e cioè nei forti di Santiago, del Príncipe, di Tomanira e di Socanora.23 “…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora.24

Nel maggio 1619, il governatore di Ternate, Lucas de Vergara Gaviria ci informa che gli spagnoli hanno nell’isola di Tidore quattro forti: Tohula, Tomanira, Sokanora e il nuovo forte di San Lucas de el Rume. Le fortezze in mano spagnola, ci informa Vergara, hanno un terzo della guarnigione che normalmente dovrebbero avere.25 Questa scarsità di truppe sarà una costante di tutto il periodo di controllo spagnolo dell’isola.

Gli olandesi che dal 1613 occupavano il forte di Marieco, tra il 1621 e il 1622 lo smantellarono e lo abbandonarono. L’intera isola a partire da questa data e fino quasi al definitivo abbandono delle truppe spagnole nel 1663, rimase sotto il controllo degli spagnoli e dei loro alleati tidoresi.

Gli spagnoli mantennero nell’isola di Tidore, fino agli ultimi anni della loro presenza, i seguenti tre presidi: Rume, Taula (Tahula) e Sobo (Cobo, Chobo). 26

Negli anni successivi oltre che con gli olandesi, gli spagnoli ebbero alcuni problemi e diverse gravi crisi anche nei rapporti con il loro più stretto alleato il re di Tidore, in modo particolare tra il 1636-1640 e più gravemente negli anni attorno al 1655-1660 quando l’isola di Tidore rimase in stato di costante ribellione. Il primo periodo di crisi coincise con l’usurpazione del regno a cachil Naro, e l’ascesa al trono di Tidore di cachil Borotalo, avallata dal governatore spagnolo Pedro de Heredia. La situazione fu risolta grazie alla risolutezza del nuovo governatore Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, chiamato a sostiutire Pedro de Heredia e che giunse a Ternate con specifici ordini per rimettere sul trono di Tidore il legittimo re, il cachil Naro, che era stato ingiustamente privato della corona da Pedro de Heredia, che aveva insediato al suo posto il cachil Borotalo (cugino del re cachil Naro). Sembra che Heredia avesse avuto degli attriti con cachil Naro in ragione della compravendita dei chiodi di garofano, a causa di questo Pedro de Heredia fece in modo che i tidoresi lo abbandonassero e giurassero obbedienza a cachil Borontalo suo cugino. Cachil Naro fu costretto allora a rifugiarsi presso gli olandesi nel loro forte di Malayo. Per questo e altri motivi fu, successivamente, deciso di aprire un procedimento legale contro l’operato di Pedro de Heredia. Il cachil Naro viene descritto come un uomo leale e coraggioso e sempre fedele agli spagnoli. Il nuovo governatore Pedro de Mendiola aveva l’ordine di rimettere al suo posto cachil Naro, cosa che per il momento non potè fare perché Naro si era rifugiato presso gli olandesi a Malayo. Questa fu la situazione che trovò Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola quando giunse a governare a Ternate. Egli aveva ricevuto preciso ordine da parte del governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera di ristabilire la legalità contattando segretamente, tramite una lettera, cachil Naro, che era esiliato a Malayo, perché fosse a Ternate per essere rimesso al suo posto di re di Tidore, dal momento che Pedro de Heredia non aveva nessuna autorità di spossessarlo del regno.

Per quanto riguarda quello che dovevano essere le mosse spagnole per riallacciare i rapporti con cachil Naro e rimetterlo sul suo trono, esiste un interessante documento firmato dal governatore delle Filippine Sebastian Hurtado de Corcuera: “Orden e instrucción que los generales Pedro de Mendiola, gobernador de Terrenate y Jerónimo Somonte, capitán general de la armada real an de guardar en razón de la restitución del rey Cachil Naro a su reino, Cavite 8 gennaio 1636”. Nel documento dove sono esposti i piani spagnoli, risulta che, una volta giunto a Ternate, Mendiola doveva segretamente contattare cachil Naro e invitarlo o sui galeoni spagnoli o nella città di Ternate, garantendogli la sicurezza tramite carte del governatore, una volta venuto a colloquio con Mendiola, gli doveva essere fatto presente il rincrescimento che il governatore aveva per l’operato di Pedro de Heredia che non aveva aiutato con le armi spagnole il cachil Naro a difendersi dai suoi oppositori e aveva permesso che lo dispossessassoro del suo regno. Gli spagnoli adesso volevano porre rimedio a questo mettendo a disposizione le loro truppe per reinsediare a Tidore il cachil Naro, a patto che riconoscesse l’aiuto spagnolo e l’alleanza con gli spagnoli. La proposta spagnola era di unire i tidoresi rimasti fedeli a cachil Naro assieme alle truppe spagnole e riprendere possesso del regno. L’accordo doveva essere sugellato da un patto ufficiale tra i due generali spagnoli (Pedro de Mendiola e Jerónimo Somonte) e il cachil Naro. Dopo aver raggiunto l’accordo con cachil Naro, il documento descrive le mosse da compiere nei confronti dell’usurpatore. Come prima mossa doveva essere liberato cachil de Reues in modo che potesse dare al suo re cachil Bontalo (Borontalo) una carta che lo invitava al castello spagnolo, dove doveva essere intrattenuto con buone parole e regali, fino a che il cachil Naro non fosse venuto a prendere il potere e ad occupare Tidore. Nello svolgersi di queste operazioni era importantissimo mantenere il segreto, nessuno degli spagnoli ad eccezione del sergente maggiore Juan Gonçales de Caceres Melon, e dei capitani don Pedro de Almonte, Sebastian Bauptista e Pedro de la Mata dovevano essere messi al corrente o anche solo sospettare qualcosa di quello che si stava preparando. Nel caso le cose prendessero il corso sperato e cachil Naro fosse stato rimesso sul suo trono, il generale Geronimo de Somonte doveva portare a Manila il re deposto cachil Borontalo, dove poteva chiedere giustizia davanti all’Audiencia e al governatore e se dimostrava le proprie ragioni forse essere reintegrato nel regno, anche se doveva essergli fatto capire che Pedro de Heredia non aveva il diritto di deporre cachil Naro e non era possibile per un ufficiale spagnolo deporre a piacimento un re alleato, anzi se questo fosse stato provato Heredia rischiava con la vita per le sue azioni. Una volta risolta la questione e insediato cachil Naro sul trono di Tidore, doveva essere richiesto al nuovo re di fornire agli spagnoli le usuali 4 o 6 ‘caracoras’ con 400 tidoresi che, se il re lo avesse richiesto dovevano ricevere la stessa paga dei soldati pampangas del presidio. Le istruzioni comprendevano anche la possibilità che fosse rimasto al potere cachil Borotalo, se così fosse avvenuto la stessa richiesta di caracoras e uomini doveva essere fatta a lui.27 Fino a qui i piani degli spagnoli, ma l’assoluta segretezza, cosa basilare di tutta l’operazione, non fu rispettata, perché, cachil Borontalo dovette essere venuto a sapere delle intenzioni degli spagnoli e su sua richiesta i ternatesi e gli olandesi uccisero a tradimento cachil Naro, sembra che cachil Borotalo avesse promesso agli olandesi la costruzione di una fortezza nell’isola. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola riuscì però a far fuggire (dicono i documenti con grosse difficoltà) da Malayo il figlio del cachil Naro e suo legittimo erede, cachil Sayde. Gli spagnoli decisero allora di deporre cachil Borotalo e insediare come re il figlio del defunto cachil Naro, il cachil Sayde. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola agì con cautela e riuscì ad impedire i disegni del re usurpatore, riuscendo a sorprenderlo nelle sua stessa isola e casa e a castigarlo come traditore, cioè ad ucciderlo a pugnalate. Così che potè dar luogo agli ordini che aveva ricevuto di catturare o uccidere cachil Borontalo. Tutto ciò fu fatto dal sergente maggiore Francisco Hernandez e dell’alfiere Bernaue de la Plaza, a cui come premio fu data una compagnia. Grazie a questo l’intera isola di Tidore fu pacificata e fu insediato il legittimo re cachil Zayde, figlio di cachil Naro, tutti i capi tidoresi fecero nuovamente atto di sottomissione alla corona spagnola. Riguardo a questo episodio interessante notare che non tutti gli spagnoli approvarono l’accaduto, infatti, nel 1640 furono sollevate alcune accuse ‘me tomò residencia de dhos cargos’ dal sergente maggiore Pedro Arias de Mora, contro Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, sulla sua condotta di governo a Ternate. Delle 5 accuse riportate da Arias de Mora, la quinta accusa era quella di non aver conservato la buona amicizia con il re di Tidore cachil Borotalo, che invece aveva ordinato di uccidere e era stato poi ucciso a pugnalate, senza averlo processato e senza aver provato i delitti di tradimento di cui lo si accusava. Tutte le accuse furono, ovviamente, respinte da Sebastian Hurtado de Corcuera (era lui il mandante di tutta l’operazione), che assolse Carmona y Mendiola da ogni accusa.28

Il secondo periodo di crisi, fu ben più grave, e si protrasse dalla fine del regno di cachil Sayde fino al 1659. Tutto cominciò delle controversie che si ebbero tra cachil Sayde re di Tidore e gli olandesi quando cachil Calomata fu eletto sultano di Ternate da alcuni ternatesi che ripudirono il legittimo sultano cachil Mandaraja. Il cachil Sayde, re di Tidore, sembra che aiutasse sottobanco i ribelli, cosa che non poteva fare, perché, essendo suddito del re di Spagna, doveva sottostare ai termini della pace stipulata fra Spagna e Olanda. Gli olandesi protestarono duramente contro cachil Sayde che fu per un certo periodo di tempo messo sotto arresto dagli spagnoli e la ribellione fu quindi sedata. Successivamente Cachil Sayde morì e alcuni tidoresi ribelli, elessero al suo posto cachil Golofino, che era generale del mare di cachil Mandaraja, e alleato degli olandesi, deponendo così il legittimo erede al regno di Tidore che era cachil Mole, figlio di cachil Sayde, e che era appoggiato dagli spagnoli, i ribelli venivano invece aiutati con armi e viveri dagli olandesi in aperta violazione degli articoli delle paci stipulate.29 Il momento più grave, coincise con la cosidetta ribellione dei ‘mori’ di Toloa che ebbe il suo apice negli anni 1657-1658, quando i tidoresi ribelli misero sotto assedio la guarnigione spagnola di Tidore per quasi un anno. Alcuni documenti descrivono interessanti fatti di questo periodo: un ordine, firmato dal governatore Diego Sarria Lascano e datato Tidore, 12 marzo 1657, ci fornisce interessanti informazioni sulla ribellione dei tidoresi nel 1657, che è definita in un altro documento ‘alsamiento de los moros de los pueblos de Toloa’. Il documento tratta dell’organizzazione di una spedizione punitiva contro i ribelli, a causa della gravità della situazione, il governatore Diego Sarria Lascano, era giunto di persona a Tidore per pianificare la spedizione. Nel documento viene ordinato al capitano Alonso Lossano, capo del forte di ‘Santiago de los Caualleros’, di partire al comando di truppe di fanteria spagnola e pampanga e di andare al seguito delle truppe del re di Tidore, amico e confederato degli spagnoli, per castigare alcuni vassalli del re dei villaggi di Toluca e Tongoiza che si erano ribellati. Una volta giunti al luogo che era stato individuato e scelto nella riunione (riunione del consiglio di guerra che evidentemente aveva preceduto la spedizione), gli spagnoli avrebbero dovuto occuparlo e fortificarsi il meglio possibile perché questo luogo doveva essere la base principale delle forze spagnole durante le operazioni, nelle fortificazione dovevano essere posizionati almeno due pezzi d’artigieria e una buona guarnigione. Poi, completata la fortificazione dell’avamposto, il capitano assieme ad una truppa di soldati doveva occupare un altro luogo che era strategicamente situato sopra il villaggio dei ribelli, nel quale si doveva fortificare e mettere un presidio di soldati. Per presidiare questi due avamposti il capitano poteva prendere quanti soldati volesse dal forte che era situato a Tomanira, dove era capo l’aiutante Francisco Peres, quest’ultimo forte doveva comunque rimanere ben difeso. L’obiettivo della spedizione era ridurre all’obbedienza i ribelli con la forza oppure portarli a chiedere la pace e a fare sottomissione.30 La spedizione, guidata dal capitano Alonso Losano, non si risolse in breve tempo, infatti la campagna per la sottomisione dei due villagi durò oltre due mesi, durante i quali gli spagnoli bruciarono e distrussero due villaggi nemici e poi attaccarono e conquistarono una fortezza nemica, dopo questa vittoria gli spagnoli si ritirarono nella loro fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’.31 La suddetta spedizione del marzo 1657 non risolse però la questione, infatti successivamente si ebbero altri scontri con i ribelli, che addirittura posero sotto assedio la fortezza spagnola di ‘Santiago de los Caballeros’.

Un altro documento ci narra di alcuni dei fatti che accaddero durante l’assedio: durante questo lungo periodo di guerra, i soldati spagnoli a presidio della fortezza di ‘Santiago de los Caualleros’ patirono la fame per la scarsità di viveri causati dalle continue guerre contro gli olandesi, i ternatesi e i tidoresi ribelli. Essendo la guarnigione della fortezza senza viveri e senza la possibilità di riceverli da Ternate, a causa dell’assedio a cui la stavano sottoponendo i nemici, Joseph de Garces (che era a capo del forte) decise di attaccare con una truppa di fanteria un villaggio nemico per poter razziare dei viveri. Allo scopo, Juan Rodríguez de Origuey fu inviato con altri due soldati in avanscoperta, essi riuscirono a spiare i nemici e a catturarne uno riuscendo ad avere informazioni che poi portarono alla conquista e cattura del villaggio nemico, con i viveri trovati nel villaggio gli spagnoli poterono sostentarsi per due giorni, ben poca cosa, ma per fortuna, quattro giorni dopo giunse da Manila il soccorso che permise agli spagnoli di poter continuare a resistere all’assedio. Pochi giorni dopo questo avvenimento gli olandesi e i ternatesi ribelli si trincerarono e assediarono con dell’artiglieria una fortezza ‘nuestra’32, in soccorso alla guarnigione di questo forte furono inviati alcuni soldati tra cui Juan de Origuey, essi durante tutto il tempo che durò la ribellione restarono a difesa di detta fortezza, facendo ogni tanto sortite per potersi cibare di piante o altro cibo selvatico. Il forte di Gomafo, infatti essendo situato su un alta collina dominante la città del re di Tidore, non era facilmente rifornibile di viveri durante un prolungato assedio. Ci infoma Garzes che durante questo periodo molti soldati spagnoli del forte passarono al nemico per non poter più tollerare la fame. Inoltre tutte le notti i nemici assediavano un villaggio di tidoresi amici degli spagnoli,33 situato vicino alla fortezza spagnola, per bruciarlo e devastarlo e così gli spagnoli inviarono a guarnigione del villaggio una truppa di fanteria. Nel 1658, avendo il nemico abbandonato le trincee con cui assediava il forte spagnolo, una truppa di soldati attaccò i nemici mettendoli in fuga. L’assedio durò quasi un anno e Origuey ci dice che gli spagnoli patirono la fame, dovendosi cibare di alberi e erbe silvestri, a causa di queste privazioni oltre 100 soldati passarono al nemico.34 Dopo questi avvenimenti gli spagnoli rimasero a Tidore per pochi anni ancora, e come vedremo smantellarono alcune guarnigioni dell’isola già a cominciare dal 1661-1662.

Vediamo adesso in dettaglio quali forti gli spagnoli occuparono o costruirono nell’isola di Tidore nel periodo che va dal 1606 al 1663. Nei documenti spagnoli da me consultati vengono nominati circa una decina di nomi di forti35 o presidi nell’isola di Tidore, dei quali però non sempre è semplice stabilire dove effettivamente erano situati e durante quale periodo furono effettivamente occupati dalle truppe spagnole. A volte lo stesso forte viene chiamato in tempi diversi con nomi diversi. L’effettiva posizione dei forti è molto difficile da definire, secondo i dati che ho potuto raccogliere questa è la più probabile localizzazione dei forti spagnoli nell’isola di Tidore:

Chobo: (Cobo, estrema punta nord dell’isola)

Rume: (Rum, nord ovest dell’isola)

Marieco: (Marieko, ovest dell’isola, direttamente a livello della spiaggia)

Tomañira (probabilmente anche Marieco el Chico): (poco a sud di Marieko, era costruito su di un luogo alto, nelle vicinanze di Marieco (a circa mezza lega da Marieco (2960 m)).

Marieco el Chico (probabilmente Tomañira): a ‘media legua’ (2960 m) da Marieko.

Sokanora: (poco a sud di Soa Siu, a mezza lega (2960 m) a sud dal Lugar Grande, su di una collina vicino al mare)

Tahula, Santiago de los Caballeros: (Soa Siu, situato su di un altura sopra al mare dominante il Lugar Grande, a sud di esso)

Baluarte del Principe: (Soa Siu, ‘fuerte de abajo’ situato sulla spiaggia sotto Tahula)

Gomafo: (Soa Siu, forte del re di Tidore, situato su di una collina nell’interno rispetto al mare)

Forte de los Portugueses: (poco a nord di Soa Siu, situato a nord del Lugar grande 3 tiri d’espingarda 750 m), o un quarto di lega (1.480 m) o un grosso tiro di cannone (1.000m))

Mappa di Tidore che mostra i probabili siti dei forti spagnoli. Author Marco Ramerini
Mappa di Tidore che mostra i probabili siti dei forti spagnoli. Author Marco Ramerini

LEGENDA:

Gomafo: Forte del Re di Tidore

Marieco: (1614 e 1619) Forte olandese
Tutti gli altri forti: Forti spagnoli

Continua: Le difese della città del Re: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 “Instrucción a Juan de Esquivel para conservación Terrenate, 02-11-1606” AGI: Patronato,47,R.17

Con tutta probabilità, la data 2 novembre 1606, è sbagliata, essendo Acuña morto nel giugno 1606, essendo una copia può essere stato un errore del copista, la data plausibile sembra essere il 2 maggio 1606.

2 Argensola, Bartolomé Leonardo de “Conquista de las islas Malucas” (Madrid, 1609) (Madrid, 1992) 343

3 Colin-Pastells “Labor Evangelica de los obreros de la compañia de Jesus en las isla Filipinas” (Barcelona, 1902) vol. III 317 nota n°1

4 “Carta di Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco, Terrenate, 13 de april de 1612” in: AA. VV. “Correspondencia de Don Gerónimo de Silva con Felipe III, D. Juan de Silva, el Rey de Tidore y otros personajes desde abril de 1612 hasta febrero (abril) de 1617, sobre el estado de las islas Molucas” In: “Coleccion de documentos ineditos para la historia de España, tomo 52” (Madrid, 1868) 6

5 “Tanto de carta que el gobernador Gerónimo de Silva escribió al arzobispo de Manila, Terrenate, 28 de jullio de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 158-160

6 “Descripción de las islas de Terrenate,Tidore,y otras” AGI: Patronato,34,R.29

7 “Carta di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 abril 1612” In: AA. VV. “Correspondencia” 13

8Carta de don Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco. Terrenate, 13-04-1612” In AA. VV. “Correspondencia” 5-15

9 Matelief era giunto a Ternate con una flotta di otto navi (sei navi e due ‘yacht’: Oranje, Mauritius, Erasmus, Kleine Zon, Pichon (?), uno yacht (Witte Leeuw ?), Enchuisa (Enkhuizen) (incontrato ad Ambon), Delft (che era giunto da Banda)) con a bordo 531 uomini.

10 Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 70-72

Fr. Luís Fernandes, superior to King Philip II of Portugal. Ternate, 27 de abril 1608” Documento n° 29 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 96

Prevost, Abate Antonio Francisco “Historia General de los viajes, ó nueva colección de todas las relaciones de los que se han hecho por Mar y Tierra… Tomo XIII: Viajes de los Holandeses a las Indias Orientales” (Madrid, 1773) 66-67

Fr. Jerónimo Gomes to Fr. Jerónimo Gomes. Cochin, 25 de novembro de 1608” Documento n° 35 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 119

de Jonge “De opkmost van het Nederlandsch gezag in Oost- Indien, 1595-1610” (‘s-Gravenhage, 1862-1909) vol. III, 55

11 Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II, 303-304

de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. I, 63-64

Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvi-xxxvii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30

Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 135, 144.

12 Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. xxxvii-xxxviii dove è riportata la “lettera di Esquivel all’Audiencia del 13 agosto 1608” AGI 1-2-1/14, ramo 30

13 Journael ende verhael” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. I, 276-281

Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” AGI: Filipinas,60,N.12

Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 102-103

14 “Fr. João Baptista to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 2 de abril 1611” Documento n° 53 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 192

Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 24*

15 “Fr. Jorge da Fonseca to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 8 abril 1612” Documento n° 59 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 217-218

16 “Fr. Jorge da Fonseca to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 8 abril 1612” Documento n° 59 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 224

17Carta di Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco, Terrenate, 13 de april de 1612” In: AA. VV. “Correspondencia” 6

18Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el rey de Tidore, sobre la pérdida del puerto de Marieco, Terrenate, febrero 10 de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 85

19Carta que escribió el sargento mayor don Fernando de Ayala […] á el señor don Gerónimo de Silva, Tidore, 16 de febrero de 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 90-91

20Lettera del Re di Tidore a D. Gerónimo de Silva, Tidore, 9 luglio 1613” In: AA. VV. “Correspondencia” 138

21 Kerr, Robert “A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII.” Sec. XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in 1611, by Captain John Saris” Sec.5. “Further Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan

22 Gli ordini per Geronimo de Silva erano chiari, doveva trasferirsi a Tidore con il maggior numero di soldati possibile, lasciando comunque una buona guarnigione a Ternate. “Tanto de carta quel señor don Juan de Silva escribió á el señor don Geronimo de Silva en 20 de setiembre de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 255

23 Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), 214 dove è riportato un estratto della lettera di Gerónimo de Silva al governatore D. Juan de Silva, 29 luglio 1616.

24Lettera di Gerónimo de Silva a D. Juan de Silva, Tidore, 8 agosto 1616” In: AA. VV. “Correspondencia” 387-388

25Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” AGI: Patronato, 47, R. 37

Pastells “Historia general de Filipinas” tomo VI (1608-1618) pp. clxvii-clxviii, qui vengono riportati alcuni brani della stessa lettera di Vergara

26 “Catalogue of the Philippine Jesuits for the Holy Congregation de Propaganda Fide. Manila, 20 Iunii 1662” Documento n° 196 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 615.

Catalogue of the Jesuit missionaries in the Philippines for the Holy Congregation de Propaganda Fide. Manila, 31 Julii 1663” Documento n° 201 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 624.

27Carta de Corcuera sobre socorro de Terrenate y Cachil Naro. Carta de Sebastián Hurtado de Corcuera, gobernador de Filipinas, dando cuenta del envío del socorro a Terrenate; encuentro que tuvieron con un galeón enemigo y regreso del gobernador de Terrenate, Pedro de Heredia. Por triplicado. (Cat. 16196)

Acompaña: Orden e instrucción que los generales Pedro [Muñoz de Carmona y] Mendiola, gobernador de Terrenate y Jerónimo Somonte, capitán general de la armada real deben de guardar en razón de la restitución del rey Cachil Naro a su reino. Manila, 5 de julio de 1636. Con duplicado. (Cat. 16199). [c] 02-07-1636. Manila” AGI: Filipinas,8,R.3,N.72

28Confirmación de encomienda de Bacnotan, etc Expediente de confirmación de las encomiendas de Bacnotan y Binmaley en Pangasinan a Pedro Muñoz de [Carmona y] Mendiola. Resuelto. [f] 23-05-1647” AGI: Filipinas,49,N.66 blocco 1 fogli 2-7

Informaciones: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola. Informaciones de oficio y parte: Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola, general, vecino de Manila, casado con María de Valmaseda, única descendiente de Martín de Esquivel, sargento, Juan de Esquivel, maestre de Campo y Juan Ezquerra, general. Información con parecer. Duplicado. Tres minutas de pareceres. [f] 1649” AGI: Filipinas,61,N.26 blocco 1 fogli 3, 5, 11-13, 28-29, 38, 40, 50-52, 64-66, 76-79, 152-153, 161-191, 213-215; blocco 2 foglio 3; blocco 4 fogli 2-3; blocco 5 fogli 2-3; blocco 6 foglio 2; blocco 8 fogli 9-11

29Confirmación de encomienda de Mambusao. Expediente de confirmación de la encomienda de Mambusao en Panay a Sebastián de Villarreal. Resuelto. [f] 19-05-1676” AGI: Filipinas,54,N.11

30Confirmación de encomienda de Baratao. Expediente de confirmación de las encomiendas de Baratao en Pangasinan a Alonso Lozano. Resuelto. [f] 16-06-1676” AGI: Filipinas,54,N.12

31Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

32 Era questo il forte di Gomafo, come risulta chiaramente da un documento successivo, il memoriale di Juan de Origuey: poco dopo i nemici si trincerarono a un tiro di moschetto dalla fortezza di ‘Domafo’ (Gomafo) che era situata in una posizione molto strategica ‘por ser eminente alas de mas’ ed essendo la fortezza in questione in grave pericolo, gli spagnoli inviarono alcuni soldati fra cui Juan de Origuey a rinforzo dei difensori del forte, Origuey rimase a difesa del forte combattendo di giorno e di notte. Fece durante quest’assedio diverse sortite contro i nemici per procurasi cibo e difese anche il villaggio di ‘mori’ fedeli agli spagnoli ‘defendio el pueblo de los moros de nuestra parcialidad’ situato sotto il forte fino a che i nemici furono costretti a ritirarsi. “Memoriale dell’alfiere Juan de Origuey” (Manila, 20 settembre 1673) (fogli 18-20) in: “Confirmación de encomienda de Batangas. Expediente de confirmación de la encomienda de Batangas en Balayan a Lorenzo de Zuleta. Resuelto. [f] 03-04-1677” AGI: Filipinas,54,N.14

33 Era questa la città del re di Tidore, situata sul luogo dell’attuale Soa Siu.

34Confirmación de encomienda de Majayjay, etc. Expediente de confirmacion de las encomiendas de Majayjay y Santa Cruz en La Laguna de Bay a Juan Rodríguez de Origuey. Resuelto[f]. 08-06-1695” AGI: Filipinas,58,N.3

35 Per esempio van de Wall elenca solo 4 forti nell’isola di Tidore: Vesting Tahoela (Soa-Sioe), Vesting Tsjobbe (Soa-Sioe), Fort Roemi (Roem), Fort Marieko (Marieko).

Van de Wall, V. I. “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” (‘s-Gravenhage, 1928) 267-269, 291-292.

Categorie
Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 3 – Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

2.0 Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 LE SPEDIZIONI SPAGNOLE ALLE MOLUCCHE DOPO L’UNIONE CON IL PORTOGALLO

Il primo periodo di interesse degli spagnoli nelle Molucche, cioè quello che riguarda gli anni 1521-1606, può essere suddiviso in due distinte parti:

la prima parte fu quella, a cui abbiamo già accennato, delle lotte contro i portoghesi per il controllo delle isole, essa iniziò con l’arrivo della spedizione di Magellano nel 1521 e terminò nel 1545 con la resa ai portoghesi degli uomini della spedizione di Villalobos.

La seconda parte di questo primo periodo, fu invece quella dell’unione tra le corone di Spagna e Portogallo, durante questo tempo le spedizioni spagnole in partenza dalla base di Manila nelle Filippine, vennero inviate con lo scopo di aiutare le truppe portoghesi contro i nemici ternatesi, che si erano ribellati ai portoghesi e che gli avevano espulsi dall’isola di Ternate nel 1575.1 Il principale intento di queste ultime spedizioni era la riconquista della fortezza portoghese di Ternate. Nessuna delle sei successive spedizioni tentate dagli spagnoli raggiunse lo scopo prefissato. Esse iniziarono nel 1582 con quella di Francisco Dueñas, questa prima spedizione ebbe carattere prettamente informativo sulla situazione militare delle isole, Francisco Dueñas rimase nelle Molucche per circa due mesi tra marzo e aprile del 1582. La spedizione successiva fu quella comandata da D. Juan Ronquillo essa ebbe luogo a cavallo tra il 1582 e il 1583, gli spagnoli collaborarono con i portoghesi aiutandoli in alcune spedizioni punitive contro le isole vicine. Nel 1584 fu la volta di Pedro Sarmiento e poi nel 1585 di Juan de Morón anche queste due spedizioni non ebbero il successo sperato, venne attaccata la fortezza di Ternate, ma senza risultato.

Una più grande e meglio assemblata armata partì alla volta delle Molucche nel 1593 al comando dello stesso governatore delle Filippine Gómez Pérez Dasmariñas, ma una ribellione e l’assassinio dello stesso governatore prima di raggiungere le Molucche portò all’annullamento di tutta l’operazione. L’ultima spedizione spagnola di questo periodo fu quella inviata da Manila in soccorso della flotta dell’ammiraglio portoghese André Furtado de Mendonça, essa era capitanata da Juan Juárez Gallinato, e partì da Manila alla fine del 1602, un assalto congiunto spagnolo-portoghese alla fortezza di Ternate non ebbe successo.

Successo ebbero invece i due attacchi che a distanza di pochi mesi, nel 1605, i nemici giurati degli spagnoli, gli olandesi, portarono agli ultimi forti ancora in mano portoghese nelle Molucche: Ambon e Tidore.

Ambon cadde senza combattere il 23 febbraio 1605, questo, sembra a causa della condotta codarda del capitano della fortezza Gaspar de Melo e all’interesse personale di alcuni casados portoghesi, che miravano alla salvaguardia dei loro beni. Gli olandesi ricostruirono il forte portoghese e lasciarono come guarnigione 130 soldati.

Le navi olandesi fecero poi rotta verso Tidore.

I portoghesi della fortezza di Tidore, comandati da Pedro Álvares de Abreu, non si arresero alla vista delle navi, ma costrinsero gli olandesi a combattere, ma come vedremo più avanti, nonostante il loro coraggio, il forte venne preso dagli olandesi. L’episodio chiave fu lo scoppio della polveriera del forte, che provocò la morte di molti difensori e un enorme squarcio nelle mura. 2

Tidore venne conquistata dagli olandesi il 19 maggio 1605.

Gli olandesi, non avendo abbastanza uomini per presidiare una fortezza, lasciarono a Tidore solo alcuni uomini in una fattoria.

La risposta spagnola, questa volta, non tardò ad arrivare, e la spedizione del 1606 comandata dal governatore delle Filippine Pedro de Acuña ristabilì il controllo iberico sulle Molucche. Dopo la sua rapida vittoria, Acuña decise, per maggior sicurezza, di deportare a Manila il sultano di Ternate, Said Barakat, con il principe, suo figlio, e tutti i suoi dignitari, in totale una trentina di persone.

La fretta di Acuña di ritornare a Manila, la sua improvvisa morte, probabilmente per avvelenamento, e la deportazione del Sultano di Ternate e del suo ‘enturage’ saranno fra le cause che impediranno il consolidamento del potere spagnolo nelle isole e che quindi di conseguenza permetteranno agli olandesi di trovare terreno fertile tra i dissidenti ternatesi. Anche Esquivel riconobbe che Acuña lasciò Ternate in una situazione confusa, senza aver assoggettato completamente la popolazione e in modo particolare i capi che erano rimasti e che si erano ritirati sulla costa di Halmahera nei villaggi di Sabubo e Gilolo. 3

Fu così che dal primo aprile 1606 per 57 anni, fino al 1663 (con una piccola appendice nell’isola di Siau dove una minuscola guarnigione spagnola rimase dal 1671 al 1677), gli spagnoli occuparono alcune isole delle spezie. Il periodo fu caratterizzato da una continua e spesso aspra lotta contro gli olandesi quasi sempre padroni dei mari e in condizione di superiorità per armamento, numero di soldati e navi. Per buona parte del periodo gli spagnoli ebbero un fedele alleato nel re di Tidore, mentre gli olandesi lo avevano nel sultano di Ternate.

Gli spagnoli, che, nel 1606 dopo la conquista di Ternate, erano almeno nominalmente padroni di tutte le isole delle spezie, non seppero però reggere il successivo ritorno delle armate olandesi alleatesi con i ternatesi ribelli. L’occupazione spagnola si tradusse principalmente in un occupazione di tipo militare, a causa dell’ostilità dei ternatesi e degli olandesi, che dopo la conquista spagnola di Ternate, tornarono più agguerriti che mai. Nel giro di pochi anni a partire dal 1607, gli olandesi estesero il loro controllo sulla parte migliore e più redditizia delle isole Molucche:

essi, nel 1607 costruirono un forte nella stessa isola di Ternate a pochi chilometri di distanza dalla città spagnola 4, il forte venne costruito sui resti di una precedente fortificazione 5, esso venne denominato inizialmente Fort Malayo e poi Fort Orange (l’attuale Benteng Orange, nella città di Ternate). Nella stessa isola pochi anni più tardi, nell’ottobre del 1609, gli olandesi costruirono un forte a Tacome (Fort Willemstadt). Il forte di Tacome era situato nella parte nord dell’isola, ricca di chiodi di garofano. Un terzo forte venne infine costruito, nel 1612, a Tolucco6 (Fort Hollandia), dopo un tentativo di occupazione del luogo da parte degli spagnoli, avvenuto nel 1611.7 Il forte era situato a circa mezzo miglio a nord di Malayo e a due miglia da Tacome, esso fu costruito in un ottima posizione, su una collina, ed era fatto di pietra e calce. La guarnigione del forte nel 1612 era composta da 15-20 uomini. Il principale forte olandese dell’isola e delle intere Molucche rimase comunque quello di Malayo.

Nel giro di pochi anni, praticamente la maggior parte dell’isola di Ternate era stata sottratta al controllo spagnolo. Grande aiuto in questo giunse agli olandesi dai loro naturali alleati i ternatesi.

Negli stessi anni in cui venivano costruiti questi forti a Ternate, il controllo olandese si estese anche ad altre isole delle Molucche.

A partire dal 1608 anche tutta l’isola di Makian venne occupata dagli olandesi che costruirono tre fortezze lungo le coste dell’isola. Makian era l’isola più ricca in assoluto di chiodi di garofano e quella più ambita dagli olandesi che miravano a controllare il commercio delle spezie.

La prima fortezza catturata dagli olandesi a Makian, fu quella di Tafasoho essa era la vecchia fortezza del re di Tidore ‘…que os portugueses sempre procurarão de defenderem entanto que estiverão en Tidore’ ‘…que os portugueses sempre procuraram de defender’. 8 Essa venne conquistata ai tidoresi il 21 giugno 1608, era senza una guarnigione spagnola. Il forte era situato sulla costa ovest dell’isola, e venne chiamato dagli olandesi Fort De Zeven Provinciën. A Tafso, gli olandesi migliorarono notevolmente le difese del forte, costruendo quattro nuovi grandi bastioni (il quarto era ancora in via di costruzione nei primi mesi del 1609), e cinsero il posto di mura di ‘…entulho e faxina e algum de pedra e cal’. 9

Sempre a Makian, per meglio controllare le coste dell’isola, gli olandesi costruirono altri due forti il primo chiamato Fort Mauritius, era situato a Ngofakiaha 10 nella zona nord – est dell’isola.

Mentre a metà strada fra queste due fortezze descritte come ‘muy boas e bem fortificadas’, nella zona sud – ovest dell’isola, si trovava la terza fortezza definita ‘mediocre’, chiamata Tabilolo (Tabelola, Tabelolo, Tobalola). 11

Gli olandesi erano in possesso, alla fine del 1608, di quattro fortezze nel nord delle Molucche, “tem tres fortalezas muy boas e outra mediocre” 12, esse erano: Malayo e le tre fortezze dell’isola di Machian.

Un altra fortezza, Fort Nassau, venne costruita nel 1609 nell’isola di Moti (Motir), isola situata tra Tidore e Maquiem (Machian), anche quest’isola era ricca di chiodi di garofano. 13

Nel 1609, anche il forte spagnolo di Bachan venne catturato dagli olandesi capitanati dal vice ammiraglio Simon Jansz Hoen, il forte che era situato nel villaggio di Labuha, era presidiato da una piccola guarnigione spagnola, esso venne conquistato il 30 novembre 1609, e in seguito ribattezzato dagli olandesi forte Barnevelt. 14

Praticamente dopo il 1606, tra il 1607 e il 1610, gli olandesi con i loro alleati ternatesi riuscirono a costringere gli spagnoli sulla difensiva e sottrassero loro il controllo di gran parte delle isole. Agli spagnoli restava il controllo soltanto sulla parte sud dell’isola di Ternate, l’intera isola di Tidore e alcuni porti nelle isole di Halmahera e di Morotai. Gli olandesi avevano come loro punto di forza il costante afflusso di navi dall’Europa: due nel 1606, otto nel 1607, e da dieci a quattordici negli anni successivi. Nel 1612 erano presenti nove imbarcazioni a Ternate mentre altre sette erano ad Aubueno (Ambon). La tattica olandese per attirare dalla loro parte i capi e la popolazione locale ci viene descritta da de Silva, essi ostentavano la loro potenza con le loro grandi navi cariche di artiglieria, tributavano ad ogni capo che gli visitava grandi salve di artiglieria incutendo rispetto e timore presso la popolazione. Inoltre dal punto di vista commerciale essi contrattavano dei prezzi fissi con i capi locali tramite un fattore che risiedeva in ogni località da loro visitata, l’accordo inoltre prevedeva un trattamento di favore nei riguardi dei capi dando gratuitamente loro tutto quello di cui avevano bisogno.15

I presidi spagnoli ebbero il loro centro nelle isole di Ternate e Tidore dove è spesso difficile capire dai documenti dell’epoca dove erano situati i vari presidi, a volte lo stesso forte viene chiamato con nomi diversi causando non poche difficoltà. Oltre a una moltitudine di posti fortificati a Ternate e Tidore, gli spagnoli mantennero a volte per pochi anni alcune postazioni fortificate anche nelle isole periferiche di Halmahera, Morotai e Sulawesi, posti importanti per il mantenimento dei presidi principali perchè permettevano l’approvvigionamento di sago e altro cibo indispensabile per le guarnigioni maggiori e per il sostentamento della popolazione delle isole di Ternate e Tidore, isole dove a causa della conformazione del terreno e del continuo stato di guerra in cui versavano non permettevano la coltivazione di tali prodotti. Spesso i presidi dipendevano per i rifornimenti di cibo, vestiti e munizioni quasi esclusivamente dalla cosiddetta flotta di ‘soccorro’ che veniva inviata ogni anno dalle Filippine. Quando una di queste flotte mancava all’appuntamento o perché catturata dagli olandesi o per il cattivo tempo che provocava frequenti naufragi, erano tempi di grandi ristrettezze per i soldati spagnoli dei presidi e per la popolazione della città di Ternate. Numerose sono le lettere dei capitani spagnoli di Ternate che si lamentano delle deprecabili condizioni di vita dei soldati spagnoli e della popolazione della città di Ternate.

Continua: I forti spagnoli dell’isola di Tidore, 1606-1663

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 I portoghesi, nel 1578, in sostituzione della loro fortezza a Ternate avevano costruito un forte a Tidore.

2 “Fr. Gaspar Fernandes, provincial of Goa, to Fr. Claudio Acquaviva, general. Goa, 6 de novembro de 1606” Documento n° 10 in: Hubert Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” (Roma, 1984) 49

Francisco Colin, “Labor Evangelica, ministerios apostolicos de los obreros de la Compania de Jesus, fundacion, y progresos de su provincia en las Islas Filipinas” Vol. 3 (Barcellona, 1900-1903 (prima edizione 1663)) 20-22

3 “Carta de Juan de Esquivel al Rey progresos islas del Maluco, 31-03-1607” AGI: Patronato, 47, R.22

4 Le fonti indicano tra due e tre leghe.

5 Un forte a Malayo viene annoverato tra i forti del re di Ternate descritti in un documento del 1584. “Relación de la fuerza, poder y artilleria que tiene el Rey de Terrenate” AGI: Patronato 46, R 18

6 Toloco, era un villaggio situato a due leghe dalla fortezza portoghese di Ternate. Fernão Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” ” (Porto, 1979) Livro VI, cap. 128, 358

7 Dai documenti spagnoli, risulta che nel 1611, gli spagnoli costruirono il forte di San Juan (Joan) de Toloco. Di grande interesse sono alcune carte custodite all’archivio delle Indie di Siviglia che trattano diffusamente di questo. Gli spagnoli iniziarono a costruire un forte a Toloco nel 1611, infatti secondo quanto è riferito nella testimonianza del governatore di Ternate Cristobal de Azcueta, durante la spedizione del governatore delle Filippine Don Juan de Silva, ‘…auiendo acordado el Señor D. Juan de Silva […] tomar y fortificar al puesto de Toloco serca de Malayo’, nel 1611, de Silva, decise di occupare e fortificare il posto di Toloco vicino a Malayo, per questo de Silva, ordinò che tre compagnie fossero inviate ad occupare il luogo. A capo delle tre compagnie venne nominato Fernando Centeno Maldonado che con la sua compagnia e assieme a quelle comandate da Andres Hinete e Pedro Çapata iniziarono a fortificare il posto “acudio ala fortificacion del por cauo de tres compañias de infanteria españolas”. “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” AGI: Filipinas,60,N.18

Un altro interessante accenno alla costruzione di un forte spagnolo a Toloco viene fatto in un altro documento spagnolo, i “Meritos” di Fernando de Ayala, dove viene accennato che questo capitano e sergente maggiore in occasione della spedizione di Juan de Silva a Ternate costruì il forte di San Juan de Toloco: ‘…con mucho trauaxo y rriesgo hiço el fuerte de San Juan de Toloco’. “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643” AGI: Indiferente,112,N.47

Una più dettagliata testimonianza dell’effettiva costruzione di un forte, da parte degli spagnoli, a Toloco ci viene data nei “Meritos y servicios” di Fernando de Ayala, qui infatti viene chiaramente indicato che Fernando de Ayala su ordine del governatore Don Juan de Silva costruì il forte chiamato San Juan de Toloco nelle vicinanze di Malayo: ‘Por horden del diho Cap.n Gen.l (don Juan de Silva) paso de otra vanda de Malayo (que ?) llaman Toloco muy cerca dellas fuercas del enemigo que es a tiro de cañon y fabrico un fuerte de faxina con grandisimo travajo e riesgo para tener mas oprimido y sitiado al diho enemigo’ ‘hizo un fuerte llamado de San Juan de Toloco çerca del de Malayo’ ‘por mandado del diho Gouer.or. (don Juan de Silva) hizo un fuerte llamado San Joan de Toloco que está a tiro de cañon della fuerça de Malayo’. Don Fernando Centeno Maldonado, nella sua testimonianza precisa che la spedizione guidata da Ayala era formata da 5 compagnie ed alla spedizione prese parte lui stesso. Da Toloco salpò poi la spedizione di de Silva diretta ad Halmahera e con la quale vennero catturati i forti di Jailolo e Sabugo. “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” AGI: Patronato 53 R.25

Probabilmente gli spagnoli abbandonarono il forte dopo poco la sua costruzione, probabilmente già al momento della partenza di de Silva per Halmahera, ma questo tentativo comunque servì da campanello d’allarme per gli olandesi che pochi mesi dopo costruirono un loro forte a Toloco.

8 “Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 135, 148

9 “Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 148

10 Fortezza già iniziata, nel 1603, da André Furtado ‘…que André Furtado començou, de pedra e cal muy forte’ “Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 148

11 “Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 148

12 “Fr. Lorenzo Masonio to Fr. Claudio Acquaviva. Ternate, 20 de março 1609” Documento n° 38 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 148

13 “Fr. Lorenzo Masonio, superior, to Fr. Alberto Laerzio, provincial. Ternate, 17 de Aosto 1609” Documento n° 41 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 161

14 “Fr. Lorenzo Masonio, superior to Fr. Claudio Acquaviva, general. Ternate, 12 de marzo 1610” Documento n° 48 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 176 nota 7

Journael ende verhael” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. I, 276-281

15Carta de don Geronimo de Silva a Felipe III, sobre el estado del Maluco. Terrenate, 13-04-1612” In AA. VV. “Correspondencia” 5-15

Categorie
Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 2 – Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

1.0 Introduzione: le fortezze spagnole nell’isola di Tidore (Molucche)

Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

2.0 I PRIMI CONTATTI DEGLI SPAGNOLI CON L’ISOLA DI TIDORE E IL PRIMO FORTE SPAGNOLO

Nella prima metà del millecinquecento, all’arrivo degli europei, due regni principali si contendevano il controllo delle isole Molucche, essi erano il sultanato di Ternate e il regno di Tidore, il primo, più potente, controllava oltre all’isola di Ternate anche metà di quella di Moti, la parte nord dell’isola di Halmahera chiamata Moro, l’isola di Ambon, la parte est di Ceram e la zona nord-est di Sulawesi. Il regno di Tidore, controllava oltre all’isola di Tidore l’altra metà dell’isola di Moti, l’isola di Makian, la gran parte dell’isola di Halmahera e la parte occidentale della Nuova Guinea. Il controllo su queste terre era esercitato direttamente oppure tramite vassallaggio. Esistevano poi altri due regni minori: quello di Bacan e quello di Jailolo. Il regno di Bacan, la cui capitale era sull’isola di Kasiruta, estendeva la sua influenza sull’arcipelago di Bacan e sulla parte nord di Ceram. Il regno di Bacan era un grande produttore di sago, alimento basilare delle popolazioni delle Molucche, ma era scarsamente popolato. Il regno di Jailolo invece era stato un tempo il più importante della regione, ma nel 1500 era in declino e controllava solo la parte nord occidentale di Halmahera, Jailolo verrà in sostanza annesso da Ternate e dai portoghesi nel 1551.

All’arrivo dei portoghesi, il sultano di Ternate riuscì ad assicurarsi la loro alleanza e nel 1522 chiese ed ottenne la costruzione di una fortezza portoghese nella sua isola. L’alleanza con i portoghesi sbilanciò ancora di più a favore di Ternate i rapporti di potere con Tidore e per contro, Tidore, all’arrivo delle navi della spedizione Magellano prontamente richiese l’assistenza degli spagnoli.1

Gli spagnoli ebbero i primi contatti con l’isola di Tidore, durante la spedizione di Magellano. Nel 1521 le due navi superstiti della spedizione, la ‘Trinidad’ e la ‘Victoria’, giunsero nelle isole Molucche. Le imbarcazioni spagnole entrarono nel porto di Tidore l’8 novembre 1521, dove furono bene accolte dal re dell’isola. La nave ‘Victoria’ rimase a Tidore fino al 21 dicembre 1521, da dove ripartì lungo la rotta dell’oceano Indiano per l’Europa, che raggiunse con successo il 6 settembre 1522. La ‘Trinidad’, invece, che aveva bisogno di essere riparata, salpò da Tidore il 6 aprile 1522 tentando senza successo la traversata dell’oceano Pacifico, essa fu costretta a ritornare nelle Molucche nell’ottobre 1522, dove l’equipaggio fu catturato dai portoghesi, che nel frattempo si erano stabiliti a Ternate dove avevano costruito una fortezza.2

Il primo contatto con i tidoresi fu prettamente commerciale, anche se gli spagnoli, in seguito alla richiesta del re di Gilolo, alleato di Tidore, fornirono due pezzi d’artiglieria e alcuni soldati per partecipare ad una spedizione punitiva contro un nemico del re. Il re di Gilolo e quello di Tidore si dichiararono sudditi del re di Spagna, sperando così facendo di bilanciare con l’aiuto spagnolo lo strapotere del loro acerrimo nemico, il sultano di Ternate. Questo atto di sottomissione fece notevolmente arrabbiare i portoghesi, che già da alcuni anni intrattenevano rapporti commerciali con Ternate e che consideravano tutto l’arcipelago delle Molucche come proprio possesso.

Gli spagnoli, alla loro partenza, promisero al re di Tidore, che con la successiva spedizione avrebbero costruito una fortezza a Tidore, e allo scopo, lasciarono nella loro fattoria oltre alla mercanzia e a 5 uomini3 anche 40 ‘bombardadas’, molte ‘beftas’ e ‘espigardas’ e diverse altre armi.4

La promessa della costruzione di un forte a Tidore venne, in effetti, mantenuta. La successiva spedizione, al comando della quale era originariamente Loaisa, costruì a Tidore una fortezza di pietra, sabbia e pietrisco. Il piccolo forte fu costruito nel gennaio 1527 nella città principale dell’isola.

Vediamo più dettagliatamente gli avvenimenti che portarono alla costruzione del primo forte spagnolo a Tidore.

Dopo la traversata dell’oceano Pacifico, l’unica nave superstite della spedizione di Loaisa, la nave ‘Victoria’, comandata dal capitano Martin Iñiguez de Carquizano, giunse in vista delle Molucche e fece sosta per alcuni giorni a Zamafo un villaggio controllato da Tidore nell’isola di Halmahera. In seguito alla richiesta del re di Tidore, gli spagnoli si trasferirono a Tidore, che avvistarono il 31 dicembre 1526 alle prime luci dell’alba, essi quindi portarono l’imbarcazione nella parte Nord-Est dell’isola di Tidore dove passarono la notte. 5 La mattina seguente, il 1 gennaio 1527, gli spagnoli si diressero al luogo dove era la città principale dell’isola, chiamata ‘Tidori’. La città era situata nella parte est dell’isola ‘…el pueblo principal que se llama Tidori está por la parte de leste…’ 6, essa era stata completamente distrutta e bruciata dai portoghesi sul finire del 1526 durante la guerra precedente.7 Qui gli spagnoli giunsero alle 10 di mattina e subito incontrarono a bordo della nave il giovane re di Tidore (Raja-Mirr), egli confermò la fedeltà al re di Spagna e chiese l’aiuto degli spagnoli per contrastare i portoghesi e i loro alleati ternatesi. Gli spagnoli aiutati dai tidoresi, il giorno stesso del loro arrivo, iniziarono la costruzione di tre baluardi ‘…en este mismo dia comenzamos hacer tres baluartes en tierra para poner artilleria…’ 8 di pietra, terra e legno per potersi difendere da un certo prossimo attacco dei portoghesi.

Su quello che dovevano essere le opere di fortificazione costruite dagli spagnoli le fonti non sono concordi. A secondo delle testimonianze, viene riferita la costruzione di un baluardo tutto di pietra ‘…fizemos un baluarte a maneira de fortaleza de pedra soomente…’ dove fu collocata l’artiglieria, mentre su di una punta gli spagnoli avevano posto due grossi pezzi d’artiglieria.9 Altre fonti parlano di due baluardi ‘onde chegado & metida a nao dentro no arrecife, mandou fazer na entrada dele dous baluartes de pedra ensosa q artilhou muyto bé com algúa artelharia da nao’ 10 e ancora ‘…e fez de pedra sequa dous baluartes sobre o arrecife em defensão da nao, e n’elles pôs artelharia, …’ 11 altre ancora parlano di ‘…torre dos castelhanos, a que elles chamauão fortaleza, que tinha huma caua d’agoa derrador; …’. 12 ‘…torre dos Castelhanos, a que chamauão fortaleza, que como disse era cercada de caua’. 13 Diogo do Couto ci indica che gli spagnoli iniziarono a costruire con grande velocità due ‘baluartes de pedra ençossa’ ai limiti della città, mentre un altro bastione venne costruito a difesa del porto. 14

Altre testimonianze ci informano che il baluardo non era solo di pietra, ma anche di terra e legno ‘…y luego en la hora hecimos en tierra un reparo de piedra, y tierra, y madera para poner alguna artilleria para nos defender…’15 ‘se fortificó com fortes tramqueiras y artilleria con nombre de fortaleza’ 16

Dalle descrizioni è chiaro in ogni modo che le opere di fortificazione che gli spagnoli costruirono al momento dello sbarco a Tidore furono due baluardi uno probabilmente il principale, quello che era chiamato fortezza, fu costruito dentro la città del Re nelle vicinanze del mare, l’altro nelle sue vicinanze, su di una punta. Inoltre, più tardi, nel giugno 1528, Hernando de la Torre fece costruire probabilmente sul lato nord della città un altro baluardo difensivo.

Quello che è certo, di questa prima fortificazione spagnola a Tidore, è che doveva essere un’opera di poco conto, visto la fretta con cui era stata costruita. La piccola fortificazione fu utilizzata anche come ricovero per la merce trasportata dalle navi ‘… e ally desembarcaron el artillería, y sus mercaderías y comenzaron á hacer un baluarte para su defensa: y metiéronse en él con todas sus mercaderías y artillería, …’ 17

Il giorno seguente all’arrivo degli spagnoli, fu sbarcata l’artiglieria e le merci che erano a bordo della nave. Circa metà degli occupanti della nave sbarcò, mentre l’altra metà rimase a bordo perché gli spagnoli temevano che i portoghesi tentassero di affondare la nave. Erano poco più di 10018 gli spagnoli arrivati a Tidore, e la nave ‘Victoria’ rappresentava l’unico mezzo a loro disposizione per poter tentare il ritorno in Spagna. Gli spagnoli dovettero respingere quasi subito un attacco portato dai portoghesi, i quali anche nei mesi successivi attaccarono più volte Tidore. I portoghesi tentarono con ogni mezzo di danneggiare gli spagnoli, il capitano spagnolo Martin Iñiguez de Carquizano fu da loro avvelenato e morì l’11 luglio 162719, a lui succedette come capo degli spagnoli Hernando de la Torre. Gli spagnoli presero parte attivamente alle lotte tra loro, Tidore e Jailolo da una parte e Ternate e i portoghesi dall’altro.

Nel frattempo nella Nuova Spagna era in preparazione una nuova spedizione diretta alle Molucche, questa flotta, composta da tre navi (‘Florida’, ‘Santiago’ e ‘Espiritu Santo’) con 30 cannoni e 110 uomini, era partita il 31 ottobre 1527 dal porto messicano di Zihuatanejo, il comandante della spedizione era Alvaro de Saavedra Ceron. Di questa spedizione solamente la nave ‘Florida’ comandata da Alvaro de Saavedra Ceron giunse a Tidore il 30 marzo 1528, a bordo erano 45 uomini che rimpinguarono le fila delle scarse truppe spagnole presenti a Tidore e a Jailolo e rafforzarono il morale degli spagnoli.20 Ma la mancata scoperta di una rotta di ritorno attraverso il Pacifico nonostante i numerosi e disperati tentativi fatti, impedì agli spagnoli di ricevere altri aiuti e di comunicare con le proprie basi, mentre d’altro canto i portoghesi ricevevano costantemente rinforzi da Malacca e Goa.

All’arrivo della nuova nave spagnola a Tidore, la fortezza dei castigliani si presentava come una fortezza di pietra, sabbia e pietrisco (‘piedra, arena y cascajo’) alta due braccia e spessa sei piedi, essa era armata con un cannone, una ‘culebrina’, due ‘sacres’ e molti altri pezzi d’artiglieria di ferro, una buona quantità di ‘escopetas’ e ‘ballestas’, essa appariva abbastanza ben fornita di artiglieria e le truppe erano ben armate. 21

Inoltre altre opere difensive furono approntate dagli spagnoli:

In una relazione al re di Spagna scritta da Tidore l’11 giugno 1528, Hernando de la Torre, indicava che per meglio difendere la città era necessario costruire un baluardo ad un’entrata della città di Tidore, egli allo scopo, aveva posto in quel punto 20 soldati capitanati da Diego de Ayala e con 5 o 6 pezzi d’artiglieria. 22

Nonostante la costruzione di queste successive opere di difesa, il forte spagnolo fu preso dai portoghesi nell’ottobre 1529.

I portoghesi non potevano scegliere un miglior momento per l’attacco, infatti, gli spagnoli avevano diviso le loro forze inviando 18 soldati assieme alle truppe di Tidore per una spedizione punitiva nella parte nord di Halmahera. A difesa della città di Tidore era rimasta una piccola guarnigione di 37 spagnoli dei quali solo 25 erano in grado di prendere le armi, ridotto era anche il numero delle truppe di Tidore rimaste a difesa della città.

La città di Tidore fu attaccata il 28 ottobre 1529 dai portoghesi e dai loro alleati di Ternate, qui gli spagnoli inizialmente tentarono la resistenza lungo il muro della città e lungo il baluardo che era stato costruito all’ingresso della città, ma poi visto il superiore numero dei portoghesi e dei loro alleati, furono costretti a ritirarsi dentro le mura della loro fortezza. I portoghesi bruciarono tutta la città di Tidore e posero l’assedio alla fortezza spagnola. Fu chiesta da parte dei portoghesi la resa, pena l’uccisione di tutti i difensori della fortezza, gli spagnoli comandati da Hernando de la Torre dopo diverse discussioni acconsentirono ad abbandonare la fortezza alla condizione di essere trasferiti nel villaggio di Zamafo nell’isola di Halmahera, i portoghesi imposero loro anche il divieto di ritornare nelle isole Molucche ‘…no fuese en ninguna de las cinco islas de clavo’. Partirono da Tidore alla volta di Zamafo il capitano Fernando de la Torre assieme a 23 soldati spagnoli, mentre altri 12 rimasero con i portoghesi passando al loro servizio.23

Nella fortezza e nella fattoria che era all’interno della fortezza spagnola, i portoghesi oltre a varia mercanzia confiscarono molte armi tra cui 6 grossi pezzi d’artiglieria di metallo, 25 pezzi d’artiglieria di ferro (‘…versos y falcones…’), 4 pezzi di grosse dimensioni, 4 ‘pasamuros’, 8 ‘falcones’ e altri ‘tiros pequeños’.24

Dopo la conquista portoghese del forte spagnolo di Tidore, sembra che alcuni soldati portoghesi siano rimasti a guarnigione dell’isola ‘… habia quedado gente de portugueses en Tidori…’ 25 Anche Castanheda accenna al fatto che alcuni portoghesi rimasero a Tidore per insegnare ai tidoresi ‘os nossos costumes’ e per impedire che in futuro si ripetesse un’alleanza tra tidoresi e spagnoli. 26

Come abbiamo visto questa prima fortezza costruita dagli spagnoli a Tidore era una costruzione molto semplice di muro a secco, probabilmente solo un piccolo bastione difensivo: ‘Los portugueses nos echaron por armas de Tidori, donde teniamos una fortaleza de piedra seca y toda l’artillería y hacienda que teniamos para nuestro mantenimientos, y dos fustas…’ 27 ‘…la fortaleza que tenian hecha los castellanos á manera de baluarte’ 28 Gli spagnoli mantennero il forte di Tidore per quasi tre anni dal 1 gennaio 1527 al 28 ottobre 1529. I pochi spagnoli rimasti con Hernando de la Torre rimasero ancora per alcuni anni a Jailolo, da dove furono poi imbarcati tra il 1534 e il 1535 verso l’India e poi verso la Spagna. 29

Nelle Molucche giunsero alcuni anni più tardi, nel 1537, i superstiti della spedizione di Grijalva, ma essi si consegnarono immediatamente ai portoghesi e non ebbero nessuna influenza sui rapporti di potere nelle Molucche.30

L’ultimo contatto spagnolo con le isole delle spezie prima dell’unione con il Portogallo, avvenne con la spedizione guidata da Ruy López de Villalobos. La méta della spedizione, in virtù dell’accordo del 1529, erano non meglio precisate isole delle spezie non ancora occupate dei portoghesi. Villalobos partì dal Messico il 1 novembre 1542 con 4 navi, una galeotta e un brigantino. Dopo un fallimentare tentativo di colonizzazione dell’isola di Sarragan, i resti della spedizione giunsero a Gilolo dove furono ben accolti dal re, che offrì loro il permesso di costruire una fortezza. Successivamente anche il re di Tidore si recò a Gilolo31 dove fece visita agli spagnoli e fu nuovamente stipulato un contratto di alleanza tra la Spagna, Tidore e Gilolo. Un gruppo di 60 soldati spagnoli comandati da don Alonso Manrique fu inviato a Tidore. Più tardi anche le altre truppe spagnole si trasferirono nell’isola.32

Gli spagnoli di Villalobos, aiutarono i propri alleati contro i loro nemici in diverse battaglie, ma evitarono sempre di combattere contro i portoghesi, intrattenendo con loro rapporti amichevoli, e scambiandosi visite, che insospettirono il re di Tidore che nell’agosto 1545, per difendersi e tutelarsi, fece costruire sulla cima di una collina una fortezza di pietra secca ‘… hizo fortalezer un peñol y ençima del hizo una fortaleza de piedra seca, para se recojer alli si neçessario fuese, …’. 33 Gli spagnoli tentarono ripetutamente di stabilire contatti con la Nuova Spagna, ma tutte le navi inviate furono costrette a rientrare nelle Molucche senza aver trovato una rotta di ritorno verso l’America, ciò provocò profondo scoramento negli spagnoli, che cominciarono a disertare e a passare dalla parte dei portoghesi, gli spagnoli furono costretti a negoziare una resa con i portoghesi e ad abbandonare Tidore, essi erano stati a Tidore dal marzo 1544 al novembre 1545.34 Nel febbraio 1546 i superstiti della spedizione di Villalobos lasciarono le Molucche a bordo di navi portoghesi. Villalobos morirà ad Ambon durante il viaggio di ritorno in Spagna.35

Continua: Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1 Jacobs, “Documenta Malucensia I, 1542-1577” (Roma, 1974) 3*-4*

De Silva, C. R. “The Portuguese and the trade in cloves in Asia during the sixteenth century” In: AA. VV. “An expanding world, vol. 11” 261.

2 Il forte portoghese era stato fondato da António de Brito nel giugno 1522, la prima pietra della fortezza venne posata per la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno 1522, la fortezza venne denominata “São João Bautista de Ternate”. La fortezza venne eretta dai portoghesi, dove era la principale città del sultanato di Ternate (Sud dell’isola), a una lega dal porto principale dell’isola, chiamato Talangame, dove stavano ancorate la navi.

3 Essi erano: Juan de Campos de Escribano, Luis del Molino, Alonso de Cota Ginovés, Diego Arias e Maestre Pedro Lombardero. Vedi: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” 98; e anche “Declaraciones que dieron en Valladolid Gonzalo Gomez de Espinosa, Ginés de Mafra, y Leon Pancaldo, sobro los acontecimientos de la nao Trinidad en las Malucas” Documento n°40 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” (Madrid, 1837) 381

Secondo Castanheda gli uomini che rimasero a Tidore erano 10-12 uomini vedi: Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 5, 160

Mentre secondo Antonio Galvao furono 4 uomini vedi: Galvão “História das Molucas” 205

4 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 10, 169; Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 4” 98

5 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n° 14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 285

6 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Martin Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 5” (Madrid, 1837) 286

7 Secondo quanto dichiarato da una schiavo dei portoghesi che era fuggito a Zamafo, la distruzione era avvenuta pochi giorni prima dell’arrivo delle navi spagnole.

Per questo episodio vedi: Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 39, 438

8 “Relacion escrita y presentada al el Emperador por Andres de Urdaneta …” Documento n°26 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 412

9 “Carta de Pedro de Montemayor escrita desde Cochin al Rey de Re del Portugal…, Cochin 14 Janeiro 1533” Documento n°19 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 343

10 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VII, cap. 42, p. 441

11 Gaspar Correa “Lendas da India” vol. III, 175

12 Gaspar Correa “Lendas da India” vol. III, 360

13 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 6, 569

14 Diogo do Couto “Da Asia” Decada IV, parte 1, 190

15 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 286

16 “Al Rey de Portugal, Alfonso Mexia, Cochin 30 diciembre 1528” Documento n°13 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 240

17 “Declaracion de Juan de Mazuecos” Documento n°21 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 363

18 105, 115, 116, 117 (Galvão “História das Molucas” p. 215), 123, 133 a seconda delle testimonianze

19 Egli venne sepolto nella chiesa di ‘Nossa Senhora do Rozairo’ evidentemente il nome della cappella eretta dagli spagnoli a Tidore. “Carta de Pedro de Montemayor escrita desde Cochin al Rey de Re del Portugal…, Cochin 14 Janeiro 1533” Documento n°19 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 345

20 Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 94-113

21 “Relacion que presentó en Madrid el Año 1534 Vicente de Nápoles sobre los sucesos de la armada de Saavedra …” Documento n°37 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 486

Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 113

22 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 308

Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 123

23 “Relacion de Hernando de la Torre de lo ocurrido en las Molucas contra los portugueses de la isla de Terrenate, desde su ingreso en aquellas islas hasta fin del año 1533” Documento n°20 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 353-360 Gaspar Correia “Lendas da India” vol. III, 359

24 “Declaracion de Francisco de Paris, marinero de la nao Victoria …, 25 otubre 1536” Documento n°23 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 375

Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 133

25 Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 356

26 Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VIII, cap. 7, 571

27 “Carta de Hernando de la Torre a D. Alvaro de Zuñiga, Gilolo, marzo 1532” Documento n°18 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 337

28 “Declaracion de Juan de Mazuecos” Documento n°21 in: Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 364

29 Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes, vol. 5” 150-155

30 Sulle vicende di questa spedizione vedi: Galvão “História das Molucas” 307-317

31 Secondo quanto riportato da Couto, furono gli spagnoli a chiedere al re di Tidore il permesso di poter passare a Tidore. Diogo do Couto “Da Asia” Decada V, parte 2, 406-407

32 P. Pablo Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxi In: D. Pedro Torres y Lanzas “Catalogo de los documentos relativos a las islas Filipinas existentes en el archivo de Indias de Sevilla. Procedido de una História General de Filipinas, por el P. Pablo Pastells, S. J.” (Barcellona, 1925-1936)

33 “Relacion de Garcia de Escalante Alvarado” AGI: Patronato,23,R.10 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) 143-144

Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxvi

34 L’accordo tra spagnoli e portoghesi verrà firmato il 4 novembre 1545. “Carta de fray Geronimo de Santisteban a don Antonio de Mendoza, de Cochin, en la India de Portugal a 22 de enero de 1547” AGI: Patronato,20,R.12 in: Consuelo Varela “El viaje de don Ruy López de Villalobos a las islas del Poniente, 1542-1548” (Milano, 1983) 30

35 Pastells “Historia general de las islas Filipinas, 1493-1572” vol. I, clxxxvi, cxciii

Ciríaco Pérez-Bustamante “La expedición de Ruy López de Villalobos a las Islas de Pacífico” In: AA. VV. “A viagem de Fernão de Magalhães e a questão das Molucas. Actas do II colóquio Luso-Espanhol de História Ultramarina” (Lisbona, 1975) 611-626

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Colonialismo spagnolo Indonesia Molucche

Tidore 1 – Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

Scritto da Marco Ramerini – 2000-2007/2023

1.0 INTRODUZIONE

Questa ricerca nasce dalla necessità di voler far luce su di un aspetto della storia delle isole Molucche rimasto tuttora largamente inesplorato, il suo scopo è il tracciare attraverso lo studio di documenti dell’epoca un quadro preliminare delle fortificazioni che gli spagnoli ebbero, durante gli anni 1521-1663, nell’isola di Tidore, una delle Molucche, le mitiche isole delle spezie.i

Come è ben conosciuto, gia a partire dalla spedizione di Magellano (1521), gli spagnoli tentarono a più riprese di impadronirsi delle isole delle spezie a discapito dei portoghesi, con i quali ebbero spesso aspre divergenze. Gli spagnoli, stabilirono alleanze con i re di Tidore e di Jailolo e truppe spagnole furono presenti nelle isole durante gli anni 1527-1534 e 1544-1545. La mancata scoperta di una rotta di ritorno attraverso il Pacifico però impedì loro di poter competere con la potenza navale portoghese. Nel 1529, si giunse anche alla firma di un accordo tra Spagna e Portogallo, riguardante le Molucche, il trattato di Saragozza, con il quale il Re di Spagna abbandonava almeno nominalmente ogni pretesa sulle isole in cambio di 350.000 ducati.

Il primo periodo d’interesse degli spagnoli nelle Molucche, fu caratterizzato delle lotte contro i portoghesi per il controllo delle isole, esso iniziò con l’arrivo della spedizione di Magellano nel 1521 e terminò nel 1545 con la resa ai portoghesi degli uomini dell’armata di Villalobos, tra queste due spedizioni gli spagnoli inviarono altre flotte, quelle di Loaisa (1527) e Saavedra (1528) oltre alla sventurata avventura della spedizione di Grijalva (1538). La spedizione di Villalobos fu allestita dopo il trattato di Saragozza e per questo motivo la spedizione era diretta a non meglio specificate isole delle spezie non ancora occupate dal Portogallo. Il centro di tutta quest’attività degli spagnoli rimase per tutto questo periodo l’isola di Tidore.

INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

i Oltre a questo libro riguardante l’isola di Tidore, ho scritto anche uno studio sulle fortezze spagnole a Ternate e nelle altre isole Molucche. Queste ricerche specifiche fanno parte di un più vasto studio sulla presenza spagnola nelle isole Molucche (1606-1663), studio a cui mi sono dedicato per molti anni. Ai fini delle ricerche che sto portando avanti, sarebbe, inoltre interessante poter visionare sul posto i luoghi menzionati nei documenti e poter procedere ad un lavoro di sistematico riconoscimento dei resti delle fortificazioni. Basilare sarebbe infine poter studiare alcuni documenti, che ritengo di enorme interesse, presenti nell’Archivio Francescano Ibero Oriental di Madrid e in altri archivi, ma che per il momento non ho avuto la possibilità e la fortuna di visionare.

RINGRAZIAMENTI: Per l’aiuto fornitomi, vorrei ringraziare: Jennifer van der Greft per il prezioso aiuto nella traduzione dei documenti in olandese, Arnold van Wickeren, Nuno Varela Rubim e Walter Hellebrand. Inoltre vorrei esprimere il mio plauso al servizio on line degli archivi spagnoli (PARES), grazie al quale ho potuto visionare direttamente sul mio computer molti dei manoscritti presenti all’Archivio Generale delle Indie di Siviglia. Questo il loro utilissimo sito web: PARES Portal de Archivos Españoles.

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Colonialismo olandese Colonialismo spagnolo Filippine Indonesia Malaysia Molucche

La fallita spedizione di Don Juan de Silva contro gli Olandesi nelle Indie Orientali (1612-1616)

Scritto da Marco Ramerini

Piccolo estratto dal mio studio: “La presenza Spagnola alle Isole Molucche, 1606-1663”

Nei propositi del governatore delle Filippine Don Juan de Silva, una grossa spedizione congiunta tra spagnoli e portoghesi doveva riuscire a sbaragliare una volta per tutte le forze olandesi presenti nelle isole indonesiane. Anche gli olandesi si mostrarono timorosi di una tale spedizione (“Generale Missiven” vol. I pp. 37-38). Nel 1612 allo scopo di accordarsi con il viceré dell’India portoghese, de Silva aveva inviato in India l’ex governatore di Ternate Cristobal de Azcueta ma l’intera spedizione scomparse in un naufragio avvenuto tra Manila e Macao.

Il governatore delle Filippine non si perse d’animo e questa volta affidò l’incarico di raggiungere Goa a due gesuiti, essi erano il padre Pedro Gomes, rettore della compagnia a Ternate e il padre Juan de Ribera capo del collegio di Manila. I due gesuiti partirono sul finire del 1614 (Ribera partì il 21 novembre 1514 dal porto di Cavite) in due flotte diverse alla volta di Goa, dove giunsero senza problemi nel 1615. L’accordo che i due padri raggiunsero con il viceré portò i portoghesi a contribuire con 4 grossi galeoni che vennero inviati alla volta di Malacca.

Il padre Pedro Gomez, ritornò a Manila nel luglio 1615 per avvertire il governatore dei risultati della spedizione e per far presente che i 4 galeoni sarebbero presto partiti per le Filippine. De Silva, stava preparando una grande flotta. Egli per procurare artiglieria per questa spedizione indebolì le difese della città di Manila con gravi rischi in caso di attacco alla città da parte degli olandesi.

Non vedendo arrivare i galeoni portoghesi che gli erano stati promessi, pensò di andare loro incontro. Nonostante il parere negativo di molti suoi subordinati egli decise di partire nel febbraio 1616 alla volta di Malacca, invece di dirigersi subito verso le Molucche dove sembra che Jeronimo de Silva, avevesse già concluso accordi con gli indigeni delle isole di Maquien e Motiel che in caso di arrivo di questa grande spedizione essi si sarebbero ribellati agli olandesi e avrebbero aiutato gli spagnoli.[1]

Il governatore godeva di cattiva salute sembra che la malattia si fosse già manifestata prima della partenza da Manila. Ci sono testimonianze della malferma salute del governatore fin dalla prima spedizione alle Molucche del 1611. Egli già diverse volte aveva inviato petizioni al Re per essere sostituito nel suo incarico e per poter tornare in patria.

Il 9 febbraio 1616, comunque, il governatore delle Filippine, partì da Manila alla testa di una grande spedizione composta da 10 grossi galeoni, 4 galee, un patacco e altre imbarcazioni minori. I galeoni erano la capitania “Salvadora” di 2000 tonnellate di stazza, la almiranta “San Marcos” di 1700 tonnellate, i due galeoni “San Juan Bautista” e “Espiritu Santo” ognuno di 1300 tonnellate, e poi più piccoli i galeoni “San Miguel” (800 tonnellate), “San Felipe” (800 t.) , “Nuestra Señora de Guadalupe” (700 t.), “Santiago” (700 t.), “San Andres” (500 t.), “San Lorenço” (400 t.). Su tale flotta erano imbarcati 5000 uomini tra soldati e marinai, dei quali poco meno di 2000 spagnoli, era presente anche un unità di fanteria di soldati giapponesi, per finire erano circa trecento i pezzi di artiglieria imbarcati sulle navi. Presero parte alla spedizione anche 6 gesuiti.

La flotta era la maggior armata vista nelle isole ci dice il padre Colin, che si meraviglia che “en tierra tan recien conquistada, y poblada de Españoles, y la mas remota, y distante de toda su monarchia, pudiesse llegar a quaxarse una tal maquina”. Egli si diresse verso lo stretto di Malacca, dove nelle sue intenzioni doveva unire le sue forze con un armata portoghese e insieme attaccare prima la fattoria olandese di Giava e poi le basi olandesi nelle isole Molucche.

Ma la flotta portoghese inviata dal vicerè da Goa, era già stata completamente distrutta nella vicinanze di Malacca, essa venne attaccata da navi olandesi e i portoghesi per impedire la cattura da parte degli olandesi dei grossi galeoni furono costretti a bruciarli.

L’armata spagnola entrò nello stretto di Singapore il 25 febbraio 1616. Dallo stretto di Singapore, de Silva inviò con un “socorro” a Ternate Juan Gutierrez Paramo, con nuovamente l’incarico di sergente maggiore.[2] Probabilmente assieme a Paramo venne inviato a Ternate anche Juan de la Umbria.[3] Le condizioni di salute di de Silva peggiorarono e il 19 aprile 1616 dopo undici giorni di sofferenza spirò nella città di Malacca. Tutta l’impresa si concluse in un colossale fiasco, niente fu fatto contro gli olandesi e la morte di de Silva a Malacca, avvenuta poco dopo il suo arrivo, causò la fine ingloriosa di questa spedizione.

L’armata ritornò a Manila agli inizi del giugno del 1616.[4] Inoltre a causa delle febbri e delle malattie che colpirono la flotta durante la permanenza a Malacca e nello stretto di Singapore, gran parte degli uomini della flotta morirono, le navi fecero ritorno a Manila “sin jente”. [5])

La decisione di de Silva di passare prima da Malacca invece che di puntare direttamente sulle Molucche è alquanto strana, anche considerando che i galeoni portoghesi dovevano secondo gli accordi raggiunger le Filippine per unirsi alla flotta spagnola. All’epoca della partenza da Manila di de Silva essi dovevano essere arrivati da tempo se non fossero stati intercettati dagli olandesi. Stranamente de Silva volle comunque tentare di unire le proprie forze con quelle portoghesi nonostante questa volta avesse ai suoi comandi una grossa e importante forza navale e la posizione degli olandesi nelle Molucche fosse molto precaria come ci informano diversi testimoni, “el enemigo estua flaco en aquella saçon”. Secondo Vergara era certo che se la flotta spagnola si fosse recata senza indugio direttamente alle Molucche senza passare da Malacca, gran parte delle isole sarebbe stata conquistata dagli spagnoli.[5]

NOTE:

[1] Correspondencia””, Jeronimo de Silva, pp. 284-285
[2] AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625”, Filipinas,48,N.1
[3] AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623”, Filipinas,47,N.60
[4] Per ulteriori informazioni su questa spedizione vedi l’estesa relazione data in: (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 581-646)
[5] AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37

AGI= Archivo General de Indias, Sevilla, Spain

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Colonialismo olandese Colonialismo portoghese Sri Lanka

La storia di Batticaloa (Sri Lanka) durante la dominazione portoghese e olandese

Scritto da Marco Ramerini

BATTICALOA (07°42’N – 81°42’E)
Portoghese: Forte Nossa Senhora da Penha de França (1628)
Olandese: Fort ?
Baluardi di:
Portoghese: Santa Cruz; ……?……; ……..?………;……?…..
Olandese: Amsterdam; Haarlem; Colombo; Galle.

Portoghese: Luglio 1628 – 18 Maggio 1638
Olandese: 18 Maggio 1638 – 1640 ?
Re di Kandy: 1640 ? – 1668
Olandese: 1668 – 18 Settembre 1795
Inglese: 18 Settembre 1795 –

La costa orientale dell’isola di Ceylon è un continuo susseguirsi di lagune, su un isola vicino allo sbocco della laguna nel mare è situata la città di Batticaloa. A partire dagli anni attorno al 1565, i Portoghesi, iniziarono a riscuotere tributi sia dalla città di Trincomalee che da Batticaloa, essi riscutevano anche le tasse sulla merce esportata dal regno di Kandy attraverso i porti delle due città.

Nel Giugno 1602, l’ammiraglio olandese Joris Van Spilbergen sbarcò nelle vicinanze di Batticaloa e da qui procedette verso Kandy, nel tentativo di stipulare un alleanza con il Re di Kandy contro i Portoghesi. Spilbergen riuscì ad ottenere protezione e privilegi commerciali per i mercanti Olandesi, e nel Settembre dello stesso anno ripartì.

Tre mesi dopo la partenza di Spilbergen, un altra spedizione Olandese raggiunse Batticaloa, alla sua guida c’era il vice ammiraglio Sebald de Weert, egli venne inizialmente accolto con grande entusiasmo dal Re di Kandy Vimala Dharma Suriya I, poi però nella sua seconda visita al re, a causa del suo comportamento le cose precipitarono, e de Weert venne ucciso.

Comunque, Batticaloa divenne durante quegli anni il luogo preferito di sbarco delle flottiglie Olandesi in cerca di contatti con il regno di Kandy. I Portoghesi vennero ben presto a conoscenza di tutti questi contatti tra i Kandyani e gli Olandesi, ma fu solo dopo l’occupazione di Trincomalee che si decisero a costruire un forte anche a Batticaloa, e ciò fu fatto senza dubbio nel tentativo di tagliare definitivamente i contatti tra Kandy e gli Olandesi.

Il forte fu fatto erigere, su ordine di Costantino de Sá e Noronha, a Damião Botado nel Luglio del 1628 e venne chiamato “Forte da Nossa Senhora da Penha da França”, il piccolo forte di Batticaloa, fu costruito su un isola che proteggeva la baia, dove le barche potevano entrare solo con l’alta marea, l’isola era ed è chiamata isola di Puliyantivu. Il forte era di forma quadrata, con quattro baluardi armati da 12 cannoni di ferro, al suo interno vi era una chiesa e un magazzino per le merci e le munizioni. Esso aveva una guarnigione di 40 – 50 soldati, un capitano, un conestabile, un cappellano e 20 casados.

I due forti Portoghesi della costa orientale, Trincomalee e Batticaloa, essendo centri di minor importanza, furono messi sotto la giurisdizione del capitano maggiore di Jaffna. L’occupazione di Batticaloa, portò di nuovo la guerra tra Kandy e il Portogallo, Senerat tentò in tutti i modi di impedire la costruzione del forte, ma i suoi generali vennero ripetutamente sconfitti dai Portoghesi nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre 1628.

Alla fine del 1628, un nuovo assedio del forte venne tentato dai Cingalesi, il forte resistette bene, poi a metà del 1629 Da Sa arrivò con una nuova spedizione di 200 Portoghesi e 1.000 Lascarins e riuscì a liberare dall’assedio Batticaloa. Nel Marzo-Aprile 1630, Batticaloa fu di nuovo attaccata, ma il capitano del forte, Manoel Pessoa de Carvalho riuscì a respingere gli attacchi.

Il 3 Aprile 1633, un trattato di pace venne firmato fra i Portoghesi e il re di Kandy, il punto principale del trattato era la definitiva cessione di Batticaloa al Portogallo, Senerat, si impegnava anche a pagare un tributo di due elefanti all’anno, mentre le rendite doganali di Batticaloa erano divise equamente.

Il luogo scelto per la costruzione del forte di Batticaloa, aveva diversi punti deboli, infatti mancava di una fonte di approvvigionamento dell’acqua all’interno delle mura, il canale che separava l’isola dalla terraferma era troppo poco profondo e troppo stretto e non impediva il passaggio di truppe in caso di attacco, infine l’accesso al mare era difficoltoso e si trovava a più di tre miglia dal forte. Pochi anni dopo la sua costruzione, vennero fatte proposte per la ricostruzione del forte in un luogo migliore, ma la cronica mancanza di fondi da parte di Goa, impedì che ciò si tramutasse in realtà.

Mappa di Sri Lanka (Ceylon) (1681). Robert Knox. An Historical Relation of the Island Ceylon.
Mappa di Sri Lanka (Ceylon) (1681). Robert Knox. An Historical Relation of the Island Ceylon.

Il 10 Maggio del 1638, una flotta Olandese comandata dall’ammiraglio Westerwold, arrivò in vista di Batticaloa, decisa a conquistare il forte per la Compagnia delle Indie Orientali (VOC). Durante l’attacco Olandese circa 700 persone si erano rifugiate nel forte, di essi 50 erano Portoghesi e Mestiços, il resto era formato dagli abitanti indigeni che risiedevano nella città vicina al forte, che fu bruciata poco prima dell’attacco degli Olandesi.

Batticaloa cadde nelle mani degli Olandesi il 18 Maggio 1638, dopo una flebile resistenza di quattro ore. Tutti gli ufficiali e soldati Portoghesi furono deportati nella città sotto controllo Portoghese di Negapatam, situata sulla costa del Coromandel, mentre ai Mestiços e agli altri abitanti di Batticaloa fu permesso di restare; i loro discendenti, circa 2.000 persone, ancora oggi parlano un dialetto Creolo Portoghese, e sono cattolici.

Dopo la conquista gli Olandesi, lasciarono una guarnigione di 100 soldati sotto il comando di Willem Jacobsz Coster, che era stato il comandante delle truppe d’assedio Olandesi. Più tardi, il forte di Batticaloa, fu ceduto dagli Olandesi al Re di Kandy che sembra nel 1643 lo demolì, il porto di Batticaloa, anche se di minor importanza rispetto a quello di Kottiyar, serviva commercialmente una vasta zona del regno di Kandy, ed in particolar modo le terre di Uva/Badulla.

Il re Senarat, insediò a metà del XVII secolo, nella zona di Batticaloa, una colonia di 4.000 mussulmani sfuggiti alle grinfie dei Portoghesi, tale insediamento è alla fonte dell’alta percentuale di musulmani presenti anche oggi nel distretto di Batticaloa. Il Re favorì l’insediamento di comunità di mercanti mussulmani per favorire lo sviluppo commerciale della zona, essendo il commercio marittimo del regno di Kandy nelle mani dei mercanti mussulmani.

Batticaloa fu poi rioccupata dagli Olandesi nel 1668 da una spedizione capitanata dal Comandante Roothas, questa spedizione ricostruì nuovamente il forte, i quattro bastioni vennero nominati Haarlem, Colombo, Galle e Amsterdam. Nel 1670, Pieter de Graauw al comando di una compagnia di truppe Olandesi, tramite trattati di protezione e vassallaggio con alcuni capi degli insediamenti costieri, estese il controllo Olandese su buona parte della costa orientale. Più a sud nello stesso periodo vennero costruiti avamposti fortificati a Panama, Yala e Magama. A Chinnecallette Delle (circa 4 -5 miglia a sud del fiume di Batticaloa), gli Olandesi costruirono un trinceramento.

Nel 1670, le forze di Kandy, attaccarono i forti Olandesi di Batticaloa, Kottiyar e Panama. A Panama e a Magama i capi locali che da poco avevano giurato alleanza alla VOC, si schierarono con le truppe di Kandy, il tenue controllo stabilito nella zona pochi mesi prima venne così perduto. Tutta la costa Orientale, durante il dominio Olandese, era sotto la giurisdizione del comandante di Jaffna. Nel 1671, Batticaloa divenne la capitale di un nuovo “Commandery” comprendente l’intera costa orientale. Tale provincia venne abolita pochi anni dopo e l’intera costa orientale ritornò di nuovo sotto l’amministrazione di Jaffna. Nel 1672-1673, i Kandyani assediarono i forti Olandesi di Chinnecalatte e Batticaloa-Pulianthivu.

La presenza Olandese a Batticaloa fu confinata per quasi tutto il periodo di occupazione Olandese ad un area ristretta poco al di là del forte, la città rimase un centro commerciale di importanza marginale, dove venivano commerciati elefanti, noci di areca, sale e riso. Durante il dominio olandese, la città di Batticaloa fu governata da un Opperhoofd (ufficiale europeo a capo di un piccolo distretto). Il porto di Batticaloa, fu utilizzato durante i primi cento anni di occupazione olandese come piccolo porto per il commecio di sale, noci di areca, riso ed elefanti.

Il territorio attorno a Batticaloa, che fu controllato dal regno di Kandy fino al 1763-1766, era di grande importanza per la sussistenza del regno, infatti, le fertili pianure della provincia di Batticaloa, erano chiamate il granaio di Kandy. La perdita del controllo su queste vaste pianure coltivate, avvenuto definitivamente con il trattato del 1766, portò ad un notevole impoverimento del regno di Kandy. Nel 1763 i territori sotto controllo Olanedese si estesero verso sud fino a Kalmunai. Nel 1766, con la definizione del trattato con il Re di Kandy, il controllo Olandese si estese ancora di più, fino a comprendere l’intera pianura costiera, anche l’importanza economica della città aumentò, sotto il governo di Jacob Burnard (Opperhoofd di Batticaloa dal 17 al 1794) vennero intrapresi notevoli lavori di bonifica e irrigazione e vennero costruiti canali e strade rialzate, canali collegavano Batticaloa con Vanderloos Bay verso nord e con Samanthurai verso sud.

La città di Batticaloa fu sede di tribunale, che gli olandesi chiamavano Landraad, esso era composto sia da rappresentanti della VOC che da capi indigeni. Con l’allargamento dei territori sotto controllo olandese attorno a Batticaloa, fu istituita nel 1767 una assemblea della provincia o Landsvergadering, ad essa partecipavano come membri dell’assemblea i capi delle famiglie di Mukkuvan che erano anche i principali proprietari terrieri della regione; a capo dell’assemblea era posto il Residente Capo o Opperhoofd, egli era il solo europeo facente parta dell’assemblea. L’assemblea aveva potere sia in ambito giudiziaro che amministrativo ed era preposta alla raccolta delle tasse. L’ultimo Opperhoofd di Batticaloa, Johannes Phillipus Wambeek, preferì arrendersi, senza combattere, alle truppe britanniche guidate dal maggiore Fraser; ciò avvenne il 18 Settembre 1795.

LA POPOLAZIONE DEI BURGHER A BATTICALOA

La popolazione dei Burgher (“discendenti” dei portoghesi e degli olandesi) a Batticaloa era nel 1921, di 389 persone residenti nella città stessa ed un totale di 526 persone considerando l’intero distretto. Questi i dati, della popolazione nel distretto di Batticaloa, nel censimento del 1981:

Batticaloa: Gruppi etnici
Sri Lanka Tamil: 233.713
Singalesi: 11.255
Sri Lanka Musulmani: 78.829
Indiani Tamil: 4.074
Burgher: 2.292
Malesi: 46
Altri: 124
———————————–
Totale: 330.333

Batticaloa: Religioni
Buddisti 9.127
Induisti 218.812
Musulmani 78.810
Cattolici Romani 19.704
Altri Cristiani 3.795
Altri 85
———————————–
Totale 330.333

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Bibliografie italiane Colonialismo italiano

Bibliografia Coloniale Italiana

Scritto da Marco Ramerini

AOI – AFRICA ORIENTALE ITALIANA, ERITREA, SOMALIA:

– AA. VV “Guida dell’Africa Orientale Italiana” 640 pp. Consociazione Turistica Italiana, 1938, Milano.

– AA. VV. “La guerra in Africa Orientale: giugno 1940-novembre 1941” 358 pp. Ministero della Difesa.Stato Maggiore Esercito.Uff.Storico., 1952, Roma.

– AA. VV. “Con l’esercito italiano in Africa Orientale” Mondadori, 1937, Milano.

– AA. VV. “Gli Annali dell’Africa Italiana”: Anno I, Numero 1 Mondadori, 1938, Verona. Anno I, Numero 2 Mondadori, 1938, Verona. Anno I, Numero 3 Mondadori, 1938, Verona. Anno I, Numero 4 Mondadori, 1938, Verona. Anno II, Numero 1 Mondadori, 1939, Verona. Anno II, Numero 2 Mondadori, 1939, Verona. Anno II, Numero 3 Mondadori, 1939, Verona. Anno II, Numero 4 Mondadori, 1939, Verona. Anno III, Numero 1 Mondadori, 1940, Verona. Anno III, Numero 2 Mondadori, 1940, Verona. Anno III, Numero 3 Mondadori, 1940, Verona. Anno III, Numero 4, xv+595 pp. Mondadori, 1940, Verona. (Sommario: A. Teruzzi “Il viatico dell¹Impero” – P. Orano “Verso un nuovo ordine mondiale” – R. Astuto “Soluzione del problema dell’Africa” – A. Sammarco “Storia sincera del Canale di Suez” – A. Ferrara “I fronti africani dell’Impero” – A.Tosti “La nostra guerra nell’Africa settentrionale” – M. Rava “Un pioniere troppo presto dimenticato: Giuseppe Ostini” – F. Cucinotta “La giurisdizione consolare in Etiopia” – V. Taramelli “Le colonie dell’Africa Orientale e la loro trasformazione economico-agraria” – I. Colli “Attualità del poema africano del Petrarca” – M. Toscano “L’importanza strategica dell’ex Somalia britannica” – C. Rossetti “40 lettere inedite di Oreste Baratieri ad Antonio Cecchi” – C. Zaghi “Italia, Francia e Inghilterra nel Mar Rosso dal 1880 al 1888” – B.V. Vecchi “La soppressione di Ligg Iasu” – G. De Nicola “La colonizzazione romana e quella fascista” – L. Reck “Il meridiano dell¹Asse” – A. V. Pellegrineschi “La Cassa di Risparmio in Libia” – P. Graziosi “Leo Frobenius e la sua esplorazione fezzanese” – A. Fantoli “Le carte pluviometriche dell’A.I.”). Anno IV, Numero 1, 355 pp. Mondadori, 1941, Verona. Anno IV, Numero 2, da pp. 360-725 Mondadori, 1941, Verona. (Sommario: R. Pantini “Tempo d’epopea” – A. Tosti “Vicende della lotta in Libia e in Africa Orientale” – G. Engely “Documenti da ricordare: gli Inglesi in Cirenaica” – G. De Bernardinis “Aspetti della colonizzazione demografica in Libia” – R. Vuoli “Il concetto giuridico di colonia” – G. De Luigi “L¹Eritrea nel giudizio di Giorgio Schweinfurth” – C. Rossetti “Una mancata missione al Congo di Antonio Cecchi” – C. Zaghi “L¹Italia e l’Etiopia alla vigilia di Adua nei dispacci segreti di Luigi Capucci” – L. Penta “Bartolomeo Messedaglia Governatore del Darfur” – S. Zavatti “Una vita ignorata: Felice Gessi” – S. Aurigemma “Il culto della Casa di Augusto in Leptis Magna” A. Toschi “La fauna in Libia e le sue possibilità venatorie”). Anno IV, Numero 3, da pp. 729-1083 Mondadori, 1941, Verona. Anno IV, Numero 4, da pp. 1088-1416 Mondadori, 1941, Verona. (Sommario: R. Astuto “Per il trentennale della nostra sovranità sulla Libia” – P. Orano “L’indistruttibile Impero” – G. Casini “Dal Mediterraneo al Pacifico” – A. Ferrara “Lo sforzo dell’Italia in Africa durante l¹attuale conflitto” – P. Revelli “Il teatro della guerra e il primato cartografico italiano” – V. Statera “Le grandi realizzazioni del Regime in AOI: l’attrezzatura alberghiera e l’opera della CIAAO” – G. Guida “Un grande acquafortista del paesaggio africano: Lino Bianchi Barriviera” – R. Lefevre “Realtà e leggende dell¹Etiopia nelle ŒHistoriae di Paolo Giovio” – F. Rizzetto “Alcune notizie sui Tirma” – A.V. Pellegrineschi “I francobolli dell’AI ed il loro valore artistico e simbolico” – F. Corò “Un documento inedito sull’antico commercio carovaniero fra Tripoli e l’Uadai” – R. Astuto “Il Diario Eritreo di F. Martini” – A. Gambini “Aspetti ed evoluzioni della colonizzazione agricola della Libia”). Anno V, Numero 1, 286 pp. Mondadori, 1942, Verona. (Sommario: A. Teruzzi “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” – E. Zavattari “Amedeo di Savoia Aosta e l’esplorazione scientifica nel Sahara Italiano” – E. Cozzani “Il Tripartito alla prova” – “I britanni in Cirenaica – Documenti da ricordare (24/12/1941-29/1/1942)” – A. Ferrara “La quarta offensiva britannica contro la Libia” – M.M. Moreno “La politica indigena italiana in AOI” – A. Valori “Il corpo di Polizia dell’A.I. e la sua scuola di Tivoli” – V. Nucci “Dinamica dei fattori produttivi e politica coloniale” – E. Cerulli “Poesie di guerra e di amore dei Galla” – E. Vicari “Il problema del cotone egiziano” – G. Vinaccia “Direttive solari ed eoliche di urbanistica dell’AI” – E. Banfi “Il pittore Giorgio Oprandi celebratore dell’Africa Italiana” – H. Grieco “Nuove orchidee dell’A.O.I.”). Anno V, Numero 2, da pp. 287 a pp. 594 Mondadori, 1942, Verona. Anno V, Numero 3, pp. XV + da pp. 595 a pp. 865 Mondadori, 1942, Verona. Anno V, Numero 4, da pp. 866 a pp.1129 Mondadori, 1942, Verona. Anno VI, Numero 1, 294 pp. Mondadori, 1943, Verona.

– AA. VV. “La valorizzazione agraria e la colonizzazione” pp. 180-316 estratto da “Gli Annali dell’Africa Italiana” Anno II, numero 3, Mondadori, 1939 (1940), Milano.

– AA. VV. “Le colonie I. Il cammino degli eroi (1937)” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1997.

– AA. VV. “Le colonie II. La battaglia dell’Amba Aradam (1936). Ore di guerra nel cielo africano (1941)” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1997.

– AA. VV. “Le colonie III. Rodi perla del Mediterraneo (1934-1940). I 20.000 coloni delle provincie libiche (1938). Gondar imperiale (1937). Fondazione di Addis Abeba (1937). Hassan il soldato (1951)” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1998.

– AA. VV. “Mal d’Africa” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1996.

– Appelius, Mario “Il crollo dell’impero del Negus” Mondadori, 1937, Milano.

– Apollonio , F.; Zagnoni, S.; Gresieri, G. “Architettura nelle colonie italiane in Africa” 136 pp. ills. Compositori, 1992

– Badoglio, Pietro “La guerra d’Etiopia” Mondadori, 1937, Milano.

– Bandini, Franco “Gli italiani in Africa” Mondadori, 1980, Milano.

– Bardi, P. M. “Pionieri e soldati d’Africa Orientale” Hoepli, 1936, Milano.

– Berretta, Alfio Amedeo d’Aosta “Con Amedeo d’Aosta in Africa Orientale italiana in pace e in guerra” 546 pp. Ceschina, 1952, Milano.

– Bertarelli, L. V. “Possedimenti e colonie. Isole Egee, Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia” 852 pp. Touring Club Italiano, 1929, Milano.

– Boness, Stefan “Asmara. The Frozen City” Editore: Visscher, Jochen. Testo in: tedesco/inglese/italiano 96 pagine, con 94 fotografie a colori; formato: 16cm x 16cm; Jovis-Verlag, 2006, Berlino. ISBN 3-936314-61-6

– Buonomo, Giacomo “La viabilita nell’Africa orientale italiana” 19 pp. Tipomeccanica, 1939, Napoli.

– Calchi Novati, Giampaolo “L’annessione dell’Oltregiuba nella politica coloniale italiana” 64 pp. QRIVAFR 13. 1985.

– Ceretti Emilio “Con l’esercito italiano in Africa Orientale. Dal Passaggio del Mareb alla Battaglia di Scirè, all’Impero” 962 pp. con 792 illustrazioni. Mondadori, 1936-1937, Milano.

– Chelati Dirar, Uoldelul “L’Africa nell’esperienza coloniale italiana” 254 pp. La biblioteca di Guerrino Lasagni (1915-1919). RICEBIB 14. NOVE 1996.

– Ciasca, Raffaele “Storia coloniale dell’Italia contemporanea : da Assab all’impero” 775 pp., 13 maps 2. ed. riv. ed ampliata U. Hoepli, 1940, Milano, Italy.

– Colombi, Emilio “Impero dell’Africa Italiana. Dalla colonizzazione alle ferrovie” 347 pp. Tipografia Italica, 1939, Genova.

– Del Boca, Angelo “Gli italiani in Africa Orientale” Vol. 1-2-3-4 Vol. 1 “Dall’ unità alla marcia su Roma” 910 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 1992, Milano, Italy. Vol. 2 “La conquista dell’impero” 784 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 1992, Milano, Italy. Vol. 3 “La caduta dell’Impero” Arnoldo Mondadori Editore 1992 Milano, Italy. Vol. 4 “Nostalgia delle colonie” Arnoldo Mondadori Editore 1992 Milano, Italy. All these four volumes are very detailed.

– Del Boca, Angelo “La guerra di Abissinia, 1935-1941” Feltrinelli, 1965, Milano.

– Del Boca, Angelo Labanca, Nicola “L’Impero Africano del fascismo nelle fotografie dell’Istituto Luce” 279 pp. Editori Riuniti, 2002, Roma.

– Del Boca, Angelo “La nostra Africa. Nel racconto di cinquanta italiani che l’hanno percorsa, esplorata e amata” 448 pp. Neri Pozza, 2003,

– Denison, Edward e Naigzy Gebremedhin, Guang Yu Ren “Asmara, Africa’s Secret Modernist City” testo in inglese, 240 pp. 490 fotografie, delle quali 400 a colori, febbraio 2007, Merrell Publishers, Londra e Nuova York ISBN 1-858943825

– Garatti, Celso Maria e Istituto Coloniale Fascista “Italiani di Mussolini in Africa Orientale” 569 pp. Licinio Cappelli Editore, 1937, Bologna.

– Maggi, S. “Colonialismo e comunicazioni. Le strade ferrate nell’Africa italiana,1887-1943” 287 pp. ills. Edizioni Scientifiche Italiane, 1996.

– Mascia, Rosario “I giornalisti alla conquista dell’Impero” Terziaria, 2003, Milano.

– Miege, J. L. “L’imperialismo coloniale italiano dal 1870 ai giorni nostri” 328 pp. ills. Biblioteca universale Rizzoli, 1976, Milano, Italia.

– Minissale, Antonino “L’avvenire del turismo in Africa Orientale” In: “Le vie d’Italia” aprile 1937 pp. 283-292

– Petacco, Arrigo “Faccetta Nera. Storia della conquista dell’impero” 237 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 2003, Milano.

– Pieroni, Piero “L’Italia in Africa” Vallecchi, 1974, Firenze.

– Pini, Ugo “Sotto le ceneri dell’Impero” Mursia, 1967, Milano.

– Pizzi, Donata “Oltre Mare: itinerari di architettura in Libia, Etiopia, Eritrea” Sirai Edizioni,

– Poggiali, Ciro “Diario AOI, 15 giugno 1936-4 ottobre 1937” Longanesi, 1971, Milano.

– Quirico, Domenico “Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane” 360 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 2002, Milano.

– Rigotti, Giorgio “L’ edilizia nell’Africa orientale italiana : la zona di Addis Abeba” Editrice libraria italiana, 1939, Torino.

– Rivera, Vincenzo “Prospettive di colonizzazione dell’Africa Orientale Italiana” 126 pp. Libr. di Scienze e Lettere, 1939, Roma.

– Rovighi, Alberto “Le operazioni in Africa Orientale” 2 volumi Ufficio Storico SME, 1995, Roma.

– Scarin, Emilio “Le variazioni di confine dell’espansione territoriale italiana nell’Africa orientale” 15 pp. Casa ed. poligrafica universitaria, 1938, Firenze.

– Segre, Vittorio Dan “La guerra privata del tenente Guillet. La resistenza italiana in Eritrea durante la seconda guerra mondiale” 235 pp. Tea, 1997

– Taddia, Irma “L’Eritrea-colonia 1890-1952 : paesaggi, strutture, uomini del colonialismo” 429 pp. F. Angeli, [1986], Milano, Italia.

– Taddia Irma “La Memoria Dell’Impero. Autobiografie d’Africa Orientale” 143 pp. Piero Lacaita, 1988, Roma.

– Tomaselli, C. “L’Italia in Africa dalla compera di Assab alla conquista dell’Impero” 122pp. 1938, Roma.

DODECANESO:

– AA. VV. “Le colonie III. Rodi perla del Mediterraneo (1934-1940). I 20.000 coloni delle provincie libiche (1938). Gondar imperiale (1937). Fondazione di Addis Abeba (1937). Hassan il soldato (1951)” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1998.

– AA. VV. “L’Italia a Rodi” 144 pp. 2 carte geografiche, 175 fotografie Poligrafico dello stato, 1946, Roma.

– Martinoli, Simona Perotti, Eliana “Architettura coloniale italiana nel Dodecaneso, 1912-1943” 585 pp. Fondazione Agnelli, 1999, Torino.

– Luca Pignataro, “Le Isole italiane dell’Egeo dall’8 settembre 1943 al termine della seconda guerra mondiale” in “Clio Rivista trimestrale di studi storici”, XXXVII (2001), 3, pp. 465-552;

– Luca Pignataro “Il tramonto del Dodecaneso italiano (1945-1950)” in “Clio. Rivista trimestrale di studi storici”, XXXVII (2001), 4, pp. 649-687.

– Pizzi, Donata “Dodecaneso: Architetture Italiane 1920-1940” Sirai Edizioni, 2003

– Stefanini, G. Desio, A. “Le colonie. Rodi e le Isole Italiane d’Egeo” 464 pp. 4 carte geografiche, 451 figure UTET, 1928, Torino.

– Vittorini, Ettore “Isole dimenticate. Il Dodecaneso da Giolitti al massacro del 1943” 144 pp Le Lettere, 2002,

LIBIA:

– AA. VV. “Le colonie III. Rodi perla del Mediterraneo (1934-1940). I 20.000 coloni delle provincie libiche (1938). Gondar imperiale (1937). Fondazione di Addis Abeba (1937). Hassan il soldato (1951)” Videocassetta VHS Istituto Luce, 1998.

– Crociani, Piero and Viotti, Andrea “Le uniformi coloniali libiche : 1912-1942” 36 pp. ills. La Roccia, 1980, Roma, Italia.

– Del Boca, A. “Gli italiani in Libia” Vol. 1-2 Vol. 1 “Tripoli bel suol d’amore 1860-1922” 478 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 1986, Milano, Italy. Vol. 2 “Dal fascismo a Gheddafi” 564 pp. Arnoldo Mondadori Editore, 1988, Milano, Italy.

– Petacco, Arrigo “L’armata del deserto” pp. Arnoldo Mondadori Editore, 2001, Milano.

STATI PRE-UNITARI

GRANDUCATO DI TOSCANA:

– Hair, P. E. H. and Davies, Jonathan D. “Sierra Leone and the Grand Duke of Tuscany” In: History in Africa” Vol. 20, 1993 pp. 61-69 The State University of New Jersey, New Brunswick, NJ, USA.

– Sodini, Carla ” Medici e le Indie Orientali. Il diario di viaggio di Placido Ramponi emissario in India per conto di Cosimo III” 119 pp. Leo Olschki Editore, 1996, Firenze.

REPUBBLICA DI GENOVA:

– Lopez, Roberto S. “Storia delle colonie genovesi nel Mediterraneo” xxxvi+366 pp. map, Marietti, 1996, Genova, Italia.

– Murzakevic, Nikolai “Storia delle colonie genovesi in Crimea” 189 pp. ills. Sagep, [1992], Genova, Italia.

REPUBBLICA DI VENEZIA:

– Borsari, Silvano”Studi sulle colonie veneziane in Romania nel 13. secolo” 147 pp. Tip. La Buona Stampa, 1966, Napoli, Italia

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Africa Colonialismo italiano

Asmara: la città congelata (1935-1941)

Scritto da Marc Peschke. Tradotto da Dietrich Köster

TESORINO DELLA MODERNITÀ

È stata un’esposizione bene accolta quella che il Deutsches Architekturzentrum (Centro tedesco d’Architettura) a Berlino ha fatto conoscere al pubblico durante gli ultimi mesi, che era intitolata: I tesori architettonici modernistici di Asmara. Un volume d’accompagnamento riassume ancora una volta gli apici dell’arte architettonica della capitale dell’Eritrea.

“La povertà è la migliore tutela dei monumenti”, dice Peter Cachola Schmal, il direttore del Centro tedesco d’Architettura, nel suo contributo per la piccola pubblicazione sull’architettura della città di Asmara. Infatti, è stata la mancanza di fondi che ha permesso che la capitale dell’Eritrea – impoverita economicamente – sia stata conservata come tesorino della modernità. È quasi un gioiello non scoperto dell’arte architettonica del ventesimo secolo.

La pubblicazione che accompagna la mostra è della casa editrice Jovis – specializzata in architettura – e mostra una modernità addormentata, un’opera urbanistica spettacolare, invecchiata degnamente di un modo non spettacolare. Il fotografo Stefan Boness ha raccolto una collezione di fotografie di edifici del centro della città di Asmara, i cui monumenti sono posti sotto tutela.

Pressappoco 600 edifici fanno parte del maggiore complesso d’architettura moderna classica a livello mondiale. Non mancano in questa raccolta di fotografie immagini dell’uomo, vedute generali e dettagli degli edifici più importanti come è mostrato con la stazione di servizio FIAT Tagliero – costruita da Giuseppe Pettazzi nel 1938 – e con il Cinema Impero.

L’EREDITÀ DI MUSSOLINI COME PATRIMONIO DELL’UNESCO?

Ci si meraviglia dalle foto di un’architettura rappresentativa bisognosa di essere restaurata, ma invariata quasi completamente, che fu progettata da architetti italiani come “Piccola Roma” durante il dominio coloniale italiano sull’Eritrea, durante il regime fascista di Benito Mussolini fra il 1935 e il 1941. Un’opera d’arte generale sull’idea egemonica di imporre uno stile nazionale in Africa, un’immagine riflessa dallo specchio del dibattito architettonico italiano dell’Era Fascista, una combinazione di correnti architettoniche differenti molto eterogenee come Novecento, Art Déco, Razionalismo – cioè la “Costruzione Nuova” italiana – , Scuola Romana, Monumentalismo e Futurismo, che deve essere conservata assolutamente.

L’inizio è fatto: Attualmente il governo eritreo e il programma Cultural Assets Rehabilitation Project (CARP)/Progetto di Riabilitazione dei Beni Culturali – fondato nel 2000 – si impegnano di fare entrare Asmara nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità dell’UNESCO.

© 2009 by Marc Peschke, Amburgo e Wiesbaden 

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Brasile Colonialismo portoghese

Il forte principale di Fernando de Noronha: la fortezza di Nossa Senhora Dos Remédios

Scritto da Marco Ramerini

La fortezza di Nossa Senhora Dos Remédios è la fortificazione più importante dell’intero sistema difensivo costruito sull’isola di Fernando de Noronha (Brasile) dai portoghesi nel XVIII secolo, si trova su una collina tra la Baia di Santo Antonio e la Praia do Cachorro.

Secondo le testimonianze, sul luogo dove fu costruita la fortezza furono trovati i resti di una vecchia fortificazione olandese e di un deposito sotterraneo di polvere. La costruzione fu iniziata nel 1737 e i lavori si protrassero per 41 anni. Nel 1859 la fortezza fu restaurata ed ampliata.

Attualmente il forte è in buono stato di conservazione (anche se alcune parti avrebbero bisogno di un consolidamento). Si accede al forte, dal villaggio di Vila dos Remédios, subito dietro al Centro Culturale Amerigo Vespucci prendendo a sinistra la strada di pietra che parte dal pozzo. Si prosegue lungo una breve ma suggestiva strada di pietra in salita che ci riporta indietro nel tempo. Dopo alcune decine di metri si giunge in vista dell’ingresso del forte, dove sono presenti due cannoni.

La vista verso il Morro do Pico dalla torre rotonda della Fortaleza de Nossa Senhora dos Remedios, Fernando de Noronha, Brasile. Author and Copyright Marco Ramerini
La vista verso il Morro do Pico dalla torre rotonda della Fortaleza de Nossa Senhora dos Remedios, Fernando de Noronha, Brasile. Author Marco Ramerini

La porta d’ingresso misura 1,72 di larghezza e 2,70 di altezza, sono ancora visibili le tracce dei cardini della porta. Una volta entrati nel forte ci troviamo nel vestibolo, dove erano il corpo di guardia e una piccola prigione. Una seconda porta ci conduce all’interno del forte dov’è una grande “piazza d’armi” con una muraglia che guarda verso il mare aperto, a destra è una cisterna d’acqua, mentre a sinistra si trovavano gli alloggi delle truppe.

Le mura del forte sono alte 2,9 m. ed hanno uno spessore di 3,5 m. alla base e 3 m. alla sommità. Il forte aveva 7 batterie di cannoni per un totale di 27 cannoni, molti dei quali sono tuttora presenti.

Un torrione a forma di cono caratterizza l’area a destra dell’ingresso del forte esso ha un diametro di base di 19 metri e un altezza di 11 metri, nella parte superiore il diametro è di 13 metri. Sulla sommità di questo torrione a cui si accede attraverso una rampa piuttosto ripida, si gode di una bellissima veduta dell’isola che spazia da un lato sulle isole minori e la baia di Santo Antonio a dall’altro sulle spiagge do Meio e da Conceição, fino al Morro do Pico e ai faraglioni dei Dois Irmãos.

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Colonialismo francese Colonialismo olandese Colonialismo portoghese Colonialismo spagnolo Colonialismo tedesco Oceania

Esplorazione e Espansione coloniale nella Nuova Guinea

Scritto da Davide Parassoni: daribeadsl@libero.it

ESPLORAZIONE PORTOGHESE

Le isole di Nuova Guinea furono avvistate per la prima volta dall’esploratore portoghese A. de Abreu nel 1512 e raggiunte dal Governatore portoghese delle Molucche Jorge de Meneses nel 1526 dopo che la forza del Monsone dirottò la sua nave, diretta a Ternate, verso Waigeo (Mappa 1). Meneses trovò un buon ancoraggio nella costa di Vogelkop ( la penisola Nord-Ovest di Nuova Guinea), probabilmente nella baia di Geelvink (Mappa 1) e battezzò le isole appena scoperte Ilhas dos Papuas (isole dei capelli crespi).

ESPLORAZIONE SPAGNOLA

Nel 1528 le isole Schouten (Biak Mappa 1) e l’isola di Manus (Mappa 3) vengono raggiunte dallo spagnolo A. de Saavedra nel tentativo di raggiungere il Messico dalle Indie.

Mappa 1
Mappa 1

Nel 1537 Grijalva e Alvarado, due esploratori spagnoli raggiungono le isole visitate da Saavedra precedentemente. L’isola è raggiunta il 20 Giugno 1545 dallo spagnolo Inigo Ortiz de Retes che raggiunge, a bordo della nave San Juan, la foce del fiume Santo Agustin (Mamberamo Mappa 1), e ne prende possesso in nome del Re spagnolo. Battezza l’isola principale in Nuova Guinea, poiché le popolazione locali rassomigliavano alle popolazioni africane. Nello stesso viaggio la nave giunge fino all’odierna Wewak (Mappa 3) e scopre molte delle limitrofe isole.

Nel 1606 Prado e Torres, sempre spagnoli, scoprono l’odierno approdo di Port Moresby (Mappa 2).

ESPLORAZIONE OLANDESE

Nel 1605 la costa meridionale della Nuova Guinea viene percorsa per 220 miglia dall’ olandese Willem Jansz. Le isole di Nuova Irlanda (Mappa 3) e dell’Ammiragliato vengono scoperte nel 1616 dai navigatori olandesi Corneliz Schouten e Jacques Lemaire.

Nel 1623 Jan Carstensz sbarca nella costa meridionale con l’intento di ricavare informazioni sul commercio locale. Dal 1636 gli interessi olandesi nella parte nordoccidentale dell’isola si impongono attraverso la Compagnia olandese delle Indie Orientali (VOC), che invia Gerrit Pool, agente della stessa, ad informarsi sulle potenzialità commerciali della regione.

Nel 1705 una spedizione olandese di tre navi, Geelvink, Kraanvogel e Nova Guinea, capitanata da Jacob Weyland, viene inviata dalla VOC ad esplorare ulteriormente le coste dell’isola.

COLONIZZAZIONE OLANDESE

Nel 1828 gli olandesi ratificano la presa di possesso della parte dell’isola che oggi è territorio indonesiano.

Il primo insediamento stabile viene fondato a Triton Bay e chiamato Merkussoord (Mappa 1). Nel centro di questo insediamento viene eretto un forte in pietra, Fort de Bus. Del suddetto forte abbiamo una dettagliata descrizione: situato direttamente sul mare, era quadrato e costituito da due palizzate; ai quattro angoli erano situati quattro cannoni e, nel lato che dava sul mare, erano collocati un pezzo da tre libbre e uno da sei libbre, tra i quali era situata la bandiera olandese. Attorno al forte era una fitta foresta che gli olandesi stavano cercando di abbattere per aumentare l’efficacia dei cannoni. Il forte verrà abbandonato nel 1836 dopo che attacchi dei nativi e malattie avevano già decimato la popolazione consistente in tredici europei e venti soldati indiani con le loro famiglie. Nel 1846 il capitano inglese Yule, rivendica a Capo Possession (Mappa 2) l’isola di Nuova Guinea come possedimento inglese. La rivendicazione non è confermata dalla corona britannica, ma obbliga l’Olanda a giustificare le sue pretese territoriali sulla Nuova Guinea.

Nel 1849 una spedizione capitanata da D. J. van den Dungen Gronovius ha l’obiettivo di demarcare i possedimenti olandesi in Nuova Guinea ponendo vessilli in ferro con l’iscrizione “Nederlanden Indische” e lo stemma reale lungo gli approdi della costa nordoccidentale come a Dorei (Manokwari Mappa 1).

Nel 1875 è considerato confine interno del possedimento olandese la linea che parte dalla baia di Humboldt e scende verso Sud nel senso del meridiano.

Nel 1878 ad Andai è situato uno scalo commerciale.

Nei successivi anni, la penetrazione olandese in Nuova Guinea avrà scopi puramente scientifici e il possedimento sull’isola non verrà sviluppato ulteriormente.

ESPLORAZIONE BRITANNICA E TENTATIVO DI COLONIZZAZIONE

Mappa 2
Mappa 2

L’isola di Nuova Britannia (Mappa 3) viene scoperta nel 1700 da William Dampier.

Nel 1775 si segnela il tentativo del commerciante Thomas Forrest di insediare una piantagione a Dorei, nella baia di Geelvink.

Nel 1793 John McCluer, un’ufficiale inglese di stazionamento in India, prende possesso dell’isola di Gebè in nome della corona britannica. Nel luglio dello stesso anno il capitano inglese Bampton prende possesso dell’isola di Darnley (Mappa 2),le isole vicine e l’antistante costa della Nuova Guinea. Il capitano John Hayes, della marina di Bombay e agente della East India Company, il 25 Ottobre 1793 prende possesso di Restoration Bay (Già Dorei) e fonda l’insediamento di New Albion nel luogo in cui era situata una palizzata di travi, chiamata Fort Coronation. L’insediamento conta inizialmente su una popolazione di 40 europei. Il territorio reclamato si estende da Waigeo a Ovest, all’isola di Rossel (Mappa 2) a Est. Nel Maggio 1795 l’insediamento, non godendo dell’interesse ne della corona britannica ne dell’ East India Company inglese, viene abbandonato.

Nel 1872 viene esplorata la baia dove sorge l’odierna Rabaul. L’anno successivo viene esplorata dal Capitano Moresby la baia dove sorgerà l’omonima cittadina.

LA LIBERA COLONIA DI NOUVELLE FRANCE

L’isola di Nuova Irlanda dal 16 Gennaio 1880 è sede del primo tentativo di insediamento stabile da parte di francesi non appoggiato ma addirittura contrastato dalla madrepatria. Comandato da Charles du Breuil marchese di Rays, l’insediamento, fondato a Port-Breton (Port Praslin) , verrà chiamato colonia della Nouvelle France. La prima nave di coloni, provenienti da tutta europa, attracca prima sull’isola Laughlan, dove alcuni coloni ne prendono possesso, infine procede verso Port Breton, dove arriva nel Gennaio 1880. Giudicando inadatto il luogo all’insediamento, la nave si dirige verso Likiliki (Metlik) (Mappa 3). Il primo comandante della colonia, De la Croix, giudicando inospitale anche questa locazione, torna a Sidney con quasi tutti gli 800 coloni partecipanti all’impresa. La colonia, forte di 60 uomini decisi ad insediarsi, è retta dal secondo in comando McLaughlin dal 16 Gennaio 1880 al 25 Agosto 1880. Nel luglio 1880 solo l’intervento di alcuni missionari stanziati a Port Hunter salva molti dei coloni dalle malattie riscontrate. Nel Marzo 1880 una seconda nave, comandata da Rabardy con a bordo ufficiali militari e polizia, salpa da Barcellona per costruire a Port-Breton l’insediamento per i coloni che avevano già pagato il viaggio. L’ampliamento e la parziale bonifica delle zone prescelte per l’insediamento non bastarono per consolidare la colonia, e le continue epidemie fecero infine abbandonare il tentativo nel febbraio 1882 con l’evacuazione dell’intero insediamento alla volta di Sidney.

PROTETTORATO BRITANNICO

Mappa 3
Mappa 3

Il 3 Aprile 1883 il territorio del Queensland (Australia) anette la costa sudorientale della Nuova Guinea in nome dell’Inghilterra, per paura di interventi di potenze europee ostili (Germania) nella sua area di influenza.La bandiera issata a Port Moresby è quella inglese ma la corona britannica non ratifica immediatamente la presa di possesso della regione.

Il 6 Novembre 1884 l’Inghilterra proclama il protettorato sopra la parte sudorientale dell’isola, chiamata New Guinea. Il comando è a Port Moresby. I confini settentrionali con il protettorato tedesco verranno stabiliti a più riprese e infine definiti sulla costa Est a Mitre Rock (Mappa 2); a occidente rimarrà in vigore il confine stabilito nel 1875 dagli olandesi.

COLONIA BRITANNICA

Il 4 settembre 1888 l’Inghilterra trasforma il protettorato in colonia.

Il 1° settembre 1906 la ex-colonia britannica di Nuova Guinea viene amministrata dall’Australia.

PROTETTORATO TEDESCO

Il 19 Novembre 1878 la Germania entra in possesso della sua prima colonia nel Pacifico: le isole Ralik, facenti parte delle isole Marshall.

Il 26 Maggio 1884 è fondata a Berlino la Neu-Guinea Compagnie.

Il 3 Novembre 1884 le navi da guerra S.M.S. Elisabeth e S.M.S. Hyäne raggiungono l’isola di Matupi nell’arcipelago di Bismarck e la Germania proclama il protettorato sopra la Nuova Guinea nordorientale chiamata Kaiser-Wilhelmsland con sede amministrativa successivamente a Finschhafen (1885-1891), Friedrich-Wilhelmshafen (1891-1899), Herbertshöhe (1899-1909) e Rabaul (1909-1914) per tutta la Nuova Guinea Tedesca (Mappa 3). Il 4 Novembre a Mioko viene innalzata la bandiera imperiale tedesca. Il 23 Dicembre 1884 Bismarck da istruzione che ogni nuova acquisizione della NGC venga posta sotto il protettorato tedesco, comprendente le isole dell’Ammiragliato, Hermit, Anchorite, Neupommern-Nuova Pomerania (oggi New Britain), Neuhannover-Nuova Hannover (oggi Lavongai o New Hanover) e Neumecklenburg-Nuovo Mecklenburgo (oggi New Ireland).

Il 24 Novembre 1884 è fondato l’insediamento di Finschhafen (Mappa 3).

Dal 17 Maggio 1885 al 1899 la colonia tedesca viene amministrata dalla Neu-Guinea Compagnie.

Dal 4 al 10 Marzo 1885 dialoghi anglo-tedeschi sulle zone d’influenza nel Pacifico.

Nel 1886 l’Inghilterra riconosce le zone di influenza tedesche nel Pacifico. Alla Germania vengono riconosciute le isole di Bougainville, Choiseul e Santa Isabel. Nel 1899 le ultime due isole sono entrambe cedute all’Inghilterra.

Nel 1891 l’insediamento di Finschhafen è abbandonato per un’epidemia di malaria.

Dal 1 Aprile 1899 al 10 Novembre 1914 la colonia tedesca viene amministrata direttamente dal potere statale, senza l’intermediazione di alcuna compagnia.

Nel 1909 la capitale amministrativa viene trasferita a Rabaul, sull’isola di Neupommern-Nuova Pomerania (oggi New Britain).

Nel 1907 viene aperta una scuola statale a Namanula, vicino a Rabaul. Nel 1910 viene aperta una scuola secondaria a Saipan.

18 Dicembre 1910 viene ridefinito il confine tra Nuova Guinea tedesca e olandese dopo la scoperta di barriere naturali all’interno dell’isola.

L’11 Novembre 1914 i territori tedeschi vengono occupati dall’Australia e passano ad essa in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale (ufficialmente il 10 gennaio 1920 con il trattato di Versailles).

BIBLIOGRAFIA:

– Whittaker, Gash, Hookey and Lacey, Documents and Readings in New Guinea History, The Jacaranda Press, Milton, 1975.© Copyright Whittaker, Gash, Hookey and Lacey, 1975.

Le mappe sono prese da: http://www.papuaweb.org maps pages.© Copyright UNIPA – ANU – UNCEN PapuaWeb Project, 2002-2003.